Irbesartan Id Sa - 28cpr 300+25m

Dettagli:
Nome:Irbesartan Id Sa - 28cpr 300+25m
Codice Ministeriale:041311236
Principio attivo:Irbesartan/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09DA04
Fascia:A
Prezzo:8.18
Doping:Proibito in e fuori gara
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30 gradi, luogo asciutto
Scadenza:24 mesi

Denominazione

IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE SANDOZ 300 MG/25 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Irbesartan Id Sa - 28cpr 300+25m
Irbesartan Id Sa - 28cpr 300+25m

Categoria farmacoterapeutica

Antagonisti dell'angiotensina II, associazioni.

Principi attivi

Irbesartan/idroclorotiazide.

Eccipienti

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina; lattosio monoidrato; croscarmelloso sodico; silice colloidale anidra; ipromellosa 3 mPas; cellulosa microcristallina silicizzata; magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa 6 mPas; idrossipropilcellulosa; macrogol 6000; lattosio monoidrato; biossido di titanio (E171); ossido di ferro (nero e rosso) (E172); talco.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale; la terapia di associazione a dosaggio fisso e' indicata nei pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dall'irbesartan o dall'idroclorotiazide da soli.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipientio ad altri derivati della sulfonamide (l'idroclorotiazide e' un deriv ato della sulfonamide); secondo e terzo trimestre di gravidanza; insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min); ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia; insufficienza epatica grave, cirrosi biliare e colestasi.

Posologia

Il medicinale puo' essere preso una volta al giorno, in concomitanza omeno col cibo. Un progressivo aggiustamento del dosaggio con i singol i componenti (cioe' irbesartan e idroclorotiazide) puo' essere raccomandato. Se clinicamente appropriato puo' essere preso in considerazioneun passaggio diretto dalla monoterapia all'associazione fissa: irbesa rtan/idroclorotiazide 300 mg/25 mg puo' essere somministrato nei pazienti la cui pressione arteriosa non e' adeguatamente controllata con irbesartan/idroclorotiazide 300 mg/12,5 mg. Dosaggi maggiori di 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno non sono raccomandati. Quando necessario irbesartan/idroclorotiazide puo' essere somministrato con un altro medicinale antipertensivo. Insufficienza renale: per la presenza di idroclorotiazide, il farmaco non e' raccomandato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). In questi pazienti i diuretici dell'ansa sono preferibili ai tiazidici. Non sono necessari aggiustamenti posologici in quei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia >= 30 ml/min. Insufficienza epatica: il medicinale non e' indicato nei soggetti con una insufficienza epatica grave. I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con disfunzione epatica. Non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio del prodotto nei pazienti con disfunzione epatica lieve o moderata. Pazienti anziani: non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio. Popolazione pediatrica: a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull'efficacia, l'uso del prodotto non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti.

Conservazione

Blister PVC/PVDC/Al: non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Blister Al/Al: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita' Flaconi HDPE: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.

Avvertenze

In pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l'ipotensione,il medicinale e' stato raramente associato ad ipotensione sintomatica . Questa puo' manifestarsi nei pazienti ipovolemici o con iposodiemia a causa di una intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito. In tali casi correggere la condizione di base prima di iniziarela terapia. Esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e d i insufficienza renale quando soggetti portatori di stenosi bilateraledell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con mono- rene fun zionante sono trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II. Monitorare la funzionalita' renale di questi pazienti. Sebbene cio' non sia documentato nella terapia con il farmaco, un effetto simile e' prevedibile. Quando il prodotto viene usato in pazienti con disfunzione renale e' raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico. Non ci sono esperienze relative alla somministrazione del farmaco a pazienti con trapianto renale recente. Il medicinale non deve essere usato in pazienti con insufficienza renale grave. In pazienti con disfunzione renale si puo' riscontrare iperazotemia indotta dai tiazidici. Non sono richiesti aggiustamenti del dosaggio nei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia >= 30 ml/min. Tuttavia nei pazienti con insufficienza renale lieve-moderata l'associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela. I tiazidici devono essere somministrati con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o malattie epatiche progressive, dato che lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono determinare coma epatico. Non ci sono esperienze cliniche con il medicinale nei pazienti con insufficienza epatica. E' richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. I pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono ai medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'uso del medicinale non e' raccomandato. L'uso dei tiazidici puo' interferirecon la tolleranza al glucosio. In pazienti diabetici puo' rendersi ne cessario un adattamento delle dosi di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con i tiazidici un diabete mellito latente puo' rendersi manifesto. Incrementi nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati con l'uso dei diuretici tiazidici;comunque, alla dose di 12,5 mg presente nel farmaco, nessun effetto o effetti minimi sono stati segnalati. In alcuni pazienti in terapia co n i tiazidici si possono verificare casi di iperuricemia o crisi di gotta. Un controllo periodico degli elettroliti sierici deve essere eseguito ad intervalli adeguati. I tiazidici, compresa l'idroclorotiazide,possono indurre uno squilibrio idro-elettrolitico (incluso ipopotassi emia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica). Sintomi di allarme per unosquilibrio idro-elettrolitico sono secchezza delle fauci, senso di se te, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, e disturbi gastrointestinali quale nausea o vomito. Sebbene si possa verificare ipopotassiemia nei pazienti in terapia con i diuretici tiazidici, la terapia concomitante con irbesartan puo' ridurre l'ipopotassiemia indotta da diuretici. Il rischio di ipopotassiemia e' massimo nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti sottoposti ad intensa diuresi, nei pazienti che ricevono un insufficiente apporto orale di elettroliti e nei pazienti in concomitante terapia con corticosteroidi o ACTH.Di contro, per la presenza di irbesartan nel prodotto, puo' manifesta rsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale e/o scompenso cardiaco, e diabete mellito. Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti salini contenenti potassio dovranno essere somministrati con cautela in concomitanza con il farmaco. Non vi e' evidenza che irbesartan riduca o prevenga l'iposodiemia indotta da diuretici. L'ipocloremia che si puo' verificare e' generalmente di lieve entita' e di solito non richiede alcuntrattamento. I tiazidici possono ridurre l'eliminazione urinaria di c alcio e possono causare un aumento intermittente e lieve nei livelli di calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo delcalcio. Una spiccata ipercalcemia puo' rivelare un iperparatiroidismo non manifesto. La terapia con i tiazidici deve essere interrotta prim a di effettuare esami della funzione paratiroidea. E' stato dimostratoche i tiazidici aumentano l'escrezione urinaria di magnesio, causando ipomagnesemia. La combinazione di litio e farmaco non e' raccomandata . L'idroclorotiazide contenuta in questo medicinale puo' dare risultati positivi all'esame antidoping. Nei pazienti in cui il tono vasale e la funzionalita' renale dipendono prevalentemente dall'attivita' del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, che interessano tale sistema, e' stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta. Un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, puo' determinare infarto miocardico o ictus. Reazioni di ipersensibilita' all'idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazioni sono piu' probabili. Con l'uso dei diuretici tiazidici e' stato descritto peggioramento o insorgenza del lupus erythematosus sistemico. Con l'uso di diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni da fotosensibilizzazione. Se durante il trattamento si verifica una reazione da fotosensibilizzazione, si raccomanda diinterrompere la terapia. Se si ritiene necessario riprendere il tratt amento, si raccomanda di proteggere le aree esposte ai raggi solari o a quelli UVA artificiali. Non iniziare la terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticatauna gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immed iatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. Contiene lattosio.

Interazioni

L'effetto antipertensivo del medicinale puo' aumentare con l'uso concomitante di altri antipertensivi. Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide) sono statisomministrati con sicurezza con altri antipertensivi, compresi calcio -antagonisti e beta-bloccanti adrenergici. Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici puo' determinare ipovolemia e, se questa nonviene corretta prima, puo' comportare il rischio di ipotensione all'i nizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici. Litio: e' stato riscontrato un aumento reversibile delle concentrazioni sieriche e della tossicita' del litio quando questo viene somministrato in concomitanza con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Simili effetti sono stati finora riportati molto raramente conirbesartan. Inoltre, la clearance renale del litio e' ridotta dai tia zidici, pertanto il rischio di tossicita' da litio puo' aumentare con il farmaco. Percio', la combinazione di litio e medicinale non e' raccomandata. In caso di reale necessita' della combinazione si raccomandaun attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Medicinali che influenzano i livelli di potassio: la deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide e' attenuata dall'effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan. Tuttavia, questo effetto dell'idroclorotiazide sul potassio sierico potrebbe essere potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia. Di contro, in base all'esperienza con altri medicinali che riducono l'attivita' del sistema renina-angiotensina, l'uso concomitante dei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti saliniche contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio puo' causare incrementi della potassiemia . Si raccomanda un controllo adeguato del potassio sierico nei pazienti a rischio. Medicinali influenzati da alterazioni della potassiemia: quando il farmaco e' somministrato in associazione con altri medicinali la cui azione e' influenzata da alterazioni del potassio sierico, siraccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia. Medicinali an tinfiammatori non-steroidei: quando gli antagonisti dell'angiotensina-II sono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori nonsteroidei (cioe' inibitori selettivi COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e FANS non selettivi), si puo' verificare un'attenuazione de ll'effetto antipertensivo. Come con gli ACE- Inibitori, l'uso simultaneo di antagonisti dell'angiotensina-II e di FANS puo' portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio siericoparticolarmente in pazienti con preesistente modesta funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente n egli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e dopo l'inizio della terapia combinata si deve considerare il monitoraggio della funzione renale, da effettuare periodicamente in seguito. Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan: negli studi clinici, la farmacocinetica dell'irbesartan non e' stata influenzata dall'idroclorotiazide. Irbesartan e' principalmente metabolizzato da CYP2C9 e peruna quota minore attraverso la glucuronizzazione. Non sono state osse rvate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative quando irbesartan e' stato somministrato in concomitanza con warfarin, un medicinale metabolizzato del CYP2C9. Gli effetti degli induttori delCYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell'irbesartan no n sono stati valutati. La farmacocinetica della digossina non e' stataalterata dalla somministrazione concomitante di irbesartan. >>Ulterio ri informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide. Quando somministrati in concomitanza, i seguenti medicinali possono interagire con i diuretici tiazidici. Alcool: si puo' verificare il potenziamento dell'ipotensione ortostatica. Medicinali antidiabetici (antidiabetici oralie insulina): puo' essere richiesto un aggiustamento posologico dell'a ntidiabetico. Colestiramina e colestipolo: l'assorbimento di idroclorotiazide e' alterato in presenza delle resine a scambio anionico. Corticosteroidi, ACTH: puo' essere aumentata la deplezione degli elettroliti, in particolare del potassio. Glicosidi digitatici: l'ipopotassiemiae l'ipomagnesiemia indotta dai tiazidici favoriscono la comparsa di a ritmie cardiache da digitale. Medicinali antinfiammatori non steroidei: in alcuni pazienti la somministrazione di un farmaco antinfiammatorio non steroideo puo' ridurre gli effetti diuretici, sodiuretici e antipertensivi dei diuretici tiazidici. Amine pressorie (es. noradrenalina): l'effetto delle amine pressorie puo' essere diminuito, ma non tantoda precluderne l'uso. Miorilassanti muscolo-scheletrici non depolariz zanti (es. tubocurarina): l'effetto dei rilassanti muscolo-scheletricinon depolarizzanti puo' essere potenziato dall'idroclorotiazide. Medi cinali antigottosi: potra' essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l'idroclorotiazide puo' aumentare i livelli sierici di acido urico. Un aumento nel dosaggio di probenecid o sulfinpirazone puo' essere necessario. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici puo' aumentare l'incidenza di reazioni di ipersensibilita' all'allopurinolo. Sali di calcio: i diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della ridotta escrezione. Se e' necessario prescrivere supplementi di calcio o medicinali risparmiatori di calcio (es. terapia con vitamina D), la calcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato di conseguenza. I tiazidici possono aumentare l'effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido. I farmaci anticolinergici (es. atropina, beperiden), possono aumentare la biodisponibilita' dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una diminuzione della motilita' gastrointestinale e della velocita' di svuotamento gastrico. I tiazidici possono aumentare il rischio di effetti indesiderati da amantadina. I tiazidici possono ridurre l'escrezione renale di medicinali citotossici (es. ciclofosfamide, metotressato) e potenziare il loro effetto mielodepressivo.

Effetti indesiderati

La frequenza delle reazioni avverse descritte di seguito e' definita secondo la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (da >= 1/100 a < 1/10); non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100); raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000). >>Combinazione Irbesartan/idroclorotiazide. Di seguito sono riportate le reazioni avverse da segnalazioni spontanee ed osservate negli studi clinici controllati verso placebo in cui 898 pazienti ipertesi hanno ricevuto varie dosi (intervallo: da 37,5 mg/6,25 mg fino a 300 mg/25 mg di irbesartan/idroclorotiazide). Disturbi del sistema immunitario. Non nota: casi di reazionid'ipersensibilita' come angioedema, rash, orticaria. Disturbi del met abolismo e della nutrizione. Non nota: iperpotassiemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiro; non comune: capogiro ortostatico; non nota: cefalea. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: tinnito Patologie cardiache. Non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, edema. Patologie vascolari. Non comune: flushing. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea/vomito; non comune: diarrea; non nota: dispepsia, disgeusia. Patologie epatobiliari. Non nota: epatite, disfunzione epatica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: gonfiore delle estremita'; non nota: artralgia, mialgia. Patologie renali e urinarie. Comune: disturbi della minzione; non nota: alterazione della funzione renale, inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzioni sessuali, cambiamenti nella libido. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sededi somministrazione. Comune: affaticamento. Esami diagnostici: i pazi enti trattati con irbesartan/idroclorotiazide hanno mostrato alterazioni nei parametri dei test di laboratorio che sono state raramente clinicamente significative; comune: aumento di BUN, della creatinina e della creatinchinasi; non comune: diminuzione dei livelli sierici di potassio e di sodio. Informazioni aggiuntive sui singoli componenti: in aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per la combinazione, altre reazioni avverse riportate precedentemente con uno dei componenti possono essere potenziali reazioni avverse con il medicinale. >>Irbesartan. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non comune: dolore toracico. >>Idroclorotiazide. Patologie delsistema emolinfopoietico. Non nota: anemia aplastica, mielodepression e, neutropenia/agranulocitosi, anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia. Disturbi psichiatrici. Non nota: depressione, disturbi del sonno. Patologie del sistema nervoso. Non nota: capogiro, parestesie, sensazione di testa leggera, agitazione. Patologie dell'occhio. Non nota:visione offuscata transitoria, xantopsia. Patologie cardiache. Non no ta: aritmia cardiaca. Patologie vascolari. Non nota: ipotensione posturale. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: difficolta' respiratoria (inclusa polmonite ed edema polmonare). Patologie gastrointestinali. Non nota: pancreatite, anoressia, diarrea, costipazione, irritazione gastrica, scialoadenite, perdita dell'appetito. Patologie epatobiliari. Non nota: ittero (ittero colestatico intraepatico). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculiti, vasculiti cutanee), reazioni cutanee simil-lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilita', rash, orticaria. Patologie del sistema muscoloschelestrico e del tessuto connettivo. Non nota: debolezza, spasmi muscolari. Patologie renali e urinarie. Non nota: nefrite interstiziale, disfunzione renale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non nota: febbre. Esami diagnostici. Non nota: disturbi dell'equilibrio elettrolitico (inclusa ipopotassiemia e iposodiemia), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento del colesterolo e dei trigliceridi. Gli eventi avversi dose dipendenti dell'idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l'incremento graduale del dosaggio di idroclorotiazide.

Gravidanza e allattamento

L'uso degli AIIRA non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso degli AIIRA e' controindicato durante il secondo ed ilterzo trimestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE inibitori duranteil primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tu ttavia non puo' essere escluso un piccolo aumento del rischio. Sebbenenon siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), un simile ris chio puo' esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con il farmaco deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad un AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicita' fetale e tossicita' neonatale. Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRAdevono essere attentamente osservati per quanto riguarda l'ipotension e. Idroclorotiazide: c'e' limitata esperienza con idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studisugli animali sono insufficienti. Idroclorotiazide attraversa la plac enta. In base al suo meccanismo d'azione, l'uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza puo' compromettere laperfusione feto-placentale e causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni dell'equilibrio elettrolitico e trombocitopenia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell'edema gestazionale, dell'ipertensione gestazionale o della preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza un effetto benefico sul decorso della malattia. Idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell'ipertensione essenziale in donne in gravidanza eccetto che nelle rare situazioni incui non sono disponibili altre terapie. Poiche' non sono disponibili dati riguardanti l'uso del farmaco durante l'allattamento, il medicinale non e' raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi concomprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, spe cialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri. Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantita'. I diureticitiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che puo' inibire la produzione di latte. L'uso del prodotto durante l'allattamento al senonon e' raccomandato. Se il medicinale viene assunto durante l'allatta mento, le dosi devono essere mantenute ai livelli piu' bassi possibili.