Repaglinide San - Fl 90cpr 0,5mg

Dettagli:
Nome:Repaglinide San - Fl 90cpr 0,5mg
Codice Ministeriale:039753076
Principio attivo:Repaglinide
Codice ATC:A10BX02
Fascia:A
Prezzo:8.58
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

REPAGLINIDE SANDOZ

Formulazioni

Repaglinide San - 90cpr 0,5mg
Repaglinide San - Fl 90cpr 0,5mg
Repaglinide San - 90cpr 1mg
Repaglinide San - Fl 90cpr 1mg
Repaglinide San - 90cpr 2mg
Repaglinide San - Fl 90cpr 2mg

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci usati nel diabete.

Principi attivi

Repaglinide.

Eccipienti

Glicerolo 85%, meglumina, amido di mais, calcio fosfato bibasico anidro, idrossipropilcellulosa, polossamero tipo 188, silice colloidale anidra, magnesio stearato, polacrilin potassio USP/NF, cellulosa microcristallina. Solo in cpr 1 mg: ossido di ferro giallo (E172). Solo in cpr2 mg: ossido di ferro rosso (E172).

Indicazioni

Nei pazienti con diabete tipo 2 (Diabete Mellito Non Insulino-Dipendente - NIDDM) la cui iperglicemia non puo' piu' essere controllata in modo soddisfacente tramite la dieta, la riduzione del peso e l'eserciziofisico. In combinazione con metformina nei pazienti con diabete tipo 2 che non vengono controllati in modo soddisfacente con la sola metformina. Il trattamento deve essere iniziato in aggiunta alla dieta e all'esercizio fisico, al fine di ridurre i livelli di glicemia correlati ai pasti.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla repaglinide o a uno qualsiasi degli eccipienti. Diabete tipo 1 (diabete mellito insulino-dipendente: IDDM) peptide C negativo. Chetoacidosi diabetica, con o senza coma. Gravi disfunzioni epatiche. Assunzione concomitante di gemfibrozil.

Posologia

Somministrare prima dei pasti e va titolata individualmente, al fine di ottimizzare il controllo della glicemia. Controllare periodicamente la glicemia per stabilire la dose minima efficace per ogni paziente. Per verificare la risposta terapeutica possono risultare validi anche ilivelli di emoglobina glicosilata. E' necessario un controllo periodi co della glicemia per determinare una inadeguata riduzione dei livelliglicemici alla dose massima raccomandata (fallimento primario) e per determinare una perdita della capacita' di abbassare adeguatamente la glicemia dopo un periodo iniziale di efficacia (fallimento secondario). La somministrazione a breve termine della repaglinide puo' essere sufficiente durante il periodo di perdita transitoria del controllo della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2 normalmente ben controllaticon la dieta. La repaglinide deve essere assunta subito prima dei pas ti principali (somministrazione preprandiale). Le dosi vengono in genere assunte entro 15 minuti dall'inizio del pasto, orario che puo' variare da subito prima del pasto a 30 minuti prima (prima dei 2, 3 o 4 pasti quotidiani). I pazienti che saltano un pasto (o che ne consumano uno supplementare) devono essere istruiti affinche' saltino (o aggiungano) una dose per quel pasto. Il dosaggio deve essere determinato dal medico in base alle esigenze del paziente. La dose iniziale raccomandata e' di 0,5 mg. Tra le fasi di titolazione della dose devono trascorrere da una a due settimane circa (a seconda della risposta glicemica). Se i pazienti sono stati trasferiti da un altro ipoglicemizzante orale, la dose iniziale raccomandata e' di 1 mg. La massima dose singola raccomandata e' di 4 mg, da assumere con i pasti principali. La massima dose giornaliera complessiva non deve superare i 16 mg. La repaglinideviene escreta principalmente per via biliare e l'escrezione non e' pe rtanto influenzata dalle malattie renali. L'8% di una dose della repaglinide viene escreta attraverso i reni e la clearance plasmatica totale del prodotto medicinale risulta ridotta nei pazienti con compromissione renale. Poiche' la sensibilita' all'insulina e' piu' elevata nei pazienti diabetici con compromissione renale, si raccomanda di prestareattenzione nella titolazione della dose in questi pazienti. Non sono stati effettuati studi clinici nei pazienti con piu' di 75 anni o nei soggetti con insufficienza epatica. Non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti sotto i 18 anni, a causa dell'insufficienza di dati sulla sicurezza e/o efficacia del medicinale. Nei pazienti debilitati o malnutriti la dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative ed e' necessaria un'attenta titolazione della dose, allo scopo di evitare reazioni ipoglicemiche. I pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali possono essere trasferiti direttamente al trattamento con la repaglinide. Tuttavia non esiste un'esatta relazione di dosaggio tra la repaglinide e gli altri ipoglicemizzanti orali. La massima dose iniziale raccomandata per i pazienti che passano al trattamento con repaglinide e' 1 mg, da assumere subito prima dei pasti principali. Quando la glicemia non e' sufficientemente controllata con la sola metformina, la repaglinide puo' essere somministrata in associazione con la metformina. In questo caso il dosaggio della metformina deve essere mantenuto invariato e la repaglinide deve essere somministrata in concomitanza. La dose iniziale della repaglinide e' di 0,5 mg, da assumere prima dei pasti principali; l'aggiustamento della posologia deve essere effettuato in base alla risposta glicemica, come per la monoterapia.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.

Avvertenze

La repaglinide deve essere prescritta solo nel caso in cui persistano un controllo glicemico insufficiente e i sintomi del diabete, nonostante appropriati tentativi di dieta, attivita' fisica e riduzione del peso. Puo' causare ipoglicemia. Con il tempo in molti pazienti l'effettodi riduzione della glicemia da parte degli ipoglicemizzanti orale dim inuisce. Questo puo' dipendere da un aggravamento del diabete o da unaridotta capacita' di risposta al farmaco. Questo fenomeno e' noto com e fallimento secondario, per distinguerlo dal fallimento primario, nelquale il principio attivo risulta inefficace in un determinato pazien te fin dall'inizio. Prima di classificare un paziente come soggetto a fallimento secondario e' necessario aggiustare la dose e valutare l'osservanza della dieta e dell'esercizio fisico. La repaglinide agisce attraverso uno specifico sito di legame con un'azione breve sulle cellule beta. L'uso della repaglinide nel caso di fallimento secondario ai secretagoghi dell'insulina non e' stato ricercato nel corso di studi clinici. Non sono stati effettuati studi clinici sulla combinazione con altri secretagoghi dell'insulina e con acarbosio. Sono stati effettuati studi clinici sulla terapia combinata con insulina Neutral ProtamineHagedorn (NPH) o con tiazolidinedioni. Tuttavia, rispetto ad altre te rapie di combinazione, il profilo dei benefici deve ancora essere stabilito. Il trattamento combinato con la metformina e' associato a un aumento del rischio di ipoglicemia. Quando un paziente stabilizzato su un ipoglicemizzante orale qualsiasi viene esposto a stress quali febbre, traumi, infezioni o interventi chirurgici, puo' verificarsi una perdita del controllo glicemico. In tali casi puo' essere necessario sospendere il trattamento con repaglinide e trattare temporaneamente il paziente con insulina. L'uso di repaglinide puo' essere associato a un aumento di incidenza della sindrome coronarica acuta. Usare con cautela o addirittura evitata nei pazienti che ricevono prodotti medicinali che influenzano il metabolismo di repaglinide. Se l'uso concomitante si rende necessario, la glicemia deve essere controllata con cura e deve essere effettuato un attento monitoraggio clinico. Non sono stati effettuati studi clinici nei pazienti con compromissione della funzionalita' epatica. Il medicinale non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni o nei soggetti con piu' di 75 anni. Nei pazienti debilitati o malnutriti e' raccomandata un'attenta titolazione della dose. Le dosi Iniziali e di mantenimento devono essere conservative.

Interazioni

Alcune sostanze attive sono noti per influenzare il metabolismo del glucosio. I dati ottenuti da studi in vitro indicano che la repaglinide viene metabolizzata in prevalenza dal CYP2C8, ma anche dal CYP3A4. I dati clinici da volontari sani confermano che il CYP2C8 e' il piu' importante enzima coinvolto nel metabolismo della repaglinide, mentre il CYP3A4 riveste un ruolo minore, anche se il suo contributo relativo puo' essere aumentato se CYP2C8 viene inibito. Di conseguenza il metabolismo, e con questo la clearance della repaglinide, possono essere alterati da principi attivi che influenzano questi enzimi del citocromo P-450 sia per via inibitoria o induttiva. Deve essere prestata particolare attenzione quando entrambi gli inibitori del CYP2C8 e del 3A4 vengono somministrati in concomitanza con la repaglinide. Sulla base di datiottenuti da studi in vitro , la repaglinide sembra essere un substrat o per l'assorbimento epatico attivo (OATP1B1 proteina trasportatrice di anioni organici). I principi attivi che inibiscono OATP1B1 possono parimenti possedere il potenziale di aumentare le concentrazioni plasmatiche della repaglinide, come e' stato dimostrato per ciclosporina. Leseguenti sostanze possono aumentare e/o prolungare l'effetto ipoglice mizzante della repaglinide: gemfibrozil, claritromicina, itraconazolo,ketoconazolo, trimetoprim, ciclosporina, altri farmaci antidiabetici, inibitori delle monoaminossidasi (I-MAO), beta-bloccanti non selettiv i, inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-inibitori), salicilati, FANS, octreotide, alcool e steroidi anabolizzanti. L'uso concomitante di gemfibrozil e repaglinide e' controindicato. L'usoconcomitante di trimetoprim con repaglinide deve essere evitato; se s i rende necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere controllata accuratamente e deve essere effettuato un attento monitoraggio clinico. L'uso concomitante di rifampicina e repaglinide puo' rendere necessario un aggiustamento posologico della repaglinide, da definirsi tramite accurato monitoraggio della glicemia sia all'inizio del trattamento con la rifampicina (inibizione acuta), sia all'atto della somministrazione delle dosi successive (combinazione di inibizione e induzione) sia all'atto della sospensione del trattamento (solo induzione) e fino a circa due settimane dopo la sospensione della rifampicina, quando l'effetto induttivo della rifampicina non e' piu' presente. Non si puo' escludere che altri induttori, per esempio fenitoina, carbamazepina, fenobarbital ed erba di San Giovanni, possano avere un effetto simile. Non essendo stata stabilita l'interazione con dosaggi della repaglinide superiori a 0,25 mg, l'uso concomitante con ciclosporina deve essere evitato. Se tale associazione e' ritenuta necessaria, si deve effettuare un attento monitoraggio clinico e della glicemia. Gli agenti beta-bloccanti possono mascherare i sintomi dell'ipoglicemia. La somministrazione concomitante di cimetidina, nifedipina, estrogeni o simvastatina, tutti substrati del CYP3A4, con la repaglinide non ha alterato in modo significativo i parametri farmacocinetici della repaglinide. Questa non ha determinato effetti clinici di rilievo sulle proprieta' farmacocinetiche di digossina, teofillina o warfarin allo steady state , quando somministrata a volontari sani. Pertanto, nel caso di somministrazione concomitante della repaglinide con questi farmaci non e' necessario effettuare alcun aggiustamento di dosaggio. Le seguenti sostanze possono ridurre l'effetto ipoglicemizzante della repaglinide: contraccettivi orali, rifampicina, barbiturici, carbamazepina, tiazidi, corticosteroidi, danazolo, ormoni tiroidei e simpaticomimetici. Quando questi prodotti medicinali vengono aggiunti o eliminati dalla terapia diun paziente trattato con la repaglinide il paziente deve essere contr ollato attentamente per eventuali alterazioni nel controllo della glicemia. Quando la repaglinide viene usata con altri prodotti medicinali secreti principalmente attraverso la bile devono essere prese in considerazione potenziali interazioni.

Effetti indesiderati

Disturbi del sistema immunitario. Molto rara (<1/10.000): allergia. Reazioni di ipersensibilita' generalizzata (es. reazioni anafilattiche) o reazioni immunologiche, come la vasculite. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune (>=1/100, <1/10): ipoglicemia. Sconosciuta:coma ipoglicemico e perdita di coscienza per ipoglicemia. Dopo la som ministrazione della repaglinide sono state osservate reazioni ipoglicemiche. Queste reazioni sono in prevalenza lievi e facilmente trattabili mediante l'assunzione di carboidrati. Nei casi piu' gravi, che richiedono assistenza, puo' essere necessario somministrare glucosio per infusione. L'insorgenza di tali reazioni dipende, come in ogni terapia per il diabete, da fattori individuali come le abitudini alimentari, ildosaggio del farmaco, l'attivita' fisica e situazioni di stress. Le i nterazioni con altri medicinali possono aumentare il rischio di ipoglicemia. Durante l'esperienza post-marketing sono stati riportati casi di ipoglicemia in pazienti trattati con la repaglinide in terapie combinate con metformina o tiazolidinedione. Patologie gastrointestinali. Comune: dolore addominale e diarrea. Molto rara: vomito e stitichezza. Sconosciuta: nausea. Durante le sperimentazioni cliniche sono stati riportati disturbi gastrointestinali quali dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e stitichezza. L'entita' e la gravita' di questi sintominon e' stata diversa da quella rilevata con altri secretagoghi orali dell'insulina. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Sconosciuta: ipersensibilita'. Possono verificarsi reazioni di ipersensibilita' cutanea come eritema, prurito, rash cutanei e orticaria. Tuttavia,grazie alle diversita' della struttura chimica, non vi e' alcun motiv o di sospettare un'allergia crociata con i derivati della sulfonilurea. Patologie dell'occhio. Molto rara: disturbi della vista. Le variazioni dei livelli di glicemia sono note per provocare disturbi transitoridella vista, specialmente all'inizio del trattamento. Tali disturbi s ono stati riportati solo in rari casi dopo l'inizio del trattamento con la repaglinide. Nel corso delle sperimentazioni cliniche non hanno mai determinato la necessita' di interrompere il trattamento con la repaglinide. Patologie cardiache. Rara (>=1/10.000, <1/1000): malattie cardiovascolari. Il diabete tipo 2 e' associato a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. Nel corso di uno studio epidemiologico nelgruppo trattato con la repaglinide e' stata riportata un'incidenza pi u' alta di sindrome coronarica acuta. La correlazione causale rimane tuttavia incerta. Patologie epatobiliari. Molto rara: anomalie della funzionalita' epatica. In casi molto rari e' stata riportata una grave disfunzione epatica. Non e' stata tuttavia stabilita una relazione causale con la repaglinide. Molto rara: aumento degli enzimi epatici In corso di trattamento con la repaglinide sono stati riportati casi isolati di aumento degli enzimi epatici. La maggior parte dei casi sono stati lievi e transitori e solo pochissimi pazienti sono stati costretti ainterrompere la terapia a causa dell'aumento degli enzimi epatici.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide nelle donne in gravidanza o durante l'allattamento. La sicurezza in gravidanza non puo' pertanto essere definita. Fino a oggi nel corso degli studi sugli animali, la repaglinide non ha mostrato effetti teratogeni. Nei ratti esposti a dosi elevate durante l'ultimo periodo della gravidanza e durante l'allattamento sono stati osservati embriotossicita' e sviluppo anomalo degli arti nei feti e nei cuccioli neonati. La repaglinide e' stata rilevata nel latte degli animali da esperimento; per tale ragione deve essere evitata durante la gravidanza e non deve essere usata durante l'allattamento.