Vercite - 30cpr 25mg

Dettagli:
Nome:Vercite - 30cpr 25mg
Codice Ministeriale:021992021
Principio attivo:Pipobromano
Codice ATC:L01AX02
Fascia:A
Prezzo:2.53
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bgp Products Srl(Gruppo Mylan)
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNR - ricetta non ripetibile art.89 DL 219/06 (ex senza formalismi)
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:60 mesi

Denominazione

VERCITE 25 MG COMPRESSE

Formulazioni

Vercite - 30cpr 25mg

Categoria farmacoterapeutica

Antineoplastici, altre sostanze alchilanti.

Principi attivi

Ogni compressa contiene: vercite 1,4-bis (3-bromopropionil) piperazina25 mg.

Eccipienti

Lattosio, povidone, amido, magnesio stearato.

Indicazioni

Indicato principalmente nel trattamento della policitemia vera. Si e' dimostrato utile anche nel trattamento della leucosi mieloide cronica,specie in soggetti resistenti alla terapia con busulfan che rimane pe ro' il chemioterapico da preferire nel trattamento di questa affezione. Utilizzato nel trattamento di prima linea della trombocitemia essenziale in pazienti ad alto rischio di complicazioni tromboemboliche.

Controindicazioni / effetti secondari

Pazienti con nota ipersensibilita' al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o dei residui. Il prodotto puo' provocare depressione della attivita' midollare e non deve essere somministrato a pazienti con segni di alterata funzione midollare dovuta a trattamento radiologico o con sostanze citotossiche.

Posologia

Il dosaggio giornaliero stabilito va assunto in dosi suddivise. Policitemia vera: la dose d'attacco consigliata e' di 1 mg/kg per giorno. Dosi piu' alte (da 1,5 a 3,5 mg/kg per giorno) possono essere usate in pazienti che sono risultati refrattari ad altri trattamenti. Tuttavia anche in questi pazienti si consiglia di usare tali dosaggi se la dose di 1 mg/kg al giorno somministrato per 30 giorni non ha dato alcun miglioramento. Dopo che l'ematocrito e' stato ridotto al 50-55% si puo' iniziare il trattamento di mantenimento con dosi che variano da 0,1 a 0,2 mg/kg al giorno. Leucosi mieloide cronica: la dose d'attacco consigliata va da 1,5 a 2,5 mg/kg al giorno. Questo dosaggio generalmente vamantenuto fino a che non si ottiene un soddisfaciente risultato clini co o ematologico. Se i leucociti diminuiscono troppo rapidamente si deve interrompere la cura finche' il numero dei leucociti non si stabilizza. Il trattamento di mantenimento puo' iniziare quando il numero deileucociti si avvicina a 10000. In caso di rapida recidiva (raddoppio del numero dei leucociti in 70 giorni) e' indicato il trattamento continuo, altrimenti si ritiene adeguato un trattamento intermittente. La dose di mantenimento va da 7 mg al giorno (50 mg alla settimana) a 175mg al giorno. La terapia nelle suddette indicazioni dovrebbe essere c ontinuata per tutto il tempo necessario a mantenere un soddisfancente risultato clinico.

Conservazione

Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C.

Avvertenze

E' consigliabile iniziare la terapia in ambiente ospedaliero, dove i pazienti possono essere piu' attentamente sorvegliati, specie nelle fasi iniziali della terapia stessa. Studi del midollo osseo vanno eseguiti prima della terapia ed ancora al tempo della massima risposta ematologica. Occorre anche eseguire esami emocromocitometrici uno o due volte alla settimana e conteggi dei leucociti a giorni alterni fino a che non sia stata ottenuta la reazione desiderata o non intervengano apprezzabili fenomeni tossici. Determinazioni della funzionalita' renale edepatica dovranno essere fatte all'inizio del trattamento e saltuariam ente nel corso della terapia. La depressione del midollo puo' non verificarsi anche per quattro o piu' settimane dopo l'inizio della terapia. L'indicazione piu' affidabile della attivita' del midollo osseo viene fornita dal conteggio dei leucociti, ma anche il conteggio delle piastrine fornisce un buon indicatore dell'attivita' del midollo osseo. Se si manifestano segni di depressione midollare se la conta dei leucociti scende al di sotto di 3000 per mmc o se le piastrine sono ridotte a meno di 150000 mmc, si consiglia di interrompere la terapia. Il trattamento puo' essere ripreso dopo che i leucociti e le piastrine sono risaliti a valori superiori. E' stata osservata in qualche caso una riduzione dei valori dell'emoglobina quando sono state usate dosi molto alte. Si manifesta spesso un'anemia dipendente dalle dosi, che normalmente reagisce favorevolmente alle trasfusioni di sangue ed alla riduzione della posologia. Peraltro, una rapida diminuzione dell'emoglobina, un aumento della bilirubina e la reticolocitosi sono indizi di un processo emolitico, nel qual caso la somministrazione del farmaco va sospesa. Nei bambini al di sotto dei 15 anni l'uso del prodotto non e' raccomandato perche' nei pazienti al di sotto di questa eta' non si e' avuto evidente beneficio dal trattamento. Non utilizzare in donne in eta'fertile e in particolare durante i primi mesi di gravidanza. Il prodo tto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprieta' cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali. Il medicinale contiene lattosio.

Interazioni

Non sono note interazioni specifiche tra il prodotto e altri farmaci. Di seguito sono riportate le interazioni relative agli agenti alchilanti in generale. Altri agenti antineoplastici: la combinazione e' controindicata a causa del rischio di danneggiamento irreversibile del midollo osseo. Radioterapia: la combinazione con agenti alchilanti e' controindicata a causa del rischio di danneggiamento irreversibile del midollo osseo.

Effetti indesiderati

Il protrarsi di tali reazioni puo' imporre la interruzione dell'uso del farmaco. Dermatologici: rash cutanei Gastrointestinali: nausea, vomito, crampi addominali e diarrea. Ematologici: leucopenia, anemia e trombocitopenia. Vari: la letteratura riporta casi di leucemia acuta, pancitopenia, aplasia del midollo osseo, mielofibrosi e tumori solidi. Tuttavia, non e' chiaro se tali eventi siano attribuibili al farmaco in se' o alle complicazioni della malattia. Complicazioni a lungo termine: come per altri agenti alchilanti vanno prese in considerazione le complicazioni a lungo termine. Studi retrospettivi fino a piu' di venti anni di esposizione al farmaco riportano un aumento dell'incidenza degli eventi evversi.

Gravidanza e allattamento

Poiche' non sono stati eseguiti studi sulla riproduzione, ed a causa del rischio potenziale di morte del feto o della potenziale teratogenicita' legati all'uso degli agenti citotossici, l'uso, specialmente in donne in eta' fertile e durante i primi mesi di gravidanza o durante l'allattamento, deve essere usato, solo se, a giudizio del medico, i potenziali benefici siano superiori ai possibili rischi Effetti teratogeni: non sono stati eseguiti studi sulla riproduzione.