Perindopril Sand - 14cpr 4mg

Dettagli:
Nome:Perindopril Sand - 14cpr 4mg
Codice Ministeriale:038764039
Principio attivo:Perindopril Erbumina (Tert-butilamina)
Codice ATC:C09AA04
Fascia:A
Prezzo:4.06
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:24 mesi

Denominazione

PERINDOPRIL SANDOZ

Formulazioni

Perindopril Sand - 14cpr 4mg
Perindopril Sand - 30cpr 4mg

Categoria farmacoterapeutica

ACE inibitori.

Principi attivi

Perindopril.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina, cellulosa microcristallina silicizzata, polacrillina potassica, diossido di silicio, silice colloidale anidra, magnesio stearato, idrossi-propil-betadex.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione, trattamento dell'insufficienza cardiacacongestizia. Riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con una anamnesi di infarto miocardico e/o di rivascolarizzazione.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al perindopril, a uno qualsiasi degli eccipienti o a un qualunque altro ACE-inibitore; anamnesi di angioedema associato a una precedente terapia con ACE-inibitori; angioedema ereditario o idiopatico; secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Posologia

Si raccomanda di somministrare il farmaco in una dose singola giornaliera al mattino, prima di un pasto e insieme a una quantita' adeguata di liquido (per esempio acqua). La posologia deve essere modificata in base al profilo del paziente e alla risposta pressoria. Il farmaco puo' essere usato in monoterapia o nell'ambito di una terapia in associazione con altre classi di antipertensivi. La posologia iniziale raccomandata e' pari a 4 mg in un'unica somministrazione quotidiana, al mattino. Nei pazienti con forte stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone si puo' verificare una diminuzione eccessiva della pressione arteriosa in seguito alla somministrazione della dose iniziale. In questi pazienti si raccomanda di iniziare il trattamento con un dosaggio di 2 mg e sotto controllo medico. Dopo un mese di trattamento il dosaggio puo' essere aumentato fino a 8 mg in un'unica somministrazione giornaliera. All'inizio della terapia e' possibile che si verifichi ipotensione sintomatica, specialmente nei pazienti che vengono trattati con diuretici. Si raccomanda pertanto particolare cautela, dato che questi pazienti possono presentare deplezione salina o volumetrica. Sepossibile, il diuretico deve essere interrotto 2 o 3 giorni prima di iniziare il trattamento con il farmaco. Nei pazienti ipertesi in cui non e' possibile sospendere il diuretico, il trattamento deve essere iniziato con un dosaggio di 2 mg e la funzionalita' renale e la potassemia devono essere tenute sotto controllo. Successivamente la posologia del farmaco deve essere aggiustata in funzione della risposta pressoria. Se necessario, e' possibile reintrodurre il trattamento diuretico. Nei pazienti anziani il trattamento deve essere iniziato con un dosaggio di 2 mg che, sempre se necessario, puo' essere progressivamente aumentato a 4 mg dopo un mese di trattamento e poi a 8 mg, a seconda della funzionalita' renale. Si raccomanda che il trattamento con il farmaco, generalmente associato a un diuretico non risparmiatore di potassioe/o a digossina e/o a un beta-bloccante, sia istituito sotto stretta supervisione medica, alla posologia iniziale consigliata di 2 mg da assumere al mattino. Se ben tollerato, tale dosaggio puo' essere aumentato, con incrementi di 2 mg a intervalli non inferiori alle 2 settimane, fino a 4 mg, da somministrarsi in un'unica assunzione giornaliera. Gli aggiustamenti posologici devono avvenire in base alla risposta clinica individuale di ogni singolo paziente. Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca grave e in altri pazienti considerati a rischio elevato, il trattamento deve essere iniziato sotto attenta supervisione medica. Nei pazienti a rischio elevato di ipotensione sintomatica, questi disturbi devono essere corretti, laddove possibile, prima di iniziare la terapia con il farmaco. La pressione arteriosa, la funzionalita'renale e le concentrazioni plasmatiche di potassio devono essere cont rollate attentamente sia prima sia durante il trattamento con il farmaco. Il trattamento con il farmaco deve essere iniziato con un dosaggiodi 4 mg in un'unica assunzione giornaliera per 2 settimane per poi es sere aumentato, se il dosaggio precedente e' ben tollerato, fino a 8 mg in un'unica assunzione quotidiana, a seconda della funzionalita' renale. I pazienti anziani devono iniziare il trattamento con 2 mg in un'unica assunzione quotidiana per una settimana, per poi passare a 4 mg una volta al giorno nella settimana successiva e aumentare infine il dosaggio fino a 8 mg in un'unica assunzione quotidiana, a seconda dellafunzionalita' renale. Il dosaggio deve essere aumentato solo se la do se precedente e' stata ben tollerata. Nei pazienti affetti da insufficienza renale il dosaggio deve essere aggiustato in base alla clearancedella creatinina. Clearance della creatinina (ml/min) >= 60, dose rac comandata 4 mg al giorno; 30 < ClCR < 60, dose raccoamndata 2 mg al giorno; 15 < ClCR < 30, dose raccomandata 2 mg ogni 2 giorni; pazienti in emodialisi, ClCR < 15, dose raccomandata 2 mg il giorno della dialisi. La clearance di dialisi del perindoprilato e' pari a 70 ml/min. Neipazienti in emodialisi la dose deve essere somministrata dopo la dial isi. Nei pazienti affetti da insufficienza epatica non e' richiesto alcun aggiustamento del dosaggio.

Conservazione

Non conservare a temperature superiori a 30 gradi C. Conservare il medicinale nella confezione originale allo scopo di proteggerlo dall'umidita'.

Avvertenze

Se durante il primo mese di trattamento con perindopril si manifesta un episodio di angina pectoris instabile, deve essere effettuata un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, associata o meno a insufficienza renale, e' stata osservata ipotensione sintomatica, che si manifesta con maggiore probabilita' nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca, da iponatremia o da compromissione della funzionalita' renale. Se si dovesse manifestare ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, ricevere un'infusione endovenosa di una soluzione fisiologica. In alcuni pazienti affetti da insufficienzacardiaca congestizia e con pressione arteriosa normale o bassa, si po trebbe verificare un'ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica. Come per gli altri ACE-inibitori, il farmaco deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola mitrale e da un'ostruzione di efflusso del ventricolo sinistro, quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, l'ipotensione conseguente all'inizio della terapia con ACE-inibitori puo' determinare un'ulteriore compromissione della funzionalita' renale. In tale situazione e' stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria di unsingolo rene trattati con ACE-inibitori e' stato osservato un aumento dell'urea e della creatinina plasmatica. Questo si verifica soprattut to nei pazienti affetti da insufficienza renale. La presenza concomitante di ipertensione renovascolare determina un aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale: in questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico e con dosaggi ridotti e accuratamente titolati. Durante le prime settimane di terapia la somministrazione di diuretici deve essere interrotta e la funzione renale monitorata. In alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renovascolare pre-esistente, e' stato riscontrato un aumento dell'urea e della creatinina plasmatica, soprattutto quando il farmacoe' stato somministrato in concomitanza con un diuretico. Nei pazienti in emodialisi con membrane ad alto flusso e in terapia concomitante c on ACE-inibitori sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Nei pazienti trattati con ACE-inibitori, e' stato raramente riportato angioedema al volto, agli arti, alle labbra, alle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe. In questi casi e' necessario sospendere immediatamente il farmaco e iniziare un attento monitoraggio del paziente, che deve proseguire fino alla completa risoluzione dei sintomi. L'angioedema associato a un edema laringeo puo' essere fatale: qualora vi sia un coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe che possa provocare l'ostruzione delle vie respiratorie, deve essere rapidamente adottata una terapia di emergenza, che potrebbe comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervieta' delle vie aeree. Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina provocano angioedema con maggiore frequenza nei pazienti di razza nera. I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato al trattamentocon ACE-inibitori possono presentare un rischio maggiore di comparsa di angioedema quando trattati con un ACE-inibitore. Nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine abassa densita' (LDL) con destran solfato sono stati raramente riporta ti casi di reazioni anafilattoidi con rischio di vita. Nei pazienti interapia con ACE-inibitori sottoposti a un trattamento desensibilizzan te sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi. Negli stessi pazienti tali reazioni sono state prevenute sospendendo temporaneamenteil trattamento con gli ACE-inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale del paziente. Il trattamento con ACE-inibit ori e' stato raramente associato a una sindrome che ha inizio con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (avolte) al decesso del paziente. I pazienti in trattamento con ACE-ini bitori che sviluppano ittero o un aumento significativo degli enzimi epatici devono sospendere l'ACE-inibitore ed essere posti sotto strettocontrollo medico. Nei pazienti trattati con ACE-inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzionalita' renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, la neutropenia si sviluppa raramente. Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela ai pazienti con collagenopatie, in terapia con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che manifestano una combinazione di questi fattori di complicazione. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in alcuni casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Come gli altri ACE-inibitori, il perindopril puo' essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa dei pazienti dirazza nera. In seguito alla somministrazione di ACE-inibitori e' stat a riportata la comparsa di tosse, che in genere si presenta in forma secca e persistente e si risolve alla sospensione del trattamento. Nei pazienti che devono essere sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, il farmaco puo' bloccare la formazione di angiotensina II. Il trattamento deve essere interrotto un giorno prima dell'intervento. In alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori, e' stato segnalato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di potassio. I pazienti a rischio di comparsa di iperkaliemia comprendono quelli affetti da insufficienza renale o da diabete mellito non controllato, quelli trattati contemporaneamente con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio oppure quelli in corso di trattamento con altri farmaci che provocano un aumento del potassio plasmatico. Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o con insulina, durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore laglicemia deve essere attentamente controllata. L'associazione di liti o e perindopril e' generalmente sconsigliata. L'associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassioo sostituti del sale contenenti potassio generalmente non e' raccoman data. La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante lagravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropr iato, deve essere iniziata una terapia alternativa.

Interazioni

Dopo l'inizio di una terapia con ACE-inibitori i pazienti in trattamento con diuretici, in particolare quelli con deplezione salina o volumetrica, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa. La comparsa di effetti ipotensivi puo' essere limitata sospendendo il diuretico oppure espandendo la volemia e/o aumentando l'assunzione di sale prima di iniziare la terapia con perindopril, che deve essere somministrato a dosaggi ridotti e progressivi. Sebbene le concentrazioni plasmatiche di potassio rimangano di solito entro limiti normali, in alcuni pazienti trattati con perindopril puo' svilupparsi iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio (per esempio spironolattone, triamterene o amiloride), gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono provocare aumenti significativi delle concentrazioni plasmatiche di potassio. Pertanto si sconsiglia l'associazione di perindopril con i farmaci sopra citati. Se l'uso concomitante dei farmaci sopra citati e' ritenuto indicato a causa di una ipokaliemia accertata, questi devono essere impiegati con cautela econ frequenti controlli della potassiemia. In seguito alla somministr azione concomitante di litio e di ACE-inibitori sono stati riscontratiaumenti reversibili delle concentrazioni plasmatiche e della tossicit a' del litio. L'uso concomitante di diuretici tiazidici potrebbe aumentare ulteriormente il rischio di tossicita' del litio, gia' elevato incorso di trattamento con ACE-inibitori. La somministrazione di perind opril in corso di trattamento con litio e' sconsigliata; se tuttavia viene ritenuta necessaria, deve essere eseguito un accurato monitoraggio dei livelli plasmatici di litio. La somministrazione contemporanea di farmaci antiinfiammatori non steroidei puo' ridurre l'efficacia antiipertensiva degli ACE-inibitori. Inoltre FANS e ACE-inibitori esercitano un effetto sinergico sull'aumento delle concentrazioni di potassio e possono provocare una compromissione della funzionalita' renale. Tali effetti sono generalmente reversibili. Raramente, potrebbe manifestarsi insufficienza renale acuta, specialmente nei pazienti con funzionalita' renale compromessa, come gli anziani o i soggetti disidratati. La somministrazione concomitante di questi farmaci puo' aumentare l'effetto ipotensivo di perindopril. La somministrazione contemporanea di nitroglicerina e di altri nitrati o di altri vasodilatatori puo' ridurre ulteriormente la pressione arteriosa. Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e farmaciantidiabetici (insulina, agenti ipoglicemici orali) puo' provocare un 'eccessiva riduzione di glucosio nel sangue con rischio di ipoglicemia. La comparsa di tale fenomeno sembra essere piu' probabile durante leprime settimane di trattamento combinato e nei pazienti affetti da in sufficienza renale. Il perindopril puo' essere somministrato contemporaneamente ad acido acetil-salicilico, a trombolitici, a beta-bloccantie/o a nitrati. La somministrazione concomitante di ACE-inibitori e di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici puo' pro vocare un'ulteriore diminuzione della pressione arteriosa. Gli agenti simpaticomimetici possono ridurre l'effetto antiipertensivo degli ACE-inibitori. Gli antiacidi possono ridurre la biodisponibilita' di perindopril.

Effetti indesiderati

>>Disturbi psichiatrici. Non comuni: disturbi dell'umore o del senso. >>Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri, vertigini,parestesia. >>Patologie delll'occhio. Comuni: alterazioni della visio ne. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comuni: tinnito. >>Patologie cardiache. Comuni: ipotensione ed effetti correlati all'ipotensione. Molto raro: aritmia, angina pectoris, infarto miocardico e ictus,probabilmente dovuti a marcata ipotensione nei pazienti ad alto risch io. >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni: tosse, dispnea. Non comuni: broncospasmo. Molto rari: polmonite eosinofilica, rinite. >>Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, vomito, dolori addominali, disgeusia, dispepsia, diarrea, stipsi. Non comuni: secchezza delle fauci. Molto rari: pancreatite. >>Patologie epatobiliari. Molto rari: epatite (citolitica o colestatica). >>Patologie della cutee del tessuto sottocutaneo. Comuni: rash, prurito. Non comuni: angioe dema di viso, arti, labbra, mucose, lingua, glottide e/o laringe, orticaria. Molto rari: eritema multiforme. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico e tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari. >>Patologie renali e delle vie urinarie. Non comuni: insufficienza renale. Molto rari: insufficienza renale acuta. >>Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comuni: impotenza. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: astenia. Non comuni: sudorazione. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto rari: riduzione dell'emoglobina e dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, agranulocitosi o pancitopenia. In pazienti affetti da una deficienza congenita di G-6PDH e' stata segnalata anemia emolitica. >>Esami diagnostici: si possono manifestare aumenti dell'urea e della creatinina plasmatica, iperkaliemia reversibile alla sospensione del trattamento, soprattutto in presenza di insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave e ipertensione renovascolare. E' stato raramente segnalato un aumento degli enzimi epatici e della bilirubina.

Gravidanza e allattamento

L'uso degli ACE-inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso degli ACE-inibitori e' controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologasul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE-inib itori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi, tuttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificato una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidroamnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Se dovesse verificarsiun'esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanz a, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Allattamento: poiche' non sono disponibili dati riguardanti l'uso di perindopril durante l'allattamento, il farmaco non e' raccomandato e sono dapreferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattament o di neonati o prematuri.