Levostab - Coll Fl 4ml 0,5mg/Ml

Dettagli:
Nome:Levostab - Coll Fl 4ml 0,5mg/Ml
Codice Ministeriale:028127025
Principio attivo:Levocabastina Cloridrato
Codice ATC:S01GX02
Fascia:C
Prezzo:11.4
Glutine:Senza glutine
Produttore:Grunenthal Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:SOP - ricetta non richiesta art.96 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Collirio sospensione
Contenitore:Flaconcino contagocce
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +15 a +25 gradi
Scadenza:24 mesi

Denominazione

LEVOSTAB 0,5 MG/ML COLLIRIO SOSPENSIONE

Formulazioni

Levostab - Coll Fl 4ml 0,5mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Decongestionanti ed antiallergici.

Principi attivi

Levocabastina.

Eccipienti

Propilenglicole, sodio fosfato monoidrato, disodio fosfato anidro, idrossipropilmetilcellulosa 2910, polisorbato 80, benzalconio cloruro, disodio edetato, acqua sterilizzata.

Indicazioni

Congiuntiviti allergiche.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

Adulti e bambini: la dose abituale e' di 1 goccia di medicinale per occhio, 2 volte al giorno. La dose puo' essere aumentata a 1 goccia finoa 3 o 4 volte al giorno. Il trattamento dovrebbe essere continuato fi no al sollievo dei sintomi. Il farmaco deve essere utilizzato entro unmese dalla prima apertura. I pazienti devono essere istruiti sulle mi sure necessarie per evitare la contaminazione del farmaco contenuto nel flacone.

Conservazione

Conservare a temperatura ambiente.(15 - 25 gradi C).

Avvertenze

Il medicinale contiene benzalconio cloruro che puo' causare irritazione agli occhi. Evitare il contatto con lenti a contatto morbide. Togliere le lenti a contatto prima dell'applicazione e aspettare almeno 15 minuti prima di riapplicarle. E' nota l'azione decolorante nei confronti delle lenti a contatto morbide.

Interazioni

Nessuna nota.

Effetti indesiderati

L'elenco sottostante riporta le reazioni avverse al farmaco identificate nel corso di studi clinici condotti con il medicinale o segnalate nell'esperienze post-marketing ed elencate per classe e frequenza. La frequenza degli effetti indesiderati e' indicata secondo la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (? 1/1000, < 1/100); raro (>=1/10.000, < 1/1.000); molto raro (<1/10.000, incluse segnalazioni isolate); non nota. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: edema angioneurotico, ipersensibilita'; non nota: anafilassi. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea. Patologie dell'occhio. Comune: dolore oculare, visione offuscata; non comune: edema delle palpebre; molto raro: congiuntivite, gonfiore degli occhi, blefarite, iperemia oculare, lacrimazione. Patologie cardiache. Nonnota: palpitazioni. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto raro: dermatite da contatto, orticaria. Patologie sistemiche e condizioni relative alle sedi di somministrazione. Comune: reazioni nella sede di applicazione, inclusi: sensazione di bruciore / pizzicore, irritazione oculare; molto raro: reazioni nella sede di applicazione come arrossamento oculare, prurito oculare, visione confusa, dolore oculare, gonfiore oculare. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

Nei topi, nei ratti e nei conigli, la levocabastina, a dosi sistemichefino a 2.500 volte la dose clinica massima raccomandata per via oftal mica (espressa in mg/kg), non ha mostrato effetti embriotossici o teratogeni. Nei roditori, la levocabastina, a dosi sistemiche oltre 5.000 volte la dose clinica massima raccomandata per via oftalmica (espressain mg/kg), ha indotto teratogenicita' e/o un aumento del riassorbimen to fetale. I dati postmarketing sull'uso del farmaco nelle donne in stato di gravidanza sono limitati. Il rischio per l'uomo non e' noto. Pertanto il medicinale non dovrebbe essere usato durante la gravidanza, ad eccezione dei casi in cui il potenziale beneficio atteso giustifichi il potenziale rischio fetale. Sulla base delle determinazioni della concentrazione della levocabastina nella saliva e nel latte materno prelevati da una donna in allattamento che ha ricevuto una dose singola di 0,5 mg di levocabastina, si puo' attendere che circa lo 0,3% della dose totale somministrata per via oftalmica possa essere trasferita allattante. Tuttavia, a causa della natura limitata dei dati clinici sp erimentali, si raccomanda cautela nel somministrare il farmaco a donnein fase di allattamento. Gli studi sugli animali hanno dimostrato che non vi sono effetti sulla fertilita' maschile e femminile dopo sommin istrazione orale.