Puregon - Sc 1cart 600ui/0,72ml
Dettagli:
Nome:Puregon - Sc 1cart 600ui/0,72mlCodice Ministeriale:029520398
Principio attivo:Follitropina Beta
Codice ATC:G03GA06
Fascia:A
Prezzo:326.2
Doping:Proibito in e fuori gara
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Msd Italia Srl
SSN:Concedibile esente per patologia
Ricetta:RRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Cartuccia
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi
Denominazione
PUREGON 600 UI/0,72 ml SOLUZIONE INIETTABILE
Formulazioni
Puregon - Sc 1cart 600ui/0,72ml
Categoria farmacoterapeutica
Ormoni sessuali e modulatori del sistema genitale, gonadotropine.
Principi attivi
Una cartuccia contiene un dosaggio netto totale di 600 UI di ormone follicolo-stimolante ricombinante (FSH) in 0,72 ml di soluzione acquosa.La soluzione iniettabile contiene il principio attivo beta follitropi na, prodotto attraverso ingegneria genetica da una linea cellulare ovarica di criceto cinese (chinese hamster ovary - CHO) in concentrazionedi 833 UI/ml di soluzione acquosa. Questo dosaggio corrisponde a 83,3 mcg di proteina/ml (bioattivita' specifica in vivo corrispondente a c irca 10.000 U FSH / mg di proteina).
Eccipienti
Saccarosio, citrato di sodio, L-metionina, polisorbato 20, alcol benzilico, acqua per preparazioni iniettabili. Per aggiustare il pH puo' essere aggiunto idrossido di sodio e/o acido cloridrico.
Indicazioni
Nella donna: trattamento dell'infertilita' femminile nell'anovulazione(inclusa la sindrome policistica dell'ovaio, PCOS) in donne che non h anno risposto al trattamento con clomifene citrato e nell'iperstimolazione controllata delle ovaie, per indurre lo sviluppo di follicoli multipli, nei protocolli di riproduzione assistita [es. fertilizzazione in vitro /trasferimento dell'embrione (IVF/ET), trasferimento intratubarico del gamete (GIFT) e iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI)]. Nell'uomo: insufficiente spermatogenesi da ipogonadismo ipogonadotropo.
Controindicazioni / effetti secondari
Per l'uomo e per la donna: ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; tumori dell'ovaio, della mammella, dell'utero, del testicolo, dell'ipofisi o dell'ipotalamo; insufficienza primaria delle gonadi. Inoltre, per la donna: sanguinamento vaginale delquale non sia stata posta diagnosi; cisti ovariche od ingrossamento o varico non dovuti a sindrome policistica ovarica (PCOS); malformazionidegli organi riproduttivi incompatibili con la gravidanza; tumori fib roidi dell'utero incompatibili con la gravidanza.
Posologia
La prima iniezione deve essere effettuata sotto diretto controllo. >>Dosaggio nella donna: esistono nello stesso soggetto e tra soggetti diversi notevoli variazioni nella risposta delle ovaie alle gonadotropineesogene. Questo rende impossibile definire uno schema di dosaggio uni co. Le dosi pertanto devono essere aggiustate individualmente secondo la risposta ovarica. Questo richiede l'esame ecografico ed il monitoraggio dei livelli di estradiolo. Quando si impiega il dispositivo a penna, si deve tenere presente che la penna e' un dispositivo di precisione, il quale rilascia esattamente la dose caricata. E' stato dimostrato che, rispetto ad una siringa tradizionale, con il dispositivo a penna viene somministrato in media un 18% in piu' di FSH. Cio' puo' esseredi particolare importanza quando si usano alternativamente un disposi tivo a penna ed una siringa convenzionale durante lo stesso ciclo di trattamento. In modo particolare, quando si passa da una siringa a un dispositivo a penna possono essere necessari piccoli aggiustamenti del dosaggio per evitare di somministrare una dose troppo elevata. Sulla base dei risultati di studi clinici comparativi, si raccomanda di somministrare un dosaggio totale piu' basso per un periodo di trattamento piu' corto rispetto a quello generalmente impiegato per l'FSH urinario,non solo per ottimizzare lo sviluppo follicolare, ma anche per ridurr e al minimo il rischio di iperstimolazione ovarica indesiderata. L'esperienza clinica con il farmaco si basa su un periodo sino a tre cicli terapeutici per entrambe le indicazioni. L'insieme delle esperienze con la IVF indica che, di norma, il grado di successo del trattamento rimane invariato durante i primi quattro tentativi, per poi diminuire progressivamente. Anovulazione: in generale, e' consigliato uno schema sequenziale di trattamento che inizia con la somministrazione giornaliera di 50 UI almeno per 7 giorni. Se non vi e' alcuna risposta ovarica,la dose giornaliera e' gradualmente aumentata fino a che la crescita del follicolo e/o i livelli plasmatici di estradiolo indicano un'adeguata risposta farmacodinamica. Un incremento giornaliero dei livelli diestradiolo del 40-100% e' considerato ottimale. La dose giornaliera e ' somministrata fino a quando non si raggiungono condizioni pre-ovulatorie, cioe' fin quando non vi e' evidenza ecografica di un follicolo dominante di almeno 18 mm di diametro e/o quando i livelli plasmatici di estradiolo non sono saliti a 300-900 picogrammi/ml (1000-3000 pmol/l). Di solito, per ottenere questa condizione sono sufficienti 7-14 giorni di trattamento. La somministrazione e' allora interrotta e l'ovulazione puo' essere indotta con la somministrazione di gonadotropina corionica umana (hCG). Se il numero di follicoli maturati e' troppo elevato o se i livelli di estradiolo aumentano troppo rapidamente, cioe' piu' del doppio ogni giorno, per 2 o 3 giorni consecutivi di estradiolo,la dose giornaliera deve essere ridotta. Dal momento che follicoli co n diametro superiore a 14 mm possono esitare in gravidanza, piu' follicoli pre-ovulatori di diametro superiore a 14 mm comportano il rischiodi gravidanze multiple. In questo caso la hCG non deve essere sommini strata ed il concepimento deve essere evitato allo scopo di prevenire gravidanze multiple. Iperstimolazione ovarica controllata nei programmi di riproduzione assistita: esistono numerosi protocolli di stimolazione. Viene raccomandata una dose iniziale di 100-225 UI, almeno per i primi 4 giorni. Successivamente la dose puo' essere adattata individualmente, in base alla risposta ovarica. In studi clinici si e' visto che sono sufficienti dosi di mantenimento che vanno da 75 a 375 UI per 6-12 giorni, anche se puo' essere necessario un trattamento piu' lungo.Il medicinale puo' essere somministrato da solo oppure, per prevenire una luteinizzazione precoce, in associazione con un agonista o antago nista del GnRH. Quando si usa un agonista del GnRH, potrebbe essere necessaria una dose totale maggiore per ottenere un'adeguata risposta follicolare. La risposta ovarica e' controllata mediante ecografia e determinazione dei livelli plasmatici di estradiolo. Quando la valutazione ecografica indica la presenza di almeno 3 follicoli di 16-20 mm di diametro e vi e' prova di una buona risposta dell'estradiolo (livelli plasmatici di circa 300-400 picogrammi/ml (1000-1300 pmol/l) per ciascun follicolo con un diametro superiore a 18 mm), la fase finale di maturazione dei follicoli e' indotta somministrando hCG. Il prelievo degliovociti e' eseguito 34-35 ore piu' tardi. >>Dosaggio nell'uomo: sommi nistrare il prodotta alla dose di 450 UI/settimana, preferibilmente suddivise in 3 dosi da 150 UI, in concomitanza con la somministrazione di hCG. Il trattamento con il farmaco e hCG deve essere continuato almeno per 3-4 mesi prima che si possa osservare un miglioramento nella spermatogenesi. Per valutare la risposta, si raccomanda l'analisi del liquido seminale da 4 a 6 mesi dopo l'inizio del trattamento. Se il paziente non risponde entro questo periodo di tempo, la terapia combinata puo' essere continuata; l'attuale esperienza clinica indica che per ottenere la spermatogenesi puo' essere necessario un trattamento fino a 18 mesi o oltre. Non ci sono indicazioni relative all'uso del protottonei bambini. >>Modo di somministrazione: il farmaco e' stato sviluppa to per l'impiego con l'apposita penna e deve essere somministrato per via sottocutanea. L'iniezione deve essere eseguita in siti alterni, per prevenire la lipoatrofia.
Conservazione
Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C). Non congelare. Tenere la cartuccia nell'imballaggio esterno. Per comodita' del paziente, Puregon puo' essere conservato dal paziente stesso a temperature non superiori ai 25 gradi C per un solo periodo non superiore ai 3 mesi.
Avvertenze
Puo' contenere tracce di streptomicina e/o neomicina. Questi antibiotici possono causare reazioni di ipersensibilita' in persone sensibili. Deve essere esclusa la presenza di endocrinopatie extragonadiche non sotto controllo (es. disfunzioni della tiroide, del surrene o dell'ipofisi). >>Nella donna: in gravidanze ottenute dopo induzione dell'ovulazione con preparati gonadotropinici vi e' un aumentato rischio di gestazioni multiple. Appropriati aggiustamenti della dose di FSH dovrebberoprevenire lo sviluppo di follicoli multipli. Gravidanze multiple, spe cialmente quelle con un numero elevato di feti, conducono ad un aumentato rischio di esiti avversi, materni e perinatali. Dal momento che ledonne non fertili sottoposte a fecondazione assistita, in particolare ad IVF, presentano spesso anomalie delle tube, l'incidenza di gravida nze extrauterine puo' risultare maggiore. E' pertanto importante confermare precocemente, mediante ecografia, che si tratta di gravidanza intrauterina. La percentuale di interruzioni di gravidanza nelle donne sottoposte a tecniche di riproduzione assistita e' piu' elevata rispetto a quella nella popolazione normale. L'incidenza di malformazioni congenite a seguito di tecniche di riproduzione assistita puo' essere leggermente piu' elevata rispetto a quella osservata dopo concepimento spontaneo. Cio' puo' essere dovuto a differenze nelle caratteristiche dei genitori (es. eta' della madre, caratteristiche dello sperma) ed a gestazioni multiple. Iperstimolazione ovarica non desiderata: nel trattamento delle donne, la valutazione ecografica dello sviluppo follicolare e la determinazione dei livelli di estradiolo devono essere eseguite prima del trattamento e ad intervalli regolari, durante la terapia. Indipendentemente dallo sviluppo di un elevato numero di follicoli, i livelli di estradiolo possono aumentare in modo estremamente rapido, per esempio piu' del doppio ogni giorno per 2 o 3 giorni consecutivi edeventualmente raggiungere valori eccessivamente elevati. La diagnosi di iperstimolazione ovarica puo' essere confermata mediante ecografia.Se si verifica una iperstimolazione ovarica indesiderata (cioe' non c ome facente parte di un programma di riproduzione assistita), la somministrazione deve essere interrotta. In questo caso il concepimento deve essere evitato e l'hCG non deve essere somministrata poiche' essa puo' indurre, in aggiunta all'ovulazione multipla, la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). I sintomi e segni clinici di una lieve sindrome da iperstimolazione ovarica sono dolore addominale, nausea, diarrea ed un lieve o modico aumento di volume delle ovaie, con presenza diformazioni cistiche. In associazione con la sindrome da iperstimolazi one ovarica sono state riportate anomalie transitorie dei test di funzionalita' epatica, indicative di disfunzione epatica, che possono essere accompagnate da modificazioni morfologiche della biopsia epatica. In rari casi, una sindrome da iperstimolazione ovarica grave puo' mettere in pericolo la vita della paziente. In questi casi e' caratteristica la presenza di grosse cisti ovariche (tendenti alla rottura), ascite, spesso idrotorace ed aumento del peso corporeo. In rari casi tromboembolia venosa o arteriosa puo' verificarsi in associazione con OHSS. E' stata segnalata torsione ovarica dopo trattamento con beta follitropina e dopo il trattamento con altre gonadotropine. Cio' puo' essere associato ad altri fattori di rischio come OHSS, gravidanza, precedenti interventi chirurgici addominali, storia di torsione ovarica, pregressa o presente cisti ovarica ed ovaie policistiche. Il danno ovarico causato da un ridotto apporto sanguigno puo' essere limitato da una precoce diagnosi e da una immediata detorsione. Vi sono state segnalazioni di neoplasie ovariche e di altre neoplasie dell'apparato riproduttivo,sia benigne che maligne, in donne che sono state sottoposte a terapie farmacologiche multiple per il trattamento dell'infertilita'. Non e' stato ancora stabilito se il trattamento con gonadotropine aumenti o no il rischio di base di questi tumori nelle donne infertili. Le donne che presentano fattori di rischio generalmente riconosciuti per trombosi, quali anamnesi personale o familiare, grave obesita' (Indice di Massa Corporea > 30 kg/m2) oppure trombofilia nota, possono avere un aumentato rischio di eventi tromboembolici venosi o arteriosi durante o successivi al trattamento con gonadotropine. In queste donne i beneficidi un trattamento per l'IVF devono essere soppesati nei confronti dei rischi. Si deve comunque ricordare che la stessa gravidanza puo' dete rminare un aumentato rischio di trombosi. >>Nell'uomo: elevati livellidi FSH endogeno sono indicativi di insufficienza testicolare primaria . Tali pazienti non rispondono alla terapia con il medicinale e hCG.
Interazioni
L'uso concomitante con clomifene citrato puo' far aumentare la risposta follicolare. Dopo la soppressione ipofisaria provocata con un agonista del GnRH, per ottenere un'adeguata risposta follicolare puo' esserenecessaria una dose piu' alta di medicinale.
Effetti indesiderati
L'uso clinico del prodotto per via intramuscolare o sottocutanea puo' provocare reazioni locali al sito di iniezione (3% di tutti i pazientitrattati). La maggior parte di queste reazioni locali e' di natura mo derata e transitoria. Reazioni generalizzate di ipersensibilita' sono state osservate piu' raramente. >>Trattamento della donna: negli studiclinici nel 4% circa delle donne sono stati riportati segni e sintomi relativi alla sindrome da ipestimolazione ovarica. Effetti indesidera ti correlati a questa sindrome comprendono dolore e/o congestione pelvica, dolore e/o distensione addominale, disturbi al seno e ingrossamento delle ovaie. Patologie del sistema nervoso. Comune (>=1/100, <1/10): cefalea. Patologie gastrointestinali. Comune: distensione addominale, dolore addominale. Non comune (>=1/1.000, <1/100): fastidio addominale, costipazione, diarrea, nausea. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: OHSS, dolore pelvico. Non comune: disturbial seno (dolorabilita', dolore e/o congestione e dolore del capezzolo ), metrorragia, cisti ovarica, ingrossamento ovarico, torsione ovarica, ingrossamento uterino, emorragia vaginale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: reazioni del sito d'iniezione (bruciore, dolore, rossore, gonfiore e prurito ). Noncomune: reazioni di ipersensibilita' generalizzata (eritema, orticari a, rash e prurito). Inoltre sono stati segnalati gravidanza ectopica, aborto e gravidanze multiple. Questi sono considerati correlati alla procedura ART o a successiva gravidanza. In casi rari, tromboembolia e'stata associata con la terapia Puregon/hCG. Cio' e' stato anche ripor tato durante il trattamento con altre gonadotropine. >>Trattamento dell'uomo: reazioni avverse che sono riportate una volta sola sono elencate come comuni perche' una singola segnalazione alza la frequenza sopra l'1%. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: acne, rash. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: cisti epididimale, ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: reazione del sito di iniezione (indurimento e dolore).
Gravidanza e allattamento
>>Fertilita': il farmaco e' usato nel trattamento delle donne sottoposte a induzione ovarica o iperstimolazione ovarica controllata nei programmi di riproduzione assistita. Nell'uomo il medicinale e' usato per il trattamento della insufficiente spermatogenesi da ipogonadismo ipogonadotropo. >>Gravidanza: non ci sono indicazioni per l'utilizzo del prodotto. Nell'uso clinico non e' stato riportato alcun rischio teratogeno a seguito di iperstimolazione ovarica controllata con gonadotropine. Nei casi di esposizione durante la gravidanza, i dati clinici non sono sufficienti ad escludere un effetto teratogeno dell'FSH ricombinante. Tuttavia, ad oggi, non e' stato riportato alcun effetto malformativo particolare. Nessun effetto teratogeno e' stato osservato negli studi sull'animale. >>Allattamento: non ci sono informazioni disponibili dagli studi clinici o dagli studi sugli animali sulla escrezione di beta follitropina nel latte materno. E' improbabile che la beta follitropina venga escreta nel latte umano a causa del suo alto peso molecolare. Se la beta follitropina fosse escreta nel latte umano, sarebbe degradata nel tratto intestinale del lattante. La beta follitropina puo' influenzare la produzione lattea.