Ugurol - Iv Os Loc 6f 5ml 500mg
Dettagli:
Nome:Ugurol - Iv Os Loc 6f 5ml 500mgCodice Ministeriale:021458031
Principio attivo:Acido Tranexamico
Codice ATC:B02AA02
Fascia:A
Prezzo:4.28
Rimborso:4.28
Produttore:Rottapharm Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile e orale
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:60 mesi
Denominazione
UGUROL 500 MG/5ML SOLUZIONE INIETTABILE PER USO ENDOVENOSO, PER USO ORALE O LOCALE
Formulazioni
Ugurol - Iv Os Loc 6f 5ml 500mg
Categoria farmacoterapeutica
Antifibrinolitici.
Principi attivi
Acido tranexamico.
Eccipienti
Acqua per preparazioni iniettabili.
Indicazioni
Prevenzione e trattamento di emorragie dovute a fibrinolisi generalizzata o locale negli adulti e nei bambini a partire da un anno. Le indicazioni specifiche sono: emorragie causate da fibrinolisi generalizzatao locale come: menorragia e metrorragia, sanguinamento gastrointestin ale, disturbi emorragici urinari, in seguito a chirurgia prostatica o procedure chirurgiche a carico delle vie urinarie; chirurgia otorinolaringoiatrica (adenoidectomia, tonsillectomia, estrazioni dentali); chirurgia ginecologica o disturbi ostetrici; chirurgia toracica e addominale e altri grandi interventi chirurgici come chirurgia cardiovascolare; gestione dell'emorragia dovuta a somministrazione di un fibrinolitico.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati; trombosi venosa o arteriosa acuta; condizioni fibrinolitiche dovute a coagulopatia da consumo ad eccezione dei casi in cui vi sia attivazione predominante del sistema fibrinolitico con sanguinamentograve acuto; insufficienza renale grave (rischio di accumulo); anamne si di convulsioni; iniezione intratecale e intraventricolare, applicazione intracerebrale (rischio di edema cerebrale e di convulsioni).
Posologia
>>Somministrazione per via endovenosa. Adulti. Trattamento standard della fibrinolisi locale: da 0,5 g (1 fiala da 5 ml) a 1 g (2 fiale da 5ml) di acido tranexamico tramite iniezione endovenosa lenta (=1 ml/mi nuto) due o tre volte al giorno. Trattamento standard della fibrinolisi generalizzata: 1 g (2 fiale da 5 ml) di acido tranexamico tramite iniezione endovenosa lenta (=1 ml/minuto) ogni 6-8 ore, pari a 15 mg/kg peso corporeo. Insufficienza renale: in caso di insufficienza renale che puo' comportare un rischio di accumulo, l'uso dell'acido tranexamico e' controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave. Per ipazienti con insufficienza renale da lieve a moderata, la dose dell'a cido tranexamico deve essere ridotta in base al livello di creatinina sierica. Creatinina sierica 120 - 249 mcmol/l e 1,35 - 2,82 mg/10 ml. Dose ev: 10 mg/kg peso corporeo ogni 12 ore. Creatinina sierica 250 - 500 mcmol/l e 2,82 - 5,65 mg/10 ml. Dose ev: 10 mg/kg peso corporeo ogni 24 ore. Creatinina sierica > 500 mcmol/l e > 5,65 mg/10 ml. Dose ev: 5 mg/kg peso corporeo ogni 24 ore. Insufficienza epatica: non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica. Popolazione pediatrica: nei bambini a partire da un anno, la dosee' intorno ai 20 mg/kg/giorno. Tuttavia esistono pochi dati sull'effi cacia, la posologia e la sicurezza per tali indicazioni. Non esistono valutazioni esaustive sull'efficacia, la posologia e la sicurezza dell'acido tranexamico nei bambini sottoposti a chirurgia cardiaca. Anziani: non e' necessario ridurre la dose a meno che non vi sia comprovata insufficienza renale. >>Somministrazione per via orale. Adulti. Profilassi: nel caso si assuma la soluzione per via orale, diluendo il contenuto della fiala con poca acqua zuccherata, le posologie giornaliere sono di 1 e mezzo -2 fiale da 500 mg, iniziando la somministrazione almeno 1 giorno prima dell'intervento e proseguendo il trattamento per unperiodo non inferiore a 3-4 giorni dopo l'atto operatorio. Terapia: n el caso si assuma la soluzione per via orale, diluendo il contenuto della fiala in poca acqua zuccherata, le posologie giornaliere sono di 1-2 fiale da 500 mg 3 volte al giorno oppure di mezza-1 fiala da 500 mg6 volte al giorno. La somministrazione per via orale e' indicata in p articolare: nelle manifestazioni emorragiche insorgenti in medicina interna, in otorinolaringoiatria ed in odontoiatria; per la preparazionedi interventi chirurgici in cui si presume possano insorgere emorragi e da attivazione plasminica; nelle ipermenorree; nei gemizi in ginecologia; per il mantenimento di terapie iniziate per via endovenosa allo scopo di impedire recidive dell'emorragia. Popolazione pediatrica: i dati sull'efficacia, sulla posologia e sulla sicurezza per le indicazioni attualmente approvate, sono limitati. Profilassi: somministrare la soluzione per via orale alla dose giornaliera di 5-10 mg/kg iniziando la somministrazione almeno 1 giorno prima dell'intervento e proseguendo il trattamento per un periodo non inferiore a 3-4 giorni dopo l'attooperatorio. Terapia: somministrare la soluzione per via orale alla do se di 10-20 mg/kg 3 volte al giorno oppure di 5-10 mg/kg 6 volte pro die. Per assumere la soluzione per via orale, il contenuto della fiala va diluito in poca acqua zuccherata. Somministrazione per applicazionelocale: si ricorre di norma al contenuto di 1 fiala che va versato di rettamente sulla sede dell'emorragia o applicato mediante tampone di garza previamente imbevuto. L'applicazione locale diretta o mediante tamponi di garza, previamente imbevuti di soluzione e' indicata soprattutto nelle emorragie a livello oro-rino-faringeo in cui si desideri ottenere una rapida emostasi. >>Modo di somministrazione. Per via endovenosa: la somministrazione deve avvenire obbligatoriamente tramite iniezione endovenosa lenta. Per via orale: la soluzione e' indicata soprattutto nei bambini o in pazienti con difficolta' di deglutizione. Il contenuto della fiala va diluito in poca acqua zuccherata. Per applicazione locale: il contenuto della fiala va versato direttamente sulla sededell'emorragia o applicato mediante tampone di garza previamente imbe vuto.
Conservazione
Nessuna.
Avvertenze
Le indicazioni e il modo di somministrazione sopra riportati devono essere rigorosamente osservati: le iniezioni endovenose devono essere effettuate lentamente; l'acido tranexamico non deve essere somministratoper via intramuscolare. Convulsioni: sono stati riportati casi di con vulsioni in associazione al trattamento con l'acido tranexamico. Negliinterventi chirurgici di bypass aortocoronarico (CABG), la maggior pa rte dei casi si e' verificata in seguito a iniezione endovenosa (ev) di dosi elevate di acido tranexamico. Rispettando le dosi minori raccomandate di acido tranexamico, l'incidenza di convulsioni post-operatorie era la stessa dei pazienti non trattati. Disturbi visivi: si deve prestare attenzione ai possibili disturbi visivi, tra cui compromissionedella visione, visione offuscata, visione alterata dei colori e, se n ecessario, il trattamento deve essere interrotto. In caso di uso prolungato dell'acido tranexamico soluzione per iniezione, si raccomandano regolari visite oftalmologiche (esami oculistici compresi acuita' visiva, visione dei colori, fondo oculare, campo visivo, ecc). In caso di cambiamenti oftalmologici patologici, in particolare con le patologie della retina, il medico deve decidere, dopo aver consultato uno specialista, sulla necessita' di un uso prolungato dell'acido tranexamico soluzione per iniezione in ciascun singolo caso. Ematuria: in caso di ematuria dalle vie urinarie superiori, esiste il rischio di ostruzione uretrale. Eventi tromboembolici: prima di usare l'acido tranexamico, devono essere considerati i fattori di rischio della patologia tromboembolica. Nei pazienti con anamnesi di patologie tromboemboliche o in quelli con un'elevata incidenza di eventi tromboembolici nell'anamnesi familiare (pazienti ad alto rischio di trombofilia), l'acido tranexamicosoluzione per iniezione deve essere somministrato solo se espressamen te indicato dal medico, dopo aver consultato un esperto in emostaseologia. L'acido tranexamico deve essere somministrato con cautela nei pazienti che assumono contraccettivi orali a causa dell'aumento del rischio di trombosi. Coagulazione intravascolare disseminata: i pazienti con coagulazione intravascolare disseminata (CID) nella maggior parte dei casi non possono essere trattati con l'acido tranexamico. Se si decide di somministrare l'acido tranexamico, cio' deve avvenire solo nei pazienti in cui vi sia un'attivazione predominante del sistema fibrinolitico con sanguinamento grave acuto. Di norma il profilo ematologico si avvicina a quanto segue: tempo ridotto di lisi del coagulo di euglobulina; tempo di protrombina prolungato; livelli plasmatici ridotti di fibrinogeno, fattori V e VIII, fibrinolisina da plasminogeno e alfa-2 macroglobulina; normali livelli plasmatici del complesso protrombinico, ovvero fattori II (protrombina), VIII e X; livelli plasmatici elevati dei prodotti di degradazione del fibrinogeno; normale conta piastrinica. Quanto sopra descritto presuppone che la patologia di base non modifichi di per se' i vari elementi di tale profilo. In questi casi acuti una singola dose da 1 g di acido tranexamico di solito e' sufficiente per controllare il sanguinamento. La somministrazione dell'acido tranexamico nella CID deve essere presa in considerazione solo se sono disponibili adeguate strumentazioni di laboratorio ematologico e in presenza di personale esperto.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi sulle interazioni. Il trattamento concomitante con anticoagulanti puo' avvenire solo sotto la stretta supervisione di un medico con esperienza in questo campo. I medicinali che agiscono sull'emostasi devono essere somministrati con cautela nei pazienti trattati con l'acido tranexamico. Esiste il rischio teorico di unpotenziale aumento di formazione di trombi, come avviene con gli estr ogeni. In alternativa, l'azione antifibrinolitica del medicinale puo' essere antagonizzata con farmaci trombolitici.
Effetti indesiderati
Le reazioni avverse al farmaco riferite all'interno di studi clinici esulla base delle esperienze successive all'immissione in commercio so no elencate di seguito secondo la classificazione per sistemi e organi. Le reazioni avverse segnalate sono inserite nella tabella riportata di seguito e sono elencate in base alla classificazione primaria per sistemi e organi secondo MedDRA. Le categorie di frequenza vengono definite come segue: molto comune (>=1/10); comune(>=1/100 <1/10); non comune (>=1/1000 <1/100); non nota. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comune: dermatite allergica. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, nausea. Patologie del sistema nervoso. Non nota: convulsioni, in particolare in caso di uso scorretto. Patologie dell'occhio. Non nota: disturbi visivi, tra cui visione alterata deicolori. Patologie vascolari. Non nota: malessere associato a ipotensi one con o senza perdita di coscienza (di solito in seguito a un'iniezione endovenosa troppo rapida, eccezionalmente dopo somministrazione orale); trombosi arteriosa o venosa in qualsiasi sito. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni di ipersensibilita', inclusa anafilassi. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Gravidanza e allattamento
Le donne potenzialmente fertili devono usare contraccettivi efficaci durante il trattamento. Non esistono sufficienti dati clinici sull'uso dell'acido tranexamico nelle donne in stato di gravidanza. Di conseguenza, anche se studi su animali non riportano effetti teratogeni, come precauzione di impiego, non si raccomanda l'uso dell'acido tranexamicodurante il primo trimestre di gravidanza. Dati clinici limitati sull' uso di acido tranexamico in diverse condizioni emorragiche durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza non hanno riportato un effetto deleterio per il feto. L'acido tranexamico puo' essere usato durante la gravidanza solo se i benefici attesi giustificano il potenziale rischio. L'acido tranexamico e' escreto nel latte materno, percio' l'allattamento non e' raccomandato. Non esistono dati clinici sugli effetti dell'acido tranexamico sulla fertilita'.