Quinapril Id My - 14cpr20+12,5mg
Dettagli:
Nome:Quinapril Id My - 14cpr20+12,5mgCodice Ministeriale:038910042
Principio attivo:Quinapril Cloridrato/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09BA06
Fascia:A
Prezzo:2.22
Rimborso:2.22
Doping:Proibito in e fuori gara
Produttore:Mylan Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30 gradi, luogo asciutto
Scadenza:24 mesi
Denominazione
QUINAPRIL E IDROCLOROTIAZIDE MYLAN GENERICS
Formulazioni
Quinapril Id My - 14cpr20+12,5mg
Categoria farmacoterapeutica
ACE-inibitori e diuretici.
Principi attivi
Quinapril cloridrato.
Eccipienti
>>Nucleo della compressa: magnesio carbonato pesante, calcio idrogeno fosfato anidro, amido di mais pregelatinizzato, croscarmellosa sodica,magnesio stearato. >>Film di rivestimento: idrossipropilcellulosa, ip romellosa, titanio diossido (E171), macrogol, ferro ossido giallo (E172), ferro ossido rosso (E172).
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione essenziale in pazienti per i quali e' appropriato un trattamento combinato con quinapril ed un agente diuretico.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al quinapril o ad altri ACE-inibitori o ad uno qualunque degli eccipienti. Ipersensibilita' all'idroclorotiazide o ad altriderivati delle sulfaniluree. Anamnesi di angioedema associato con pre cedente terapia con ACE-inibitori. Edema angioneurotico ereditario o idiopatico. Grave compromissione renale (clearance della creatinina <30ml/min). Grave compromissione epatica.Secondo e terzo trimestre di gr avidanza. Allattamento.
Posologia
Si raccomanda l'aggiustamento della dose dei singoli componenti prima della somministrazione dell'associazione a dosi fisse. Quando e' appropriato dal punto di vista clinico, puo' essere preso in considerazioneil passaggio diretto dalla monoterapia all'associazione a dosi fisse. La dose di mantenimento abituale e' di 10 mg di quinapril e 12,5 mg d i idroclorotiazide, una volta al giorno al mattino. La dose puo' essere aumentata ad intervalli di almeno 3 settimane. La dose massima e' di20 mg di quinapril e 25 mg di idroclorotiazide. Le compresse devono e ssere prese con una sufficiente quantita' di liquido e possono essere prese con o senza cibo. Precedente terapia diuretica Dopo la dose iniziale puo' comparire ipotensione sintomatica, cio' e' piu' probabile nei pazienti con ipovolemia e/o deplezione salina come conseguenza di una precedente terapia diuretica. In tali pazienti la terapia diuretica deve essere sospesa 2 o 3 giorni prima di iniziare la terapia con l'associazione a dosi fisse. Se cio' non fosse possibile, il trattamento deve essere iniziato con una dose di 5 mg di quinapril da solo. Compromissione renale: nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min le dosi individuali dei singoli componenti devono essere aggiustate con particolare attenzione prima di passare all'associazione a dosi fisse. La dose dell'associazione a dosi fisse deve essere mantenuta la piu' bassa possibile. Pazienti anziani: nei pazienti anziani le dosi individuali dei singoli componenti devono essere aggiustate con particolare attenzione prima di passare all'associazione a dosi fisse. La dose dell'associazione a dosi fisse deve essere mantenuta la piu' bassa possibile. Uso in pediatria: l'efficacia e la sicurezza dell'uso nei bambini non sono state stabilite. Pertanto l'uso in bambini e adolescenti e' sconsigliato.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Blister: conservare il farmaco nella confezione originale per tenerlo al riparo dall'umidita'.
Avvertenze
>>Quinapril. Ipotensione sintomatica: si osserva raramente nei pazienti con ipertensione non complicata. E' stata osservata nei pazienti congrave insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renal e. Nei pazienti con aumentato rischio di ipotensione sintomatica, l'inizio della terapia e l'aggiustamento della dose devono essere attentamente monitorati. Stenosi aortica e della valvola mitrale/cardiomiopatia ipertrofica: somministrare con cautela. In casi emodinamicamente rilevanti l'associazione a dosi fisse non deve essere somministrata. Compromissione della funzionalita' renale: la dose iniziale deve essere adattata in funzione della clearance della creatinina del paziente e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o con stenosi dell'arteria in rene solitario, trattati con ACE-inibitori, sono stati osservati aumenti dell'urea ematica e della creatinina sierica, di solito reversibili dopo la sospensione del trattamento. Trapianto di rene: non ci sono esperienze relative alla somministrazione di quinapril. Il trattamento pertanto e' sconsigliato. Pazienti in emodialisi:sono state riportate reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati co n membrane ad alto flusso e trattati contemporaneamente con un ACE-inibitore. Ipersensibilita'/angioedema: e' stato raramente riportato angioedema della faccia, estremita', labbra, lingua, glottide e/o laringe.Anche nei casi in cui e' presente solo ingrossamento della lingua sen za difficolta' respiratorie, il paziente puo' richiedere una prolungata osservazione poiche' il trattamento con anti-istaminici e corticosteroidi puo' non essere sufficiente. Molto raramente sono stati riportati casi mortali dovuti ad angioedema associato ad edema della laringe odella lingua. I pazienti con coinvolgimento della lingua, glottide o laringe possono con maggior probabilita' presentare ostruzione delle vie aeree, specialmente quelli con anamnesi di chirurgia delle vie aeree. Reazioni anafilattoidi durante l'aferesi delle lipoproteine a bassadensita' (LDL): raramente pazienti che ricevevano ACE-inibitori LDL c on destrano solfato, hanno presentato reazioni anafilattiche con rischio per la vita. Questa reazioni possono essere evitate con la temporanea sospensione della terapia con ACE-inibitore prima di ogni aferesi. Desensibilizzazione: alcuni pazienti che ricevevano ACE-inibitori durante trattamenti di desensibilizzazione hanno presentato prolungate reazioni anafilattoidi. Insufficienza epatica: raramente gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con un ittero colestatico e progredisce in una necrosi fulminante (a volte) fatale. Il meccanismo di tale sindrome non e' conosciuto. Neutropenia/agranulocitosi: sono state osservate in pazienti trattati con ACE-inibitori. Quinapril deve essere usato con estrema cautela in pazienti con malattie vascolari del collagene, terapia immunodepressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide o con la combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di una pre-esistente compromissione della funzione renale. Se quinapril viene usato in tali pazienti si consiglia un periodico monitoraggio della conta dei globuli bianchi ed il paziente deve essere istruito a riferire ogni segno di infezione. Differenze etniche: puo' risultare meno efficace nel ridurre la pressione sanguigna nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera, probabilmente a causa di una maggior prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di razza nera. Tosse: e' stata riportata tosse caratteristicamente non produttiva, persistente e che si risolve con l'interruzione della terapia. Interventi chirurgici/anestesia: in pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore odurante anestesia con agenti che causano ipotensione, quinapril puo' bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina. Iperpotassiemia: aumenti del potassio siericosono stati osservati in alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, i ncluso il quinapril. Pazienti diabetici: i livelli glicemici devono essere attentamente monitorati durante il primo mese di trattamento con ACE-inibitori nei pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o con insulina. Litio: combinazione generalmente non raccomandata a causa del potenziamento della tossicita' del litio. >>Idroclorotiazide. Compromissione renale: in pazienti con malattie renali, le tiazidi possono peggiorare l'azotemia. Effetti cumulativi del farmaco possono svilupparsi in pazienti con funzionalita' renale compromessa. Se si evidenzia una progressiva compromissione renale, rivelata da un aumento dell'azoto non proteico, e' necessaria un attento riesame della terapia, prendendo in considerazione la sospensione della terapia diuretica. Compromissione epatica: le tiazidi devono essere usate con cautela nei pazienti con compromissione della funzionalita' epatica o con malattie epatiche in evoluzione, poiche' lievi alterazioni del bilancio idrico e degli elettroliti possono causare coma epatico. Effetti metabolici ed endocrini: la terapia con tiazidi puo' alterare la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici puo' essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o degli ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con tiazidi si puo' manifestare diabete mellito latente. Aumenti dei livelli del colesterolo e dei trigliceridi sono stati associati allaterapia con diuretici tiazidici. Effetti sul bilancio degli elettroli ti: come in tutti i pazienti in terapia con diuretici, le determinazioni periodiche degli elettroliti sierici devono essere effettuate ad intervalli appropriati. Le tiazidi, inclusa l'idroclorotiazide, possono causare uno squilibrio idrico o degli elettroliti. Segni premonitori dello squilibrio idrico o degli elettroliti sono secchezza delle fauci,sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, crampi o dolori muscolari, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardi a e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito. Sebbene l'ipopotassiemia possa svilupparsi con l'uso dei diuretici tiazidici, la concomitante terapia con quinapril puo' ridurre l'ipopotassiemia indotta daidiuretici. Un'ipercalcemia marcata puo' essere prova di latente iperp aratiroidismo. Le tiazidi devono essere sospese prima di eseguire testper la funzionalita' tiroidea. Test antidoping: l'idroclorotiazide co ntenuta in questo medicinale, puo' determinare positivita' ai test anti-doping. >>Associazione Quinapril/Idroclorotiazide. Rischio di ipopotassiemia: non si esclude la comparsa di ipopotassiemia. Litio: il farmaco e' sconsigliato in associazione al litio a causa del potenziamentodella tossicita' del litio.
Interazioni
Quinapril. Tetracicline: il farmaco contiene magnesio che forma complessi chelati con le tetracicline, riducendone l'assorbimento. Questa associazione deve essere evitata. Diuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassio: gli ACE-inibitori riducono la perdita di potassio indotta dai diuretici. I diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio, possono portare ad un significativo aumento dei livelli sierici del potassio. Se l'uso concomitante dei farmaci sopra citati e' indicato a causa di una ipopotassiemia accertata, gli ACE-inibitori devono essere usati con cautela e con frequente monitoraggio dei livelli sierici del potassio. Diuretici (tiazidi o diuretici dell'ansa): il precedente trattamento con elevate dosi di diuretici puo' portare ad una deplezione del volume e a un rischio di ipotensione quando si inizia il trattamento con quinapril. Glieffetti ipotensivi possono essere ridotti sospendendo i diuretici, au mentando la volemia o l'assunzione di sale oppure iniziando il trattamento con quinapril a dosi piu' basse. Altri agenti antiipertensivi L'uso concomitante di questi agenti puo' aumentare l'effetto ipotensivo del quinapril. L'uso concomitante con nitroglicerina ed altri nitrati oaltri vasodilatatori, puo' ulteriormente ridurre la pressione sanguig na. Litio: nei pazienti in trattamento concomitante con litio ed ACE-inibitori sono stati riportati aumenti reversibili dei livelli sierici del litio e sintomi di tossicita' da litio. L'uso del quinapril in associazione al litio e' sconsigliato, ma se tale associazione e' ritenuta necessaria, i livelli sierici del litio devono essere attentamente monitorati. Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Anestetici/narcotici: l'uso concomitante di alcuni medicinali anestetici, di antidepressivi triciclici ed antipsicotici con gli ACE-inibitori puo' causare un'ulteriore diminuzione della pressione sanguigna. Puo' comparire ipotensione posturale. Associazione con FANS: quando gli ACE-inibitori vengono somministrati contemporaneamente a FANS (cioe' COX-2 inibitori, acido salicilico (>3 g/die) e FANS non selettivi), puo' comparire un'attenuazione dell'effetto antiipertensivo. L'uso concomitante di ACE-inibitori puo' portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzionalita' renale, inclusa una possibile insufficienza renale acuta, e all'aumento del potassio sierico, specialmente in pazienti con preesistente compromissione della funzionalita' renale. Questa associazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamene idratati e la funzionalita' renale deve essere monitorata dopo l'inizio della terapia concomitante e successivamente in modo periodico. Simpaticomimetici: i simpaticomimetici possono ridurre l'effetto anti-ipertensivo degli ACE-inibitori. Antidiabetici: studi epidemiologici suggeriscono che la contemporanea somministrazione di ACE-inibitori ed antidiabetici (insulina, ipoglicemizzanti orali) puo' dare luogo ad una significativa riduzione dei livelli diglucosio ematico con il rischio di ipoglicemia. Questo fenomeno puo' accadere con maggior probabilita' durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con insufficienza renale. Antiacidi: gli antiacidi diminuiscono la biodisponibilita' degli ACE-inibitori. Eparina: e' possibile un aumento delle concentrazioni di potassio sierico. Alcool: l'alcool puo' aumentare la vasodilatazione e puo' determinare un aumento dell'effetto ipotensivo degli ACE-inibitori. Allopurinolo, procainamide, agenti citostatici ed immunosoppressori: il rischio dileucopenia viene aumentato. Idroclorotiazide. Amfotericina B (parente rale), carbenoxolone, corticosteroidi, corticotropina (ACTH) o lassativi stimolanti: l'idroclorotiazide puo' intensificare lo squilibrio elettrolitico, particolarmente l'ipopotassiemia. Sali di calcio quando vengono somministrati in associazione con diuretici tiazidici si possonoverificare aumenti dei livelli sierici del calcio dovuti ad una dimin uzione dell'escrezione. Glicosidi cardiaci: un aumentato rischio di tossicita' da digitale e' associato con l'ipopotassiemia indotta da tiazidi. Resine di colestiramina e colestipolo: l'assorbimento dell'idroclorotiazide viene ridotto del 85% quando co-somministrata con colestiramina e del 43% quando co-somministrata con colestipolo. Questi farmacidevono essere assunti ad intervalli di diverse ore. I diuretici sulfo namidici devono essere assunti almeno un'ora prima oppure dalle 4 alle6 ore dopo questo medicinale. Miorilassanti non depolarizzanti (ad es . tubocurarina cloruro): gli effetti di questi agenti possono essere potenziati dall'idroclorotiazide. Prodotti medicinali associati a torsioni di punta: a causa del rischio di ipopotassiemia, e' necessaria cautela quando l'idroclorotiazideviene e' co-somministrata con farmaci associati a torsioni di punta, ad es. alcuni antiaritmici, alcuni antipsicotici ed altri farmaci noti per indurre torsiona di punta. Associazione Quinapril/Idroclorotiazide. Litio: i diuretici possono aumentare il rischio della tossicita' del litio ed intensificare il gia' aumentato rischio di tossicita' del litio con gli ACE-inibitori. Pertanto l'associazione di quinapril ed idroclorotiazide con il litio e' sconsigliata, tuttavia se questa associazione e' ritenuta necessaria, deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici del litio. FANS: e' stato osservato che i FANS e gli ACE-inibitori, quando vengono co-somministrati, esercitano un effetto additivo sull'aumento delle concentrazioni sieriche del potassio, mentre tale associazione puo' diminuire la funzionalita' renale. Questi effetti sono di regola reversibili. Raramente puo' comparire insufficienza renale acuta, particolarmente nei pazienti con funzionalita' renale compromessa come gli anziani o i pazienti disidratati. La somministrazione cronica di FANS puo' ridurre gli effetti diuretici, natriuretici ed antiipertensivi dei diuretici tiazidici. Trimetoprim: il trimetoprim usato in concomitanza con gli ACE-inibitori e le tiazidi puo' peggiorare l'iperpotassiemia.
Effetti indesiderati
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con quinapril ed altri ACE-inibitori con le seguenti frequenze: Molto comuni (>=1/10), Comuni (>=1/100 e <1/10), Non comuni (>=1/1000 e <1/100, Rari (>=1/10.000 e<1/1000), Molto rari (<1/10.000) inclusi casi isolati. QUINAPRIL. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comuni: trombocitopenia. >>Disturbi psichiatrici: Comuni: insonnia, stanchezza, sonnolenza, umore depresso; Non comuni: disturbi del sonno, nervosismo; Rari: depressione, confusione. >>Patologie del sistema nervoso. Comuni: capogiri, disturbi dell'equilibrio, sonnolenza; Non comuni: paraestesia, sincope; Rari: neuropatia. >>Patologie dell'occhio. Rari: ambliopia, disturbi della visione. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Rari: tinnito. >>Patologie cardiache. Non comuni: palpitazioni, tachicardia, angina pectoris, asistolia; Molto rari: disturbi del ritmo cardiaco. >>Patologie vascolari. Comuni: ipotensione; Non comuni: vasodilatazione; Molto rari: infarto miocardico o evento cerebrovascolare, forse secondari ad un'eccessiva ipotensione nei pazienti ad alto rischio, Fenomeno di Raynaud. >>Patologie respiratorie, toracichee mediastiniche. Comuni: tosse; Rari: broncospasmo, peggioramento del l'asma, rinite. >>Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, vomito,diarrea. Non comuni: dispepsia, dolore addominale, anoressia, secchez za delle fauci, flatulenza, disturbi digestivi; Rari: alterazione del gusto, stitichezza, pancreatite; Molto rari: ileo. >>Patologie epatobiliari. Rari: disturbi della funzionalita' epatica; Molto rari: epatite. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: esantema, prurito, orticaria, dermatite esfoliativa, diaforesi, alopecia, fotosensibilita'; Rari: pemfigo, esantema psoriasiforme; Molto rari: eritema multiforme, onicolisi. In caso di reazioni cutanee gravi la terapia deve essere sospesa immediatamente ed e' indispensabile la supervisione da parte di un medico. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Rari: mialgia, artralgia, dolore alla schiena. >>Patologie renali ed urinarie. Rari: compromissione della funzionalita' renale, iperpotassiemia. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza. >>Patologie sistemiche. Comuni: mal di testa, stanchezza, dolore al torace. Non comuni: astenia; Rari: angioedema (con gonfiore di viso, labbra, lingua e faringe). L'incidenza dell'angioedema e' piu' elevata nei pazienti di razza nera. Sono stati riportati rari casi di agranulocitosi, cosi' come di una sindrome caratterizzata da: febbre, sierosite, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, positivita' per gli anticorpi-antinucleo, VES aumentata, eosinofilia, leucocitosi. Con altri ACE-inibitori sono state riportateginecomastia e vasculite e non si puo' escludere che questi effetti i ndesiderati siano classe-specifici. Parametri di laboratorio: sono stati riportati aumenti temporanei dei livelli di creatinina sierica e dell'urea, in particolare in caso di trattamento concomitante con diuretici. Durante l'uso di altri ACE-inibitori sono state riportate lievi riduzioni dell'emoglobina e dell'ematocrito e non si puo' escludere chetali effetti indesiderati siano classe-specifici. IDROCLOROTIAZIDE. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattam ento con idroclorotiazide con le seguenti frequenze: Molto comuni (>=1/10), Comuni (>=1/100 e <1/10), Non comuni (>=1/1000 e <1/100, Rari (>=1/10.000 e<1/1000), Molto rari (<1/10.000) inclusi casi isolati. >>Infezioni ed infestazioni. Non comuni: sialadenite. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comuni: trombocitopenia; Rari: leucopenia, depressione midollare; Molto rari: neutropenia/agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comuni: squilibrio elettrolitico (incluse iposodiemia ed ipopotassiemia), iperuricemia, iperglicemia, glicosuria, aumenti di colesterolo e trigliceridi; Non comuni: anoressia. >>Disturbi psichiatrici. Non comuni: disturbi del sonno, depressione; Rari: irrequietezza. >>Patologie del sistema nervoso. Non comuni: parestesia, perdita dell'appetito; Rare: stordimento. >>Patologie dell'occhio. Rare: xantopsia, offuscamento transitorio della vista. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comuni: vertigini. >>Patologie cardiache. Non comuni: ipotensione posturale, aritmie cardiache. >>Patologie vascolari. Rare: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea). >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Rare: sindrome da distress respiratorio(incluse polmonite ed edema polmonare). >>Patologie gastrointestinali . Non comuni: irritazione gastrica, diarrea, stitichezza; Rare: pancreatite. >>Patologie epatobiliari. Rare: ittero (ittero colestatico intraepatico). >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Rare: reazioni da fotosensibilita', eruzione cutanea, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica; Molto rare: reazioni cutanee simili a quelle del lupus eritematoso, riacutizzazioni del lupus eritematoso cutaneo. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comuni: spasmi muscolari. >>Patologie renali ed urinarie. Rare: nefrite interstiziale, disfunzioni renali. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comuni: debolezza. Rare: febbre.
Gravidanza e allattamento
L'uso di ACE-inibitori e' sconsigliato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso di ACE-inibitori e' controindicato durante il secondoe terzo trimestre di gravidanza. Le evidenze epidemiologiche relative al rischio teratogeno a seguito di esposizione agli ACE-inibitori dur ante il primo trimestre di gravidanza non sono state conclusive; tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. A meno chela continuazione della terapia con ACE-inibitori sia considerata esse nziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono cambiare il trattamento ricorrendo ad antiipertensivi alternativi che abbiano un profilo di sicurezza noto per l'uso in gravidanza. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente e se necessario deve essere instaurata una terapia alternativa. E' noto che un'esposizione alla terapia con ACE-inibitori durante il secondo e terzo trimestre determina fetotossicita' umana (diminuita funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione,iperpotassiemia). In caso di esposizione ad ACE-inibitori a partire d al secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere attentamente monitorati per un'eventuale ipotensione. In caso di prolungata esposizione durante il terzo trimestre di gravidanza, l'idroclorotiazide puo' causare un'ischemia feto-placentare con il rischio di un ritardo dello sviluppo. Inoltre, sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia inneonati in caso di esposizione delle madri nell'ultimo periodo della gravidanza. L'idroclorotiazide puo' ridurre il volume del plasma ed ilflusso ematico nell'utero e nella placenta. Allattamento: sia il quin april che l'idroclorotiazide vengono escreti nel latte umano. Le tiazidi, somministrate a madri che allattano, sono state associate a riduzione o persino soppressione della lattazione. Puo' comparire ipersensibilita' ai derivati sulfonamidici, ipopotassiemia ed ittero nucleare. Acausa del potenziale rischio di reazioni avverse gravi nei bambini al lattati al seno da parte di entrambi i farmaci, si deve prendere una decisione se sospendere l'allattamento o sospendere la terapia, tenendoin considerazione l'importanza della terapia per la madre.