Peyona - Ev Os 10f 1ml 20mg/Ml

Dettagli:
Nome:Peyona - Ev Os 10f 1ml 20mg/Ml
Codice Ministeriale:040889026
Principio attivo:Caffeina Citrato
Codice ATC:N06BC01
Fascia:C
Prezzo:324
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Chiesi Farmaceutici Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione per infusione
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

PEYONA 20 MG/ML

Formulazioni

Peyona - Ev Os 10f 1ml 20mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Psicostimolanti, agenti utilizzati per l'ADHD e nootropi.

Principi attivi

Caffeina citrato.

Eccipienti

Acido citrico monoidrato; sodio citrato; acqua per preparazioni iniettabili .

Indicazioni

Trattamento dell'apnea primaria nei neonati prematuri.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

Somministrare il trattamento soltanto presso un'unita' di cure intensive neonatali dotata di attrezzature idonee per la sorveglianza ed il monitoraggio dei pazienti. Il regime di dosaggio raccomandato per i neonati non trattati precedentemente e' una dose di attacco di 20 mg di caffeina citrato per kg di peso corporeo da somministrare lentamente attraverso un'infusione endovenosa in un arco di 30 minuti, utilizzando una pompa per infusione a siringa o un altro dispositivo per infusionead erogazione dosata. Dopo un intervallo di 24 ore, si possono sommin istrare dosi di mantenimento di 5 mg per kg di peso corporeo ogni 24 ore mediante una lenta infusione endovenosa della durata di 10 minuti. In alternativa, si possono somministrare dosi di mantenimento di 5 mg per kg di peso corporeo per via orale ogni 24 ore, attraverso un sondino nasogastrico. Di seguito viene precisato anche il rapporto tra il volume di prodotto da somministrare e le dosi somministrate espresse inquantita' di caffeina citrato. La dose espressa come caffeina base e' pari alla meta' di una dose espressa come caffeina citrato (20 mg di caffeina citrato corrispondono a 10 mg di caffeina base). >>Dose di attacco. Dose di caffeina citrato (Volume): 1,0 ml/kg di peso corporeo. Dose di caffeina citrato (mg/kg di peso corporeo): 20 mg/kg di peso corporeo. Via di somministrazione: infusione endovenosa (in un arco di 30 minuti). Frequenza: una volta soltanto. >>Dose di mantenimento (con inizio 24 ore dopo la dose di attacco). Dose di caffeina citrato (Volume): 0,25 ml/kg di peso corporeo. Dose di caffeina citrato (mg/kg di peso corporeo): 5 mg/kg di peso corporeo. Via di somministrazione: infusione endovenosa (in un arco di 10 minuti) o somministrazione orale. Frequenza: ogni 24 ore. In neonati prematuri che hanno riportato una risposta clinica insufficiente alla dose d'attacco raccomandata puo' essere somministrata dopo 24 ore una seconda dose di attacco di 10-20 mg/kg di peso corporeo al massimo. In caso di risposta insufficiente, si possono considerare dosi di mantenimento piu' elevate, pari a 10 mg/kgdi peso corporeo, tenendo presente la possibilita' di accumulo della caffeina a causa della sua lunga emivita nei neonati prematuri, e la capacita' progressivamente crescente di metabolizzare la caffeina in relazione all'eta' post-mestruale. Laddove clinicamente indicato, e' necessario monitorare i livelli plasmatici della caffeina. La diagnosi diapnea della prematurita' puo' richiedere una rivalutazione qualora i pazienti non rispondano adeguatamente ad una seconda dose d'attacco o ad una dose di mantenimento pari a 10 mg/kg/die. Quando somministrata per via endovenosa, somministrare la caffeina citrato mediante un'infusione endovenosa controllata, soltanto attraverso una pompa per infusione a siringa o altro dispositivo per infusione ad erogazione dosata. Usare la caffeina citrato sia non diluita, sia diluita in soluzioni sterili per infusione quali glucosio 50 mg/ml (5%), cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%) o calcio gluconato 100 mg/ml (10%) immediatamente dopo il prelievo dalla fiala. Nella maggior parte dei neonati prematuri non e'necessario un controllo di routine dei livelli plasmatici della caffe ina. Puo' essere necessario controllare periodicamente le concentrazioni plasmatiche della caffeina durante il trattamento nei casi di una risposta incompleta o di segni di tossicita'. Inoltre puo' essere necessario regolare il dosaggio dopo un controllo di routine delle concentrazioni plasmatiche della caffeina in situazioni di rischio quali casi di: neonati molto prematuri (< 28 settimane di gestazione e/o peso corporeo <1000 g) specialmente quando sono nutriti per via parenterale; neonati con insufficienza epatica e renale; neonati con disturbi convulsivi; neonati con malattie cardiache note e clinicamente importanti; neonati trattati contemporaneamente con medicinali di cui sia nota l'interferenza con il metabolismo della caffeina; neonati le cui madri assumono caffeina durante l'allattamento al seno. E' consigliabile determinare i livelli basali della caffeina in: neonati le cui madri possanoaver assunto elevate quantita' di caffeina prima del parto; neonati t rattati precedentemente con teofillina, che per metabolismo si trasforma in caffeina. La caffeina presenta un'emivita prolungata nei neonatiprematuri ed esiste la possibilita' di un accumulo della sostanza, ch e puo' rendere necessario il controllo dei neonati trattati per periodi lunghi. Prelevare i campioni di sangue per i controlli immediatamente prima della somministrazione successiva in caso di fallimento della terapia, e da 2 a 4 ore dopo la somministrazione precedente nei casi in cui vi sia sospetto di tossicita'. Sebbene non sia stato determinatoin letteratura un range di concentrazioni plasmatiche terapeutiche, i livelli di caffeina che sono stati associati ad un beneficio clinico secondo alcuni studi oscillavano tra 8 e 30 mg/l e normalmente non sono state sollevate osservazioni circa la sicurezza con livelli plasmatici inferiori a 50 mg/l. Somministrare la caffeina citrato sia medianteinfusione endovenosa, sia per via orale. Non somministrare il medicin ale per iniezione intramuscolare, sottocutanea, intratecale o intraperitoneale. La durata ottimale del trattamento non e' stata stabilita. Si raccomanda di interrompere la somministrazione della caffeina citrato quando il paziente non ha presentato per 5-7 giorni un attacco di apnea importante. In caso di apnea ricorrente, la somministrazione dellacaffeina citrato puo' essere ripresa con un dosaggio di mantenimento oppure con un dosaggio pari alla meta' della dose di attacco, a seconda del tempo trascorso tra la sospensione della caffeina citrato e la ricorrenza dell'apnea. A causa della lenta eliminazione della caffeina in questa popolazione di pazienti, non c'e' alcuna necessita' di ridurre gradualmente la dose al momento della cessazione del trattamento. Poiche' esiste la possibilita' di ricorrenza delle apnee dopo la cessazione del trattamento con caffeina citrato, il controllo del paziente deve proseguire per circa una settimana. Pazienti con insufficienza epatica o renale: non e' stata stabilita la sicurezza della caffeina citrato; vi e' una maggiore possibilita' di accumulo della sostanza. In tale caso e' necessaria una dose di mantenimento ridotta della caffeina citrato e stabilire tale dosaggio in base ai livelli plasmatici della caffeina. In neonati molto prematuri, la clearance della caffeina non dipende dalla funzione epatica. Il metabolismo epatico della caffeina si sviluppa progressivamente, nel corso delle settimane successive alla nascita, e per i neonati di eta' maggiore una disfunzione epatica puo' indicare la necessita' di controllare i livelli plasmatici della caffeina e puo' richiedere qualche aggiustamento del dosaggio.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

L'apnea della prematurita' e' una diagnosi che si fa per esclusione. Si deve escludere o trattare opportunamente ogni altra possibile causa di apnea (quali disturbi del sistema nervoso centrale, una malattia polmonare primaria, anemia, sepsi, disturbi del metabolismo, anomalie cardiovascolari o apnea ostruttiva) prima di iniziare il trattamento concaffeina citrato. La mancata risposta terapeutica alla caffeina (da c onfermare, se necessario, con la misurazione dei livelli plasmatici) potrebbe stare ad indicare un'altra causa dell'apnea. Per i neonati da madri che hanno assunto elevate quantita' di caffeina prima del parto si devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeinaprima di iniziare il trattamento con caffeina citrato, poiche' la caf feina attraversa rapidamente la barriera della placenta e passa nella circolazione fetale. Le madri che allattano neonati trattati con caffeina citrato non devono assumere alimenti e bevande o medicinali contenenti caffeina, in quanto la caffeina passa nel latte materno. Nei neonati trattati precedentemente con teofillina si devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeina prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato in quanto i neonati prematuri metabolizzano la teofillina a caffeina. La caffeina e' uno stimolante del sistemanervoso centrale e sono stati segnalati episodi di convulsioni in cas o di sovradosaggio. E' necessario prestare estrema cautela quando si usa la caffeina citrato in neonati con disturbi convulsivi. Da studi pubblicati risulta che la caffeina aumenta il ritmo cardiaco, l'output del ventricolo sinistro e lo stroke volume. Pertanto, la caffeina citrato deve essere utilizzata con cautela nei neonati con disturbi cardiaci diagnosticati. Esistono prove che la caffeina provoca tachiaritmie in soggetti suscettibili. Nei neonati, di solito si tratta di una semplice tachicardia sinusale. Qualora siano risultati irregolarita' del ritmo cardiaco in un tracciato cardiotocografico (CTG) prima della nascita, la caffeina citrato deve essere somministrata con cautela. La caffeina citrato deve essere somministrata con cautela nei neonati prematuri con insufficienza renale o epatica. Le dosi devono essere regolate monitorando le concentrazioni plasmatiche della caffeina per evitare effetti tossici in questa popolazione di pazienti. L'enterocolite necrotizzante e' una causa comune di morbidita' e di morbilita' nei neonatiprematuri. Esistono segnalazioni di un possibile legame tra l'uso del le metilxantine e lo sviluppo dell'enterocolite necrotizzante. Tuttavia non e' stato stabilito un nesso causale tra l'uso di caffeina o di altre metilxantine e l'enterocolite necrotizzante. Come per tutti i neonati prematuri, quelli trattati con caffeina citrato devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di enterocolite necrotizzante. La caffeina citrato deve essere utilizzata con cautela nei neonati affetti da reflusso gastro-esofageo, in quanto il trattamento con tale sostanza puo' aggravare questa condizione. La caffeina citrato determina un aumento generale del metabolismo che puo' tradursi in maggiori esigenze energetiche e nutritive durante il trattamento. La diuresi e la perdita di elettroliti causate dalla caffeina citrato puo' rendere necessario correggere eventuali disturbi a carico dei liquidi e degli elettroliti.

Interazioni

Nei neonati prematuri ha luogo un'inter-conversione tra caffeina e teofillina. Tali principi attivi non devono essere utilizzati contemporaneamente. Il citocromo P450 1A2 (CYP1A2) e' l'enzima principale implicato nel metabolismo della caffeina nella specie umana. Pertanto, la caffeina ha la potenzialita' di interagire con principi attivi che rappresentano substrati per il CYP1A2, lo inibiscono o lo inducono. Tuttavia, il metabolismo della caffeina in neonati prematuri e' limitato a causa dell'immaturita' dei loro sistemi enzimatici epatici. Sebbene esistano scarsi dati circa le interazioni tra caffeina e altre principi attivi nei neonati prematuri, possono essere necessarie dosi minori di caffeina citrato dopo la contemporanea somministrazione di principi attivi di cui sia stata segnalata la capacita' di ridurre l'eliminazione della caffeina negli adulti (quali la cimetidina ed il ketoconazolo), mentre potrebbero essere necessarie dosi maggiori di caffeina citrato dopo una somministrazione contemporanea di principi attivi che favoriscono l'eliminazione della caffeina (quali il fenobarbital e la fenitoina). In caso di dubbi sulle possibili interazioni, si devono misurare le concentrazioni plasmatiche della caffeina. Poiche' un'ipercrescita batterica nell'intestino e' associata allo sviluppo di enterocolite necrotizzante, la contemporanea somministrazione di caffeina citrato e medicinali che sopprimono la secrezione acida gastrica (antistaminici bloccanti del recettore H2 o inibitori della pompa protonica) puo', in teoria, fare aumentare il rischio di enterocolite necrotizzante. L'uso contemporaneo di caffeina e doxapram potrebbe potenziare i loro effetti stimolanti sui sistemi cardio-respiratorio e nervoso centrale. Qualora sia necessario l'uso contemporaneo di tali agenti, il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa vanno controllati attentamente.

Effetti indesiderati

Le nozioni farmacologiche e tossicologiche sulla caffeina e su altre metilxantine consentono di prevedere le possibili reazioni avverse allacaffeina citrato. Gli effetti descritti consistono in una stimolazion e del sistema nervoso centrale (SNC) che causa irritabilita', agitazione e nervosismo nonche' effetti cardiaci quali tachicardia, ipertensione ed un aumentato stroke volume. Tali effetti sono dose-correlati e possono richiedere la misurazione dei livelli plasmatici della sostanzaed una riduzione del suo dosaggio. Le reazioni avverse descritte nell a letteratura pubblicata, relativa ai dati a breve ed a lungo termine ed associabili alla caffeina citrato, sono riportate di seguito secondo la Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) La frequenza e' definita: molto comune (>= 1/10), comune (>=1/100 - <1/10), non comune (>=1/1.000 - <1/100), rara (>=1/10.000 - <1/1.000), molto rara (<1/10,000) e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni. Non nota: sepsi. Disturbi del sistema immunitario. Rara: reazione di ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: ipoglicemia, iperglicemia, crescita stentata, intolleranze alimentari. Patologie del sistema nervoso. Non nota: irritabilita', nervosismo, agitazione, lesioni cerebrali, convulsioni. Sono state osservate lesioni cerebrali, convulsionie sordita', ma queste erano piu' frequenti nel gruppo trattato con pl acebo. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: sordita'. Patologie cardiache. Non nota: tachicardia, talvolta associata ad un aumento dell'output del ventricolo sinistro e dello stroke volume. Patologie gastrointestinali. Non nota: rigurgito, aumento dell'aspirato gastrico, enterocolite necrotizzante. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: flebite e/o infiammazione nella sede di somministrazione. Esami diagnostici. Non nota: aumentodel flusso di urina, aumento del sodio e del calcio nelle urine, dimi nuzione dell'emoglobina, diminuzione della tiroxina. La caffeina puo' sopprimere la sintesi di eritropoietina e quindi ridurre la concentrazione dell'emoglobina qualora utilizzata per un trattamento prolungato.Nei neonati sono state osservate diminuzioni transitorie della tiroxi na (T4) all'inizio della terapia, ma queste non si sono mantenute durante la terapia di mantenimento. Le evidenze disponibili non indicano alcuna reazione avversa a lungo termine della terapia neonatale con caffeina per quanto riguarda l'esito dello sviluppo neurologico, la crescita o i sistemi cardiovascolare, gastrointestinale o endocrino. La caffeina non sembra aggravare l'ipossia cerebrale o acuire qualsiasi danno ad essa conseguente, sebbene tale possibilita' non si possa escludere del tutto. Enterocolite necrotizzante: l'enterocolite necrotizzante e' una causa comune di morbidita' e di mortalita' nei neonati prematuri. Esistono segnalazioni di un possibile legame tra l'uso di metilxantine e lo sviluppo dell'enterocolite necrotizzante. Tuttavia, un nesso di causa tra l'uso di caffeina o di altre metilxantine e l'enterocolite necrotizzante non e' stato stabilito. In uno studio in doppio-cieco,controllato con placebo, con somministrazione di caffeina citrato a 8 5 neonati prematuri, l'enterocolite necrotizzante e' stata diagnosticata nella fase 'cieca' dello studio in due neonati in terapia attiva con caffeina ed in un neonato trattato con placebo, ed in tre neonati trattati con caffeina durante la fase open-label dello studio. Tre dei neonati che hanno sviluppato enterocolite necrotizzante durante lo studio sono deceduti. Un ampio studio multicentrico (n=2006), volto ad osservare l'esito a lungo termine di neonati prematuri trattati con caffeina citrato, non ha evidenziato un aumento della frequenza dell'enterocolite necrotizzante nel gruppo trattato con caffeina rispetto a quanto osservato nel gruppo trattato con placebo. Come per tutti i neonati prematuri, quelli trattati con caffeina citrato devono essere seguiti attentamente per lo sviluppo di enterocolite necrotizzante.

Gravidanza e allattamento

In studi con dosi elevate effettuati sugli animali, la caffeina ha dimostrato proprieta' embriotossiche e teratogene. Tali effetti non sono rilevanti in caso di somministrazione a neonati prematuri per periodi brevi. La caffeina passa nel latte materno e attraversa rapidamente laplacenta entrando nella circolazione del feto. Le madri che allattano neonati trattati con caffeina citrato non devono assumere alimenti, b evande o medicinali contenenti caffeina. Nei neonati di madri che hanno assunto elevate quantita' di caffeina prima del parto si devono misurare le concentrazioni plasmatiche basali della caffeina prima di iniziare il trattamento con caffeina citrato.