Glivec - 120cps 100mg
Dettagli:
Nome:Glivec - 120cps 100mgCodice Ministeriale:035372059
Principio attivo:Imatinib Mesilato
Codice ATC:L01XE01
Fascia:A
Prezzo:3147.8
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Novartis Farma Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30 gradi, luogo asciutto
Scadenza:24 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Antineoplastici.
Principi attivi
Imatinib (come mesilato).
Eccipienti
Contenuto della capsula: cellulosa microcristallina, crospovidone, magnesio stearato, silice colloidale, anidra. Involucro della capsula: gelatina, ferro ossido rosso (E172), ferro ossido giallo (E172), titaniodiossido (E171). Inchiostro di stampa: ferro ossido rosso (E172), gom malacca, lecitina di soia.
Indicazioni
Pazienti adulti e pediatrici con leucemia mieloide cronica (LMC) con cromosoma Philadelphia (bcr-abl) positivo (Ph+) di nuova diagnosi, per i quali il trapianto di midollo osseo non e' considerato come trattamento di prima linea; pazienti adulti e pediatrici con LMC Ph+ in fase cronica dopo il fallimento della terapia con interferone-alfa, o in fase accelerata o in crisi blastica; pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta con cromosoma Philadelphia positivo (LLA Ph+) di nuova diagnosi integrato con chemioterapia; pazienti adulti con LLA Ph+ recidivante o refrattaria come monoterapia; pazienti adulti con malattie mielodisplastiche/mieloproliferative (MDS/MPD) associate a riarrangiamenti del gene del recettore per il fattore di crescita di origine piastrinica (PDGFR); pazienti adulti con sindrome ipereosinofila avanzata (HES) e/o con leucemia eosinofila cronica (LEC) con riarrangiamento FIP1L1-PDGFRalfa. L'effetto del medicinale sull'esito del trapianto di midollo osseo non e' stato determinato. Trattamento di pazienti adulti contumori stromali del tratto gastro-intestinale (GIST) maligni non oper abili e/o metastatici, positivi al Kit (CD 117); trattamento adiuvantedi pazienti adulti con un significativo rischio di recidiva dopo rese zione di GIST positivi al Kit (CD 117). I pazienti con un rischio di recidiva basso o molto basso non dovrebbero ricevere il trattamento adiuvante; trattamento di pazienti adulti con dermatofibrosarcoma protuberans (DFSP) non resecabile e pazienti adulti con DFSP recidivante e/o metastatico non elegibili per la chirurgia. Nei pazienti adulti e pediatrici, l'efficacia del farmaco si basa sui valori globali di rispostaematologica e citogenetica e di sopravvivenza libera da progressione nella LMC, su valori di risposta ematologica e citogenetica nella LLA Ph+, MDS/MPD, su valori di risposta ematologica nelle HES/LEC e su valori di risposta obiettiva nei pazienti adulti con GIST e DFSP non operabili e/o metastatici e di sopravvivenza libera da recidive nel trattamento adiuvante di GIST. L'esperienza con il medicinale in pazienti con MDS/MPD associata a riarrangiamenti del gene PDGFR e' molto limitata. Non ci sono sperimentazioni cliniche controllate che dimostrano un beneficio clinico o un aumento della sopravvivenza per queste patologie, ad eccezione di quelle condotte nella LMC di nuova diagnosi in fase cronica.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Posologia
Somministrare per via orale, durante un pasto e con un abbondante bicchiere d'acqua per ridurre il rischio di irritazioni gastrointestinali.Dosi di 400 mg e di 600 mg devono essere somministrate in un'unica so mministrazione giornaliera, mentre una dose giornaliera di 800 mg deveessere somministrata come 400 mg due volte al giorno, al mattino e al la sera. Per i pazienti (bambini) che non riescono ad ingoiare le capsule, il contenuto puo' essere diluito in un bicchiere di acqua non gassata o succo di mela. Posologia per la LMC in pazienti adulti: 400 mg/die. Per i pazienti in fase accelerata il dosaggio raccomandato e' di 600 mg/die. Per i pazienti in crisi blastica il dosaggio raccomandato e' di 600 mg/die. Durata del trattamento: negli studi clinici, il trattamento e' continuato fino alla progressione della malattia. Non e' stato studiato l'effetto dell'interruzione del trattamento dopo il raggiungimento di una risposta citogenetica completa. E' possibile aumentare le dosi da 400 mg a 600 mg o 800 mg nei pazienti con malattia in fase cronica o da 600 mg ad un massimo di 800 mg (somministrati con dosi da 400 mg due volte al giorno) nei pazienti con malattia in fase accelerata o crisi blastica in assenza di gravi reazioni avverse al farmacoe grave neutropenia o trombocitopenia non associata alla leucemia nel le seguenti condizioni: progressione della malattia; mancato ottenimento di una risposta ematologica soddisfacente dopo almeno 3 mesi di trattamento; mancato ottenimento della risposta citogenetica dopo 12 mesidi trattamento; o perdita di una risposta ematologica e/o citogenetic a precedentemente ottenuta. I pazienti devono essere strettamente monitorati a seguito dell'aumento della dose dato il potenziale aumento diincidenza delle reazioni avverse a dosaggi superiori. Posologia per l a LMC in pazienti pediatrici: il dosaggio deve essere calcolato sulla base della superficie corporea (mg/m^2). A bambini con LMC in fase cronica e in fase avanzata si raccomanda la dose giornaliera di 340 mg/m^2 (non superare la dose totale di 800 mg). La dose totale giornaliera puo' essere assunta in un'unica somministrazione o suddivisa in due somministrazioni, una al mattino e una alla sera. Le raccomandazioni peril dosaggio si basano al momento su un numero limitato di pazienti pe diatrici. Non ci sono dati nel trattamento dei bambini di eta' inferiore ai 2 anni. E' possibile aumentare la dose giornaliera da 340 mg/m^2a 570 mg/m^2 (non superare la dose totale di 800 mg) nella popolazion e pediatrica in assenza di gravi reazioni avverse al farmaco e grave neutropenia o trombocitopenia non associata alla leucemia nelle seguenti circostanze: progressione della malattia; mancato ottenimento di unarisposta ematologica soddisfacente dopo almeno 3 mesi di trattamento, mancato ottenimento di una risposta citogenetica dopo 12 mesi di trat tamento; o perdita di una risposta ematologica e/o citogenetica precedentemente ottenuta. Posologia per LLA Ph+: 600 mg/die. Ematologi esperti nella gestione di questa malattia devono supervisionare la terapia in tutte le fasi del trattamento. Schema di trattamento: 600 mg/die inassociazione a chemioterapia nelle fasi d'induzione, consolidamento e mantenimento utilizzate nel trattamento di pazienti adulti con LLA Ph + di nuova diagnosi. Per i pazienti adulti con LLA Ph+ recidivante o refrattaria, il farmaco in monoterapia a 600 mg/die risulta sicuro, efficace e puo' essere somministrato fino a progressione della malattia. Posologia per MDS/MPD: 400 mg/die. Durata del trattamento: nell'unico studio clinico condotto finora, il trattamento e' stato continuato fino a progressione della malattia. Al momento dell'analisi, la durata mediana del trattamento era di 47 mesi. Posologia per HES/LEC: 100 mg/die. Si puo' considerare un incremento della dose da 100 mg a 400 mg in assenza di reazioni avverse al farmaco, se le valutazioni dimostrano una risposta terapeutica insufficiente. Posologia per i GIST: per GIST maligni non operabili e/o metastatici 400 mg/die. Esistono dati limitati sull'effetto degli aumenti della dose da 400 mg a 600 mg o 800 mg nei pazienti che progrediscono con il trattamento con la dose piu' bassa. Durata del trattamento: il trattamento e' continuato fino alla progressione della malattia. Al momento dell'analisi, la durata del trattamento era in media di 7 mesi. Non e' stato studiato l'effetto dell'interruzione del trattamento dopo il raggiungimento della risposta. Per ipazienti adulti con GIST, dopo la resezione, il dosaggio raccomandato per il trattamento adiuvante e' di 400 mg/die. La durata ottimale del trattamento adiuvante non e' stata ancora determinata. La durata del trattamento nello studio clinico a supporto di questa indicazione era di 12 mesi. Posologia per DFSP: 800 mg/die. Adeguamento della dose in caso di reazioni avverse. Reazioni avverse non ematologiche: se dovesse presentarsi una reazione avversa non ematologica, il trattamento deve essere sospeso fino alla risoluzione dell'evento. Se si verificano innalzamenti dei livelli di bilirubina superiori a 3 volte il normale limite massimo istituzionale o dei livelli di transaminasi epatiche superiori a 5 volte il limite IULN, sospendere fintanto che i livelli di bilirubina siano tornati a valori inferiori a 1,5 volte il limite IULNe i livelli di transaminasi inferiori a 2,5 volte il limite IULN. Il trattamento puo' essere continuato con un dosaggio giornaliero ridotto. Negli adulti la dose deve essere ridotta da 400 a 300 mg o da 600 a 400 mg, o da 800 mg a 600 mg e nei bambini da 340 a 260 mg/m^2/die. Reazioni avverse ematologiche: si raccomanda una riduzione della dose o l'interruzione del trattamento in caso di grave neutropenia e trombocitopenia. Uso pediatrico: non c'e' esperienza nei bambini con LMC di eta' inferiore a 2 anni. C'e' limitata esperienza nei bambini con LLA Ph+e molto limitata esperienza nei bambini con MDS/MPD e DFSP. Non c'e' esperienza nei bambini o adolescenti con GIST e con HES/LEC. Insufficienza epatica: imatinib e' principalmente metabolizzato attraverso il fegato. Ai pazienti con disfunzione epatica di natura lieve, moderata ograve dovrebbe essere somministrata la minima dose raccomandata di 40 0 mg al giorno. La dose puo' essere ridotta se non tollerata. Insufficienza renale: poiche' la clearance renale di imatinib e' trascurabile,non si prevede una diminuzione nella clearance di imatinib libero nei pazienti affetti da insufficienza renale. Ai pazienti con disfunzione renale lieve o moderata la dose minima raccomandata e' di 400 mg al g iorno. Pazienti anziani: la farmacocinetica di imatinib negli anziani non e' stata specificamente studiata. Nei pazienti adulti non si sono osservate significative differenze farmacocinetiche correlate all'eta'negli studi clinici che comprendevano piu' del 20% dei pazienti di 65 anni o di eta' superiore.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C. Conservare nellaconfezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'.
Avvertenze
Quando il farmaco e' somministrato insieme ad altri medicinali, sono possibili interazioni farmacologiche. Si deve prestare cautela quando si somministra il farmaco con ketoconazolo o altri potenti inibitori del CYP3A4, substrati del CYP3A4 con una ristretta finestra terapeutica (es. ciclosporina o pimozide) o substrati del CYP2C9 con una ristrettafinestra terapeutica (es. warfarina e altri derivati cumarinici). L'u so concomitante di imatinib e di medicinali che inducono il CYP3A4 (es. desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale oHypericum perforatum , anche noto come erba di San Giovanni) puo' rid urre significativamente l'esposizione a Glivec, aumentando potenzialmente il rischio di fallimento terapeutico. Pertanto l'uso concomitante di forti induttori del CYP3A4 e di imatinib deve essere evitato. Ipotiroidismo: sono stati riportati casi clinici di ipotiroidismo in pazienti tiroidectomizzati in trattamento sostitutivo con levotiroxina durante la terapia con il farmaco. In tali pazienti si devono monitorare attentamente i livelli dell'ormone tireostimolante (TSH). Epatotossicita': il metabolismo del farmaci e' principalmente epatico, e solo il 13%dell'escrezione avviene attraverso i reni. Nei pazienti con disfunzio ne epatica (lieve, moderata o grave), l'esame del sangue periferico e gli enzimi epatici devono essere attentamente monitorati. E' stato rilevato che i pazienti con GIST possono avere metastasi epatiche che potrebbero causare compromissione epatica. Con imatinib sono stati osservati casi di danno epatico, comprendenti insufficienza epatica e necrosi epatica. Quando imatinib e' associato a regimi di chemioterapia ad alte dosi, e' stato riscontrato un aumento delle reazioni epatiche gravi. La funzione epatica deve essere attentamente monitorata in situazioni in cui imatinib e' unito a regimi di chemioterapia, noti anche per essere associati a disfunzione epatica. Ritenzione di fluidi: sono stati segnalati casi di grave ritenzione di fluidi (effusione pleurica, edema, edema polmonare, ascite, edema superficiale) approssimativamentenel 2,5% dei pazienti con LMC di nuova diagnosi trattati con il medic inale. Pertanto e' altamente raccomandato di pesare regolarmente i pazienti. Un imprevisto rapido aumento di peso deve essere accuratamente esaminato e se necessario devono essere adottate appropriate cure di supporto e misure terapeutiche. Negli studi clinici, vi e' un aumento dell'incidenza di questi eventi in pazienti anziani e in quelli con storia pregressa di malattie cardiache. Pertanto, si deve prestare attenzione nei pazienti con disfunzione cardiaca. Pazienti con malattia cardiaca: i pazienti devono essere monitorati attentamente e tutti i pazienti con segni o sintomi correlati all'insufficienza cardiaca o renale devono essere valutati e trattati. In pazienti con sindrome ipereosinofila (HES) ed interessamento cardiaco, casi isolati di shock cardiogeno/disfunzione del ventricolo sinistro sono stati associati all'inizio della terapia di imatinib. La condizione e' stata riportata come reversibile con la somministrazione di steroidi per via sistemica, di misure di supporto emodinamico e con la sospensione temporanea di imatinib.Poiche' sono stati riportati non comunemente eventi avversi cardiaci con imatinib, si deve valutare con attenzione il rapporto beneficio/rischio della terapia con imatinib nella popolazione di pazienti con HES/LEC prima di iniziare il trattamento. Le malattie mielodisplastiche/mieloproliferative con riarrangiamenti del gene PDGFR potrebbero essereassociate a livelli elevati di eosinofili. Pertanto nei pazienti con HES/LEC e nei pazienti con MDS/MPD associate a livelli elevati di eosinofili, prima della somministrazione di imatinib, si deve considerare la valutazione di un cardiologo, l'esecuzione di un ecocardiogramma e la determinazione della troponina sierica. Se uno dei due e' fuori dalla norma, si devono considerare, all'inizio della terapia, il controllo periodico di un cardiologo e l'uso profilattico di steroidi per via sistemica (1-2 mg/kg) da una a due settimane in concomitanza con l'inizio della terapia. Emorragia gastrointestinale: nello studio nei pazienti con GIST non operabile e/o metastatico, sono state riportate emorragie sia gastrointestinali sia intra-tumorali. Sulla base dei dati disponibili, non sono stati identificati fattori predisponenti (esempio dimensione del tumore, localizzazione del tumore, alterazioni della coagulazione) che pongono i pazienti con GIST ad un rischio maggiore verso entrambe i tipi di emorragie. Poiche' l'aumentata vascolarizzazione e la propensione al sanguinamento sono parte della natura e del decorso clinico dei GIST, per tutti i pazienti si devono adottare le comuni pratiche mediche e procedure per il monitoraggio ed il trattamento delle emorragie. Sindrome da lisi tumorale: a causa del possibile verificarsi della sindrome da lisi tumorale (TLS), prima di iniziare il farmaco si raccomanda la correzione di una disidratazione clinicamente significativa e il trattamento di alti livelli di acido urico. Analisi di laboratorio: durante la terapia con il medicinale effettuare regolarmente un conteggio ematico completo. Il trattamento con il farmaco di pazienti affetti da LMC e' stato associato a neutropenia o trombocitopenia. Tuttavia il verificarsi di queste citopenie e' probabilmente correlato allo stadio della malattia trattata ed e' risultato piu' frequente nei pazienti con LMC in fase accelerata o crisi blastica rispetto aipazienti con LMC in fase cronica. Il trattamento con il medicinale pu o' essere interrotto o la dose puo' essere ridotta. Nei pazienti trattati con il farmaco la funzione epatica (transaminasi, bilirubina, fosfatasi alcalina) deve essere monitorata regolarmente. Nei pazienti con funzionalita' renale compromessa, l'esposizione plasmatica di imatinibsembra essere maggiore rispetto a quella osservata in pazienti con no rmale funzionalita' renale, probabilmente a causa di elevati livelli plasmatici di alfa glicoproteina acida (AGP), proteina a cui si lega imatinib, in questi pazienti. Ai pazienti con compromissione renale deveessere somministrata la minima dose iniziale. I pazienti con grave co mpromissione renale devono essere trattati con cautela. La dose puo' essere ridotta se non tollerata. Popolazione pediatrica: casi di ritardo della crescita sono stati segnalati in bambini e pre-adolescenti in trattamento con imatinib. Gli effetti a lungo termine del trattamento prolungato con imatinib sulla crescita nei bambini non sono noti. Pertanto si raccomanda un attento monitoraggio della crescita nei bambini in trattamento con imatinib.
Interazioni
Principi attivi che potrebbero aumentare le concentrazioni plasmatichedi imatinib: le sostanze che inibiscono l'attivita' dell'isoenzima CY P3A4 del citocromo P450 (es. ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina,claritromicina) potrebbero ridurre il metabolismo ed aumentare le con centrazioni di imatinib. E' stato riscontrato un significativo aumentodell'esposizione a imatinib (i valori medi di C max e di AUC di imati nib sono aumentati rispettivamente del 26% e del 40%) nei soggetti sani in caso di somministrazione contemporanea di una singola dose di chetoconazolo (un inibitore del CYP3A4). E' necessaria cautela nella somministrazione del medicinale con la famiglia di inibitori CYP3A4. Principi attivi che potrebbero ridurre le concentrazioni plasmatiche di imatinib: le sostanze che stimolano l'attivita' del CYP3A4 (es. desametasone, fenitoina, carbamazepina, rifampicina, fenobarbitale, fosfenitoina, primidone o Hypericum perforatum , anche noto come erba di San Giovanni) possono ridurre significativamente l'esposizione al farmaco, aumentando potenzialmente il rischio di fallimento terapeutico. Il pretrattamento con dosi multiple di rifampicina 600 mg seguite da una dose singola di 400 mg di medicinale, ha determinato una diminuzione di C max , e di AUC (0-infinito) di almeno il 54% e il 74% rispetto ai relativi valori senza trattamento con rifampicina. Risultati simili sono stati osservati in pazienti con gliomi maligni trattati con il farmaco mentre assumevano farmaci antiepilettici induttori enzimatici (EIAED) quali carbamazepina, oxcarbazepina e fenitoina. L'AUC plasmatica di imatinib e' stata ridotta del 73% rispetto ai pazienti non trattati con EIAED. L'uso concomitante di rifampicina o di forti induttori del CYP3A4e di imatinib deve essere evitato. Principi attivi la cui concentrazi one plasmatica puo' essere alterata da imatinib aumenta i valori medi C max e AUC della simvastatina (substrato del CYP3A4) rispettivamente di 2 e 3,5 volte, indicando un'inibizione del CYP3A4 da parte di imatinib. Si raccomanda quindi cautela nella somministrazione del farmaco con substrati del CYP3A4 con una stretta finestra terapeutica (es. ciclosporina e pimozide). Il medicinale potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di altri farmaci metabolizzati dal CYP3A4 (es. triazolo-benzodiazepina, diidropiridina, bloccanti dei canali del calcio, alcuni inibitori della HMG-CoA reduttasi, es. statine etc.). Poiche' la warfarina e' metabolizzata dal CYP2C9, i pazienti che richiedono anticoagulanti dovrebbero ricevere eparina standard o di basso peso molecolare. In vitro il farmaco inibisce l'attivita' dell'isoenzima CYP2D6 del citocromo P450 a concentrazioni simili a quelle che influiscono sull'attivita' del CYP3A4. Imatinib 400 mg due volte al giorno ha avuto un effetto inibitorio sul metabolismo del metoprololo mediato da CYP2D6, con un aumento della C max e dell'AUC di circa il 23% (90%IC [1,16-1,30]). Aggiustamenti della dose non sembrano essere necessari quando imatinib e' somministrato in concomitanza con substrati del CYP2D6, tuttavia si consiglia cautela per i substrati del CYP2D6 con una stretta finestra terapeutica come il metoprololo. In pazienti trattati con metoprololo deve essere preso in considerazione il monitoraggio clinico. In vitro, il farmaco inibisce la O-glucuronidazione del paracetamolo con un valore Ki di 58,5 micromoli/l. Questa inibizione non e' stata osservata in vivo dopo la somministrazione di 400 mg di medicinale e di 1000 mg di paracetamolo. Dosi piu' elevate di farmaco e paracetamolo non sono state studiate. Deve essere pertanto prestata attenzione quando si usano in modo concomitante dosi elevate di medicinale e paracetamolo. Nei pazienti tiroidectomizzati in trattamento con levotiroxina, puo'essere diminuita l'esposizione plasmatica alla levotiroxina in caso d i somministrazione concomitante di medicinale. Si raccomanda pertanto cautela. Il meccanismo dell'interazione osservata e', comunque, al momento non noto. Nei pazienti con LLA Ph+ ci sono esperienze cliniche del farmaco somministrato in concomitanza alla chemioterapia, ma non sono state completamente caratterizzate le interazioni farmacologiche traimatinib e regimi chemioterapici. Gli eventi avversi di imatinib, com e epatotossicita', mielosoppressione o altri, potrebbero aumentare ed e' stato riportato che l'uso concomitante con L-asparaginasi puo' essere associato ad un'aumentata epatotossicita'. Pertanto l'uso del medicinale in combinazione richiede una speciale precauzione.
Effetti indesiderati
Le categorie di frequenza sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota. Infezioni e infestazioni. Non comune: herpes zoster, herpes simplex, rinofaringite, polmonite?, sinusite, cellulite, infezione delle vie respiratorie superiori, influenza, infezione del tratto urinario, gastroenterite, sepsi; raro: infezione micotica. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Raro: sindrome da lisi tumorale. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, trombocitopenia, anemia; comune: pancitopenia, neutropenia febbrile; non comune: trombocitemia, linfopenia, depressione midollare, eosinofilia, linfoadenopatia; raro: anemia emolitica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia; non comune: ipokaliemia, aumento dell'appetito, ipofosfatemia, diminuzione dell'appetito, disidratazione, gotta, iperuricemia, ipercalcemia, iperglicemia, iponatriemia; raro: iperkaliemia, ipomagnesiemia. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia; non comune: depressione, riduzione della libido, ansia; raro: stato confusionale. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; comune: capogiri, parestesia, alterazioni del gusto, ipoestesia; non comune: emicrania, sonnolenza, sincope, neuropatia periferica, indebolimento della memoria, sciatalgia, sindrome delle gambe senza riposo, tremore, emorragia cerebrale; raro: aumento della pressione intracranica, convulsioni, neurite ottica. Patologie dell'occhio. Comune: edema delle palpebre, aumento della lacrimazione, emorragia congiuntivale, congiuntivite, secchezza oculare, offuscamento della visione;non comune: irritazione oculare, dolore oculare, edema orbitale, emor ragia della sclera, emorragia retinica, blefarite, edema maculare; raro: cataratta, glaucoma, papilledema. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: vrtigini, acufeni, perdita di udito. Patologie cardiache. Non comune: palpitazioni, tachicardia, scompenso cardiaco congestizio, edema polmonare; raro: aritmia, fibrillazione atriale, arresto cardiaco, infarto miocardico, angina pectoris, effusione pericardica. Patologie vascolari. Comune: vampate, emorragia; non comune: ipertensione, ematoma, raffreddamento delle estremita', ipotensione, fenomenodi Raynaud. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune : dispnea, epistassi, tosse; non comune: effusione pleurica, dolore faringolaringeo, faringite; raro: dolore pleuritico, fibrosi polmonare, ipertensione polmonare, emorragia polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolori addominali; comune: flatulenza, distensione addominale, reflusso gastroesofageo, stipsi, secchezza delle fauci, gastrite; non comune: stomatite, ulcerazione della bocca, emorragia gastrointestinale, eruttazione, melena,esofagite, ascite, ulcera gastrica, ematemesi, cheilite, disfagia, pa ncreatite; raro: colite, ileo, malattia infiammatoria intestinale. Patologie epatobiliari. Comune: aumento degli enzimi epatici; non comune:iperbilirubinemia, epatite, ittero; raro: insufficienza epatica, necr osi epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: edema periorbitale, dermatite/eczema/eruzione cutanea; comune: prurito, edema facciale, secchezza della cute, eritema, alopecia, sudorazione notturna, reazioni di fotosensibilita'; non comune: eruzione cutanea pustolosa, contusioni, aumento della sudorazione, orticaria, ecchimosi, aumento della tendenza a sviluppare lividi, ipotricosi, ipopigmentazione cutanea, dermatite esfoliativa, onicoclasia, follicolite, petecchie, psoriasi, porpora, iperpigmentazione cutanea, eruzioni bollose; raro: dermatosi neutrofila febbrile acuta (sindrome di Sweet), alterazione del colore delle unghie, edema angioneurotico, eruzione cutanea vescicolare, eritema multiforme, vasculite leucocitoclastica, sindrome di Stevens-Johnson, pustolosi esantematosa generalizzata acuta (AGEP). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto comune: spasmi e crampi muscolari, dolore muscoloscheletrico incluso mialgia, artralgia, dolore osseo; comune: gonfiore articolare; non comune: rigidita' articolare e muscolare. Raro: debolezza muscolare, artrite, rabdomiolisi/miopatia. Patologie renali e urinarie. Non comune: dolore renale, ematuria, insufficienza renale acuta, pollachiuria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: ginecomastia, disfunzione erettile, menorragia, mestruazioni irregolari, disfunzione sessuale, dolore al capezzolo, ingrossamento della mammella, edema scrotale; raro: corpo luteo emorragico/cisti ovarica emorragica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: ritenzione idrica ed edema, affaticamento; Comune: debolezza, febbre, anasarca, brividi, tremore; non comune: dolore toracico, malessere. Esami diagnostici. Molto comune: aumento di peso; comune: diminuzione di peso; non comune: Aumento della creatinina ematica, aumento della creatinfosfochinasi ematica, aumento della lattato deidrogenasi ematica, aumento della fosfatasi alcalina ematica; raro: aumento dell'amilasi ematica. >>Esperienza post-marketing. Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Non noto:emorragia tumorale/necrosi tumorale. Disturbi del sistema immunitario . Non noto: shock anafilattico. Patologie del sistema nervoso. Non noto: edema cerebrale. Patologie dell'occhio. Non noto: emorragia del vitreo. Patologie cardiache. Non noto: pericardite, tamponamento cardiaco. Patologie vascolari. Non noto: trombosi/embolia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non noto: insufficienza respiratoria acuta, malattia polmonare interstiziale. Patologie gastrointestinali. Non noto: ileo/ostruzione intestinale, perforazione gastrointestinale, diverticolite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non noto: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, cheratosi lichenoide,lichen planus, necrolisi epidermica tossica. Patologie del sistema mu scoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non noto: necrosi avascolare/necrosi dell'anca, ritardo della crescita nei bambini.
Gravidanza e allattamento
Vi sono dati limitati riguardanti l'uso di imatinib in donne in gravidanza. Tuttavia, gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicita' riproduttiva e il rischio potenziale per il feto non e' noto. Il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. In caso di somministrazione in gravidanza, informare la paziente circa il potenziale rischio per il feto. Alle donne in eta' fertile deve essere segnalata la necessita' di utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento. Ci sono informazioni limitate riguardanti la distribuzione di imatinib nel latte materno. Valutazioni in due donne che allattavano hanno mostrato che sia imatinib sia il suo metabolita attivo possono essere distribuiti nel latte materno. Il rapporto latte/plasma, valutato in una singola paziente, e' stato determinato essere 0,5 per imatinib e 0,9 per il metabolita, suggerendo una maggiore distribuzione del metabolita nel latte. Tenendo in considerazione la concentrazione combinata di imatinib e del metabolita e la massima assunzione giornaliera di latte dei neonati, l'esposizione totale sembrerebbe essere bassa (circa il 10% di una dose terapeutica). Tuttavia, poiche' gli effetti di un'esposizione a basse dosi nei neonati non sono noti, le donne che stanno assumendo imatinib non devono allattare. In studi non clinici, la fertilita' dei ratti di sesso maschile e femminile non e' stata influenzata. Non sono stati condotti studi in pazienti trattati con il farmaco per valutarne l'effetto sullafertilita' e la spermatogenesi. I pazienti che sono preoccupati per l a loro fertilita' durante il trattamento con il medicinale devono consultare il medico.