Largactil - Im 5f 2ml 50mg
Dettagli:
Nome:Largactil - Im 5f 2ml 50mgCodice Ministeriale:007899014
Principio attivo:Clorpromazina Cloridrato
Codice ATC:N05AA01
Fascia:A
Prezzo:4.87
Produttore:Teofarma Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNR - ricetta non ripetibile art.89 DL 219/06 (ex senza formalismi)
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Al riparo dalla luce
Scadenza:36 mesi
Denominazione
LARGACTIL^(R)
Formulazioni
Largactil - Im 5f 2ml 50mg
Largactil - 25cpr Riv 25mg
Largactil - 20cpr Riv 100mg
Categoria farmacoterapeutica
Antipsicotici.
Principi attivi
Clorpromazina 25 - 40 - 50 - 100 mg (pari a 28 - 44,5 - 55,71 - 112 mgdi cloridrato).
Eccipienti
>>Compresse: amido di mais, lattosio, cellulosa microcristallina, magnesio stearato, silice colloidale anidra, zeina, titanio diossido, E 172, olio di ricino. >>Gocce orali: saccarosio, glicerolo, acido citricoanidro, alcool, E 150, ammonio glicirrizinato, menta essenza, acqua d epurata. >>Soluzione iniettabile: sodio cloruro, sodio solfito eptaidrato, sodio citrato, potassio metabisolfito, acqua per preparazioni iniettabili.
Indicazioni
Trattamento delle schizofrenie, degli stati paranoidi e della mania. Psicosi tossiche (amfetamine, LSD, cocaina etc.). Sindromi mentali organiche accompagnate da delirio. Disturbi d'ansia se particolarmente gravi e resistenti alla terapia con ansiolitici tipici. Depressione se accompagnata da agitazione e delirio, per lo piu' in associazione con antidepressivi. Vomito e singhiozzo incoercibile. Trattamento dei doloriintensi generalmente in associazione con analgesici stupefacenti. Med icazione preanestetica.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Stati comatosi specie quelli causati da sostanze ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale (alcool, barbiturici, oppiacei, etc.);pazienti con sospetto o riconosciuto danno cerebrale sottocorticale; gravi stati di depressione; discrasie ematiche; affezioni epatiche e renali. Il prodotto non e' indicato nella prima infanzia. Feocromocitoma, miastenia grave e epilessia non trattata. Allattamento al seno. Il rischio di effetti dannosi a carico del feto a seguito di somministrazione della clorpromazina non e' escluso; pertanto l'uso del medicinalein gravidanza e' da riservare ai casi di assoluta necessita'. Le fial e contengono potassio metabisolfito e sodio solfito; tali sostanze possono provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi.
Posologia
Il dosaggio della clorpromazina deve essere strettamente individualizzato in rapporto all'eta' del paziente, alla natura e alla gravita' dell'affezione, alla risposta terapeutica e alla tollerabilita' del farmaco. E' sempre consigliabile iniziare con dosaggi bassi, aumentando progressivamente le dosi. Usualmente l'intervallo terapeutico e' di 6-8 ore. Nell'impiego parenterale non superare i 25 mg nelle prime 24 ore salvo nei casi in cui cio' sia strettamente indispensabile. >>Disordinipsichiatrici: in genere nei pazienti ambulatoriali e con sintomi di l ieve o media gravita' sono necessari 25-75 mg per os suddivisi nel corso della giornata. Il dosaggio puo' essere quindi aumentato fino ad ottenere l'effetto terapeutico desiderato. Successivamente esso puo' essere gradualmente ridotto fino a determinare la dose di mantenimento. In caso di necessita' il trattamento puo' essere iniziato per via i.m. con 25 mg, che puo' essere eventualmente ripetuto se necessario. Passare quindi alla via orale. Nei pazienti ospedalizzati possono essere necessarie, sia per os che per via i.m., dosi sensibilmente superiori a seconda del giudizio dello specialista. Nei bambini il dosaggio consigliato e' di 1 mg/kg/die ripetuto, se necessario, 2-3 volte al giorno. >>Vomito: 25-50 mg per via i.m. ripetuti, eventualmente, 2-3 volte al giorno. Ottenuto l'effetto terapeutico la terapia, se necessaria, deveessere continuata per via orale. >>Singhiozzo incoercibile: 25-50 mg, 2-3 volte al giorno. >>Medicazione preanestetica: 25-50 mg per os o 1 2,5-25 mg per via i.m. qualche ora prima dell'intervento. In caso di somministrazione intramuscolare diluire il contenuto di una fiala con soluzione fisiologica sterile fino a portare la soluzione a 5-6 ml. Perla somministrazione endovenosa diluire il contenuto di una fiala nel liquido usato per la fleboclisi. In ogni caso passare appena possibilealla via orale. Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita valutando un'eventuale riduzione dei do saggi sopraindicati.
Conservazione
Conservare al riparo della luce.
Avvertenze
Speciale attenzione richiede l'impiego di tale sostanza nei bambini soprattutto durante una malattia infettiva o in caso di intervento chirurgico o di vaccinazione, in quanto in tali condizioni e' stata riscontrata una piu' elevata incidenza di reazioni extrapiramidali. Usare concautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia fa migliare di prolungamento QT. Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici. L'effetto antiemetico dei fenotiazinici puo' mascherare i segni d'iperdosaggio di altri farmaci o puo' rendere piu' difficile la diagnosi di concomitanti affezioni specie del tratto digerente odel SNC come l'ostruzione intestinale, i tumori cerebrali, la sindrom e di Reye. Per questo motivo tali sostanze debbono essere usate con prudenza in associazione ad antiblastici che a dosi tossiche possono provocare vomito. Poiche' il rischio di discinesie persistenti tardive e'stato correlato con la durata della terapia, il trattamento cronico c on neurolettici deve essere riservato a quei pazienti con affezioni che rispondano al farmaco e per i quali non e' possibile una appropriataterapia alternativa. Le dosi e la durata del trattamento dovrebbero e ssere quelle minime per ottenere una soddisfacente risposta clinica. Se compaiono segni o sintomi della discinesia tardiva nel corso della terapia sospendere la somministrazione. In generale le fenotiazine non producono dipendenza psichica. Tuttavia, a seguito di brusca interruzione, possono comparire nausea, vomito, vertigini, tremori, irrequietezza motoria. Speciale attenzione va posta ai pazienti con depressione psichica ovvero durante la fase maniacale delle psicosi cicliche per lapossibilita' di un rapido cambiamento del tono dell'umore verso la de pressione. In corso di trattamento con farmaci antipsicotici e' stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato Sindrome Neurolettica Maligna. Manifestazioni cliniche di tale sindromesono: iperpiressia, rigidita' muscolare, acinesia, disturbi vegetativ i (irregolarita' del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie); alterazioni dello stato di coscienza che possonoprogredire fino allo stupore e al coma. Il trattamento della SNM cons iste nel sospendere immediatamente la somministrazione dei farmaci antipsicotici e di altri farmaci non essenziali e nell'istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare cura deve essere posta nel ridurre l'ipertermia e nel correggere la disidratazione). Qualora venisse ritenuta indispensabile la ripresa del trattamento con antipsicotici, il paziente deve essere attentamente monitorato. In corso di terapia si informi il proprio medico nel caso si accerti uno stato di gravidanza; occorre altresi' consultarlo qualora si desideri procedere all'allattamento materno o si voglia iniziare una gravidanza. Nelle pazienti che allattano, occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o viceversa, proseguire l'allattamentoevitando la somministrazione del medicinale. Come con tutti i neurole ttici i pazienti trattati con clorpromazina devono essere tenuti sottodiretto controllo. Per le sue proprieta' farmacologiche il prodotto d eve essere usato con particolare cautela negli anziani, nei soggetti portatori di affezioni cardiovascolari, malattie polmonari acute e croniche, glaucoma, ipertrofia prostatica ed altre malattie stenosanti dell'apparato digerente ed urinario e Morbo di Parkinson. In caso di ipotensione, non utilizzare adrenalina, che puo' determinare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa. Dosi protratte nel tempo determinano un aumento del livello plasmatico della prolattina con possibili effetti sugli organi bersaglio. I prodotti contenenti fenotiazine debbono pertanto essere usati con le opportune attenzioni nelle donne con neoplasie mammarie. Durante la terapia, specie se prolungata o ad alte dosi, bisogna tenere sempre presente l'evenienza di effetti collaterali a carico del SNC, del fegato, del midollo osseo, dell'occhio e dell'apparato cardiovascolare ed e' quindi necessario eseguire periodicicontrolli clinici e di laboratorio. In particolare, dal momento che c on i derivati fenotiazinici sono state descritte alterazioni della crasi ematica e' consigliabile durante la terapia cronica eseguire periodicamente un esame emocromocitometrico, cosi' come sono opportuni ripetuti controlli della funzione renale ed epatica. I pazienti trattati con alte dosi di clorpromazina e che devono essere sottoposti ad interventi operatori, abbisognano di dosaggi inferiori di anestetici e di farmaci depressori del sistema nervoso centrale. Gli effetti sulla crasi ematica debbono essere particolarmente seguiti tra la quarta e la dodicesima settimana. L'esordio di una discrasia puo' essere tuttavia improvviso e quindi la comparsa di manifestazioni infiammatorie a carico della bocca e delle prime vie aeree deve essere seguita immediatamente da opportuni controlli ematologici. Le fenotiazine aumentano lo stato di rigidita' muscolare in individui affetti da morbo di Parkinson o forme simili o da altri disturbi motori; esse possono inoltre abbassare la soglia convulsiva e facilitare la comparsa di crisi epilettiche. I pazienti in trattamento con fenotiazine debbono evitare l'eccessiva esposizione alla luce solare, ricorrendo, se necessario, all'uso di speciali creme protettive. Usare con cautela in soggetti esposti a temperature particolarmente alte o basse in quanto le fenotiazine possono compromettere gli ordinari meccanismi di termoregolazione. Con la clorpromazina, come con altri neurolettici, sono stati riportati, molto raramente, casi di allungamento dell'intervallo QT. Le compresse contengonolattosio. Le gocce orali contengono saccarosio. Le fiale contenenti s oluzioni colorate o non limpide devono essere scartate. In studi clinici randomizzati versus placebo condotti in una popolazione di pazienticon demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici e' stato osserv ato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non e' noto. Non puo' essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altrepopolazioni di pazienti. Usare con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke. Sono stati riportati casi di tromboembolismo veno so (TEV) con farmaci antipsicotici. Dal momento che pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per TEV, tali fattori devono essere identificati prima e durante il trattamento e allo scopo di adottare adeguate misure preventive.
Interazioni
L'associazione con altri psicofarmaci richiede speciale cautela e vigilanza da parte del medico per evitare inattesi e indesiderati effetti da interazione. Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con i farmaci che prolungano il QT, il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta. Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti. Altre associazioni che richiedono precauzioni particolari o un aggiustamento del dosaggio. Sostanze che deprimono il SNC: barbiturici, ansiolitici, ipnotici, anestetici, antistaminici, analgesici oppiacei. In caso di associazione evitare dosaggi elevati e controllare accuratamente il paziente per evitare un'eccessiva sedazione o depressione centrale. Anticonvulsivanti: per il noto effetto delle fenotiazine sulla soglia convulsiva, nei soggetti epilettici puo' rendersi necessario un aggiustamento della terapia specifica. Il rispettivo dosaggio dei farmaci in caso di associazione deve essere accuratamente determinato essendo possibile, fra l'altro, che le fenotiazine riducano il metabolismo della fenilidantoina, accentuandone la tossicita', e che i barbiturici, al pari di altri induttori enzimatici a livello microsomiale, possano accentuare il metabolismo delle fenotiazine. Litio: sebbene raramente, l'associazione con fenotiazine ha determinato un'encefalopatia acuta. Se presente febbre di natura non determinata insieme ad effetti indesiderati di natura extrapiramidale; la somministrazione con litio deve essere sospesa. Il litio puo' ridurre la concentrazione della Clorpromazina nel plasma e puo'inoltre aumentare il rischio di reazioni di tipo extrapiramidale. E' segnalato un caso di fibrillazione ventricolare in seguito alla sospensione del litio nel corso di una terapia in associazione con la Clorpromazina. Antiipertensivi: l'interazione con farmaci antiipertensivi comporta un aumento dell'effetto ipotensivo; tuttavia le fenotiazine possono antagonizzare gli effetti della guanetidina e farmaci simili. Anticolinergici: cautela richiede l'associazione di fenotiazine e farmaciparasimpaticolitici che puo' favorire la comparsa di caratteristici e ffetti collaterali. Gli anticolinergici possono ridurre l'azione antipsicotica del farmaco. Farmaci ad attivita' leucopenizzante: per il sinergico effetto depressivo sulla crasi ematica le fenotiazine non debbono essere associate a fenilbutazone, derivati tiouracilici ed altri farmaci potenzialmente mielotossici. Metrizamide: tale sostanza aumenta il rischio di convulsioni da fenotiazina. E' necessario quindi sospendere la terapia almeno 48 ore prima di un esame mielografico e la somministrazione non deve essere ripresa prima di 24 ore dall'esecuzione diquesto. Alcool: e' sconsigliabile l'assunzione di alcool durante la t erapia in quanto puo' facilitare gli effetti collaterali centrali da fenotiazine. Lisuride, Pergolide e Levodopa: gli effetti di tali sostanze sono specificatamente antagonizzati dalle fenotiazine; di cio' si tenga conto nei soggetti con morbo di Parkinson. Antiacidi: evitare l'ingestione del prodotto assieme ad antiacidi o ad altre sostanze che possano ridurre l'assorbimento delle fenotiazine. Interazione con i testdi laboratorio: i metaboliti urinari delle fenotiazine possono impart ire una colorazione scura alle urine e dare false risposte positive aitest dell'amilasi, dell'urobilinogeno, delle uroporfirine, dei porfob ilinogeni e dell'acido 5-idrossi-indolacetico. Nelle donne in trattamento con fenotiazine sono stati segnalati falsi positivi ai test di gravidanza. Antidiabetici: poiche' la clorpromazina puo' causare iperglicemia il dosaggio degli ipoglicemizzanti orali o dell'insulina deve essere accuratamente determinato. Antiaritmici: i neurolettici possono indurre alterazioni del tracciato E.C.G. come il prolungamento dell'intervallo Q.T., devono quindi essere usati con cautela nei pazienti che assumono farmaci come gli antiaritmici che hanno effetti simili. Antidepressivi: l'associazione di fenotiazine e antidepressivi triciclici accentua gli effetti antimuscarinici. Deferossamina: la somministrazionedella deferossamina e della proclorperazina ha determinato una encefa lopatia metabolica transitoria. E' possibile che tale situazione possaverificarsi anche con la clorpromazina, poiche' questa mostra molte d elle attivita' farmacologiche della proclorperazina.
Effetti indesiderati
Con l'uso di fenotiazine possono verificarsi, specie durante le prime settimane di terapia, sedazione e sonnolenza che per lo piu' scompaiono con la prosecuzione della cura o con una opportuna riduzione del dosaggio. Altri effetti comportamentali che si sono manifestati con variafrequenza sono insonnia, irrequietezza, ansia, euforia, agitazione ps icomotoria, depressione dell'umore o aggravamento dei intomi psicotici. All'attivita' anticolinergica delle fenotiazine e' dovuta l'eventuale comparsa di secchezza delle fauci, midriasi, turbe della visione, stipsi, costipazione e anche ileo paralitico, ritenzione urinaria, ed altri segni di ridotta attivita' parasimpatica. Sono inoltre possibili convulsioni e modificazioni della temperatura corporea. Un aumento significativo e non altrimenti spiegabile della temperatura corporea puo' essere dovuto ad intolleranza verso il prodotto; in tal caso e' necessario interrompere la terapia. Per la depressione del centro della tosse possono verificarsi affezioni ab ingestis. Reazioni di tipo extrapiramidale sono comuni durante il trattamento con fenotiazine. Esse sono ordinariamente rappresentate da distonie muscolari, acatisia, sindromipseudo-parkinsoniane e discinesie persistenti tardive. Le distonie e l'acatisia sono piu' frequenti nei bambini, mentre i segni di parkinsonismo prevalgono negli anziani soprattutto se portatori di lesioni organiche cerebrali. Le distonie comprendono spasmi dei muscoli del colloe del tronco fino al torcicollo e all'opistotono, crisi oculogire, tr isma, protrusione della lingua e spasmi carpo-podalici. Queste reazioni compaiono molto precocemente e scompaiono entro 24-48 ore dalla sospensione della terapia. Molto raramente le distonie possono determinarelaringospasmo associato a cianosi e asfissia. L'acatisia e' caratteri zzata da irrequietezza motoria e talora da insonnia. Piu' frequente nei primi giorni di terapia, puo' comparire anche tardivamente. I disturbi spesso regrediscono spontaneamente; in caso contrario possono essere ben controllati riducendo il dosaggio o associando un anticolinergico antiparkinson. Le sindromi pseudo-parkinsoniane (acinesia, rigidita', tremore a riposo, etc.) sono per lo piu' sensibili ai farmaci specifici; nei casi persistenti puo' essere necessaria la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento. Le discinesie persistenti tardive si manifestano per lo piu' durante terapia a lungo termine e con alti dosaggi, anche nel periodo successivo alla sospensione del farmaco.Sono colpiti con maggiore frequenza gli anziani e le donne. Esse si m anifestano con movimenti ritmici della lingua, delle labbra e del volto, piu' raramente delle estremita' e sono generalmente precedute da fini movimenti vermicolari della lingua. La sospensione della terapia puo' impedire lo sviluppo della sintomatologia, della quale non si conosce tuttavia una terapia specifica. La riduzione periodica del dosaggiodei neurolettici se clinicamente possibile puo' aiutare a riconoscere precocemente l'insorgenza di discinesia tardiva. Molto raramente puo' comparire distonia tardiva non associata con la discinesia tardiva. E ' caratterizzata da movimenti coreici o movimenti distonici ad insorgenza ritardata, spesso persistente e puo' potenzialmente divenire irreversibile divenire irreversibile. Ipotensione, tachicardia, vertigini, manifestazioni sincopali, sono abbastanza comuni in pazienti che assumono fenotiazine. Poiche' sono piu' frequenti e gravi per via parenterale, l'iniezione deve essere eseguita in clinostatismo mantenendo il paziente in tale posizione da 30 a 60 minuti. Gli effetti ipotensivi sono piu' evidenti nei soggetti con feocromocitoma e insufficienza della mitrale. Sono possibili alterazioni del tracciato elettrocardiografico. Sono stati segnalati con Largactil o altri farmaci della stessa classe casi rari di prolungamento del QT, aritmie atriali, blocco A-V, aritmie ventricolari come torsioni di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco. Casi molto rari di morteimprovvisa. Gli effetti sulla crasi ematica sono piuttosto rari, ma g ravi. Essi comprendono leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, porpora, anemia emolitica ed anemia aplastica. Sono possibili reazioni di ipersensibilita' (generale o da contatto) e fotosensibilita', che per lo piu' sono rappresentate da eritemi, orticaria, eczemi, dermatiti esfoliative. Nelle terapie a lungo termine sono state segnalate pigmentazioni brune specie nelle zone fotoesposte. Le fenotiazine possono provocare iperprolattinemia, riduzione degli estrogeni, del progesteronee delle gonadotropine ipofisarie. Come conseguenza possono comparire nelle donne ingrossamento e tensione mammaria, lattazione abnorme, amenorrea e nell'uomo ginecomastia e riduzione del volume testicolare, impotenza. Altri effetti possibili sono un aumento del peso corporeo, edema periferico, iperglicemia e glicosuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: oltre a quelle cutanee ed ematologiche si puo' verificare con varia frequenza un ittero colestatico, clinicamente simile ad una epatite infettiva e caratterizzato da iperbilirubinemia, ipertransaminasemia, aumento della fosfatasi alcalina ed eosinofilia. In caso di segni o sintomi di sofferenza epaticala terapia deve essere immediatamente sospesa. Altre reazioni di iper sensibilita' sono rappresentate da edema laringeo o angioneurotico, laringospasmo, broncospasmo, reazioni anafilattiche, sindromi tipo lupuseritematoso sistemico. In caso di terapia protratta e' stata segnalat a la comparsa nella cornea e nel cristallino di materiale particellaredi natura non determinata che in certi pazienti ha determinato defici t visivo. Retinopatia pigmentaria. Poiche' sembra che i danni oculari siano in relazione con il dosaggio e la durata della terapia si suggerisce che i pazienti in trattamento con alte dosi o da lungo tempo siano controllati periodicamente. Altro: Sindrome Neurolettica Maligna; danno epatico e renale; come con tutte le fenotiazine in pazienti in trattamento prolungato con clorpromazina si puo' sviluppare "polmonite silente". Sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (TEV), inclusi casi di embolismo polmonare (EP) e trombosi venosa profonda (TVE). La frequenza di questi eventi e' sconosciuta
Gravidanza e allattamento
Non somministrare nel primo trimestre di gravidanza ne' durante l'allattamento: al di la' di questo periodo il prodotto deve essere usato solo quando ritenuto essenziale. Quando impiegato come antiemetico, il prodotto deve essere usato in gravidanza solo in casi di sintomatologiaconclamata per la quale non sia possibile un intervento alternativo e non nei frequenti e semplici casi di emesi gravidica e tantomeno con fini preventivi di essa.