Zestril - 14cpr 20mg

Dettagli:
Nome:Zestril - 14cpr 20mg
Codice Ministeriale:026834022
Principio attivo:Lisinopril Diidrato
Codice ATC:C09AA03
Fascia:A
Prezzo:5.98
Rimborso:3.3
Produttore:Astrazeneca Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:48 mesi

Denominazione

ZESTRIL

Formulazioni

Zestril - 14cpr 5mg
Zestril - 14cpr 20mg

Categoria farmacoterapeutica

Inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina.

Principi attivi

Lisinopril diidrato (lisinopril anidro).

Eccipienti

Mannitolo, calcio fosfato dibasico diidrato, ferro ossido rosso (E172), amido di mais, amido pregelatinizzato, magnesio stearato.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione. Trattamento dello scompenso cardiaco sintomatico. Trattamento a breve termine (6 settimane) dei pazienti emodinamicamente stabili entro 24 ore da un infarto miocardico acuto. Trattamento delle complicanze renali nei pazienti ipertesi con diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al farmaco, ad uno qualsiasi degli eccipienti o ad ogni altro inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE).Storia di angioedema correlato ad un precedente trattamento con un AC E-inibitore. Angioedema ereditario o idiopatico. Secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Posologia

Somministrare per via orale in una dose singola giornaliera. Assumere approssimativamente alla stessa ora ogni giorno. L'assorbimento delle compresse non e' influenzato dal cibo. La dose deve essere individualizzata secondo il profilo del paziente e della risposta pressoria. >>Ipertensione. Puo' essere usato in monoterapia o in combinazione con altre classi di prodotti medicinali antipertensivi. Dose iniziale: 10 mg.Nei pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone fortement e attivato (in particolare ipertensione renovascolare, sodio e/o volume depleti, decompensazione cardiaca, o con ipertensione grave) puo' verificarsi un'eccessiva caduta della pressione arteriosa a seguito della dose iniziale. In questi pazienti e' raccomandata una dose iniziale di 2,5-5 mg e l'inizio del trattamento deve avvenire sotto controllo del medico. In presenza di insufficienza renale e' richiesta una dose iniziale piu' bassa. Dose di mantenimento: 20 mg somministrati in una singola dose giornaliera. In genere se l'effetto terapeutico desideratonon puo' essere ottenuto nell'arco di 2-4 settimane ad un determinato livello di dose, la dose puo' essere ulteriormente aumentata. La mass ima dose impiegata negli studi clinici controllati a lungo termine e' stata di 80 mg/die. L'inizio della terapia puo' causare ipotensione sintomatica. Cio' e' piu' probabile nei pazienti al momento in trattamento con diuretici. Si raccomanda quindi cautela, dato che questi pazienti possono essere volume e/o sodio depleti. Se possibile, il diureticodeve essere sospeso 2-3 giorni prima di iniziare la terapia. Nei pazi enti ipertesi nei quali il diuretico non puo' essere sospeso, la terapia deve essere iniziata con una dose di 5 mg. La funzionalita' renale ed il potassio sierico devono essere monitorati. Il successivo dosaggio deve essere aggiustato in base alla risposta pressoria. Se necessario, la terapia diuretica puo' essere ripresa. Pazienti con insufficienza renale: il dosaggio deve basarsi sulla clearance della creatinina. Pazienti ipertesi pediatrici di eta' dai 6 ai 16 anni: 2,5 mg una voltaal giorno in pazienti con peso da 20 a < 50 Kg, e di 5 mg al giorno i n pazienti con peso >=50 Kg. Il dosaggio deve essere aggiustato individualmente da un massimo di 20 mg una volta al giorno in pazienti di peso dai 20 a < 50 Kg, e 40 mg in pazienti di peso >=50 Kg. Dosi superiori a 0,61 mg/Kg (o superiori a 40 mg) non sono state studiate nei pazienti pediatrici. In bambini in funzione renale diminuita, deve essere considerata una dose iniziale piu' bassa o intervalli per aumentare ladose. S >>Scompenso cardiaco. Il medicinale deve essere utilizzato co me terapia aggiuntiva ai diuretici e, ove appropriato, alla digitale oai beta-bloccanti. Puo' essere iniziato con una dose iniziale di 2,5 mg una volta al giorno, che deve essere somministrata sotto osservazione medica per determinare l'effetto iniziale sulla pressione sanguigna. La dose deve essere aumentata: con incrementi non superiori ai 10 mg; ad intervalli non inferiori alle due settimane; alla dose massima tollerata dal paziente, fino ad un massimo di 35 mg una volta al giorno.L'aggiustamento della dose deve essere basato sulla risposta clinica dei singoli pazienti. Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica, es. pazienti con deplezione salina con o senza iponatriemia, pazienti con ipovolemia o pazienti trattati con alte dosi di diuretici, queste condizioni devono essere corrette se possibile, prima dellaterapia. La funzionalita' renale ed il potassio sierico devono essere monitorati. >>Infarto miocardico acuto. I pazienti devono ricevere, n el modo appropriato, i trattamenti standard raccomandati come trombolitici, aspirina e beta-bloccanti. Il gliceril trinitrato per via endovenosa o per via transdermica puo' essere impiegato insieme al farmaco. Dose iniziale (primi 3 giorni dopo l'infarto): il trattamento puo' essere iniziato entro 24 ore dall'insorgenza dei sintomi. Non deve essereiniziato se la pressione arteriosa sistolica e' minore di 100 mm Hg. La prima dose e' di 5 mg per via orale, seguita da 5 mg dopo 24 ore, 10 mg dopo 48 ore e poi 10 mg una volta al giorno. Ai pazienti con pressione arteriosa sistolica bassa (120 mm Hg o meno) all'inizio del trattamento o durante i primi 3 giorni successivi all'infarto deve essere somministrata una dose ridotta di 2,5 mg per via orale. In caso d'insufficienza renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), il dosaggioiniziale di Zestril deve essere aggiustato sulla base della clearance della creatinina del paziente. La dose di mantenimento e' di 10 mg un a volta al giorno. Se si verifica ipotensione (pressione arteriosa sistolica inferiore od uguale a 100 mm Hg) puo' essere somministrata una dose di mantenimento giornaliera di 5 mg con riduzione temporanea a 2,5 mg, se necessario. Se si verifica una ipotensione prolungata (pressione arteriosa sistolica inferiore a 90 mm Hg per piu' di un'ora) deveessere interrotto. Il trattamento deve continuare per 6 settimane e p oi il paziente deve essere riesaminato. I pazienti che sviluppano sintomi di scompenso cardiaco devono continuare la terapia. >>Complicanze renali del diabete mellito: nei pazienti ipertesi affetti da diabete mellito di Tipo 2 e nefropatia incipiente, la dose di Zestril e' 10 mg una volta al giorno che puo' essere incrementata, se necessario, fino a 20 mg una volta al giorno per raggiungere una pressione arteriosa diastolica in posizione seduta inferiore a 90 mm Hg. Nei casi d'insufficienza renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), il dosaggio iniziale di Zestril deve essere aggiustato sulla base della clearance della creatinina del paziente. L'esperienza di sicurezza ed efficacia neibambini ipertesi con eta' > a 6 anni e' limitata, ma non c'e' esperie nza relativa alle altre indicazioni. Non e' raccomandato nei bambini in altre indicazioni che non sia l'ipertensione. Non e' raccomandato inbambini di eta' inferiore a 6 anni, o in bambini con insufficienza re nale grave (GFR < 30 ml/min/1,73 m^2). Negli studi clinici, non si sono verificate variazioni correlate all'eta' per quanto riguarda l'efficacia o il profilo di sicurezza del farmaco; tuttavia, quando l'eta' avanzata e' associata ad una diminuzione della funzione renale. In seguito, il dosaggio deve essere aggiustato secondo la risposta pressoria. Non vi e' esperienza circa la somministrazione pazienti sottoposti a recente trapianto di rene.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.

Avvertenze

Raramente si osserva ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata. E' piu' probabile che si verifichi nel paziente con ridotta volemia. E' stata osservata nei pazienti con insufficienza cardiaca, in presenza o meno di insufficienza renale associata. Nei pazienti con rischio aumentato d'ipotensione sintomatica, l'inizio della terapia e l'aggiustamento della dose devono essere strettamente monitorati. Analoghe considerazioni si applicano a pazienti con cardiopatia ischemica o cerebrovasculopatia in cui un'eccessiva caduta della pressione arteriosa puo' provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare. Il trattamento non deve essere iniziato nei pazienti con infarto acuto del miocardio che sono a rischio di ulteriore grave deterioramento delle condizioni emodinamiche dopo un trattamento con un vasodilatatore. Usare con cautela nei pazienti con stenosi della valvola mitralica ed ostruzione dell'efflusso dal ventricolo sinistro come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In caso di insufficienza renale il dosaggio iniziale deve essere aggiustato sulla base della clearance della creatinina del paziente e poi in funzione della risposta del paziente al trattamento. Il controllo sistematico del potassio e della creatinina e' parte della normale pratica per questi pazienti. Neipazienti con scompenso cardiaco, l'ipotensione che segue l'inizio del la terapia con ACE-inibitori puo' portare ad un'ulteriore compromissione della funzione renale. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria renale in monorene, trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, sono statiosservati aumenti dell'azotemia e della creatinina sierica di solito reversibili dopo interruzione della terapia. Cio' e' particolarmente probabile nei pazienti con insufficienza renale. La contemporanea presenza di ipertensione renovascolare comporta un maggior rischio di ipotensione grave e insufficienza renale. Nell'infarto acuto del miocardio,il trattamento non deve essere iniziato nei pazienti con evidenza di disfunzione renale, definita come concentrazione sierica di creatinina>177 mcmol/l, e/o proteinuria >500 mg/24h. E' stato non comunemente r iportato angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe, in pazienti trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Cio' puo' avvenire in un qualunque momento durante il trattamento. Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina causano angioedema con maggior frequenza nei pazienti di razza. Pazienti con una storia di angioedema non correlato a terapia possono essere a rischio aumentato di angioedema durante assunzione di un ACE-inibitore. Nei pazienti sottoposti a dialisi con membrane ad alto flusso (es. AN69) e in concomitante trattamento con un ACE-inibitore sono state riportate reazioni anafilattoidi;considerare l'utilizzo di tipi di membrane per dialisi diverse o clas si diverse di agenti antipertensivi. Raramente, nei pazienti che ricevono gli ACE-inibitori durante aferesi delle lipoproteine a bassa densita' con destrano solfato si sono verificate reazioni anafilattoidi conrischio di vita per il paziente; queste reazioni sono state evitate d alla temporanea sospensione della terapia con ACE-inibitori prima di ciascuna aferesi. Pazienti che hanno ricevuto ACE-inibitori durante un trattamento desensibilizzante hanno sofferto di reazioni anafilattoidi; queste reazioni sono state evitate quando gli ACE-inibitori erano stati temporaneamente sospesi, ma sono ricomparse subito dopo che il farmaco era stato inavvertitamente risomministrato. Molto raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce a necrosi fulminante e (talvolta) a morte. Il meccanismo di questa sindrome non e' noto. Nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori sono stati riportati neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. Nei pazienti con funzionalita' renale normale e nessuna altra complicazione, la neutropenia si verifica raramente. La neutropenia e l'agranulocitosi sono reversibili dopo l'interruzione del trattamento con l'ACE-inibitore. Usare con estrema cautela nei pazienti con malattia collageno vascolare, terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo o procainamide, o con una combinazione di tali condizioni, specialmente se c'e' una preesistente compromissione della funzionalita' renale. Il farmaco puo' essere meno efficace nell'abbassare la pressione arteriosa nei pazienti ipertesi di razzanera. E' stata riportata tosse caratteristicamente non produttiva, pe rsistente e che si risolve con l'interruzione della terapia. Nei pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante anestesiacon agenti che causano ipotensione, il prodotto puo' bloccare la form azione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria direnina. Se compare ipotensione ed essa e' ritenuta effetto di questo meccanismo, puo' essere corretta mediante espansione della volemia. Inalcuni pazienti trattati sono stati osservati innalzamenti del potass io sierico. Nei pazienti diabetici in trattamento con farmaci antidiabetici orali o insulina, deve essere attentamente monitorato il controllo glicemico durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore. La combinazione con litio non e' generalmente raccomandata. Gli ACE inibitori non devono essere iniziati durante la gravidanza. Non e' raccomandato durante l'allattamento.

Interazioni

L'effetto antipertensivo e' solitamente additivo quando un diuretico e' aggiunto alla terapia di un paziente in trattamento. Nei pazienti gia' in trattamento con diuretici, specie in quelli in cui la terapia diuretica e' stata istituita di recente, si puo' verificare occasionalmente un'eccessiva riduzione della pressione arteriosa quando viene aggiunto questo prodotto. La possibilita' di ipotensione sintomatica puo' essere minimizzata interrompendo il diuretico prima di iniziare il trattamento. Sebbene negli studi clinici, il potassio sierico sia rimastosolitamente entro i limiti della norma, in alcuni pazienti si e' veri ficata iperpotassiemia. I fattori di rischio di insorgenza dell'iperpotassiemia includono insufficienza renale, diabete mellito, e l'uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del salecontenenti potassio. L'uso di integratori di potassio, diuretici risp armiatori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio, particolarmente nei pazienti con funzionalita' renale compromessa, puo' portare ad un aumento significativo del potassio sierico. Se il medicinale viene dato con un diuretico disperdente potassio, l'ipopotassiemia indotta dal diuretico puo' essere migliorata. Durante la somministrazione concomitante di litio ed ACE-inibitori sono stati riportati aumentireversibili delle concentrazioni sieriche di litio e tossicita'. L'us o concomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di tossicita' da litio ed aumentare la gia' incrementata tossicita' da litiocon gli ACE-inibitori. L'uso con il litio non e' raccomandato, ma se il trattamento in combinazione risulta necessario, deve essere effettuato un attento controllo dei livelli sierici di litio. La somministrazione cronica di FANS (incluso acido acetilsalicilico >=3g/die) puo' ridurre l'effetto antipertensivo di un ACE-inibitore. I FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento del potassio sierico e possono portare ad un deterioramento della funzionalita' renale.Questi effetti sono solitamente reversibili. Raramente, si puo' verif icare un'insufficienza renale acuta, specialmente nei pazienti con funzionalita' renale compromessa come gli anziani o i disidratati. Sono state riportate reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione inclusivampate, nausea, capogiri e ipotensione, che possono essere molto gra vi) piu' frequentemente in pazienti in trattamento con ACE-inibitori in seguito a somministrazione di oro iniettabile (per esempio sodio aurotiomalato). L'uso concomitante di questi agenti puo' aumentare l'effetto antipertensivo del farmaco. L'uso concomitante di nitroglicerina oaltri nitrati, o altri vasodilatatori, puo' ulteriormente ridurre la pressione arteriosa. L'uso concomitante di certi prodotti medicinali anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici con gli ACE-inibitori puo' dar luogo ad un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa. I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-Inibitori. Gli studi epidemiologici hanno suggerito che la concomitante somministrazione di ACE-inibitori e di medicinali antidiabetici (insuline e ipoglicemizzanti orali) puo' causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante con rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno sembra avvenire piu' probabilmente durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalita' renale compromessa. Il medicinale puo' essere impiegato in concomitanza con acido acetilsalicilico, (alle dosi cardiologiche), trombolitici, beta bloccanti e/o nitrati.

Effetti indesiderati

Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro (>=1/10.000 < 1/1.000): diminuzione dell'emoglobina, diminuzione dell'ematocrito. Molto raro (<1/10.000): depressione midollare, anemia, trombocitopenia, leucopenia,neutropenia, agranulocitosi, anemia emolitica; linfoadenopatia, malat tie autoimmuni. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: ipoglicemia. Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici.Comune (>=1/100 <1/10): capogiri, cefalea. Non comune (>=1/1000 e <1/ 100): alterazioni dell'umore, parestesia, vertigini, alterazioni del gusto, disturbi del sonno. Raro: confusione mentale, disturbi olfattivi. Frequenza non nota: sintomi depressivi, sincope. Patologie cardiachee vascolari. Comune: effetti ortostatici (inclusa ipotensione). Non c omune: infarto miocardico o evento cerebrovascolare, probabilmente secondari ad una eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio, palpitazioni, tachicardia. Fenomeno di Raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: tosse. Non comune: rinite. Molto raro: broncospasmo, sinusite; alveolite allergica/polmonite eosinofila. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito. Non comune: nausea, dolore addominale ed indigestione. Raro: secchezza delle fauci. Molto raro: pancreatite, angioedema intestinale, epatite epatocellulare o colestatica, ittero e insufficienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: rash, prurito, ipersensibilita'/edema angioneurotico (edema angioneurotico di viso, estremita', labbra, lingua, glottide, e/o laringe). Raro: orticaria, alopecia, psoriasi. Molto raro: diaforesi, pemfigo, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, pseudolinfoma cutaneo. E' stato riportato un complesso di sintomi che puo' includere uno o piu' dei seguenti: possono verificarsi febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positivita' degli anticorpi antinucleari (ANA), aumento della velocita' di eritrosedimentazione (VES), eosinofilia e leucocitosi, rash, fotosensibilita' e altre manifestazioni dermatologiche. Patologie renali ed urinarie. Comune: disfunzione renale. Raro: uremia, insufficienza renale acuta. Molto raro: oliguria/anuria. Patologie endocrine. Non nota: secrezione inappropriata di ormone antidiuretico. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza. Raro: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: fatica, astenia. Esami diagnostici. Non comune: aumento dell'urea nel sangue, aumento della creatinina sierica, aumento degli enzimi epatici, iperpotassiemia. Raro: aumento della bilirubina sierica, iponatriemia. Dati di sicurezza emersi dagli studi clinici suggeriscono che lisinopril e' generalmente ben tollerato nei pazienti pediatrici ipertesi e che il profilo di sicurezza in questo gruppo di eta' e' comparabile con quanto visto negli adulti.

Gravidanza e allattamento

Non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed e' controindicato durante il secondo ed il terzo. Le evidenze epidemiologiche relativamente al rischio teratogenico in seguito all'esposizione agli ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono state definitive; comunque non si puo' escludere un piccolo aumento del rischio. A meno che la terapia continuata con ACE inibitori non sia considerata essenziale, le pazienti che stanno programmando una gravidanzadevono passare a trattamenti antipertensivi alternativi che abbiano u n accertato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. L'esposizione alla terapia con ACE inibitori, durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza, e' noto provochi fetotossicita' umana (diminuzionefunzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkalemia). Qualora fosse avvenuta un'esposizione agli ACE inibitori dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda una valutazione ultrasonografica della funzionalita' renale e del cranio. I bambini, le cuimadri hanno assunto ACE inibitori, devono essere attentamente osserva te a causa dell'ipotensione. Non e' raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con profili di sicurezza meglio stabiliti durante l'allattamento, specialmente durante l'allattamento di un neonato o di un bambino prematuro.