Zerit - 56cps 30mg
Dettagli:
Nome:Zerit - 56cps 30mgCodice Ministeriale:032803064
Principio attivo:Stavudina
Codice ATC:J05AF04
Fascia:H
Prezzo:183.37
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bristol-myers Squibb Srl
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Inf. a +25, in confezione originale
Scadenza:24 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi inibitori della trascrittasi inversa.
Principi attivi
Ciascuna capsula rigida contiene 30 mg di stavudina.
Eccipienti
Contenuto della capsula: lattosio, magnesio stearato, cellulosa microcristallina, sodio amido glicolato. Involucro della capsula: gelatina, ferro ossido colorante (E172), silicio diossido, sodio laurilsolfato, titanio diossido (E171). Gli involucri delle capsule sono marchiati con inchiostro nero edibile contenente: shellac, glicole propilenico, acqua depurata, potassio idrossido, ferro ossido (E172).
Indicazioni
In combinazione con altri farmaci antiretrovirali per il trattamento di pazienti adulti e pediatrici (di eta' superiore ai 3 mesi) infetti dal virus HIV solo quando gli altri antiretrovirali non possono essere utilizzati. La durata del trattamento deve essere limitata al tempo piu' breve possibile.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Posologia
La durata della terapia deve essere limitata al tempo piu' breve possibile seguita dal passaggio ad una terapia alternativa appropriata ogniqualvolta cio' sia possibile. Adulti < 60 kg: 30 mg due volte al gior no (ogni 12 ore); adulti >= 60 kg: 40 mg due volte al giorno. Adolescenti, bambini e prima infanzia al di sopra dei 3 mesi di eta'. < 30 kg:1 mg/kg due volte al giorno (ogni 12 ore); >= 30 kg: dosaggio per adu lti. La formulazione in polvere deve essere usata nei bambini di eta' inferiore ai tre mesi. I pazienti adulti che hanno problemi a deglutire le capsule possono passare alla formulazione in polvere di questo medicinale. Se si manifestano sintomi di neuropatia periferica, bisogna considerare il passaggio del paziente ad una terapia alternativa. Nei rari casi nei quali non e' appropriato, si puo' prendere in considerazione una riduzione del dosaggio della stavudina, tenendo sotto strettocontrollo i sintomi di neuropatia periferica e mantenendo una soddisf acente soppressione virologica. Il farmaco non e' stato studiato in modo specifico nei pazienti al di sopra dei 65 anni di eta'. Insufficienza epatica: non e' necessario alcun iniziale aggiustamento di dosaggio. Insufficienza renale. Peso < 60 kg, clcr > 26 e < 50 ml/min: 15 mg due volte al giorno; peso < 60 kg, clcr <= 25 ml/min (compresi i pazienti in dialisi): 15 mg ogni 24 ore; peso >= 60 kg, clcr > 26 e < 50: 20mg due volte al giorno; peso >= 60 kg, clcr <= 25 ml/min (compresi pa zienti in dialisi): 20 mg ogni 24 ore. La clearance della stavudina puo' risultare alterata nei pazienti pediatrici con disfunzione renale: considerare una riduzione della dose e/o un aumento dell'intervallo tra le somministrazioni proporzionale alla riduzione del dosaggio per i pazienti adulti. Non ci sono raccomandazioni sul dosaggio per i pazienti pediatrici con meno di 3 mesi di eta' e con compromissione renale. Per un assorbimento ottimale, il farmaco deve essere assunto a stomacovuoto (almeno 1 ora prima dei pasti), ma se cio' non fosse possibile, puo' essere assunto con un pasto leggero. Il medicinale puo' anche es sere somministrato aprendo con attenzione la capsula rigida e mescolandone il contenuto con il cibo.
Conservazione
Conservare a temperatura inferiore a 25 gradi C (blister in alluminio/aclar). Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C (flaconi in HDPE). Conservare nella confezione originale.
Avvertenze
La terapia con stavudina e' associata a numerosi effetti indesiderati gravi, come acidosi lattica, lipoatrofia e polineuropatia. Con l'uso di analoghi nucleosidici inibitori della trascrittasi inversa (NRTI) e'stata riportata acidosi lattica. Sintomi precoci (iperlattatemia sint omatica) includono sintomi non gravi a carico dell'apparato digerente,malessere non specifico, perdita di appetito, perdita di peso, sintom i respiratori o neurologici. L'acidosi lattica presenta elevata mortalita' e puo' essere associata a pancreatite, insufficienza epatica, insufficienza renale, o paralisi motoria. L'acidosi lattica si manifesta generalmente dopo alcuni o diversi mesi di trattamento. Il trattamentodeve essere interrotto in caso di iperlattatemia sintomatica e acidos i metabolico/lattica, epatomegalia progressiva, o rapido innalzamento dei valori di aminotransferasi. Deve porsi attenzione nel somministrare NRTI a pazienti con epatomegalia, epatite od altri noti fattori di rischio di patologia epatica e steatosi epatica. Pazienti con infezioneconcomitante da epatite C e trattati con interferone alfa e ribavirin a possono costituire una categoria a rischio speciale. Sono stati riportati casi di epatite o insufficienza epatica, talora fatali. Il rischio di reazioni avverse gravi e potenzialmente fatali a carico del fegato e' aumentato nei pazienti con epatite cronica B o C. In presenza disegni di deterioramento dell'epatopatia, si deve prendere in consider azione la sospensione o l'interruzione del trattamento. In caso di rapido aumento dei livelli delle transaminasi, dovra' essere presa in considerazione l'interruzione della terapia e con qualunque medicinale potenzialmente epatotossico. La terapia antiretrovirale combinata e' stata associata a lipodistrofia in pazienti con infezione da HIV. Un rischio maggiore di lipodistrofia e' stato associato alla presenza di fattori individuali ed a fattori legati al farmaco. In pazienti mai sottoposti a trattamento, si e' sviluppata lipoatrofia clinica in una maggiore proporzione di pazienti trattati con stavudina in confronto ad altri nucleosidi. E' stata dimostrata una perdita generalizzata di grasso agli arti nei pazienti trattati con stavudina in confronto all'aumentodi grasso agli arti o nessun cambiamento nei pazienti trattati con al tri NRTI. Il passaggio dalla stavudina ad altri nucleosidi ha portato ad aumenti del grasso negli arti con miglioramento da modesto a nullo della lipoatrofia clinica. I pazienti trattati devono essere frequentemente esaminati ed interrogati sui sintomi di lipoatrofia. Quando si evidenziano tali segni, si deve considerare l'interruzione della terapia. Occorre prendere in considerazione la misurazione dei lipidi sierici e della glicemia a digiuno. I disordini del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata. Alcuni pazienti sviluppano una neuropatia periferica, spesso avente inizio dopo alcuni mesi di trattamento. I pazienti devono essere controllati per i sintomi e se tali sintomi sono presenti, si deve passare ad una terapia alternativa. I pazienti con precedenti di pancreatite presentavano unaricomparsa della malattia durante il trattamento. In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Esempi rilevanti di cio' sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento. Sono stati riportati casi di osteonecrosi. Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidita' alle articolazioni, o difficolta' nel movimento. In pazienti infetti dal virus HIV, in trattamento con stavudina in associazione con idrossiurea e didanosina, sono state riportate pancreatite e neuropatia periferica. In pazienti trattati con agenti antiretrovirali ed idrossiurea, sono state riportate epatotossicita' ed insufficienza epatica che hanno causato la morte: l'idrossiurea non deve essere usata nel trattamento dell'infezione da HIV. Contiene lattosio. Il farmaco non e' stato studiato in pazienti con piu' di 65 anni di eta'. Bambini di eta' inferiore ai 3 mesi: si deve porre particolare attenzione alla storia del trattamento antiretrovirale ed al profilo di resistenza del ceppo HIV della madre. Gli analoghi nucleosidici e nucleotidici hanno dimostrato di provocaredanno mitocondriale di vario grado. Ci sono stati casi di disfunzione mitocondriale in bambini HIV-negativi esposti in utero e/o dopo la na scita ad analoghi nucleosidici. Le principali reazioni avverse riportate sono i disordini ematologici ed i disordini metabolici: spesso transitori. Sono stati riportati alcuni disordini neurologici tardivi. Tutti i bambini, esposti in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidicidevono essere sottoposti periodicamente ad esami clinici e di laborat orio e devono essere completamente esaminati, in caso di importanti segni o sintomi, per possibile disfunzione mitocondriale.
Interazioni
Dal momento che la stavudina e' attivamente escreta dai tubuli renali,sono possibili interazioni con altri farmaci attivamente escreti per la stessa via. Tuttavia, non si e' osservata alcuna interazione farmacocinetica clinicamente rilevante con lamivudina. La zidovudina e la stavudina sono fosforilate dall'enzima cellulare, che fosforila preferenzialmente la zidovudina, diminuendo percio' la fosforilazione della stavudina alla forma attiva trifosfato. La zidovudina non e' raccomandata per l'uso in combinazione con la stavudina. L'attivazione della stavudina e' inibita dalla doxorubicina e dalla ribavirina ma non da altrifarmaci usati nell'infezione da HIV che sono similarmente fosforilati , comunque, la co-somministrazione di stavudina con doxorubicina o ribavirina deve essere effettuata con cautela. Non si sono osservate interazioni clinicamente significative della stavudina o della stavudina piu' la didanosina con il nelfinavir. La stavudina non inibisce le principali isoforme del citocromo P450 CYP1A2, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6 e CYP3A4; percio' e' improbabile che si verifichino interazioni clinicamente significative con medicinali metabolizzati attraverso queste vie. Dato che la stavudina non e' legata alle proteine, non si pensa possa influenzare la farmacocinetica di medicinali legati alle proteine. Nonci sono stati studi specifici di interazione con altri medicinali. So no stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
Effetti indesiderati
Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro da > 1/10000 a < 1/100: anemia; molto raro < 1/10000: trombocitopenia, neutropenia. Patologie endocrine. Non comune da > 1/1000 a < 1/100: ginecomastia. Disturbi delmetabolismo e della nutrizione. Comune da > 1/100 a < 1/10: lipoatrof ia, lipodistrofia, iperlattatemia asintomatica; non comune: acidosi lattica (in alcuni casi con debolezza motoria), anoressia; raro: iperglicemia; molto raro: diabete mellito. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione; non comune: ansia, labilita' emozionale. Patologie del sistema nervoso. Comune: sintomi neurologici periferici, inclusa neuropatiaperiferica, parestesie e neurite periferica, vertigini, alterazioni d ell'attivita' onirica, cefalea, insonnia, disturbi del pensiero, sonnolenza; molto raro: debolezza motoria (piu' spesso riportata in caso diiperlattatemia sintomatica o della sindrome da acidosi lattica). Pato logie gastrointestinali. Comune: diarrea, dolore addominale, nausea, dispepsia; non comune: pancreatite, vomito. Patologie epatobiliari. Noncomune: epatite o ittero; raro: steatosi epatica; molto raro: insuffi cienza epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash, prurito; non comune: orticaria. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: artralgia, mialgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: stanchezza; non comune: astenia. In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell'inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali. La terapia antiretrovirale di combinazione e' stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti con infezione da HIV. La terapia antiretrovirale di combinazione e' stata associata ad anormalita' metaboliche come ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino resistenza, iperglicemia e iperlattemia. Sono stati riportati casi di osteonecrosi. Sono state riportate alterazioni dei test di laboratorio: rialzi delle ALT, delle AST, della lipasi. E' statariportata neutropenia, trombocitopenia e bassi livelli di emoglobina. Popolazione pediatrica: le reazioni avverse e le anormalita' segnalat e sono stati generalmente simili, come tipo e frequenza, a quelli riscontrati negli adulti. Comunque, una neuropatia periferica clinicamenterilevante e' meno frequente. Anormalita' di laboratorio rilevanti di grado 3-4 riscontrate nei bambini trattati con stavudina sono state: abbassamento dei neutrofili, dell'emoglobina, aumento della ALT e nessuna anormalita' della lipasi. Si e' rilevato un aumento della mortalita' dei bambini nel gruppo di trattamento stavudina + didanosina rispetto ai gruppi di trattamento con stavudina, didanosina o zidovudina, conuna maggiore incidenza di nascite di bambini nati morti nel gruppo st avudina + didanosina. Reazioni avverse indicative di disfunzione mitocondriale sono state riportate nei neonati e nei bambini esposti ad unoo piu' analoghi nucleosidici. Lo stato di HIV per i neonati ed i bamb ini di eta' uguale o inferiore a tre mesi e' stato negativo, mentre per bambini piu' grandi tendeva ad essere positivo. Il profilo degli eventi avversi per i neonati ed i bambini di eta' uguale o inferiore a tre mesi ha mostrato aumenti nei livelli dell'acido lattico, neutropenia, anemia, trombocitopenia, aumento delle transaminasi epatiche e dei lipidi, inclusa l'ipertrigliceridemia.
Gravidanza e allattamento
Il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, se non in casodi assoluta necessita'. L'esperienza clinica nelle donne incinte e' l imitata, ma sono state riportate anomalie congenite ed aborti. Profilassi antiretrovirale, con gli stessi farmaci somministrati alla madre, e' stata somministrata al neonato entro 36 ore dal parto e per le successive 6 settimane. In donne in gravidanza in trattamento con una combinazione di didanosina e stavudina con o senza altra terapia anti-retrovirale e' stata riportata acidosi lattica, talvolta fatale. Tossicita' embrio-fetale e' stata osservata solo negli animali esposti ad alti dosaggi. Non ci sono informazioni sufficienti per raccomandare il medicinale nella prevenzione della trasmissione dell'HIV da madre a figlio. La combinazione di stavudina e didanosina deve essere usata con cautela durante la gravidanza. Si raccomanda che donne infette dall'HIV non allattino al seno in alcun caso al fine di evitare la trasmissione del virus. Le madri devono essere avvisate di interrompere l'allattamento al seno prima di assumere il prodotto. Non e' stata rilevata evidenza di infertilita' nei ratti ad elevati livelli di esposizione.