Paclitaxel Kabi - 1fl 300mg/50ml
Dettagli:
Nome:Paclitaxel Kabi - 1fl 300mg/50mlCodice Ministeriale:039405055
Principio attivo:Paclitaxel
Codice ATC:L01CD01
Fascia:H
Prezzo:1254.5
Produttore:Fresenius Kabi Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi
Denominazione
PACLITAXEL KABI
Formulazioni
Paclitaxel Kabi - 1fl 30mg/5ml
Paclitaxel Kabi - 1fl 100mg/16,7
Paclitaxel Kabi - 1fl 300mg/50ml
Categoria farmacoterapeutica
Alcaloidi derivati da piante e altri prodotti naturali, taxani.
Principi attivi
Paclitaxel.
Eccipienti
Etanolo anidro, macrogolglicerolo ricinoleato, acido citrico anidro (per l'aggiustamento del pH).
Indicazioni
Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: trattamento di pazienti con carcinoma dell'ovaio in stadio avanzato o malattia residua (>1 cm) dopo laparotomia iniziale, in associazione con cisplatino. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: trattamento del carcinoma metastatico dell'ovaio dopo l'insuccesso della terapia standard comprendente platino. Carcinoma della mammella: nel contesto della terapia adiuvante, e' indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario con linfonodi positivi, a seguito di terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante deve essere considerato come un'alternativa alla terapia AC prolungata. Trattamento iniziale del carcinoma della mammella localmente avanzato o metastatico, in associazione con un'antraciclina, nei pazienti per cui e' adatta unaterapia con antracicline, oppure in associazione con trastuzumab, nei pazienti con iperespressione del recettore del fattore di crescita ep idermico umano 2 (HER-2) di livello 3+ all'esame immunoistochimico e per i quali il trattamento con antracicline non e' appropriato. In monoterapia, e' indicato per il trattamento del carcinoma metastatico della mammella nei pazienti che non hanno risposto o che non sono candidati alla terapia standard contenente antracicline. Carcinoma del polmonenon a piccole cellule in stadio avanzato: in associazione con cisplat ino, e' indicato per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC), in pazienti non candidati a intervento chirurgico potenzialmente curativo e/o a terapia radiante. Sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: e' indicato per il trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) correlato all'AIDS in stadio avanzato che non hannorisposto alla terapia precedente con antracicline liposomiali. I dati di efficacia a sostegno di questa indicazione sono limitati.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al paclitaxel o ad uno qualsiasi degli eccipienti, inparticolare al macrogolglicerolo ricinoleato. Pazienti con una conta dei neutrofili al basale <1,5*10^9 /l (<1,0*10^9 /l per i pazienti consarcoma di Kaposi). Allattamento. Nel sarcoma di Kaposi, e' controind icato anche nei pazienti con infezioni concomitanti, gravi e incontrollate.
Posologia
Prima della somministrazione di Paclitaxel Kabi, tutti i pazienti devono essere premedicati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonisti. Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico: si raccomandaun regime di associazione con cisplatino. In base alla durata dell'in fusione, sono raccomandate due dosi: paclitaxel 175 mg/m^2 somministrato per via endovenosa nell'arco di 3 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m^2 ogni tre settimane, oppure paclitaxel 135 mg/m^2, somministrato in infusione di 24 ore, seguito da cisplatino 75 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico: 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma della mammella: 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, ogni 3 settimane per quattro cicli, dopo la terapia AC. Chemioterapia di prima linea del carcinoma della mammella: se usato in associazione con doxorubicina (50 mg/m^2) paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. La dose raccomandata e' 220 mg/m^2, somministrata per via endovenosa nell'arco di 3ore, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro. In caso di associazione con trastuzumab, la dose raccomandata di paclitaxel e ' 175 mg/m^2, somministrata per via endovenosa nell'arco di 3 ore, conun intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro. L'infusione di p aclitaxel puo' essere iniziata il giorno successivo alla prima dose ditrastuzumab, o immediatamente dopo le dosi successive, se la preceden te dose di trastuzumab e' stata ben tollerata. Chemioterapia di seconda linea del carcinoma della mammella: 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro.Trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato: 175 mg/m^2, somministrata nell'arco di 3 ore, seguita da ci splatino alla dose di 80 mg/m^2, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo e l'altro. Trattamento del sarcoma di Kaposi correlato all'AIDS: 100 mg/m^2, somministrata per infusione endovenosa di 3 ore, ogni due settimane. Le dosi successive devono essere somministrate in base alla tollerabilita' del singolo paziente. Non deve essere nuovamente somministrato fino a quando la conta dei neutrofili non sia >=1,5*10^9/l (>=1,0*10^9/l per i pazienti con sarcoma di Kaposi) e la conta piastrinica non sia >=100*10^9 /l (>=75*10^9/l per i pazienti con sarcoma di Kaposi). Nel caso in cui i pazienti presentino grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5*10^9/l >=7 giorni) o grave neuropatia periferica, la dose somministrata nei cicli di trattamento successivi deve essere ridotta del 20% (del 25% per i pazienti con sarcoma di Kaposi). Pazienti pediatrici: non sono state stabilite la sicurezza e l'efficacianei bambini (di eta' inferiore a 18 anni); pertanto, non e' raccomand ato. Compromissione della funzione epatica: non sono disponibili dati adeguati per raccomandare modificazioni posologiche nei pazienti con compromissione della funzione epatica lieve o moderata. I pazienti con grave insufficienza epatica non devono essere trattati con paclitaxel.Compromissione della funzione renale: non vi sono dati sufficienti pe r consentire raccomandazioni posologiche.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare il flaconcino nella confezione originale per proteggere il medicinale dallaluce.
Avvertenze
Data la possibilita' che si verifichino reazioni di ipersensibilita' significative, e' opportuno avere a disposizione un'adeguata attrezzatura per la terapia di supporto. I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici e H2-antagonisti. Se usato in associazione, deve essere somministrato prima del cisplatino. Reazioni di ipersensibilita' significative (caratterizzate da dispnea e ipotensione tali da richiedere trattamento, angioedema e orticaria generalizzata) si sono manifestate in <1% dei pazienti trattati con paclitaxel dopo adeguata premedicazione. Tali reazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di gravi reazioni di ipersensibilita', si deve sospendere immediatamente l'infusione, istituire una terapia sintomatica e non somministrare nuovamente il farmaco al paziente. Mielosoppressione (principalmente neutropenia) e' la tossicita' dose-limitante. Deve essere istituito un monitoraggio frequente dei parametri ematologici. Il trattamento non deve essere ripreso nei pazienti fino a quando i neutrofili non ritornino a valori >=1,5*10^9 /l (>=1,0*10^9/l per i pazienti con sarcoma di Kaposi) e le piastrine non ritornino a valori >=100*10^9/l (>=75*10^9/l per i pazienti con sarcoma di Kaposi). Nello studioclinico sul sarcoma di Kaposi, la maggior parte dei pazienti aveva ri cevuto il fattore stimolante le colonie di granulociti (G-CSF). Gravi anomalie della conduzione cardiaca sono state segnalate raramente con paclitaxel in monoterapia. Se i pazienti sviluppano anomalie significative della conduzione durante la somministrazione, deve essere istituita una terapia appropriata ed eseguito un monitoraggio cardiaco continuo durante i successivi cicli di trattamento. Ipotensione, ipertensione e bradicardia sono state osservate durante la somministrazione di paclitaxel; solitamente i pazienti sono asintomatici e in genere non necessitano di trattamento. Si raccomanda un controllo frequente dei parametri vitali, soprattutto durante la prima ora di infusione. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati piu' frequentemente in pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule che in pazienti concarcinoma mammario o ovarico. Nello studio clinico sul sarcoma di Kap osi correlato all'AIDS, e' stato osservato un unico caso di insufficienza cardiaca correlata al paclitaxel. Quando il prodotto e' usato in associazione con doxorubicina o trastuzumab per il trattamento inizialedel carcinoma metastatico della mammella, la funzione cardiaca deve e ssere tenuta sotto attento controllo. I pazienti candidati al trattamento in queste associazioni devono essere sottoposti a una valutazione cardiaca iniziale, comprendente anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o angiocardioscintigrafia (MUGA scan). La funzione cardiaca deve essere controllata ulteriormente durante il trattamento (ad es.ogni tre mesi). Se i test indicano un deterioramento della funzione c ardiaca, anche asintomatico, valutare attentamente i benefici clinici del proseguimento della terapia rispetto al potenziale danno cardiaco,incluso il danno potenzialmente irreversibile. Se si somministra un u lteriore trattamento, il controllo della funzione cardiaca deve esserepiu' frequente (es. ogni 1-2 cicli). Sebbene la neuropatia periferica si verifichi frequentemente, e' raro lo sviluppo di sintomi gravi. In casi gravi, si raccomanda una riduzione del 20% della dose (25% per i pazienti con sarcoma di Kaposi) per tutti i cicli successivi di tratt amento. Nei pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule enelle pazienti con carcinoma ovarico in trattamento di prima linea, l a somministrazione di paclitaxel come infusione di 3 ore in associazione con cisplatino ha determinato una maggiore incidenza di neurotossicita' grave, rispetto sia al paclitaxel in monoterapia che alla ciclofosfamide seguita da cisplatino. I pazienti con insufficienza epatica possono presentare un rischio maggiore di tossicita', in particolare mielosoppressione di grado III-IV. Non vi e' evidenza di aumento della tossicita' del farmaco se somministrato come infusione di 3 ore ai pazienti con lievi anomalie della funzione epatica. Quando il prodotto viene somministrato come infusione piu' lenta, puo' essere osservato un aumento della mielosoppressione nei pazienti con alterazione della funzione epatica moderata o grave. I pazienti devono essere tenuti sotto attenta osservazione per rilevare lo sviluppo di una mielosoppressione grave. Non sono disponibili dati adeguati per raccomandare modificazioni posologiche nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata.Non sono disponibili dati per pazienti con grave colestasi al basale. I pazienti con grave insufficienza epatica non devono essere trattati . Occorre prestare particolare cautela al fine di evitare la somministrazione intrarteriosa, poiche', negli studi sugli animali condotti pervalutare la tollerabilita' locale, sono state osservate gravi reazion i tissutali a seguito di somministrazione intrarteriosa. Colite pseudomembranosa e' stata segnalata raramente, inclusi casi di pazienti non trattati contemporaneamente con antibiotici. Questa reazione deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale di casi di diarrea grave o persistente che si verificano durante o poco dopo il trattamento con paclitaxel. Paclitaxel in associazione con terapia radiante del polmone, indipendentemente dall'ordine cronologico del trattamento, puo' contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale. I pazienti di sesso femminile e maschile in eta' fertile sessualmente attivi, e/o i rispettivi partner, devono utilizzare misure contraccettive per almeno 6 mesi dopo il trattamento. Nei pazienti con sarcoma di Kaposi, la mucosite grave e' rara. Se si verificano reazioni gravi, il dosaggio di paclitaxel deve essere ridotto del 25%. Questo medicinale contiene etanolo (alcool) 49,7% vol, dannoso per i soggetti che soffrono di alcolismo. Poiche' contiene etanolo (393 mg/ml) occorre considerare i possibili effetti sul SNC e altri possibili effetti. Contiene, inoltre, macrogolglicerolo ricinoleato, che puo' causare reazioni allergiche gravi.
Interazioni
La clearance del paclitaxel non e' influenzata dalla premedicazione con cimetidina. Il regime di somministrazione raccomandato, per la chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, prevede che paclitaxel sia somministrato prima del cisplatino. Se viene somministrato prima del cisplatino, il suo profilo di sicurezza e' coerente con quello segnalato per l'uso in monoterapia. Quando il paclitaxel e' stato somministrato dopo il cisplatino, i pazienti hanno evidenziato una mielosoppressione piu' pronunciata e una riduzione di circa il 20% della clearance del paclitaxel. Le pazienti trattate con paclitaxel e cisplatino possono avere un maggiore rischio di insufficienza renale, rispetto alle pazienti trattate con cisplatino in monoterapia, nei carcinomi ginecologici. Poiche' l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metabolitiattivi puo' essere ridotta quando paclitaxel e doxorubicina sono somm inistrati in tempi ravvicinati, il medicinale per il trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella deve essere somministrato24 ore dopo la doxorubicina. Il metabolismo del paclitaxel e' cataliz zato in parte dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450. Gli studi clinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 in 6 alfa-idrossipaclitaxel e' la principale via metabolica nell'uomo. La somministrazione concomitante di ketoconazolo, un noto potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione del paclitaxel nei pazienti; questi due medicinali possono quindi essere somministrati insieme senza regolare il dosaggio. Ulteriori dati sulle potenziali interazioni farmacologiche tra paclitaxel e altri substrati/inibitori del CYP3A4 sono limitati. Pertanto, occorre usare cautela nel somministrare paclitaxel in concomitanza con medicinali noti per inibire(es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil) o indurre (es. rifampicin a, carbamazepina, fenitoina, fenobarbital, efavirenz, nevirapina) il CYP2C8 o il CYP3A4. Gli studi condotti su pazienti con sarcoma di Kaposi, che assumevano piu' terapie concomitanti, suggeriscono che la clearance sistemica di paclitaxel e' significativamente ridotta in presenzadi nelfinavir e ritonavir, ma non con indinavir. Non sono disponibili informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori delle proteasi. Di conseguenza, il paclitaxel deve essere somministrato con cautela nei pazienti che assumono inibitori delle proteasi come terapia concomitante.
Effetti indesiderati
Esami diagnostici. Comune (>=1/100, <1/10): grave aumento dell'AST (SGOT), grave aumento della fosfatasi alcalina. Non comune (>=1/1.000, <1/100): grave aumento della bilirubina. Raro (>=1/10.000, <1/1.000): aumento della creatinina ematica. Patologie cardiache. Comune: bradicardia. Non comune: cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica,tachicardia con bigeminismo, blocco atrioventricolare e sincope, infa rto miocardico. Molto raro (<1/10.000): fibrillazione atriale, tachicardia sopraventricolare. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune (>=1/10): mielosoppressione, neutropenia, anemia, trombocitopenia, leucopenia, sanguinamento. Raro: neutropenia febbrile. Molto raro:leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplastica. Patologie del sis tema nervoso. Molto comune: neurotossicita' (principalmente neuropatiaperiferica). Raro: neuropatia motoria (con conseguente debolezza dist ale minore). Molto raro: neuropatia autonomica (con conseguente ileo paralitico e ipotensione ortostatica), crisi di grande male, convulsioni, encefalopatia, capogiri, cefalea, atassia. Patologie dell'occhio. Molto raro: disturbi del nervo ottico e/o visivi (scotoma scintillante), in particolare in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto raro: ototossicita', perdita dell'udito, tinnito, vertigini. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Raro: dispnea, versamento pleurico,polmonite interstiziale, fibrosi polmonare, embolia polmonare, insuff icienza respiratoria. Molto raro: tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, vomito, diarrea, infiammazione delle mucose. Raro: ostruzione intestinale, perforazione intestinale, colite ischemica,pancreatite. Molto raro: trombosi mesenterica, colite pseudomembranos a, esofagite, costipazione, ascite, colite neutropenica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia. Comune: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute. Raro: prurito, eruzione cutanea, eritema. Molto raro: sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, orticaria, onicolisi (i pazienti in terapia devono proteggere mani e piedi dal sole). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: artralgia, mialgia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: anoressia. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezione (principalmente infezioni del tratto urinario e del tratto respiratorio superiore) con casi segnalati di esito fatale. Non comune: shock settico. Raro: polmonite, peritonite, sepsi. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione. Non comune: ipertensione, trombosi, tromboflebite. Molto raro: shock. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: reazioni nel sitodi iniezione (inclusi edema localizzato, dolore, eritema, indurimento , occasionalmente lo stravaso puo' provocare cellulite, fibrosi cutanea e necrosi cutanea). Raro: astenia, febbre, disidratazione, edema, malessere. Disturbi del sistema immunitario. Molto comune: reazioni lievi di ipersensibilita' (principalmente vampate e rash). Non comune: reazioni significative di ipersensibilita' tali da richiedere trattamento(es. ipotensione, edema angioneurotico, distress respiratorio, ortica ria generalizzata, brividi, mal di schiena, dolore toracico, tachicardia, dolore addominale, dolore alle estremita', diaforesi e ipertensione). Raro: reazioni anafilattiche. Molto raro: shock anafilattico. Patologie epatobiliari. Molto raro: necrosi epatica, encefalopatia epatica(entrambi con casi segnalati di esito fatale). Disturbi psichiatrici. Molto raro: stato confusionale. I pazienti con carcinoma della mammel la che hanno ricevuto paclitaxel nella terapia adiuvante dopo trattamento di AC, hanno manifestato tossicita' neurosensoriale, reazioni di ipersensibilita', artralgia/mialgia, anemia, infezione, febbre, nausea/vomito e diarrea in misura maggiore rispetto ai pazienti trattati solocon AC. Tuttavia, la frequenza di questi eventi e' stata coerente con l'uso di paclitaxel in monoterapia, come sopra riportato. >>Trattamen to in associazione. Con la somministrazione sotto forma di infusione di tre ore per la chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, neurotossicita', artralgia/mialgia e ipersensibilita' sono state segnalate come piu' frequenti e piu' gravi nelle pazienti trattate con paclitaxel seguito da cisplatino, rispetto alle pazienti trattate con ciclofosfamide seguita da cisplatino. La mielosoppressione e' stata meno frequente e meno grave con paclitaxel in infusione di tre ore seguito dacisplatino, rispetto al trattamento con ciclofosfamide seguita da cis platino. Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma metastatico della mammella, neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea sono state segnalate con maggiore frequenza e gravita' quando paclitaxel (220 mg/m^2) e' stato somministrato, sotto forma di infusione di 3 ore, 24 ore dopo la doxorubicina (50 mg/m^2), rispetto alla terapia standard FAC (5-FU 500 mg/m^2, doxorubicina 50 mg/m^2, ciclofosfamide 500 mg/m^2). Nausea e vomito sono comparsi con minore frequenza e gravita' con il regime paclitaxel (220 mg/m^2)/doxorubicina (50 mg/m^2), rispetto al regime FAC standard. L'usodi corticosteroidi puo' avere contribuito alla minore frequenza e gra vita' di nausea e vomito nel braccio paclitaxel/doxorubicina. Quando il paclitaxel e' stato somministrato come infusione di 3 ore in associazione a trastuzumab, per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma metastatico della mammella, gli eventi seguenti (indipendentemente dalla correlazione a paclitaxel o trastuzumab) sono stati riportati con piu' frequenza rispetto al paclitaxel in monoterapia: insufficienza cardiaca, infezione, brividi, febbre, tosse, rash, artralgia,tachicardia, diarrea, ipertensione), epistassi, acne, herpes simplex, lesione accidentale, insonnia, rinite, sinusite e reazione nel sito d i iniezione. Alcune di queste differenze nella frequenza possono essere dovute all'aumento del numero e della durata dei trattamenti con l'associazione paclitaxel/trastuzumab rispetto a paclitaxel in monoterapia. Eventi gravi sono stati segnalati con percentuali simili per paclitaxel/trastuzumab e paclitaxel in monoterapia. Quando la doxorubicina e' stata somministrata in associazione con paclitaxel nel carcinoma metastatico della mammella, anomalie della contrazione cardiaca (riduzione >=20% della frazione di eiezione ventricolare sinistra) sono state osservate nel 15% dei pazienti, rispetto al 10% con il regime FAC standard.
Gravidanza e allattamento
Il paclitaxel si e' dimostrato teratogeno, embriotossico e mutageno inmolti sistemi sperimentali. Paclitaxel si e' dimostrato embriotossico e fetotossico nel coniglio e ha ridotto la fertilita' nel ratto. Non vi sono informazioni riguardanti l'uso del paclitaxel in donne in gravidanza. Il prodotto puo' causare danno fetale e pertanto non deve essere utilizzato durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. I pazienti di sesso femminile e maschile in eta' fertile sessualmente attivi, e/o i rispettivi partner, devono utilizzare misure contraccettive per almeno 6 mesi dopo il trattamento con il paclitaxel. I pazienti di sesso maschile devono chiedere consulenza in merito alla crioconservazione dello sperma prima del trattamento con paclitaxel, perche' esiste la possibilita' di infertilita'. Non e' noto se il paclitaxel sia escreto nel latte materno. Paclitaxel e' controindicato durantel'allattamento, che deve essere sospeso per tutta la durata della ter apia.