Prograf - 30cps 0,5mg
Dettagli:
Nome:Prograf - 30cps 0,5mgCodice Ministeriale:029485099
Principio attivo:Tacrolimus Monoidrato
Codice ATC:L04AD02
Fascia:A
Prezzo:43.43
Rimborso:24.32
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Astellas Pharma Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:36 mesi
Denominazione
PROGRAF CAPSULE RIGIDE
Formulazioni
Prograf - 30cps 5mg
Prograf - 50cps 5mg
Prograf - 60cps 1mg
Prograf - 90cps 1mg
Prograf - 30cps 0,5mg
Prograf - 50cps 0,5mg
Prograf - 100cps 0,5mg
Categoria farmacoterapeutica
Inibitori della calcineurina.
Principi attivi
Tacrolimus.
Eccipienti
>>Contenuto: ipromellosa, croscarmellosa sodica, lattosio monoidrato, magnesio stearato. >>Involucro: titanio diossido (E 171), gelatina. Solo in cps 0,5 mg: ossido di ferro giallo (E 172). Solo in cps 5 mg: ossido di ferro rosso (E 172). >>Inchiostro per stampa. Capsule 0,5 e 1 mg: gommalacca, lecitina (soia), idrossipropilcellulosa, simeticone, ossido di ferro rosso (E 172). Capsule 5 mg: gommalacca, lecitina (soia), simeticone, titanio diossido (E 171).
Indicazioni
Profilassi del rigetto del trapianto nei pazienti riceventi trapianto allogenico di fegato, rene o cuore. Trattamento del rigetto resistenteal trattamento con altri prodotti medicinali immunosoppressivi.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' a tacrolimus o ad altri macrolidi. Ipersensibilita' ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Posologia
>>Modo di somministrazione: si consiglia di somministrare la dose orale giornaliera totale in due dosi separate (es. mattino e sera). Le capsule devono essere assunte immediatamente dopo la rimozione dal blister. Non ingerire l'essiccante. Assumere con un liquido (preferibilmenteacqua). Per un assorbimento ottimale, generalmente le capsule devono essere assunte a stomaco vuoto o almeno 1 ora prima oppure 2-3 ore dopo i pasti. >>Profilassi del rigetto del trapianto di fegato. Adulti: 0,10-0,20 mg/kg/die, in due dosi separate; iniziare circa 12 ore dopo il termine dell'intervento chirurgico. Se non e' possibile la somministrazione orale: 0,01-0,05 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. Pazienti pediatrici: 0,30 mg/kg/die in due dosi separate. Se non e' possibile la somministrazione orale: 0,05 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. Nel periodo post-trapianto le dosi vengono generalmente ridotte; e' possibile in alcuni casi sospendere le terapie immunosoppressive concomitanti fino alla monoterapia con questo prodotto. Terapia antirigetto: per gestire tali episodi, sono stati utilizzati l'aumento del dosaggio del farmaco, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. La comparsa di segni di tossicita' puo' rendere necessaria la diminuzione della dose. >>Profilassi del rigetto del trapianto di rene. Adulti: 0,20-0,30 mg/kg/die, in due dosi separate; cominciare entro le 24ore dal termine dell'intervento. Se non e' possibile la somministrazi one orale: 0,05-0,10 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. Pazienti pediatrici: 0,30 mg/kg/die in due dosi separate. Se non e' possibile la somministrazione orale: 0,075-0,100 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. Durante il periodo post-trapianto le dosi vengono generalmente ridotte; e' possibile in alcuni casi, sospendere le terapie immunosoppressive concomitanti fino alla duplice terapia a base di questo prodotto. Terapia antirigetto: per gestire tali episodi, sono stati utilizzati l'aumento del dosaggio, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. La comparsa di segni di tossicita' puo' rendere necessariala diminuzione della dose del farmaco. >>Profilassi del rigetto del t rapianto di cuore. Adulti: puo' essere usato in concomitanza con un'induzione con un anticorpo o in alternativa in pazienti clinicamente stabili senza induzione con un anticorpo. Dopo l'induzione con l'anticorpo, la terapia per via orale deve cominciare con 0,075 mg/kg/die, in due dosi separate; cominciare entro 5 giorni dal termine dell'interventoappena le condizioni cliniche del paziente si sono stabilizzate. Se n on e' possibile la somministrazione orale: 0,01-0,02 mg/kg/die mediante infusione endovenosa continua per 24 ore. E' stata pubblicata una strategia alternativa nella quale tacrolimus e' stato somministrato entro 12 ore dall'intervento chirurgico; e' stato riservato a pazienti chenon hanno disfunzione d'organo. In questo caso, una dose orale inizia le di tacrolimus da 2 a 4 mg per giorno e' stata utilizzata in combinazione con micofenolato mofetile e corticosteroidi o in combinazione con sirolimus e corticosteroidi. Pazienti pediatrici: il farmaco e' stato utilizzato con o senza induzione con anticorpo nei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di cuore. In pazienti senza induzione con anticorpo, se la terapia viene iniziata per via endovenosa, la dose iniziale raccomandata e' di 0,03-0,05 mg/kg/die per infusione endovenosa continua per 24 ore con l'obiettivo di raggiungere livelli ematici di tacrolimus pari a 15-25 ng/ml. I pazienti devono essere trasferiti allaterapia orale appena le condizioni cliniche lo permettono. La prima d ose di terapia orale deve essere di 0,30 mg/kg/die, cominciando 8-12 ore dopo la sospensione della terapia per via endovenosa. In seguito all'induzione con anticorpo, se la terapia viene iniziata per via orale,la dose iniziale consigliata e' di 0,10-0,30 mg/kg/die somministrati in due dosi separate. Nel periodo post-trapianto le dosi vengono generalmente ridotte. Terapia antirigetto: per gestire tali episodi sono stati utilizzati l'aumento del dosaggio, l'associazione di terapie supplementari a base di corticosteroidi e l'introduzione di brevi cicli di trattamento con anticorpi monoclonali/policlonali. Nei pazienti adultitrasferiti alla terapia, una dose orale iniziale di 0,15 mg/kg/die de ve essere somministrata in due dosi separate. Nei pazienti pediatrici trasferiti alla terapia con questo prodotto, una dose orale iniziale di 0,20-0,30 mg/kg/die deve essere somministrata in due dosi separate. >>Altri allotrapianti. Le dosi raccomandate si basano su una esperienza clinica prospettica limitata. Trapianto di polmone: dose orale iniziale pari a 0,10-0,15 mg/kg/die. Trapianto di pancreas: dose orale iniziale pari a 0,2 mg/kg/die. Trapianto di intestino: dose orale inizialepari a 0,3 mg/kg/die. >>Pazienti con compromissione epatica: nei pazi enti con grave compromissione puo' rendersi necessaria una riduzione della dose. >>Pazienti con compromissione renale: non e' necessario un aggiustamento posologico; tuttavia, si raccomanda un attento monitoraggio della funzionalita' renale. >>Pazienti pediatrici: in generale, tali pazienti richiedono dosi di 1 e mezzo - 2 volte superiori a quelle degli adulti per raggiungere livelli ematici simili. >>Anziani: attualmente i dati disponibili non suggeriscono la necessita' di aggiustamenti posologici. >>Trasferimento da ciclosporina: occorre prestare attenzione quando si trasferiscono pazienti in terapia con ciclosporina alla terapia con il medicinale. La terapia a base di tacrolimus deve essere iniziata dopo aver preso in considerazione le concentrazioni ematiche di ciclosporina e le condizioni cliniche del paziente. In presenza di elevati livelli ematici di ciclosporina, la somministrazione del prodotto deve essere ritardata. In pratica, la terapia deve essere iniziata 12 - 24 ore dopo la sospensione di ciclosporina. Il controllo dei livelli ematici di ciclosporina deve proseguire anche dopo il trasferimento alla nuova terapia dal momento che la clearance della ciclosporina puo' esserne influenzata. >>Concentrazioni ematiche di valle raccomandate: quando il medicinale viene somministrato per via orale, i livelli ematici di valle devono essere valutati dopo 12 ore circa dall'ultima somministrazione, appena prima della somministrazione successiva. L'analisi degli studi clinici suggerisce che la maggior parte dei pazienti puo' essere trattata con successo se le concentrazioni ematiche di valle di tacrolimus vengono mantenute sotto i 20 ng/ml.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Le capsule rigide devono essere immediatamente assunte una volta tolte dal blister.
Avvertenze
Durante il periodo iniziale post-trapianto e' richiesto il monitoraggio routinario dei seguenti parametri: pressione arteriosa, ECG, controllo neurologico ed oculistico, glicemia a digiuno, elettroliti (in particolare potassio), test di funzionalita' epatica e renale, parametri ematologici, parametri della coagulazione e determinazioni delle proteine plasmatiche. Se si osservano variazioni clinicamente significative,devono essere prese in considerazione modifiche al regime immunosoppr essivo. Sono stati osservati errori di terapia, compreso lo scambio involontario, non intenzionale o senza supervisione tra le formulazioni a rilascio immediato o a rilascio prolungato di tacrolimus. Cio' ha portato a eventi avversi gravi compreso il rigetto dell'organo o altri effetti indesiderati che possono essere la conseguenza della sottoesposizione o della sovraesposizione a tacrolimus. I pazienti devono esseremantenuti in terapia con una sola formulazione di tacrolimus con il c orrispondente regime di dosaggio giornaliero; cambi della formulazioneo del regime devono essere effettuati solo sotto la stretta supervisi one di uno specialista in trapianti. L'assunzione di preparazioni di origine vegetale che contengano l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) o altre preparazioni di origine vegetale devono essere evitate durante la terapia a causa del rischio di interazioni che portano alla diminuzione della concentrazione di tacrolimus nel sangue e alla ridotta efficacia clinica di tacrolimus. Dal momento che i livelli ematici di tacrolimus possono variare in maniera significativa durante episodi di diarrea, si raccomanda un monitoraggio supplementare delle concentrazioni di tacrolimus durante tali episodi. La somministrazione di ciclosporina e tacrolimus in associazione deve essere evitata ed e' necessario porre particolare attenzione quando tacrolimus viene somministrato a pazienti precedentemente in terapia con ciclosporina. In rari casi, sono state osservate ipertrofia ventricolare o ipertrofia del setto, riportate come cardiomiopatie. Nella maggior parte dei casi esse si sono dimostrate reversibili, dato che si sono manifestate principalmente in soggetti pediatrici in presenza di livelli ematici di valle ditacrolimus molto piu' alti dei livelli massimi raccomandati. Altri fa ttori ritenuti in grado di aumentare il rischio di queste condizioni cliniche includevano malattie cardiache preesistenti, uso di corticosteroidi, ipertensione, disfunzione renale o epatica, infezioni, sovraccarico volemico ed edema. Di conseguenza i pazienti ad alto rischio, particolarmente i soggetti in eta' pediatrica e i soggetti altamente immunosoppressi, devono essere controllati con esami strumentali quali ecocardiografia o ECG prima e dopo il trapianto (es. inizialmente dopo tre mesi e poi dopo 9-12 mesi). In caso di sviluppo di alterazioni, si deve prendere in considerazione la riduzione del dosaggio del medicinale, oppure il trasferimento al trattamento con un altro farmaco immunosoppressivo. Tacrolimus puo' causare il prolungamento dell'intervallo QT ma attualmente non ci sono prove sostanziali che possa causare Torsades des Pointes. Si raccomanda di usare cautela nei pazienti con diagnosi o con sospetto di Sindrome Congenita del Prolungamento dell'Intervallo QT. E' stato riportato che pazienti trattati hanno sviluppato malattie linfoproliferative associate ad infezione da EBV. I pazienti trasferiti al trattamento non devono ricevere un concomitante trattamentoantilinfocitario. E' stato riportato che bambini molto piccoli (< 2 a nni), EBV-VCA negativi, presentano un rischio maggiore di comparsa di malattie linfoproliferative. Pertanto, in questo gruppo di pazienti, prima di iniziare il trattamento, occorre indagare il quadro sierologico relativo all'EBV-VCA. Durante il trattamento si raccomanda un accurato controllo infettivologico con EBV-PCR. E' stato riportato che pazienti trattati con tacrolimus hanno sviluppato sindrome da encefalopatiaposteriore reversibile. Se la PRES viene diagnosticata, si raccomanda un opportuno controllo della pressione sanguigna e l'immediata sospen sione di tacrolimus sistemico. La maggior parte dei pazienti si ristabilisce completamente dopo che le opportune misure sono state adottate.I pazienti trattati con immunosoppressori sono esposti a un maggior r ischio di infezioni opportunistiche (batteriche, fungine, virali e da protozoi). Come con altri farmaci immunosoppressivi, che hanno in se' il rischio di poter causare variazioni maligne a livello della pelle, l'esposizione al sole e ai raggi UV deve essere limitata indossando vestiti che proteggono e utilizzando uno schermo solare con un fattore ad alta protezione. Come nel caso di altri potenti farmaci immunosoppressivi, non e' noto il rischio di un tumore di derivazione secondaria. Il medicinale contiene lattosio.
Interazioni
>>Interazioni metaboliche. Tacrolimus disponibile per via sistemica e'metabolizzato dal sistema microsomiale epatico del CYP3A4. Inoltre, e sistono prove di un metabolismo gastrointestinale da parte di CYP3A4 nella parete intestinale. L'uso concomitante di medicinali o di prodotti di origine vegetale notoriamente in grado di provocare una inibizione o una induzione di CYP3A4 puo' influire sul metabolismo di tacrolimus e quindi aumentarne o diminuirne il livello ematico. Si consiglia quindi di monitorare i livelli ematici di tacrolimus quando sostanze in grado di alterare il metabolismo di CYP3A vengano utilizzate simultaneamente e di aggiustare la dose di tacrolimus in maniera appropriata per mantenere una costante esposizione a tacrolimus. >>Inibitori del metabolismo. In clinica, le seguenti sostanze hanno dimostrato di incrementare i livelli ematici di tacrolimus: sono state osservate forti interazioni con farmaci antifungini quali ketoconazolo, fluconazolo, itraconazolo e voriconazolo, l'antibiotico macrolide eritromicina o gli inibitori della proteasi HIV (es. ritonavir). L'uso concomitante di tali sostanze puo' richiedere, nella quasi totalita' dei pazienti, la diminuzione della dose di tacrolimus. Interazioni piu' deboli sono state riscontrate con clotrimazolo, claritromicina, josamicina, nifedipina, nicardipina, diltiazem, verapamil, danazolo, etinilestradiolo, omeprazolo e nefazodone. In vitro le seguenti sostanze hanno dimostrato di essere potenziali inibitori del metabolismo di tacrolimus: bromocriptina, cortisone, dapsone, ergotamina, gestodene, lidocaina, mefenitoina, miconazolo, midazolam, nivaldipina, noretisterone, chinidina, tamoxifene,troleandomicina. E' stato riportato che l'assunzione di succo di pomp elmo provoca un aumento del livello ematico di tacrolimus, e deve quindi essere evitata. Lansoprazolo e ciclosporina possono inibire potenzialmente il metabolismo di tacrolimus mediato da CYP3A4 e quindi aumentare le concentrazioni di tacrolimus nel sangue intero. >>Induttori delmetabolismo. In clinica, le seguenti sostanze hanno dimostrato di dim inuire i livelli ematici di tacrolimus: sono state rilevate forti interazioni con rifampicina, fenitoina o con l'erba di S.Giovanni (Hypericum perforatum) che possono richiedere, nella quasi totalita' dei pazienti, dosi superiori di tacrolimus. Interazioni clinicamente rilevanti sono state riportate anche con fenobarbital. I corticosteroidi alle dosi di mantenimento hanno dimostrato di ridurre i livelli ematici di tacrolimus. Alte dosi di prednisolone o di metilprednisolone, somministrate per il trattamento del rigetto acuto, hanno il potenziale di aumentare o diminuire i livelli di tacrolimus nel sangue. Carbamazepina, metamizolo e isoniazide possono diminuire le concentrazioni di tacrolimus. >>Effetti di tacrolimus sul metabolismo di altri prodotti medicinali. Tacrolimus e' noto quale inibitore di CYP3A4; quindi l'uso concomitante di tacrolimus con medicinali noti per essere metabolizzati da CYP3A4 puo' interferire con il metabolismo di tali medicinali. L'emivita di ciclosporina aumenta in caso di contemporanea somministrazione di tacrolimus. Inoltre, si possono verificare effetti nefrotossici sinergici/additivi. Per questo motivo la somministrazione concomitante di ciclosporina e tacrolimus non e' raccomandata e si deve fare attenzione quando tacrolimus viene somministrato in pazienti precedentemente in trattamento con ciclosporina. E' stato dimostrato che tacrolimus incrementa il livello ematico di fenitoina. Poiche' tacrolimus puo' ridurre la clearance dei contraccettivi a base di steroidi portando ad una aumentata esposizione ormonale, occorre prestare particolare attenzione almomento di decidere le misure anticoncezionali. Dati limitati sono di sponibili riguardo le interazioni di tacrolimus con le statine. I datia disposizione suggeriscono che la farmacocinetica delle statine e' i n gran parte immutata dalla co-somministrazione di tacrolimus. Dati derivati dagli studi nell'animale hanno mostrato che tacrolimus puo' potenzialmente diminuire la clearance e aumentare l'emivita di pentobarbital e di fenazone. >>Altre interazioni che possono avere condotto a effetti clinicamente dannosi. L'uso contemporaneo di tacrolimus con medicinali noti per i loro effetti nefrotossici o neurotossici puo' aumentare questi effetti. Un'accresciuta nefrotossicita' e' stata osservata dopo la somministrazione di amfotericina B e ibuprofene in co-somministrazione con tacrolimus. Poiche' il trattamento con tacrolimus puo' essere associato con la comparsa di iperkaliemia o con l'aumento di iperkaliemia pre-esistente, occorre evitare l'assunzione di potassio a dosi elevate oppure l'assunzione di diuretici risparmiatori di potassio (es. amiloride, triamterene, spironolattone). Gli immunosoppressori possono avere effetto sulla risposta alle vaccinazioni e la vaccinazione stessa effettuata durante il trattamento con tacrolimus puo' risultaremeno efficace. Deve essere evitato l'impiego di vaccini vivi attenuat i. >>Considerazioni sul legame con le proteine. Tacrolimus e' ampiamente legato alle proteine plasmatiche. Devono essere considerate le possibili interazioni con altri medicinali noti per la grande affinita' con le proteine plasmatiche (es. anti-infiammatori non steroidei, anticoagulanti orali oppure antidiabetici orali).
Effetti indesiderati
La somministrazione orale sembra associata ad una minore incidenza di reazioni avverse rispetto all'impiego per via endovenosa. Patologie cardiache. Comune (>=1/100,<1/10): ischemia dell'arteria coronaria, tachicardia. Non comune (>=1/1.000, <1/100): aritmie ventricolari e arresto cardiaco, insufficienza cardiaca, cardiomiopatie, ipertrofia ventricolare, aritmie sopraventricolari, palpitazioni, esami ECG alterati, esami del ritmo e frequenza cardiaca alterati. Raro (>=1/10.000, <1/1.000): versamento pericardico. Molto raro (<1/10.000): ecocardiogramma alterato. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, leucopenia, trombocitopenia, leucocitosi, anomalie nell'ematocrito. Non comune: coagulopatie, anomalie nelle prove di coagulazione e sanguinamento, pancitopenia, neutropenia. Raro: porpora trombotica trombocitopenica, ipoprotrombinemia. Patologie del sistema nervoso. Molto comune (>=1/10): tremore, cefalea. Comune: convulsioni, alterazioni della coscienza, parestesia e disestesia, neuropatie periferiche, vertigine, incapacita' di scrivere, disturbi del sistema nervoso. Non comune: coma, emorragie nel sistema nervoso centrale e accidenti cerebrovascolari, paralisi e paresi, encefalopatia, alterazioni del linguaggio e dell'espressione, amnesia. Raro: ipertono. Molto raro: miastenia. Patologie dell'occhio. Comune: visione sfocata, fotofobia, disturbi all'occhio. Non comune: cataratta. Raro: cecita'. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito. Non comune: ipoacusia. Raro: sordita' neurosensoriale. Molto raro: compromissione dell'udito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, disturbi del parenchima polmonare, versamento pleurico, faringite, tosse, congestione nasale e infiammazione. Non comune: insufficienza respiratoria, disturbi dell'apparato respiratorio, asma. Raro: sindrome da di stress respiratorio acuto. Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea. Comune:condizioni di infiammazione del tratto gastrointestinale, ulcerazione e perforazione del tratto gastrointestinale, emorragie gastrointestin ali, stomatite e ulcera, ascite, vomito, dolori gastrointestinali e addominali, segni e sintomi di dispepsia, stipsi, flatulenza, distensione e gonfiore, feci molli, segni e sintomi gastrointestinali. Non comune: ileo paralitico, peritonite, pancreatite acuta e cronica, aumento dell'amilasi nel sangue, reflusso gastroesofageo, compromissione dello svuotamento gastrico. Raro: ileo subocclusivo, pseudocisti pancreatica. Patologie renali e urinarie. Molto comune: alterazione della funzionalita' renale. Comune: insufficienza renale, insufficienza renale acuta, oliguria, necrosi tubulo-renale, nefropatia tossica, alterazioni urinarie, sintomi uretrali e vescicali. Non comune: anuria, sindrome emolitica uremica. Molto raro: nefropatia, cistite emorragica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, rash, alopecia, acne, aumento della sudorazione. Non comune: dermatite, fotosensibilita'. Raro: necrolisi epidermica tossica (sindrome di Lyell). Molto raro: sindrome di Stevens-Johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, crampi muscolari, dolore agli arti, dolore alla schiena. Non comune: artropatie. Patologie endocrine. Raro: irsutismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: iperglicemia, diabete mellito, iperkaliemia. Comune: ipomagnesemia, ipofosfatemia, ipokaliemia, ipocalcemia, iponatriemia, sovraccarico di fluidi, iperuricemia, diminuzione dell'appetito, anoressia, acidosi metabolica, iperlipidemia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, altre alterazioni degli elettroliti. Non comune: disidratazione, ipoproteinemia, iperfosfatemia, ipoglicemia. Infezioni e infestazioni. Come e' ben noto per altri potenti farmaci immunosoppressivi, i pazienti in trattamento con tacrolimus sono frequentemente a un maggior rischio di infezioni (virali, batteriche, fungine, da protozoi). Il decorso di malattie infettive preesistenti puo' risultare aggravato.Le infezioni possono verificarsi sia in forma generalizzata, sia in f orma localizzata. Casi di nefropatia associata al virus BK, come anchecasi di leucoencefalopatia multifocale progressiva associata al virus JC sono stati riportati in pazienti trattati con immunosoppressori. T raumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: disfunzione da trapianto primario. Sono stati osservati errori di terapia, compreso lo scambio involontario, non intenzionale o senza supervisionedelle formulazioni a rilascio immediato o a rilascio prolungato di ta crolimus. Sono stati riportati un numero di casi di rigetto dell'organo ad essi associati (la frequenza non puo' essere stimata in base ai dati disponibili). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi): i pazienti trattati con terapie immunosoppressive sono a maggior rischio di comparsa di neoplasie maligne. In associazione al trattamento con tacrolimus, sono stati riportati tumori benigni e maligni, compresi disordini linfoproliferativi associati a infezioni daEBV e tumori cutanei. Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione . Comune: emorragia, eventi tromboembolici e ischemici, disturbi vascolari periferici, disturbi ipotensivi vascolari. Non comune: infarto, trombosi venosa profonda dell'arto, shock. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: stati di astenia, disturbi febbrili, edema, dolore e sensazione di disagio, aumento della fosfatasi alcalina ematica, aumento di peso, alterazione della percezione della temperatura corporea. Non comune: compromissione della funzionalita' multi-organo, malattia simil influenzale, intolleranza alla temperatura, sensazione di oppressione toracica, sensazione di irrequietezza, sensazione di anormalita', aumento della lattato deidrogenasi ematica, perdita di peso. Raro: sete, lipotimia, costrizione toracica, diminuzione della mobilita', ulcera. Molto raro: aumento del tessuto adiposo. Disturbi del sistema immunitario: in pazienti in terapia con tacrolimus sono state osservate reazioni allergiche ed anafilattoidi. Patologie epatobiliari. Comune: alterazioni della funzione epatica e degli enzimi epatici, colestasi e ittero, danno epatocellulare ed epatite, colangite. Raro: trombosi dell'arteria epatica, malattia venoocclusiva epatica. Molto raro: insufficienza epatica, stenosi del condotto biliare. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Noncomune: dismenorrea e sanguinamento uterino. Disturbi psichiatrici. M olto comune: insonnia. Comune: ansia, stato confusionale e disorientamento, depressione, umore depresso, alterazioni e turbe dell'umore, incubi, allucinazioni, disturbi mentali. Non comune: disturbi psicotici.
Gravidanza e allattamento
I dati nell'uomo hanno dimostrato che tacrolimus e' in grado di attraversare la placenta. I limitati dati disponibili in pazienti sottopostea trapianto d'organo dimostrano che non c'e' evidenza di un aumentato rischio di effetti avversi sul decorso e sull'esito della gravidanza durante il trattamento con tacrolimus in confronto ad altri medicinaliimmunosoppressivi. Non sono disponibili, ad oggi, ulteriori dati epid emiologici di rilievo. A causa della necessita' di trattamento, tacrolimus puo' essere preso in considerazione nelle donne in gravidanza quando non esiste nessuna alternativa piu' sicura e quando i benefici percepiti giustifichino il rischio potenziale per il feto. In caso di esposizione in utero, e' raccomandato il monitoraggio del neonato per controllare i potenziali effetti avversi di tacrolimus (in particolare effetti renali). Esiste un rischio di parto prematuro (<37 settimana) come anche di iperkaliemia nel neonato, la quale comunque si normalizza spontaneamente. Nei ratti e nei conigli tacrolimus ha causato tossicita' embrionale a dosi che hanno dimostrato tossicita' materna. Nei ratti, tacrolimus ha prodotto modificazioni della fertilita' maschile. Allattamento: i dati sull'uomo dimostrano che tacrolimus viene escreto nel latte materno. Poiche' non si possono escludere effetti dannosi sul neonato, le madri in terapia non devono allattare.