Proleukin - Ev 1f 18mui

Dettagli:
Nome:Proleukin - Ev 1f 18mui
Codice Ministeriale:027131010
Principio attivo:Aldesleuchina
Codice ATC:L03AC01
Fascia:H
Prezzo:231.57
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Novartis Farma Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi

Denominazione

PROLEUKIN

Formulazioni

Proleukin - Ev 1f 18mui

Categoria farmacoterapeutica

Immunistimolanti.

Principi attivi

Aldesleuchina.

Eccipienti

Mannitolo (E421), sodio laurilsolfato, sodio diidrogenofosfato monoidrato (regolatore del pH), disodio idrogenofosfato (regolatore del pH).

Indicazioni

Trattamento del carcinoma renale metastatico. I fattori di rischio associati alle diminuite percentuali di risposta ed alla sopravvivenza mediana, sono: performance status secondo ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group dove 0 = attivita' normale; 1 = presenza di sintomi ma il paziente e' in grado di camminare; 2 = allettato per meno del 50% del tempo; 3 = allettato per piu' del 50% del tempo) maggiore o uguale a 1;interessamento di piu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore pri mitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamento col farmaco. Le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero dei fattori di rischio presenti. Pazienti positivi per tutti e tre i fattori di rischio non devono essere trattati col farmaco.

Controindicazioni / effetti secondari

Pazienti con ipersensibilita' al principio attivo o ad uno degli eccipienti. Pazienti con performance status secondo l'ECOG maggiore o uguale a 2. Pazienti con presenza simultanea di un performance status secondo l'ECOG uguale o maggiore di 1 e piu' di un organo con siti di malattia metastatica ed un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data in cui il paziente viene valutato per il trattamento. Pazienti con anamnesi significativa o evidenza di cardiopatia grave in corso; in casi dubbi si deve effettuare una prova da sforzo. Pazienti con evidenze di infezione in atto che richiedano una terapia antibiotica. Pazienti con PaO2 <60 mm Hg a riposo. Pazienticon gravi disfunzioni preesistenti dei principali organi. Pazienti co n metastasi al Sistema Nervoso Centrale (SNC) o disturbi convulsivi, ad eccezione dei pazienti con metastasi cerebrali trattate con successo(tomografia assiale computerizzata (TAC) negativa; neurologicamente s tabili). Inoltre si raccomanda di escludere i seguenti pazienti: pazienti con globuli bianchi (GB) <4.000/mm3, piastrine <100.000/mm3, ematocrito <30%; pazienti con bilirubina e creatinina sieriche al di fuori dei valori di riferimento; pazienti con allotrapianti d'organo; pazienti che richiedano trattamento con corticosteroidi; pazienti con preesistente malattia autoimmune.

Posologia

Somministrare il farmaco per via endovenosa mediante infusione continua. >>Pazienti adulti affetti da carcinoma renale metastatico. Infusione endovenosa continua 18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 24 ore per 5 giorni, seguite da 2-6 giorni senza farmaco e da altri 5 giorni del farmaco in infusione continua e da 3 settimane senza farmaco. Questo costituisce un ciclo di induzione. Dopo il periodo di riposo di 3settimane dal primo ciclo, effettuare un secondo ciclo di induzione. Mantenimento: possono essere effettuati fino a 4 cicli di mantenimento(18 x 10^6 UI/m^2 in infusione continua per 5 giorni) ad intervalli d i 4 settimane a pazienti che rispondono o che hanno una stabilizzazione della malattia. Se il paziente non tollera il regime posologico raccomandato, ridurre la dose oppure la somministrazione deve essere interrotta fino a quando la tossicita' si e' attenuata. Non si sa in quale misura la riduzione della dose influenzi le percentuali di risposta e la sopravvivenza mediana. >>Anziani: possono essere piu' sensibili agli effetti collaterali del farmaco e si consiglia di usare cautela nel trattamento di questi pazienti. >>Bambini: non sono state accertate lasicurezza e l'efficacia del farmaco.

Conservazione

Conservare a temperatura compresa tra 2 gradi C e 8 gradi C (in frigorifero). Non congelare. Il farmaco, se ricostituito o ricostituito e diluito secondo le istruzioni ha dimostrato di avere stabilita' chimico-fisica fino a 48 ore se tenuto in frigorifero o a temperatura ambiente(da 2 gradi C a 30 gradi C). Dal punto di vista microbiologico il pro dotto ricostituito deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente i tempi e le condizioni di stoccaggio prima dell'uso sono di responsabilita' dell'utilizzatore e di norma non devono superare le 24 ore ad una temperatura compresa fra 2 gradi C e 8 gradi C, a meno che la ricostituzione e la diluizione siano avvenute in condizioni asettiche controllate e validate.

Avvertenze

I pazienti con carcinoma renale metastatico possono essere divisi in 4distinti gruppi di rischio, che permettono di prevedere la sopravvive nza e, in una certa misura, la risposta dopo terapia col farmaco. I 4 gruppi di rischio sono definiti in base al numero di fattori di rischio presenti all'inizio del trattamento. Le percentuali di risposta e lasopravvivenza mediana diminuiscono con l'incrementare del numero dei fattori di rischio presenti. Non trattare pazienti positivi per tutti e tre i fattori di rischio col farmaco. I fattori di rischio sono: performance status secondo ECOG maggiore o uguale a 1; interessamento di piu' di un organo con siti di malattia metastatica; un periodo inferiore a 24 mesi fra la diagnosi iniziale di tumore primitivo e la data incui il paziente viene valutato per il trattamento col farmaco. La som ministrazione del farmaco e' stata associata alla sindrome da aumentata permeabilita' capillare (CLS) caratterizzata da una perdita di tono vascolare e fuoriuscita di proteine plasmatiche e fluidi nello spazio extravascolare. La CLS porta ipotensione e riduce la perfusione d'organo. Sono noti decessi a causa di gravi forme di CLS. Questa di solito comincia poche ore dopo l'inizio del trattamento col farmaco. In alcuni pazienti l'ipotensione si risolve senza terapia. In altri, e' necessario un trattamento con l'impiego cauto di fluidi endovena, albumina o, nei casi refrattari, con dopamina a basse dosi. Se tali misure non avessero successo, interrompere la terapia col farmaco. Se vengono somministrati liquidi per via endovenosa, ponderare i potenziali vantaggi dell'espansione del volume intravascolare rispetto al rischio di edemapolmonare secondario alla perdita capillare. Il farmaco puo' esacerba re malattie autoimmuni preesistenti, con possibili complicanze con pericolo di vita. Poiche' non tutti i pazienti che sviluppano fenomeni autoimmuni, a seguito di un trattamento con interleuchina-2, hanno una preesistente anamnesi di malattia autoimmune, si raccomanda attenzione ed il loro stretto controllo per anormalita' tiroidee od altri fenomeni potenzialmente autoimmuni. Alcuni pazienti con malattia di Crohn quiescente hanno manifestato acutizzazione della malattia, a seguito del trattamento col farmaco, richiedente terapia chirurgica. Sospendere lasomministrazione del farmaco in pazienti che sviluppino letargia o so nnolenza grave; la somministrazione continuata puo' provocare coma. Controllare la funzione polmonare attentamente in pazienti con rantoli od aumento della frequenza respiratoria o che lamentino dispnea. Puo' essere necessaria l'intubazione per l'insufficienza respiratoria transitoria, resasi necessaria solo in pazienti trattati col farmaco per viaendovenosa. I pazienti possono avere alterazioni dello stato mentale che possono persistere per parecchi giorni dopo la sospensione del trattamento. Il farmaco puo' alterare la risposta del paziente a farmaci psicotropi. Poiche' la somministrazione del farmaco determina un aumento reversibile delle transaminasi epatiche, della bilirubina sierica, dell'azotemia e della creatinina sierica, monitorare i pazienti con preesistente disfunzione renale od epatica accuratamente. Il metabolismorenale od epatico o l'escrezione di farmaci co-somministrati possono essere alterati dalla somministrazione del farmaco. Usare altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota con cautela. In caso di somministrazione per infusione endovenosa continua ricoverare i pazienti in un centro specializzato dotato delle attrezzature di un'unita' di terapia intensiva. Se si verificano seri effetti indesiderati, modificare la dose. Gli effetti indesiderati, anche se talvolta seri o persino con pericolo di vita del paziente sono trattabili e di solito si risolvono entro 1 o 2 giorni dalla cessazione della terapia col farmaco. Decidere se riprendere la terapia basandosi sulla gravita'e sullo spettro della tossicita' clinica. La somministrazione del far maco puo' esacerbare i sintomi di malattia in pazienti con metastasi al SNC non clinicamente evidenti o non trattate. Effettuare un'adeguatavalutazione e un eventuale trattamento delle metastasi al SNC prima d i ricevere la terapia col farmaco. Il farmaco puo' esacerbare i versamenti da superfici sierose. Considerare il trattamento di questi versamenti prima di iniziare la terapia col farmaco soprattutto se i versamenti sono situati in sedi anatomiche in cui un peggioramento puo' determinare alterazione della funzione dei principali organi. Sono consigliabili un ECG piu' una prova da sforzo, il performance status, i segni vitali, la valutazione obiettiva delle vasculopatie coronariche e in pazienti con anamnesi di fumo o malattie respiratorie, prove della funzionalita' polmonare con determinazione dei gas del sangue arterioso come integrazioni dell'anamnesi e dell'esame fisico nella valutazione dei pazienti prima del trattamento. Trattare le infezioni batteriche preesistenti prima di iniziare la terapia col farmaco. Le tossicita' associate alla somministrazione del farmaco possono essere esacerbate dalla co-infezione batterica. La somministrazione del farmaco puo' essere associata ad una maggiore incidenza e/o gravita' dell'infezione batterica. Tranne numerosi casi dovuti ad Escherichia coli, i microrganismi responsabili erano lo Stafilococcus aureus o lo Stafilococcus epidermidis. Durante l'infusione endovenosa continua del farmaco e' nota un'aumentata incidenza e/o gravita' di infezione locale nella sede di introduzione del catetere. Sottoporre i pazienti con catetere venoso centrale a profilassi con antibiotici. La somministrazione del farmaco provoca molto comunemente febbre ed effetti indesiderati gastrointestinali.Una terapia concomitante con paracetamolo puo' essere istituita al mo mento della somministrazione del farmaco per ridurre la febbre. La meperidina puo' essere aggiunta per controllare i brividi associati alla febbre. Si possono usare gli antiemetici e gli antidiarroici quando necessario per trattare altri effetti indesiderati gastrointestinali. Alcuni pazienti con eruzione pruriginosa traggono vantaggio dalla co-somministrazione di antistaminici. Oltre ai test normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con carcinoma renale metastatico, i seguenti esami di laboratorio sono raccomandati in tutti i pazienti trattati con Proleukin, prima di iniziare il trattamento e quindi, in seguito, periodicamente: test ematologici standard (globuli bianchi con formula leucocitaria e conta piastrinica); esami ematochimici (compresi ilbilancio idroelettrolitico e le prove di funzionalita' renale ed epat ica); radiografia del torace.

Interazioni

In combinazione con un trattamento con cisplatino, vinblastina e dacarbazina e' stata riportata la sindrome fatale da lisi tumorale. L'uso concomitante di questi farmaci quindi non e' raccomandato. Forme gravi di rabdomiolisi e danno miocardico, inclusi infarto cardiaco, miocardite ed ipocinesi ventricolare sembrano aumentate in pazienti a cui il farmaco in infusione continua e interferone-alfa vengono co-somministrati. A seguito dell'uso del farmaco associato a interferone-alfa sono state osservate esacerbazione o presentazione iniziale di turbe funzionali autoimmuni o infiammatorie, incluse glomerulonefriti "a semiluna" da immunoglobulina A (IgA), miastenia grave oculo-bulbare, artriti infiammatorie, tiroiditi, pemfigoide bolloso e sindrome di Stevens-Johnson. Si raccomanda che i pazienti con malattia autoimmune preesistente non siano trattati col farmaco. I glucocorticoidi, co-somministrati al farmaco, possono ridurre l'attivita' dello stesso e percio' devono essere evitati. Tuttavia i pazienti che sviluppino segni o sintomi che facciano temere pericolo di vita possono essere ugualmente trattati con desametasone fino a quando il grado di tossicita' si attesti ad un livello accettabile. La co-somministrazione di farmaci con effetti epatotossici, nefrotossici, mielotossici o cardiotossici puo' aumentare la tossicita' del farmaco in questi apparati. Farmaci antiipertensivi, come i betabloccanti, possono potenziare l'ipotensione osservata col farmaco e percio' si deve monitorare la pressione sanguigna. Il farmaco puo' alterare il metabolismo renale o epatico o l'escrezione di farmaci somministrati in concomitanza. Altri farmaci con potenziale nefrotossicita' o epatotossicita' nota devono essere usati con cautela. Il farmaco puo' influenzare la funzione del sistema nervoso centrale. Pertantopossono verificarsi interazioni dopo co-somministrazione con farmaci ad azione centrale. Il farmaco puo' alterare la risposta del paziente a farmaci psicotropi e per questo i pazienti devono essere monitorati.L'uso di mezzi di contrasto dopo la somministrazione del farmaco puo' determinare una ricomparsa della tossicita' osservata durante la somm inistrazione del farmaco. La maggior parte degli eventi sono stati riportati entro due settimane dall'ultima dose del farmaco, ma altri anche dopo mesi. Per questo motivo si raccomanda di non utilizzare mezzi di contrasto nelle 2 settimane successive al trattamento col farmaco. Reazioni di ipersensibilita' sono state riscontrate in pazienti sottoposti a trattamento concomitante con alte dosi del farmaco in sequenza con agenti antineoplastici, in particolare, dacarbazina, cisplatino, tamoxifene e interferone-alfa. Queste reazioni sono costituite da eritema, prurito e ipotensione e intervengono entro poche ore dalla somministrazione della chemioterapia.

Effetti indesiderati

E' stato dimostrato che la frequenza e la gravita' degli effetti indesiderati col farmaco dipendono dalla via di somministrazione, dose e schema terapeutico. La maggior parte degli effetti indesiderati sono auto-limitanti e possono regredire entro 1-2 giorni dalla sospensione della terapia. Un piccolo numero di pazienti sottoposti ad infusione endovenosa continua e' deceduto a causa di effetti indesiderati correlati al trattamento. Infezioni e infestazioni. Comune (>1/100 <1/10): infezione dell'apparato respiratorio. Alterazioni del sangue e dei sistema linfatico. Molto comune (>1/10): anemia, trombocitopenia. Comune: leucopenia, disturbi della coagulazione tra cui coagulazione intravasale disseminata. Raro (>1/10000 <1/1000): agranulocitosi, anemia aplastica,anemia amolitica. Alterazioni del sistema immunitario. Non comune (>1 /1000 <1/100): reazioni di ipersensibilita'. Raro: anafilassi. Alterazioni del sistema endocrino. Non comune: ipo- o ipertiroidismo. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: anoressia. Comune: iperglicemia, ipocalcemia, iperpotassiemia, disidratazione. Non comune: ipercalcemia. Raro: diabete mellito, ipoglicemia. Disturbi psichiatrici. Molto comune: ansia, confusione. Comune: alterazioni dello stato mentale tra cui irritabilita', agitazione, depressione, allucinazioni, insonnia. Alterazioni del sistema nervoso. molto comune: vertigini, cefalea, sonnolenza. Comune: disturbi del sistema nervoso non altrimenti specificati (tra cui parestesia e neuropatia), sincope, disturbidel linguaggio. Non comune: convulsioni, paralisi, miastenia, perdita del gusto. Raro: letargia, coma, lesioni del sistema nervoso centrale . Disturbi oculari. Comune: congiuntivite. Raro: neuropatia ottica. Alterazione cardiache. Molto comune: tachicardia, dolore toracico tra cui angina pectoris. Comune: aritmia, cianosi. Non comune: infarto del miocardio, patologie cardiovascolari tra cui insufficienza cardiaca, miocardite, alterazioni elettrocardiografiche transitorie, cardiomiopatia, palpitazioni, ischemia del miocardio. Raro: ipocinesia ventricolare. Alterazioni del sistema vascolare. Molto comune: ipotensione. Comune: flebite, ipertensione. Non comune: trombosi, emorragia. Raro: tromboflebite. Alterazioni dell'apparato respiratorio, del torace e del mediastino. Molto comune: dispnea, tosse. Comune: edema polmonare, versamenti pleurici, ipossia, congestione nasale. Non comune: emottisi, epistassi. Raro: embolia polmonare, sindrome da difficolta' respiratoria nell'adulto. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Molto comune: nausea con o senza vomito, diarrea, stomatite. Comune: disfagia, dispepsia, stipsi, sanguinamento gastrointestinale tra cui emorragia rettale, ematemesi, ascite. Non comune: cheilite, gastrite. Raro: attivazione del morbo di Crohn quiescente, pancreatite, ostruzione intestinale. Alterazioni del sistema epatobiliare. Comune: aumento delle transaminasi epatiche e della fosfatasi alcalina, aumento della deidrogenasi lattica, iperbilirubinemia. Raro: colecistite, insufficienza epatica con esito fatale. Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: eritema/rash cutaneo, esfoliazione cutanea, prurito. Comune:sudorazione, alopecia. Non comune: vitiligine, edema di Quincke. Raro : eritema vescicolo-bolloso, sindrome di Stevens-Johnson. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia. Alterazioni renali e della via urinarie. Molto comune: oliguria con alto livello sierico di urea e creatinina. Comune: ematuria. Non comune: insufficienza renale. Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione. Molto comune: reazioni nel sito di somministrazione, dolore nel sito di somministrazione, infiammazione nelsito di somministrazione, febbre con o senza brividi, malessere e fat ica, dolore, incremento ponderale da edema, calo ponderale. Comune: edema, mucosite, noduli nel sito di somministrazione, ipotermia. Raro: necrosi nel sito di somministrazione. Informazioni supplementari: aritmie cardiache (sopraventricolari e ventricolari), angina pectoris, infarto miocardico, insufficienza respiratoria richiedente intubazione, emorragia o infarto gastrointestinale, insufficienza renale, edema e alterazioni dello stato mentale possono essere associate alla sindrome daaumentata permeabilita' capillare. E' stata riportata vasculite cereb rale, sia isolata che in combinazione con altre manifestazioni. E' stata segnalata vasculite cutanea e da ipersensibilita' leucocitoplastica. Alcuni di questi casi rispondono ai corticosteroidi. I seguenti effetti indesiderati sono stati raramente riportati in associazione a trattamenti concomitanti con l'interferone-alfa: glomerulonefriti "a semiluna" da IgA, miastenia grave oculo-bulbare, artriti infiammatorie, tiroiditi, pemfigoide bolloso, rabdomiolisi e sindrome di Stevens-Johnson. Forme gravi di rabdomiolisi e danno miocardico, inclusi infarto cardiaco, miocardite ed ipocinesi ventricolare sembrano aumentate in pazienti a cui il farmaco (in infusione continua) e interferone-alfa vengono co-somministrati. Sono state riscontrate infezioni batteriche o esacerbazioni delle stesse, incluse setticemia, endocardite, tromboflebitesettica, peritonite, polmonite e infezione locale nella sede di intro duzione del catetere, particolarmente dopo somministrazione endovenosa.

Gravidanza e allattamento

Uomini e donne sessualmente attivi devono usare efficaci metodi di contraccezione durante il trattamento. Non sono disponibili dati adeguatisull'uso dell'aldesleuchina nelle donne in gravidanza. Studi nell'ani male sono insufficienti per valutare la sicurezza in relazione alla riproduzione, allo sviluppo dell'embrione o del feto, al decorso della gestazione ed allo sviluppo peri e post-natale. Il farmaco ha dimostrato nei ratti di avere effetti embrioletali e tossicita' materna. Il rischio potenziale per l'uomo non e' conosciuto. Non impiegare il farmacodurante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale per la pazie nte giustifichi il potenziale rischio per il feto. Non e' noto se questo farmaco sia escreto nel latte materno. Poiche' la possibilita' di reazioni avverse gravi nei lattanti durante l'allattamento non e' conosciuta, le madri non devono allattare durante il trattamento.