Lamotrigina Doc - 56cpr Disp 50
Dettagli:
Nome:Lamotrigina Doc - 56cpr Disp 50Codice Ministeriale:036821635
Principio attivo:Lamotrigina
Codice ATC:N03AX09
Fascia:A
Prezzo:16.37
Rimborso:16.37
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Doc Generici Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse dispersibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi
Denominazione
LAMOTRIGINA DOC GENERICI
Formulazioni
Lamotrigina Doc - 28cpr Disp 25
Lamotrigina Doc - 56cpr Disp 50
Lamotrigina Doc - 56cpr Disp 100
Lamotrigina Doc - 56cpr Disp 200
Categoria farmacoterapeutica
Altri antiepilettici.
Principi attivi
Lamotrigina.
Eccipienti
Crospovidone, acesulfame potassio (E 950), aroma arancio, mannitolo (E 421), silice colloidale anidra, sodio stearilfumarato.
Indicazioni
ADULTI ED ADOLESCENTI. Monoterapia nell'epilessia: attacchi epilettici parziali, attacchi epilettici generalizzati, crisi primarie, crisi secondarie tonico-cloniche. Terapia aggiuntiva nell'epilessia: attacchi epilettici parziali, attacchi epilettici generalizzati, crisi primarie, crisi secondarie tonico-cloniche, attacchi epilettici associati alla Sindrome di Lennox-Gastaut in caso di insuccesso con altre associazioni di farmaci antiepilettici. BAMBINI oltre i 2 anni. terapia aggiuntiva nell'epilessia: attacchi epilettici parziali, attacchi epilettici associati alla Sindrome di Lennox-Gastaut. Il trattamento con questo medicinale deve essere iniziato solo da un neurologo o un neurologo pediatrico con esperienza nel trattamento dell'epilessia, o deve essere effettuato nei reparti di neurologia e reparti simili.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' verso la lamotrigina o uno qualsiasi degli eccipienti.
Posologia
ADULTI E ADOLESCENTI. Monoterapia: 25 mg una volta al giorno per 2 settimane, seguita da una dose di 50 mg una volta al giorno per 2 settimane. Successivamente, la dose si deve aumentare di non piu' di 50-100 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' 100-200 mg al giorno somministrati in una sola volta o in due dosi frazionate. Pazienti che ricevono valproato con o senza altri antiepilettici: 25 mg a giorni alterni per 2 settimane, seguiti da 25 mg una volta al giorno per due settimane. Successivamente, la dose si deve aumentare di non piu' di 25-50 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' 100-200 mg al giorno somministrati in una sola volta o in due dosi frazionate. In alcuni pazienti e' stato necessario somministrare 500 mg al giorno per ottenere la risposta desiderata. Pazienti che ricevono altri antiepilettici o altri principi attivi che inducono il metabolismo della lamotrigina con o senza altri antiepilettici, eccetto il valproato: 50 mg una volta al giorno per due settimane, seguiti da 100 mg al giorno in due dosi frazionate per 2 settimane. Si deve aumentare di non piu' di 100 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' 200-400 mg al giorno somministrati in due dosi frazionate. Pazienti che ricevono oxcarbazepina senza altri principi attivi che interferiscono con il metabolismo della lamotrigina: 25 mg una volta al giorno per 2 settimane, seguita da una dose di 50 mg una volta al giorno per 2 settimane. Successivamente, la dose si deve aumentare di non piu' di 50-100 mg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' 100-200 mg al giorno somministrati in una sola volta o in due dosi frazionate. BAMBINI dai 2 ai 12 anni che ricevono valproato con o senza altri antiepilettici: 0,15 mg/kg una volta al giorno per 2 settimane, seguiti da 0,3 mg/kg una volta al giorno per 2 settimane. Successivamente si deve aumentare la dose di non piu' di 0,3 mg/kg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' di 1-5 mg/kg al giorno somministrati in una sola volta o in 2 dosi frazionate, con una dose massima di 200 mg al giorno. Bambini, che ricevono antiepilettici induttori enzimatici o altri principi attivi induttori enzimatici con o senza altri antiepilettici, eccetto il valproato: 0,6 mg/kg al giorno somministrati in due dosi frazionate per 2 settimane seguiti da 1,2 mg/kg al giorno somministrati in due dosi frazionate per 2 settimane. Si deve aumentare la dose di non piu' di 1,2 mg/kg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' di 5-15 mg/kg al giorno somministrati in 2 dosi frazionate, con una dose massima di 400 mg al giorno. Bambini che ricevono oxcarbazepina senza principi attivi induttori o inibitori enzimatici: 0,3 mg/kg al giorno somministrati in una sola volta o in due dosi frazionate per 2 settimane, seguiti da 0,6 mg/kg al giorno somministrati in una sola volta o in due dosi frazionate per 2 settimane. Successivamente si deve aumentare la dose di non piu' di 0,6 mg/kg ogni 1-2 settimane fino al raggiungimento della risposta ottimale. L'abituale dose di mantenimento e' di 1-10 mg/kg al giorno somministrati in due dosi frazionate, con una dose massima di 200 mg al giorno. E' probabile che i pazienti dai 2 ai 6 anni d'eta' richiedano una dose di mantenimento all'estremita' superiore del range raccomandato. Nei pazienti il cui peso corporeo sia inferiore a 17 kg non e' possibile somministrare l'esatta dose iniziale di trattamento con la concentrazione piu' bassa di questo medicinale. Nei pazienti che assumono antiepilettici per i quali Attualmente si deve utilizzare l'aumento graduale della dose come raccomandato per l'assunzione concomitante con valproato; successivamente, si deve aumentare la dose fino al raggiungimento della risposta ottimale. Non sono disponibili sufficienti informazioni sull'uso della lamotrigina nei bambini sotto i 2 anni d'eta'. Anziani (>65 anni d'eta'): non e' richiesta nessuna regolazione della dose rispetto alla posologia raccomandata. Le dosi iniziali di aumento graduale e di mantenimento si devono in genere ridurre di circa il 50% nei pazienti con compromissione epatica moderata e del 75% in quella grave. La dose raccomandata per i pazienti con compromissione epatica puo' risultare non attuabile con i dosaggi di questo medicinale attualmente disponibili. Nei pazienti con insufficienza renale all'ultimo stadio, le dosi iniziali si devono adattare in base ai medicinali che essi assumono in concomitanza; dosi di mantenimento ridotte possono essere efficaci in pazienti con significativa compromissione della funzione renale. DONNE che assumono anticoncezionali ormonali. Pazienti che gia' assumono anticoncezionali ormonali: anche se e' stato dimostrato che un anticoncezionale orale aumenta la clearance della lamotrigina, non e' necessario modificare la dose rispetto alle linee-guida sull'aumento graduale della dose raccomandato basandosi esclusivamente sull'uso di anticoncezionali ormonali. L'aumento graduale della dose deve seguire le linee-guida raccomandate. Inizio dell'assunzione di anticoncezionali ormonali in pazienti che gia' stanno assumendo dosi di mantenimento di lamotrigina e che NON stanno assumendo induttori/inibitori della glucuronazione della lamotrigina: puo' rendersi necessario aumentare la dose di mantenimento della lamotrigina fino a raddoppiarle, in base alla risposta clinica individuale. Interruzione dell'assunzione di anticoncezionali ormonali in pazienti che gia' stanno assumendo dosi di mantenimento di lamotrigina e che NON stanno assumendo induttori/inibitori della glucuronazione della lamotrigina: puo' rendersi necessario diminuire la dose di mantenimento della lamotrigina fino al 50%, in base alla risposta clinica individuale. Si deve valutare con molta attenzione la necessita' di un aumento graduale fino alla dose di mantenimento quando si riprende una terapia con lamotrigina in pazienti che l' avevano sospesa, perche' con dosi iniziali elevate e con il superamento dell' aumento graduale della dose raccomandato per la lamotrigina e' associato il rischio di gravi rash cutanei. Piu' lungo e' l'intervallo di tempo trascorso dall'ultima dose assunta, maggiore e' l'attenzione che si deve prestare all' aumento graduale per arrivare alla dose di mantenimento. Quando il tempo trascorso dalla sospensione di lamotrigina supera cinque emivite, la lamotrigina si deve in genere scalare fino ad arrivare alla dose di mantenimento in base allo schema posologico appropriato. Si raccomanda l'assunzione delle compresse sempre alla stessa ora del giorno prima o dopo i pasti.
Conservazione
Nessuna precauzione particolare.
Avvertenze
Ci sono state segnalazioni di reazioni cutanee avverse, che si sono in genere manifestate le prime 8 settimane dopo l'inizio del trattamento con lamotrigina. Per la maggior parte i rash cutanei erano lievi e autolimitati. In rari casi sono stati segnalati rash cutanei gravi, comprendenti la sindrome di Stevens Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (TEN). Le relazioni di studi sull'epilessia negli adulti con le attuali raccomandazioni posologiche hanno mostrato un'incidenza approssimativa di gravi rash cutanei di 1 su 500, ma gli studi indicano che l'incidenza di rash associati all'ospedalizzazione nei bambini di eta' inferiore ai 12 anni e' piu' elevata (da 1/300 a 1/100). L'incidenza approssimativa di gravi rash cutanei segnalata come SJS negli adulti ed adolescenti e' di 1 su 1000. Nei bambini, la presentazione iniziale di un rash puo' essere scambiata per un'infezione. I medici devono tenere in considerazione la possibilita' di una reazione al principio attivo nei bambini che sviluppano sintomi di rash e febbre durante le prime 8 settimane di terapia. Il rischio globale di rash sembra inoltre essere fortemente associato a: alte dosi iniziali di lamotrigina e superamento dell'aumento graduale della dose raccomandato della terapia con lamotrigina; uso contemporaneo di valproato. Tutti i pazienti (adulti e bambini) che sviluppano un rash devono venire immediatamente valutati e la lamotrigina deve essere immediatamente sospesa e non piu' somministrata, a meno che il rash cutaneo sia palesemente non collegabile al principio attivo. Il rash e' stato segnalato anche come parte di una sindrome da ipersensibilita' associata ad uno schema variabile di sintomi sistemici, comprendenti febbre, linfadenopatia, edema facciale ed anomalie ematiche ed epatiche. La sindrome si manifesta in un ampio spettro di gravita' clinica e, in rari casi, puo' portare a coagulazione intravascolare disseminata (DIC) ed insufficienza di piu' organi. E' importante osservare che le prime manifestazioni di ipersensibilita' (cioe' febbre, linfadenopatia) possono essere presenti anche se il rash non risulta evidente. I pazienti vanno avvertiti di consultare immediatamente un medico se si sviluppano i segni ed i sintomi. Se sono presenti tali segni o sintomi, il paziente deve essere valutato immediatamente e la lamotrigina deve essere sospesa se non si puo' stabilire un'eziologia alternativa. Una brusca interruzione dell'assunzione di lamotrigina puo' provocare crisi epilettiche di rimbalzo. Tranne nei casi in cui vi siano problemi di sicurezza (per es. rash) che richiedono un'interruzione improvvisa, la dose di lamotrigina deve essere ridotta in modo graduale nell'arco di un periodo di 2 settimane. Nel caso di un cambiamento qualsiasi del trattamento (per es. l'introduzione o la sospensione di altri antiepilettici) si devono prendere in considerazione le potenziali interazioni farmacocinetiche. La lamotrigina puo' aumentare le crisi in alcuni pazienti. La lamotrigina e' un debole inibitore della diidrofolico riduttasi, e pertanto vi e' la possibilita' di un'interferenza con il metabolismo dell'acido folico durante una terapia a lungo termine. Vi sono segnalazioni nella letteratura che gravi attacchi convulsivi, compreso lo stato epilettico possono portare a rabdomiolisi, disfunzione di piu' organi e coagulazione intravascolare disseminata (DIC), talvolta con esito fatale. Casi simili si sono presentati con l'uso di lamotrigina. E' stato dimostrato che un'associazione di etinilestradiolo e levonorgestrel (30 mcg / 150 mcg) aumenta la clearance della lamotrigina di circa il doppio, con una conseguente diminuzione dei livelli di lamotrigina. Pertanto, puo' rendersi necessaria una titolazione del dosaggio di lamotrigina. Vi e' inoltre un modesto aumento della clearance di levonorgestrel e delle concentrazioni sieriche di FSH e LH quando si usano insieme alla lamotrigina. Non si puo' escludere la possibilita' di un effetto sull'efficacia anticoncezionale. Pertanto, si deve dire alle pazienti di segnalare prontamente eventuali variazioni del loro ciclo mestruale. Non sono stati studiati trattamenti con altri anticoncezionali orali e la terapia ormonale sostitutiva, anche se questi possono influire in modo simile sui parametri farmacocinetici della lamotrigina. Si richiede una particolare prudenza quando si trattano pazienti con insufficienza renale, perche' l'emivita della lamotrigina puo' risultare prolungata in caso di grave compromissione della funzione renale. Si deve inoltre prevedere un accumulo di metaboliti glucuronidi. La principale via di eliminazione e' il metabolismo epatico. In base ai dati farmacocinetici dei soggetti con insufficienza epatica si raccomanda una regolazione della dose secondo la gravita' (classificazione di Child-Pugh). Si raccomanda di non riprendere la terapia con lamotrigina nei pazienti che l' hanno sospesa per la comparsa di rash associato al trattamento precedente con lamotrigina, a meno che i potenziali benefici siano chiaramente superiori al rischio. Le donne in eta' fertile e durante la gravidanza devono utilizzare gli anticonvulsivanti come monoterapia quando possibile, perche' il rischio di malformazioni puo' aumentare con una terapia che associa piu' anticonvulsivanti.
Interazioni
Sono stati segnalati disturbi del sistema nervoso centrale comprendenti cefalea, nausea, offuscamento della visione, vertigini, diplopia ed atassia nei pazienti che assumevano carbamazepina dopo l'assunzione di lamotrigina. Questi casi si risolvono abitualmente con una riduzione della dose di carbamazepina. Anche se sono state segnalate variazioni delle concentrazioni plasmatiche di altri antiepilettici, studi controllati non hanno mostrato evidenze che la lamotrigina influisca sulla concentrazione plasmatica di antiepilettici assunti contemporaneamente. Gli studi in vitro indicano che la lamotrigina non sposta altri antiepilettici dai siti di legame proteici. Anticoncezionali ormonali In uno studio eseguito su 16 volontarie donne, una dose allo steady-state di 300 mg di lamotrigina non ha avuto alcun effetto sulla farmacocinetica della componente etinilestradiolo di una pillola anticoncezionale orale di associazione. E' stato osservato un modesto aumento della clearance orale della componente levonorgestrel, con una riduzione media del 19% e del 12% rispettivamente dell'AUC e della Cmax del levonorgestrel. La misurazione dei valori sierici di FSH, LH ed estradiolo nel corso dello studio ha indicato una certa perdita di soppressione dell'attivita' ormonale ovarica di alcune donne, anche se la misurazione del progesterone sierico indicava che non vi erano evidenze ormonali di ovulazione in nessuno dei 16 soggetti. Non e' noto l'impatto del modesto aumento della clearance del levonorgestrel e delle variazioni dei livelli sierici di FSH e LH sull'attivita' ovulatoria ovarica. Non sono stati studiati gli effetti di dosi di lamotrigina diverse da 300 mg al giorno e non sono stati condotti studi con altri preparati ormonali femminili. Gli antiepilettici che sono induttori enzimatici (come la fenitoina, la carbamazepina, il fenobarbitale ed il primidone) potenziano il metabolismo della lamotrigina e possono causare la necessita' di aumentare la dose. Il valproato riduce il metabolismo della lamotrigina ed aumenta l'emivita media della lamotrigina di quasi il doppio. Principi attivi che inibiscono significativamente la glucuronazione della lamotrigina: valproato. Principi attivi che inducono significativamente la glucuronazione della lamotrigina: carbamazepina, fenitoina, primidone, fenobarbitale, rifampicina, associazione etinilestradiolo/levonorgestrel. Principi attivi che non inibiscono ne' inducono significativamente la glucuronazione della lamotrigina: litio, bupropione, olanzapina, oxcarbazepina. Anticoncezionali ormonali: in uno studio di 16 volontarie donne, 30 mcg di etinilestradiolo / 150 mcg di levonorgestrel in una pillola anticoncezionale orale di associazione causavano un aumento di quasi il doppio della clearance totale della lamotrigina, con una conseguente riduzione media del 52% e del 39%, rispettivamente dell'AUC e della Cmax della lamotrigina. Le concentrazioni di lamotrigina sierica aumentavano gradatamente nel corso della settimana di trattamento inattivo (cioe' nella settimana senza la pillola), con concentrazioni pre-dose al termine della settimana di trattamento inattivo che erano, in media, circa il doppio di quelle riscontrate durante la terapia di associazione. Se l'effetto terapeutico della lamotrigina e' dubbio, pur essendo state fatte regolazioni della dose, si deve prendere in considerazione un metodo anticoncezionale non ormonale. I medici devono istituire un appropriato trattamento clinico delle donne che iniziano o interrompono l'assunzione di anticoncezionali orali durante la terapia con lamotrigina. La farmacocinetica del litio dopo assunzione di 2 g di gluconato di litio anidro 2 volte al giorno per 6 giorni a 20 soggetti sani non risultava alterata dalla contemporanea somministrazione di 100 mg al giorno di lamotrigina. Dosi orali multiple di bupropione non hanno avuto effetti statisticamente significativi sulla farmacocinetica della lamotrigina in dose singola in 12 soggetti ed hanno mostrato solo un lieve aumento dell'AUC della lamotrigina glucuronide. Gli esperimenti di inibizione in vitro hanno indicato che la formazione del metabolita primario della lamotrigina, il 2-N-glucuronide, era minimamente influenzata dalla concomitante incubazione con amitriptilina, bupropione, clonazepam, aloperidolo o lorazepam. I dati relativi al metabolismo del bufuralolo ricavati dal microsoma epatico umano indicavano che la lamotrigina non riduce la clearance dei principi attivi eliminati prevalentemente dal CYP2D6. I risultati degli esperimenti in vitro indicano inoltre che e' improbabile che la clearance della lamotrigina sia influenzata da clozapina, fluoxetina, fenelzina, risperidone, sertralina o trazodone. Tuttavia, e' stato riferito che la sertralina puo' aumentare la tossicita' della lamotrigina aumentandone la concentrazione nel plasma. L'assunzione prolungata di lamotrigina negli esseri umani non ha indotto significative alterazioni della concentrazione di emoglobina, del volume corpuscolare medio ne' delle concentrazioni di acido folico nel siero o nei globuli rossi fino ad 1 anno o delle concentrazioni di acido folico nei globuli rossi fino a 5 anni.
Effetti indesiderati
Molto comuni (>1/10), comuni (>1/100 <1/10), non comuni (>1/1000 <1/100), rari (>1/10.000 <1/1000) e molto rari (<1/10.000 incluse le segnalazioni isolate) Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: rash cutaneo. Rari: sindrome di Stevens Johnson. Molto rari: necrolisi epidermica tossica. Alterazioni del sangue e del sistema linfatico. Molto rari: anomalie ematologiche. Alterazioni del sistema immunitario. Molto rari: sindrome da ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Comuni: irritabilita'. Non comuni: aggressione. Molto rari: tic, allucinazioni, confusione. Alterazioni del sistema nervoso. Molto comuni: cefalea, vertigini. Comuni: sonnolenza, insonnia, tremore, nistagmo, atassia. Molto rari: agitazione, instabilita', disturbi del movimento, peggioramento della malattia di Parkinson, effetti extrapiramidali, coreoatetosi, aumento della frequenza di crisi epilettiche. Disturbi oculari. Molto comuni: diplopia, offuscamento della visione. Rari: congiuntivite. Alterazioni dell'apparato gastrointestinale. Comuni: disturbo gastrointestinale, nausea, vomito, diarrea. Alterazioni del sistema epatobiliare. Molto rari: aumento dei valori del test della funzione epatica, disfunzione epatica, insufficienza epatica. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto rari: reazioni simili al lupus. Disordini generali. Molto rari: stanchezza.
Gravidanza e allattamento
Alle donne in eta' fertile deve essere fornita una consulenza specialistica. La necessita' del trattamento antiepilettico deve essere rivalutata quando la paziente sta pianificando una gravidanza. Deve essere evitata una brusca interruzione della terapia antiepilettica perche' questo puo' provocare crisi di rimbalzo che potrebbero avere serie conseguenze sia per la donna sia per il feto. Il rischio di malformazioni congenite e' aumentato di un fattore da 2 a 3 nella prole di madri trattate con antiepilettici rispetto all'incidenza attesa nella popolazione generale di circa il 3%. I difetti piu' frequentemente riportati sono labbro leporino, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale. La terapia multipla con farmaci antiepilettici e' associata ad un piu' elevato rischio di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia; per questa ragione deve essere praticata la monoterapia ogni volta che sia possibile. Studi epidemiologici, che hanno coinvolto approssimativamente un totale di 2000 donne trattate in monoterapia con lamotrigina durante la gravidanza, non possono escludere un aumento del rischio di malformazioni congenite. Un registro ha rilevato un aumento dell'incidenza di labio-palatoschisi. Altri set di dati non hanno confermato questi risultati. Studi su animali hanno mostrato tossicita' di sviluppo. Qualora la terapia con lamotrigina sia ritenuta necessaria durante la gravidanza, si raccomanda la piu' bassa dose terapeutica. La lamotrigina e' un debole inibitore della diidrofolato reduttasi; riducendo i livelli di acido folico puo' quindi, teoricamente, causare un aumento del rischio di difetti embriofetali. Si puo' considerare la somministrazione di acido folico quando si pianifica una gravidanza e durante i primi mesi di gravidanza. Le modifiche fisiologiche durante la gravidanza possono influire sui livelli di lamotrigina e/o sull'effetto terapeutico. Sono stati riportati casi di diminuzione dei livelli plasmatici di lamotrigina durante la gravidanza. Va assicurato un appropriato controllo clinico delle donne in gravidanza durante la terapia con lamotrigina. Esistono informazioni limitate sull'uso della lamotrigina durante l'allattamento al seno. La lamotrigina viene escreta nel latte materno e puo' raggiungere concentrazioni sieriche nel neonato allattato al seno che rientrano nell'abituale range terapeutico della madre. Le madri devono pertanto allattare al seno solo dopo un'accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio per il bambino o interrompere l'allattamento al seno. Se il bambino viene allattato al seno, deve essere tenuto sotto controllo per i possibili effetti.