Prograf - Infus Ev 10f 5mg/1ml
Dettagli:
Nome:Prograf - Infus Ev 10f 5mg/1mlCodice Ministeriale:029485063
Principio attivo:Tacrolimus Monoidrato
Codice ATC:L04AD02
Fascia:A
Prezzo:563.26
Produttore:Astellas Pharma Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNR - ricetta non ripetibile art.89 DL 219/06 (ex senza formalismi)
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Inibitori della calcineurina.
Principi attivi
Tacrolimus 5 mg/ml.
Eccipienti
Olio di ricino poliossidrilato idrogenato, etanolo anidro.
Indicazioni
Profilassi del rigetto del trapianto nei pazienti riceventi trapianto allogenico di fegato, rene o cuore. Trattamento del rigetto resistenteal trattamento con altri prodotti medicinali immunosoppressivi.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' a tacrolimus o ad altri macrolidi. Ipersensibilita' ad uno qualsiasi degli eccipienti in particolare all'olio di ricino poliossidrilato idrogenato o a composti strutturalmente correlati.
Posologia
Puo' essere somministrato per via endovenosa o per via orale. Generalmente e' possibile iniziare con la somministrazione orale; se necessario somministrando il contenuto della capsula sospeso in acqua mediante sonda nasogastrica. La soluzione diluita non deve essere somministratacome bolo. Durata della terapia: i pazienti devono passare dalla somm inistrazione e.v alla via orale non appena lo consentano le condizioniindividuali. La terapia e.v non deve superare i 7 giorni. Dosaggi rac comandati. Trapianto di Fegato-profilassi del rigetto del trapianto-pazienti adulti: la terapia per via orale deve cominciare con 0,10 - 0,20 mg/kg/die somministrati in due dosi separate. La somministrazione deve cominciare circa 12 ore dopo il termine dell'intervento chirurgico.Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministraz ione orale, iniziare la terapia endovenosa di 0,01 - 0,05 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. Profilassi del rigetto del trapianto-pazienti pediatrici: dose orale iniziale pari a 0,30 mg/kg/die in due dosi separate. Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministrazione orale, somministrare una dose endovenosa iniziale di 0,05 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. E' possibile in alcuni casi sospendere le terapie immunosoppressive concomitanti fino alla monoterapia. Terapia antirigetto-pazienti adulti e pediatrici: per gestire eventuali episodi di rigetto, sono stati utilizzati l'aumento del dosaggio, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. La comparsa di segni di tossicita' puo' rendere necessaria la diminuzione della dose. Dosaggi raccomandati. Trapianto di Rene- Profilassi del rigetto del trapianto-pazienti adulti: la terapia per via orale deve cominciare con 0,20-0,30 mg/kg/die somministrati in due dosi separate. La somministrazione deve cominciare entro le 24 ore dal termine dell'intervento chirurgico. Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministrazione orale, iniziare la terapia endovenosa mediante infusione endovenosa continua per 24 ore con un dosaggio pari a 0,05-0,10 mg/kg/die. Profilassi del rigetto del trapianto-pazienti pediatrici: deveessere somministrata una dose orale iniziale pari a 0,30 mg/kg/die in due dosi separate. Se le condizioni cliniche del paziente non permett ono la somministrazione orale, iniziare una terapia iniziale endovenosa mediante infusione endovenosa continua per 24 ore con un dosaggio pari a 0,075-0,100 mg/kg/die. Aggiustamenti posologici durante il periodo post-trapianto-pazienti adulti e pediatrici: le dosi vengono generalmente ridotte nel periodo post-trapianto. Dosaggi raccomandati-Trapianto di cuore-profilassi del rigetto del trapianto-pazienti adulti: puo'essere usato in concomitanza con un'induzione con un anticorpo o in a lternativa in pazienti clinicamente stabili senza induzione con un anticorpo. Dopo l'induzione con l'anticorpo, la terapia per via orale deve cominciare con 0,075 mg/kg/die somministrati in due dosi separate. Se le condizioni cliniche del paziente non permettono la somministrazione orale, iniziare la terapia endovenosa mediante infusione endovenosacontinua per 24 ore con un dosaggio pari a 0,01-0,02 mg/kg/die. Profi lassi del rigetto del trapianto-pazienti pediatrici: e' stato utilizzato con o senza induzione con anticorpo nei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di cuore. In pazienti senza induzione con anticorpo, se la terapia viene iniziata per via endovenosa, la dose iniziale raccomandata e' di 0,03-0,05 mg/kg/die per infusione endovenosa continua per 24 ore con l'obiettivo di raggiungere livelli ematici di tacrolimus pari a 15 - 25 ng/ml. La prima dose di terapia orale deve essere di 0,30 mg/kg/die, cominciando 8-12 ore dopo la sospensione della terapia per via endovenosa. In seguito all'induzione con anticorpo, se la terapia viene iniziata per via orale, la dose iniziale consigliata e' di 0,10-0,30 mg/kg/die somministrati in due dosi separate (ad es., mattina e sera). terapia antirigetto-pazienti adulti e pediatrici: per gestireeventuali episodi di rigetto, sono stati utilizzati l'aumento del dos aggio, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. Nei pazienti adulti trasferiti alla terapia con Prograf, una dose orale iniziale di 0,15 mg/kg/die deve essere somministrata in due dosi separate. Nei pazienti pediatrici trasferiti alla terapia con Prograf, una dose orale iniziale di 0,20-0,30 mg/kg/die deve essere somministrata in due dosi separate. Dosaggi raccomandati-Terapiaantirigetto, altri allotrapianti: le dosi raccomandate per il trapian to di polmone, di pancreas e di intestino si basano su una esperienza clinica prospettica limitata. In pazienti sottoposti a trapianto di polmone il farmaco e' stato utilizzato a una dose orale iniziale pari a 0,10-0,15 mg/kg/die, in pazienti sottoposti a trapianto di pancreas e'stato utilizzato a una dose orale iniziale pari a 0,2 mg/kg/die e in pazienti sottoposti a trapianto di intestino e' stato utilizzato a unadose orale iniziale pari a 0,3 mg/kg/die. Pazienti con compromissione epatica: per mantenere i livelli ematici di valle di tacrolimus nei l imiti raccomandati, nei pazienti con grave compromissione epatica puo'rendersi necessaria una riduzione della dose. Pazienti con compromiss ione renale: poiche' la farmacocinetica di tacrolimus non e' influenzata dalla funzionalita' renale, non e' necessario un aggiustamento posologico. Pazienti pediatrici: in generale, i pazienti pediatrici richiedono dosi 11/2 - 2 volte superiori a quelle degli adulti per raggiungere livelli ematici simili. Anziani: attualmente i dati disponibili nonsuggeriscono la necessita' di aggiustamenti posologici nei pazienti a nziani. Trasferimento da ciclosporina: occorre prestare attenzione quando si trasferiscono i pazienti in terapia con ciclosporina alla terapia. Concentrazioni ematiche di valle raccomandate: il dosaggio deve essere principalmente basato sulla valutazione clinica del rigetto e sulla tollerabilita' di ogni singolo paziente.
Conservazione
Conservare la fiala nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C.
Avvertenze
Durante il periodo iniziale post trapianto e' richiesto il monitoraggio routinario dei seguenti parametri: pressione arteriosa, ECG, controllo neurologico ed oculistico, glicemia a digiuno, elettroliti (in particolare potassio), test di funzionalita' epatica e renale, parametri ematologici, parametri della coagulazione e determinazioni delle proteine plasmatiche. Se si osservano variazioni clinicamente significative devono essere prese in considerazione modifiche al regime immunosoppressivo. L'assunzione di preparazioni di origine vegetale che contenganol'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) o altre preparazioni di origine vegetale devono essere evitate durante la terapia a causa del rischio di interazioni che portano alla diminuzione della concentrazi one di tacrolimus nel sangue e alla ridotta efficacia clinica di tacrolimus. Dal momento che i livelli ematici di tacrolimus possono variarein maniera significativa durante episodi di diarrea, si raccomanda un monitoraggio supplementare delle concentrazioni di tacrolimus durante tali episodi. La somministrazione di ciclosporina e tacrolimus in ass ociazione deve essere evitata ed e' necessario porre particolare attenzione quando tacrolimus viene somministrato a pazienti precedentementein terapia con ciclosporina. In rari casi, sono state osservate ipert rofia ventricolare o ipertrofia del setto, riportate come cardiomiopatie. Nella maggior parte dei casi esse si sono dimostrate reversibili, dato che si sono manifestate principalmente in soggetti pediatrici in presenza di livelli ematici di valle di tacrolimus molto piu' alti deilivelli massimi raccomandati. Altri fattori ritenuti in grado di aume ntare il rischio di queste condizioni cliniche includevano malattie cardiache preesistenti, uso di corticosteroidi, ipertensione, disfunzione renale o epatica, infezioni, sovraccarico volemico ed edema. Di conseguenza i pazienti ad alto rischio, particolarmente i soggetti in eta'pediatrica e i soggetti altamente immunosoppressi, devono essere cont rollati con esami strumentali quali ecocardiografia o ECG prima e dopoil trapianto (ad esempio inizialmente dopo tre mesi e poi dopo 9-12 m esi). In caso di sviluppo di alterazioni, si deve prendere in considerazione la riduzione del dosaggio, oppure il trasferimento al trattamento con un altro farmaco immunosoppressivo. Tacrolimus puo' causare il prolungamento dell'intervallo QT ma attualmente non ci sono prove sostanziali che possa causare Torsades des Pointes. Si raccomanda di usarecautela nell'utilizzo del farmaco nei pazienti con diagnosi o con sos petto di Sindrome Congenita del Prolungamento dell'Intervallo QT. E' stato riportato che pazienti trattati hanno sviluppato malattie linfoproliferative associate ad infezione da EBV. I pazienti trasferiti al trattamento con il farmco non devono ricevere un concomitante trattamento antilinfocitario. E' stato riportato che bambini molto piccoli (< 2 anni), EBV-VCA negativi, presentano un rischio maggiore di comparsa dimalattie linfoproliferative. Pertanto, in questo gruppo di pazienti, prima di iniziare il trattamento, occorre indagare il quadro sierologico relativo all'EBV-VCA. Durante il trattamento si raccomanda un accurato controllo infettivologico con EBV-PCR. EBV-PCR positive possono persistere per mesi e non sono quindi di per se' indicative di malattie linfoproliferative o di linfoma. E' stato riportato che pazienti trattati con tacrolimus hanno sviluppato sindrome da encefalopatia posteriore reversibile. Se i pazienti che assumono tacrolimus presentano sintomi da PRES quali cefalea, stato mentale alterato, convulsioni, disturbi visivi, deve essere effettuata una indagine radiologica. Se la PRES viene diagnosticata, si raccomanda un opportuno controllo della pressione sanguigna e l'immediata sospensione di tacrolimus sistemico. La maggior parte dei pazienti si ristabilisce completamente dopo che le opportune misure sono state adottate. I pazienti trattati con immunosoppressori, sono esposti a un maggior rischio di infezioni opportunistiche(batteriche, fungine, virali e da protozoi). Tra queste patologie son o annoverate la nefropatia associata al virus BK e la leucoencefalopatia multifocale progressiva associata al virus JC. Tali infezioni sono spesso correlate a un alto carico immunosoppressivo totale e possono portare a condizioni gravi o addirittura fatali che il personale medicodeve tenere in considerazione nei pazienti con funzione renale in pro gressivo peggioramento o con sintomi neurologici. Come con altri farmaci immunosoppressivi, che hanno in se' il rischio di poter causare variazioni maligne a livello della pelle, l'esposizione al sole e ai raggi UV deve essere limitata indossando vestiti che proteggono e utilizzando uno schermo solare con un fattore ad alta protezione. Come nel caso di altri potenti farmaci immunosoppressivi, non e' noto il rischio di un tumore di derivazione secondaria. La soluzione ricostituita puo' causare irritazione al sito di iniezione se somministrata accidentalmente per via intra-arteriosa o perivasale. Contiene olio di ricino poliossidrilato idrogenato ritenuto fattore scatenante di reazioni anafilattoidi. E' necessario usare quindi cautela nei pazienti a cui sono stati precedentemente somministrati, per via endovenosa o per infusione, preparati contenenti derivati dell'olio di ricino poliossidrilato idrogenato e nei pazienti con predisposizione allergica. Il rischio di anafilassi puo' essere ridotto con infusione lenta o con precedente somministrazione di antiistaminico. Si deve inoltre tenere in considerazione il contenuto di etanolo (638 mg per ml).
Interazioni
Interazioni metaboliche. Tacrolimus disponibile per via sistemica e' metabolizzato dal sistema microsomiale epatico del CYP3A4. Inoltre, esistono prove di un metabolismo gastrointestinale da parte di CYP3A4 nella parete intestinale. L'uso concomitante di medicinali o di prodotti di origine vegetale notoriamente in grado di provocare una inibizione o una induzione di CYP3A4 puo' influire sul metabolismo di tacrolimus e quindi aumentarne o diminuirne il livello ematico. Si consiglia quindi di monitorare i livelli ematici di tacrolimus quando sostanze in grado di alterare il metabolismo di CYP3A vengano utilizzate simultaneamente e di aggiustare la dose di tacrolimus in maniera appropriata per mantenere una costante esposizione a tacrolimus. Inibitori del metabolismo In clinica le seguenti sostanze hanno dimostrato di incrementare i livelli ematici di tacrolimus. Sono state osservate forti interazioni con farmaci antifungini quali ketoconazolo, fluconazolo, itraconazolo e voriconazolo, l'antibiotico macrolide eritromicina o gli inibitoridella proteasi HIV (ad es. ritonavir). L'uso concomitante di tali sos tanze puo' richiedere, nella quasi totalita' dei pazienti, la diminuzione della dose di tacrolimus. Interazioni piu' deboli sono state riscontrate con clotrimazolo, claritromicina, josamicina, nifedipina, nicardipina, diltiazem, verapamil, danazolo, etinilestradiolo, omeprazolo enefazodone. In vitro le seguenti sostanze hanno dimostrato di essere potenziali inibitori del metabolismo di tacrolimus: bromocriptina, cortisone, dapsone, ergotamina, gestodene, lidocaina, mefenitoina, miconazolo, midazolam, nivaldipina, noretisterone, chinidina, tamoxifene, troleandomicina. E' stato riportato che l'assunzione di succo di pompelmo provoca un aumento del livello ematico di tacrolimus, e deve quindi essere evitata. Induttori del metabolismo: in clinica le seguenti sostanze hanno dimostrato di diminuire i livelli ematici di tacrolimus. Sono state rilevate forti interazioni con rifampicina, fenitoina o con l'erba di S.Giovanni (Hypericum perforatum) che possono richiedere, nella quasi totalita' dei pazienti, dosi superiori di tacrolimus. Interazioni clinicamente rilevanti sono state riportate anche con fenobarbital. I corticosteroidi alle dosi di mantenimento hanno dimostrato di ridurre i livelli ematici di tacrolimus. Alte dosi di prednisolone o di metilprednisolone, somministrate per il trattamento del rigetto acuto, hanno il potenziale di aumentare o diminuire i livelli di tacrolimus nel sangue. Carbamazepina, metamizolo e isoniazide possono diminuire leconcentrazioni di tacrolimus. Effetti di tacrolimus sul metabolismo d i altri prodotti medicinali: tacrolimus e' noto quale inibitore di CYP3A4; quindi l'uso concomitante di tacrolimus con medicinali noti per essere metabolizzati da CYP3A4 puo' interferire con il metabolismo di tali medicinali. L'emivita di ciclosporina aumenta in caso di contemporanea somministrazione di tacrolimus. Inoltre, si possono verificare effetti nefrotossici sinergici/additivi. Per questo motivo la somministrazione concomitante di ciclosporina e tacrolimus non e' raccomandata esi deve fare attenzione quando tacrolimus viene somministrato in pazi enti precedentemente in trattamento con ciclosporina. E' stato dimostrato che tacrolimus incrementa il livello ematico di fenitoina. Poiche'tacrolimus puo' ridurre la clearance dei contraccettivi a base di ste roidi portando ad una aumentata esposizione ormonale occorre prestare particolare attenzione al momento di decidere le misure anticoncezionali. Dati limitati sono disponibili riguardo le interazioni di tacrolimus con le statine. I dati a disposizione suggeriscono che la farmacocinetica delle statine e' in gran parte immutata dalla co-somministrazione di tacrolimus. Dati derivati dagli studi nell'animale hanno mostrato che tacrolimus puo' potenzialmente diminuire la clearance e aumentare l'emivita di pentobarbital e di fenazone. Altre interazioni che possono avere condotto a effetti clinicamente dannosi: l'uso contemporaneodi tacrolimus con medicinali noti per i loro effetti nefrotossici o n eurotossici puo' aumentare questi effetti (ad esempio aminoglucosidi, inibitori della girasi, vancomicina, sulfametoxazolo+trimetoprim, anti-infiammatori non steroidei, ganciclovir o aciclovir). Un'accresciuta nefrotossicita' e' stata osservata dopo la somministrazione di amfotericina B e ibuprofene in co-somministrazione con tacrolimus. Poiche' iltrattamento con tacrolimus puo' essere associato con la comparsa di i perkaliemia o con l'aumento di iperkaliemia pre-esistente, occorre evitare l'assunzione di potassio a dosi elevate oppure l'assunzione di diuretici risparmiatori di potassio (ad esempio, amiloride, triamterene,spironolattone). Gli immunosoppressori possono avere effetto sulla ri sposta alle vaccinazioni e la vaccinazione stessa effettuata durante il trattamento con tacrolimus puo' risultare meno efficace. Deve essereevitato l'impiego di vaccini vivi attenuati. Considerazioni sul legam e con le proteine: tacrolimus e' ampiamente legato alle proteine plasmatiche. Devono essere considerate le possibili interazioni con altri medicinali noti per la grande affinita' con le proteine plasmatiche (per esempio anti-infiammatori non steroidei, anticoagulanti orali oppureantidiabetici orali).
Effetti indesiderati
Il profilo delle reazioni avverse associate con l'impiego di immunosoppressori e' spesso difficile da definire a causa della patologia di base e dell'uso contemporaneo di molti altri farmaci. Molte delle reazioni avverse di seguito riportate sono reversibili e/o rispondono ad unariduzione della dose. La somministrazione orale sembra associata ad u na minore incidenza di reazioni avverse rispetto all'impiego per via endovenosa. Le reazioni avverse di seguito riportate sono indicate in ordine di frequenza decrescente di comparsa: molto comune (>=1/10), comune (>= 1/100,< 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100); raro (>=1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). >>Patologie cardiache. Comune: ischemia dell'arteria coronaria, tachicardia; Non comune: aritmie ventricolari e arresto cardiaco, insufficienza cardiaca, cardiomiopatie, ipertrofia ventricolare, aritmie sopraventricolari, palpitazioni, esami ECG alterati, esami del ritmo e frequenza cardiaca alterati; Raro: versamento pericardico; Molto raro: ecocardiogramma alterato. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, leucopenia, trombocitopenia, leucocitosi, anomalie nell'ematocrito; Non comune: coagulopatie, anomalie nelle prove di coagulazione e sanguinamento,pancitopenia, neutropenia; Raro: porpora trombotica trombocitopenica, ipoprotrombinemia. >>Patologie del sistema nervoso. Molto comune: tre more, cefalea; Comune: convulsioni, alterazioni della coscienza, parestesia e disestesia, neuropatie periferiche, vertigine, incapacita' di scrivere, disturbi del sistema nervoso; Non comune: coma, emorragie nel sistema nervoso centrale e accidenti cerebrovascolari, paralisi e paresi, encefalopatia, alterazioni del linguaggio e dell'espressione, amnesia; Raro: ipertono; Molto raro: miastenia. >>Patologie dell'occhio.Comune: visione sfocata, fotofobia, disturbi all'occhio; Non comune: cataratta; Raro: cecita'. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito; Non comune: ipoacusia; Raro: sordita' neurosensoriale;Molto raro: compromissione dell'udito. >>Patologie respiratorie, tora ciche e mediastiniche. Comune: dispnea, disturbi del parenchima polmonare, versamento pleurico, faringite, tosse, congestione nasale e infiammazione; Non comune: insufficienza respiratoria, disturbi dell'apparato respiratorio, asma; Raro: sindrome da distress respiratorio acuto. >>Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea; Comune: condizioni di infiammazione del tratto gastrointestinale, ulcerazione e perforazione del tratto gastrointestinale, emorragie gastrointestinali, stomatite e ulcera, ascite, vomito, dolori gastrointestinali e addominali, segni e sintomi di dispepsia, stipsi, flatulenza, distensionee gonfiore, feci molli, segni e sintomi gastrointestinali; Non comune : ileo paralitico, peritonite, pancreatite acuta e cronica, aumento dell'amilasi nel sangue, reflusso gastroesofageo, compromissione dello svuotamento gastrico; Raro: ileo subocclusivo, pseudocisti pancreatica.>>Patologie renali e urinarie. Molto comune: alterazione della funzio nalita' renale; Comune: insufficienza renale, insufficienza renale acuta, oliguria, necrosi tubulo-renale, nefropatia tossica, alterazioni urinarie, sintomi uretrali e vescicali; Non comune: anuria, sindrome emolitica uremica; Molto raro: nefropatia, cistite emorragica. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, rash, alopecia, acne, aumento della sudorazione; Non comune: dermatite, fotosensibilita'; Raro: necrolisi epidermica tossica; Molto raro: sindrome di Stevens-Johnson. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, crampi muscolari, dolore agli arti, dolore alla schiena; Non comune: artropatie. >>Patologie endocrine. Raro: irsutismo. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: iperglicemia, diabete mellito, iperkaliemia; Comune: ipomagnesemia, ipofosfatemia, ipokaliemia, ipocalcemia, iponatriemia, sovraccarico di fluidi, iperuricemia, diminuzione dell'appetito, anoressia, acidosi metabolica, iperlipidemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia,altre alterazioni degli elettroliti; Non comune: disidratazione, ipop roteinemia, iperfosfatemia, ipoglicemia. >>Infezioni e infestazioni: come e' ben noto per altri potenti farmaci immunosoppressivi, i pazienti in trattamento con tacrolimus sono frequentemente a rischio di infezioni. Il decorso di malattie infettive preesistenti puo' risultare aggravato. Casi di nefropatia associata al virus BK, come anche casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva associata al virus JC sono stati riportati in pazienti trattati con immunosoppressori. >>Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: disfunzione datrapianto primario, tumori benigni, maligni e non specificati. I pazi enti trattati con terapie immunosoppressive sono a maggior rischio di comparsa di neoplasie maligne. In associazione al trattamento con tacrolimus, sono stati riportati tumori benigni e maligni, compresi disordini linfoproliferativi associati a infezioni da EBV e tumori cutanei. >>Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione; Comune: emorragia, eventi tromboembolici e ischemici, disturbi vascolari periferici, disturbi ipotensivi vascolari; Non comune: infarto, trombosi venosa profonda dell'arto, shock. >>Patologie sistemiche e condizioni relative allasede di somministrazione. Comune: stati di astenia, disturbi febbrili , edema, dolore e sensazione di disagio, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento di peso, alterazione della percezione della temperatura corporea; Non comune: compromissione della funzionalita' multi-organo, malattia simil influenzale, intolleranza alla temperatura, sensazione di oppressione toracica, sensazione di irrequietezza, sensazione di anormalita', aumento della lattato deidrogenasi ematica, perditadi peso; Raro: sete, lipotimia, costrizione toracica, diminuzione del la mobilita', ulcera; Molto raro: aumento del tessuto adiposo. >>Disturbi del sistema immunitario. >>Patologie epatobiliari. Comune: alterazioni della funzione epatica e degli enzimi epatici, colestasi e ittero, danno epatocellulare ed epatite, colangite; Raro: trombosi dell'arteria epatica, malattia venoocclusiva epatica; Molto raro: insufficienzaepatica, stenosi del condotto biliare. >>Patologie dell'apparato ripr oduttivo e della mammella. Non comune: dismenorrea e sanguinamento uterino. >>Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia; Comune: ansia, stato confusionale e disorientamento, depressione, umore depresso, alterazioni e turbe dell'umore, incubi, allucinazioni, disturbi mentali; Non comune: disturbi psicotici.
Gravidanza e allattamento
I dati nell'uomo hanno dimostrato che tacrolimus e' in grado di attraversare la placenta. I limitati dati disponibili in pazienti sottopostea trapianto d'organo dimostrano che non c'e' evidenza di un aumentato rischio di effetti avversi sul decorso e sull'esito della gravidanza durante il trattamento con tacrolimus in confronto ad altri medicinaliimmunosoppressivi. Non sono disponibili, ad oggi, ulteriori dati epid emiologici di rilievo. A causa della necessita' di trattamento, tacrolimus puo' essere preso in considerazione nelle donne in gravidanza quando non esiste nessuna alternativa piu' sicura e quando i benefici percepiti giustifichino il rischio potenziale per il feto. In caso di esposizione in utero, e' raccomandato il monitoraggio del neonato per controllare i potenziali effetti avversi di tacrolimus (in particolare effetti renali). Esiste un rischio di parto prematuro (< 37 settimana) come anche di iperkaliemia nel neonato, la quale comunque si normalizzaspontaneamente. Nei ratti e nei conigli tacrolimus ha causato tossici ta' embrionale a dosi che hanno dimostrato tossicita' materna. Nei ratti, tacrolimus ha prodotto modificazioni della fertilita' maschile. Allattamento. I dati sull'uomo dimostrano che tacrolimus viene escreto nel latte materno. Poiche' non si possono escludere effetti dannosi sulneonato, le madri in terapia non devono allattare.