Xarelto - 10x1cpr Riv 15mg

Dettagli:
Nome:Xarelto - 10x1cpr Riv 15mg
Codice Ministeriale:038744153
Principio attivo:Rivaroxaban
Codice ATC:B01AF01
Fascia:A
Prezzo:36.38
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bayer Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

XARELTO 15 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale.)

Formulazioni

Xarelto - 14cpr Riv 15mg
Xarelto - 28cpr Riv 15mg
Xarelto - 42cpr Riv 15mg
Xarelto - 10x1cpr Riv 15mg
Xarelto - 100x1cpr Riv 15mg

Categoria farmacoterapeutica

Inibitori diretti del fattore Xa.

Principi attivi

Ogni compressa rivestita con film contiene 15 mg di rivaroxaban.

Eccipienti

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, lattosio monoidrato, ipromellosa, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Pellicola di rivestimento: macrogol 3350, ipromellosa, titanio diossido (E171), ossido di ferro rosso (E172).

Indicazioni

Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica nei pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non valvolare con uno o piu' fattori dirischio, come insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, eta' >= 75 anni, diabete mellito, pregresso ictus o attacco ischemico transitorio. Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell'embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP nell'adulto.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Emorragie clinicamente significative in atto. Lesioni o condizionitali da costituire un rischio significativo di sanguinamento maggiore . Queste possono includere ulcerazione gastrica recente o in corso, presenza di neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, recente traumatismo cerebrale o spinale, intervento chirurgico cerebrale, spinale od oftalmico, recente emorragia intracranica, varici esofagee accertate o sospette, malformazioni arteriovenose, aneurismi vascolari o disfunzioni vascolari maggiori a livello intraspinale o intracerebrale.Trattamento concomitante con altri anticoagulanti, come le eparine no n frazionate, le eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), i derivati dell'eparina (fondaparinux, ecc.), gli anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran etexilato, apixaban, ecc.), trannenel caso specifico di cambiamento di terapia anticoagulante o quando le eparine non frazionate siano somministrate a dosi necessarie per mantenere in efficienza un catetere centrale aperto, venoso od arteriosoPatologie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clin icamente significativo, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh Be C. Gravidanza e allattamento.

Posologia

Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica: 20 mg una volta al giorno corrispondente alla dose massima raccomandata. Proseguire la terapia a lungo termine, a condizione che il beneficio legato alla prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica superi il rischio emorragico.In caso di dimenticanza di una dose, assumere immediatamente e proseg uire il giorno successivo con l'assunzione monogiornaliera raccomandata. Non assumere una dose doppia in uno stesso giorno. Trattamento della TVP, trattamento dell'EP e prevenzione delle recidive di TVP ed EP:la dose raccomandata per il trattamento iniziale della TVP acuta o de ll'EP e' 15 mg due volte al giorno nelle prime tre settimane (giorno 1-21), seguita da una dose di 20 mg una volta al giorno per la prosecuzione del trattamento e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP. Personalizzare la durata della terapia. La durata breve della terapia (almeno 3 mesi) dev'essere basata su fattori di rischio transitori, mentre una durata piu' lunga dev'essere basata su fattori di rischio permanenti o TVP idiopatica o EP. In caso di dimenticanza di una dose nella fase di trattamento con 15 mg due volte al giorno (giorno 1 - 21), il paziente deve assumere immediatamente, per garantire l'assunzione giornaliera di 30 mg. In questo caso possono essere assunte contemporaneamente due compresse da 15 mg. Il giorno successivo, proseguire con l'assunzione abituale raccomandata di 15 mg due volte al giorno. In caso di dimenticanza di una dose nella fase di trattamento con assunzione monogiornaliera (giorno 22 e successivi), assumere immediatamente e proseguire il giorno successivo con l'assunzione monogiornaliera raccomandata. Non assumere una dose doppia in uno stesso giorno per compensare la dimenticanza della dose. Passaggio dagli antagonisti della vitaminaK (AVK) al farmaco: nei pazienti sottoposti a trattamento per la prev enzione dell'ictus e dell'embolia sistemica, interrompere il trattamento con AVK e la terapia con il farmaco iniziata quando l'INR e' <= 3,0. Nei pazienti sottoposti a trattamento per la TVP, l'EP e la prevenzione delle recidive, interrompere il trattamento con AVK e la terapia con il farmaco iniziata quando l'INR e' <= 2,5. Nei pazienti che passano dagli AVK al farmaco, dopo l'assunzione del prodotto i valori dell'INR saranno falsamente elevati. L'INR non e' indicato per misurare l'attivita' anticoagulante del farmaco e quindi non deve essere utilizzato. Passaggio dal farmaco agli antagonisti della vitamina K (AVK): esiste la possibilita' di un effetto anticoagulante inadeguato. Ogni qualvolta si passi ad un altro anticoagulante assicurare un livello di anticoagulazione adeguato e continuo. Il farmaco puo' contribuire a innalzare l'INR. Nei pazienti che passano dal prodotto agli AVK, gli AVK devono essere somministrati in associazione fino a che l'INR sia >= 2,0. Nei primi due giorni della fase di transizione, la posologia degli AVK deve essere quella iniziale standard mentre, successivamente, sara' basata sull'INR. Nella fase di trattamento concomitante con AVK, determinare l'INR non prima che siano trascorse 24 ore dalla dose precedente del farmaco, ma prima della dose successiva. Dopo l'interruzione del farmaco, l'INR puo' essere determinato in modo affidabile dopo che siano trascorse almeno 24 ore dall'ultima dose. Passaggio dagli anticoagulanti parenterali al farmaco: interrompere il trattamento con l'anticoagulante parenterale e iniziare la terapia con il farmaco da 0 a 2 ore prima del momento in cui sarebbe dovuta avvenire la successiva somministrazione del medicinale parenterale o al momento dell'interruzione diun medicinale parenterale a somministrazione continua. Passaggio dal farmaco agli anticoagulanti parenterali: somministrare la prima dose dell'anticoagulante parenterale quando la dose successiva del medicinale avrebbe dovuto essere somministrata. Compromissione renale: nei pazienti con grave compromissione renale le concentrazioni plasmatiche dirivaroxaban aumentano in misura significativa; usare con cautela in q uesti pazienti. Si sconsiglia l'uso in pazienti con clcr < 15 ml/min. Pazienti con compromissione renale moderata o grave: per la prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare 15 mg una volta al giorno; per il trattamento della TVP, trattamento dell'EP e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP 15 mg due volte al giorno nelle prime 3 settimane, successivamente 20 mg una volta al giorno. Una riduzione della dose da 20 a 15 mg una volta al giorno dev'essere presa in considerazione solo se la valutazione del rischio di sanguinamenti per il paziente e' maggiore del rischio di recidive di TVP ed EP. La raccomandazione per l'uso di 15 mg e' basata su modelli farmacocinetici e non e' stata studiata in ambito clinico. Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con lieve compromissione renale. Compromissione epatica: controindicato nei pazienti con patologie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente significativo, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh B e C. Popolazione anziana, peso corporeo, sesso: nessun aggiustamento della dose. Popolazione pediatrica (0-18 anni): la sicurezza e l'efficacia non sono state verificate, l'uso non e' raccomandato.Pazienti sottoposti a cardioversione: il trattamento puo' essere iniz iato o continuato nei pazienti che necessitino di cardioversione. Per la cardioversione guidata da Ecografia Trans-Esofagea (TEE) nei pazienti non precedentemente trattati con anticoagulanti, iniziare il trattamento almeno 4 ore prima della cardioversione per garantire un'adeguata anticoagulazione. Per tutti i pazienti, prima d' iniziare la cardioversione e' necessario avere conferma che il farmaco sia stato assunto come prescritto. Le decisioni relative all'inizio e alla durata del trattamento devono essere prese tenendo in considerazione le raccomandazioni delle linee guida ufficiali per il trattamento anticoagulante neipazienti sottoposti a cardioversione. Modo di somministrazione: uso o rale. Assumere con del cibo. Per i pazienti incapaci di deglutire le compresse intere, la compressa puo' essere frantumata e mescolata con un po' d'acqua o purea di mele immediatamente prima dell'uso e somministrata per via orale. Dopo la somministrazione delle compresse rivestite con film frantumate, la dose deve essere seguita immediatamente dall'assunzione di cibo. Una volta frantumata, la compressa puo' anche essere somministrata tramite sonda gastrica, previa conferma del correttoposizionamento della sonda. Somministrare la compressa frantumata con una piccola quantita' d'acqua tramite sonda gastrica, che successivam ente deve essere risciacquata con acqua. Dopo la somministrazione delle compresse rivestite con film frantumate, la dose deve essere seguitaimmediatamente dalla nutrizione enterale.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Si raccomanda la sorveglianza secondo la prassi usuale nel paziente interapia anticoagulante per l'intera durata del trattamento. Rischio e morragico: monitorare attentamente i pazienti in relazione ai segni disanguinamento. Si raccomanda di usare con cautela in condizioni di au mentato rischio di emorragia. La somministrazione dev'essere sospesa in caso di grave emorragia. Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, in confronto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban. Percio', oltre ad un'adeguata sorveglianza clinica, puo' essere importante, se del caso, effettuare dei controlli di laboratoriosu emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti. Dive rse sottopopolazioni di pazienti hanno un rischio emorragico aumentato. Tali pazienti devono essere sottoposti ad attento monitoraggio per la comparsa di segni e sintomi di complicanze emorragiche e anemia dopol'inizio del trattamento. Una riduzione dell'emoglobina o della press ione arteriosa di origine sconosciuta deve indurre a ricercare un focolaio emorragico. Anche se il trattamento con rivaroxaban non richiede il monitoraggio continuo dell'esposizione, la misurazione dei livelli di rivaroxaban con un dosaggio quantitativo calibrato anti-fattore Xa puo' essere utile in situazioni eccezionali, quando la conoscenza dell'esposizione a rivaroxaban puo' essere d'aiuto nel prendere una decisione clinica, come nei casi di sovradosaggio e di chirurgia d'emergenza. Nei pazienti con grave compromissione renale, i livelli plasmatici di rivaroxaban possono aumentare in misura significativa (in media 1,6 volte), e questo puo' aumentare il rischio emorragico. Usare con cautela nei pazienti con clcr compresa fra 15 e 29 ml/min. Si sconsiglia l'uso nei pazienti con clcr < 15 ml/min. Usare con cautela anche nei pazienti con compromissione renale che stanno assumendo altri medicinali che aumentano le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban. Interazioni con altri medicinali. l'uso e' sconsigliato nei pazienti in trattamento concomitante con antimicotici azolici per via sistemica (quali ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo) o inibitori delle proteasi del HIV (ad es. ritonavir). Questi principi attivi sono potenti inibitori del CYP3A4 e della P-gp e possono pertanto aumentare leconcentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura clinicamente rile vante (in media 2,6 volte): cio' puo' essere causa di un aumento del rischio emorragico. Usare cautela se i pazienti sono trattati congiuntamente con medicinali che influiscono sull'emostasi, come i medicinali anti-infiammatori non steroidei (FANS), l'acido acetilsalicilico e gliantiaggreganti piastrinici. Per i pazienti a rischio di ulcera peptic a puo' essere preso in considerazione un idoneo trattamento profilattico. Altri fattori di rischio emorragico: rivaroxaban non e' raccomandato nei pazienti ad aumentato rischio emorragico, come in caso di: disturbi emorragici congeniti o acquisiti, ipertensione arteriosa grave non controllata, altra malattia gastrointestinale senza ulcerazione attiva che puo' potenzialmente portare a complicanze emorragiche (per esempio malattia infiammatoria intestinale, esofagite, gastrite e malattiada reflusso gastroesofageo) retinopatia vascolare, bronchiectasia o a namnesi di emorragia polmonare Pazienti con protesi valvolari: la sicurezza e l'efficacia non sono state studiate nei pazienti con protesi valvolari cardiache; pertanto, non vi sono dati a sostegno di un'azioneanticoagulante adeguata da parte di 20 mg (15 mg nei pazienti con com promissione renale moderata o grave) in questa popolazione di pazienti. Il trattamento non e' consigliato in questi pazienti. Pazienti con EP emodinamicamente instabili o pazienti che necessitano di trombolisi od embolectomia polmonare. Il medicinale non e' raccomandato come alternativa all'eparina non frazionata in pazienti con embolia polmonare che sono emodinamicamente instabili o che possono essere sottoposti a trombolisi od embolectomia polmonare, in quanto la sicurezza e l'efficacia non sono state valutate in queste condizioni cliniche. Anestesia opuntura spinale/epidurale: in caso di anestesia neurassiale (anestesi a spinale/epidurale) o puntura spinale/epidurale, i pazienti trattati con agenti antitrombotici per la prevenzione delle complicanze tromboemboliche sono esposti al rischio di ematoma epidurale o spinale, che puo' causare una paralisi prolungata o permanente. Questo rischio puo' aumentare in caso di uso post- operatorio di cateteri epidurali a permanenza o di uso congiunto di medicinali che alterano l'emostasi. Il rischio puo' aumentare anche in caso di puntura epidurale o spinale traumatica o ripetuta. I pazienti devono essere controllati frequentementeriguardo a segni e sintomi di alterazioni neurologiche. In presenza d i compromissione neurologica sono necessari una diagnosi e un trattamento immediati. Prima dell'intervento neurassiale, il medico deve valutare il rapporto tra il beneficio atteso e il rischio presente nei pazienti in terapia anticoagulante o nei pazienti per i quali e' in programma una terapia anticoagulante per la profilassi antitrombotica. Devono intercorrere almeno 18 ore tra l'ultima somministrazione di rivaroxaban e la rimozione di un catetere epidurale. In seguito a rimozione del catetere, devono trascorrere almeno 6 ore prima che venga somministrata la dose successiva di rivaroxaban. In caso di puntura traumatica, la somministrazione di rivaroxaban deve essere rimandata di 24 ore. Raccomandazioni posologiche prima e dopo procedure invasive e interventichirurgici: qualora siano necessari una procedura invasiva o un inter vento chirurgico, il trattamento con 15 mg deve essere interrotto, se possibile e sulla base del giudizio clinico del medico, almeno 24 ore prima dell'intervento. Se la procedura non puo' essere rimandata, l'aumentato rischio emorragico deve essere valutato in rapporto all'urgenza dell'intervento. Il trattamento deve essere ripreso al piu' presto dopo la procedura invasiva o l'intervento chirurgico, non appena la situazione clinica lo consenta e sia stata raggiunta un'emostasi adeguata, in base alla valutazione del medico. Popolazione anziana: l'eta' avanzata puo' causare un aumento del rischio emorragico. Contiene lattosio.

Interazioni

Inibitori del CYP3A4 e della P-gp. la somministrazione concomitante dirivaroxaban e ketoconazolo (400 mg una volta al giorno) o ritonavir ( 600 mg due volte al giorno) ha indotto un aumento di 2,6 / 2,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,7 / 1,6 volte della C max media di rivaroxaban, con aumento significativo degli effetti farmacodinamici: cio' puo' essere causa di un aumento del rischio emorragico. Pertanto, l'uso e' sconsigliato nei pazienti in trattamento concomitante per via sistemica con antimicotici azolici, quali ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo, o inibitori delle proteasi del HIV. Questi principi attivi sono inibitori potenti del CYP3A4 e della P-gp. I principi attivi che inibiscono in misura significativa solo una delle vie metaboliche di rivaroxaban, il CYP3A4 oppure la P-gp, aumentino le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura minore. La claritromicina (500 mg due volte al giorno), ad esempio, considerata un inibitore potente del CYP3A4 e un inibitore da debole a moderato della P-gp, ha indotto un aumento di 1,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,4 volte della Cmax. Tale aumento non e' considerato clinicamente rilevante. L'eritromicina (500 mg tre volte al giorno), che inibisce il CYP3A4 e la P-gp in misura moderata, ha indotto un aumento di 1,3 volte dell'AUC media e della Cmax media di rivaroxaban. Questo aumento non e' considerato clinicamente rilevante. Nei soggetti con compromissione renale lieve l'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) ha indotto un aumento medio di 1,8 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,6 volte di Cmax in confronto ai soggetti con funzione renale normale. Nei soggetti con compromissione renale moderata, l'eritromicina ha indotto un aumento medio di 2,0 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,6 volte di Cmax in confronto ai soggetti con funzione renale normale. L'effetto dell'eritromicina e' additivo a quello dell'insufficienza renale. Il fluconazolo (400 mg una volta al giorno), considerato un inibitore moderato del CYP3A4, ha aumentato di 1,4 volte l'AUC media di rivaroxaban e di 1,3 voltela C max media. Tale aumento non e' considerato clinicamente rilevant e. A causa dei limitati dati clinici disponibili con il dronedarone, la sua somministrazione in concomitanza con rivaroxaban deve essere evitata. Anticoagulanti Dopo somministrazione congiunta di enoxaparina (40 mg dose singola) e rivaroxaban (10 mg dose singola) e' stato osservato un effetto additivo sull'attivita' anti- fattore Xa in assenza di altri effetti sui test della coagulazione (PT, aPTT). L'enoxaparina nonha modificato la farmacocinetica di rivaroxaban. A causa del rischio emorragico aumentato, occorre usare cautela in caso di trattamento concomitante con qualsiasi altro anticoagulante. FANS/antiaggreganti piastrinici: dopo somministrazione concomitante di rivaroxaban (15 mg) e di naproxene (500 mg) non sono stati osservati aumenti clinicamente rilevanti del tempo di emorragia. Tuttavia, alcuni soggetti possono presentare una risposta farmacodinamica piu' pronunciata. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative in caso di co-somministrazione di rivaroxaban e 500 mg diacido acetilsalicilico. Il clopidogrel (dose di carico di 300 mg, seg uita da una dose di mantenimento di 75 mg) non ha mostrato alcuna interazione farmacocinetica con rivaroxaban (15 mg), ma in una sottopopolazione di pazienti e' stato osservato un aumento rilevante del tempo diemorragia, non correlato al grado di aggregazione piastrinica o ai li velli di P-selectina o del recettore GPIIb/IIIa. Usare cautela se i pazienti sono trattati congiuntamente con FANS (compreso l'acido acetilsalicilico) e antiaggreganti piastrinici, perche' questi medicinali aumentano tipicamente il rischio emorragico. Warfarin: la transizione dall'antagonista della vitamina K warfarin (INR compreso tra 2,0 e 3,0) arivaroxaban (20 mg) o da rivaroxaban (20 mg) a warfarin (INR compreso tra 2,0 e 3,0) ha indotto un aumento del tempo di protrombina/INR (Ne oplastin) piu' che additivo (possono essere osservati valori singoli di INR fino a 12), mentre gli effetti su aPTT, inibizione dell'attivita' del fattore Xa e potenziale endogeno di trombina (ETP) sono risultati additivi. Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici di rivaroxaban durante il periodo di transizione, possono essere utilizzati i test per l'attivita' anti-fattore Xa, PiCT e Heptest, perche' non sono influenzati da warfarin. Il quarto giorno dopo l'ultima dose di warfarin, tutti i test (compresi PT, aPTT, inibizione dell'attivita' del fattore Xa ed ETP) rispecchiano esclusivamente l'effetto di rivaroxaban. Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici di warfarindurante il periodo di transizione, si puo' usare l'INR in corrisponde nza della concentrazione minima (Cvalle) di rivaroxaban (24 ore dopo l'assunzione precedente di rivaroxaban) perche', in quel momento, tale test e' influenzato in misura minima da rivaroxaban. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche tra warfarin e rivaroxaban. Induttori del CYP3A4: la somministrazione concomitante di rivaroxaban e delpotente induttore del CYP3A4 rifampicina ha determinato una riduzione di circa il 50% dell'AUC media di rivaroxaban, con parallela riduzion e dei suoi effetti farmacodinamici. Anche l'uso concomitante di rivaroxaban e altri induttori potenti del CYP3A4 (ad es. fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o erba di S. Giovanni) puo' ridurre le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban. Pertanto, la somministrazione concomitante di induttori potenti del CYP3A4 deve essere evitata, a meno che il paziente non venga osservato con attenzione in merito ai segni e sintomi di trombosi. Altre terapie concomitanti: non sono state osservateinterazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente signific ative in caso di somministrazione concomitante di rivaroxaban e midazolam (substrato del CYP3A4), digossina (substrato della P-gp), atorvastatina (substrato del CYP3A4 e della P-gp) od omeprazolo (inibitore della pompa protonica). Rivaroxaban non inibisce ne' induce alcuna delle isoforme principali del CYP, come il CYP3A4. Parametri di laboratorio:i parametri della coagulazione (ad es. PT, aPTT, HepTest) sono altera ti come prevedibile per via del meccanismo d'azione di rivaroxaban.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse segnalate piu' comunemente nei pazienti trattati con rivaroxaban sono stati i sanguinamenti. Frequenze effetti indesiderati: molto comune (>= 1/10) comune (>= 1/100, < 1/10) non comune (>= 1/1.000, < 1/100) rara (>= 1/10.000, < 1/1.000) molto rara (< 1/10.000)non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; non comune: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune : reazione allergica, dermatite allergica. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea; non comune: emorragia cerebrale e intracranica, sincope. Patologie dell'occhio. Comune: emorragia oculare (inclusa emorragia congiuntivale). Patologie cardiache. Non comune: tachicardia. Patologie vascolari. Comune: ipotensione, ematoma. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi, emottisi. Patologie gastrointestinali. Comune: sanguinamento gengivale, emorragiedel tratto gastrointestinale (inclusa emorragia rettale), dolore gast rointestinale e addominale, dispepsia, nausea, costipazione, diarrea, vomito; non comune: bocca asciutta. Patologie epatobiliari. Non comune. disfunzione epatica; rara: ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito (inclusi casi non comuni di prurito generalizzato), eruzione cutanea, ecchimosi, emorragia cutanea e sottocutanea; non comune: orticaria. Patologie del sistema muscoloscheletricoe del tessuto connettivo. Comune: dolore alle estremita'; non comune: emartrosi; rara: emorragia muscolare; non nota: sindrome compartiment ale secondaria all'emorragia. Patologie renali e urinarie. Comune: emorragia del tratto urogenitale (incluse ematuria e menorragia), compromissione renale (incluso aumento della creatininemia, aumento dell'azotemia); non nota: compromissione renale/compromissione renale acuta secondaria a un'emorragia in grado di causare ipoperfusione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre, edema periferico, riduzione delle forze e dell'energia (incluse affaticamento e astenia); non comune: sensazione di indisposizione (incluso malessere); rara: edema localizzato). Esami diagnostici. Comune: aumento delle transaminasi; non comune: aumento della bilirubina, della fosfatasi alcalina, della LDH, della lipasi, dell'amilasi, della GGT; rara: aumento della bilirubina coniugata (con o senza contemporaneo aumento della ALT). Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: emorragia postprocedurale (inclusa anemia postoperatoria ed emorragia dalla ferita), contusione, secrezione dalla ferita; rarao: pseudoaneurisma vascolare. Descrizione di particolari reazioni avverse: a causa del suo meccanismo d'azione farmacologico, l'uso puo'essere associato a un aumento del rischio di emorragie occulte o conc lamate in qualsiasi tessuto od organo, che possono indurre anemia post-emorragica. Segni, sintomi e gravita' (compreso l'esito fatale) variano a seconda della sede e del grado o dell'entita' dell'emorragia e/o dell'anemia. Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa (ad es. epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali e genito-urinari) e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, in confronto altrattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivar oxaban. Percio', oltre ad un'adeguata sorveglianza clinica, puo' essere importante, se del caso, effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti. Il rischio emorragico puo' essere aumentato in determinate categorie di pazienti, ad es. nei pazienti con grave ipertensione arteriosa non controllata e/o sottoposti a trattamenti concomitanti con effetti sull'emostasi. Le mestruazioni possono essere di intensita' e/o durata maggiore. Lecomplicanze emorragiche possono manifestarsi come debolezza, pallore, capogiro, cefalea o gonfiori di origine sconosciuta, dispnea e shock di origine non nota. In alcuni casi, come conseguenza dell'anemia, sono stati osservati sintomi di ischemia cardiaca come dolore toracico o angina pectoris. Sono state segnalate le note complicanze delle emorragie gravi, come la sindrome compartimentale e la compromissione renaledovuta a ipoperfusione. Pertanto, nella valutazione delle condizioni dei pazienti in terapia anticoagulante occorre considerare l'eventualita' di un'emorragia. Osservazioni post- marketing. Angioedema ed edemaallergico sono stati segnalati post-marketing in rapporto temporale c on l'uso. La frequenza di tali reazioni avverse segnalate nell'esperienza post- marketing non puo' essere stimata. Negli studi raggruppati di fase III, questi eventi sono stati non comuni (>= 1/1.000, < 1/100).Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Itali ana del Farmaco.

Gravidanza e allattamento

La sicurezza e l'efficacia nelle donne in gravidanza non sono state stabilite. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva. Per la potenziale tossicita' riproduttiva, il rischio emorragico intrinseco e l'evidenza che rivaroxaban attraversa la placenta, il farmaco e' controindicato durante la gravidanza. Le donne in eta' fertile devono evitare di iniziare una gravidanza durante il trattamento con rivaroxaban. La sicurezza e l'efficacia nelle donne che allattano non sono state stabilite. I dati ricavati dagli animali indicano che rivaroxaban e' escreto nel latte materno. Pertanto, il farmaco e' controindicato durante l'allattamento. Si deve decidere se interrompere l'allattamento od interrompere/rinunciare alla terapia. Non sono stati condotti studi specifici con rivaroxaban per determinarne gli effetti sulla fertilita' in uomini e donne. In uno studio di fertilita' maschile efemminile condotto nel ratto non sono stati osservati effetti.