Tafinlar - Fl 120cps 50mg
Dettagli:
Nome:Tafinlar - Fl 120cps 50mgCodice Ministeriale:042923021
Principio attivo:Dabrafenib Mesilato
Codice ATC:L01XE23
Fascia:H
Prezzo:9272.85
Produttore:Novartis Farma Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi
Denominazione
TAFINLAR 50 MG CAPSULE RIGIDE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale).
Formulazioni
Tafinlar - Fl 28cps 50mg
Tafinlar - Fl 120cps 50mg
Categoria farmacoterapeutica
Agenti antineoplastici, inibitore delle protein-chinasi.
Principi attivi
Ogni capsula rigida contiene dabrafenib mesilato equivalente a 50 mg di dabrafenib.
Eccipienti
Contenuto delle capsule: cellulosa microcristallina, magnesio stearato, biossido di silicone colloidale. Rivestimento della capsula: ossido di ferro rosso (E172), titanio biossido (E171), ipromellosa (E464). Inchiostro: ossido di ferro nero (E172), gomma lacca, glicole propilenico.
Indicazioni
Dabrafenib e' indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con melanoma inoperabile o metastatico positivo alla mutazione BRAF V600 (vedere paragrafo 5.1).
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia
Il trattamento con dabrafenib deve essere iniziato e supervisionato daun medico qualificato esperto nell'uso di medicinali antitumorali. Pr ima di iniziare la terapia con dabrafenib, si deve accertare la presenza della mutazione BRAF V600 nel tessuto tumorale dei pazienti mediante un test validato. L'efficacia e la sicurezza di dabrafenib non sono state stabilite nei pazienti con melanoma BRAF wild-type, pertanto dabrafenib non deve essere usato nei pazienti con melanoma BRAF wild-type. La dose raccomandata di dabrafenib e' di 150 mg due volte al giorno (corrispondente ad una dose totale giornaliera di 300 mg). Dabrafenib deve essere assunto almeno un'ora prima di un pasto, o almeno 2 ore dopo un pasto, e lasciando un intervallo di circa 12 ore tra le dosi. Dabrafenib deve essere assunto tutti i giorni all'incirca alla stessa ora per migliorare l'aderenza del paziente alla terapia. Il trattamento deve essere continuato fino a quando il paziente non ne trae piu' beneficio o fino allo sviluppo di una tossicita' inaccettabile. Dimenticanza di dosi: se una dose viene dimenticata, non deve essere assunta se vi sono meno di 6 ore fino alla prossima dose. Modifiche della dose: le capsule con i due dosaggi di dabrafenib, 50 mg e 75 mg, sono disponibili per gestire in modo efficace le necessita' di modifica della dose. La gestione delle reazioni avverse puo' richiedere l'interruzione del trattamento, la riduzione della dose, o la sospensione del trattamento. Non sono raccomandate la modifica o l'interruzione delle dosi in caso di reazioni avverse come il carcinoma cutaneo a cellule squamose (cuSCC) o un nuovo melanoma primario. La terapia deve essere interrottase la temperatura del paziente e' >= 38,5gradi centigradi. I pazienti devono essere valutati per segni e sintomi di infezione. Aggiustament i posologici che determinano una dose inferiore a 50 mg due volte al giorno non sono raccomandati. Riduzioni dei livelli delle dosi di dabrafenib raccomandate. Dose piena: 150 mg 2 volte al giorno; prima riduzione: 100 mg 2 volte al giorno; seconda riduzione: 75 mg 2 volte al giorno; terza riduzione: 50 mg 2 volte al giorno. Schema di modifica della dose di dabrafenib in base al grado di qualsiasi Evento Avverso (AE). Grado 1 o Grado 2 (Tollerabile): continuare il trattamento e monitorare come clinicamente indicato; Grado 2 (Intollerabile) o Grado 3: interrompere la terapia fino a tossicita' di grado 0-1 e ridurre di un livello di dose quando si riprende la terapia; Grado 4: interrompere la terapia permanentemente, o interrompere la terapia fino al grado 0-1 eridurre di un livello di dose quando si riprende la terapia. Quando l e reazioni avverse individuali sono gestite in modo efficace, puo' essere preso in considerazione l'aumento della dose seguendo gli stessi intervalli di dose usati nella riduzione. La dose non deve superare 150mg due volte al giorno. Pazienti non-caucasici: la sicurezza e l'effi cacia di dabrafenib nei pazienti non- caucasici non sono state stabilite. Non vi sono dati disponibili. Anziani: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti di eta' > 65 anni. Compromissione renale: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose per i pazienti con compromissione renale lieve o moderata. Non vi sono dati clinici nei soggetti con compromissione renale grave e la necessita' potenziale di un aggiustamento della dose non puo' essere determinata. Dabrafenib deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione renale grave. Compromissione epatica: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose per i pazienti con compromissione epatica lieve. Nonvi sono dati clinici nei soggetti con compromissione epatica da moder ata a grave e la necessita' potenziale di un aggiustamento della dose non puo' essere determinata. Il metabolismo epatico e la secrezione biliare sono le vie principali di eliminazione di dabrafenib e dei suoi metaboliti e i pazienti con compromissione epatica da moderata a gravepossono presentare un aumento della esposizione al farmaco. Dabrafeni b pertanto deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica da moderata a grave. Popolazione pediatrica: la sicurezza el'efficacia di dabrafenib nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni) non sono ancora state stabilite. Non vi sono dati clinici disponibili . Gli studi condotti in animali giovani hanno mostrato effetti avversidi dabrafenib che non sono stati osservati negli animali adulti. Modo di somministrazione: le capsule devono essere deglutite intere con ac qua. Non devono essere masticate o schiacciate e non devono essere mescolate con cibo o liquidi a causa dell'instabilita' chimica di dabrafenib.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Avvertenze
Non usare nei pazienti con melanoma BRAF wild-type. Piressia: negli studi clinici e' stata riportata febbre. In soggetti con normale funzionalita' renale al basale, sono stati identificati eventi febbrili gravinon-infettivi come febbre accompagnata a gravi brividi, disidratazion e, ipotensione e/o insufficienza renale acuta di origine pre-renale. Ipazienti con eventi febbrili gravi non-infettivi hanno risposto bene alla interruzione e/o alla riduzione del trattamento e alla terapia disupporto. La terapia deve essere interrotta se la temperatura del paz iente e' >= 38,5 gradi C. Dabrafenib puo' essere re-iniziato una voltache la febbre si risolva con una appropriata profilassi, usando medic inali antinfiammatori non- steroidei o paracetamolo. Se la febbre e' associata ad altri gravi segni o sintomi, dabrafenib deve essere re-iniziato ad una dose ridotta una volta che la febbre si risolva e come clinicamente appropriato. Carcinoma cutaneo a cellule squamose (cuSCC): sono stati segnalati casi di cuSCC. Effettuare una esame della cute, prima dell'inizio della terapia e mensilmente durante il trattamento, efino a sei mesi dopo il trattamento del cuSCCI. Il monitoraggio deve continuare per 6 mesi dopo l'interruzione di dabrafenib o fino all'inizio di un'altra terapia anti-neoplastica. I casi di cuSCC devono essere trattati con escissione dermatologica e il trattamento deve essere continuato senza alcun aggiustamento della dose. Istruire i pazienti a informare il medico se sviluppano nuove lesioni. Nuovi melanomi primari: sono stati trattati con l'escissione e non hanno richiesto modifiche del trattamento. Il monitoraggio delle lesioni della cute deve avvenire come descritto per i cuSCC. Tumori maligni non-cutanei secondari/ricorrenti: test in vitro hanno dimostrato l'attivazione paradossa del segnale delle proteine chinasi attivate da mitogeni (MAP chinasi) nelle cellule BRAF wild type con mutazioni RAS quando esposte a inibitori di BRAF. Sono stati segnalati casi di tumori maligni RAS-associati, sia con un altro inibitore di BRAF sia con dabrafenib quando somministrato in combinazione con l'inibitore di MEK, trametinib. Prima dell'inizio del trattamento effettuare un esame della testa e del collo, di minima, con ispezione visiva della mucosa orale e palpazione dei linfonodi, nonche' scansione con Tomografia Computerizzata (CT) di torace/addome. Durante il trattamento i pazienti devono essere monitorati come clinicamente appropriato. Sono raccomandati ispezioni anali e pelviche (per le donne) prima e alla fine del trattamento o quando considerato indicato. Eseguire la conta ematica completa come clinicamente indicato. A seguito dell'interruzione di dabrafenib, il monitoraggio per tumori maligni non-cutanei secondari/ricorrenti deve continuare fino a 6 mesi o fino all'inizio di un'altra terapia anti-neoplastica. Risultati anomali devono essere trattati in base alla pratica clinica. Insufficienza renale e' stata individuata in < 1% dei pazienti. I casi osservatisono stati generalmente associati a piressia e disidratazione e hanno risposto bene all'interruzione del trattamento e alle misure generali di supporto. E' stata segnalata nefrite granulomatosa. Mentre sono in terapia, ai pazienti deve essere controllata di routine la creatinina sierica. Se la creatinina aumenta, puo' essere necessario interromper e dabrafenib come clinicamente appropriato. Dabrafenib non e' stato studiato nei pazienti con insufficienza renale pertanto deve essere usata cautela in questo ambito. Uveite: sono state segnalate reazioni oftalmologiche, comprese uveite e irite. Mentre sono in terapia, monitorare i pazienti per segni e sintomi visivi. Pancreatite: e' stata segnalata pancreatite in < 1 % dei pazienti. Un dolore addominale inspiegabile deve essere immediatamente valutato. I pazienti devono essere attentamente monitorati quando iniziano nuovamente dabrafenib dopo un episodio di pancreatite. Prolungamento del QT: il caso peggiore di prolungamento del QT-c > 60 msec e' stato osservato nel 3% dei soggetti trattati. Il trattamento non e' raccomandato nei pazienti con anomalie elettrolitiche non correggibili (compreso il magnesio), sindrome del QT lungo o in quelli che stanno assumendo medicinali noti per prolungare l'intervallo QT. L'elettrocardiogramma (ECG) e gli elettroliti (compreso il magnesio) devono essere monitorati in tutti i pazienti prima del trattamento, dopo un mese di trattamento e dopo modifiche della dose. Si raccomanda un ulteriore monitoraggio in particolare nei pazienti con compromissione epatica da moderata a grave, mensilmente durante i primi3 mesi di trattamento, successivamente ogni 3 mesi o piu' spesso come clinicamente indicato. L'inizio del trattamento non e' raccomandato n ei pazienti con QTc > 500 msec. Se durante il trattamento il QTc supera i 500 msec, il trattamento deve essere temporaneamente interrotto, devono essere corrette le anomalie elettolitiche (compreso il magnesio), e devono essere controllati i fattori di rischio per il prolungamento del QT (ad esempio insufficienza cardiaca congestizia, bradiaritmie). Il trattamento dovra' riprendere una volta che il QTc si riduce al di sotto di 500 msec e ad una dose piu' bassa. L'interruzione permanente del trattamento e' raccomandata se i valori dell'aumento del QTc risultano > 500 msec e > 60 msec rispetto ai valori pre-trattamento. Effetti di altre sostanze su dabrafenib: dabrafenib e' un substrato di CYP2C8 e CYP3A4. Quando possibile, devono essere evitati i potenti induttori di questi enzimi, in quanto questi agenti possono ridurre l'efficacia di dabrafenib. Gli agenti che aumentano il pH gastrico possono ridurre la biodisponibilita' di dabrafenib e devono essere evitati quandopossibile. Effetti di dabrafenib su altre sostanze: dabrafenib e' un induttore di enzimi metabolizzanti che puo' portare a perdita di efficacia di molti medicinali comunemente usati. Una revisione dell'utilizzazione del farmaco (drug utilisation review - DUR) e' pertanto essenziale quando si inizia il trattamento. L'uso concomitante di dabrafenib con medicinali che sono substrati sensibili di alcuni enzimi metabolizzanti o trasportatori deve essere generalmente evitato se non e' possibile il monitoraggio dell'efficacia e l'aggiustamento della dose. La somministrazione concomitante di dabrafenib con warfarin puo' determinare una riduzione dell'esposizione a warfarin. Si deve esercitare cautela e si raccomanda un monitoraggio addizionale dell'INR quando dabrafenib e' usato in concomitanza con warfarin e quando si interrompe dabrafenib. La somministrazione concomitante con digossina puo' determinareuna riduzione dell'esposizione a digossina. Si deve esercitare cautel a e si raccomanda un monitoraggio addizionale della digossinemia quando la digossina (un substrato trasportatore) e' usata in concomitanza equando si interrompe dabrafenib.
Interazioni
Effetti di altri medicinali su dabrafenib: dabrafenib e' un substrato degli enzimi metabolizzanti CYP2C8 e CYP3A4, mentre i metaboliti attivi idrossidabrafenib e desmetil- dabrafenib sono substrati di CYP3A4. Pertanto i medicinali che sono forti inibitori o induttori di CYP2C8 o CYP3A4 probabilmente aumentano o riducono, rispettivamente le concentrazioni di dabrafenib. Quando possibile, durante la somministrazione didabrafenib devono essere presi in considerazione agenti alternativi. Usare cautela se forti inibitori (ad esempio ketoconazolo, nefazodone,claritromicina, ritonavir, saquinavir, telitromicina, itraconazolo, v oriconazolo, posaconazolo, atazanavir) sono somministrati in concomitanza con dabrafenib. Evitare la somministrazione concomitante di dabrafenib con potenti induttori (ad esempio rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, o erba di san Giovanni (Hypericum perforatum)) di CYP2C8 o CYP3A4. I dati di farmacocinetica mostrano un aumento di Cmax e AUC di dabrafenib, a dosi ripetute, con ketoconazolo, e l'aumentodella AUC di idrossi- e desmetil-dabrafenib. Una riduzione del 33% de lla AUC e' stata notata per carbossidabrafenib. La solubilita' di dabrafenib e' pH-dipendente, con la riduzione della solubilita' a pH piu' alto. I medicinali come gli inibitori di pompa protonica che inibiscono la secrezione dell'acido gastrico aumentando il pH gastrico possono ridurre la solubilita' di dabrafenib e ridurre la sua biodisponibilita'. Non sono stati condotti studi clinici per valutare l'effetto del pHsulla farmacocinetica di dabrafenib. A causa del rischio teorico che agenti che aumentano il pH possono ridurre la biodisponibilita' orale e l'esposizione a dabrafenib, questi medicinali che aumentano il pH gastrico devono, se possibile, essere evitati durante il trattamento condabrafenib. Effetti di dabrafenib su altri medicinali: dabrafenib e' un induttore di enzimi e aumenta la sintesi di enzimi metabolizzanti ifarmaci inclusi CYP3A4, CYP2C e CYP2B6 e puo' aumentare la sintesi de i trasportatori. Questo determina la riduzione dei livelli plasmatici dei medicinali metabolizzati da questi enzimi, e puo' influenzare alcuni medicinali trasportati. La riduzione delle concentrazioni plasmatiche puo' portare a perdita o riduzione degli effetti clinici di questi medicinali. Vi e' anche un rischio di aumento della formazione di metaboliti attivi di questi medicinali. Gli enzimi che possono essere indotti includono CYP3A nel fegato e nell'intestino, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9, CYP2C19, e UGT (enzimi coniuganti la glucuronide). La proteina di trasporto Pgp puo' essere anche indotta come gli altri trasportatori, ad esempio MRP-2, BCRP e OATP1B1/1B3. In vitro, dabrafenib produce aumenti dose-dipendenti di CYP2B6 e CYP3A4. In uno studio clinico di interazione farmacologica, la Cmax e la AUC di midazolam (un substrato di CYP3A4) per via orale si sono ridotte del 61% e del 74%, rispettivamente, con la somministrazione concomitante di dosi ripetute di dabrafenibutilizzando una formulazione con biodisponibilita' piu' bassa della f ormulazione di dabrafenib. Sono attese interazioni con molti medicinali eliminati attraverso il metabolismo e per trasporto attivo. Se il loro effetto terapeutico e' di cosi' grande importanza per il paziente el'aggiustamento della dose non e' cosi' facilmente eseguibile sulla b ase del monitoraggio dell'efficacia o delle concentrazioni plasmatiche, questi medicinali devono essere evitati o usati con cautela. Il rischio di danno epatico dopo somministrazione di paracetamolo, si sospetta sia maggiore nei pazienti trattati in concomitanza con induttori enzimatici. E' atteso un numero elevato di medicinali interessati, sebbene l'entita' dell'interazione possa variare. Gruppi di medicinali che possono essere interessati includono, ma non sono limitati a: analgesici, antibiotici, agenti antitumorali, anticoagulanti, antiepilettici, antipsicotici, bloccanti i canali del calcio, glicosidi cardiaci, corticosteroidi, antivirali HIV, contraccettivi ormonali, ipnotici, immunosoppressori, statine metabolizzate da CYP3A4. E' probabile che l'insorgenza dell'induzione avvenga dopo 3 giorni di dosi ripetute di dabrafenib. Al momento dell'interruzione di dabrafenib la compensazione dell'induzione e' graduale, possono aumentare le concentrazioni di CYP3A4, CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9 e CYP2C19 sensibili, di UDP glucuronosil transferasi (UGT) e dei substrati trasportatori e i pazienti devono essere monitorati per la tossicita' e puo' essere necessario aggiustare il dosaggio di questi agenti. In vitro, dabrafenib e' un inibitore basato su un meccanismo del CYP3A4. Pertanto, durante i primi giorni di trattamento si puo' osservare l'inibizione transitoria di CYP3A4. Effetti di dabrafenib sui sistemi di trasporto delle sostanze: dabrafenib in vitroe' un inibitore del polipeptide che trasporta l'anione organico umano (OATP) 1B1 (OATP1B1) e OATP1B3 e la rilevanza clinica non puo' essere esclusa. Pertanto si raccomanda cautela in caso di somministrazione c oncomitante di dabrafenib e di substrati OATB1B1 o OATP1B3, quali le statine. Sebbene dabrafenib ed i suoi metaboliti, idrossi-dabrafenib, carbossi-dabrafenib e desmetil-dabrafenib, siano in vitro inibitori deltrasportatore dell'anione organico umano (OAT) 1 e OAT3, sulla base d ell'esposizione clinica il rischio di un'interazione farmaco- farmaco e' minimo. Dabrafenib e desmetil-dabrafenib si sono anche dimostrati dei moderati inibitori della human breast cancer resistance protein (BCRP); tuttavia, sulla base della esposizione clinica, il rischio di unainterazione farmaco-farmaco e' minimo. Effetto del cibo su dabrafenib : i pazienti devono assumere dabrafenib almeno un'ora prima o due ore dopo un pasto a causa dell'effetto del cibo sull'assorbimento di dabrafenib. Popolazione pediatrica: gli studi di interazione sono stati condotti solo negli adulti.
Effetti indesiderati
Frequenze reazioni avverse: molto comune >= 1/10; comune da >= 1/100 a< 1/10; non comune da >= 1/1.000 a < 1/100; raro da >= 1/10.000 a < 1 /1.000; non nota. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Molto comune: papilloma; comune: carcinoma cutaneo a cellule squamose, cheratosi seborroica, acrochordon (fibromi penduli, carcinoma a cellule basali; non comune: nuovo melanoma primario. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita', pannicolite. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: riduzionedell'appetito; comune: ipofosfatemia, iperglicemia. Patologie del sis tema nervoso. Molto comune: cefalea. Patologie dell'occhio. Non comune: uveite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. molto comune: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, vomito,diarrea; comune: stipsi; non comune: pancreatite. Patologie della cut e e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: ipercheratosi, alopecia, rash; molto comune: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare; comune: secchezza della cute, prurito, cheratosi attinica, lesioni della cute, eritema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: artralgia, mialgia, dolore alle estremita'. Patologie renali e urinarie. Non comune: insufficienza renale, insufficienza renale acuta; non comune: nefrite. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. molto comune: piressia, affaticamento, brividi, astenia; comune: sintomi simil-influenzali. Esamidiagnostici. Comune: riduzione del LVEF; non comune: prolungamento de l QT. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistemanazionale di segnalazione. Piressia: e' stata riportata febbre. Nell' 1% dei pazienti degli studi clinici, in soggetti con normale funzionalita' renale al basale, sono stati identificati eventi febbrili gravi non-infettivi come febbre accompagnata a gravi brividi, disidratazione,ipotensione e/o insufficienza renale acuta di origine pre-renale. L'i nsorgenza di tali eventi febbrili gravi non-infettivi e' avvenuta generalmente entro il primo mese di terapia. I pazienti con eventi febbrili gravi non-infettivi hanno risposto bene alla interruzione e/o alla riduzione del trattamento e alla terapia di supporto. Carcinoma cutaneoa cellule squamose: casi di carcinoma cutaneo a cellule squamose (che includono quelli classificati come cheratoacantoma o cheratoacantoma sottotipo misto) si sono verificati nel 9 % dei pazienti trattati con dabrafenib. Circa il 70 % degli eventi si verificava entro le prime 12settimane del trattamento, il tempo mediano dell'insorgenza e' stato di 8 settimane. Il novantasei per cento dei pazienti che hanno sviluppato carcinoma cutaneo a cellule squamose (cuSCC) ha continuato il trattamento senza modificare la dose. Nuovo melanoma primario: negli studiclinici con dabrafenib sono stati riportati nuovi melanomi primari. I casi sono stati trattati con l'escissione e non hanno richiesto modif iche del trattamento. Tumori maligni non-cutanei: l'attivazione del segnale MAP chinasi nelle cellule BRAF wild type che sono esposte agli inibitori del BRAF puo' portare ad un aumento del rischio di tumori maligni non-cutanei, inclusi quelli con mutazioni RAS. Casi di tumori maligni con mutazioni RAS sono stati osservati con dabrafenib. I pazientidevono essere monitorati come clinicamente indicato. Prolungamento de l QT: un soggetto della popolazione valutata complessivamente per la sicurezza ha presentato un QTcB > 500 ms e solo il 3 % ha presentato ilcaso peggiore di prolungamento del QTc di > 60 msec. Riduzione del LV EF: e' stata riportata nell'1 % dei pazienti, e nella maggior parte dei casi e' risultata asintomatica e reversibile. I pazienti con LVEF inferiore al limite piu' basso dello standard normale non sono stati inclusi negli studi clinici con dabrafenib. Artralgia: e' stata riportatamolto comunemente negli studi clinici con dabrafenib (25 %) sebbene f osse per la maggior parte di gravita' di grado 1 e 2, presentandosi non comunemente di gravita' di grado 3 (< 1 %) e non e' stato riportano nessun caso di grado 4. Ipofosfatemia Ipofosfatemia e' stata riportatacomunemente negli studi clinici con dabrafenib (7 %). Si deve notare che circa la meta' di questi casi (4 %) sono stati di gravita' di grado 3. Pancreatite Pancreatite e' stata riportata nei soggetti trattati con dabrafenib. Un dolore addominale inspiegabile deve essere immediatamente valutato, includendo la misurazione di amilasi e lipasi sieriche. I pazienti devono essere attentamente monitorati quando re-inizianodabrafenib dopo un episodio di pancreatite. Insufficienza renale: ins ufficienza renale, dovuta ad azotemia pre-renale associata a piressia o a nefrite granulomatosa, si e' verificata con frequenza non comune; tuttavia dabrafenib non e' stato studiato in pazienti con insufficienza renale (definita come creatinina >1,5 volte l'ULN) pertanto deve essere usata cautela in questo ambito. Popolazioni speciali. Anziani: delnumero totale di pazienti degli studi clinici con dabrafenib (N = 578 ), il 22 % era di eta' pari o superiore a 65 anni, e il 6 % era di eta' pari o superiore a 75 anni. In confronto con i soggetti piu' giovani(< 65), piu' soggetti di eta' >= 65 anni hanno avuto reazioni avverse che hanno portato a riduzioni del farmaco in studio o ad interruzioni . Inoltre, i pazienti anziani hanno presentato piu' reazioni avverse gravi in confronto ai pazienti piu' giovani. Nessuna differenza complessiva nell'efficacia e' stata osservata tra questi soggetti e i soggetti piu' giovani.
Gravidanza e allattamento
Le donne in eta' fertile devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante la terapia e per 4 settimane dopo l'interruzione del trattamento. Dabrafenib puo' ridurre l'efficacia dei contraccettivi ormonali e si deve utilizzare un metodo contraccettivo alternativo. Gravidanza Non vi sono dati sull'utilizzo di dabrafenib in donne in gravidanza.Studi negli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva e tossicit a' dello sviluppo embriofetale, inclusi effetti teratogeni. Dabrafenibnon deve essere somministrato a donne in gravidanza a meno che il pot enziale beneficio per la madre superi il possibile rischio per il feto. Se la paziente inizia una gravidanza mentre sta assumendo dabrafenib, la paziente deve essere informata del rischio potenziale per il feto. Non e' noto se dabrafenib sia escreto nel latte materno. Poiche' molti medicinali sono escreti nel latte materno, non si puo' escludere unrischio nell'allattare al seno il bambino. Si deve prendere la decisi one se interrompere l'allattamento o interrompere dabrafenib, tenendo conto del beneficio dell'allattamento per il bambino e del beneficio della terapia per la madre. Non vi sono dati nell'uomo. Dabrafenib puo'alterare la fertilita' maschile e femminile, in quanto negli animali sono stati osservati effetti avversi negli organi riproduttivi del maschio e della femmina. I pazienti maschi devono essere informati del potenziale rischio di alterazione della spermatogenesi, che puo' essere irreversibile.