Nexavar - 112cpr Riv 200mg
Dettagli:
Nome:Nexavar - 112cpr Riv 200mgCodice Ministeriale:037154010
Principio attivo:Sorafenib Tosilato
Codice ATC:L01XE05
Fascia:H
Prezzo:5305.59
Produttore:Bayer Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Agenti antineoplastici, inibitori delle protein-chinasi.
Principi attivi
Ogni compressa rivestita con film contiene 200 mg di sorafenib (come tosilato).
Eccipienti
Nucleo della compressa: croscarmellosa sodica, cellulosa microcristallina, ipromellosa, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Rivestimentodella compressa: ipromellosa, macrogol (3350), titanio diossido (E 17 1), ferro ossido rosso (E 172).
Indicazioni
Trattamento dell'epatocarcinoma. Trattamento di pazienti con carcinomaa cellule renali avanzato dopo fallimento terapeutico ad una preceden te terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2, o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Posologia
Il trattamento deve avvenire sotto la supervisione di un medico con esperienza nell'uso di terapie antitumorali. La dose raccomandata negli adulti e' di 400 mg (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg). Il trattamento devecontinuare fino a quando si osserva un beneficio clinico, o finche' n on compaiono tossicita' inaccettabili. Adeguamento della dose: la gestione di sospette reazioni avverse al farmaco puo' richiedere l'interruzione temporanea o la riduzione del dosaggio. Quando si rende necessaria una riduzione della dose, la dose deve essere ridotta a due compresse da 200 mg una volta al giorno. La sicurezza e l'efficacia del farmaco in bambini e adolescenti di eta' < 18 anni non sono state ancora studiate. Per la popolazione anziana (> 65 anni di eta') non e' necessario alcun adeguamento della posologia. Non e' necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalita' renale lieve, moderata o severa. Non sono disponibili dati relativi a pazienti in dialisi. E' consigliabile il monitoraggio dell'equilibrio idro-elettrolitico in pazienti a rischio di insufficienza renale. Non e' necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalita' epatica Child Pugh A o B. Non sono disponibili dati su pazienti con compromissione della funzionalita' epatica Child Pugh C grave. Per uso orale. Sorafenib deve essere somministrato lontano dai pasti o con un pasto a contenuto lipidico basso o moderato. Se il paziente intende fare un pasto con alto contenuto lipidico, le compresse di sorafenib vanno prese almeno un'ora prima o due ore dopo il pasto. Le compresse devono essere deglutite con un bicchiere d'acqua.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C.
Avvertenze
Tossicita' dermatologica: reazione cutanea mano-piede e rash rappresentano le piu' comuni reazioni avverse. La gestione della tossicita' dermatologica puo' includere terapie topiche per alleviare la sintomatologia, temporanea interruzione del trattamento e/o una variazione del suo dosaggio, oppure in casi gravi o persistenti l'interruzione definitiva della sua somministrazione. In pazienti trattati con il farmaco si e' osservata una maggiore incidenza d'ipertensione arteriosa. In questi pazienti l'ipertensione era solitamente da lieve a moderata, si manifestava nelle prime fasi di trattamento e rispondeva alla terapia antiipertensiva standard. La pressione arteriosa deve essere monitorata regolarmente e trattata. In caso di ipertensione grave o persistente, o di crisi ipertensive, nonostante sia stata iniziata una terapia antiipertensiva, si raccomanda di considerare l'eventuale interruzione definitiva della somministrazione di medicinale. Il rischio di sanguinamento puo' aumentare a seguito della somministrazione del farmaco. Se un episodio di sanguinamento necessita di intervento medico, si raccomandadi considerare l'eventualita' di interrompere definitivamente la somm inistrazione di medicinale. L'incidenza di infarto o ischemia cardiacainsorti durante il trattamento era maggiore nel gruppo trattato con i l farmaco che nel gruppo trattato con placebo. Pazienti con malattia coronarica instabile o con infarto del miocardio recente erano esclusi da questi studi. La necessita' di una sospensione temporanea o definitiva del trattamento deve essere considerata nei pazienti che sviluppano un'ischemia cardiaca e/o un infarto. E' stato dimostrato che il farmaco prolunga l'intervallo QT/QTc, il che puo' portare ad un aumentato rischio di aritmia ventricolare. Usare con prudenza sorafenib nei pazienti che hanno o possono sviluppare un prolungamento del QTc, come i pazienti con una Sindrome Congenita del QT lungo, quelli trattati con una dose cumulativa elevata di antracicline, i pazienti che assumono alcuni farmaci antiaritmici o altri medicinali che possano portare ad unprolungamento del QT, e quelli con alterazioni degli elettroliti. Qua ndo si utilizza il medicinale in questi pazienti, devono essere effettuati controlli periodici elettrocardiografici e dosaggio degli elettroliti durante il periodo di trattamento. La perforazione gastrointestinale e' un evento non comune. In alcuni casi non vi era associazione con un tumore intra- addominale evidente. In caso di perforazione gastrointestinale la somministrazione di sorafenib deve essere interrotta. Non sono disponibili dati in pazienti con compromissione grave della funzionalita' epatica (Child Pugh C). In tali pazienti l'esposizione potrebbe risultare aumentata poiche' sorafenib e' eliminato principalmente attraverso la via epatica. Episodi di sanguinamento non frequenti o un aumento nel valore del INR sono stati segnalati in alcuni pazienti che assumevano warfarin durante la terapia con farmaco. I pazienti in terapia con warfarin o fenprocumone devono essere monitorati regolarmente relativamente a variazioni nel tempo di protrombina, INR o episodidi sanguinamento di rilevanza clinica. Non sono stati condotti studi formali sull'effetto del sorafenib sulla cicatrizzazione delle ferite.Si raccomanda la sospensione temporanea del trattamento nei pazienti che devono sottoporsi a interventi di chirurgia maggiore. L'esperienzaclinica in merito al momento in cui riprendere la terapia dopo interv enti chirurgici maggiori, e' limitata. Pertanto la decisione di riprendere la terapia dopo un intervento chirurgico maggiore deve basarsi suuna valutazione clinica di adeguata guarigione delle ferite. L'esperi enza sull'uso del farmaco in pazienti anziani e' limitata. Sono stati riportati casi di insufficienza renale: monitorare la funzionalita' renale. Pazienti ad alto rischio non sono stati inclusi nello studio clinico di fase III nel carcinoma a cellule renali, e il rapporto rischio-beneficio in questi pazienti non e' stato valutato. Si raccomanda cautela quando si somministra il farmaco con sostanze che sono metabolizzate e/o eliminate prevalentemente attraverso le vie metaboliche della UGT1A1 o della UGT1A9. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib e docetaxel. L'associazione con neomicinao con altri antibiotici in grado di provocare gravi disturbi ecologic i nella microflora gastrointestinale puo' portare ad una diminuzione della biodisponibilita' di sorafenib. Il rischio di una diminuzione della concentrazione plasmatici di sorafenib deve essere valutato prima di iniziare un ciclo di trattamento con antibiotici. Una mortalita' piu' elevata e' stata osservata in pazienti affetti da carcinoma del polmone a cellule squamose e trattati con sorafenib in combinazione con chemioterapia a base di platino. Nei pazienti trattati con sorafenib in aggiunta ad una terapia basata sul platino e' stata osservata una maggiore incidenza di insufficienza respiratoria, emorragie ed infezioni.
Interazioni
Induttori di enzimi metabolici: la somministrazione di rifampicina per5 giorni prima della somministrazione di una singola dose di sorafeni b ha portato ad una riduzione dell'AUC di sorafenib. Altri induttori del CYP3A4 e/o della glucuronizzazione possono aumentare il metabolismodi sorafenib e in questo modo ridurne la concentrazione. Il ketoconaz olo somministrato una volta al giorno non ha alterato l'AUC media di una singola dose di sorafenib. Questi dati suggeriscono che le interazioni clinico-farmacocinetiche del sorafenib con gli inibitori del CYP3A4 sono improbabili. In vitro sorafenib inibisce il CYP2B6, il CYP2C8 ed il CYP2C9 con potenza pressoche' uguale. Tuttavia, negli studi di farmacocinetica clinica, la co-somministrazione di sorafenib 400 mg due volte al giorno con ciclofosfamide o paclitaxel non ha portato ad un'inibizione clinicamente significativa. Questi dati suggeriscono che sorafenib, alla dose raccomandata di 400 mg due volte al giorno, puo' nonessere un inibitore in vivo del CYP2B6 o del CYP2C8. Inoltre, il trat tamento concomitante con sorafenib e warfarin non ha portato a cambiamenti nel PT-INR medio rispetto al placebo. Percio', anche il rischio di un'inibizione in vivo clinicamente rilevante del CYP2C9 da parte di sorafenib puo' essere considerato basso. Comunque, i pazienti che assumono warfarin o fenprocumone devono tenere regolarmente sotto controllo l'INR. La co-somministrazione di sorafenib e midazolam, destrometorfano o omeprazolo non ha alterato l'esposizione a questi agenti: il sorafenib non e' ne' un inibitore ne' un induttore di questi isoenzimi del citocromo P450. Pertanto le interazioni clinico- farmacocinetiche del sorafenib con substrati di questi enzimi sono improbabili. In vitro , sorafenib inibiva la glucuronizzazione mediante UGT1A1 e UGT1A9. Le attivita' del CYP1A2 e del CYP3A4 non risultavano alterate dopo esposizione di colture di epatociti umani a sorafenib, indicando cosi' che e' improbabile che il sorafenib sia un induttore del CYP1A2 e del CYP3A4. In vitro , sorafenib ha mostrato di inibire la proteina di trasporto p-glicoproteina (P-gp). In caso di trattamento concomitante con sorafenib non si puo' escludere un aumento della concentrazione plasmaticadi substrati per P-gp, come la digossina. In studi clinici, il farmac o e' stato somministrato con una serie di altri agenti antineoplasticialla loro posologia comunemente usata. Il sorafenib non ha avuto effe tti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica di gemcitabina, cisplatino, oxaliplatino o ciclofosfamide. La somministrazione di paclitaxel (225 mg/m^2) e carboplatino (AUC = 6) con sorafenib (<= 400 mg due volte al giorno), con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazionedi sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministraz ione di paclitaxel/carboplatino), non ha avuto effetti significativi sulla farmacocinetica di paclitaxel. La co-somministrazione di paclitaxel (225 mg/m^2, una somministrazione ogni 3 settimane) e carboplatino (AUC=6) con sorafenib (400 mg due volte al giorno, senza interruzione della somministrazione di sorafenib) ha portato ad un aumento nell'esposizione a sorafenib, un aumento nell'esposizione al paclitaxel e ad un aumento nell'esposizione al 6-OH paclitaxel. La farmacocinetica del carboplatino non e' stata influenzata: non e' necessario alcun adeguamento della posologia quando paclitaxel e carboplatino sono co-somministrati con sorafenib con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazione di sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministrazione di paclitaxel/carboplatino). Non e' nota la rilevanza clinica dell'aumento dell'esposizione a sorafenib e paclitaxel subito dopo la co-somministrazione di sorafenib senza interruzione della somministrazione. La co-somministrazione di capecitabina (750-1050 mg/m^2 due volte al giorno, giorni 1-14 ogni 21 giorni) e sorafenib (200 o 400 mg duevolte al giorno senza interruzione della somministrazione) non ha por tato a cambiamenti significativi nell'esposizione a sorafenib, ma ad un aumento nell'esposizione a capecitabina e ad un aumento nell'esposizione a 5-FU. Il trattamento concomitante con il farmaco ha indotto un aumento del 21% nell'AUC della doxorubicina. Quando somministrato con irinotecan si e' verificato un aumento del 67-120% nell'AUC del SN-38 e del 26- 42% nell'AUC dell'irinotecan. Docetaxel (una dose di 75 o 100 mg/m^2 ogni 21 giorni) co-somministrato con sorafenib (200 mg o 400 mg due volte al giorno dal giorno 2 al giorno 19 di un ciclo di terapia di 21 giorni, con un'interruzione di 3 giorni in corrispondenza con la somministrazione di docetaxel) ha indotto un aumento nella AUC e nella Cmax di docetaxel rispettivamente del 36-80% e del 16-32%. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib edocetaxel. L'associazione con neomicina interferisce con il ricircolo enteroepatico di sorafenib, comportando una diminuita esposizione a s orafenib. Non sono stati studiati gli effetti di altri antibiotici, mamolto probabilmente dipenderanno dalla loro capacita' di interferire con microrganismi con attivita' glucuronidasica.
Effetti indesiderati
Infezioni ed infestazioni. Non comune: follicoline, infezione. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: linfopenia; comune: leucopenia, neutropenia, anemia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazioni di ipersensibilita' (incluse reazioni cutanee e orticaria); rara: angioedema, reazione anafilattica. Patologie endocrine. Non comune: ipotiroidismo, ipertiroidismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: ipofosfatemia; comune: anoressia; non comune: iponatremia, disidratazione. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione. Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia sensoriale periferica; non comune: leucoencefalopatia posteriore reversibile. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito.Patologie cardiache. Comune: insufficienza cardiaca congestizia, isch emia miocardica e infarto; rara: prolungamento QT. Patologie vascolari. Molto comune: emorragia (incluse emorragie gastrointestinali, delle vie respiratorie e cerebrali), ipertensione; non comune: crisi ipertensiva. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: raucedine; non comune: rinorrea, eventi simil -malattie interstiziale del polmone (polmonite, polmonite da raggi, sofferenza respiratoria acuta, etc). Patologie gastrointestinali. Molto comune: diarrea, nausea, vomito; comune: costipazione, stomatite (incluse bocca secca e glossodinia), dispepsia, disfagia; non comune: riflusso gastroesofageo, pancreatite, gastrite, perforazione gastrointestinali. Patologie epatobiliari. Non comune: aumento della bilirubina e ittero, colecistite, angiocolite; rara: epatite da farmaci. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: rash, alopecia, sindrome mano-piede, eritema, prurito; comune: secchezza della cute, dermatite esfoliative, acne, desquamazione della cute; non comune: eczema, eritema multiforme cheratoacantoma/tumore benigno della pelle a celle squamose; rara: sindrome di Stevens-Johnson. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, mialgia. Patologie renali ed urinarie. Comune: insufficienza renale. Patologie dell'apparato riproduttivo edella mammella. Comune: disfunzione erettile; non comune: ginecomasti a. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: fatica, dolore (compreso dolore alla bocca, addominale, osseo, dolore oncologico e cefalea); comune: astenia, febbre, malessere simil-influenzale. Esami diagnostici. Molto comune: aumento dell'amilasi, aumento della lipasi; comune: perdita di peso, aumento transitorio delle transaminasi; non comune: aumento transitorio della fosfatasi alcalina nel sangue, anomalie dell'INR e del livello di protrombina. Alterazioni negli esami di laboratorio: un aumento della lipasie dall'amilasi e' stato segnalato molto comunemente. E' stata segnala ta pancreatite. E' stata osservata ipofosfatemia e' un reperto di laboratorio molto comune, ed e' stata osservata rispettivamente nel 45% e nel 35% dei pazienti trattati con il farmaco nello studio 1 e nello studio 3, contro rispettivamente il 12% e l'11% dei pazienti trattati con placebo. L'eziologia dell'ipofosfatemia associata con il medicinale non e' nota. Anomalie di laboratorio di grado 3 o 4 CTCAE, comprese linfopenia e neutropenia, sono state osservate in >= 5% dei pazienti trattati con il farmaco.
Gravidanza e allattamento
Non vi sono dati sull'uso del sorafenib in donne in gravidanza. Gli studi eseguiti nell'animale hanno evidenziato tossicita' riproduttiva, incluse le malformazioni. Il farmaco non deve essere usato in gravidanza, a meno che sia chiaramente necessario, e solo dopo un'attenta valutazione delle necessita' della madre e del rischio per il feto. Le donne in eta' fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi durante il trattamento. Non e' noto se il sorafenib venga escreto nel latte materno. Poiche' il sorafenib potrebbe danneggiare la crescita e lo sviluppo del neonato, le donne devono sospendere l'allattamento al seno durante il trattamento. Sorafenib puo' compromettere la fertilita' maschile e femminile.