Tecfidera - 56cps 240mg

Dettagli:
Nome:Tecfidera - 56cps 240mg
Codice Ministeriale:043217025
Principio attivo:Dimetilfumarato
Codice ATC:N07XX09
Fascia:A
Prezzo:1717.37
Produttore:Biogen Italia Srl
SSN:Concedibile extra farmacia
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule rigide gastroresistenti
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi

Denominazione

TECFIDERA 120 - 240 MG CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI.

Formulazioni

Tecfidera - 14cps 120mg
Tecfidera - 56cps 240mg

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci del sistema nervoso.

Principi attivi

Dimetilfumarato.

Eccipienti

Microcompresse con rivestimento enterico: cellulosa microcristallina; croscarmellosa sodica; talco; silice colloidale anidra; magnesio stearato; trietil citrato; acido metacrilico - copolimero metilmetacrilato (1:1); acido metacrilico - copolimero etilacrilato (1:1) dispersione 30%; simeticone; sodio laurilsolfato; polisorbato 80. Involucro della capsula: gelatina; titanio diossido (E171); blu Brillante FCF (E133); ossido di ferro giallo (E172). Stampa sulla capsula (inchiostro nero): shellac; idrossido di potassio; ossido di ferro nero (E172).

Indicazioni

Trattamento di pazienti adulti con sclerosi multipla recidivante-remittente.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati.

Posologia

Il trattamento deve essere iniziato sotto la sorveglianza di un medicoesperto nel trattamento della patologia. La dose iniziale e' di 120 m g due volte al giorno. Dopo 7 giorni, la dose viene aumentata alla dose raccomandata di 240 mg due volte al giorno. La riduzione temporanea della dose a 120 mg due volte al giorno puo' ridurre l'insorgenza di rossore (flushing) e di reazioni avverse gastrointestinali. Entro 1 mese, deve essere ripresa la dose raccomandata di 240 mg due volte al giorno. Il medicinale deve essere assunto con il cibo. L'assunzione del farmaco con il cibo puo' migliorare la tollerabilita' in quei pazienti che possono essere soggetti a rossore o a reazioni avverse gastrointestinali. Anziani: gli studi clinici sul farmaco hanno incluso un numerolimitato di pazienti di eta' pari o superiore a55 anni e non hanno in cluso un numero sufficiente di pazienti di eta' pari o superiore a 65 anni per poter determinare se questi rispondano in modo diverso rispetto ai pazienti piu' giovani. Sulla base del meccanismo d'azione del principio attivo non vi e' alcuna ragione teorica per cui siano necessari aggiustamenti della dose negli anziani. Compromissione renale ed epatica: il medicinale non e' stato studiato nei pazienti con compromissione renale o epatica. Sulla base degli studi di farmacologia clinica, non sono necessari aggiustamenti della dose. Si deve usare cautela neltrattamento dei pazienti con compromissione renale severa o compromis sione epatica severa. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia del prodotto nei bambini e negli adolescenti di eta' compresa tra i10 e i 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disp onibili. Non esiste un utilizzo rilevante del farmaco nei bambini di eta' inferiore ai 10 anni per l'indicazione sclerosi multipla recidivante remittente. Modo di somministrazione: per uso orale. La capsula o il suo contenuto non devono essere schiacciati, divisi, disciolti, succhiati o masticati, dato che il rivestimento enterico delle microcompresse previene gli effetti irritanti sull'intestino.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C; conservare i blister nel cartone esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

Avvertenze

Negli studi clinici sono state osservate alterazioni delle analisi di laboratorio per la funzionalita' renale ed epatica in soggetti trattati con il medicinale. Le implicazioni cliniche di queste alterazioni non sono note. Valutazioni della funzionalita' renale e della funzionalita' epatica sono raccomandate prima dell'inizio della terapia, dopo 3 e 6 mesi di terapia e successivamente ogni 6-12 mesi, come clinicamente indicato. I pazienti trattati con il farmaco possono sviluppare una linfopenia severa e prolungata. Il medicinale non e' stato studiato nei pazienti con pre-esistente conta linfocitaria bassa ed e' necessariousare cautela quando questi pazienti vengono trattati. Prima di inizi are il trattamento, eseguire un emocromo completo aggiornato, linfociti compresi. Qualora si riscontri una conta linfocitaria al di sotto del range normale, deve essere condotta un'attenta valutazione delle possibili cause prima dell'inizio della terapia con il medicinale. Dopo l'inizio della terapia, e' necessario effettuare una valutazione dell'emocromo completo, linfociti compresi, ogni 3 mesi. Nei pazienti con conte linfocitarie <0,5x10^9 /L che persistono per oltre 6 mesi considerare l'interruzione del farmaco. Il rapporto beneficio/rischio della terapia deve essere riconsiderato in fase di discussione con il pazientenel contesto delle altre opzioni terapeutiche disponibili. Nell'ambit o di tale rivalutazione, possono essere inclusi fattori clinici, nonche' la valutazione di qualsiasi esame di laboratorio e di imaging. Qualora la terapia venga continuata nonostante la persistenza di una contalinfocitaria < 0,5x10^9 /L, si consiglia di aumentare il livello di v igilanza. E' necessario controllare le conte linfocitarie fino al lororecupero. A seguito del recupero e in assenza di opzioni terapeutiche alternative, le decisioni riguardo all'eventualita' di ricominciare o meno la terapia con il farmaco dopo l'interruzione del trattamento si devono fondare sul giudizio clinico. Prima di iniziare il trattamento , deve essere disponibile una MRI basale (solitamente entro 3 mesi) dausare come riferimento. La necessita' di ulteriori esami di risonanza magnetica (MRI) deve essere valutata in accordo alle raccomandazioni nazionali e locali. La risonanza magnetica per immagini (MRI imaging) puo' essere presa in considerazione nell'ambito dell'aumento del livello di vigilanza nei pazienti considerati a maggior rischio di PML. In caso di sospetto clinico di PML, e' necessario eseguire immediatamenteuna MRI a fini diagnostici. Con il farmaco e altri prodotti contenent i fumarati, si sono verificati casi di PML nell'ambito di una linfopenia severa e prolungata. La PML e' un'infezione opportunistica causata dal virus di John Cunningham (JCV), che puo' essere fatale o comportare una grave disabilita'. La PML puo' verificarsi soltanto in presenza di un'infezione da JCV. Qualora vengano effettuati test sul JCV, si deve tenere in considezione che l'influenza della linfopenia sull'accuratezza del test per gli anticorpi anti-JCV non e' stata studiata nei pazienti trattati con il medicinale. E' inoltre necessario tenere presente che un test per la presenza di anticorpi anti-JCV negativo (in presenza di conte linfocitare normali) non preclude la possibilita' di infezione da JCV in futuro. Non sono stati effettuati studi per valutare l'efficacia e la sicurezza del farmaco in pazienti che passano da altre terapie che modificano il decorso della malattia al medicinale. Il contributo di precedenti terapie immunosoppressive nello sviluppo dellaPML nei pazienti trattati con il farmaco non e' noto. Quando i pazien ti passano da un'altra terapia che modifica il decorso della malattia al farmaco, e' necessario tenere in considerazione l'emivita e la modalita' di azione dell'altra terapia per evitare un effetto additivo sulsistema immunitario e, al contempo, ridurre il rischio di riattivazio ne della SM. Si consiglia un emocromo completo prima di iniziare il trattamento con il medicinale e a intervalli regolari durante il trattamento. Generalmente, la terapia con il farmaco puo' essere iniziata immediatamente dopo l'interruzione dell'interferone o del glatiramer acetato. Il medicinale non e' stato studiato nei pazienti con compromissione renale severa o con compromissione epatica severa ed e' percio' necessario usare cautela in questi pazienti. Il farmaco non e' stato studiato nei pazienti affetti da malattia gastrointestinale attiva severa ed e' percio' necessario usare cautela in questi pazienti. Negli studiclinici, il 34% dei pazienti trattati con il prodotto e' stato affett o da rossore. Nella maggior parte dei pazienti affetti da rossore, questo e' stato di grado lieve o moderato. Negli studi clinici, 3 pazienti su un totale di 2.560 trattati con il farmaco sono stati affetti da sintomi gravi di rossore, probabilmente riconducibili a reazioni di ipersensibilita' o anafilattoidi. Questi eventi non sono stati pericolosi per la vita, ma hanno richiesto l'ospedalizzazione. Negli studi di fase III controllati verso placebo, l'incidenza di infezioni (60% rispetto a 58%) e di infezioni gravi (2% rispetto a 2%) e' risultata similenei pazienti trattati rispettivamente con il farmaco o placebo. Non e ' stato osservato un incremento dell'incidenza di infezioni gravi in pazienti con conta linfocitaria <0,8x10^9 /L o <0,5x10^9 /L. Durante iltrattamento negli studi sulla sclerosi multipla controllati verso pla cebo, la conta linfocitaria media e' diminuita del 30% circa rispetto al valore basale a un anno, con una successiva fase di stabilizzazione. La conta linfocitaria media e' rimasta entro i limiti normali. Contelinfocitarie <0,5x10^9 /L sono state osservate in <1% dei pazienti tr attati con placebo e nel 6% dei pazienti trattati con il farmaco. Negli studi clinici (sia quelli controllati che quelli non controllati), il 2% dei pazienti ha manifestato conte linfocitarie <0,5 x 10^9 /L peralmeno sei mesi. In questi pazienti, la maggior parte delle conte lin focitarie e' rimasta <0,5 x 10^9 /L con il proseguimento della terapia. Qualora si prosegua la terapia in presenza di linfopenia severa e prolungata, non si puo' escludere il rischio di infezioni opportunistiche, compresa la l eucoencefalopatia multifocale progressiva (PML). Se un paziente sviluppa un'infezione grave, considerare la sospensione deltrattamento e si devono rivalutare i benefici ed i rischi prima di in iziare nuovamente la terapia. I pazienti in trattamento con il farmacodevono essere avvisati di segnalare i sintomi di infezioni al medico. I pazienti con infezioni gravi non devono iniziare il trattamento con il medicinale fino alla risoluzione della(e) infezione(i).

Interazioni

Il farmaco non e' stato studiato in associazione con terapie antineoplastiche o immunosoppressive ed e' percio' necessario usare cautela durante la somministrazione concomitante. Negli studi clinici sulla sclerosi multipla, il trattamento concomitante delle recidive con un breve ciclo di corticosteroidi somministrati per via endovenosa non e' statoassociato ad un aumento clinicamente rilevante dell'infezione. La vac cinazione durante il trattamento non e' stata valutata. Non e' noto seil trattamento possa ridurre l'efficacia di alcuni vaccini. I vaccini vivi potrebbero comportare un rischio aumentato di infezione clinica e non devono essere somministrati a pazienti trattati con il medicinale a meno che, in casi eccezionali, questo rischio potenziale sia considerato meno importante del rischio della mancata vaccinazione per l'individuo. Durante il trattamento, deve essere evitato l'utilizzo concomitante di altri derivati dell'acido fumarico (topici o sistemici). Nell'uomo, il dimetilfumarato viene ampiamente metabolizzato dalle esterasi prima di raggiungere la circolazione sistemica e un ulteriore metabolismo avviene attraverso il ciclo dell'acido tricarbossilico, senza alcun coinvolgimento del sistema del citocromo P450 (CYP). Non sono stati identificati potenziali rischi di interazioni farmacologiche dagli studi in vitro dell'inibizione e dell'induzione del CYP, da uno studiodelle p- glicoproteine o dagli studi del legame con le proteine del d imetilfumarato e del monometilfumarato (un metabolita primario del dimetilfumarato). Medicinali comunemente utilizzati nei pazienti con sclerosi multipla, quali l'interferone beta-1a somministrato per via intramuscolare e il glatiramer acetato, sono stati testati clinicamente perle interazioni potenziali con il dimetilfumarato e non hanno modifica to il profilo farmacocinetico del dimetilfumarato. In uno studio condotto su volontari sani, la somministrazione di 325 mg (o equivalente) di acido acetilsalicilico senza rivestimento enterico, 30 minuti prima di Tecfidera, nel corso di 4 giorni di somministrazione, non ha modificato il profilo farmacocinetico del medicinale e ha ridotto l'insorgenza e la gravita' del rossore (flushing). Tuttavia, l'uso a lungo termine dell'acido acetilsalicilico non e' raccomandato per il trattamento del rossore. I rischi potenziali associati alla terapia con acido acetilsalicilico devono essere presi in considerazione prima della somministrazione concomitante con il farmaco. La terapia concomitante con medicinali nefrotossici (come aminoglicosidi, diuretici, FANS o litio) puo' aumentare potenziali reazioni avverse renali (ad es. proteinuria) nei pazienti trattati con il medicinale. Il consumo di quantita' moderate di alcol non ha modificato l'esposizione al farmaco e non e' stato associato a un aumento delle reazioni avverse. Il consumo di elevate quantita' di bevande ad alto tasso alcolico (piu' del 30% di alcol in volume) puo' provocare un aumento dei tassi di dissoluzione del medicinale e puo', quindi, accrescere la frequenza delle reazioni avverse gastrointestinali. Gli studi in vitro dell'induzione del CYP non hanno dimostrato un'interazione tra il farmaco e i contraccettivi orali. Non sono stati effettuati studi in vivo sull'interazione con i contraccettivi orali. Anche se non e' attesa un'interazione, devono essere prese in considerazione misure contraccettive non- ormonali con il medicinale. Popolazione pediatrica: sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse sono presentate secondo la terminologia MedDRA raccomandata nella classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. L'incidenza delle reazioni avverse riportate di seguito e' espressa secondo la seguente convenzione: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000) ; non nota. Infezioni ed infestazioni. Comune: gastroenterite; non nota: leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML). Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: linfocitopenia, leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita'. Patologie del sistema nervoso. Comune: sensazione di bruciore. Patologie vascolari. Molto comune: rossore (flushing); comune: vampata di calore. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea, dolore addominale superiore, dolore addominale; comune: vomito, dispepsia, gastrite, patologia gastrointestinale. Patologie della cute e deltessuto sottocutaneo. Comune: prurito, eruzione cutanea, eritema. Pat ologie renali e urinarie. Comune: proteinuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sensazione di calore. Esami diagnostici. Molto comune: chetoni nelle urine; comune: albumina urinaria presente, aspartato aminotransferasi aumentata, alanina aminotransferasi aumentata, conta dei leucociti diminuita. Anormalita' di laboratorio: negli studi clinici controllati con placebo, la misurazione dei chetoni nelle urine (1+ o superiore) e' risultata superiore nei pazienti trattati con il farmaco (45%) rispetto al placebo(10%). Non sono state osservate conseguenze impreviste negli studi cl inici. I livelli di 1,25-diidrossivitamina D sono diminuiti nei pazienti trattati con il medicinale rispetto a quelli trattati con placebo (diminuzione della percentuale mediana dal basale a 2 anni del 25% rispetto al 15%, rispettivamente) e i livelli di paratormone (PTH) sono saliti nei pazienti trattati con Tecfidera rispetto a quelli trattati con il placebo (aumento della percentuale mediana dal basale a 2 anni del 29% rispetto al 15%, rispettivamente). I valori medi per entrambi i parametri sono rimasti entro il range normale. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Non sono disponibili dati o sono disponibili dati in quantita' limitata sull'uso del dimetilfumarato nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti negli animali hanno dimostrato la tossicita' riproduttiva. Il medicinale non e' raccomandato durante la gravidanza e nelle donne in eta' fertile che non fanno uso di contraccettivi appropriati. Il farmaco deve essere utilizzato durante la gravidanza soltanto se e' chiaramente necessario e se il beneficio potenziale giustifica il rischio potenziale per il feto. Non e' noto se il dimetilfumarato o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Non e' possibile escludere un rischio per i neonati/ i lattanti. E' necessario decidere se interrompere l'allattamento al seno o la terapia con il farmaco. Devono essere presiin considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Non sono disponibili dati sugli effetti del medicinale sulla fertilita' umana. I dati forniti dagli studi preclinici non suggeriscono che il dimetilfumarato sarebbe associato ad un aumento del rischio di riduzione della fertilita'.