Ranexa - 60cpr 500mg Rp
Dettagli:
Nome:Ranexa - 60cpr 500mg RpCodice Ministeriale:038917035
Principio attivo:Ranolazina
Codice ATC:C01EB18
Fascia:A
Prezzo:79.96
Produttore:A.Menarini Ind.Farm.Riun.Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rilascio prolungato
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:60 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Preparati cardiaci.
Principi attivi
Ogni compressa contiene 500 mg di ranolazina.
Eccipienti
Eccipienti per tutte le compresse di ranolazina a rilascio prolungato:cera carnauba, ipromelloso, magnesio stearato, copolimero dell'etil-a crilato e dell'acido metacrilico (1:1), cellulosa microcristallina, idrossido di sodio, titanio biossido. Ulteriori eccipienti per la compressa da 500 mg: macrogol, polivinile, alcool parzialmente idrolizzato, ferro ossido giallo (E 172), ferro ossido rosso (E 172), talco.
Indicazioni
Negli adulti come terapia aggiuntiva nel trattamento sintomatico dei pazienti con angina pectoris stabile non adeguatamente controllati con le terapie antianginose di prima linea, come i betabloccanti e/o i calcioantagonisti, o che non le tollerano.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti. Insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). Insufficienza epatica moderata o grave. Somministrazione concomitante di inibitori forti del CYP3A4 (es. itraconazolo, ketoconazolo, voriconazolo, posaconazolo, inibitori della proteasi dell'HIV, claritromicina, telitromicina, nefazodone). Somministrazione concomitante di antiaritmici di classe Ia (es. chinidina) o di classe III (es. dofetilide, sotalolo) diversi dall'amiodarone.
Posologia
Ai pazienti devono essere consegnati il foglio illustrativo e la Scheda per la sicurezza del paziente, con l'avvertenza di presentare quest'ultima al personale sanitario insieme all'elenco dei medicinali, a ogni visita. Adulti: la dose iniziale raccomandata e' di 375 mg due volteal giorno. Dopo 2-4 settimane la dose deve essere aumentata a 500 mg due volte al giorno e, in base alla risposta del paziente, aumentata ulteriormente fino alla dose massima raccomandata di 750 mg due volte al giorno. Qualora il paziente presentasse eventi avversi correlati al trattamento, come capogiri, nausea o vomito, potrebbe essere necessario ridurre il dosaggio a 500 mg o 375 mg due volte al giorno. Se dopo avere ridotto il dosaggio i sintomi non si risolvono si deve interrompere il trattamento. Trattamento concomitante con inibitori del CYP3A4 edella glicoproteina P (P-gp): si raccomanda un attento aggiustamento posologico nei pazienti trattati con inibitori moderati del CYP3A4 o con inibitori della P-gp. E' controindicata la co-somministrazione di inibitori forti del CYP3A4. Insufficienza renale: si raccomanda un attento aggiustamento posologico nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata. Il medicinale e' controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave. Insufficienza epatica: si raccomanda un attento aggiustamento posologico nei pazienti con insufficienza epatica lieve.Il farmaco e' controindicato nei pazienti con insufficienza epatica m oderata o grave. Anziani: e' necessario procedere con cautela nell'aggiustamento posologico nei pazienti anziani. Negli anziani l'esposizione alla ranolazina potrebbe aumentare a causa della riduzione della funzionalita' renale correlata all'eta'. L'incidenza degli eventi avversie' risultata piu' elevata negli anziani. Pazienti sottopeso: l'incide nza degli eventi avversi e' risultata piu' elevata nei pazienti sottopeso (<= 60 kg). E' necessario procedere con cautela nell'aggiustamentoposologico nei pazienti sottopeso. Scompenso cardiaco congestizio (SC C): e' necessario procedere con cautela nell'aggiustamento posologico nei pazienti con SCC moderato o grave (classe III-IV della NYHA). La sicurezza e l'efficacia nei bambini al di sotto dei 18 anni di eta' nonsono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Le compresse devo no essere ingerite intere, senza frantumarle, spezzarle o masticarle. Possono essere assunte con o senza cibo.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Avvertenze
Procedere con cautela nel prescrivere o incrementare il dosaggio dellaranolazina nei pazienti nei quali si prevede un'esposizione piu' elev ata: somministrazione concomitante di inibitori moderati del CYP3A4; somministrazione concomitante di inibitori della P-gp; insufficienza epatica lieve; insufficienza renale lieve o moderata; pazienti anziani; pazienti sottopeso (<= 60 kg); pazienti con SCC moderato o grave (classe III-IV della NYHA). Nei pazienti con piu' di uno dei suddetti fattori si prevedono ulteriori incrementi dell'esposizione. E' probabile che si verifichino effetti indesiderati dose dipendenti. Se si utilizza Ranexa in pazienti che presentano una combinazione di diversi dei suddetti fattori e' necessario effettuare un monitoraggio frequente degli eventi avversi, ridurre il dosaggio e, se necessario, interrompere il trattamento. Il rischio di una maggiore esposizione che comporti l'insorgenza di eventi avversi in questi vari sottogruppi e' piu' elevata nei pazienti con scarsa attivita' del CYP2D6 (metabolizzatori lenti, ML) che nei soggetti con buona capacita' di metabolizzazione del CYP2D6 (metabolizzatori rapidi, MR). Le precauzioni sopra indicate si basano sul rischio riferito a un paziente CYP2D6 ML, e sono necessarie quandonon si conosca lo stato relativo al CYP2D6. Nei pazienti in condizion i CYP2D6 MR tali precauzioni sono meno necessarie. Ove lo stato del paziente relativo al CYP2D6 sia stato determinato, per esempio con la genotipizzazione, o sia gia' conosciuto come MR, il farmaco puo' essere utilizzato con cautela nei pazienti che presentino una combinazione didiversi dei suddetti fattori di rischio. Prolungamento del tratto QT: un'analisi di popolazione sui dati combinati ottenuti da pazienti e d a volontari sani ha dimostrato che la stima della curva del rapporto tra concentrazione plasmatica e QTc era di 2,4 msec per 1000 ng/ml, pari all'incirca a un incremento di 2-7 msec per l'intervallo della concentrazione plasmatica corrispondente a 500-1000 mg di ranolazina due volte al giorno. E' necessario quindi procedere con cautela nel trattamento dei pazienti con un'anamnesi personale o familiare positiva per lasindrome del QT lungo congenita, dei pazienti con prolungamento acqui sito dell'intervallo QT e dei pazienti trattati con farmaci che influiscono sull'intervallo QTc. Interazioni tra farmaci: e' prevedibile unascarsa efficacia in caso di somministrazione concomitante con indutto ri del CYP3A4. Non si deve utilizzare il medicinale in pazienti trattati con induttori del CYP3A4 (es. rifampicina, fenitoina, fenobarbital,carbamazepina, erba di San Giovanni). Insufficienza renale: la funzio nalita' renale si riduce con l'eta' ed e' quindi importante controllarla a intervalli regolari durante il trattamento con ranolazina.
Interazioni
Effetti di altri medicinali sulla ranolazina Inibitori del CYP3A4 o della P-gp: la ranolazina e' un substrato del citocromo CYP3A4. Gli inibitori del CYP3A4 aumentano le concentrazioni plasmatiche della ranolazina. All'aumentare delle concentrazioni plasmatiche potrebbe aumentareanche il rischio di eventi avversi correlati alla dose. Il trattament o concomitante con 200 mg di ketoconazolo due volte al giorno ha fattoaumentare l'AUC della ranolazina di 3,0-3,9 volte durante il trattame nto. L'associazione della ranolazina con inibitori forti del CYP3A4 e'controindicata. Anche il succo di pompelmo e' un forte inibitore del CYP3A4. Il diltiazem, un inibitore del CYP3A4 di media potenza, a dosicomprese tra 180 e 360 mg una volta al giorno provoca incrementi dose dipendenti delle concentrazioni medie della ranolazina allo stato sta zionario compresi tra 1,5 e 2,4 volte. Nei pazienti trattati con diltiazem e con altri inibitori del CYP3A4 di media potenza, come l'eritromicina o il fluconazolo, si raccomanda un accurato aggiustamento posologico del farmaco. Potrebbe essere necessario ridurre il dosaggio del medicinale. La ranolazina e' un substrato per la P-gp. Gli inibitori della P-gp come la ciclosporina o il verapamil fanno aumentare i livelliplasmatici della ranolazina. Il verapamil, alla dose di 120 mg tre vo lte al giorno, fa aumentare di 2,2 volte le concentrazioni della ranolazina allo stato stazionario. Nei pazienti trattati con inibitori della P-gp si raccomanda un accurato aggiustamento posologico del prodotto. Puo' essere necessario ridurre il dosaggio del prodotto. Induttori del CYP3A4: la rifampicina, alla dose di 600 mg una volta al giorno, riduce le concentrazioni della ranolazina allo stato stazionario del 95%circa. Si deve evitare di iniziare il trattamento con il farmaco dura nte la somministrazione di induttori del CYP3A4. Inibitori del CYP2D6:la ranolazina viene in parte metabolizzata dal CYP2D6 per cui gli ini bitori di questo enzima possono aumentare le concentrazioni plasmatiche del farmaco. La paroxetina, un forte inibitore del CYP2D6, alla dosedi 20 mg una volta al giorno ha aumentato mediamente di 1,2 volte le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario della ranolazina alla dose di 1000 mg due volte al giorno. Non sono necessari aggiustamenti posologici. Al livello posologico di 500 mg due volte al giorno, la somministrazione concomitante di un forte inibitore del CYP2D6 potrebbe dare luogo a un aumento dell'AUC della ranolazina del 62% circa. Effetti della ranolazina su altri medicinali: la ranolazina e' un inibitore moderato/forte della P-gp e un inibitore lieve del CYP3A4 e potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche dei substrati della P-gp o del CYP3A4. La distribuzione tissutale dei farmaci trasportati dalla P-gp potrebbe subire un incremento. Puo' essere necessario un aggiustamento della dose dei substrati sensibili al CYP3A4 e dei substrati sensibili al CYP3A4 con un ristretto indice terapeutico, dal momento che ilmedicinale puo' aumentare la concentrazione plasmatica di questi farm aci. Sulla base dei dati disponibili la ranolazina risulta essere un inibitore lieve del CYP2D6. 750 mg del farmaco due volte al giorno aumenta le concentrazioni plasmatiche di metoprololo di 1.8 volte. Quindi l'esposizione al metoprololo o ad altri substrati del CYP2D6 potrebbe subire un aumento durante la somministrazione concomitante con il farmaco e potrebbero essere richiesti dosi inferiori di questi medicinali.La capacita' di inibizione del CYP2B6 non e' stata valutata. Si consi glia di procedere con cautela durante la somministrazione concomitantecon substrati del CYP2B6. Digossina: un aumento medio delle concentra zioni plasmatiche della digossina di 1,5 volte e' stato riportato in seguito alla somministrazione concomitante del farmaco e digossina. Di conseguenza e' necessario effettuare il monitoraggio dei livelli delladigossina dopo l'inizio e alla cessazione della terapia con il prodot to. Simvastatina: il metabolismo e la clearance della simvastatina dipendono fortemente dal CYP3A4. 1000 mg del farmaco due volte al giorno ha aumentato di circa due volte le concentrazioni plasmatiche della simvastatina come lattone e come acido. Rabdomiolisi e' stata associata con alte dosi di simvastatina e casi di rabdomiolisi sono stati osservati in pazienti in trattamento con il farmaco e simvastatina, in esperienze post-marketing. Limitare la dose di simvastatina a 20 mg una volta al giorno in pazienti che assumono il farmaco a qualsiasi dose. Atorvastatina: 1000 mg del prodotto due volte al giorno ha aumentato C max e AUC di atorvastatina 80 mg una volta al giorno rispettivamente di 1,4 e 1,3 volte, e ha modificato C max e AUC dei metaboliti della atorvastatina di meno del 35%. In caso di somministrazione concomitante del prodotto si raccomanda di limitare la dose di atorvastatina e di eseguire un appropriato monitoraggio clinico. In caso di somministrazioneconcomitante del farmaco si raccomanda di limitare la dose di altre s tatine, metabolizzate da CYP3A4. Tacrolimus, ciclosporina, sirolimus, everolimus: Concentrazioni plasmatiche aumentate di tacrolimus, un substrato del CYP3A4, sono state osservate in pazienti a seguito di somministrazione di ranolazina. Si raccomanda che i livelli di tacrolimus nel sangue siano monitorati durante la co-somministrazione del farmaco e tacrolimus e che la dose di tacrolimus venga aggiustata di conseguenza. Cio' e' anche raccomandato nel caso di altri substrati del CYP3A4 con un ristretto indice terapeutico. Farmaci trasportati dall'OCT2 (trasportatore catione organico-2): l'esposizione plasmatica della metformina (1000 mg due volte al giorno) e' aumentata di 1,4 volte e 1,8 volte in soggetti con diabete mellito di tipo 2 in caso di somministrazione concomitante del farmaco rispettivamente 500 mg e 1000 mg due volteal giorno. L'esposizione di altri substrati OCT2 - ad esempio pindolo lo e vareniclina - puo' essere influenzata in misura simile. Esiste ilrischio teorico che il trattamento concomitante con la ranolazina e a ltri farmaci che prolungano l'intervallo QTc induca un'interazione farmacodinamica, facendo aumentare il rischio di possibili aritmie ventricolari. Tra questi farmaci figurano alcuni antistaminici, come la terfenadina, l'astemizolo o la mizolastina, alcuni antiaritmici, come la chinidina, la disopiramide o la procainamide, l'eritromicina e gli antidepressivi triciclici, come l'imipramina, la doxepina o l'amitriptilina.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati sono di solito lievi o moderati. Frequenze reazioni avverse: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), noncomune (>= 1/1000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1000) e molto rar o (< 1/10.000). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comuni: anoressia, riduzione dell'appetito, disidratazione; raro: iponatriemia. Disturbi psichiatrici. Non comuni: ansia, insonnia, stato confusionale, allucinazioni; rari: disorientamento. Patologie del sistema nervoso. Comuni: capogiri, cefalea; non comuni: letargia, sincope, ipoestesia, sonnolenza, tremore, capogiro posturale, parestesia; rari: amnesia, abbassamento del livello di coscienza, perdita di coscienza, coordinazione anomala, andatura anomala, parosmia. Patologie dell'occhio. Non comuni: visione sfocata, disturbo della vista, diplopia. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: vertigine, tinnito; rari: insufficienza uditiva. Patologie vascolari. Non comuni: vampata di calore, ipotensione; rari: freddo alle estremita', ipotensione ortostatica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comuni: dispnea, tosse, epistassi; rari: senso di oppressione alla gola. Patologie gastrointestinali. Comuni: stipsi, vomito, nausea; non comuni: dolore addominale, secchezza delle fauci, dispepsia, flatulenza, fastidio allo stomaco; rari: pancreatite, duodenite erosiva, ipoestesia orale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: prurito, iperidrosi; rari: angioedema, dermatite allergica, orticaria, sudorazionefredda, eruzione cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: dolore alle estremita', crampo muscolare, gonfiore articolare, debolezza muscolare. Patologie renali e urinarie. Non comuni: disuria, ematuria, cromaturia; rari: insufficienza renale acuta, ritenzione urinaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Rari: disfunzione erettile. Patologie sistemichee condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: astenia; non comuni: affaticamento, edema periferico. Esami diagnostici. Non c omuni: aumento della creatininemia, aumento dell'azotemia, intervallo QT corretto prolungato, innalzamento della conta piastrinica o dei globuli bianchi, perdita di peso; rari: innalzamento degli enzimi epatici. Il profilo degli eventi avversi in genere e' risultato simile nello studio MERLIN-TIMI 36. In questo studio a lungo termine e' stata riportata anche insufficienza renale acuta, con una incidenza minore dell'1% sia nei pazienti trattati con ranolazina che in quelli trattati con placebo. Le valutazioni dei pazienti che potrebbero essere consideratipiu' a rischio di eventi avversi durante il trattamento con altri med icinali antianginosi, come i pazienti diabetici, quelli con scompenso cardiaco di classe I e II, o con patologia ostruttiva delle vie aeree hanno confermato che queste condizioni non sono associate a incrementiclinicamente significativi dell'incidenza degli eventi avversi. Pazie nti anziani, con insufficienza renale o sottopeso: in generale, gli eventi avversi si sono verificati piu' di frequente tra i pazienti anziani e tra i pazienti con insufficienza renale; tuttavia la tipologia degli eventi in questi sottogruppi e' risultata simile a quanto osservato nella popolazione generale. Tra gli eventi piu' comunemente riportati, quelli che seguono si sono verificati, con il farmaco (frequenze corrette rispetto al placebo), piu' spesso nei pazienti anziani (>= 75 anni) che in quelli piu' giovani (< 75 anni): stipsi, nausea, ipotensione e vomito. Nei pazienti con insufficienza renale lieve o moderata rispetto ai pazienti con una funzionalita' renale normale, gli eventi piu' comunemente riportati, frequenze corrette rispetto al placebo, includono: stipsi, capogiri e nausea. In generale, la tipologia e la frequenza degli eventi avversi riferiti dai pazienti con basso peso corporeo (<= 60 kg) sono risultati simili a quelli dei pazienti con peso superiore (> 60 kg); tuttavia, le frequenze corrette rispetto al placebo degli eventi avversi comuni che seguono, sono risultate piu' elevate nei pazienti di basso peso rispetto a quelli di peso piu' elevato: nausea, vomito e ipotensione. Risultati di laboratorio: piccoli innalzamenti reversibili nei livelli di creatinina sierica, privi di rilevanza clinica, sono stati osservati in soggetti sani e in pazienti trattati con il medicinale, senza che vi fosse associata alcuna tossicita' renale. Uno studio sulla funzionalita' renale in volontari sani ha dimostrato una riduzione della clearance della creatinina senza alterazione della velocita' di filtrazione glomerulare, compatibile con l'inibizione della secrezione di creatinina a livello dei tubuli renali. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite tramite il sistema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento
Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso della ranolazina in donne in gravidanza. Gli studi su animali sono insufficienti per evidenziaregli effetti sulla gravidanza e sullo sviluppo embrionale/fetale. Il r ischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il medicnale non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. Allattamento: non e' noto se la ranolazina sia escreta nel latte materno. L'escrezione della ranolazina nel latte non e' stata studiata negli animali. Il farmaco non deve essere usato durante l'allattamento. Negli animali, studi sulla riproduzione non hanno indicato nessun effetto avverso sulla fertilita'. L'effetto di ranolazina sulla fertilita' umana non e' conosciuto.