Zemplar - 28cps Molli 2mcg

Dettagli:
Nome:Zemplar - 28cps Molli 2mcg
Codice Ministeriale:036374080
Principio attivo:Paracalcitolo
Codice ATC:H05BX02
Fascia:A
Prezzo:306.66
Rimborso:161
Produttore:Abbvie Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule molli
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi

Denominazione

ZEMPLAR CAPSULE MOLLI

Formulazioni

Zemplar - 28cps Molli 1mcg
Zemplar - 28cps Molli 2mcg

Categoria farmacoterapeutica

Ormoni antiparatiroidei.

Principi attivi

Ogni capsula molle contiene 1 mcg, 2 mcg, 4 mcg di paracalcitolo.

Eccipienti

Contenuto delle capsule: trigliceridi a catena media, etanolo, butilidrossitoluene. Involucro delle capsule: gelatina, glicerolo, acqua, titanio diossido (E171). Inoltre, sempre riguardo agli involucri, le capsule da 1 mcg contengono ossido di ferro nero (E172), quelle da 2 mcg contengono ossido di ferro rosso (E172) e ossido di ferro giallo (E172), mentre quelle da 4 mcg contengono ossido di ferro giallo (E172). Inchiostro nero: glicol propilenico, ossido di ferro nero (E172), polivinil acetato ftalato, macrogol 400, idrossido di ammonio.

Indicazioni

Il medicinale e' indicato per la prevenzione ed il trattamento dell'iperparatiroidismo secondario in pazienti con insufficienza renale cronica (negli Stadi 3 e 4) e in pazienti con insufficienza renale cronica allo stadio terminale (Stadio 5) sottoposti ad emodialisi o a dialisi peritoneale.

Controindicazioni / effetti secondari

Il paracalcitolo non deve essere prescritto a pazienti che presentano una comprovata tossicita' alla vitamina D, ipercalcemia, o ipersensibilita' al paracalcitolo o a qualsiasi eccipiente.

Posologia

Le capsule possono essere assunte sia durante che lontano dai pasti. >>Insufficienza renale cronica (CKD) stadi 3 e 4. Somministrare o una volta al giorno, oppure tre volte a settimana, a giorni alterni. La dose iniziale deve essere calcolata tenendo conto dei livelli basali di paratormone intatto (iPTH). In caso di livello basale di paratormone intatto <=500 pg/ml (56 pmol/l), la dose giornaliera e' di 1 mcg, mentrela dose da assumere tre volte a settimana e' 2 mcg. In caso di livell o basale di paratormone intatto >500 pg/ml (56 pmol/l), la dose giornaliera e' di 2 mcg, mentre la dose da assumere tre volte a settimana e'4 mcg. E' importante somministrare la dose tre volte a settimana a gi orni alterni, senza superare questa frequenza. Riguardo alla titolazione, la dose deve essere personalizzata, ossia determinata individualmente in base ai livelli sierici o plasmatici di iPTH, monitorando calcemia e fosfatemia sieriche. Sono di seguito riportati i casi di aggiustamento della dose, da somministrare ad intervalli di 2-4 settimane. Livello di iPTH basale diminuito del 30%, uguale o in aumento: aumentarela dose giornaliera di 1 mcg e aumentare la dose da somministrare tre volte a settimana di 2 mcg. Livello di iPTH basale diminuito di >=30% e <=60%: lasciare tutto invariato. Livello di iPTH basale diminuito d i >60% o iPTH <60 pg/mL (7 pmol/l): diminuire la dose giornaliera di 1mcg e diminuire la dose da somministrare tre volte a settimana di 2 m cg. Se e' necessaria una riduzione della dose e il paziente sta gia' assumendo la dose piu' bassa di farmaco in regime giornaliero o di tre volte a settimana, puo' essere diminuita la frequenza della dose. E' importante somministrare la dose tre volte a settimana a giorni alterni, senza superare questa frequenza. Dopo aver iniziato la terapia e nelcorso dei periodi di titolazione della dose, si deve procedere a moni torare attentamente i livelli di calcio sierico. Se si osserva un'ipercalcemia o un prodotto calcio-fosforo persistentemente elevato, superiore a 55 mg^2/dl^2 (4,4 mmol^2/l^2), qualora il paziente sia sottoposto a terapia con chelanti del fosforo a base di calcio, si deve ridurrela dose o sospendere la somministrazione. In alternativa, si deve rid urre o interrompere temporaneamente la somministrazione del medicinale. Se la terapia viene sospesa, la somministrazione del farmaco deve essere nuovamente iniziata ad una dose piu' bassa, quando la calcemia edil prodotto calcio-fosforo si saranno normalizzati. >>Insufficienza r enale cronica (CKD) Stadio 5. Somministrare il prodotto tre volte a settimana, a giorni alterni. La dose iniziale in mcg deve essere calcolata in base ai livelli basali di paratormone intatto = iPTH (pg/ml)/60 [(pmol/l)/7] fino ad una dose massima iniziale di 32 mcg. La dose dovrebbe essere personalizzata, ossia determinata individualmente e dovrebbe essere basata sui livelli sierici di paratormone intatto, calcio e fosforo. Una titolazione del dose di paracalcitolo in capsule consigliata si base a una delle seguenti formule: titolazione della dose (mcg)= livello piu' recente di iPTH (pg/ml)/60, oppure titolazione della d ose (mcg) = livello piu' recente di iPTH (pmol/l)/7. Dopo aver iniziato la terapia, durante il periodo di titolazione della dose ed in concomitanza con la somministrazione di potenti inibitori del P450 3A, si deve procedere ad un attento monitoraggio dei livelli di calcio e fosforo. Se si nota la presenza di ipercalcemia o di un elevato prodotto calcio-fosforo e se il paziente e' sottoposto a terapia con chelanti delfosforo a base di calcio, si deve procedere ad una riduzione della lo ro dose o se ne deve sospendere la somministrazione. In alternativa, il paziente puo' passare ad un chelante del fosforo non a base di calcio. Se la calcemia risulta >11,0 mg/dl (2,8 mmol/l) o il prodotto Ca x P >70 mg^2/dl (5,6 mmol^2/l^2), o iPTH <=150 pg/ml, la dose deve essere diminuita di 2 - 4 mcg rispetto a quella calcolata in base al livello piu' recente di iPTH/60 (pg/ml) [iPTH/7 (pmol/l)]. Nel caso in cui si renda necessario un ulteriore aggiustamento della dose, la somministrazione del paracalcitolo in capsule deve essere ridotta o interrotta fino a quando tali parametri non si saranno normalizzati. A mano a mano che il livello di iPTH si avvicina all'intervallo dei valori di riferimento (150-300 pg/ml), possono essere necessari piccoli aggiustamenti individualizzati della dose per raggiungere un livello di iPTH stabile. Se si presentano situazioni in cui il monitoraggio dei livelli di iPTH, calcio o fosforo puo' essere effettuato meno frequentemente di una volta a settimana, puo' essere utilizzato un rapporto dose iniziale/titolazione della dose piu' modesta. >>Popolazioni speciali. Insufficienza epatica: nei pazienti affetti da insufficienza epatica di grado da lieve a moderato, non e' necessario procedere ad un aggiustamento della dose. Non esiste alcuna esperienza con i pazienti affetti da insufficienza epatica grave. Pazienti pediatrici: la sicurezza e l'efficacia nei pazienti in eta' pediatrica non sono state stabilite. Anziani: tra pazienti anziani (65-75 anni) e pazienti piu' giovani non sono state osservate differenze complessive in termini di sicurezza ed efficacia del farmaco ma non puo' essere esclusa la possibilita' che alcuni individui piu' anziani siano maggiormente sensibili.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.

Avvertenze

L'eccessiva soppressione della secrezione di paratormone puo' indurre un innalzamento dei livelli sierici di calcio e puo' determinare l'insorgenza di malattia ossea a basso turnover. Per poter ottenere valori fisiologici di riferimento adeguati, e' necessario effettuare un attento monitoraggio dei pazienti ed eseguire una titolazione individuale della dose. Se si sviluppa un'ipercalcemia significativa dal punto di vista clinico ed il paziente e' sottoposto a terapia con un chelante del fosforo a base di calcio, si deve ridurre la dose di tale chelante osi deve interrompere la somministrazione. L'ipercalcemia cronica puo' essere associata a calcificazione vascolare generalizzata e ad altre calcificazioni dei tessuti molli. La tossicita' indotta da digitale e'potenziata dalla presenza di ipercalcemia imputabile a qualsiasi caus a, quindi si deve usare la massima cautela quando la digitale viene prescritta in concomitanza al paracalcitolo. Massima cautela deve essereusata se il paracalcitolo viene somministrato in concomitanza di keto conazolo. Questa specialita' medicinale contiene un esiguo quantitativo di etanolo (alcol), inferiore a 100 mg per ogni capsula da 1 mcg, da2 mcg e da 4 mcg. Tale quantitativo puo' essere dannoso nei soggetti affetti da alcoolismo. Da prendere in considerazione nelle donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento, nei bambini e nei gruppi ad alto rischio come i pazienti affetti da epatopatia o epilessia.

Interazioni

E' noto che il ketoconazolo e' un inibitore non specifico di vari enzimi del citocromo P450. I dati disponibili in vivo ed in vitro suggeriscono che il ketoconazolo puo' interagire con gli enzimi responsabili del metabolismo del paracalcitolo e degli altri analoghi della vitaminaD. Deve essere usata la massima cautela, quando si somministra il par acalcitolo in concomitanza a ketoconazolo. In soggetti sani e' stato studiato l'effetto di dosi multiple di ketoconazolo somministrato a dosi pari a 200 mg, due volte al giorno (BID) per 5 giorni, sulla farmacocinetica delle capsule del paracalcitolo. In presenza di ketoconazolo la Cmax del paracalcitolo e' risultata influenzata solo in misura trascurabile, ma l'AUC 0-infinito e' quasi raddoppiata. L'emivita media del paracalcitolo e' risultata pari a 17,0 ore in presenza di ketoconazolo, rispetto all'emivita di 9,8 ore registrata quando il paracalcitoloe' stato somministrato in monoterapia. I risultati di questo studio i ndicano che in seguito a somministrazione di paracalcitolo per via orale o endovenosa, e' improbabile che l'ampliamento massimo dell'AUCINF del paracalcitolo, dovuto all'interazione farmacologica con il ketoconazolo, possa essere superiore al doppio. Non sono stati eseguiti studispecifici di interazione. La tossicita' indotta dalla digitale risult a potenziata dalla ipercalcemia imputabile a qualsiasi causa, quindi si deve usare la massima cautela in caso di pazienti sottoposti a terapia con il paracalcitolo che devono assumere in concomitanza anche la digitale. I prodotti medicinali a base di fosfato o vitamina D-correlati non devono essere assunti in concomitanza al paracalcitolo in quantosi puo' verificare un aumento del rischio di ipercalcemia e si puo' m anifestare un incremento del prodotto Ca x P. Alte dosi di preparazioni a base di calcio o di diuretici tiazidici possono aumentare il rischio di ipercalcemia. I preparati a base di magnesio (ad esempio gli antiacidi) non devono essere assunti in concomitanza ai preparati a base di vitamina D poiche' si puo' manifestare ipermagnesiemia. I preparatia base di alluminio (ad esempio antiacidi, chelanti del fosforo) non devono essere somministrati in concomitanza a preparati a base di vitamina D in terapia cronica, in quanto si puo' verificare un aumento deilivelli ematici di alluminio e puo' manifestarsi tossicita' ossea da alluminio. I medicinali che riducono l'assorbimento intestinale di vitamine lipososlubili, come la colestiramina, possono interferire con l'assorbimento del prodotto.

Effetti indesiderati

>>Pazienti con insufficienza renale cronica (CKD), stadio 3 e 4. La reazione avversa piu' comunemente segnalata nei pazienti trattati con ilparacalcitolo e' rappresentata dall'eruzione cutanea, che si e' verif icata nel 2% dei pazienti. Tutte le reazioni avverse almeno possibilmente correlate al paracalcitolo, sia cliniche che di laboratorio, sono riportate di seguito. Sono state utilizzate le seguenti categorie di frequenza: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100 a <1/10), non comune (>=1/1000 a <1/100), raro (>=1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Esami diagnostici. Non comune: enzima epatico anormale. Patologie del sistema nervoso. Non comune: capogiro, disgeusia. Patologie gastrointestinali. Comune: fastidio allo stomaco; non comune: costipazione, bocca secca. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea; non comune: prurito, orticaria. Patologie del sistemamuscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: spasmi musco lari. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita'. >>Pazienti con insufficienza renale cronica stadio 5. Tutte le reazioni avverse almeno possibilmente correlate al paracalcitolo, sia cliniche che di laboratorio, sono riportate di seguito. Patologie del sistemanervoso. Comune: capogiro. Patologie gastrointestinali. Comune: diarr ea, malattia da reflusso gastroesofageo. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: acne. Patologie del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipercalcemia, ipocalcemia, appetito ridotto. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: dolorabilita' mammaria. >>Reazioni avverse osservate con la formulazione in soluzione iniettabile. Esami diagnostici. Non comune: tempo di sanguinamento prolungato, aspartato amminotrasferasi aumentata, analisi di laboratorio anormale, peso corporeo diminuito. Patologie cardiache. Non comune: arresto cardiaco, aritmia, flutter atriale. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: anemia, leucopenia, linfadenopatia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, disgeusia; non comune: coma, accidente cerebrovascolare, attacco ischemico transitorio, sincope, mioclono, ipoestesia, parestesia, capogiro. Patologie dell'occhio. Non comune: glaucoma, congiuntivite. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: disturbo dell'orecchio. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: edema polmonare, asma, dispnea, epistassi, tosse. Patologie gastrointestinali. Non comune: emorragia del retto, colite, diarrea, gastrite, dispepsia, disfagia, dolore addominale, costipazione, nausea, vomito, bocca secca, patologia gastrointestinale; non nota: emorragia gastrointestinale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito; non comune: dermatite bollosa, alopecia, irsutismo, eruzione cutanea, iperidrosi. Patologie del sistemamuscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: artralgia, r igidita' articolare, dolore dorsale, contrazione muscolare, mialgia. Patologie endocrine. Comune: ipoparatiroidismo; non comune: iperparatiroidismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipercalcemia, iperfosfatemia; non comune: iperkaliemia, ipocalcemia, anoressia. Infezioni ed infestazioni. Non comune: sepsi, infezione polmonare, infezione, faringite, infezione della vagina, influenza. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non comune: cancro della mammella. Patologie vascolari. Non comune: ipertensione, ipotensione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: disturbi dell'andatura, edema, edema periferico, dolore, dolore in sede di iniezione, piressia, dolore toracico, condizione aggravata, astenia, malessere, sete. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita'; non nota: edema della laringe, angioedema, orticaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: dolore mammario, disfunzione erettile. Disturbi psichiatrici. Non comune: stato confusionale, vaneggiamento, depersonalizzazione, agitazione, insonnia, nervosismo.

Gravidanza e allattamento

Non esistono dati adeguati sull'uso del paracalcitolo in donne in gravidanza. Studi eseguiti sugli animali hanno rivelato tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale nell'uomo non e' noto. Di conseguenza, ingravidanza il paracalcitolo non deve essere utilizzato a meno che non risulti assolutamente necessario. Non e' noto se il paracalcitolo e' escreto nel latte materno. Studi su animali hanno dimostrato che il paracalcitolo o i suoi metaboliti vengono escreti in piccole quantita' nel latte materno. La decisione relativa al proseguimento o all'interruzione dell'allattamento o al proseguimento o all'interruzione della terapia dovrebbe essere valutata in considerazione del beneficio che l'allattamento apporta al lattante e del beneficio che la terapia apportaalla madre.