Reyataz - Fl 30cps 300mg

Dettagli:
Nome:Reyataz - Fl 30cps 300mg
Codice Ministeriale:036196083
Principio attivo:Atazanavir Solfato
Codice ATC:J05AE08
Fascia:H
Prezzo:580.91
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Bristol-myers Squibb Srl
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:24 mesi

Denominazione

REYATAZ 300 MG CAPSULE

Formulazioni

Reyataz - Fl 30cps 300mg
Reyataz - 30cps 300mg

Categoria farmacoterapeutica

Inibitori delle proteasi.

Principi attivi

Atazanavir 300 mg (come solfato).

Eccipienti

Contenuto della capsula: crospovidone, lattosio monoidrato, magnesio stearato. Involucro della capsula: gelatina, ferro ossido rosso, ferro ossido nero, ferro ossido giallo, carminio d'Indaco (E132), titanio diossido (E171). Inchiostro bianco contenente: gomma lacca, titanio diossido (E171), ammonio idrossido, propilen-glicole, simeticone.

Indicazioni

Trattamento di pazienti adulti con infezione da HIV-1 in combinazione con altri antiretrovirali. In pazienti gia' sottoposti a trattamento antiretrovirale, la dimostrazione dell'efficacia si basa su uno studio che confronta il farmaco una volta al giorno in combinazione con ritonavir 100 mg una volta al giorno con lopinavir/ritonavir, ogni schema terapeutico in combinazione con tenofovir. Sulla base dei dati virologici e clinici a disposizione, non ci si aspetta alcun beneficio in pazienti con ceppi resistenti a diversi inibitori delle proteasi (>= 4 mutazioni da PI). La scelta del medicinale, in pazienti gia' sottoposti atrattamento, si deve basare sui test di resistenza virale individuale e sulla storia dei precedenti trattamenti del paziente.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti con insufficienza epatica da moderata a grave. La combinazione di rifampicina e Reyataz con ritonavir a bassi dosaggi e' controindicata. Il farmaco con ritonavir non deve essere usato in combinazione con medicinali che siano substrati dell'isoenzima CYP3A4 del citocromo P450 e che abbiano finestre terapeutiche strette (es: astemizolo, terfenadina, cisapride, pimozide, chinidina, bepridil, triazolam, midazolam per somministrazione orale (per le precauzioni sulla somministrazione parenterale di midazolam, e alcaloidi della segale cornuta, in particolare, ergotamina, diidroergotamina, ergonovina, metilergonovina). Non deve essere usato in combinazione con prodotti che contengono l'Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum).

Posologia

La terapia deve essere instaurata da un medico esperto nel trattamentodell'infezione da HIV. Adulti: il dosaggio raccomandato e' di 300 mg una volta al giorno assunto con ritonavir 100 mg una volta al giorno econ il cibo. Ritonavir e' utilizzato come potenziatore farmacocinetic o dell'atazanavir. Se viene somministrato in combinazione con didanosina, si raccomanda che la didanosina sia assunta 2 ore dopo il farmaco.Assumere con il cibo. Bambini e adolescenti: la sicurezza e l'efficac ia nei pazienti pediatrici non sono state stabilite. Pazienti con disfunzione renale: non e' necessario alcun aggiustamento posologico. Pazienti con disfunzione epatica: non e' stato studiato in pazienti con disfunzione epatica. Usare con cautela nei pazienti con disfunzione epatica lieve. Non deve essere usato in pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave. Modo di somministrazione: per somministrazione orale. Le capsule devono essere deglutite intere. Per quei pazienti che sono impossibilitati a deglutire le capsule e' disponibile la polvere per uso orale.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.

Avvertenze

La somministrazione combinata con ritonavir a dosaggi maggiori di 100 mg una volta al giorno non e' stata valutata clinicamente. L'uso di dosaggi piu' elevati di ritonavir non e' raccomandato. Atazanavir e' metabolizzato principalmente dal fegato e sono stati osservati aumenti delle concentrazioni plasmatiche in pazienti con disfunzione epatica. Lasicurezza e l'efficacia non sono state stabilite in pazienti affetti da significativi disturbi epatici. Pazienti con epatite cronica B o C ed in trattamento con antiretrovirali di combinazione sono a maggior rischio di reazioni avverse epatiche gravi e potenzialmente fatali. Pazienti con disfunzione epatica preesistente hanno una aumentata frequenza di anomalie della funzione epatica durante la terapia antiretrovirale di combinazione. Nel caso si evidenziasse, in tali pazienti, un peggioramento della malattia epatica, dovranno essere prese in considerazione la sospensione o l'interruzione del trattamento. Negli studi clinici, sono stati osservati prolungamenti asintomatici dose-correlati dell'intervallo PR asintomatici. Occorre usare cautela con i farmaci noti per indurre un prolungamento dell'intervallo PR. In pazienti con problemi della conduzione preesistenti, usare con cautela e solo se i benefici superano il rischio. Occorre usare una particolare cautela in associazione con farmaci che hanno la capacita' potenziale di aumentare l'intervallo QT e/o in pazienti con fattori di rischio preesistenti. Ci sono state segnalazioni di aumenti del sanguinamento, compresi ematomi cutanei spontanei ed emartri in pazienti emofiliaci di tipo A e B trattati con inibitori delle proteasi. In alcuni pazienti si e' reso necessario un incremento di dose del fattore VIII. In piu' della meta' dei casi riportati, e' stato possibile continuare il trattamento con gli inibitori delle proteasi o riprenderlo nel caso fosse stato interrotto. E' stata ipotizzata una relazione causale, sebbene il meccanismo d'azione non sia stato chiarito. I pazienti emofiliaci devono pertanto essere informati circa la possibilita' di un aumento di tali episodi emorragici. Ridistribuzione della massa grassa e disturbi metabolici: la terapia antiretrovirale combinata e' stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo in pazienti con infezione da HIV. Le conseguenze a lungo termine di questi eventi sono attualmente sconosciute. Laconoscenza del meccanismo e' incompleta. E' stata ipotizzata una rela zione tra lipomatosi viscerale e gli inibitori della proteasi e lipoatrofia ed inibitori nucleosidici della transcrittasi inversa. Un rischio maggiore di lipodistrofia e' stato associato alla presenza di fattori individuali, quali l'eta' avanzata, e fattori legati al farmaco, come la maggior durata del trattamento antiretrovirale e dei disturbi metabolici associati. L'esame clinico deve comprendere la valutazione di segni fisici di ridistribuzione del grasso. La terapia antiretroviraledi combinazione e' associata a dislipidemia. Deve essere presa in con siderazione la misurazione a digiuno dei lipidi sierici e della glicemia. I disturbi del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata. Iperglicemia: in pazienti trattati con inibitori delle proteasi sono stati riportati nuovi casi di diabete mellito, iperglicemia e di aggravamento di un diabete mellito pre-esistente. In alcuni dei pazienti, l'iperglicemia e' stata grave e in alcuni casi anche associata a chetoacidosi. Iperbilirubinemia: si sono verificati incrementi reversibili della bilirubina indiretta correlati all'inibizione dell'UDP-glucuronosil transferasi. Si devono prendere in considerazione eziologie diverse per i pazienti che presentano aumenti delle transaminasi epatiche in associazione a bilirubina elevata. Puo' essere considerata una terapia antiretrovirale alternativa, se l'itterocutaneo, o sclerale, sia inaccettabile per il paziente. Non e' raccom andata la riduzione del dosaggio di atazanavir in quanto cio' puo' causare una perdita dell'effetto terapeutico e lo sviluppo di resistenza.Indinavir e' anche associato a iperbilirubinemia indiretta dovuta all 'inibizione di UGT. L'associazione ad indinavir non e' stata studiata e la somministrazione combinata di questi medicinali non e' raccomandata. Nefrolitiasi: e' stata riportata nefrolitiasi. Se compaiono segni o sintomi di nefrolitiasi, si puo' prendere in considerazione l'interruzione temporanea del trattamento. Sindrome da riattivazione immunitaria: in pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione, puo' insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Osteonecrosi: sebbene l'eziologia sia considerata multifattoriale, sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattuttonei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per l ungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione. Interazioni con altri medicinali: la somministrazione combinata con simvastatin o lovastatin non e' raccomandata. La somministrazione combinata con nevirapina o efavirenz non e' raccomandata. Se e' richiesta la somministrazione combinata con un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa, si puo' considerare un incremento del dosaggio sia di Reyataz che di ritonavir a 400 mg e 200 mg, rispettivamente, in combinazione con efavirenz, sotto stretto controllo clinico. Atazanavir e' metabolizzato soprattutto dal CYP3A4. La somministrazione combinata di Reyataz eritonavir e medicinali induttori del CYP3A4 non e' raccomandata. L'us o concomitante agli anticoncezionali orali deve essere evitato. L'utilizzo concomitante a fluticasone o di altri glucocorticoidi che sono metabolizzati dal CYP3A4 non e' raccomandato, a meno che il potenziale beneficio derivante dalla terapia sia superiore al rischio di effetti sistemici da corticosteroide, incluse la sindrome di Cushing e la soppressione surrenalica. La co-somministrazione con gli inibitori della pompa protonica non e' raccomandata. Se l'assunzione in concomitanza conun inibitore della pompa protonica e' ritenuta inevitabile, si raccom anda uno stretto controllo clinico insieme ad un aumento della dose; idosaggi degli inibitori della pompa protonica paragonabili a omeprazo lo 20 mg non dovranno essere superati. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficienza della Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

L'atazanavir e' metabolizzato nel fegato attraverso il CYP3A4 di cui e' inibitore. Percio', Reyataz in associazione con ritonavir e' controindicato se somministrato insieme a medicinali che sono substrati del CYP3A4 ed hanno un indice terapeutico stretto: astemizolo, terfenadina,cisapride, pimozide, chinidina, bepridil, triazolam, midazolam sommin istrato per via orale e gli alcaloidi della segale cornuta, in particolare ergotamina e diidroergotamina.

Effetti indesiderati

Il profilo di sicurezza e' stato valutato in terapia di combinazione con altri medicinali antiretrovirali. Le reazioni avverse sono state coerenti tra i pazienti che assumevano 400 mg, una volta al giorno, e i pazienti che assumevano 300 mg con ritonavir 100 mg, una volta al giorno, eccetto che per l'ittero e per i livelli elevati di bilirubina totale, riportati piu' frequentemente con il farmaco piu' ritonavir. Tra i pazienti che hanno ricevuto il dosaggio 400 mg, una volta al giorno,o 300 mg con ritonavir 100 mg, una volta al giorno, le uniche reazion i avverse di una certa gravita', riportate molto comunemente, considerate almeno possibilmente correlate ai regimi contenenti il farmaco ed uno o piu' NRTI, sono state nausea, diarrea ed ittero. Tra i pazienti che hanno ricevuto il medicinale 300 mg e ritonavir 100 mg, la frequenza di ittero e' stata del 17%. Nella maggior parte dei casi, ittero e'stato riportato da pochi giorni fino ad alcuni mesi dall'inizio del t rattamento. La terapia antiretrovirale combinata e' associata alla ridistribuzione del grasso corporeo nei pazienti con infezione da HIV, inclusi la perdita di grasso sottocutaneo periferico e facciale, l'aumento del grasso addominale e viscerale, l'ipertrofia mammaria e l'accumulo di grasso dorsocervicale. La terapia antiretrovirale combinata e' associata ad alterazioni metaboliche quali ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino resistenza, iperglicemia e iperlattatemia. Adulti: sono state riportate anche le seguenti reazioni avverse di intensita' moderata o superiore. La frequenza delle reazioni avverse, elencatedi seguito, e' stabilita dalla seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (da >= 1/100 a < 1/10), non comune (da >= 1/1.000 a < 1 /100), raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000) o molto raro (< 1/10.000). Patologie cardiache. Raro: edema, palpitazione. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; Non comune: neuropatia periferica, sincope, amnesia, vertigini, sonnolenza, disgeusia. Patologie dell'occhio. Comune: ittero oculare. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispnea. Patologie gastrointestinali. Comune: vomito, diarrea, dolore addominale, nausea, dispepsia; Non comune: pancreatite, gastrite, distensione addominale, stomatite aftosa, flatulenza, secchezzadelle fauci. Patologie renali ed urinarie. Non comune: nefrolitiasi, ematuria, proteinuria, pollachiuria; Raro: dolore renale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash; Non comune: orticaria, alopecia, prurito; Raro: rash vescicolo-bolloso, eczema, vasodilatazione. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: atrofia muscolare, artralgia, mialgia; Raro: miopatia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: perdita di peso, aumento di peso, anoressia, aumento dell'appetito. Patologie vascolari. Non comune: ipertensione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: sindrome lipodistrofica,affaticabilita'; Non comune: dolore toracico, malessere, piressia, as tenia; Raro: disturbi del portamento. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilita'. Patologie epatobiliari. Comune: ittero; Non comune: epatiti; Raro: epatosplenomegalia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: ginecomastia. Disturbi psiachiatrici. Non comune: depressione, disorientamento, ansia, insonnia, disturbi del sonno, alterazione dell'attivita' onirica. In pazientiaffetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell'inizi o della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgereuna reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali. Casi di osteonecrosi sono stati riportati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIVin stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretro virale di combinazione (CART). La frequenza di tali casi e' sconosciuta. Alterazioni di laboratorio: l'alterazione di laboratorio piu' frequentemente riportata in pazienti sottoposti a schemi terapeutici contenenti Reyataz ed uno o piu' NRTI e' stata una bilirubinemia totale elevata riportata soprattutto come aumento della bilirubina indiretta [nonconiugata] elevata. Un aumento dei valori di bilirubina totale di gra do 3 o 4 e' stato osservato nel 35% (5% grado 4). Tra i pazienti gia' sottoposti a precedente terapia antiretrovirale, trattati al dosaggio 300 mg, una volta al giorno, con 100 mg di ritonavir, una volta al giorno, per una durata mediana di 95 settimane, il 53% ha avuto aumenti della bilirubina totale di grado 3-4. Tra i pazienti naive trattati al dosaggio di 300 mg una volta al giorno con 100 mg di ritonavir una volta al giorno per una durata mediana di 48 settimane, il 39% ha avuto aumenti della bilirubina totale di grado 3-4. Altre marcate alterazionidei valori di laboratorio (grado 3 o 4) riportate in >= 2% dei pazien ti trattati con schemi terapeutici contenenti Reyataz ed uno o piu' NRTI hanno compreso: elevata creatinchinasi (7%), elevata alanino aminotransferasi/ transaminasi glutammico-piruvica sierica (ALT/SGPT)(4%), bassi livelli di neutrofili (5%),elevata aspartato aminotransferasi/ transaminasi glutammico ossalacetica sierica (AST/SGOT)(3%) ed elevata lipasi (2%). L'uno percento dei pazienti trattati ha avuto alterazioni contemporanee di grado 3-4 di ALT/AST e della bilirubina totale. Pazienti co-infettati con virus dell'epatite B e/o epatite C Tra i 1.151 pazienti in trattamento con atazanavir 400 mg, una volta al giorno, 177 pazienti erano coinfettati con virus dell'epatite cronica B o C e tra i 655 pazienti in trattamento con atazanavir 300 mg, una volta al giorno, e ritonavir 100 mg, una volta al giorno, 97 erano co-infettati convirus dell'epatite cronica B o C. I pazienti co-infettati sembravano mostrare piu' facilmente aumento di transaminasi epatiche rispetto a coloro i quali non soffrivano di epatite cronica virale. Non si e' osservata alcuna differenza nella frequenza degli innalzamenti della bilirubina fra questi pazienti e quelli senza epatite virale. La frequenza di epatiti da trattamento o aumenti delle transaminasi nei pazienti co-infetti e' stata paragonabile tra i regimi contenenti il prodotto e quelli con i farmaci di confronto. Esperienza post-commercializzazione:sono stati riportati torsioni di punta, prolungamento dell'intervallo QT corretto (c), diabete mellito, iperglicemia, nefrolitiasi e distur bi della vescica inclusa colelitiasi, colecistite e colestasi.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso dell'atazanavir in donne in gravidanza. Studi sugli animali non hanno dimostrato tossicita' selettiva sullo sviluppo o effetti sulla funzionalita' riproduttiva e la fertilita'. Usare durante la gravidanza solo se il potenziale beneficiogiustifica il rischio potenziale. Non e' noto se il farmaco somminist rato alla madre durante la gravidanza possa esacerbare una fisiologicaiperbilirubinemia e portare kernicterus nel neonato o nel bambino. Ne l periodo pre-parto, si deve considerare un unlteriore controllo e unaterapia alternativa. Non e' noto se atazanavir sia escreto nel latte materno. Studi nel ratto hanno rivelato che atazanavir e' escreto nel latte. Si raccomanda, quindi, che le madri trattate non allattino. Come regola generale, si raccomanda che le donne infette dal virus HIV non allattino per evitare la trasmissione dell'HIV.