Trobalt - 84cpr Riv 300mg

Dettagli:
Nome:Trobalt - 84cpr Riv 300mg
Codice Ministeriale:041141096
Principio attivo:Retigabina
Codice ATC:N03AX21
Fascia:A
Prezzo:144.48
Produttore:Glaxosmithkline Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi

Denominazione

TROBALT 300 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale).

Formulazioni

Trobalt - 84cpr Riv 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Antiepilettici.

Principi attivi

Retigabina.

Eccipienti

Nucleo della compressa: croscarmellosa sodica; ipromellosa; magnesio stearato; cellulosa microcristallina. Rivestimento della compressa. Compresse da 300 mg: alcol polivinilico; titanio diossido (E171); talco (E553b); indigotina carminio lacca di alluminio (E132); ossido di ferrogiallo (E172); lecitina (di SOIA); gomma xantana.

Indicazioni

Trattamento aggiuntivo delle crisi parziali farmaco-resistenti con o senza generalizzazione secondaria nei pazienti di eta' pari o superioreai 18 anni affetti da epilessia, quando altre associazioni appropriat e di farmaci si siano dimostrate inadeguate o non siano state tollerate.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati.

Posologia

Il farmaco deve essere titolato, in base alla risposta del singolo paziente, al fine di ottimizzare il bilancio tra efficacia e tollerabilita'. La dose iniziale totale massima giornaliera e' di 300 mg (100 mg tre volte al giorno). In seguito, la dose giornaliera totale viene aumentata di un massimo di 150 mg ogni settimana, in base alla risposta individuale del paziente ed alla tollerabilita'. Una dose di mantenimento efficace e' attesa tra 600 mg al giorno e 1.200 mg al giorno. La dose di mantenimento totale massima e' di 1.200 mg al giorno. La sicurezza e l'efficacia di dosi superiori a 1.200 mg al giorno non sono state stabilite. Se i pazienti dimenticano una o piu' dosi, si raccomanda che assumano una singola dose non appena lo ricordino. Dopo aver assuntouna dose dimenticata, devono passare almeno 3 ore prima della dose su ccessiva e poi deve essere ripristinato lo schema posologico normale. Quando si interrompe il farmaco, la dose deve essere ridotta gradualmente. Compromissione renale: la retigabina ed i suoi metaboliti sono eliminati principalmente per via renale. Non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina da 50 a 80 ml/min). Si raccomanda una riduzione del 50% della dose iniziale e di mantenimento del medicinale nei pazienti con compromissione renale moderata o grave (clearance della creatinina <50 ml/min). La dose giornaliera iniziale totale e' di 150 mg, e siraccomanda che, durante il periodo di titolazione, la dose giornalier a totale sia aumentata di 50 mg ogni settimana, fino ad una dose totale massima di 600 mg al giorno. I pazienti con malattia renale allo stadio finale, sottoposti ad emodialisi, devono assumere le tre dosi giornaliere come di consueto il giorno della dialisi. Inoltre, una singoladose supplementare e' raccomandata immediatamente dopo l'emodialisi. Se si verifica la comparsa improvvisa di crisi epilettiche verso la fine della dialisi, si puo' prendere in considerazione un'ulteriore dosesupplementare all'inizio delle successive sedute di dialisi. Compromi ssione epatica: non e' richiesta alcuna riduzione della dose nei pazienti con compromissione epatica lieve (punteggio Child-Pugh da 5 a 6). Si raccomanda una riduzione del 50% della dose iniziale e di mantenimento del medicinale nei pazienti con compromissione epatica moderata o grave (punteggio Child-Pugh >=7). La dose giornaliera iniziale totale e' di 150 mg, e si raccomanda che, durante il periodo di titolazione, la dose giornaliera totale sia aumentata di 50 mg ogni settimana, finoad una dose totale massima di 600 mg al giorno. Popolazione pediatric a: la sicurezza e l'efficacia di retigabina nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state ancora stabilite. Anziani (di eta' pari o superiore ai 65 anni): vi sono solo dati limitati sulla sicurezzae sull'efficacia di retigabina nei pazienti di eta' pari o superiore ai 65 anni. Nei pazienti anziani si raccomanda una riduzione della dose iniziale e di mantenimento del medicinale. La dose giornaliera iniziale totale e' di 150 mg al giorno e durante il periodo di titolazione la dose giornaliera totale deve essere aumentata di un massimo di 150 mg ogni settimana, in base alla risposta individuale del paziente ed alla tollerabilita'. Non sono raccomandate dosi superiori a 900 mg al giorno. Modo di somministrazione: il prodotto deve essere assunto ogni giorno per via orale suddiviso in tre dosi. Puo' essere assunto con o senza cibo. Le compresse devono essere deglutite intere, e non masticate, schiacciate o divise.

Conservazione

Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.

Avvertenze

Disturbi oculari: negli studi clinici a lungo termine con il farmaco sono state segnalate alterazioni della pigmentazione (alterazione dellacolorazione) dei tessuti oculari, compresa la retina, a volte ma non sempre in associazione con alterazioni della pigmentazione della cute,delle labbra o delle unghie. La prognosi a lungo termine di tali even ti non e' al momento nota, ma alcune segnalazioni sono state associatead alterazioni della funzione visiva. Deve essere condotto un esame o ftalmologico completo (comprendente acuita' visiva, esame con lampada a fessura, e fondoscopia con pupilla dilatata) al basale e successivamente almeno ogni 6 mesi nel corso del trattamento. Se vengono rilevatepigmentazione retinica o alterazioni visive, il trattamento con il fa rmaco deve essere continuato solo dopo una attenta rivalutazione del bilancio beneficio - rischio. Il medicinale deve essere interrotto a meno che non sia disponibile nessun altra opzione terapeutica adatta. Seviene proseguito il trattamento, il paziente deve essere monitorato p iu' strettamente. Disturbi della cute: negli studi clinici a lungo termine con il farmaco sono state segnalate alterazioni della pigmentazione (alterazione della colorazione) della cute, delle labbra o delle unghie, a volte ma non sempre in associazione con alterazioni della pigmentazione dei tessuti oculari. Nei pazienti che presentano queste alterazioni, il trattamento con il medicinale deve essere continuato solo dopo una attenta rivalutazione del bilancio beneficio - rischio. Ritenzione urinaria: negli studi clinici controllati con la retigabina, sono state riportate ritenzione urinaria, disuria ed esitazione urinaria,generalmente entro le prime 8 settimane di trattamento. Il farmaco de ve essere utilizzato con cautela nei pazienti a rischio di ritenzione urinaria, e si raccomanda che i pazienti siano avvertiti del rischio di questi possibili effetti. Intervallo QT: uno studio in volontari sani sulla conduzione cardiaca ha dimostrato che la retigabina titolata a1.200 mg al giorno ha prodotto un effetto di prolungamento del QT. Un aumento medio dell'intervallo QT corretto individualmente (QTcI) fino a 6,7 ms (limite superiore del 95% IC one-sided 12,6 ms) e' stato oss ervato entro 3 ore dalla dose. Deve essere prestata cautela quando il medicinale e' prescritto insieme a medicinali noti per aumentare l'intervallo QT e nei pazienti con intervallo QT lungo noto, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia ventricolare, ipopotassiemia o ipomagnesemia e nei pazienti di eta' pari o superiore a 65 anni che inizianoil trattamento. In questi pazienti si raccomanda di eseguire un elett rocardiogramma (ECG) prima di iniziare il trattamento con il farmaco ein quei pazienti con un intervallo QT corretto > 440ms al basale, si deve eseguire un ECG al raggiungimento della dose di mantenimento. Disturbi psichiatrici: negli studi clinici controllati con la retigabina sono stati riportati stato confusionale, disturbi psicotici e allucinazioni. Questi effetti generalmente si presentavano entro le prime 8 settimane di trattamento e frequentemente hanno portato all'interruzionedel trattamento nei pazienti interessati. Si raccomanda che i pazient i siano avvertiti riguardo al rischio di questi possibili effetti. Rischio di suicidio: in pazienti trattati con farmaci antiepilettici per varie indicazioni sono stati segnalati ideazione e comportamento suicidari. Una meta- analisi di studi randomizzati, controllati con placebo, con farmaci antiepilettici ha anche mostrato un piccolo aumento del rischio di ideazione e comportamento suicidari. Il meccanismo alla base di questo rischio non e' noto ed i dati disponibili non escludono lapossibilita' di un aumento del rischio per il medicinale. Pertanto i pazienti devono essere monitorati per segni di ideazione e comportamenti suicidari e deve essere preso in considerazione un trattamento appropriato. I pazienti (e chi si prende cura dei pazienti) devono essere avvertiti di chiedere consiglio al medico se emergono segni di ideazione e comportamento suicidari. Anziani (di eta' pari o superiore a 65 anni): i pazienti anziani possono presentare un rischio maggiore di eventi del sistema nervoso centrale, ritenzione urinaria e fibrillazione atriale. Il farmaco deve essere utilizzato con cautela in questa popolazione e si raccomanda una dose iniziale e di mantenimento ridotta. Crisi epilettiche da interruzione: il medicinale deve essere interrotto gradualmente per minimizzare potenziali crisi epilettiche da rebound .Si raccomanda che la dose del prodotto sia ridotta nel corso di un pe riodo di almeno 3 settimane, a meno che problemi di sicurezza richiedano un interruzione improvvisa.

Interazioni

Sono stati condotti studi di interazione solo negli adulti. Altri farmaci antiepilettici: dati in vitro indicano un basso potenziale per interazioni con altri medicinali antiepilettici. Il potenziale di interazione farmacologica e' stato quindi valutato sulla base di una analisi aggregata degli studi clinici e anche se non sia considerata robusta quanto studi specifici di interazione clinica, i risultati supportano idati in vitro . Sulla base di questi dati aggregati, la retigabina no n ha causato effetti clinicamente significativi sulle concentrazioni plasmatiche minime dei seguenti farmaci antiepilettici: carbamazepina, clobazam, clonazepam, gabapentina, lamotrigina, levetiracetam, oxcarbazepina, fenobarbitale, fenitoina, pregabalin, topiramato, valproato, zonisamide. Inoltre, sulla base di dati aggregati, non vi sono stati effetti clinicamente significativi dei seguenti farmaci antiepilettici sulla farmacocinetica di retigabina: lamotrigina, levetiracetam, oxcarbazepina, topiramato, valproato. Inoltre, questa analisi non ha mostrato alcun effetto clinicamente significativo degli induttori (fenitoina,carbamazepina e fenobarbitale) sulla clearance della retigabina. Tutt avia, dati allo stato stazionario ( steady state ) in un numero limitato di pazienti in studi piu' piccoli di fase II hanno indicato che: lafenitoina puo' ridurre l'esposizione sistemica a retigabina del 35 %; la carbamazepina puo' ridurre l'esposizione sistemica a retigabina de l 33 %. Interazione con digossina: i dati di uno studio in vitro hannomostrato che il metabolita N-acetil di retigabina (NAMR) ha inibito i l trasporto di digossina mediato dalla P-glicoproteina in modo dipendente dalla concentrazione. In base ad uno studio condotto su volontari sani, dosi terapeutiche del prodotto (600-1200 mg al giorno) hanno determinato un minore incremento (8-18%) dell'AUC della digossina, a seguito di una singola dose orale di digossina. L'aumento non sembra essere dipendente dalla dose del medicinale e non e' considerato clinicamente rilevante. Non vi e' stato alcun cambiamento significativo della Cmax di digossina. Non e' necessario alcun aggiustamento della dose di digossina. Interazione con anestetici: il medicinale puo' aumentare la durata dell'anestesia indotta da alcuni anestetici (ad esempio tiopentale sodico). Interazione con alcol: la co- somministrazione di etanolo(1,0 g/kg) con la retigabina (200 mg) ha avuto come risultato un aume nto della visione offuscata nei volontari sani. Si raccomanda che i pazienti siano avvertiti riguardo i possibili effetti sulla visione se assumono il farmaco con alcol. Esami di laboratorio: la retigabina ha dimostrato di interferire con gli esami di laboratorio della bilirubinasia sierica che urinaria, cio' puo' dar luogo a risultati falsamente elevati. Contraccettivi orali: con dosi di retigabina fino a 750 mg algiorno, non vi e' stato alcun effetto clinicamente significativo di r etigabina sulla farmacocinetica dei componenti della pillola contraccettiva orale, estrogeno (etinil estradiolo) o progestinico (noretindrone). Inoltre, non vi e' stato alcun effetto clinicamente significativo della pillola contraccettiva orale combinata a basso dosaggio sulla farmacocinetica di retigabina.

Effetti indesiderati

Nei dati di sicurezza aggregati di tre studi multicentrici, randomizzati, doppio-cieco, controllati con placebo, le reazioni avverse sono state generalmente di intensita' da lieve a moderata, e sono state riportate piu' comunemente durante le prime 8 settimane di trattamento. Vi e' stata un'evidente correlazione con la dose per capogiri, sonnolenza, stato confusionale, afasia, anomalie del coordinamento, tremore, disturbi dell'equilibrio, compromissione della memoria, disturbi dell'andatura, visione offuscata e stipsi. Le reazioni avverse segnalate che piu' di frequente hanno portato all'interruzione del trattamento sono state capogiro, sonnolenza, affaticamento e stato confusionale. Per la classificazione degli effetti indesiderati e' stata adottata la seguente convenzione: molto comune (>=1/10); comune (da >=1/100 a <1/10); non comune (a >=1/1.000 a <1/100); raro (da >=1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: aumento del peso, aumento dell'appetito. Disturbi psichiatrici. Comune: stato confusionale, disturbi psicotici, allucinazioni, disorientamento, ansia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: capogiro, sonnolenza; comune: amnesia, afasia, anomalie del coordinamento, vertigini, parestesia, tremore, disturbi dell'equilibrio, compromissione della memoria, disfasia, disartria, disturbi dell'attenzione, disturbi dell'andatura, mioclono; non comune: ipocinesia. Patologie dell'occhio. Molto comune: alterazioni della pigmentazione (alterazione della colorazione) dei tessuti oculari, compresa la retina, sono state osservate dopo diversi anni di trattamento. alcune di queste segnalazioni sono state associate ad alterazioni visive; comune: diplopia, visione offuscata. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, stipsi, dispepsia, secchezza della bocca; non comune: disfagia. Patologie epatobiliari. Comune: aumento dei valori dei test di funzionalita' epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: colorazione blu- grigia di unghie, labbra, cute e' stata osservata, generalmente alle dosi piu' alte e dopo diversi anni di trattamento; non comune: rash cutaneo, iperidrosi. Patologie renali e urinarie. Comune: disuria, esitazione urinaria, ematuria, cromaturia; non comune: ritenzione urinaria, nefrolitiasi. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: affaticamento; comune: astenia, malessere, edema periferico. Effetti indesiderati correlati ad alterazioni dello svuotamento vescicale, inclusa la ritenzione urinaria, sono statiriportati nel 5% dei pazienti trattati con la retigabina in un insiem e di dati aggregati di sicurezza. La maggior parte degli eventi si presentava nelle prime 8 settimane di trattamento, e non era evidente unacorrelazione con la dose. Nei pazienti trattati con la retigabina, ne ll'insieme di dati aggregati, stato confusionale e' stato riportato nel 9% dei pazienti, allucinazioni nel 2% dei pazienti e disturbi psicotici nell'1% dei pazienti. La maggior parte degli eventi si presentava nelle prime 8 settimane di trattamento, ed era evidente una correlazione con la dose solo per lo stato confusionale. I dati degli eventi avversi nei soggetti in sperimentazione clinica hanno mostrato un tasso di scoloramento di unghie, labbra, pelle e/o mucose per paziente anno di esposizione di 3.6%. Le incidenze cumulative di un evento a 1 anno, 2 anni, 3 anni, 4 anni e 5 anni di esposizione e' di circa 1%, 1,8%, 4,4%, 10,2% and 16,7% rispettivamente. Circa il 30-40% dei soggetti in sperimentazione clinica che sono stati trattati con retigabina e sottoposti a esame cutaneo e/o oftalmologico, ha manifestato scoloramento delle unghie, labbra, pelle e/o mucose o pigmentazione oculare non-retinica e circa il 15- 30% dei soggetti in sperimentazione clinica che sono stati trattati con retigabina e sottoposti ad esame oftalmologico ha manifestato pigmentazione della retina. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Rischi correlati a farmaci antiepilettici in generale: si deve richiedere il parere di uno specialista nel caso di donne che siano potenzialmente fertili. La necessita' di un trattamento con farmaci antiepilettici deve essere riconsiderata nel caso una donna stia pianificando unagravidanza. L'improvvisa interruzione della terapia con farmaci antie pilettici nelle donne in trattamento per epilessia deve essere evitata, in quanto puo' portare alla comparsa improvvisa di crisi convulsive che potrebbero avere gravi conseguenze per la madre e per il nascituro. Il rischio di malformazioni congenite e' aumentato da 2 a 3 volte nei nati da madri trattate con farmaci antiepilettici in confronto con l'incidenza attesa nella popolazione in generale, che e' di circa il 3%. I difetti riportati piu' frequentemente sono labioschisi, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale. La terapia con piu' farmaci antiepilettici e' associata ad un rischio piu' elevato di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia, e pertanto una monoterapia deve essere utilizzata ogniqualvolta possibile. Rischi correlati al farmaco: non vi sono dati adeguati sull'uso di retigabina nelle donne in gravidanza. Studi nell'animale sono insufficienti relativamente alla tossicita' riproduttiva, in quanto i livelli plasmatici raggiunti inquesti studi sono stati inferiori a quelli raggiunti nell'uomo alle d osi raccomandate. In uno studio sullo sviluppo in ratti le cui madri erano state trattate con la retigabina durante la gravidanza, vi e' stato un ritardo nello sviluppo della risposta all'allarme uditivo nella prole. Il significato clinico di questo dato non e' noto. Il medicinale non e' raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non usano metodi contraccettivi. Non e' noto se la retigabina sia escreta nel latte materno. Studi nell'animale hanno mostrato escrezione di retigabina e/o dei suoi metaboliti nel latte materno. La decisione se continuare/interrompere l'allattamento o continuare/interrompere la terapia con il farmaco deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio dellaterapia con il medicinale per la madre. Negli studi nell'animale non vi sono stati effetti sulla fertilita' correlati al trattamento con retigabina. Tuttavia, i livelli plasmatici raggiunti in questi studi sono stati inferiori a quelli raggiunti nell'uomo alle dosi raccomandate.Negli esseri umani, l'effetto di retigabina sulla fertilita' non e' s tato definito.