Myozyme - 1f 50mg/F 20ml

Dettagli:
Nome:Myozyme - 1f 50mg/F 20ml
Codice Ministeriale:037174012
Principio attivo:Alglucosidasi Acida Umana Ricombinante
Codice ATC:A16AB07
Fascia:H
Prezzo:819.22
Produttore:Genzyme Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

MYOZYME 50 MG

Formulazioni

Myozyme - 1f 50mg/F 20ml

Categoria farmacoterapeutica

Altri farmaci dell'apparato gastrointest. e del metabolismo.

Principi attivi

Un flaconcino contiene 50 mg di alglucosidasi alfa.

Eccipienti

Mannitolo, sodio di-idrogeno fosfato monoidrato, disodio fosfato eptaidrato, polisorbato 80.

Indicazioni

Indicato per la terapia enzimatica sostitutiva (ERT) a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di malattia di Pompe (deficit di alfa-glucosidasi acida). Indicato in pazienti adulti e pediatrici di qualsiasi eta'. Nei pazienti affetti dalla forma tardiva della malattia di Pompe le prove di efficacia sono limitate.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' ad esito potenzialmente fatale (reazione anafilattica) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti, quando il rechallenge non ha avuto successo.

Posologia

Il trattamento con il medicinale deve essere somministrato sotto controllo di un medico esperto nella gestione dei pazienti affetti da malattia di Pompe o da altre patologie metaboliche o neuromuscolari ereditarie. La dose consigliata di alglucosidasi alfa e' 20 mg/kg di peso corporeo, somministrati una volta ogni 2 settimane. La risposta dei pazienti al trattamento deve essere controllata regolarmente, basandosi su una valutazione complessiva di tutte le manifestazioni cliniche della patologia. Popolazione pediatrica e anziana: non vi sono prove che dimostrino la necessita' di speciali considerazioni al momento di somministrare il farmaco. Insufficienza renale ed epatica: non sono state valutate la sicurezza e l'efficacia del farmaco in pazienti con insufficienza renale o epatica. Pertanto, non e' possibile avanzare alcuna raccomandazione in merito alla posologia specifica per questi pazienti. Ilprodotto deve essere somministrato mediante infusione endovenosa. Le infusioni vanno somministrate in modo incrementale. L'iniziale velocita' di infusione consigliata e' 1 mg/kg/ora, con graduale aumento di 2 mg/kg/ora ogni 30 minuti in assenza di reazioni connesse all'infusione(IAR), fino al raggiungimento della velocita' massima di 7 mg/kg/ora. Per una descrizione delle IAR.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).

Avvertenze

Ipersensibilita'/Reazioni anafilattiche: sono state riferite in pazienti con forme ad esordio infantile e tardivo nel corso di infusioni delmedicinale. A causa del rischio di reazioni severe legate all'infusio ne, al momento di somministrare il farmaco e' necessario poter disporre tempestivamente di idonee misure di supporto medico, incluse apparecchiature di rianimazione cardiopolmonare. Nell'eventualita' di grave ipersensibilita' o reazioni di tipo anafilattico, considerare l'immediata interruzione dell'infusione ed istituire tutto il trattamento medico del caso. Attenersi agli standard clinici correnti per il trattamento di emergenza delle reazioni anafilattiche. Reazioni connesse all'infusione (IAR): in circa meta' dei pazienti trattati con il farmaco in studi clinici su forme ad esordio infantile, e nel 28% dei pazienti trattati con il medicinale in uno studio clinico sulla forma ad esordio tardivo sono insorte IAR, intese come qualunque evento avverso collegato insorto durante l'infusione o nelle ore successive all'infusione. Talune reazioni sono state di entita' severa. I pazienti infantili trattati con dosi piu' elevate (40 mg/kg) tendevano a riferire piu' sintomise insorgevano reazioni connesse all'infusione. I pazienti con esordi o infantile che sviluppano titoli anticorpali elevati sembrano presentare un rischio maggiore di sviluppare reazioni connesse all'infusione piu' frequenti. I pazienti con grave patologia al momento dell'infusione sembrano presentare un rischio maggiore di reazioni connesse all'infusione. Prima di somministrare il farmaco e' dunque necessario considerare in modo accurato lo stato clinico del paziente. I pazienti devono essere monitorati attentamente e dovranno essere riferiti al titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio tutti i casi di IAR,reazioni ritardate e possibili reazioni immunologiche. E' necessario procedere con cautela nel somministrare nuovamente il medicinale ai pazienti nei quali insorgono IAR (e in particolare reazioni anafilattiche). In presenza di effetti lievi e transitori potrebbe non essere necessario prestare cure mediche o sospendere l'infusione. La riduzione della velocita' di infusione, la temporanea sospensione dell'infusione eil pretrattamento dei pazienti, normalmente con antistaminici orali e /o antipiretici e/o corticosteroidi, hanno tutti consentito di gestirecon efficacia gran parte delle reazioni avverse. Possono insorgere IA R in qualunque momento dell'infusione o generalmente fino a 2 ore dopo, ed esse sono piu' probabili con velocita' di infusione piu' elevata.I pazienti affetti da malattia di Pompe a stadio avanzato possono pre sentare compromissione della funzione cardiaca e respiratoria, con potenziale predisposizione ad un maggiore rischio di gravi complicanze inseguito a IAR. Pertanto, questi pazienti devono essere controllati pi u' attentamente durante la somministrazione. Immunogenicita': gran parte dei pazienti ha sviluppato anticorpi IgG all'alfa-glucosidasi acidaumana ricombinante (rhGAA), solitamente entro 3 mesi dall'inizio dell a terapia. Per questo motivo si prevede che la maggior parte dei pazienti trattati sviluppera' sieroconversione. I pazienti a esordio infantile trattati con dosi piu' elevate (40 mg/kg) tendevano a sviluppare maggiori titoli anticorpali. Non sembra esservi correlazione tra l'esordio delle reazioni connesse all'infusione e il tempo della formazione di anticorpi IgG. Un numero limitato di pazienti IgG-positivi valutatie' risultato positivo per gli effetti inibitori dopo analisi in vitro . Per via della rarita' della patologia e della limitata esperienza attuale, non si e' ancora stabilito con certezza l'effetto della formazione di anticorpi sulla sicurezza e sull'efficacia. La probabilita' di ottenere scarsi risultati e di sviluppare titoli anticorpali elevati eprolungati sembra maggiore nei pazienti CRIM-negativi rispetto ai paz ienti CRIM-positivi. Tuttavia, titoli anticorpali elevati e prolungatisi presentano anche in alcuni pazienti CRIM-positivi. La causa di uno scarso esito clinico e dello sviluppo di titoli anticorpali elevati e prolungati viene ritenuta multifattoriale. I titoli anticorpali IgG d evono essere controllati regolarmente. I pazienti che manifestano reazioni di ipersensibilita' possono essere sottoposti anche a test per gli anticorpi IgE verso l'alglucosidasi alfa e per altri mediatori dell'anafilassi. I pazienti che sviluppano anticorpi IgE verso il farmaco sembrano presentare un rischio maggiore di IAR quando il medicinale viene risomministrato. Pertanto, tali pazienti devono essere monitorati piu' attentamente durante la somministrazione. Alcuni pazienti IgE positivi hanno ottenuto risultati positivi con una nuova somministrazione di farmaco a una velocita' di infusione ridotta con dosi iniziali inferiori e hanno continuato a ricevere il medicinale sotto attento monitoraggio clinico. In un paziente con forma infantile della malattia di Pompe, il quale aveva ricevuto dosi molto frequenti di rhGAA (10 mg/kg 5 volte la settimana) per un lungo periodo di tempo, e' insorta sindrome nefrosica transitoria, risolta con la temporanea sospensione della ERT. Con alglucosidasi alfa sono state riportate gravi reazioni cutanee, forse immuno-mediate, tra cui lesioni cutanee ulcerative e necrotizzanti. Durante la somministrazione di alglucosidasi alfa i pazienti devono essere tenuti sotto controllo per individuare eventuali segni e sintomi di reazioni sistemiche mediate da immuno-complessi a carico della cute o di altri organi. Se si manifestano tali reazioni immuno-mediate, si deve prendere in considerazione la sospensione della somministrazione di alglucosidasi alfa e deve essere iniziata una terapia medica appropriata. Occorre valutare i rischi e i benefici della ripresa della somministrazione di alglucosidasi alfa dopo la comparsa di una reazione immuno-mediata. In alcuni casi la ripresa del trattamento ha avuto successo e i pazienti hanno continuato a ricevere alglucosidasi alfa sotto stretto controllo medico.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione. Poiche' si tratta di una proteina umana ricombinante, alglucosidasi alfa e' un candidato improbabile per le interazioni farmaco-farmaco mediate dal citocromo P450.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse gravi riferite in 4 pazienti trattati con il farmaco sono state: angioedema, dolore al torace non cardiaco e tachicardiasopraventricolare. In 2 di questi pazienti, le reazioni sono state di ipersensibilita' mediate da IgE. >>Malattia di Pompe a esordio infant ile. Disturbi psichiatrici. Comune: agitazione. Patologie del sistema nervoso. Comune: tremori. Patologie cardiache. Molto comune: tachicardia; comune: cianosi. Patologie vascolari. Molto comune: rossore; comune: ipertensione, pallore. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: tachipnea, tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito; comune: conati, nausea. Patologie della cute e deltessuto sottocutaneo. Molto comune: orticaria, rash; comune: eritema, rash maculopapulare, rash maculare, rash papulare, prurito. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia; comune: irritabilita', brividi. Esami diagnostici. Molto comune: riduzione della saturazione di ossigeno; comune: incremento della frequenza cardiaca, incremento della pressione sanguigna, incremento della temperatura corporea. >>Malattia di Pompe a esordio tardivo. Disturbi del sistema immunitario. comune: ipersensibilita'. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri, parestesia, cefalea. Patologie vascolari. Comune: rossore. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: costrizione della gola. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, vomito, nausea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: orticaria, rash papulare, prurito, iperidrosi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: spasmi muscolari, contrazioni muscolari, mialgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: piressia, fastidio al torace, edema periferico, gonfiore locale, affaticamento, sensazione di calore. Esami diagnostici. Comune: incremento della pressione sanguigna. >>Ulteriori reazioni avverse Malattia di Pompe a esordio infantile e tardivo. Disturbi psichiatrici. Non nota: agitazione, irrequietezza. Patologie del sistema nervoso. Non nota: tremori, cefalea. Patologie oculari. Non nota: congiuntivite. Patologie cardiache. Non nota: arresto cardiaco, bradicardia, tachicardia, cianosi. Patologie vascolari. Non nota: ipertensione, ipotensione, pallore. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: arresto respiratorio, apnea, difficolta' respiratorie, broncospasmo, sibilo, edema faringeo, dispnea, tachipnea, costrizione della gola, tosse. Patologie gastrointestinali. Non nota: dolore addominale, conati. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: edema periorbitale, livedo reticularis, aumentata lacrimazione, rash, eritema, iperidrosi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Nonnota: artralgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non nota: dolore al torace, edema del viso, sens azione di calore, piressia, brividi, fastidio al torace, irritabilita', estremita' fredde, dolore nel sito di infusione, reazione nel sito di infusione. Esami diagnostici. Non nota: riduzione della saturazione di ossigeno, incremento della frequenza cardiaca. Un numero ridotto dipazienti (< 1%) negli studi clinici e nella fase commerciale ha svilu ppato shock anafilattico e/o arresto cardiaco durante l'infusione con il farmaco che hanno richiesto misure di supporto vitale. Le reazioni si sono generalmente manifestate poco dopo l'inizio dell'infusione. I pazienti hanno evidenziato una vasta gamma di segni e sintomi, di natura principalmente respiratoria, cardiovascolare, edematosa e/o cutanea. Pazienti con reazioni legate all'infusione, di intensita' da moderata a severa o ricorrenti sono stati valutati per la presenza di anticorpi IgE specifici per il farmaco; alcuni pazienti hanno dato esito positivo, inclusi alcuni che hanno manifestato una reazione anafilattica. Con alglucosidasi alfa sono state riportate gravi reazioni cutanee, forse immuno-mediate, tra cui lesioni cutanee ulcerative e necrotizzanti.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati disponibili riguardanti l'uso dell'alglucosidasi alfain donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenzia to una tossicita' sulla riproduzione. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Il medicinale non deve essere usato durante lagravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. L'alglucosidasi al fa puo' essere escreta nel latte materno. Poiche' non si dispone di dati sugli effetti nei neonati esposti all'alglucosidasi alfa tramite illatte materno, si consiglia di interrompere l'allattamento durante il periodo di assunzione del farmaco. Non sono disponibili dati clinici sugli effetti che l'alglucosidasi alfa puo' provocare sulla fertilita'. Dai dati preclinici non sono emersi risultati avversi significativi.