Xeloda - 120cpr Riv 500mg

Dettagli:
Nome:Xeloda - 120cpr Riv 500mg
Codice Ministeriale:035219029
Principio attivo:Capecitabina
Codice ATC:L01BC06
Fascia:A
Prezzo:532.98
Rimborso:213.19
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Roche Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

XELODA 500 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Xeloda - 120cpr Riv 500mg

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Capecitabina.

Eccipienti

Nucleo della compressa: lattosio anidro, croscarmellosa sodica, ipromellosa, cellulosa microcristallina, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, biossido di titanio (E171), ossido di ferrogiallo e rosso (E172), talco.

Indicazioni

Il medicinale e' indicato per la terapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per carcinoma del colon di stadio III (Dukes C); il farmaco e' indicato per il trattamento del carcinoma del colon-retto metastatico; indicato per il trattamento di prima linea del carcinoma gastrico avanzato in associazione a un regime a base di platino; il medicinale in associazione a docetaxel e' indicato nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella localmente avanzato o metastatico dopo fallimento della chemioterapia citotossica. La precedente terapia deve avere incluso un'antraciclina. Inoltre, il farmaco e' indicato come monoterapia per il trattamento di pazienti con carcinoma della mammella localmente avanzato o metastatico dopo fallimento di un regime chemioterapico contenente taxani e un'antraciclina o per i quali non e' indicata un'ulteriore terapia con antracicline.

Controindicazioni / effetti secondari

Anamnesi di reazioni gravi o inattese alla terapia con fluoropirimidine; ipersensibilita' alla capecitabina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati o al fluorouracile; nei pazienti in cui sia nota la totale assenza di attivita' di diidropirimidina deidrogenasi (DPD); durantela gravidanza e l'allattamento; nei pazienti affetti da forme gravi d i leucopenia, neutropenia o trombocitopenia; nei pazienti con grave compromissione della funzione epatica; nei pazienti con grave compromissione della funzione renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min); durante il trattamento con sorivudina o suoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina; se esistono controindicazioni ad uno qualsiasi dei medicinali nel regime di associazione, tale medicinale non deve essere utilizzato.

Posologia

Monitorare attentamente durante il primo ciclo di trattamento. Interrompere il trattamento in caso di comparsa di tossicita' grave o di progressione della malattia. Monoterapia. Carcinoma del colon, del colon-retto e della mammella: 1250 mg/m^2, 2 volte al giorno (mattino e sera)per 14 giorni, seguita da un periodo di 7 giorni di intervallo. La te rapia adiuvante nei pazienti con carcinoma del colon in stadio III e' consigliata per la durata di 6 mesi. Terapia di associazione. Carcinoma del colon, del colon-retto e gastrico: ridurre capecitabina a 800-1000 mg/m^2, se somministrata 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo o a 625 mg/m^2 2 volte al giorno se somministrata continuativamente. In associazione a irinotecan, 800 mg/m^2 se somministrata 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo in associazione con irinotecan 200 mg/m^2 il giorno 1. L'introduzione di bevacizumab in regime di associazione non ha effetto sulla dose iniziale di capecitabina. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina piu' cisplatino occorre iniziare, prima della somministrazione di cisplatino, una pre-medicazione per mantenere un'adeguata idratazione e un trattamento antiemetico. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina piu'oxaliplatino eseguire la premedicazione con antiemetici. Nei pazienti affetti da tumore del colon in stadio III si raccomanda una durata di 6 mesi del trattamento adiuvante. Carcinoma della mammella: 1250 mg/m ^2 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo, in associazione a docetaxel 75 mg/m^2 in infusione endovenosa di 1 ora ogni 3 settimane. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina e docetaxel, prima della somministrazione di docetaxel, iniziare una pre-medicazione con un corticosteroide orale. Calcolo della dose. Dose di 1.250 mg/m^2 (2 volte al giorno). Superficie corporea <= 1,26 m^2: 1.500 mg; 1,27- 1,38 m^2: 1.650 mg; 1,39- 1,52m^2: 1.800 mg; 1,53 - 1,66 m^2: 2.000 mg; 1,67- 1,78 m^2: 2.150 mg; 1 ,79- 1,92 m^2: 2.300 mg; 1,93- 2,06 m^2: 2.500 mg; 2,07-2,18 m^2: 2.650 mg; >= 2,19 m^2: 2.800 mg. Dose di 1.000 mg/m^2 (2 volte al giorno).Superficie corporea <= 1,26 m^2: 1.150 mg; 1,27- 1,38 m^2: 1.300 mg; 1,39- 1,52 m^2: 1.450 mg; 1,53 - 1,66 m^2: 1.600 mg; 1,67- 1,78 m^2: 1.750 mg; 1,79- 1,92 m^2: 1.800 mg; 1,93- 2,06 m^2: 2.000 mg; 2,07- 2,18 m^2: 2.150 mg; >= 2,19 m^2: 2.300. Aggiustamenti posologici durante il trattamento. La tossicita' causata dalla somministrazione di capecitabina puo' essere gestita con trattamento sintomatico e/o modifica della dose (interruzione del trattamento o riduzione della dose). Una volta ridotta, non aumentare la dose successivamente. In caso di tossicita' che a giudizio del medico curante difficilmente possono diventare serie o letali, il trattamento puo' essere continuato alla stessa dosesenza riduzione o interruzione. Le dosi di capecitabina escluse a cau sa di tossicita' non possono essere sostituite. Riduzione della dose di capecitabina (ciclo di 3 settimane o trattamento continuo). Tossicita' grado1: mantenere il livello della dose. Grado2. Prima, seconda e terza comparsa: interruzione del trattamento fino al raggiungimento delgrado >0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo rispetti vamente 100 %, 75%, 50%; quarta comparsa: interruzione permanente del trattamento. Grado3. Prima comparsa e seconda comparsa: interruzione del trattamento fino al raggiungimento del grado 0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo rispettivamente 100% e 75%); terza comparsa: interruzione permanente del trattamento. Seconda comparsa: interruzione permanente. Grado4. Prima comparsa: interruzione permanente oqualora la continuazione del trattamento rappresentasse un vantaggio reale per il paziente, interrompere il trattamento fino al raggiungimento del grado 0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo 50%); seconda comparsa: interruzione permanente. Ematologia: i pazienti con conta dei neutrofili al basale <1,5 x 10^9/l e/o conta piastrinica<100 x 10^9/l non devono essere trattati con capecitabina. Nel caso i n cui esami di laboratorio non pianificati durante un ciclo di trattamento mostrino che la conta dei neutrofili scende al di sotto di 1,0 x 10^9/l o che la conta piastrinica scende al di sotto di 75 x 10^9/l, interrompere il trattamento. Modifiche della dose per tossicita' quandocapecitabina e' utilizzata come ciclo di 3 settimane in associazione con altri medicinali. All'inizio del ciclo di trattamento, se e' indicato un posticipo del trattamento o per il farmaco o per l'altro/gli altri medicinale/i, posticipare la somministrazione di tutta la terapia fino al raggiungimento dei requisiti per la ripresa della somministrazione di tutti i medicinali. Durante il ciclo di trattamento, per quelle tossicita' considerate dal medico non correlate a capecitabina, continuare il trattamento con capecitabina e aggiustare la dose dell'altromedicinale secondo le relative informazioni prescrittive. Se l'altro medicinale deve essere interrotto definitivamente, il trattamento con capecitabina puo' essere ripreso una volta raggiunti i requisiti per la reintroduzione di capecitabina. Aggiustamenti posologici in particolari popolazioni di pazienti. Compromissione della funzione epatica: non vi sono sufficienti dati. Compromissione della funzione renale: capecitabina e' controindicata in pazienti affetti da insufficienza renalegrave. Si raccomanda una riduzione al 75% per una dose iniziale pari a 1250 mg/m^2 nei pazienti con moderata compromissione della funzione renale al basale. Non e' richiesta una riduzione della dose per una dose iniziale di 1000 mg/m^2 in pazienti con insufficienza renale moderata al basale. Non si raccomanda alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con lieve compromissione della funzione renale. Se il paziente sviluppa un evento avverso di grado 2, 3 o 4 durante il trattamento, sono consigliabili un attento monitoraggio e l'interruzione immediata del trattamento, e aggiustare la dose successiva. Se durante iltrattamento la clearance della creatinina calcolata scende al di sott o di 30 ml/min, interrompere il farmaco. Anziani >= 60 anni: in monoterapia, non e' necessario alcun aggiustamento della dose iniziale. In associazione ad altri medicinali, e' consigliabile un attento monitoraggio. In associazione con docetaxel: si raccomanda una dose iniziale dicapecitabina ridotta al 75%. Se non si manifestasse tossicita' in paz ienti di eta' >= 60 anni trattati con una dose iniziale ridotta di capecitabina in associazione a docetaxel, la dose di capecitabina puo' essere cautamente incrementata a 1250 mg/m^2 2 volte al giorno. Non esiste un utilizzo rilevante nella popolazione pediatrica. Ingerire con acqua entro 30 minuti dopo un pasto.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.

Avvertenze

Le tossicita' che limitano la dose comprendono diarrea, dolori addominali, nausea, stomatite e sindrome mano-piede. La maggior parte delle reazioni avverse e' reversibile e non necessita di interruzione permanente della terapia, anche se puo' rendersi necessaria una sospensione oriduzione delle dosi. Monitorare i pazienti con diarrea grave e, in c aso di disidratazione, somministrare liquidi ed elettroliti. Puo' essere somministrato trattamento antidiarroico standard. Se necessario si deve effettuare una riduzione della dose. La disidratazione deve essere prevenuta o corretta quando insorge. La disidratazione puo' causare insufficienza renale acuta. L'insufficienza renale acuta secondaria a disidratazione potrebbe essere potenzialmente fatale. Se si verifica disidratazione di grado 2 (o superiore), interrompere il trattamento e correggere la disidratazione. Non riprendere il trattamento finche' ilpaziente non e' stato reidratato e ogni causa precipitante corretta o controllata. Effettuare modificazioni della dose per l'evento avverso precipitante secondo necessita'. Se dovesse verificarsi sindrome mano -piede di grado 2 o 3, sospendere la somministrazione fino alla risoluzione o alla riduzione dell'intensita' dei sintomi al grado 1. A seguito della manifestazione della sindrome mano-piede di grado 3, diminuire le dosi successive. Quando capecitabina e cisplatino sono utilizzatiin associazione, non e' raccomandato l'uso della vitamina B6 (piridox ina) per il trattamento sintomatico o di profilassi secondaria della sindrome mano-piede, in quanto casi pubblicati hanno dimostrato che puo' ridurre l'efficacia di cisplatino. Ci sono alcune evidenze che dexpantenolo e' efficace per la profilassi della sindrome mano-piede in pazienti trattati con capecitabina. La terapia con fluoropirimidine e' stata associata a cardiotossicita'. Dette reazioni avverse possono verificarsi piu' frequentemente nei pazienti con precedente anamnesi di coronaropatia. Dai pazienti che assumevano capecitabina sono stati segnalati aritmia cardiaca, angina pectoris, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca e cardiomiopatia. In caso di pazienti con anamnesi di cardiopatia, aritmia e angina pectoris significative occorre prestare particolare cautela. Durante il trattamento sono stati segnalati di ipo- o ipercalemia, prestare particolare cautela. I pazienti affetti da malattie del sistema nervoso centrale o periferico, per esempio metastasi cerebrale o neuropatia, devono essere considerati con cautela. I pazienti affetti da diabete mellito o disturbi elettrolitici, vista la possibilita' di aggravamento durante il trattamento, devono essere considerati con cautela. I pazienti che assumono anticoagulanti orali cumarino-derivati insieme a capecitabina devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (INR o PT) e la dose degli anticoagulanti deve essere aggiustata di conseguenza. In assenza di dati sulla sicurezza e l'efficaciain pazienti con compromissione della funzione epatica, monitorare l'u tilizzo di capecitabina in pazienti con disfunzione epatica da lieve amoderata, indipendentemente dalla presenza o dall'assenza di metastas i del fegato. Interrompere la somministrazione di capecitabina se si verificano aumenti della bilirubina, correlati al trattamento, maggioridi 3,0 x LSN o aumenti delle ALT, AST, correlati al trattamento, magg iori di 2,5 x LSN. Il trattamento con capecitabina in monoterapia puo'essere ripreso quando la bilirubina si riduce a <= 3,0 x LSN o le ami notransferasi epatiche si riducono a <= 2,5 x LSN. L'incidenza di reazioni avverse di grado 3 o 4 in pazienti affetti da moderata compromissione della funzione renale e' maggiore rispetto alla popolazione globale. La tossicita' rara, inattesa e grave associata a 5-FU e' stata correlata a un deficit dell'attivita' della DPD. I pazienti con bassa o assente attivita' di DPD, un enzima coinvolto nella degradazione del fluorouracile, sono a maggior rischio di reazioni avverse severe, in grado di mettere in pericolo la vita o fatali causate dal fluorouracile. Sebbene il deficit di DPD non puo' essere precisamente identificato, e' noto che i pazienti con mutazioni certe omozigoti o eterozigoti composte del locus genico DPYD, che causano l'assenza completa o quasi completa dell'attivita' enzimatica di DPD, hanno il maggior rischio di tossicita' in grado di mettere in pericolo la vita o fatali e non devonoessere trattati con il medicinale. Nessuna dose e' risultata sicura p er pazienti con una totale assenza di attivita' DPD. I pazienti con unparziale deficit di DPD (come quelli con mutazioni eterozigoti del ge ne DPYD) e per i quali il beneficio del farmaco e' considerato essere superiore ai rischi (prendendo in considerazione l'appropriatezza di un regime chemioterapico alternativo non-fluopirimidinico) devono essere trattati con estrema cautela e frequentemente monitorati con un aggiustamento di dose in accordo alla tossicita'. Non ci sono sufficienti dati per raccomandare una dose specifica in pazienti con parziale attivita' di DPD misurata tramite test specifico. I pazienti con deficit di DPD noto non devono essere trattati con capecitabina. In pazienti con deficit di DPD non identificato che vengono trattati con capecitabina possono verificarsi tossicita' potenzialmente letali come episodi disovradosaggio acuto. In caso di tossicita' acuta di grado 2-4 il trat tamento deve essere sospeso immediatamente fino a quando la tossicita'osservata non si risolve. Considerare la sospensione definitiva del t rattamento sulla base della valutazione clinica dell'insorgenza, delladurata e della gravita' delle tossicita' osservate. I pazienti devono essere attentamente monitorati per complicanze oftalmologiche come ch eratite e disturbi corneali, soprattutto se hanno una precedente storia di disturbi agli occhi. Il trattamento dei disturbi oculari deve essere iniziato in maniera clinicamente appropriata. Capecitabina puo' indurre reazioni cutanee gravi, quali sindrome di Stevens- Johnson e necrolisi epidermica tossica. Nei pazienti che manifestano una reazione cutanea grave durante il trattamento con capecitabina, si deve procedere all'interruzione permanente di questo medicinale. Contiene lattosio anidro.

Interazioni

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. >>Interazioni con altri medicinali. Substrati del citocromo P-450 2C9: oltre agli studi su warfarin, non sono stati condotti altri studi formali di interazione farmaco-farmaco tra capecitabina e altri substrati di CYP2C9. Occorre esercitare la debita cautela nel somministrare capecitabina insieme ai substrati di 2C9 (ad esempio la fenitoina). Anticoagulanti cumarino-derivati: in pazienti trattati contemporaneamente con capecitabina e anticoagulanti cumarino- derivati, come per esempio warfarine fenprocumone, sono state riferite alterazioni dei parametri della c oagulazione e/o emorragie. Tali reazioni si sono verificate in un arcodi tempo compreso tra qualche giorno e diversi mesi dall'inizio della terapia con capecitabina e, in alcuni casi, entro un mese dall'interr uzione della terapia con capecitabina. In uno studio clinico sull'interazione farmacocinetica, dopo la somministrazione di una singola dose di 20 mg di warfarin, il trattamento con capecitabina ha incrementatato del 57% l'AUC di S-warfarin con un aumento del 91% del valore di INR. Poiche' il metabolismo di R-warfarin non e' stato alterato, questi dati suggeriscono che la capecitabina riduce l'isoenzima 2C9 ma non ha effetti sugli isoenzimi 1A2 e 3A4. I pazienti che assumono anticoagulanti cumarino-derivati in concomitanza con capecitabina devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (PT o INR) e il dosaggio degli anticoagulanti deve essere aggiustato di conseguenza. Fenitoina: durante l'uso concomitante di capecitabina e fenitoina sono stati registrati incrementi delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina, con conseguente comparsa di sintomi da intossicazione da fenitoina in singoli casi. I pazienti che assumono fenitoina in concomitanza con capecitabina devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di incrementodelle concentrazioni plasmatiche di fenitoina. Acido folinico/acido f olico: uno studio sull'associazione di capecitabina ad acido folinico ha mostrato che l'acido folinico non ha effetti significativi sulla farmacocinetica di capecitabina e dei suoi metaboliti. Tuttavia, l'acidofolinico produce effetti sulla farmacodinamica di capecitabina la cui tossicita' puo' risultare incrementata dall'acido folinico: la dose m assima tollerata (MTD) di capecitabina in monoterapia a regimi intermittenti e' 3000 mg/m^2 al giorno, mentre quando la capecitabina era associata ad acido folinico (30 mg p.o. due volte al giorno) la dose massima tollerata scendeva a soltanto 2000 mg/m^2 al giorno. L'incremento di tossicita' puo' essere rilevante quando si passa da 5-FU/LV ad un regime a base di capecitabina. A causa della somiglianza tra l'acido folinico e l'acido folico la tossicita' incrementata puo' anche essere rilevante con l'integrazione di acido folico nel trattamento di deficitda folati. Sorivudina e analoghi: e' stata riportata un'interazione f armaco-farmaco clinicamente significativa tra sorivudina e 5-FU, risultante dall'inibizione della diidropirimidina deidrogenasi da parte della sorivudina. Questa interazione, che porta ad un aumento della tossicita' della fluoropirimidina, e' potenzialmente fatale. Per questo motivo capecitabina non deve essere somministrata in concomitanza con sorivudina o i suoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina. E' necessario osservare un periodo di riposo di almeno 4 settimane tra la fine del trattamento con sorivudina o con i suoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina, e l'inizio della terapia con capecitabina. Antiacidi: e' stato studiato l'effetto di un antiacido contenente idrossido di alluminio e idrossido di magnesio sulla farmacocinetica della capecitabina. Si e' verificato un lieve aumento delle concentrazioni plasmatiche della capecitabina e di un metabolita (5'-DFCR); non si e' verificato alcun effetto sui 3 metaboliti principali (5'- DFUR, 5-FU e FBAL). Allopurinolo: sono state osservate interazioni del 5-FU con allopurinolo, con possibile diminuzione dell'efficacia del 5-FU.Si deve evitare l'uso concomitante di allopurinolo e capecitabina. In terferone alfa: la dose massima tollerata (MTD) di capecitabina e' risultata pari a 2000 mg/m^2 al giorno quando assunta in associazione a interferone alfa-2a (3 MUI/m^2 al giorno), rispetto a 3000 mg/m^2 al giorno quando capecitabina era somministrata da sola. Radioterapia: la dose massima tollerata (MTD) di capecitabina in monoterapia utilizzandoil regime intermittente e' di 3000 mg/m^2 al giorno mentre, quando co mbinato con radioterapia per il carcinoma del retto, la dose massima tollerata (MTD) di capecitabina e' 2000 mg/m^2 al giorno, usando o una somministrazione continua o una somministrazione giornaliera da lunedi' a venerdi' in concomitanza al ciclo di trattamento radioterapico di 6 settimane. Oxaliplatino: non si e' verificata alcuna differenza clinicamente significativa nell'esposizione alla capecitabina o ai suoi metaboliti, platino libero o platino totale quando la capecitabina e' stata somministrata in associazione a oxaliplatino o in associazione a oxaliplatino e bevacizumab. Bevacizumab: non si e' verificato alcun effetto clinicamente significativo del bevacizumab sui parametri farmacocinetici della capecitabina o dei suoi metaboliti in presenza di oxaliplatino. Interazione con il cibo: in tutti gli studi clinici i pazientierano stati informati di dover assumere capecitabina nei 30 minuti su ccessivi al pasto. Poiche' gli attuali dati relativi alla sicurezza e all'efficacia si basano sulla somministrazione del medicinale con cibo, si raccomanda di somministrare capecitabina con il cibo. La somministrazione con il cibo diminuisce la percentuale di assorbimento di capecitabina.

Effetti indesiderati

>>Capecitabina in monoterapia. Infezioni ed infestazioni: infezione virale erpetica, nasofaringite, infezione del tratto respiratorio inferiore, sepsi infezione del tratto urinario, cellulite, tonsillite, faringite, candidosi orale, influenza, gastroenterite, infezione fungina, infezione, ascesso dentale. Tumori benigni, maligni e non specificati: lipoma. Patologie del sistema emolinfopoietico: neutropenia, anemia, neutropenia febbrile, pancitopenia, granulocitopenia, trombocitopenia, leucopenia, anemia emolitica, aumento del rapporto internazionale normalizzato (INR)/ prolungamento del tempo di protrombina. Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e dellanutrizione: anoressia, disidratazione, perdita di peso, diabete, ipok aliemia, disturbi dell'appetito, malnutrizione, ipertrigliceridemia. Disturbi psichiatrici: insonnia, depressione, stato confusionale, attacco di panico, depressione dell'umore, riduzione della libido. Patologie del sistema nervoso: cefalea, letargia, capogiro, parestesia, disgeusia, afasia, disturbi della memoria, atassia, sincope, disturbi dell'equilibrio, disturbi sensori, neuropatia periferica, leucoencefalopatiatossica (molto raro). Patologie dell'occhio: aumento della lacrimazio ne, congiuntivite, irritazione dell'occhio, ridotta acuita' visiva, diplopia, stenosi del dotto lacrimale (raro), Disturbi della cornea (raro), Cheratite (raro), Cheratite puntata (raro). Patologie dell'orecchio e del labirinto: vertigini, dolore all'orecchio. Patologie cardiache: angina instabile, angina pectoris, ischemia miocardica, fibrillazione atriale, aritmia, tachicardia, tachicardia sinusale, palpitazioni, fibrillazione ventricolare (raro), prolungamento dell'intervallo QT (raro), torsione di punta (raro), bradicardia (raro), vasospasmo (raro). Patologie vascolari: tromboflebite, trombosi venosa profonda, ipertensione, petecchie, ipotensione, vampate di calore, senso di freddo alle estremita'. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: dispnea, epistassi, tosse, rinorrea, embolia polmonare, pneumotorace, emottisi, asma, dispnea da sforzo. Patologie gastrointestinali: diarrea, vomito, nausea, stomatite, dolore addominale, emorragia gastrointestinale,stipsi, dolore all'addome superiore, dispepsia, flatulenza, secchezza fauci, ostruzione intestinale, ascite, enterite gastrite, disfagia, d olore all'addome inferiore, esofagite, disturbi addominali, malattia da reflusso gastroesofageo, colite, sangue nelle feci. Patologie epatobiliari: iperbilirubinemia, anomalie nei test di funzionalita' epatica,ittero, insufficienza epatica (raro), epatite colestatica (raro). Pat ologie della cute e del tessuto sottocutaneo: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, eruzione cutanea, alopecia, eritema, pelle secca,prurito, iperpigmentazione cutanea, rash maculare, desquamazione dell a pelle, dermatite, disturbi della pigmentazione, disturbi ungueali, vescicole, ulcerazione della pelle, rash, orticaria, reazione da fotosensitivita', eritema palmare, rigonfiamento facciale, porpora, sindromeda "rievocazione" della radiazione, lupus eritematoso cutaneo (raro), gravi reazioni cutanee, quali sindrome di stevens-johnson e necrolisi epidermica tossica (molto raro). Patologie del sistema muscoloschelet rico e del tessuto connettivo: dolore alle estremita', dolore alla schiena, artralgia, rigonfiamento delle articolazioni, dolore osseo, dolore facciale, rigidita' muscoloscheletrica, debolezza muscolare. Patologie renali e urinarie: idronefrosi, incontinenza urinaria, ematuria, nicturia, aumento della creatininemia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: emorragia vaginale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: affaticamento, astenia,piressia, edema periferico, malessere, dolore toracico, edema, brivid i, malattia simil-influenzale, rigidita', aumento della temperatura corporea. >>Capecitabina nella terapia di associazione. Infezioni ed infestazioni: herpes zoster, infezione del tratto urinario, candidiasi orale, infezione delle vie aeree superiori, rinite, influenza, infezione, herpes orale. Patologie del sistema emolinfopoietico: neutropenia, leucopenia, anemia, neutropenia febbrile, trombocitopenia, depressione midollare, neutropenia febbrile. Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Riduzione dell'appetito, ipokaliemia, iponatremia, ipomagnesemia, ipocalcemia, iperglicemia. Disturbi psichiatrici: disturbi del sonno, ansia. Patologie del sistema nervoso: parestesia, disestesia, neuropatia periferica,neuropatia periferica sensoriale, disgeusia, cefalea, neurotossicita' , tremore, nevralgia, reazione di ipersensibilita', ipoestesia. Patologie dell'occhio: aumento della lacrimazione, disturbi della visione, secchezza oculare, dolore oculare, riduzione della vista, vista offuscata. Patologie dell'orecchio e del labirinto: tinnito, ipoacusia. Patologie cardiache: fibrillazione atriale, ischemia cardiaca/infarto. Patologie vascolari: edema degli arti inferiori, ipertensione, embolia e trombosi, arrossamento, ipotensione, crisi ipertensive, vampate di calore, flebiti. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Mal digola, disestesia della faringe, sighiozzo, dolore della faringe e/o l aringe, disfonia. Patologie gastrointestinali: stipsi, dispepsia, emorragia dell'addome superiore, ulcerazione della bocca, gastrite, distensione addominale, malattia da reflusso gastroesofageo, dolore alla bocca, disfagia, emorragia rettale, dolore addominale inferiore, disestesia orale, parestesia orale, ipoestesia orale, malessere addominale. Patologie epatobiliari: alterazione della funzionalita' epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: alopecia, disturbi ungueali,iperidrosi, eruzione eritematosa, orticaria, sudorazione notturna. Pa tologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: mialgia, artralgia, dolore alle estremita', dolore mandibolare, spasmi muscolari, trisma, debolezza muscolare. Patologie renali e urinarie: ematuria, proteinuria, riduzione della clearance della creatinina, disuria,insufficienza renale acuta secondaria alla disidratazione (raro). Pat ologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:piressia, debolezza, letargia, intolleranza alla temperatura, infiamm azione delle mucose dolore agli arti, dolore, brividi, dolore al torace, sindrome simil-influenzale, febbre, reazioni correlate all'infusione, reazioni correlate al sito di iniezione, dolore nel sito di infusione, dolore nel sito di iniezione. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: contusione.

Gravidanza e allattamento

Le donne potenzialmente fertili devono essere informate al fine di evitare il rischio di gravidanza durante il trattamento con capecitabina.In caso di gravidanza durante il trattamento con capecitabina, la paz iente dovra' essere informata relativamente al rischio potenziale per il feto. Durante il trattamento deve essere utilizzato un metodo contraccettivo efficace. Non sono stati effettuati studi con capecitabina su donne in gravidanza; si puo' tuttavia ritenere che capecitabina, se somministrata a donne in stato di gravidanza, possa provocare danni alfeto. In studi sulla tossicita' a livello della riproduzione svolti s ugli animali, la somministrazione di capecitabina ha provocato letalita' embrionale e teratogenicita'. Questi risultati sono gli effetti attesi dei derivati della fluoropirimidina. Capecitabina e' controindicata in gravidanza. Non e' noto se capecitabina sia escreta nel latte materno. Nel latte del topo durante il periodo dell'allattamento sono state rinvenute notevoli quantita' di capecitabina e dei suoi metaboliti.Sospendere l'allattamento al seno durante il periodo di trattamento c on capecitabina. Non vi sono dati su Xeloda e sul suo impatto sulla fertilita'. Gli studi registrativi di Xeloda hanno incluso donne in eta'fertile e uomini solo se disponibili ad utilizzare per tutta la durat a dello studio e per un periodo successivo ragionevole un metodo contraccettivo adeguato per evitare la gravidanza. Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti sulla fertilita'.