Perindopril Doc - 30cpr 8mg
Dettagli:
Nome:Perindopril Doc - 30cpr 8mgCodice Ministeriale:037770346
Principio attivo:Perindopril Erbumina (Tert-butilamina)
Codice ATC:C09AA04
Fascia:A
Prezzo:7.14
Rimborso:7.14
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Doc Generici Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Inf. a +25, in confezione originale
Scadenza:36 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina I in angiotensina II (ACE).
Principi attivi
Ciascuna compressa contiene perindopril tert-butilamina 8 mg (equivalente a 6,676 mg di perindopril).
Eccipienti
Lattosio anidro, magnesio stearato.
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione. Trattamento dell'insufficienza cardiacasintomatica. Riduzione del rischio di eventi cardiaci in pazienti con una storia di infarto miocardico e/o rivascolarizzazione.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' a perindopril, o ad uno qualsiasi degli eccipienti o a qualunque altro ACE inibitore; anamnesi di angioedema associato a precedente terapia con ACE inibitori; angioedema ereditario o idiopatico; secondo e terzo trimestre di gravidanza.
Posologia
Si raccomanda di prendere le compresse una volta al giorno al mattino prima di un pasto. >>Ipertensione. Il perindopril puo' essere usato inmonoterapia o in associazione con altre classi di farmaci antiiperten sivi. La dose iniziale raccomandata e' 4 mg una volta al giorno al mattino. In pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivato si puo' verificare un calo eccessivo della pressione sanguigna a seguito della dose iniziale. In tali pazienti si raccomanda unadose iniziale di 2 mg e l'inizio del trattamento deve avvenire sotto controllo. La dose puo' essere aumentata a 8 mg una volta al giorno dopo un mese di trattamento. Dopo l'inizio della terapia si puo' presentare ipotensione sintomatica. Pertanto si raccomanda cautela dal momento che questi pazienti possono avere deplezione di volume e/o di sali. Se possibile, il diuretico deve essere interrotto 2-3 giorni prima di iniziare la terapia con perindopril. Nei pazienti ipertesi nei quali il diuretico non puo' essere interrotto, la terapia deve essere iniziata con una dose di 2 mg. Devono essere tenuti sotto controllo la funzione renale e il potassio sierico. La successiva dose deve essere adattata in funzione della risposta pressoria. Se richiesto, la terapia diuretica puo' essere ripresa. Nei pazienti anziani il trattamento deve essere iniziato a una dose di 2 mg che, se necessario in base alla funzione renale, puo' essere progressivamente aumentata a 4 mg dopo un mesedi trattamento e quindi a 8 mg. >>Insufficienza cardiaca sintomatica. Si raccomanda che perindopril, generalmente in associazione con un di uretico non risparmiatore di potassio e/o digossina e/o un beta-bloccante, sia istituito sotto stretto controllo con una dose iniziale consigliata di 2 mg al mattino. Tale dose puo' essere aumentata fino a 4 mguna volta al giorno, con incrementi di 2 mg a intervalli non inferior i alle 2 settimane. L'aggiustamento della dose deve basarsi sulla risposta clinica di ogni paziente. Nell'insufficienza cardiaca grave e in altri pazienti considerati ad alto rischio, il trattamento deve essereiniziato sotto attento controllo. Nei pazienti ad alto rischio di ipo tensione sintomatica, si deve procedere, a una correzione di tali condizioni prima di iniziare la terapia. La pressione sanguigna, la funzione renale e il potassio sierico devono essere controllati attentamentesia prima che durante il trattamento. >>Coronaropatia stabile. Perind opril deve essere introdotto con una dose di 4 mg una volta al giorno per due settimane, poi aumentato a 8 mg una volta al giorno, in base alla funzione renale e a condizione che la dose di 4 mg sia ben tollerata. I pazienti anziani devono ricevere la dose di 2 mg una volta al giorno per una settimana, poi 4 mg una volta a giorno la settimana successiva, prima di aumentare la dose a 8 mg una volta al giorno in base alla funzione renale. La dose deve essere aumentata solo se la dose precedente piu' bassa e' stata ben tollerata. Nei pazienti con insufficienza renale, la dose si deve basare sulla clearance della creatinina. Clcr > 60 ml/min: 4 mg al giorno; clcr > 30 e < 60 ml/min: 2 mg al giorno; clcr > 15 e < 30: 2 mg a giorni alterni; clcr < 15 e pazienti emodializzati: 2 mg il giorno della dialisi, dopo la dialisi. Nei pazienticon insufficienza epatica non e' necessario alcun aggiustamento della dose. L'uso nei bambini non e' raccomandato.
Conservazione
Consevare a temperatura inferiore a 25 gradi C. Conservare nella confezione originale.
Avvertenze
Se nel primo mese si manifesta un episodio di angina pectoris instabile, prima di continuare stimare il rapporto beneficio/rischio. Puo' provocare un brusco calo della pressione sanguigna. Raramente e' stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti con ipertensione non complicata. In pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica e' stata osservata ipotensione sintomatica, associata o meno a insufficienza renale. Controllare l'inizio della terapia e l'adeguamento della dose in pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica. Analoghe considerazioni valgono per pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare nei quali un calo eccessivo della pressione sanguigna puo' portare a infarto miocardico o accidente cerebrovascolare. In casodi ipotensione porre il paziente in posizione supina e, se necessario , effettuare un'infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi, che generalmente possono essere date senza difficolta' una volta che la pressione sanguigna e' aumentata dopo espansione del volume. In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca congestizia e con pressione sanguigna normale o bassa, con il farmaco si puo' verificare un'ulteriore riduzione della pressione sanguigna sistemica: non costituisce motivo di interruzione del trattamento. Se l'ipotensione diviene sintomatica, puo' esser necessaria una riduzione della dose o l'interruzione. Somministrare con cautela in pazienti con stenosi della valvola mitrale e ostruzione dell'efflusso dal ventricolo sinistro come stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. Nei casi di insufficienza renale adattare la dose iniziale in funzione della clearance della creatinina e in seguito in funzione della risposta al trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, l'ipotensione conseguente all'inizio della terapia puo' compromettere la funzione renale. In questa situazione e' stata riportata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile. In alcuni pazienti con stenosi bilaterale dell'arteria renale o stenosi dell'arteria di un rene solitario, sono stati osservati aumenti dell'urea nel sangue e dellacreatinina sierica generalmente reversibili all'interruzione della te rapia. Se e' presente anche ipertensione nefrovascolare, aumenta il rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale: iniziare sotto controllo, con dosi basse e accuratamente titolate. Interrompere i diuretici poiche' possono contribuire all'istaurarsi di cio' e monitorare la funzione renale nelle prime settimane di terapia. Alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia vascolare renale preesistente hanno sviluppato aumenti generalmente lievi e transitori dell'urea nel sanguee della creatinina sierica, soprattutto quando e' stato somministrato con un diuretico. Potrebbero rendersi necessarie una riduzione della dose e/o una interruzione del diuretico e/o del farmaco. In pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso sono state segnalate reazioni anafilattoidi: considerare un tipo diverso di membrane o una classe diversa di agenti antiipertensivi. Un angioedema al volto, alle estremita', alle labbra, alle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe e' stato raramente riscontrato: interrompere il farmaco e monitorarefino a completa risoluzione. Quando il gonfiore era limitato al volto e alle labbra, la condizione si e' generalmente risolta senza trattam ento, sebbene gli antiistaminici siano stati utili nell'alleviare i sintomi. L'angioedema associato a un edema laringeo puo' essere fatale. In caso di interessamento della lingua, della glottide o della laringeche probabilmente provochi l'ostruzione delle vie aeree adottare una terapia di emergenza. Questo puo' includere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervieta' delle vie aeree. Controllare fino a completa e prolungata risoluzione dei sintomi. Pazienti con una storia di angioedema non associato alla terapia con ACE inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema. Raramente pazienti che ricevono ACE inibitori sottoposti ad aferesi delle LDL con destranosolfato sono andati incontro a reazioni anafilattoidi a rischio di vi ta per il soggetto. Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente l'ACE inibitore prima di ogni aferesi. I pazienti che ricevevano ACE inibitori durante un trattamento di desensibilizzazione sono andati incontro a reazioni anafilattoidi. Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente il trattamento con ACE inibitori, ma sono ricomparse in seguito a riesposizione accidentale. Raramentee' stato associato a una sindrome che ha inizio con ittero colestatic o e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e talora alla morte. In caso di ittero o aumenti significativi degli enzimi epatici interrompere l'ACE inibitore e instaurare un appropriato controllo. Sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione raramente compare neutropenia. Somministrare con estrema cautela a pazienti con collagenopatie vascolari, sottoposti a terapia con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva: eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi riportare qualunque segno di infezione. E' stata riportata tosse. In pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o in corso di anestesia con agenti che provocano ipotensione, il farmaco puo' bloccare la formazione di angiotensina II secondaria al rilascio compensatorio di renina. Interrompere il trattamento un giorno prima dell'intervento. In caso di ipotensione correlata a questo meccanismo, correggere con espansione del volume. Monitorare regolarmente il potassio sierico in quanto sono stati segnalati aumenti. In pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o insulina, controllare la glicemia nel primo mesedi trattamento. L'associazione con litio e' generalmente sconsigliata . Generalmente si sconsiglia l'associazione con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenentipotassio. Non iniziare la terapia in gravidanza.
Interazioni
I pazienti in trattamento con diuretici e specialmente quelli con deplezione di volume e/o di sali, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione sanguigna dopo l'inizio della terapia. La possibilita' di effetti ipotensivi puo' essere ridotta interrompendo il diuretico, aumentando il volume o aumentando l'assunzione di sale prima di iniziare una terapia con perindopril, a dosi basse e progressive. In alcuni pazienti in trattamento puo' insorgere iperkaliemia. I diuretici risparmiatori di potassio, gli integratori di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono portare ad aumenti significativi del potassio sierico: si sconsiglia l'associazione di perindopril con ifarmaci sopra citati. Se l'uso concomitante dei farmaci sopra citati e' ritenuto appropriato, essi devono essere impiegati con cautela e con frequente controllo del potassio sierico. Aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche e della tossicita' del litio sono stati riscontrati in seguito a co-somministrazione di litio e ACE inibitori. L'usoconcomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di toss icita' del litio e accrescere il rischio di tossicita' del litio. Si sconsiglia l'uso di perindopril con litio, tuttavia se l'associazione e' ritenuta necessaria, deve essere eseguito un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio. La somministrazione di farmaci antiinfiammatori non steroidei puo' ridurre l'efficacia antiipertensiva degli ACE inibitori. Inoltre FANS e ACE inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento del potassio sierico e possono provocare un deterioramento della funzione renale. Questi effetti sono generalmente reversibili. Raramente, puo' manifestarsi un'insufficienza renale acuta. Agentiantiipertensivi e vasodilatatori: l'uso concomitante puo' aumentare g li effetti ipotensivi del perindopril. L'uso concomitante di nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori puo' ulteriormente ridurre la pressione sanguigna. La co-somministrazione di ACE inibitori e farmaci antidiabetici puo' provocare un aumentata riduzione del glucosionel sangue con rischio di ipoglicemia. Il perindopril puo' essere som ministrato contemporaneamente ad acido acetilsalicilico, trombolitici,beta-bloccanti e/o nitrati. L'uso concomitante di ACE inibitori e tal uni anestetici, antidepressivi triciclici e antipsicotici puo' provocare una ulteriore diminuzione della pressione sanguigna. Gli agenti simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori.
Effetti indesiderati
Disturbi psichiatrici. Non comuni: disturbi dell'umore o del sonno. Patologie del sistema nervoso. Comuni: cefalea, capogiri, vertigini, parestesie; molto rari: confusione. Patologie dell'occhio. Comuni: alterazioni della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comuni: tinnito. Patologie cardiovascolari. Comuni: ipotensione ed effetti associati all'ipotensione; molto rari: aritmia, angina pectoris, infarto miocardico e ictus. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche.Comuni: tosse, dispnea; non comuni: broncospasmo; molto rari: polmoni te eosinofila, rinite. Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, vomito, dolore addominale, disgeusia, dispepsia, diarrea, stipsi; non comuni: secchezza della bocca; molto rari: pancreatite. Patologie epatobiliari. Molto rari: epatite, sia citolitica che colestatica. Patologiedella cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: eruzione cutanea, prur ito; non comuni: angioedema del volto, delle estremita', delle labbra,delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, orticar ia; molto rari: eritema multiforme. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comuni: crampi muscolari. Patologie renali e urinarie. Non comuni: insufficienza renale; molto rari: insufficienza renale acuta. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: impotenza. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comuni: astenia; non comuni: sudorazione. Patologie del sistema emolinfopoietico: riduzioni dell'emoglobina e dell'ematocrito, trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, episodi di agranulocitosi o pancitopenia. In pazienti con carenza congenita diG-6PDH, sono stati segnalati episodi molto rari di anemia emolitica. Esami diagnostici: si possono manifestare aumenti dell'urea nel sanguee della creatinina plasmatica, iperkaliemia reversibile all'interruzi one del trattamento soprattutto in presenza di insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave e ipertensione nefrovascolare. Raramente e' stato segnalato un aumento degli enzimi epatici e della bilirubina sierica. In uno studio randomizzato e' stata osservata ipotensione, angioedema, e arresto cardiaco improvviso. Piu' pazienti sono stati ritirati dallo studio per tosse, ipotensione o altra intolleranza a perindopril.
Gravidanza e allattamento
L'uso degli ACE inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed e' controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con unACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattame nto con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale e tossicita' neonatale. Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Il medicinale non e' raccomandato durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.