Irbesartan Id Au - 28cpr 150+12,

Dettagli:
Nome:Irbesartan Id Au - 28cpr 150+12,
Codice Ministeriale:041243039
Principio attivo:Irbesartan/Idroclorotiazide
Codice ATC:C09DA04
Fascia:A
Prezzo:5.77
Rimborso:5.77
Doping:Proibito in e fuori gara
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Aurobindo Pharma Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Inferiore a +30 gradi
Scadenza:24 mesi

Denominazione

IRBESARTAN E IDROCLOROTIAZIDE AUROBINDO COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Irbesartan Id Au - 28cpr 150+12,
Irbesartan Id Au - 28cpr 300+12,
Irbesartan Id Au - 28cpr 300+25m

Categoria farmacoterapeutica

Antagonisti dell'angiotensina-II e diuretici.

Principi attivi

Compresse rivestite con film da 150 mg/12,5 mg: 150 mg di irbesartan e12,5 mg di idroclorotiazide. Compresse rivestite con film da 300 mg/1 2,5 mg: 300 mg di irbesartan e 12,5 mg di idroclorotiazide. Compresse rivestite con film da 300 mg/25 mg: 300 mg di irbesartan e 25 mg di idroclorotiazide.

Eccipienti

Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, sodio amido glicolato (tipo A), povidone K30, silice colloidale anidra, talco, sodio stearil fumarato. Rivestimento. Compresse rivestite con film da 150 mg/12,5 mg e300 mg/12,5 mg: lattosio monoidrato, ipromellosa (E464), titanio dios sido (E171), macrogol 4000, ossidi di ferro giallo (E172), ossidi di ferro rosso (E172). Compresse rivestite con film da 300 mg/25 mg: ipromellosa (E464), titanio diossido (E171), macrogol 4000, ossidi di ferrorosso (E172), ossidi di ferro nero (E172).

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale. La terapia di associazione a dosaggio fisso e' indicata nei pazienti adulti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dall'irbesartan o dall'idroclorotiazide da soli.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipientio ad altre sostanze derivate della sulfonamide (l'idroclorotiazide e' un derivato della sulfonamide). Secondo e terzo trimestre di gravidan za. Compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min). Ipopotassiemia refrattaria, ipercalcemia. Compromissione epatica grave, cirrosi biliare e colestasi

Posologia

Irbesartan e Idroclorotiazide puo' essere preso una volta al giorno, con o senza cibo. Un progressivo aggiustamento del dosaggio con i singoli componenti (es. irbesartan e idroclorotiazide) puo' essere raccomandato. Se clinicamente appropriato puo' essere preso in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia all'associazione fissa: Irbesartan e Idroclorotiazide 150 mg/12,5 mg puo' essere somministrato nei pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dall'idroclorotiazide o dall'irbesartan 150 mg, da soli; Irbesartan e Idroclorotiazide 300 mg/12,5 mg puo' essere somministrato nei pazienti non adeguatamente controllati dall'irbesartan 300 mg o da Irbesartan e Idroclorotiazide 150 mg/12,5 mg; Irbesartan e Idroclorotiazide 300 mg/25 mg puo' essere somministrato nei pazienti non adeguatamente controllati da Irbesartan e Idroclorotiazide 300 mg/12,5 mg. Dosaggi maggioridi 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno non sono raccomandati. Quando necessario Irbesartan e Idroclorotiazid e puo' essere somministrato con un altro medicinale antipertensivo. Compromissione renale: per la presenza del componente idroclorotiazide, Irbesartan e Idroclorotiazide non e' raccomandato in pazienti con disfunzione renale grave. In questi pazienti i diuretici dell'ansa sono preferibili ai tiazidici. Non sono necessari aggiustamenti posologici inquei pazienti con compromissione renale la cui clearance della creati nina sia >= 30 ml/min. Compromissione epatica: Irbesartan e Idroclorotiazide non e' indicato nei soggetti con una compromissione epatica grave. I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa. Non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio di Irbesartan e Idroclorotiazide nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. Pazienti anziani: nei pazienti anziani non e' necessario alcun aggiustamento del dosaggio di Irbesartan eIdroclorotiazide. Popolazione pediatrica: l'uso di Irbesartan e Idroc lorotiazide non e' raccomandato nei bambini e negli adolescenti, poiche' la sicurezza e l'efficacia non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Modi di somministrazione: per uso orale.

Conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C.

Avvertenze

Ipotensione. Pazienti ipovolemici: in pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l'ipotensione, Irbesartan e Idroclorotiazide e' stato raramente associato ad ipotensione sintomatica. Questa puo' manifestarsi nei pazienti ipovolemici o con iposodiemia a causa di una intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito. In tali casila condizione di base deve essere corretta prima di iniziare la terap ia con Irbesartan e Idroclorotiazide. Stenosi dell'arteria renale. Ipertensione renovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell'arteria renale, o stenosi dell'arteria renale con mono-rene funzionante trattati con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II. Sebbene cio' non sia documentato nella terapia con Irbesartan e Idroclorotiazide, un effetto simile e' prevedibile. Compromissione renale e trapianto renale: si raccomanda un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di Irbesartan e Idroclorotiazide a pazienti con trapianto renale recente. Irbesartan e Idroclorotiazide non deve essere usato in pazienti con compromissione renale grave. In pazienti confunzionalita' renale compromessa si puo' riscontrare presenza di urea nel sangue indotta dai tiazidici. Non sono richiesti aggiustamenti de l dosaggio nei pazienti con compromissione renale la cui clearance della creatinina sia >= 30 ml/min. Tuttavia nei pazienti con compromissione renale da lieve a moderata questa associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela. Compromissione epatica: i tiazidici devono essere usati con cautela in pazienti con finzionalita' epatica compromessa o malattie epatiche progressive, dato che lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono determinare coma epatico. Non esiste esperienza clinica sull'uso di Irbesartan e Idroclorotiazide nei pazienti con compromissione epatica. Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: e' richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Aldosteronismo primario:i pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a med icinali antipertensivi che agiscono attraverso l'inibizione del sistema renina-angiotensina. Quindi, l'uso di Irbesartan e Idroclorotiazide non e' raccomandato. Effetti metabolici ed endocrini: la terapia con tiazidici puo' compromettere la tolleranza al glucosio. In pazienti diabetici puo' rendersi necessario un adattamento delle dosi di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con i tiazidici puo' manifestarsi un diabete mellito latente. Incrementi nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati all'uso dei diuretici tiazidici; comunque, alla dose di 12,5 mg presente in Irbesartan e Idroclorotiazide, sono stati segnalati effetti minimi o nulli. In alcuni pazienti in terapia con i tiazidici si possono verificare casi diiperuricemia o crisi di gotta. Squilibrio elettrolitico: come per tut ti i pazienti in terapia diuretica, si deve effettuare un controllo periodico, ad intervalli adeguati, degli elettroliti sierici. I tiazidici, compresa l'idroclorotiazide, possono indurre uno squilibrio idro-elettrolitico. Sebbene si possa verificare ipopotassiemia nei pazienti in terapia con i diuretici tiazidici, questa puo' essere ridotta dalla terapia concomitante con irbesartan. Il rischio di ipopotassiemia e' massimo nei pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con intensa diuresi, in pazienti che ricevano un insufficiente apporto orale di elettroliti e in pazienti in concomitante terapia con corticosteroidi o ACTH.Di contro, per la presenza del componente irbesartan in Irbesartan e Idroclorotiazide puo' manifestarsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di compromissione renale e/o scompenso cardiaco, e diabete mellito. Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti salini contenenti potassio devono essere somministrati con cautela in concomitanza con Irbesartan e Idroclorotiazide. Non vi e' evidenza che irbesartan riduca o prevenga l'iposodiemia indotta da diuretici. L'ipocloremia che si puo' verificare e' generalmente di lieve entita' e non richiede alcun trattamento. I tiazidici possono ridurre l'eliminazione urinaria di calcio e possono causare un aumento intermittente e lieve nei livelli di calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo del calcio. Una spiccata ipercalcemia puo' rivelare un iperparatiroidismo non manifesto. La terapia con i tiazidici deve essere interrotta prima di effettuare esami della funzione paratiroidea. E' stato dimostrato che i tiazidici aumentano l'escrezione urinaria di magnesio, causando ipomagnesemia. Litio: l'associazione di litio con Irbesartan e Idroclorotiazide non e' raccomandata. In pazienti in cui il tono vasale e la funzionalita' renale dipendono prevalentemente dall'attivita' del sistema renina- angiotensina-aldosterone, il trattamento con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina o antagonisti dei recettori dell'angiotensina-II, che interferiscono con tale sistema, e' stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta. Un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, puo' determinare infarto miocardico o ictus. Reazioni di ipersensibilita' all'idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazionisono piu' probabili. E' stata segnalata esacerbazione o insorgenza de l lupus eritematoso sistemico. Sono stati segnalati casi di reazioni da fotosensibilita'. Se durante il trattamento si verifica una reazioneda fotosensibilita', si raccomanda di interrompere la terapia. Se si ritiene necessario una risomministrazione del diuretico, si raccomandadi proteggere le aree esposte ai raggi solari o a quelli UVA artifici ali. La terapia con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamentee, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. Ques to medicinale contiene lattosio.

Interazioni

Altri antipertensivi: l'effetto antipertensivo di Irbesartan e Idroclorotiazide puo' aumentare con l'uso concomitante di altri antipertensivi. Irbesartan ed idroclorotiazide (a dosaggi fino a 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide) sono stati somministrati con sicurezza con altri antipertensivi, compresi calcio-antagonisti e bloccanti beta-adrenergici. Un trattamento precedente con alte dosi di diuretici puo'determinare ipovolemia e, se questa non viene corretta prima, puo' co mportare il rischio di ipotensione all'inizio della terapia con irbesartan con o senza diuretici tiazidici. Litio: e' stato segnalato un aumento reversibile delle concentrazioni sieriche e della tossicita' del litio quando questo sia somministrato in concomitanza con inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina. Simili effetti sono stati finora riportati molto raramente con irbesartan. Inoltre, la clearancerenale del litio e' ridotta dai tiazidici con aumento del rischio di tossicita' da litio con Irbesartan e Idroclorotiazide. Percio', l'associazione di litio e Irbesartan e Idroclorotiazide non e' raccomandata.In caso tale associazione si dimostrasse necessaria, si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio. Medicinali che inf luenzano i livelli di potassio: la deplezione di potassio determinata da idroclorotiazide e' attenuata dall'effetto di risparmio del potassio indotto da irbesartan. Tuttavia, ci si attende che questo effetto dell'idroclorotiazide sul potassio sierico sia potenziato da altri medicinali che inducono una perdita di potassio e ipopotassiemia (altri potassiuretici, lassativi, amfotericina, carbenoxolone, penicillina G sodica). Di contro, in base all'esperienza con altri medicinali che riducono l'attivita' del sistema renina-angiotensina, l'uso concomitante dei diuretici risparmiatori di potassio, dei supplementi di potassio, dei sostituti salini che contengono potassio o di altri medicinali in grado di aumentare i livelli sierici di potassio puo' causare incrementidella potassiemia. Si raccomanda un controllo adeguato del potassio s ierico nei pazienti a rischio. Medicinali influenzati da alterazioni della potassiemia: quando Irbesartan e Idroclorotiazide e' somministrato in associazione con altri medicinali influenzabili da alterazioni del potassio sierico (es. glicosidi digitalici, antiaritmici), si raccomanda un monitoraggio periodico della potassiemia. Medicinali antinfiammatori non-steroidei: quando gli antagonisti dell'angiotensina-II sonosomministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroi dei (cioe' inibitori selettivi COX-2, acido acetilsalicilico (> 3 g/die) e farmaci antinfiammatori non steroidei non selettivi), si puo' verificare attenuazione dell'effetto antipertensivo. L'uso simultaneo di antagonisti dell'angiotensina-II e di farmaci antinfiammatori non steroidei puo' portare ad un maggiore rischio di peggioramento della funzione renale, inclusa una possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico particolarmente in pazienti con preesistente funzionalita' renale ridotta. La combinazione deve essere somministrata con cautela, specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e dopo l'inizio della terapia combinata si deve considerare il monitoraggio della funzione renale, da effettuare periodicamente in seguito. Ulteriori informazioni sulle interazioni di irbesartan: negli studi clinici, la farmacocinetica dell'irbesartan none' stata influenzata dall'idroclorotiazide. Irbesartan e' principalme nte metabolizzato da CYP2C9 e per una quota minore attraverso la glucuronizzazione. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche significative in seguito a somministrazioni concomitanti di irbesartan con warfarin, un medicinale metabolizzato del CYP2C9. Gli effetti degli induttori CYP2C9, come la rifampicina, sulla farmacocinetica dell'irbesartan non sono stati valutati. La farmacocineticadella digossina non e' stata alterata dalla somministrazione concomit ante di irbesartan. Ulteriori informazioni sulle interazioni di idroclorotiazide: quando somministrati in concomitanza, i seguenti farmaci possono interagire con i diuretici tiazidici. Alcool: si puo' verificare il potenziamento dell'ipotensione ortostatica; medicinali antidiabetici (antidiabetici orali e insuline): puo' essere richiesto un aggiustamento posologico dell'antidiabetico; colestiramina e colestipolo resine: l'assorbimento di idroclorotiazide e' alterato in presenza delle resine a scambio anionico. Irbesartan e Idroclorotiazide deve essere assunto almeno un'ora prima o 4 ore dopo questi medicinali. Corticosteroidi, ACTH: puo' essere aumentata la deplezione degli elettroliti, in particolare del potassio; glicosidi digitalici: l'ipopotassiemia o l'ipomagnesiemia indotta dai tiazidici favoriscono la comparsa di aritmie cardiache da digitale; farmaci antinfiammatori non steroidei: in alcuni pazienti la somministrazione di un farmaco antinfiammatorio non steroideo puo' ridurre gli effetti diuretici, natriuretici e antipertensivi dei diuretici tiazidici; amine pressorie: l'effetto delle amine pressorie puo' essere diminuito, ma non tanto da precluderne l'uso; rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti: l'effetto dei rilassanti muscolo-scheletrici non depolarizzanti puo' essere potenziato dall'idroclorotiazide; medicinali antigottosi: puo' essere necessario un aggiustamento posologico dei medicinali antigottosi visto che l'idroclorotiazide puo' aumentare i livelli sierici di acido urico. Un aumento nel dosaggio di probenecid o sulfinpirazone puo' essere necessario. La somministrazione contemporanea di diuretici tiazidici puo' aumentare l'incidenza di reazioni di ipersensibilita' all'allopurinolo; sali di calcio: i diuretici tiazidici possono aumentare i livelli sierici di calcio a causa della ridotta escrezione. Se e' necessario somministrare supplementi di calcio o medicinali risparmiatori di calcio, la calcemia deve essere controllata ed il dosaggio di calcio modificato di conseguenza; carbamazepina: l'uso concomitante di carbamazepina e idroclorotiazide e' stato associato al rischio di iposodiemia sintomatica. Durantel'uso concomitante devono essere monitorati gli elettroliti. Se possi bile, si deve ricorrere ad un'altra classe di diuterici; altre interazioni: i tiazidici possono aumentare l'effetto iperglicemico dei beta-bloccanti e del diazossido. I farmaci anticolinergici possono aumentarela biodisponibilita' dei diuretici di tipo tiazidico attraverso una d iminuzione della motilita' gastrointestinale e della velocita' di svuotamento gastrico. I tiazidici possono aumentare il rischio di effetti indesiderati da amantidina. I tiazidici possono ridurre l'escrezione renale di medicinali citotossici e potenziare il loro effetto mielodepressivo.

Effetti indesiderati

Reazioni avverse osservate da segnalazioni spontanee e negli studi clinici controllati con placebo. La frequenza delle reazioni avverse si definisce in base alla seguente convenzione: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); rara (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto rara (< 1/10.000). Esami diagnostici. Comune: aumento dell'azoto ureico ematico (iperazotemia), della creatinina edella creatinchinasi: non comune: diminuzione deli livelli sierici di potassio e di sodio; non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, e dema. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri; non comune: capogiro ortostatico; non nota: cefalea. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non nota: tinnito. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea/vomito; non comune: diarrea; non nota: dispepsia, disgeusia. Patologierenali e urinarie. Comune: minzione anormale; non nota: compromission e della funzione renale, inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: gonfiore delle estremita'; non nota: artralgia, mialgia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non nota: iperpotassiemia. Patologie vascolari. Non comune: vampate. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento. Patologie del sistema immunitario. Non nota: casidi reazioni di ipersensibilita' come angioedema, eruzione cutanea, or ticaria. Patologie epatobiliari. Non comune: ittero; non nota: epatite, disfunzione epatica. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: disfunzioni sessuali, cambiamenti nella libido. Informazioni aggiuntive sui singoli componenti: in aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per l'associazione, altre reazioni avverse segnalate precedentemente con uno dei singoli componenti possono esserepotenziali reazioni avverse con Irbesartan e Idroclorotiazide. Reazio ni avverse segnalate con l'uso di irbesartan in monoterapia. Patologiesistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Non c omune: dolore toracico. Reazioni avverse (indipendentemente dalla relazione col medicinale) segnalate con l'uso di idroclorotiazide in monoterapia. Esami diagnostici. Non nota: squilibrio elettrolitico (comprese ipopotassiemia e iponatremia), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento del colesterolo e dei trigliceridi. Patologie cardiache. Non nota: aritmie cardiache. Patologie del sistema emolinfopoietico. Nonnota: anemia aplastica, mielodepressione, neutropenia/agranulocitosi, anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia. Patologie del sistema nervoso. Non nota: vertigini, parestesie, stordimento, agitazione. Aptologie dell'occhio. Non nota: visione offuscata transitoria, xantopsia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non nota: difficolta' respiratoria (inclusa polmonite ed edema polmonare). Patologie gastrointestinali. Non nota: pancreatite, anoressia, diarrea, stipsi, irritazione gastrica, scialoadenite, perdita dell'appetito. Patologie renali e urinarie. Non nota: nefrite interstiziale, disfunzione renale. Patologie della cute e del tessuto connettivo. Non nota: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanee), reazioni cutanee simil-lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilita', eruzione cutanea, orticaria. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non nota: debolezza, spasmi muscolari. Patologie vascolari. Non nota: ipotensione posturale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. non nota: febbre. Patologie epatobiliari. Non nota: ittero (ittero colestatico intaepatico). Patologie psichiche. Non nota: depressione, disturbi del sonno. Le reazioni avverse dose- dipendenti dell'idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l'incremento graduale del suo dosaggio.

Gravidanza e allattamento

Irbesartan: l'uso degli antagonisti del recettore dell'angiotensina II(AIIRA) non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. L'uso degli AIIRA e' controindicato durante il secondo ed il terzo tr imestre di gravidanza. L'evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicita' a seguito dell'esposizione ad ACE-inibitori durante il primotrimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia no n puo' essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell'angiotensina II (AIIRA), un simile rischio puo' esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa. E' noto che nella donna l'esposizione ad AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza induce tossicita' fetale (ridotta funzionalita' renale, oligoidramnios, ritardo nell'ossificazione del cranio) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia).Se dovesse verificarsi un'esposizione ad un AIIRA dal secondo trimest re di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalita' renale e del cranio. I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA durante la gravidanza devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l'ipotensione. Idroclorotiazide: c'e' limitata esperienza conidroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi su animali da laboratorio sono insufficienti. L' idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al suo meccanismo d'azione l'uso di idroclorotiazide durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza puo' compromettere la perfusione feto placentare e puo' causare effetti fetali e neonatali come ittero, alterazioni del bilancio elettrolitico e trombocitopenia. L'idroclorotiazide non deve essere usata per il trattamento dell'edema gestazionale, l'ipertensione gestazionale o la preeclampsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentale, senza un effetto benefico sul decorso della malattia. L'idroclorotiazide non deve essere usata peril trattamento dell'ipertensione in donne in gravidanza, eccetto che in rare situazioni dove nessun altro trattamento potrebbe essere usato. Irbesartan: poiche' non sono disponibili dati riguardanti l'uso di Irbesartan e Idroclorotiazide durante l'allattamento, Irbesartan e Idroclorotiazide non e' raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l'uso durante l'allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri. Idroclorotiazide Idroclorotiazide viene escreta nel latte materno in piccole quantita'. I diuretici tiazidici ad alte dosi provocano intensa diuresi che puo' inibire la produzione di latte. L'uso di Irbesartan e Idroclorotiazide durante l'allattamento al seno non e' raccomandato. Se Irbesartan e Idroclorotiazide viene assunto durante l'allattamento, le dosi devono essere mantenute ai livelli piu' bassi possibili.