Hepsera - 1fl 30cpr 10mg

Dettagli:
Nome:Hepsera - 1fl 30cpr 10mg
Codice Ministeriale:035871019
Principio attivo:Adefovir Dipivoxil
Codice ATC:J05AF08
Fascia:A
Prezzo:670.27
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Gilead Sciences Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:24 mesi

Denominazione

HEPSERA 10 MG COMPRESSE

Formulazioni

Hepsera - 1fl 30cpr 10mg

Categoria farmacoterapeutica

Nucleosidi e nucleotidi inibitori della transcrittasi inversa.

Principi attivi

Ogni compressa contiene 10 mg di adefovir dipivoxil. Eccipiente: ogni compressa contiene 113 mg di lattosio monoidrato.

Eccipienti

Amido pregelatinizzato, sodio croscarmelloso, lattosio monoidrato, talco, magnesio stearato.

Indicazioni

Il farmaco e' indicato per il trattamento dell'epatite cronica B negliadulti con: epatopatia compensata con evidenza di replicazione virale attiva, livelli persistentemente elevati di alanina aminotransferasi (ALT) ed evidenza istologica di infiammazione attiva e fibrosi epatica; epatopatia scompensata.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Posologia

La terapia deve essere iniziata da un medico esperto nel trattamento dell'epatite cronica B. Negli adulti, la dose raccomandata e' di 10 mg (una compressa) una volta al giorno assunta per via orale con o senza cibo. Non devono essere somministrate dosi superiori a quelle raccomandate. Non e' nota la durata ottimale del trattamento. Non e' nota la relazione tra la risposta al trattamento e gli esiti a lungo termine, quali carcinoma epatocellulare o cirrosi scompensata. I pazienti devonoessere controllati ogni sei mesi per verificare la presenza di marker biochimici, virologici e sierologici dell'epatite B. Puo' essere pres a in considerazione l'interruzione del trattamento nei pazienti HBeAg positivi senza cirrosi: il trattamento deve essere somministrato per almeno 6-12 mesi dopo conferma di sieroconversione HBe (perdita di HBeAg e HBV DNA con rilevazione anti-HBe) o fino a sieroconversione HBs o in caso di perdita di efficacia; i livelli sierici delle ALT e dell'HBV DNA devono essere monitorati regolarmente dopo l'interruzione del trattamento per rilevare recidive virologiche tardive. Inoltre, puo' essere presa in considerazione l'interruzione del trattamento anche nei pazienti HBeAg negativi senza cirrosi: il trattamento deve essere somministrato almeno fino a sieroconversione HBs o in caso di evidenza di perdita di efficacia; con un trattamento prolungato oltre i 2 anni, si raccomanda di rivalutare con regolarita' l'appropriatezza per il paziente della terapia selezionata. Nei pazienti con malattia epatica scompensata o cirrosi, non e' raccomandata l'interruzione del trattamento. L'uso non e' raccomandato nei bambini al di sotto di 18 anni a causa dell'insufficienza di dati sulla sicurezza e efficacia. Non sono disponibili dati che sostengano una raccomandazione di dosaggio per i pazienti di eta' superiore a 65 anni. Adefovir viene eliminato per escrezione renale e si richiede un adeguamento dell'intervallo tra le somministrazioni in pazienti con clearance della creatinina < 50 ml/min o in dialisi. Non deve essere superata la frequenza di somministrazione raccomandata secondo la funzionalita' renale. La modifica dell'intervallo di somministrazione proposto e' basata sull'estrapolazione di limitati dati da pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale (End Stage Renal Disease (ESRD)) e puo' non essere ottimale. Nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 49 ml/min si raccomanda la somministrazione di una compressa da 10 mg ogni 48 ore. Sono disponibili solo dati limitati sulla sicurezza e l'efficacia di questi aggiustamentidell'intervallo tra le somministrazioni di farmaco. Pertanto, in tali pazienti la risposta clinica al trattamento e la funzionalita' renale devono essere tenute sotto stretta osservazione. Non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia a supporto dell'impiego di adefovir di pivoxil nei pazienti con clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min o in dialisi. Pertanto l'utilizzo in questi pazienti non e' raccomandato e deve essere preso in considerazione solo se i benefici superano i rischi potenziali. In tal caso, gli scarsi dati disponibili suggeriscono che nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 10 e 29 ml/min, una compressa da 10 mg puo' essere somministrata ogni 72 ore; nei pazienti in emodialisi, una compressa da 10 mg puo' essere somministrata ogni 7 giorni dopo 12 ore continue di dialisi (o 3 sedute di dialisi, ciascuna della durata di 4 ore). Questi pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per la comparsa di possibili reazioni avverse e per assicurarsi il mantenimento dell'efficacia. Peraltri pazienti in dialisi (per es. pazienti ambulatoriali in dialisi peritoneale) o per i pazienti non emodializzati con clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min, non sono disponibili raccomandazioni sull'intervallo delle somministrazioni. Non e' richiesto un adeguamentodel dosaggio in pazienti con compromissione epatica. Per ridurre il r ischio di resistenza ad adefovir i pazienti refrattari alla lamivudinae i pazienti che ospitano il virus HBV con evidenza di resistenza all a lamivudina (mutazioni rtL180M, rtA181T e/o rtM204I/V) non devono essere trattati in monoterapia. Adefovir puo' essere impiegato in associazione con lamivudina nei pazienti refrattari alla lamivudina e nei pazienti ospitanti il virus HBV con mutazioni rtL180M e/o rtM204I/V. Comunque, si devono prendere in considerazione regimi terapeutici alternativi per i pazienti ospitanti il virus HBV con mutazione rtA181T per ilrischio di ridotta sensibilita' ad adefovir. Per ridurre il rischio d i resistenza in pazienti che assumono adefovir dipivoxil in monoterapia, qualora i livelli sierici di HBV DNA rimangano oltre le 1.000 copie/ml ad un anno od oltre di trattamento, deve essere presa in considerazione una modifica della terapia.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Conservare nellaconfezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Tene re il flacone ben chiuso.

Avvertenze

Adefovir viene escreto per via renale, attraverso una combinazione di filtrazione glomerulare e secrezione tubulare attiva. Il trattamento puo' comportare una compromissione della funzione renale. Anche se e' basso il rischio generale di compromissione della funzione renale in pazienti con funzionalita' renale adeguata, cio' riveste una particolareimportanza in pazienti a rischio di o con pre-esistente alterazione d ella funzionalita' renale e in pazienti che assumono farmaci che possono influire sulla funzionalita' renale stessa. Misurare la la creatinina prima di iniziare la terapia con adefovir dipivoxil. Nei pazienti che sviluppano insufficienza renale e con epatopatia avanzata o cirrosi, valutare la necessita' di adattare l'intervallo tra le somministrazioni di adefovir o di trattare con terapie alternative per l'infezione da epatite B: non interrompere il trattamento per l'epatite B. Controllare i pazienti con funzionalita' renale normale a intervalli di tre mesi per evidenziare eventuali variazioni della creatinina sierica e calcolare la clearance della creatinina. Nei pazienti a rischio di patologie renali, considerare un monitoraggio della funzionalita' renale piu' frequente. Nei pazienti con clearance della creatinina tra 30 e 49 ml/min, adattare l'intervallo delle somministrazioni e monitorare la funzionalita' renale con una frequenza adatta alle condizioni cliniche del singolo paziente. Non usare in pazienti con clearance della creatinina <30 ml/min o in dialisi: somministrare solo se i benefici attesi superano i rischi potenziali. Nel caso in cui si ritenga essenziale iltrattamento, adattare l'intervallo delle somministrazioni e monitorar e per rilevare possibili reazioni avverse e per assicurare che sia mantenuta l'efficacia del trattamento. Non usare con tenofovir disoproxilfumarato (Viread). Porre cautela con pazienti trattati con altri medi cinali che possono influire sulla funzionalita' renale o escreti per via renale. In questi pazienti, la somministrazione contemporanea puo' comportare un aumento delle concentrazioni sieriche di adefovir o del medicinale co-somministrato: monitorare la funzionalita' renale con una frequenza adatta alle condizioni cliniche del singolo paziente. Aggravamenti spontanei nell'epatite cronica B sono relativamente comuni e sono caratterizzati da aumenti transitori dell'ALT sierica. Una volta iniziata la terapia antivirale, l'ALT sierica potrebbe aumentare in alcuni pazienti, parallelamente alla diminuzione dei livelli di HBV DNA nel siero. In pazienti con malattia epatica compensata, questi aumentidell'ALT sierica non si accompagnano in genere a un aumento delle con centrazioni di bilirubina sierica o a scompenso epatico. I pazienti affetti da malattia epatica avanzata o da cirrosi potrebbero presentare un rischio piu' elevato di scompenso epatico a seguito di aggravamentodell'epatite che puo' essere fatale: in questi pazienti, inclusi quel li con malattia epatica scompensata, non sospendere il trattamento durante la terapia. Qualora sia necessaria la sospensione, monitorare perdiversi mesi dopo l'interruzione, in quanto si sono verificati esacer bazioni dell'epatite. Tali aggravamenti si sono verificati in assenza di sieroconversione HBeAg e si sono presentati sotto forma di innalzamento dell'ALT sierica e aumenti dell'HBV DNA nel siero. Gli aumenti dell'ALT sierica in pazienti con funzionalita' epatica compensata trattati non si accompagnavano a variazioni cliniche e di laboratorio associate a scompenso epatico. Monitorare dopo l'interruzione. La maggior parte degli aggravamenti dell'epatite successivi all'interruzione e' stata osservata nell'arco di 12 settimane dalla sospensione. Episodi di acidosi lattica (in assenza di ipossiemia), talvolta fatali, di solito associati a grave epatomegalia e steatosi epatica, sono stati riferiticon l'uso di analoghi nucleosidici. Non si puo' escludere questo risc hio essendo strutturalmente correlato agli analoghi nucleosidici. Interrompere il trattamento con analoghi nucleosidici se si verifichi un rapido innalzamento dei livelli di aminotransferasi, epatomegalia progressiva o acidosi metabolica/lattica di eziologia sconosciuta. Sintomi digestivi di natura benigna, quali nausea, vomito e dolori addominali,potrebbero essere indicativi dello sviluppo di acidosi lattica. Casi gravi, talvolta con esito fatale, sono stati associati a pancreatite, insufficienza epatica/steatosi epatica, insufficienza renale e livellipiu' elevati di lattato sierico. Porre cautela nel prescrivere analog hi nucleosidici a pazienti (in particolare donne obese) che presentanoepatomegalia, epatite o altri noti fattori di rischio di malattia epa tica: monitorare tali pazienti. Per differenziare tra gli aumenti della transaminasi dovuti alla risposta al trattamento e gli aumenti potenzialmente legati ad acidosi lattica, il medico deve assicurarsi che levariazioni dell'ALT siano associate a un miglioramento di altri marke r di laboratorio dell'epatite cronica B. Non esistono dati sull'efficacia di adefovir dipivoxil in pazienti co-infetti da epatite C o epatite D. Sono disponibili pochi dati sulla sicurezza e l'efficacia in pazienti con epatite cronica B co-infetti da HIV. A tutt'oggi non esistonoprove che la somministrazione giornaliera induca l'insorgenza di muta zioni di resistenza associate ad adefovir nella transcriptasi inversa dell'HIV. Tuttavia, esiste un rischio potenziale di selezione di ceppidi HIV resistenti ad adefovir con possibile resistenza crociata ad al tri medicinali antivirali. Per quanto possibile, il trattamento dell'epatite B in un paziente co-infetto da HIV deve essere riservato a pazienti il cui HIV RNA sia sotto controllo. Il trattamento non si e' dimostrato efficace contro la replicazione dell'HIV: non usare per controllare l'infezione da HIV. L'esperienza clinica in soggetti di eta' superiore a 65 anni e' molto limitata. Porre cautela nella prescrizione a pazienti anziani, tenendo presente, in tali pazienti, la maggiore frequenza di riduzione della funzionalita' renale e cardiaca e l'aumento di malattie concomitanti o l'uso concomitante di altri farmaci. La resistenza ad adefovir dipivoxil puo' comportare la ripresa della carica virale con conseguente esacerbazione dell'epatite B e, nelle condizionidi una funzionalita' epatica ridotta, condurre a decompensazione epat ica e ad un possibile esito fatale. Monitorare la risposta virologica misurando l'HBV DNA ogni 3 mesi. Test di resistenza devono essere eseguiti in caso di innalzamento della carica virale. In caso di comparsa di resistenza, il trattamento deve essere modificato. Informare i pazienti che la terapia non ha dimostrato di essere in grado di ridurre ilrischio di trasmissione del virus dell'epatite B. Pertanto, continuar e ad adottare opportune precauzioni. Contiene lattosio monoidrato.

Interazioni

Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. Sulla base dei risultati degli esperimenti in vitro, nei quali adefovir non hainfluito su alcuna delle isoforme comuni CYP note per essere coinvolt e nel metabolismo umano del farmaco e sulla base della nota via di eliminazione di adefovir, e' basso il potenziale di interazioni mediate da CYP450 riguardanti adefovir con altri medicinali. Uno studio clinicoin pazienti sottoposti a trapianto di fegato ha mostrato che non si v erifica alcuna interazione farmacocinetica quando viene somministrato una volta al giorno in concomitanza con tacrolimus, farmaco immunosoppressore che viene metabolizzato principalmente mediante il sistema CYP450. E' da considerare altrettanto improbabile l'interazione farmacocinetica tra adefovir e il farmaco immunosoppressore ciclosporina, in quanto la ciclosporina condivide la stessa via metabolica del tacrolimus. Cio' nonostante, dato che tacrolimus e ciclosporina possono avere effetti sulla funzionalita' renale, si raccomanda uno stretto monitoraggio quando uno di questi agenti viene somministrato con adefovir dipivoxil. La somministrazione concomitante con 100 mg di lamivudina non ha alterato il profilo farmacocinetico di nessuno dei due medicinali. Adefovir viene escreto per via renale, tramite una combinazione di filtrazione glomerulare e secrezione tubulare attiva. La somministrazione contemporanea di adefovir dipivoxil 10 mg e altri medicinali che vengonoeliminati tramite secrezione tubulare o che alterano la funzione tubu lare puo' aumentare le concentrazioni sieriche di adefovir o del farmaco co-somministrato. A causa dell'elevata variabilita' farmacocineticadi interferone peghilato, non possono essere tratte conclusioni defin itive circa l'effetto della co-somministrazione di adefovir e interferone peghilato sul profilo farmacocinetico di entrambi i medicinali. Nonostante un'interazione farmacocinetica sia improbabile dato che i dueprodotti vengono eliminati per differenti vie, si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante.

Effetti indesiderati

Nei pazienti con malattia epatica compensata, le reazioni avverse riportate con maggior frequenza durante 48 settimane di terapia con adefovir dipivoxil sono state astenia (13%), cefalea (9%), dolori addominali(9%) e nausea (5%). La valutazione delle reazioni avverse si basa sul l'esperienza della sorveglianza post-marketing e da tre studi clinici pilota in pazienti con epatite cronica B: due studi controllati verso placebo in cui 522 pazienti con epatite cronica B e malattia epatica compensata hanno ricevuto il trattamento in doppio cieco con adefovir dipivoxil (n=294) o placebo (n=228) per 48 settimane; uno studio in aperto nel quale pazienti in pre-(n= 226) e post-(n=241) trapianto di fegato con HBV resistente alla lamivudina sono stati trattati con 10 mg di adefovir dipivoxil una volta al giorno, per un periodo fino a 203 settimane (con una media di 51 e 99 settimane, rispettivamente). Le reazioni avverse considerate quanto meno possibilmente correlate al trattamento sono elencate di seguito, secondo la classificazione per sistemie organi e frequenza. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gl i effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. Le frequenze vengono definite come molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10) o non nota (reazione avversa identificata tramite sorveglianza post-marketing la cui frequenza non puo' essere stimata sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea. Patologie gastrointestinali. Comuni: diarrea, vomito, dolori addominali, dispepsia, nausea, flatulenza. Frequenza non nota: pancreatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: eruzione cutanea (rash), prurito. Alterazioni dell'apparato muscoloscheletrico e tessuto connettivo. Frequenza non nota: miopatia, osteomalacia (entrambe associate a tubulopatia renale prossimale). Patologie renali e urinarie. Molto comune: aumento della creatinina. Comuni: deficit renale, anomalie della funzionalita' renale, ipofosfatemia. Frequenza non nota: sindrome di Fanconi, tubulopatia renale prossimale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia. Esacerbazioni dell'epatite: evidenze cliniche e di laboratorio di esacerbazioni dell'epatite sono comparse dopo l'interruzione del trattamento con 10 mg. Dati di sicurezza a lungo termine in pazienti con malattia compensata: in uno studio di sicurezza a lungo termine con 125 pazienti HBeAg negativi con malattia epatica compensata, ilprofilo degli eventi avversi e' rimasto complessivamente invariato do po un'esposizione media di 226 settimane. Non sono state osservate variazioni significative della funzionalita' renale. Tuttavia, con trattamenti prolungati, sono stati riportati incrementi da lievi a moderati delle concentrazioni sieriche di creatinina, ipofosfatemia e una riduzione delle concentrazioni di carnitina, rispettivamente, nel 3%, 4% e 6% dei pazienti. In uno studio di sicurezza a lungo termine in 65 pazienti HBeAg positivi con malattia epatica compensata (dopo un'esposizione media di 234 settimane), 6 pazienti (9%) hanno avuto la conferma diun aumento della creatinina sierica di almeno 0,5 mg/dl rispetto al b asale con 2 pazienti che hanno interrotto lo studio a causa delle concentrazioni elevate di creatinina sierica. I pazienti con aumento confermato della creatinina >= 0,3 mg/dl alla 48^a settimana hanno mostratoun aumento statisticamente significativo del rischio di un incremento successivo confermato di creatinina >= 0,5 mg/dl. Ipofosfatemia e dim inuzione delle concentrazioni di carnitina sono state riportate nel 3%dei pazienti in trattamento prolungato. Nei pazienti con malattia epa tica scompensata, le reazioni avverse riportate con maggior frequenza durante una terapia con adefovir dipivoxil di 203 settimane sono state: aumento della creatinina (7%) e astenia (5%). La tossicita' renale e' un aspetto importante del profilo di sicurezza di adefovir dipivoxilnei pazienti con scompenso epatico. Negli studi clinici in pazienti i n lista di attesa o in fase post-trapianto di fegato, il quattro percento (19/467) dei pazienti ha sospeso il trattamento con adefovir dipivoxil a causa di eventi avversi a livello renale.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati provenienti dall'uso in donne in gravidanza.Gli studi condotti su animali a cui e' stato somministrato adefovir p er via endovenosa hanno evidenziato una tossicita' riproduttiva. Gli studi su animali a cui il farmaco e' stato somministrato per via orale non indicano effetti teratogeni o fetotossici. Usare durante la gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto. Non esistono dati sull'effetto di adefovir dipivoxil sulla trasmissione dell'HBV da madre a figlio. Pertanto, devono essere seguite le procedure standard raccomandate per l'immunizzazione dei neonati al fine di prevenire l'acquisizione neonatale dell'HBV. Dato che non sono noti i potenziali rischi per i feti umani, le donne in eta' fertile trattate con adefovir dipivoxil devono utilizzare un contraccettivo efficace. Non e' noto se adefovir sia escreto nel latte materno. Siraccomanda pertanto che le madri che assumono compresse non allattino al seno.