Quinapril Id Sa - 14cpr20+12,5mg
Dettagli:
Nome:Quinapril Id Sa - 14cpr20+12,5mgCodice Ministeriale:037403021
Principio attivo:Quinapril Cloridrato/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09BA06
Fascia:A
Prezzo:2.22
Rimborso:2.22
Doping:Proibito in e fuori gara
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:24 mesi
Formulazioni
Quinapril Id Sa - 14cpr20+12,5mg
Categoria farmacoterapeutica
ACE-inibitori e diuretici.
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione essenziale. Questa associazione fissa e' indicata per i pazienti nei quali la pressione sanguigna non e' adeguatamente controllata dal prodotto somministrato da solo.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivoo ad uno qualsiasi degli eccipienti o ad un qualsiasi altro ACE-inibitore. Ipersensibilita' all'idroclorotiazide o ad altri farmaci sulfonammido-derivati. Storia di angioedema associata a precedente terapia con ACE-inibitori. Edema angioneurotico ereditario o idiopatico. Grave compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). Grave compromissione epatica.
Posologia
Prima della somministrazione si raccomanda la titolazione della dose dei singoli componenti. Se clinicamente opportuno, si puo' prendere in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia alla combinazione fissa. Deve essere somministrata una compressa al mattino. Compromissione renale: nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min le dosi individuali dei singoli componenti devono essere titolate con particolare attenzione prima di passare alla combinazione fissa. La dose della combinazione fissa deve essere tenuta piu' bassa possibile. La combinazione fissa e' controindicata nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). Nei pazienti anziani le dosi individuali dei singoli componenti devono essere titolate con particolare attenzione prima di passare alla combinazione fissa. La dose della combinazione fissa deve essere tenuta piu' bassa possibile. Uso pediatrico. L'uso non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficacia.
Avvertenze
L'ipotensione sintomatica si e' osservata raramente in pazienti con ipertensione non complicata e nei pazienti con deplezione volemica e con insufficienza cardiaca, associata o non associata ad insufficienza renale. Tale evento si manifesta con una maggiore frequenza nei pazienti affetti da forme piu' gravi di insufficienza cardiaca, come comprovato dall'uso di alte dosi di diuretici dell'ansa, di iponatriemia o compromissione della funzionalita' renale. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce controindicazione a ulteriori somministrazioni. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca che presentano valori normali o bassi della pressione arteriosa, l'assunzione di quinapril puo' portare ad un ulteriore caduta della pressione sanguigna sistemica. Qualora l'ipotensione divenga sintomatica, puo' rendersi necessaria una riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o del quinapril. Al pari di altri ACE-inibitori, il quinapril deve essere somministrato con cautela ai pazienti che presentano stenosi mitralica e ostruzioni all'efflusso dal ventricolo sinistro quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In casi rilevanti dal punto di vista emodinamico, la combinazione a dose fissa non deve essere somministrata. In taluni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con stenosi monolaterale nei pazienti con un solo rene funzionante trattati con ACE-inibitori, sono stati osservati aumenti dell'azotemia e della creatininemia, generalmente reversibili con l'interruzione della terapia. La presenza di ipertensione nefrovascolare comporta l'aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In alcuni pazienti ipertesi senza apparente nefropatia preesistente si sono osservati aumenti, generalmente lievi e transitori, dell'azotemia e della creatininemia, soprattutto quando il quinapril e' stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Tali episodi sono piu' probabili nei pazienti con preesistente compromissione della funzionalita' renale. Possono rendersi necessari la riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o del quinapril. Il trattamento con quinapril non e' raccomandato nei pazienti recentemente sottoposti a trapianto renale. Reazioni anafilattoidi sono state riportate in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con un ACE-inibitore. Sono stati raramente riferiti angioedema del viso, delle estremita', delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe che possono verificarsi in qualsiasi momento della terapia. Molto raramente, sono stati riferiti casi letali a seguito di angioedema associato ad edema laringeo o edema linguale. L'interessamento della lingua, della glottide o della laringe, soprattutto nei pazienti con storia di chirurgia delle vie aeree, potrebbe portare all'ostruzione di queste ultime. I pazienti con storia di angioedema non correlato alla terapia con ACE inibitori, possono correre un rischio superiore. Raramente, i pazienti in trattamento con ACE-inibitori, in corso di aferesi delle lipoproteine a bassa densita' (LDL) con destrano solfato, hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali, interrompere la terapia. Alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori e sottoposti a trattamento di desensibilizzazione (es. veleno di imenotteri) hanno manifestato reazioni anafilattoidi intense. Negli stessi pazienti, queste reazioni potevano essere evitate con la temporanea sospensione degli ACE-inibitori, ma si ripresentavano se la somministrazione di tali farmaci veniva inavvertitamente ripresa. Raramente, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico ed evolve in necrosi epatica fulminante e (talvolta) morte. In corso di trattamento con ACE-inibitori, sono stati riportati neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. Al pari di altri ACE-inibitori, il quinapril puo' avere efficacia antipertensiva minore nei soggetti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, forse a causa di una maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di razza nera. Con l'uso di ACE-inibitori, e' stata riportata tosse, tipicamente secca, persistente, interrompere il trattamento. Nella diagnosi differenziale della tosse si tenga presente quella indotta dagli ACE-inibitori. Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o durante l'anestesia con agenti che possono indurre ipotensione, il quinapril potrebbe inibire la formazione dell'angiotensina II, subordinata al rilascio compensatorio di renina. In caso di ipotensione che si ritenga dovuta a tale meccanismo, occorre intervenire con espansione del volume. I pazienti a rischio di sviluppo di iperkaliemia sono quelli che presentano insufficienza renale o diabete mellito, o quelli in trattamento concomitante con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, o quelli che assumono altri farmaci associati ad innalzamenti dei livelli di potassio sierici (es.eparina). Nei pazienti in terapia con agenti antidiabetici orali o insulina, il controllo glicemico deve essere strettamente monitorato durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore. La terapia tiazidica puo' compromettere la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici, puo' essere necessario un aggiustamento del dosaggio di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Un diabete mellito latente puo' divenire manifesto in corso di terapia con tiazidici. La terapia a base di diuretici tiazidici e' stata messa in relazione con un aumento della colesterolemia e della trigliceridemia. In alcuni pazienti in terapia con tiazidici, puo' verificarsi iperuricemia o puo' essere accelerata la gotta. Il controllo periodico degli elettroliti sierici deve avvenire ad intervalli appropriati, come per tutti i pazienti in terapia diuretica. In presenza di temperature esterne elevate, i pazienti affetti da edema possono manifestare iponatriemia da diluizione. I tiazidici possono ridurre l'escrezione urinaria del calcio e provocare un intermittente e lieve aumento del calcio sierico pur in assenza di disturbi noti che influiscono sul metabolismo del medesimo. Una marcata ipercalcemia puo' essere indicativa di un iperparatiroidismo asintomatico. La terapia tiazidica dovra' essere sospesa prima di effettuare esami per la funzionalita' paratiroidea. L'idroclorotiazide contenuto in questo medicinale potrebbe produrre positivita' ai test anti-doping. Reazioni di ipersensibilita' possono verificarsi sia nei pazienti con anamnesi positiva che negativa per allergie o asma bronchiale. E' stata segnalata la possibilita' di esacerbazione o manifestazione di lupus eritematoso sistemico.
Interazioni
Il farmaco contiene magnesio, il quale forma un complesso chelato con le tetracicline, riducendo in questo modo l’ assorbimento di tetracicline, l'associazione deve essere evitata. Gli ACE-inibitori attenuano la perdita di potassio indotta dal diuretico. I diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio, possono portare a un significativo incremento del potassio sierico. In caso di ipopotassiemia accertata che ne richieda l'impiego concomitante, essi devono essere assunti con cautela, monitorando frequentemente i livelli di potassio sierico. L'istituzione della terapia con quinapril in pazienti precedentemente trattati con dosi elevate di diuretici puo' provocare deplezione volemica e rischio di ipotensione. Gli effetti ipotensivi possono essere ridotti interrompendo la somministrazione del diuretico, espandendo la volemia, aumentando l'assunzione di sale o cominciando la terapia con bassi dosaggi di quinapril. Altri agenti antipertensivi. L'uso concomitante di questi agenti puo' incrementare gli effetti ipotensivi del quinapril. L'utilizzo concomitante di nitroglicerina e di altri nitrati, o di altri vasodilatatori, puo' ridurre ulteriormente la pressione sanguigna. Litio. Durante la somministrazione concomitante di litio ed ACE-inibitori, sono stati riportati aumenti reversibili nelle concentrazioni sieriche di litio ed episodi di tossicita'. L'assunzione contemporanea di quinapril e litio non e' raccomandata, ma se, tale combinazione dovesse essere necessaria, deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli di litio nel siero. Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici/narcotici. L'uso concomitante di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici ed antipsicotici con ACE-inibitori puo' determinare un ulteriore abbassamento della pressione sanguigna. Si puo' verificare ipotensione posturale. Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) incluso acido acetilsalicilico > 3 g. La somministrazione cronica di FANS puo' ridurre l'effetto antiipertensivo degli ACE-inibitori. I FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto aggiuntivo sull'incremento del potassio sierico, e possono provocare deterioramento della funzionalita' renale. Questi effetti sono generalmente reversibili. Raramente, puo' verificarsi insufficienza renale acuta, soprattutto nel caso di pazienti con funzionalita' renale compromessa, come gli anziani o i soggetti disidratati. I simpaticomimetici possono ridurre l'efficacia antipertensiva degli ACE-inibitori. Da alcuni studi epidemiologici e' emerso che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaci antidiabetici (insulina, farmaci ipoglicemizzanti orali) puo' incrementare l'azione ipoglicemizzante con conseguente rischio di ipoglicemia. Tale fenomeno sembrava presentarsi con maggiore probabilita' durante le prime settimane di trattamento concomitante e nei pazienti con compromissione della funzionalita' renale. Gli antiacidi possono diminuire la biodisponibilita' degli ACE-inibitori. L'alcool potenzia l'effetto ipotensivo degli ACE-inibitori. Idroclorotiazide. Amfotericina B (parenterale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o stimolanti lassativi. L'idroclorotiazide puo' potenziare lo squilibrio elettrolitico, in particolare l'ipokaliemia. Sali di calcio. Quando somministrati in associazione ai diuretici tiazidici, puo' verificarsi un incremento dei livelli di calcio sierico, dovuto ad una diminuita escrezione. Glicosidi cardioattivi. All'ipopotassiemia indotta dai diuretici tiazidici e' associato un incremento del rischio di tossicita' da digitale. Resine di colestiramina e colestipolo. In caso di somministrazione concomitante di colestiramina e di colestipolo, l'assorbimento dell'idroclorotiazide viene ridotto rispettivamente dell'85% e del 43%. Tali farmaci dovrebbero essere assunti a distanza di diverse ore. I diuretici solfonammidici devono essere assunti almeno un'ora prima o da quattro a sei ore dopo l'assunzione di questo medicinale. Miorilassanti non depolarizzanti (es. tubocurarina cloruro). Gli effetti di questi agenti possono essere potenziati dall'idroclorotiazide. Medicinali associati a torsione di punta. A causa del rischio di ipokaliemia, deve essere usata cautela quando l'idroclorotiazide viene somministrata in concomitanza a farmaci che sono stati messi in relazione con la torsione di punta, es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici ed altri medicinali che notoriamente inducono torsione di punta. Combinazione Quinapril/Idroclorotiazide Litio. I diuretici possono aumentare il rischio di tossicita' da litio e potenziare ulteriormente il rischio di tossicita' da litio gia' determinato dall'assunzione di ACE-inibitori. Si sconsiglia dunque l'associazione di quinapril e idroclorotiazide con litio, ma se essa dovesse essere necessaria, le concentrazioni sieriche di litio devono essere attentamente monitorate. Farmaci antinfiammatori non steroidei. E' stato dimostrato che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli ACE-inibitori somministrati in associazione esercitano un effetto additivo sull'aumento del potassio sierico, mentre possono provocare un deterioramento della funzionalita' renale . Questi effetti sono generalmente reversibili. Raramente, puo' verificarsi insufficienza renale acuta, in particolare in pazienti con funzionalita' renale compromessa, come gli anziani o i pazienti disidratati. La somministrazione cronica di FANS puo' ridurre l'effetto antiipertensivo di un ACE-inibitore. La somministrazione di FANS puo' ridurre gli effetti diuretici, natriuretici ed antiipertensivi dei diuretici tiazidici. Trimetoprim. La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e diuretici tiazidici con trimetoprim aumenta il rischio di iperkaliemia.
Effetti indesiderati
In corso di trattamento con quinapril ed altri ACE-inibitori, sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati, con le seguenti frequenze: molto comune >1/10, comune >1/100, < 1/10, non comune >1/ 1.000, <1/100, raro >1/10.000, < 1/1.000, molto raro < 1/10.000, non noto (dai dati disponibili non e' stato possibile ricavare una stima). Patologie del sistema emolinfopoietico, non comune: trombocitopenia, disturbi psichiatrici; comune: insonnia, affaticamento, letargia, umore depresso; non comune: disordini del sonno, nervosismo; raro: depressione, confusione. Patologie del sistema nervoso, comune: capogiri, disturbi dell'equilibrio,sonnolenza; non comune: parestesia, sincope; raro: neuropatia. Patologie dell'occhio, raro: ambliopia, disturbi della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto, raro: tinnito. Patologie cardiache, non comune: palpitazioni, tachicardia, angina pectoris, asistolia; molto raro: disturbi del ritmo. Patologie vascolari, comune: Ipotensione; non comune: vasodilatazione; molto raro: infarto del miocardio o evento cerebrovascolare, probabilmente secondario ad un'eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio, sindrome di Raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche, comune: tosse; raro: broncospasmo, peggioramento dell'asma, rinite. Patologie gastrointestinali, comune: nausea, vomito, diarrea; non comune: dispepsia, dolore addominale, anoressia, secchezza delle fauci, flatulenza, disturbi digestivi; raro: gusto alterato, costipazione, pancreatine; molto raro: ileo, angioedema intestinale. Patologie epatobiliari, raro: compromissione della funzionalita' epatica; molto raro: epatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo, non comune: esantema, prurito, orticaria, dermatite esfoliativa, diaforesi, alopecia, fotosensibilita'; raro: pemfigo, esantema di tipo psoriasico; molto raro: eritema multiforme, onicolisi. In caso di gravi reazioni cutanee la terapia deve essere interrotta immediatamente ed e' indispensabile la supervisione di un medico. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, raro: mialgia, artralgia, dolori alla schiena. Patologie renali e urinarie, raro: funzionalita' renale compromessa, iperkaliemia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella, non comune: impotenza. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione, comune: cefalea, stanchezza, dolori toracici; non comune: astenia; raro: angioedema (con gonfiore della faccia, labbra, lingua, faringe). L'incidenza di edema angioneurotico e' piu' elevata nei pazienti di razza nera. Sono stati riportati rari casi di agranulocitosi, ed anche di una sindrome che include febbre, sierosite, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, titolo ANA positivo, aumento della VES, eosinofilia e leucocitosi. Con altri ACE-inibitori sono stati riportati casi di ginecomastia e vasculite e non e' escluso che questi effetti indesiderati siano gruppo-specifici. Parametri di laboratorio: sono stati riportati casi di aumenti transitori della creatinina nel siero e dei valori di urea, specialmente in associazione alla terapia concomitante con diuretici. Con altri ACE-inibitori sono stati riportati casi di lievi diminuzioni nei valori dell'emoglobina e dell'ematocrito. Non e' da escludere che tali effetti indesiderati siano gruppo-specifici. Idroclorotiazide. Durante il trattamento con idroclorotiazide sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati, alle seguenti frequenze: molto comune (>1/10), comune (>1/100, < 1/10), non comune (>1/ 1,000, <1/100), raro (>1/10,000, < 1/1,000), molto raro(< 1/10,000), comprese le segnalazioni isolate. Infezioni ed infestazioni: non comune: sialoadenite. Patologie del sistema emolinfopoietico, non comune: trombocitopenia; raro: leucopenia, depressione midollare; molto raro: neutropenia/agranulocitosi, anemia, aplastica, anemia emolitica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione, comune: squilibrio elettrolitico (incluse iponatriemia e ipokaliemia), iperuricemia, iperglicemia, glicosuria, aumento della colesterolemia e della trigliceridemia; non comune: anoressia. Disturbi psichiatrici, non comune: disturbi del sonno, depressione; raro: agitazione. Patologie del sistema nervoso, non comune: parestesia, perdita di appetito; raro: irrequietezza. Patologie dell'occhio, raro: xantopsia, offuscamento transitorio della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto, non comune: vertigini. Patologie cardiache, non comune: ipotensione posturale, aritmia cardiaca . Patologie vascolari, raro: angite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche, raro: difficolta' respiratoria (inclusi polmonite ed edema polmonare). Patologie gastrointestinali; non comune: irritazione gastrica, diarrea, costipazione; raro: pancreatite. Patologie epatobiliari, raro: ittero (ittero colestatico intraepatico). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo, raro: reazioni di fotosensibilizzazione, rash,orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica; molto raro: reazioni cutanee simili a quelle del lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, non comune: spasmi muscolari. Patologie renali e urinarie, raro: nefrite interstiziale, disfunzione renale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione, non comune: debolezza; raro: febbre.
Gravidanza e allattamento
Non deve essere assunto durante il primo trimestre di gravidanza. Quando si sta pianificando una gravidanza, o la gravidanza e' accertata, il passaggio ad un trattamento alternativo deve essere iniziato il prima possibile. Non sono stati condotti studi clinici controllati con ACE-inibitori nell'uomo, ma un numero limitato di casi di esposizione durante il primo trimestre non ha evidenziato malformazioni. Il quinapril e' controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza. E' noto che una prolungata esposizione agli ACE-inibitori, durante il secondo e terzo trimestre, causa nell'uomo tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). In caso di esposizione al quinapril dopo il primo trimestre di gravidanza sono raccomandati esami ecografici dei reni e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto il quinapril, devono essere strettamente monitorati relativamente a ipotensione, oliguria ed iperkaliemia. Il quinaprilato, che attraversa la placenta, e' stato rimosso dalla circolazione neonatale mediante dialisi peritonale con un certo beneficio clinico e, teoricamente, puo' essere eliminato mediante exanguinotrasfusione. Una prolungata esposizione all'idroclorotiazide durante il terzo trimestre di gravidanza puo' causare ischemia feto-placentare e rischio di ritardo nella crescita. Inoltre, in caso di esposizione al farmaco avvenuta in prossimita' del termine della gravidanza, sono stati riportati nei neonati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia. L'idroclorotiazide puo' ridurre il volume plasmatico e la perfusione utero-placentare. Sia il quinapril che l'idroclorotiazide sono escreti nel latte materno. I tiazidici, assunti dalle madri durante il periodo dell'allattamento, sono stati associati a diminuzione o, addirittura, soppressione della secrezione del latte. Potrebbe verificarsi ipersensibilita' ai medicinali derivati dei solfonammidici, ipokaliemia ed ittero nucleare. A causa dei potenziali effetti indesiderati gravi nei lattanti, da parte di entrambi i principi attivi, occorre valutare se sia opportuno interrompere l'allattamento o sospendere la terapia, considerando l'importanza della terapia per la madre.