Vectibix - Infus 1fl 20ml 20mg/M

Dettagli:
Nome:Vectibix - Infus 1fl 20ml 20mg/M
Codice Ministeriale:038347035
Principio attivo:Panitumumab
Codice ATC:L01XC08
Fascia:H
Prezzo:2532.15
Produttore:Amgen Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

VECTIBIX 20 MG/ML CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE

Formulazioni

Vectibix - Infus 1fl 5ml 20mg/Ml
Vectibix - Infus 1fl 10ml 20mg/M
Vectibix - Infus 1fl 20ml 20mg/M

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci antineoplastici.

Principi attivi

Panitumumab.

Eccipienti

Sodio cloruro, sodio acetato triidrato, acido acetico glaciale (per aggiustamento del pH), acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento dei pazienti con cancro colorettale metastatico (mCRC) KRAS wild-type: in prima linea in combinazione con FOLFOX; in seconda linea in combinazione con FOLFIRI in pazienti che hanno ricevuto in primalinea chemioterapia a base di fluoropirimidine (escludendo irinotecan ); come monoterapia dopo fallimento di regimi chemioterapici contenenti fluoropirimidine, oxaliplatino e irinotecan.

Controindicazioni / effetti secondari

Pazienti con storia di reazioni di ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, di natura grave o che abbiano messo in pericolo la vita. Pazienti affetti da polmonite interstiziale o fibrosi polmonare. La combinazione con chemioterapia contenente oxaliplatino e' controindicata nei pazienti con mCRC e KRAS mutato o con mCRC e status mutazionale di KRAS non noto.

Posologia

Il trattamento con il farmaco deve essere effettuato sotto la supervisione di un medico specializzato nell'utilizzo di terapie antitumorali.La rilevazione dell'espressione del KRAS non mutato deve essere effet tuata da un laboratorio con adeguata esperienza clinica che utilizzi metodi validati. La dose del farmaco raccomandata e' di 6 mg/kg di pesocorporeo e viene somministrata ogni due settimane. Prima dell'infusio ne, il farmaco deve essere diluito in una soluzione iniettabile di cloruro di sodio allo 0,9%, fino a raggiungere una concentrazione finale non superiore a 10 mg/ml. Il farmaco deve essere somministrato per viaendovenosa (e.v.), mediante una pompa per infusione e con una linea p eriferica o un catetere a permanenza, dotato di un filtro in linea di 0,2 o 0,22 micrometri a basso legame proteico. Il tempo di infusione raccomandato e' di circa 60 minuti. Dosi superiori a 1000 mg devono essere infuse nell'arco di circa 90 minuti. Prima e dopo la somministrazione del farmaco si deve pulire la linea di infusione, facendovi fluireuna soluzione di sodio cloruro, per evitare la miscelazione con altri medicinali o soluzioni e.v. Non somministrare come bolo o e.v. La sic urezza e l'efficacia del farmaco non sono state studiate in pazienti affetti da compromissione della funzione renale o epatica. Negli anziani non e' richiesto alcun aggiustamento della dose. Negli studi clinici, non sono state osservate differenze riguardanti la sicurezza o l'efficacia tra i pazienti di eta' >= 65 e quelli piu' giovani. Dal momentoche non esistono dati sull'uso nei bambini, il farmaco non deve esser e usato in pazienti di eta' inferiore a 18 anni.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2-8 gradi C). Non congelare. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

In quasi tutti i pazienti trattati con il farmaco si manifestano reazioni di tipo dermatologico, un effetto farmacologico osservato con gli inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR); la maggior parte di queste reazioni ha un'intensita' lieve o moderata. Seun paziente dovesse sviluppare reazioni dermatologiche di grado 3 o d i grado superiore, oppure reazioni che sono considerate intollerabili,si dovra' interrompere temporaneamente la somministrazione del farmac o fino al miglioramento del quadro clinico. Una volta migliorato il quadro clinico, reazioni di intensita' <= grado 2, si potra' ripristinare la somministrazione del farmaco al 50% della dose originale. Nel caso in cui le reazioni non si ripresentassero, si potra' aumentare gradualmente la dose in incrementi del 25%, fino al raggiungimento della dose raccomandata. Se dopo l'interruzione del trattamento, omissione di 1 o 2 dosi di Vectibix, le reazioni non dovessero risolversi, o in caso di ricorrenza o intollerabilita' delle reazioni al 50% della dose originale, si dovra' interrompere permanentemente l'utilizzo del farmaco. Negli studi clinici, in seguito allo sviluppo di reazioni dermatologiche gravi, sono state osservate complicazioni infettive quali la sepsi, che in casi rari ha portato a morte, e ascessi locali, che hanno richiesto incisioni e drenaggi. I pazienti che manifestano reazioni dermatologiche gravi o reazioni che peggiorano durante la somministrazionedel farmaco devono essere monitorati, per rilevare l'eventuale svilup po di sequele infiammatorie o infettive e istituire immediatamente un trattamento appropriato. Si raccomanda che i pazienti facciano uso di filtri solari e cappelli, nonche' limitino l'esposizione al sole durante la terapia con il farmaco qualora manifestino rash/tossicita' dermatologiche, dal momento che i raggi solari possono esacerbare eventualireazioni cutanee. I pazienti con polmonite interstiziale o fibrosi po lmonare pregressa o in atto sono stati esclusi dagli studi clinici. Dal momento che durante il trattamento con inibitori dell'EGFR e' stata osservata una malattia polmonare interstiziale, in caso di insorgenza acuta o peggioramento di sintomi polmonari preesistenti si deve interrompere il trattamento con il farmaco, disponendo un esame immediato diquesti sintomi. In caso di diagnosi di polmonite o infiltrati polmona ri, si deve interrompere il trattamento con il farmaco e trattare il paziente in modo appropriato. In alcuni pazienti e' stata osservata unadiminuzione progressiva dei livelli sierici del magnesio con consegue nte ipomagnesemia grave. I pazienti devono essere monitorati per ipomagnesemia e conseguente ipocalcemia prima di iniziare il trattamento con il farmaco, e quindi periodicamente fino a 8 settimane dopo il completamento del trattamento. Sono state osservate anche alterazioni di altri elettroliti, incluso ipocaliemia. In uno studio clinico, il 4% deipazienti ha riportato delle reazioni correlate all'infusione, e nell' 1% dei pazienti queste reazioni sono state considerate gravi. Considerando tutti gli studi clinici, le reazioni correlate all'infusione sonostate riportate nel 3% dei pazienti trattati con il farmaco, di cui m eno dell'1% erano gravi. Nell'ambito dell'utilizzo post-marketing, sono state riportate reazioni gravi all'infusione, inclusi eventi rari con esito fatale. Il farmaco deve essere interrotto in modo permanente nel caso in cui, durante l'infusione o in qualsiasi momento dopo l'infusione, insorga una reazione grave o che metta in pericolo la vita. In pazienti in cui si siano verificate reazioni all'infusione lievi o moderate la velocita' di infusione deve essere ridotta per la durata di quella infusione. Sono state riportate reazioni di ipersensibilita' verificatesi dopo piu' di 24 ore dall'infusione che hanno incluso un casodi angioedema con esito letale, insorto dopo piu' di 24 ore dalla fin e dell'infusione. Si raccomanda di avvertire i pazienti della possibilita' di una insorgenza tardiva della reazione e di dire loro di contattare il medico in caso si verifichino sintomi di una reazione di ipersensibilita'. Questo medicinale contiene 0,150 mmol di sodio per ml di concentrato. Questa informazione deve essere tenuta in considerazione in caso di pazienti sottoposti a dieta iposodica. I pazienti trattati con il farmaco in associazione con il regime IFL, leucovorin e irinotecan hanno manifestato una elevata incidenza di diarrea grave. Per questo motivo si deve evitare la somministrazione del farmaco in associazione con IFL. Uno studio randomizzato, in aperto e multicentrico, condotto su 1.053 pazienti ha valutato l'efficacia di bevacizumab insieme aregimi chemioterapici a base di oxaliplatino o irinotecan, con e senz a farmaco, nel trattamento di prima linea del cancro del colon-retto metastatico. In un'analisi ad interim, basata su 947 pazienti randomizzati, e' stata osservata una riduzione del tempo di sopravvivenza libero da progressione e un aumento delle morti nei pazienti trattati con il farmaco in associazione con bevacizumab e chemioterapia. Nei bracci di trattamento in cui era stato somministrato il medicinale, in associazione con bevacizumab e chemioterapia, e' stata osservata anche una piu' elevata frequenza di embolia polmonare, infezioni, diarrea, squilibri degli elettroliti e disidratazione. Un'ulteriore analisi dei dati di efficacia in relazione allo status di KRAS non ha identificato alcun sottogruppo di pazienti che beneficiavano di Vectibix in associazione con chemioterapia a base di oxaliplatino o irinotecan, e bevacizumab. E' stata osservata una tendenza verso una sopravvivenza peggiore conil farmaco nel sottogruppo di pazienti con KRAS wild-type nella coort e con oxaliplatino, e una tendenza verso una sopravvivenza peggiore con il farmaco nella coorte con irinotecan, indipendentemente dallo status mutazionale di KRAS . Per questo motivo, il medicinale non deve essere somministrato in associazione con regimi chemioterapici contenentibevacizumab. Il farmaco in associazione con chemioterapia a base di o xaliplatino nei pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico. Ilfarmaco non deve essere somministrato in associazione con chemioterap ia contenente oxaliplatino nei pazienti con mCRC con tumori che presentano KRAS mutato o per i quali non sia noto lo status di KRAS. In uno studio di fase 3 per la valutazione di panitumumab in associazione con5-fluorouracile infusionale, leucovorina e oxaliplatino (FOLFOX) vers us il solo FOLFOX, come trattamento di prima linea nel mCRC, sono stati osservati una sopravvivenza libera da progressione e una sopravvivenza globale inferiori, nei pazienti con KRAS mutato che ricevevano panitumumab e FOLFOX versus il solo FOLFOX. E' stata osservata insufficienza renale acuta in pazienti che sviluppano diarrea grave e disidratazione.

Interazioni

Dati da uno studio di interazione con panitumumab e irinotecan nei pazienti mCRC indicano che la farmacocinetica di irinotecan e del suo metabolita attivo, SN-38, non e' alterata quando i farmaci vengono somministrati insieme. I risultati di un confronto incrociato tra studi indicano che i regimi contenenti irinotecan (IFL o FOLFIRI) non hanno effetto sulla farmacocinetica di panitumumab. Il prodotto non deve essere somministrato in associazione con il regime chemioterapico IFL o con regimi chemioterapici contenenti bevacizumab. E' stata osservata un'alta incidenza di diarrea grave quando panitumumab e' stato somministratoin associazione con IFL, ed e' stato riportato un aumento della tossi cita' e della mortalita' quando panitumumab e' stato somministrato in associazione con bevacizumab e chemioterapia. Il medicinale in associazione con chemioterapia contenente oxaliplatino e' controindicato nei pazienti con mCRC che presentano KRAS mutato o per i quali non sia noto lo status di KRAS. In uno studio clinico sono stati osservati una sopravvivenza libera da progressione e una sopravvivenza globale inferiori nei pazienti con tumori che presentavano KRAS mutato e che ricevevano panitumumab e FOLFOX.

Effetti indesiderati

Frequenze eventi avversi: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); rara (>= 1/10.000, < 1/1.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: anemia; comune: leucopenia. Patologie cardiache. Comune: tachicardia; non comune: cianosi. Patologie dell'occhio. Molto comune: congiuntivite; comune: blefarite, crescita eccessiva delle ciglia, iperlacrimazione, iperemia oculare, xeroftalmia, prurito oculare, irritazione degli occhi; non comune: irritazione delle palpebre, cheratite; rara: cheratite ulcerativa.Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea, vomito, d olore addominale, stomatite, stipsi; comune: emorragia rettale, secchezza della bocca, dispepsia, stomatite aftica, cheilite, malattia da reflusso gastroesofageo; non comune: labbra screpolate. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: affaticamento, piressia, astenia, infiammazione delle mucose, edema periferico; comune: dolore toracico, dolore, brividi; non comune: reazioni correlate all'infusione. Disturbi del sistema immunitario. Comune: ipersensibilita'; rara: reazione anafilattica. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: paronichia; comune: rash pustolare, cellulite, follicolite, infezione localizzata; non comune: infezione agli occhi, infezione alle palpebre. Esami diagnostici. Molto comune: perdita di peso; comune: riduzione del magnesio del sangue. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: ipocalemia, anoressia, ipomagnesemia; comune: ipocalcemia, disidratazione, iperglicemia, ipofosfatemia. Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: mal di schiena; comune: dolore alle estremita'. Patologie del sistema nervoso. Comune; cefalea, vertigini. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia; comune: ansia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: dispnea, tosse; comune: embolia polmonare, epistassi; non comune: broncospasmo, secchezza nasale. ?patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: dermatite acneiforme, rash, eritema, prurito, cute secca, fissure cutanee, acne, alopecia; comune: sindrome da eritrodisestesia palmo plantare, ulcera cutanea, piaghe, ipertricosi, onicoclasia, ?patologie dell'unghia; non comune: angioedema, irsutismo, unghia incarnita, onicosi. Patologie vascolari. Comune: trombosi venosa profonda, ipotensione, ipertensione, vampate.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Tuttavia,e' stato osservato come l'EGFR sia implicato nel controllo dello svil uppo prenatale e possa essere essenziale nello sviluppo dell'embrione,affinche' organogenesi, proliferazione e differenziazione avvengano n ormalmente. Per questo motivo, il farmaco potrebbe causare danni fetali in caso di somministrazione a donne in gravidanza. E' noto che le IgG umane attraversino la barriera placentare e pertanto panitumumab potrebbe essere trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo. Nelle donne in eta' fertile, si devono adottare misure contraccettive appropriate nel corso del trattamento con il medicinale e nei 6 mesi successivi alla somministrazione dell'ultima dose. Qualora si usi il farmaco durante la gravidanza o nel caso in cui la paziente inizi una gravidanza durante l'assunzione di questo farmaco, dovra' essere informata del potenziale rischio di interruzione di gravidanza o danni fetali. Non e' noto se panitumumab sia escreto nel latte materno. Dato che nel latte materno sono secrete IgG umane, in esso potrebbe essere escreto anche panitumumab. Non e' noto se possa essere assorbito e possa causare danni al neonato dopo l'ingestione. Si raccomanda di non allattare al seno durante il trattamento con il farmaco e nel corso dei 3 mesi successivi alla somministrazione dell'ultima dose. Studi su animali hanno dimostrato effetti reversibili di annullamento del ciclo mestruale e una ridotta fertilita' nelle scimmie di sesso femminile. Panitumumab potrebbe influire sulla capacita' di una donna a rimanere in stato di gravidanza.