Mabthera - Ev 2f 100mg 10ml

Dettagli:
Nome:Mabthera - Ev 2f 100mg 10ml
Codice Ministeriale:033315019
Principio attivo:Rituximab
Codice ATC:L01XC02
Fascia:H
Prezzo:826.96
Produttore:Roche Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:30 mesi

Denominazione

MABTHERA

Formulazioni

Mabthera - Ev 2f 100mg 10ml

Categoria farmacoterapeutica

Anticorpi monoclonali

Principi attivi

Rituximab

Eccipienti

Sodio citrato, polisorbato 80, sodio cloruro, sodio idrossido, acido cloridrico, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Indicato per il trattamento di pazienti affetti da linfoma follicolarein III-IV stadio precedentemente non trattati, in associazione a chem ioterapia. La terapia di mantenimento con il farmaco e' indicata per pazienti con linfoma follicolare ricaduto/refrattario che rispondono a terapia di induzione con chemioterapia con o senza farmaco. In monoterapia e' indicato per il trattamento di pazienti con linfoma follicolare in III-IV stadio che sono chemioresistenti o sono in seconda o successiva ricaduta dopo chemioterapia. Indicato per il trattamento di pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, CD20 positivo, diffuso a grandi cellule B, in associazione a chemioterapia CHOP. Leucemia linfatica cronica: indicato per il trattamento di prima linea di pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) in associazione con chemioterapia. Artritereumatoide: il farmaco in associazione a metotressato e' indicato per il trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado grave in pazie nti adulti che hanno mostrato un'inadeguata risposta o un'intolleranzaad altri farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD), compr endenti uno o piu' inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF).

Controindicazioni / effetti secondari

Controindicazioni all'uso nel linfoma non-Hodgkin e nella leucemia linfatica cronica Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasidegli eccipienti o alle proteine di origine murina. Controindicazioni all'uso nell'artrite reumatoide. Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti o alle proteine di origine murina . Infezioni attive, gravi. Scompenso cardiaco grave (classe IV New York Heart Association) o malattia cardiaca grave e non controllabile.

Posologia

Le infusioni del farmaco devono essere somministrate sotto lo stretto controllo di un medico esperto e in un ambiente con immediata disponibilita' di apparecchiature per la rianimazione. Quando MabThera e' somministrato in associazione con chemioterapia, si devono applicare le riduzioni standard del dosaggio per i medicinali chemioterapici. La doseraccomandata del farmaco in associazione con chemioterapia per il tra ttamento di induzione di pazienti con LNH follicolare precedentemente non trattati o ricaduti/refrattari e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea per ciclo, fino a 8 cicli. Il farmaco deve essere somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia, dopo somministrazione e.v. della componente glucocorticoidea della chemioterapia, se applicabile.La dose raccomandata usata come trattamento di mantenimento per pazie nti con LNH follicolare ricaduto/resistente che hanno risposto al trattamento di induzione con chemioterapia, con o senza il farmaco, e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea una volta ogni 3 mesi fino alla progressione della malattia o per un periodo massimo di due anni. La dose raccomandata in monoterapia usata come trattamento di induzione per pazienti adulti con linfoma follicolare allo stadio III-IV che sono chemioresistenti o che sono alla seconda o successiva ricaduta dopo chemioterapia e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrata come infusione e.v. una volta alla settimana per quattro settimane. Per il ritrattamento con il farmaco in monoterapia per pazienti che hanno risposto al precedente trattamento in monoterapia per LNH follicolare ricaduto/refrattario, la dose raccomandata e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrata come infusione endovenosa una volta alla settimana per quattro settimane. Linfoma non-Hodgkin diffuso a grandi cellule B. Il farmaco deve essere impiegato in associazione a chemioterapia CHOP. Il dosaggio raccomandato e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea, somministrato il giorno 1 di ogni ciclo di chemioterapia per 8 ciclidopo infusione endovenosa della componente glucocorticoidea del CHOP. Per i pazienti con LLC si raccomanda la profilassi con adeguata idrat azione e somministrazione di uricostatici con inizio 48 ore prima dell'inizio della terapia per ridurre il rischio di sindrome da lisi tumorale. Il dosaggio raccomandato del farmaco in associazione a chemioterapia e' di 375 mg/m^2 di superficie corporea somministrato il giorno 1 del primo ciclo di trattamento seguito da 500 mg/m^2 di superficie corporea somministrato il giorno 1 di ogni ciclo successivo per 6 cicli totel farmaco. Un ciclo di trattamento con questo farmaco consiste di due infusioni endovenose da 1000 mg ciascuna. Il dosaggio raccomandato e' di 1000 mg per infusione endovenosa, seguita da una seconda infusione endovenosa di 1000 mg due settimane dopo. L'attivita' della malattia deve essere monitorata regolarmente. La presenza di HACA puo' essereassociata ad un peggioramento delle rezioni infusionali o allergiche dopo la seconda infusione di cicli successivi. Inoltre, in un caso conHACA, si e' osservata la mancata deplezione delle cellule B dopo la s omministrazione di ulteriori cicli di terapia. Quindi, il rapporto rischio/beneficio della terapia deve essere attentamente valutato prima della somministrazione di cicli successivi del farmaco. Se si consideraun ciclo ripetuto di trattamento, esso deve essere somministrato dopo un intervallo di almeno 16 settimane. Una terapia pre-esistente con g lucocorticoidi, salicilati, farmaci antinfiammatori non steroidei o analgesici puo' essere continuata durante il trattamento. I pazienti conartrite reumatoide devono ricevere un trattamento con 100 mg di metil prednisolone endovena 30 minuti prima della somministrazione del farmaco al fine di ridurre il tasso e la severita' delle reazioni infusionali acute. La velocita' di infusione iniziale consigliata e' di 50 mg/h; dopo i primi 30 minuti puo' essere incrementata di 50 mg/h ogni 30 minuti, fino a raggiungere un massimo di 400 mg/h. Successive dosi possono essere infuse alla velocita' iniziale di 100 mg/h ed essere incrementate di 100 mg/h ad intervalli di 30 minuti, fino a raggiungere un massimo di 400 mg/h. Il farmaco non e' raccomandato nei bambini e negliadolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficaci a. ANon e' necessaria la modifica del dosaggio in pazienti anziani (dieta' >65 anni). La premedicazione con glucorticoidi deve essere presa in considerazione se il farmaco non e' somministrato in associazione con chemioterapia contenente glucocorticoidi per il trattamento dei linfomi non-Hodgkin e della leucemia linfatica cronica. La velocita' di infusione iniziale raccomandata e' 50 mg/ora; dopo i primi 30 minuti, puo' essere aumentata con incrementi di 50 mg/ora ogni 30 minuti, finoa un massimo di 400 mg/ora. Successive infusioni Le successive dosi p ossono essere somministrate con una velocita' iniziale di 100 mg/ora, e si puo' aumentare di 100 mg/ora ad intervalli di 30 minuti, fino a un massimo di 400 mg/ora. La soluzione diel farmaco preparata deve essere somministrata per infusione endovenosa tramite deflussore dedicato.Non deve essere somministrata come push o bolus endovenoso. Ai pazien ti che sviluppano reazioni gravi, soprattutto grave dispnea, broncospasmo o ipossia, deve essere immediatamente interrotta l'infusione. I pazienti con linfoma non-Hodgkin devono poi essere valutati per la presenza di sindrome da lisi tumorale tramite l'effettuazione di idonei esami di laboratorio e per la presenza di infiltrazione polmonare tramiteradiografia del torace. In tutti i pazienti, l'infusione non deve ess ere ripresa fino alla completa risoluzione di tutti i sintomi e alla normalizzazione dei valori di laboratorio e della radiografia del torace. Soltanto a questo punto l'infusione puo' essere ripresa a una velocita' iniziale ridotta della meta' rispetto a quella precedentemente adottata. Le reazioni, lievi o moderate, correlate all'infusione generalmente rispondono alla riduzione della velocita' di infusione. Quando isintomi migliorano, la velocita' di infusione puo' essere aumentata.

Conservazione

Conservare in frigorifero ad una temperatura compresa tra i 2 gradi C e gli 8 gradi C. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce.

Avvertenze

L'impiego del farmaco puo' essere associato ad un aumentato rischio diLeucoencefalopatia Multifocale Progressiva (PML). I pazienti devono e ssere monitorati ad intervalli regolari per ogni sintomo neurologico nuovo o in peggioramento o per segni suggestivi di PML. In caso di sospetta PML, le ulteriori somministrazioni devono essere sospese fino a quando la diagnosi di PML sia stata esclusa. Se un paziente sviluppa PML, la somministrazione del farmaco deve essere definitivamente interrotta. A seguito di ricostituzione del sistema immunitario nei pazienti immunocompromessi con PML, si sono notati stabilizzazione o miglioramento. In questi pazienti deve essere preso in considerazione, per la prima infusione, l'utilizzo di una velocita' di infusione ridotta o una suddivisione della dose in due giorni durante il primo ciclo. La sindrome grave da rilascio di citochine e' caratterizzata da dispnea grave,spesso accompagnata da broncospasmo e ipossia, oltre a febbre, brivid i, tremito, orticaria e angioedema. Questa sindrome puo' essere associata ad alcune caratteristiche della sindrome da lisi tumorale come iperuricemia, iperkaliemia, ipocalcemia, iperfosfatemia, insufficienza renale acuta, concentrazione elevata di lattato deidrogenasi (LDH) e puo' essere associata ad insufficienza respiratoria acuta e morte. Ai pazienti che sviluppano sindrome grave da rilascio di citochine deve essere immediatamente sospesa l'infusione e deve essere somministrato un trattamento sintomatico aggressivo. Poiche' il miglioramento iniziale dei sintomi clinici puo' essere seguito da un peggioramento, questi pazienti devono essere monitorati attentamente fino alla risoluzione o all'esclusione della sindrome da lisi tumorale e dell'infiltrazione polmonare. In seguito alla somministrazione endovenosa di proteine sono state riportate nei pazienti reazioni di tipo anafilattico e altre reazioni di ipersensibilita'. In caso di reazione allergica nel corso dellasomministrazione del farmaco, i prodotti medicinali per il trattament o delle reazioni di ipersensibilita' devono essere disponibili per l'uso immediato. Durante l'infusione del farmaco si puo' verificare ipotensione, pertanto si deve prendere in considerazione la sospensione di medicinali anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione del farmaco. Nei pazienti trattati con il farmaco si sono verificati casi di angina pectoris o aritmia cardiaca, come flutter atriale e fibrillazione, insufficienza cardiaca o infarto miocardico. Pertanto i pazienti con anamnesi di malattia cardiaca e/o chemioterapia cardiotossica devono essere attentamente monitorati. Quando il farmaco viene somministrato in associazione a chemioterapia CHOP o CVP si deve effettuare con regolarita' l'emocromo completo, secondo l'usuale pratica clinica. I pazienti con storia di infezione di epatite B devono essere attentamente monitorati per segni di infezione di epatite B attiva quando rituximab e' impiegato in associazione con chemioterapia citotossica. Il farmaco e' associato a reazioni infusionali, che possono essere correlate al rilascio di citochine e/o di altri mediatori chimici. Le reazioni riportate erano generalmente reversibili con la riduzione della velocita' dell'infusione o interruzione della somministrazione del farmaco e la somministrazione di antipiretici, antistaminici e, occasionalmente, ossigeno, soluzione salina endovena o broncodilatatori, e glucocorticoidi, se necessario. Reazioni anafilattiche e altre reazioni di ipersensibilita' sono state riportate in seguito a somministrazione endovenosa di proteine, compreso il farmaco, ai pazienti. Medicinali per il trattamentodelle reazioni di ipersensibilita' devono essere disponibili per l'us o immediato, in caso di reazioni allergiche durante la somministrazione del farmaco. Negli studi clinici 10 su 990 (1%) pazienti affetti da artrite reumatoide, che hanno ricevuto una prima infusione a qualsiasidosaggio, hanno manifestato una reazione grave durante l'infusione. N on ci sono dati relativi alla sicurezza del farmaco nei pazienti con scompenso cardiaco moderato o malattia cardiaca grave e non controllabile. Nei pazienti trattati con questo farmaco, si e' osservato che condizioni preesistenti di ischemia cardiaca, quali l'angina pectoris, sono divenute sintomatiche, cosi' come fibrillazione e flutter atriale. Inoltre, nei pazienti con anamnesi di cardiopatia, prima del trattamento deve essere considerato il rischio di complicanze cardiovascolari conseguenti alle reazioni infusionali e i pazienti devono essere attentamente monitorati durante la somministrazione. Durante l'infusione del farmaco si puo' verificare ipotensione, pertanto si deve prendere in considerazione la sospensione di farmaci anti-ipertensivi 12 ore prima dell'infusione. Infezioni gravi, inclusi eventi fatali, possono verificarsi durante la terapia con il farmaco; non deve essere somministratoai pazienti con infezione attiva e/o grave o ai pazienti gravemente i mmunocompromessi. I pazienti che manifestano segni e sintomi di infezione in seguito a trattamento con il farmaco, devono essere prontamentevalutati e adeguatamente trattati. Prima di iniziare un ciclo success ivo di trattamento, i pazienti devono essere rivalutati per qualsiasi rischio potenziale di infezioni. Casi molto rari di LeucoencefalopatiaMultifocale Progressiva (PML) sono stati riportati in seguito all'imp iego del farmaco per il trattamento dell'artrite reumatoide e di patologie autoimmuni inclusi il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) e la vasculite. Questi casi hanno coinvolto pazienti con piu' fattori di rischio per la PML, inclusi la patologia di base e la terapia immunosoppressiva a lungo termine o la chemioterapia. Nei pazienti con linfoma non-Hodgkin che hanno ricevuto rituximab in associazione con chemioterapia citotossica, sono stati riportati casi molto rari di riattivazione di epatite B. Non sono disponibili dati relativi all'impiego di vaccini quando i pazienti presentano deplezione dei linfociti B in seguito a trattamento con il farmaco. I medici devono valutare lo stato vaccinale del paziente eleggibile per il trattamento con il medicinale e seguirele linee guida locali/nazionali per la vaccinazione di soggetti adult i nei confronti delle malattie infettive. La vaccinazione deve essere completata almeno quattro settimane prima della prima somministrazionedel farmaco. Non e' raccomandato l'impiego concomitante del farmaco e di terapie antireumatiche diverse da quelle specificate nell'indicazi one e nella posologia relative all'artrite reumatoide. I pazienti devono essere attentamente monitorati per segni di infezione se vengono impiegati agenti biologici e/o DMARD dopo la terapia con il farmaco. I farmaci immunomodulatori possono aumentare il rischio di neoplasie.

Interazioni

La co-somministrazione con metotressato non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica del farmaco nei pazienti con artrite reuamtoide. I pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-proteine murine o anti-chimerici (HAMA/HACA) possono avere reazioni allergiche o di ipersensibilita' quando vengono trattati con altri anticorpi monoclonali diagnostici o terapeutici. In una piccola coorte di pazienti con artrite reumatoide, 110 pazienti hanno ricevuto successivamente una terapia con altri DMARD (inclusi i biologici). I pazienti hanno ricevuto ulteriori DMARD 4-6 mesi dopo la terapia e generalmente durante la deplezione periferica delle cellule B. La percentuale di infezioni clinicamente rilevanti e' stata di 7,8 su 100 pazienti per anno.

Effetti indesiderati

Reazioni avverse da farmaco (ADR) riportate negli studi clinici o durante la sorveglianza post-marketing in pazienti con LHN e LLC trattati con Mab Thera in monoterapia/mantenimento o in associazione a chemioterapia. >>Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezioni batteriche, infezioni virali, bronchite. Comune: sepsi, infezione febbrile, herpe zoster, infezioni del tratto respiratorio, infezioni fungine, infezioni a eziologia sconosciuta, bronchite acuta, sinusite. Sconosciuta: infezioni virali gravi, riattivazione epatite B. >>Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, leucopenia, neutropeniafebbrile. Comune: anemia, trombocitopenia, pancitopenia. Nono comune: disturbi della coagulazione, anemia aplastica, anemia emolitica, linf oadenopatia. Sconosciuta: neutropenia tardiva, aumento transitorio deilivelli sierici di IgM. >>Disturbi del sistema immunitario. Molto com une: reazioni correlate all'infusione, angioedema. Comune: ipersensibilita'. Sconosciuta: sindrome da lisi tumorale, sindrome da rilascio dicitochine, malattie da siero, anafilassi. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: iperglicemia, perdita di peso, edema periferico, edema facciale, aumento della LDH, ipocalcemia. >>Disturbi psichiatrici. Non comune: depressione, nervosismo. >>Patologie del sistemanervoso. Comune: parestesia, ipoestesia, agitazione, insonnia, vasodi latazione, capogiro, ansia. Non comune: disgeusia. Sconosciuta: neuropatia dei nervi cranici, neuropatia periferica, paralisi del nervo facciale, perdita di altri sensi. >>Patologie dell'occhio. Comuni: disturbi della lacrimazione, congiuntivite. Sconosciuta: perdita grave della vista. >>Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comuni: tinnito, otalgia. Sconosciuta: perdita dell'udito. >>Patologie cardiache. Comuni: infarto miocardico, aritmia, fibrillazione atriale, tachicardia, disturbi cardiaci. Non comuni: insufficienza del ventricolo sinistro, tachicardia sopraventricolare, tachicardia ventricolare, angina, ischemia miocardica, bradicardia. Sconosciuta: insifficienza cardiaca, evenri cardiaci severi. >>Patologie vascolari. Comuni: ipertensione, ipotensione ortostatica, ipotensione. Sconosciuta: vasculite, vasculite leucocitostatica. >>Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comuni:broncospasmo, patologie respiratorie, dolore toracico, dispnea, incre mento della tosse, rinite. Non comuni: asma, bronchiolite obliterante,disturbi polmonari, ipossia. Sconosciuta: insufficienza respiratoria, infiltrati polmonari, polmonite interstiziale. >>Patologie gastrointe stinali. Molto comuni: nausea. Comuni: vomito, diarrea, dolore addominale, disfagia, stomatite, constipazione, dispepsia, anoressia, irritazione della gola. Non comuni: dilatazione addominale. Sconosciuta: perforazione gastrointestinale. >>Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: prurito, rash, alopecia. Comuni: orticaria, sudorazione, sudorazioni notturne, disordini della cute. Sconosciuta: reazioni cutanee bollose gravi, necrolisi epidermica tossica. >>Patologiedel sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa. Comuni: ipertonia, mialgia, artralgia, dolore alla schiena, dolore al collo, dolore. >>Patologie renali e urinarie. Sconosciuta: insufficienza renale. >>Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: febbre, brividi, astenia, cefalea. Comuni: dolore in sede tumorale, vampate, malessere, sindrome da freddo, stanchezza, brividi, insufficienza multi-organo. Non comuni: dolore al sito d'infusione. >>Esami diagnostici. Molto comuni: diminuzione dei livelli di IcG. Riassunto delle reazioni avverse da farmaco che si sonoverificate nei pazienti che hanno ricevuto Mab Thera durante studi cl inici di fase II e III. >>Reazioni da infusione. Comune: ipertensione,rash, prurito, brividi, piressia, rinite, irritazione della gola. >>P atologie gastrointestinali. Comune: dispepsia. >>Infezioni e infestazioni. Molto comune: qualsiasi infezione. Comune: infezioni del tratto urinario. >>>>Patologie del sistema muscoloscheletrico. Comune: artralgia/dolore muscoloscheletrico. >>Patologie del sistema nervoso. Comune:emicrania. Studio di popolazione di fase III. >>Reazioni da infusione . Comune: ipertensione, nausea, rash, febbre, prurito, orticaria, irritazione della gola, vampate, ipotensione. >>Patologie gastrointestinali. Comune: dispepsia. >>Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: ipercolesterolemia. >>Patologie del sistema muscoloscheletrico.Comune: artralgia/dolore muscoloscheletrico, osteoartrite. >>Patologi e del sistema nervoso. Comune: parestesia. Le seguenti voci sono stateriportate come eventi avversi: infezioni del tratto respiratorio infe riore/polmonite, dolore della parte superiore dell'addome, spasmi muscolari e astenia. Eventi clinicamente significativi riportati non frequentemente nella popolazione di pazienti trattati con rituximab e le reazioni al trattamento considerate potenziali comprendono: alterazioni generali come edema generalizzato; alterazioni respiratorie come broncospamo, dispnea, edema della laringe; alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo come edema angioneurotico, prurito generalizzato; alterazioni del sistema immunitario come anafilassi, reazione anafilattoide. Sintomi suggestivi di una reazione infusionale acuta (prurito, febbre, orticaria/rash, brividi, piressia, rigidita', starnuti, edema angioneurotico, irritazione delle prime vie aeree, tosse e broncospamo, con o senza ipotensione o ipertensione associate) sono stati osservatiin 79 su 540 (15%) pazienti in seguito alla prima esposizione al farm aco. Eventi cardiaci sono stati osservati nell'11% dei pazienti negli studi clinici con il farmaco. Negli studi controllati verso placebo, eventi cardiaci gravi sono stati riportati in ugual misura nei pazientitrattati con il farmaco e con placebo (2%).

Gravidanza e allattamento

E' noto che le immunoglobuline IgG oltrepassano la barriera placentare. I livelli di cellule B nei neonati umani in seguito a esposizione materna al farmaco non sono stati valutati nel corso degli studi clinici. Non ci sono dati adeguati e ben controllati di studi su donne in gravidanza, comunque in neonati nati da madri esposte a rituximab durantela gravidanza sono state riportate transitoria deplezione delle cellu le-B e linfocitopenia. Per questo motivo non si deve somministrare il farmaco in donne in gravidanza ad eccezione che il possibile beneficiosuperi il potenziale rischio. Dato che rituximab ha un lungo tempo di ritenzione nei pazienti con deplezione di cellule B, donne in eta' fe rtile devono usare metodi contraccettivi efficaci nel corso del trattamento e fino a 12 mesi dal completamento della terapia. Studi di tossicita' nelle fasi di sviluppo, condotti nelle scimmie cynomolgus, non hanno rilevato alcuna evidenza di embriotossicita' in utero. Nella prole delle madri animali esposte al farmaco e' stata osservata la deplezione delle cellule B durante la fase postnatale. Non si sa se il rituximab e' escreto nel latte materno. Tuttavia, poiche' le IgG materne sono escrete nel latte umano e il rituximab e' stato rilevato nel latte di scimmie che allattano, le donne non devono allattare al seno duranteil trattamento e nei 12 mesi successivi al trattamento.