Myleran - 100cpr Riv 2mg
Dettagli:
Nome:Myleran - 100cpr Riv 2mgCodice Ministeriale:024787018
Principio attivo:Busulfano
Codice ATC:L01AB01
Fascia:C
Prezzo:387.84
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Aspen Pharma Trading Limited
SSN:Non concedibile
Ricetta:RNR - ricetta non ripetibile art.89 DL 219/06 (ex senza formalismi)
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi, al riparo dall'umiditÃ
Scadenza:36 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Sostanze alchilanti - alchilsulfonati.
Principi attivi
Una compressa rivestita con film contiene: busulfano 2 mg.
Eccipienti
Nucleo della compressa: lattosio anidro, amido pregelatinizzato, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, titanio diossido, triacetina.
Indicazioni
Adulti: leucemia mieloide cronica. Policitemia vera. Mielofibrosi. Trombocitemia essenziale. Popolazione pediatrica: la leucemia mielociticacronica e' rara nei pazienti di eta' pediatrica. Il busulfano puo' es sere usato per trattare la malattia del cromosoma Philadelphia positivo (Ph' positivo), ma la variante giovanile Ph' negativo risponde scarsamente.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Il medicinale non deve essere usato nei pazienti la cui malattia si sia dimostrata resistente al busulfano.
Posologia
Le compresse sono generalmente somministrate a cicli o in modo continuativo. La dose deve essere adattata al singolo paziente sotto stretto controllo clinico ed ematologico. Se il paziente richiede una dose giornaliera media inferiore al contenuto disponibile delle compresse, tale dose puo' essere ottenuta introducendo uno o piu' giorni senza il medicinale nell'ambito del periodo di terapia. Le compresse non devono essere suddivise. Per ulteriori dettagli sugli schemi di trattamento sideve consultare la relativa letteratura. Leucemia mieloide cronica. I nduzione negli adulti: il trattamento in genere viene iniziato non appena la malattia sia stata diagnosticata. Il dosaggio per l'induzione della remissione e' di 0,06 mg/kg/die con una dose iniziale massima giornaliera di 4 mg/die somministrabili in dose singola. Esiste una variabilita' individuale alla risposta al farmaco e in una piccola percentuale di pazienti, il midollo osseo puo' essere estremamente sensibile. La conta ematica deve essere monitorata almeno settimanalmente durantela fase di induzione e puo' essere utile adoperare un grafico semilog aritmico come tracciato delle conte. La dose puo' essere aumentata solo se la risposta e' inadeguata dopo tre settimane di terapia. Il trattamento deve essere continuato fino a che la conta totale dei leucocitisi sia abbassata tra 15 e 25x10^9/L (tipicamente tra 12 e 20 settiman e). Il trattamento puo' essere allora interrotto; a seguito dell'interruzione puo' comparire un ulteriore calo nella conta dei leucociti nelcorso delle successive due settimane. Successivamente o nei casi in c ui il numero delle piastrine si abbassi al di sotto di 100x10^9/L, la continuazione del trattamento con la dose della prima fase della terapia, e' associata ad un rischio significativo di aplasia midollare prolungata e possibilmente irreversibile Mantenimento negli adulti: il controllo della leucemia puo' essere raggiunto per lunghi periodi senza ulteriori trattamenti con il farmaco; ulteriori cicli di terapia vengono in genere somministrati quando la conta dei leucociti sale a 50x10^9/L, o se ricompare la sintomatologia. Alcuni clinici preferiscono somministrare una terapia di mantenimento continua. Il trattamento continuativo e' piu' pratico quando la durata delle remissioni, senza trattamento di mantenimento, e' breve. Lo scopo e' quello di mantenere la conta dei leucociti a 10-15x10^9/L e la conta ematica deve essere effettuata almeno ogni quattro settimane. Il dosaggio di mantenimento usuale e' in media 0,5-2 mg/die, ma puo' essere inferiore in base alle esigenze del singolo paziente. Se un paziente richiede una dose giornaliera media inferiore al contenuto di una compressa, tale dose di mantenimento puo' essere ottenuta introducendo uno o piu' giorni senza il farmaco nell'ambito del periodo di terapia. NOTA: le dosi devono essere ridotte in caso di somministrazione in associazione ad altri agenti citotossici. Policitemia vera: la dose usuale e' di 4-6 mg/die, proseguita per 4-6 settimane, con attento monitoraggio della conta ematica, particolarmente della conta delle piastrine. In caso di ricadute si somministrano ulteriori cicli di terapia; in alternativa, puo' essere somministrata una terapia di mantenimento che impieghi un dosaggio pari a circa la meta' della dose di induzione. Se la policitemia viene trattata primariamente con la flebotomia, possono essere somministrati brevi cicli di terapia con il farmaco unicamente per controllare la conta dellepiastrine. Mielofibrosi: la dose iniziale usuale e' di 2-4 mg/die. A causa dell'estrema sensibilita' del midollo in questa patologia, e' necessario un controllo ematologico molto attento. Trombocitemia essenziale: la dose usuale e' di 2-4 mg/die. Il trattamento deve essere interrotto se la conta totale dei leucociti scende al di sotto di 5x10^9/L o la conta delle piastrine scende al di sotto di 500x10^9/L. Pazienti obesi: la posologia nei pazienti obesi deve essere considerata basandosi sulla superficie corporea o aggiustandola in base al peso corporeo ideale. Pazienti con compromissione renale: non sono stati condotti studi su pazienti con danno renale. Poiche' il busulfano e' moderatamente escreto nelle urine si raccomanda cautela. Pazienti con compromissione epatica: non e' stato studiato in pazienti con compromissione epatica. Poiche' il busulfano e' maggiormente metabolizzato attraverso il fegato, si deve usare cautela quando il busulfano e' usato nei pazienticon una compromissione epatica pre-esistente, specialmente in quelli con una grave compromissione epatica.
Conservazione
Conservare in luogo asciutto e a temperatura non superiore a 25 gradi C.
Avvertenze
Il medicinale e' un agente citotossico attivo da usare solo sotto il controllo di medici esperti nella somministrazione di tali farmaci. L'immunizzazione effettuata con vaccino derivante da organismo vivo puo' potenzialmente causare infezione in pazienti immunocompromessi. Pertanto, l'immunizzazione con vaccini derivanti da organismi vivi non e' raccomandata. Il trattamento con il farmaco deve essere sospeso se si sviluppa tossicita' polmonare. Il farmaco non deve essere in genere somministrato a pazienti in trattamento radioterapico o subito dopo questo. Il medicinale non deve essere somministrato a pazienti da poco sottoposti a trattamenti con agenti citotossici. Il prodotto e' inefficace una volta che sia comparsa trasformazione blastica. Se e' richiesta anestesia in pazienti con possibile tossicita' polmonare, la concentrazione dell'ossigeno inspirato deve essere tenuta al piu' basso livello tollerato possibile e particolare attenzione deve essere prestata all'assistenza respiratoria post- chirurgica. Non di rado i pazienti con leucemia mieloide cronica presentano iperuricemia e/o iperuricosuria chedevono essere risolte prima di iniziare la terapia con il prodotto. D urante il trattamento, l'iperuricemia ed il rischio di nefropatia uratica acuta devono essere prevenuti con profilassi adeguata, inclusa unaadeguata idratazione e l'uso di allopurinolo. Trattamento con dosi co nvenzionali: i pazienti trattati con dosi convenzionali di busulfano in associazione con itraconazolo o metronidazolo devono essere attentamente monitorati per evidenziare segni della tossicita' di busulfano. In caso di associazione con questi farmaci, si raccomanda il controllo settimanale della conta ematica. Trattamento con alte dosi: se viene prescritta una dose elevata si deve somministrare ai pazienti una terapia anticonvulsiva profilattica, preferibilmente utilizzando una benzodiazepina piuttosto che fenitoina. E' stato riportato come la co-somministrazione di itraconazolo o metronidazolo con alte dosi di busulfano,sia associata ad un aumentato rischio di tossicita' da busulfano. La co-somministrazione di metronidazolo con alte dosi di busulfano non e'raccomandata. La co-somministrazione di itraconazolo con alte dosi di busulfano deve essere valutata dal medico. La riduzione dell'incidenz a della malattia epatica veno-occlusiva e di altri effetti tossici correlati al regime terapeutico e' stata osservata in pazienti trattati con il farmaco ad alte dosi e ciclofosfamide quando la prima dose di ciclofosfamide era stata ritardata per piu' di 24 ore dall'ultima dose di busulfano. E' stata riscontrata tossicita' polmonare a seguito di somministrazioni di dosi convenzionali o piu' elevate. Altri agenti citotossici possono causare tossicita' polmonare additiva. E' possibile che la successiva radioterapia possa aumentare il danno polmonare subclinico causato dal prodotto. Una volta che la tossicita' polmonare si sia stabilita, la prognosi e' sfavorevole, malgrado la sospensione del farmaco, e vi e' scarsa evidenza dell'utilita' dei cortisonici. La sindrome polmonare idiopatica e' una polmonite diffusa non-infettiva che in genere si presenta entro tre mesi di condizionamento ad alte dosi dibusulfano prima di un trapianto emopoietico allogenico o autologo. Pu o' anche essere rilevata, in alcuni casi, emorragia alveolare diffusa in seguito a lavaggio bronchiale. Radiografie del torace o scansioni tomografiche mostrano infiltrati focali diffusi o non-specifici e la biopsia mostra polmonite interstiziale e danno alveolare diffuso e a volte fibrosi. La polmonite interstiziale si puo' presentare a seguito dell'impiego di dosi convenzionali e puo' portare a fibrosi polmonare. L'insorgenza e' generalmente insidiosa, ma puo' essere anche acuta. I reperti istologici includono modifiche atipiche dell'epitelio alveolaree bronchiolare e la presenza di cellule giganti con ampi nuclei iperc romatici. La patologia polmonare puo' essere complicata da sovrainfezioni. Sono state riferite anche ossificazioni polmonari e calcificazioni distrofiche. Tossicita' epatica: alle normali dosi terapeutiche non e' in genere considerato epatotossico in modo significativo. Comunque un'analisi retrospettiva dei referti autoptici di pazienti trattati con basse dosi del farmaco per almeno due anni per leucemia mieloide cronica, ha evidenziato una fibrosi sinusoidale centro lobulare. Tossicita' cutanea: nei pazienti sottoposti a radioterapia immediatamente dopola somministrazione di alte dosi busulfano e' stato osservato un aume nto di ferite alla pelle dovute alle radiazioni. Sono state osservate diverse modifiche istologiche e citologiche, comprendenti displasia diffusa a carico dell'epitelio del collo dell'utero, bronchiale e di altri epiteli. Monitoraggio: per evitare la possibilita' di eccessiva mielosoppressione ed il rischio di aplasia midollare irreversibile porre estrema attenzione nel controllo ematologico del paziente nel corso del trattamento, in particolare in quei casi che presentino conte piastriniche iniziali basse o comunque tendenti a diminuire durante il trattamento; sospendere immediatamente la somministrazione quando si osservino abbassamenti bruschi delle conte piastriniche o se si manifesta porpora, dato che le conte seguitano ad abbassarsi per qualche tempo anche dopo la sospensione della terapia. Mutagenesi: aberrazioni cromosomiche di vario tipo sono state osservate nelle cellule di pazienti in terapia con busulfano. Cancerogenesi: il farmaco e' stato classificato come potenzialmente cancerogeno dallo IARC. L'OMS ha concluso che esiste una relazione causale tra l'esposizione al farmaco e il cancro. Neipazienti trattati a lungo termine e' stata osservata displasia epitel iale diffusa, che in alcuni casi appariva come lesione precancerosa. Nei pazienti in trattamento sono stati riportati diversi tumori maligni. Vi e' una sempre maggiore evidenza che il farmaco, in comune con altri agenti alchilanti, sia leucemogeno. In uno studio prospettico controllato, nel quale era stato somministrato un trattamento di due anni con il prodotto come adiuvante alla chirurgia per tumore polmonare, i successivi controlli a lungo termine hanno mostrato una aumentata incidenza di leucemia acuta in confronto con il gruppo trattato con placebo. L'incidenza di tumori solidi non era aumentata. Sebbene la leucemia acuta sia probabilmente parte della storia naturale della policitemia vera, la terapia prolungata con agenti alchilanti ne puo' aumentare l'incidenza. Deve essere prestata particolare attenzione nel trattamentodella policitemia vera e della trombocitemia essenziale a causa del p otenziale cancerogeno del farmaco. L'impiego in tali indicazioni deve essere evitato nei pazienti piu' giovani od asintomatici. Se il farmaco viene ritenuto necessario, i cicli di trattamento devono essere piu'brevi possibile. Contiene lattosio.
Interazioni
Le vaccinazioni con vaccini derivanti da organismi vivi non sono raccomandate nei soggetti immunocompromessi. L'effetto di altri citotossiciche causano tossicita' polmonare puo' essere additivo. La somministra zione di fenitoina a pazienti ai quali viene somministrato il farmaco ad alte dosi puo' dar luogo ad una riduzione dell'effetto mieloablativo. E' stato osservato in pazienti trattati con alte dosi di busulfano che la somministrazione concomitante di itraconazolo diminuisce la clearance di busulfano del 20% circa con corrispondenti aumenti dei livelli plasmatici di busulfano. E' stato riportato che metronidazolo aumenta i livelli minimi di busulfano dell'80% circa. Fluconazolo non ha effetti sulla clearance di busulfano. E' stato riportato di conseguenza che alte dosi di busulfano in combinazione con itraconazolo o metronidazolo sono associate con un aumentato rischio di tossicita' da busulfano. La riduzione dell'incidenza della malattia epatica veno-occlusiva e di altri effetti tossici correlati al regime terapeutico e' stata osservata in pazienti trattati con il medicinale ad alte dosi e ciclofosfamide se la prima dose di ciclofosfamide era stata ritardata per piu'di 24 ore dalla ultima dose di busulfano. E' stato riportato che il p aracetamolo abbassa i livelli di glutadione nel sangue e nei tessuti, e pertanto potrebbe ridurre la clearence del busulfano usati in combinazione. Nella popolazione pediatrica, per il regime BuMel, e' stato riportato che la somministrazione di melfalan prima di 24 ore dall'ultima somministrazione orale di busulfan, puo' influenzare lo sviluppo di tossicita'.
Effetti indesiderati
Frequenze reazioni avverse: molto comuni (>=1/10), comuni (>=1/100, <1/10), non comuni (>=1/1000, <1/100), rari (>=1/10000, <1/1000), molto rari (<1/10000). Tumori benigni, maligni e non specificati. Comuni: leucemia secondaria dovuta a chemioterapia oncologica. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comuni: insufficienza midollare dose-correlata (leucopenia e trombocitopenia); rari: anemia aplastica. Patologie del sistema nervoso. Rari: convulsioni (ad alte dosi); molto rari: miastenia grave. Patologie dell'occhio. Rari: disturbi del cristallino e cataratta, assottigliamento della cornea. Patologie cardiache. Comuni: tamponamento cardiaco in pazienti con talassemia (ad alte dosi). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comuni: sindrome polmonare idiopatica (ad alte dosi); comuni: malattia polmonare interstiziale a seguito di impiego a lungo termine a dosi convenzionali. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: nausea, vomito, diarrea e ulcerazioni orali (ad alte dosi); rari: nausea, vomito, diarrea e ulcerazioni orali e bocca secca (a dosi convenzionali). Patologie epatobiliari. Molto comune: iperbilirubinemia, ittero, malattia epatica veno-occlusiva e fibrosi biliare con atrofia epatica e necrosi (ad alte dosi);rari: ittero e funzionalita' epatica anomala, a dosi convenzionali, f ibrosi biliare. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: alopecia ad alte dosi, iperpigmentazione; rari: alopecia a dosi convenzionali, reazioni cutanee che comprendono orticaria, eritema multiforme, eritema nodoso, porfiria non-acuta, rash, secchezza e fragilita'della cute con completa anidrosi, scheilosi, sindrome di Sjogren. Pat ologie renali e urinarie. Comuni: cistite emorragica in associazione con ciclofosfamide (ad alte dosi). Patologie dell'apparato riproduttivoe della mammella. Molto comuni: disturbi ovarici ed amenorrea, grave e persistente insufficienza ovarica, con mancato raggiungimento della puberta' (ad alte dosi). Infertilita' maschiale, azoospermia e atrofiatesticolare; non comuni: a dosi convenzionali disturbi ovarici, ameno rrea; molto rari: ginecomastia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Rari: displasia. Descrizione di reazioni avverse selezionate. Anemia aplastica (a volte irreversibile), e' stata riportata raramente, tipicamente a seguito di dosi convenzionali a lungo termine ed anche ad alte dosi del medicinale. L'assottigliamento della cornea e' stato riportato dopo trapianto di midollo preceduto da trattamento con alte dosi di busulfano. Tossicita' polmonare in seguito al trattamento con dosi sia alte che convenzionali tipicamente si presenta con tosse non-specifica e non-produttiva, dispnea e ipossia con evidenze di fisiologia polmonare anomala. Gli effetti gastrointestinali possono per quanto possibile essere risolvibili somministrando in maniera frazionata la dose giornaliera. L'iperpigmentazione si manifesta particolarmente nei pazienti di carnagione scura. Spesso e' piu' evidente su collo, parte superiore del tronco, capezzoli, addome e pliche palmari. Si puo' anche manifestare come parte di una sindromeclinica. Studi nell'animale in trattamento con busulfano hanno mostra to tossicita' riproduttiva osservata in alcuni casi a seguito di terapia prolungata con busulfano. La sindrome si e' a volte risolta quando il busulfano e' stato sospeso. In casi molto rari, a seguito della prosecuzione del trattamento e' stato riferito il recupero della funzioneovarica. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sis tema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento
Puo' provocare la soppressione della funzione ovarica e amenorrea nelle donne e soppressione della spermatogenesi negli uomini. Adeguate precauzioni contraccettive devono essere impiegate quando ad uno dei partner venga somministrato il farmaco. L'usodeve essere evitato, ove possibile, durante la gravidanza, particolarmente durante il primo trimestre. In ciascun caso individuale il beneficio atteso per la madre deve essere bilanciato con il rischio potenziale per il feto. Sono stati riportati alcuni casi di anomalie congenite, non necessariamente attribuibili al busulfano, e l'esposizione nel terzo trimestre puo' essere associata ad insufficiente sviluppo intrauterino. Tuttavia sono stati riportati molti casi di nati apparentemente normali dopo l'esposizione in utero al medicinale, anche durante il primo trimestre. Studi nell'animale in trattamento con busulfano hanno mostrato tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per l'uomo e' in gran parte sconosciuto. Non e' noto se il farmaco o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno umano. Le madri in trattamento con il prodotto non devono allattare al seno i neonati.