Xenazina - 112cpr Div 25mg
Dettagli:
Nome:Xenazina - 112cpr Div 25mgCodice Ministeriale:036688012
Principio attivo:Tetrabenazina
Codice ATC:N07XX06
Fascia:A
Prezzo:225.84
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Chiesi Farmaceutici Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Inferiore a +25 gradi
Scadenza:48 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Farmaci del sistema nervoso.
Principi attivi
Una compressa contiene 25 mg di tetrabenazina.
Eccipienti
Amido, lattosio, talco, magnesio stearato, ossido di ferro giallo E172.
Indicazioni
Disordini del movimento associati a Corea di Huntington. Il prodotto e' indicato anche nel trattamento della discinesia tardiva da moderata a severa invalidante e/o socialmente imbarazzante. Tale condizione deve permanere anche dopo sospensione di una terapia con antipsicotici, oppure nei casi in cui non c'e' possibilita' di interrompere il trattamento antipsicotico; indicato anche in casi in cui la discinesia persiste nonostante riduzione del dosaggio dell'antipsicotico o sostituzionecon antipsicotici atipici.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo (tetrabenazina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Presenza di tendenza al suicidio. Presenza di depressione non trattata o trattata non adeguatamente. Durante l'allattamento al seno. Pazienti in trattamento con inibitori delle delle monoamino ossidasi (MAOI) o che lo hanno assunti nei 14 giorni precedenti all'assunzione di tetrabenazina. Presenza di funzionalita' epatica ridotta (punteggio Child-Pugh tra 5 e 9). Trattamento con reserpina. Presenza di Parkinsonismo e rigidita' ipocinetica.
Posologia
>>Disturbi del movimento associati a malattie organiche del sistema nervoso centrale. Adulti: il dosaggio e la somministrazione sono variabili e vanno adattati alle condizioni del singolo paziente. Lo schema che segue deve pertanto essere considerato solo una guida. E' consigliabile iniziare con un dosaggio di 25 mg per 1-3 volte al giorno. Si puo'aumentare la dose giornaliera di 25 mg ogni 3 o 4 giorni fino ad una dose massima giornaliera di 200 mg, oppure fino a raggiungere la dose limite tollerata, indicata dalla comparsa di effetti indesiderati, indipendentemente da quale sia la dose piu' bassa. Se non si ottiene un miglioramento al dosaggio massimo in 7 giorni di terapia, e' poco probabile che il medicinale risulti efficace aumentando ulteriormente il dosaggio o prolungando il periodo di trattamento. >>Discinesia tardiva. Si consiglia di iniziare con 12,5 mg al giorno e successivamente di aumentare gradualmente il dosaggio in funzione della risposta. Si dovrebbe sospendere il trattamento in mancanza di beneficio oppure quando gli effetti indesiderati non siano tollerati dal paziente. >>Anziani. Non sono stati condotti studi specifici nell'anziano. Tuttavia, il prodotto e' stato somministrato in anziani, al dosaggio standard, senza particolari problemi. L'esperienza clinica suggerisce comunque che siano impiegate dosi iniziali e di mantenimento ridotte. Reazioni avverse simil-Parkinsoniane sono relativamente comuni in questi pazienti e possono essere dose-limitanti. >>Bambini. Non sono disponibili studi clinici adeguatamente controllati nei bambini, pertanto non possono essere fornite specifiche raccomandazioni sul dosaggio del prodotto da utilizzare in pediatria. >>Insufficenza renale. Non e' stato studiato l'utilizzo di tetrabenazina in pazienti con insufficienza renale. La limitataesperienza clinica disponibile suggerisce che il trattamento sia iniz iato con meta' della dose impiegata nell'adulto (12,5 mg al giorno, pari a mezza compressa), titolando poi lentamente e con cautela sulla base della risposta e della tollerabilita' individuali.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C.
Avvertenze
Titolare la dose di tetrabenazina per individuare per ciascun pazientela dose piu' adatta. Alla prima prescrizione, aumentare lentamente la terapia con tetrabenazina nel giro di svariate settimane in modo da i dentificare il dosaggio meglio tollerato e in grado di ridurre la corea. Se l'effetto avverso non si risolve ne' si riduce, si dovrebbe prendere in considerazione l'interruzione. Una volta stabilito un dosaggio, rivalutare il trattamento periodicamente considerando le condizioni generali del paziente. La tetrabenazina puo' causare depressione o peggiorare la depressione pre- esistente. Sono stati riportati casi di ideazione e comportamento suicidari. Prestare particolare cautela nei pazienti che presentano una storia di depressione o di tentativi o ideazione suicidari. Monitorare i pazienti riguardo all'insorgenza di questo tipo di eventi avversi; sia i pazienti sia chi li assiste devono essere a conoscenza di questo rischio e preparati a riferire immediatamente qualsiasi problema al medico. Se si manifestano depressione o ideazione suicidarie, si possono controllare riducendo la dose di tetrabenazina e/o iniziando la terapia antidepressiva. Se la depressione o l'ideazione suicidaria sono profonde o persistono, si considerare l'interruzione del trattamento e l'inizio di una terapia con antidepressivi. Non usare antidepressivi inibitori delle MAO finche' non sono trascorsealmeno due settimane da quando e' stata assunta l'ultima dose di tetr abenazina, al fine di evitare una interazione tra farmaci potenzialmente grave. Esiste un potenziale rischio di comparsa o peggioramento di comportamento collerico e aggressivo nei pazienti in trattamento con tetrabenazina con anamnesi positiva per la depressione o altre malattiepsichiatriche. Tetrabenazina puo' indurre parkinsonismo e aggravare i sintomi pre-esistenti della malattia di Parkinson. Aggiustare la dose di tetrabenazina secondo indicazioni cliniche per minimizzare questo effetto indesiderato. La tetrabenazina agisce provocando la deplezionedelle monoammine a livello centrale e puo' causare sintomi extrapiram idali e, teoricamente, discinesia tardiva nell'uomo. Effettuare la terapia con tetrabenazina quando la discinesia tardiva persiste anche dopo aver ridotto o interrotto una terapia con antipsicotici o quando e' stata fatta la sostituzione con antipsicotici atipici, oppure quando la sospensione o la sostituzione con farmaci antipsicotici atipici non sono possibili. E' stata riportata sindrome neurolettica maligna (SNM). La SNM si verifica spesso subito dopo l'inizio del trattamento in conseguenza di variazioni di dosaggio o dopo trattamento prolungato. I principali sintomi di questa condizione sono ipertermia, rigidita' muscolare, alterazioni dello stato mentale ed evidenza di instabilita' autonomica (frequenza cardiaca o pressione arteriosa alterata, tachicardia, sudorazione e disritmie cardiache). Ulteriori manifestazioni includono elevati livelli di creatinina fosfochinasi, mioglobinuria, rabdomiolisi e insufficienza renale acuta. Se si sospetta una SNM, interrompere immediatamente il trattamento con tetrabenazina e iniziare un trattamento appropriato. Se il paziente necessita di essere trattato con tetrabenazina dopo la risoluzione della SNM, valutare la ripresa della terapia molto attentamente. Monitorare accuratamente il paziente, dato che sono state segnalate recidive di SNM. La tetrabenazina causa un lieve incremento (circa 8 msec) nell'intervallo QT corretto. Usare tetrabenazina con cautela in combinazione con altre sostanze che prolunganoil tratto QTc e in pazienti con sindrome congenita del QT lungo e una storia di aritmie cardiache. Tetrabenazina non e' stata valutata in p azienti con anamnesi di infarto miocardico recente o malattie cardiache non stabilizzate. Monitorare i pazienti in trattamento con tetrabenazina riguardo alla comparsa di acatisia e anche riguardo a segni e sintomi di irrequietezza e agitazione, dato che essi possono indicare lo sviluppo di acatisia. Se un paziente manifesta acatisia, ridurre la dose di tetrabenazina. In alcuni pazienti puo' essere necessaria l'interruzione della terapia. La sedazione e' l'effetto avverso piu' comune che limita il dosaggio di tetrabenazina. I pazienti devono essere consapevoli del rischio durante lo svolgimento di attivita' che richiedono lucidita' mentale, come guidare un veicolo o usare macchinari pericolosi, fintanto che assumono una dose di mantenimento di tetrabenazina e conoscere gli effetti su loro stessi. Tetrabenazina puo' indurre, a dosi terapeutiche, ipotensione ortostatica. Considerare cio' nei pazienti predisposti all'ipotensione o ai suoi effetti. Per tali pazienti si deve prendere in considerazione il monitoraggio dei parametri vitali in posizione eretta. Tetrabenazina innalza le concentrazioni sieriche di prolattina nell'uomo. In seguito alla somministrazione di 25 mg a volontari sani il picco dei livelli plasmatici di prolattina e' aumentato di 4/5 volte. Esperimenti su colture cellulari indicano che approssimativamente un terzo dei tumori al seno negli esseri umani sono prolattina-dipendenti in vitro, un fattore potenzialmente importante se si considera di trattare con tetrabenazina un paziente con diagnosi pregressa di tumore al seno. Il significato clinico di elevate concentrazioni sieriche di prolattina rimane ignoto per la maggior parte dei pazienti, sebbene alte concentrazioni possano causare amenorrea, galattorrea, ginecomastia e impotenza. Un aumento cronico dei livelli di prolattina e' stato associato a bassi livelli di estrogeni e ad un incremento del rischio di osteoporosi (sebbene cio' non sia stato valutato nei programmi di sviluppo di tetrabenazina). Se esiste un sospetto clinico di iperprolattinemia sintomatica, eseguire opportune analisi di laboratorio e considerare la sospensione del farmaco. Poiche' la tetrabenazina e i suoi metaboliti si legano a tessuti contenenti melanina, in talitessuti potrebbe verificarsi nel tempo un accumulo del farmaco. Cio' incrementa la possibilita' di effetti tossici in questi tessuti dopo un uso prolungato. Non si conosce il significato clinico del legame della tetrabenazina con i tessuti contenenti melanina. Sebbene non vi siano specifiche raccomandazioni per il monitoraggio periodico di tipo oftalmico, avvisare i pazienti in terapia con tetrabenazina della possibilita' di effetti oftalmologici dopo esposizione a lungo termine. Contiene lattosio. Da somministrare con cautela in pazienti con insufficienza epatica. L'uso di tetrabenazina in pazienti con insufficienza renale non e' stato studiato. Durante le sperimentazioni cliniche con tetrabenazina non sono state riportate alterazioni clinicamente significative dei parametri di laboratorio. Nel corso di sperimentazioni cliniche controllate tetrabenazina ha causato un lieve aumento medio di SGOT e SGPT rispetto al placebo.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi di interazione in vivo. Gli enzimi chemetabolizzano la tetrabenazina sono in parte sconosciuti. Studi in vi tro indicano che la tetrabenazina potrebbe essere un inibitore del CYP2D6 e quindi potrebbe causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei medicinali metabolizzati da CYP2D6, come ad esempio metoprololo, amitriptilina, imipramina, aloperidolo e risperidone. >>Pazienti intrattamento con inibitori di CYP2D6. Studi in vitro e in vivo indican o che i metaboliti alpha-DTBZ e beta-DTBZ della tetrabenazina sono substrati del CYP2D6. Deve essere usata cautela quando si aggiunge un inibitore del CYP2D6 (come fluoxetina, paroxetina, chinidina, duloxetina,terbinafina, amiodarone o sertralina) ad un paziente gia' in trattame nto con dosi stabili di tetrabenazina e si deve prendere in considerazione la possibilita' di una riduzione della dose di tetrabenazina. None' stato valutato l'effetto di deboli o moderati inibitori del CYP2D6 come duloxetina, terbinafina, amiodarone o sertralina. Altri inibitor i del citocromo P450: sulla base di studi in vitro un'interazione clinicamente significativa tra la tetrabenazina e gli altri inibitori del P450 (oltre al CYP2D6) e' improbabile. >>Levodopa. Tetrabenazina inibisce l'azione di levodopa e quindi ne attenua l'effetto. >>Inibitori delle monoaminossidasi. Tetrabenazina non deve essere somministrata in presenza di inibitori delle MAO a causa del rischio di possibili gravi interazioni che danno origine a crisi ipertensive. Devono trascorrere almeno 14 giorni tra la sospensione di un inibitore delle MAO e l'inizio del trattamento con tetrabenazina. >>Uso concomitante di farmaci neurolettici. Reazioni avverse associate alla tetrabenazina, come il prolungamento dell'intervallo QTc, la sindrome neurolettica maligna e disturbi extrapiramidali potrebbero essere esacerbate dall'uso concomitante di antagonisti dopaminergici. Vi e' un potenziale rischio di impoverimento significativo della dopamina quando si somministra tertrabenazina contemporaneamente ad agenti neurolettici (ad esempio aloperidolo,clorpromazina, metoclopramide, ecc.) ed i pazienti devono essere moni torati clinicamente per riscontrare l'eventuale insorgenza di parkinsonismo. La sindrome neurolettica maligna e' stata osservata in casi isolati. >>Farmaci antipertensivi e beta bloccanti. L'uso concomitante ditetrabenazina con farmaci anti-ipertensivi e beta-bloccanti puo' aume ntare il rischio di ipotensione ortostatica. >>Farmaci che deprimono il Sistema Nervoso Centrale. Si deve prendere in considerazione la possibilita' che si manifestino effetti sedativi additivi quando tetrabenazina viene utilizzata in combinazione con depressori del SNC (incluso alcool, neurolettici, ipnotici e oppiacei). >>Farmaci che prolungano l'intervallo QTc. Tetrabenazina deve essere usata con prudenza se assunta con sostanze note per prolungare l'intervallo QTc, inclusi farmaci antipsicotici (es. clorpromazina, tioridazina), antibiotici (es. gatifloxacina, moxifloxacina) e farmaci antiaritmici di classe IA e III (es. chinidina, procainamide, amiodarone, sotalolo). >>Reserpina. L'uso concomitante di tetrabenazina e reserpina e' controindicato. La reserpina lega irreversibilmente VMAT2 ed il suo effetto dura diversi giorni.Si deve porre attenzione nel passaggio di un paziente da reserpina a tetrabenazina. Il medico deve attendere la ricomparsa della corea prima di somministrare tetrabenazina, in modo da evitare il sovradosaggio ed una ulteriore deplezione di serotonina e noradrenalina nel Sistema Nervoso Centrale. Dato che gli effetti della reserpina possono essere prolungati, si deve effettuare una valutazione clinica nello stabilirela durata della sospensione prima di iniziare la terapia con tetraben azina. >>Digossina. La digossina e' un substrato della P-glicoproteina. Uno studio su volontari sani ha dimostrato che la tetrabenazina (25 mg due volte al giorno per tre giorni) non influenza la biodisponibilita' della digossina, suggerendo che a questa dose la tetrabenazina noninfluenza la P-glicoproteina nel tratto intestinale. Anche studi in v itro suggeriscono che la tetrabenazina e i suoi metaboliti non sono inibitori della P-glicoproteina. Il pretrattamento con antidepressivi triciclici potrebbe limitare o capovolgere gli effetti della tetrabenazina, dando luogo ad effetti paradossi. Studi nell'animale hanno evidenziato che la difenilidantoina antagonizza gli effetti della tetrabenazina sulla locomozione.
Effetti indesiderati
La frequenza e' definita sulla base della seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni. Molto raro: polmonite lobale. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto raro: leucopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: appetito ridotto, disidratazione.Disturbi psichiatrici. Molto comune: depressione; comune: agitazione, ansia, insonnia, confusione; molto raro: aggressione, collera, idea s uicida; non noto: disorientamento, nervosismo, irrequietezza, alterazione del sonno. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: sonnolenza, parkinsonismo (puo' includere problemi di equilibrio), tremori o eccesso di salivazione; molto raro: sindrome neurolettica maligna; non noto: atassia, acatisia, distonia, perdita della memoria, capogiri. Patologie dell'occhio. Molto raro: crisi oculogira, fotofobia. Patologie cardiache. Non noto: bradicardia. Patologie vascolari. Non noto: ipotensione posturale, crisi ipertensiva. Patologie gastro-intestinali. Non noto: problemi di deglutizione, nausea, vomito, dolore epigastrico, diarrea, stipsi, bocca secca. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto raro: eruzione cutanea, prurito, orticaria; non noto: iperidrosi. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non noto: ciclo mestruale irregolare. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non noto: affaticamento, debolezza, ipotermia. Esami diagnostici. Molto raro: peso diminuito. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Molto raro: cadute.
Gravidanza e allattamento
Non ci sono dati sufficienti sull'uso di tetrabenazina nelle donne in gravidanza. Studi condotti su animali hanno dimostrato una tossicita' riproduttiva. Non e' ben noto il potenziale rischio negli esseri umani. Tetrabenazina non deve essere usata durante la gravidanza ed in donne in eta' fertile che non usano contraccettivi. Gli effetti di tetrabenazina sul travaglio e sul parto negli esseri umani non sono noti. None' noto se la tetrabenazina o i suoi metaboliti vengano escreti nel l atte materno. Non si puo' escludere il rischio per il bambino in allattamento. Tetrabenazina e' controindicata durante l'allattamento al seno. Studi condotti su animali con tetrabenazina non hanno evidenziato effetti sulla gravidanza o sulla sopravvivenza nell'utero. E' stato osservato un aumento della lunghezza del ciclo femminile e un ritardo nella fertilita'.