Glimepiride Act - 30cpr 3mg

Dettagli:
Nome:Glimepiride Act - 30cpr 3mg
Codice Ministeriale:038642171
Principio attivo:Glimepiride
Codice ATC:A10BB12
Fascia:A
Prezzo:3.56
Rimborso:3.56
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Actavis Italy Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +30, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

GLIMEPIRIDE ACTAVIS

Formulazioni

Glimepiride Act - 30cpr 2mg
Glimepiride Act - 30cpr 3mg
Glimepiride Act - 30cpr 4mg

Categoria farmacoterapeutica

Ipoglicemizzanti orali.

Principi attivi

Glimepiride.

Eccipienti

Lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, amido glicolato di sodio tipo A, povidone, magnesio stearato. >>Agenti coloranti. Cpr 2 mg:ferro ossido giallo E172, tartrazina E172, blu brillante E133, giallo tramonto E110. Cpr 3 mg: ferro ossido giallo 172. Cpr 4 mg: indaco ca rminio E132.

Indicazioni

Trattamento del diabete mellito di tipo 2, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla glimepiride, altre sulfaniluree o sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Diabete insulino-dipendente. Coma diabetico. Chetoacidosi. Gravi alterazioni della funzionalita' renale oepatica; e' richiesta una sostituzione con insulina in caso di gravi alterazioni della funzionalita' renale o epatica.

Posologia

Per uso orale. Alla base di un trattamento efficace del diabete ci deve essere una dieta adeguata, un regolare esercizio fisico, oltre al sistematico controllo del sangue e delle urine. Gli antidiabetici orali o l'insulina, non possono compensare il mancato rispetto della dieta da parte del paziente. Il dosaggio viene determinato in base ai valori di glucosio nel sangue e nelle urine. La dose iniziale e' di 1 mg di glimepiride al giorno. Se si raggiunge un buon controllo questa posologia puo' essere adottata come terapia di mantenimento. Per i differentiregimi posologici sono disponibili dosaggi appropriati Se il controll o non e' soddisfacente, la dose deve essere aumentata sulla base del controllo glicemico, in modo graduale con un intervallo, per ogni aumento, di circa 1-2 settimane, fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Una dose superiore a 4 mg al giorno di glimepiride porta a risultati terapeutici migliori solo in casi eccezionali. La dose massima raccomandata e' di 6 mg al giorno. Nei pazienti non adeguatamente controllati con la dose massima giornaliera di metformina, puo' essere iniziatauna terapia concomitante con glimepiride. Mentre si mantiene costante la dose di metformina, si inizia il trattamento con glimepiride con u na dose bassa, titolando la dose a seconda del livello desiderato di controllo metabolico fino alla dose massima giornaliera. La terapia combinata deve essere iniziata sotto stretto controllo. In pazienti non adeguatamente controllati con il massimo della dose giornaliera, se necessario puo' essere iniziato un trattamento insulinico concomitante. Mentre si mantiene costante la dose di glimepiride, si inizia il trattamento con insulina con dosi basse, aumentando tali dosi a seconda del livello desiderato del compenso metabolico. La terapia combinata deve essere iniziata sotto attento controllo. Normalmente e' sufficiente una dose unica giornaliera di glimepiride. Si raccomanda che questa dosevenga assunta prima o durante una colazione sostanziosa, o in mancanz a della colazione, subito prima o durante il pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza aumentando la dose successiva. Le compresse vanno ingerite con un po' di liquido. Se in un paziente si verifica una reazione ipoglicemica con la dose di 1 mg di glimepiride al giorno, significa che tale paziente puo' essere controllato con la sola dieta. Nel corso del trattamento, dal momento che un miglioramento del controllo del diabete puo' essere associato ad una aumentata sensibilita' all'insulina,la richiesta di glimepiride puo' diminuire. Per evitare la comparsa di ipoglicemia si devono pertanto valutare una tempestiva riduzione della dose o una sospensione della terapia. Una modifica della posologia puo' rendersi necessaria anche in caso di cambiamenti nel peso del paziente o nello stile di vita, o nel caso in cui altri fattori aumentino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. >>Passaggio da altri antidiabetici orali alla glimepiride: per il passaggio alla glimepiride devono essere considerati il dosaggio e l'emivita del precedente prodotto medicinale. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (ad es. clorpropamide), e' raccomandato un periodo di interruzione di alcuni giorni al fine di minimizzare il rischio di reazioni ipoglicemiche dovute ad un effetto additivo. La dose iniziale raccomandata e' di 1 mg di glimepiride al giorno. In base alla risposta terapeutica, la dose di glimepiride puo' essere incrementato gradualmente cosi' come indicato in precedenza. >>Passaggio dall'insulina alla glimepiride: in casi eccezionali, in pazienti affetti da diabete di tipo 2 precedentemente controllati con insulina, puo' essere indicato il passaggio alla glimepiride. Il passaggio deve avvenire sotto stretto controllo.

Conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 30 gradi C. Conservare nella confezione originale per proteggere dalla luce.

Avvertenze

Assumere poco prima o durante un pasto. Quando i pasti vengono assuntiad orari irregolari o addirittura non vengono consumati, il trattamen to puo' determinare ipoglicemia. I possibili sintomi di ipoglicemia comprendono: cefalea, fame insaziabile, nausea, vomito, stanchezza, sonnolenza, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressivita', difficolta' di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e del tempo direazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vist a, afasia, tremore, paresi, disturbi sensori, capogiri, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono presentarsi segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansieta', tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico puo' assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre possono essere rapidamente controllati con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. Dall'esperienza con altre sulfaniluree e' noto che, nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia puo' ricomparire. Una ipoglicemia grave o prolungata, controllata solo temporaneamente dalla somministrazione di quantitativi usuali di zucchero, richiede un trattamento immediato medico e, occasionalmente, ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: scarsa cooperazione o, piu' comunemente nei pazienti piu' anziani, incapacita' del paziente a cooperare; malnutrizione, irregolarita' nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno; modifica della dieta; squilibrio tra attivita' fisica e assunzione di carboidrati; consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto; compromissione della funzionalita' renale; grave disfunzione epatica; sovradosaggio della glimepiride; alcune disfunzioni del sistema endocrino non compensate che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (ad es. in alcuni disturbi della funzionalita' tiroidea e dell'ipofisi anteriore o in caso di insufficienza surrenalica); contemporanea somministrazione di alcuni altri prodotti medicinali. Il trattamento richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della percentuale di emoglobina glicosilata Durante il trattamento con glimepiride si richiede un controllo regolare dei valori ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) ed epatici. In situazioni di stress (ad es. traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili, ecc.) puo' essere indicato il passaggio temporaneo all'insulina. Non esistono sufficienti esperienze relative all'uso di glimepiride in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti in dialisi. In questi pazienti e' indicato il passaggio all'insulina. Il trattamento con sulfanilureee di pazienti con deficit del G6PD puo' causare anemia emolitica. Poiche' la glimepiride appartiene alla classe delle sulfaniluree, si deve usare cautela nei pazienti con deficit del G6PD e si deve considerare un'alternativa diversa dalla sulfanilurea. Contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio,da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattos io, non devono assumere questo medicinale.

Interazioni

Se glimepiride viene somministrata contemporaneamente ad alcuni medicinali possono verificarsi sia aumenti che diminuzioni indesiderate dell'azione ipoglicemizzante di glimepiride. Per questo motivo, altri medicinali devono essere assunti solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. E' metabolizzata dal citocromo P450 2C9 (CYP2C9).E' noto che il suo metabolismo e' influenzato dalla somministrazione concomitante di induttori del CYP2C9 (ad es. rifampicina) o di inibitori (ad es. fluconazolo). I risultati di uno studio di interazioni in vivo riportato in letteratura, hanno dimostrato che l'AUC della glimepiride e' quasi raddoppiata in presenza di fluconazolo, che e' uno dei piu' potenti inibitori del CYP2C9. Sulla base dell'esperienza maturata con glimepiride e con altre sulfaniluree devono essere menzionate le interazioni di seguito riportate. Un potenziamento dell'effetto ipoglicemizzante e, pertanto, in alcuni casi reazioni ipoglicemiche, possono manifestarsi con l'assunzione di uno dei seguenti medicinali: fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone; insuline e altri prodotti antidiabetici orali, come la metformina; salicilati e acido para-amino-salicilico; steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili; cloramfenicolo, alcune sulfonamidi a lunga durata d'azione, tetracicline, antibiotici chinolonici e claritromicina; anticoagulanti cumarinici; fenfluramina; fibrati; ACE-inibitori; fluoxetina, MAO-inibitori; allopurinolo,probenecid sulfinpirazone; simpaticolitici; ciclofosfamide, trofosfam ide e ifosfamidi; miconazolo, fluconazolo; pentossifillina (alte dosi parenterali); tritoqualina. Una diminuzione dell'azione ipoglicemizzante e conseguente aumento della glicemia possono verificarsi con, per esempio, l'assunzione di uno dei seguenti prodotti medicinali: estrogeni e progestinici; saluretici, diuretici tiazidici; tireomimetici, glucocorticoidi; derivati fenotiazinici, clorpromazina; adrenalina e simpaticomimetici; acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell'acido nicotinico; lassativi (dopo un uso protratto); fenitoina, diazossido; glucagone, barbiturici e rifampicina; acetazolamide. Gli H2-antagonisti, i beta bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia un aumento che una diminuzione dell'effetto ipoglicemizzante. Sotto l'influenza di medicinali simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina, i sintomi di una contro-regolazione adrenergica dell'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione di alcool puo' potenziare o ridurre l'azione ipoglicemizzante della glimepiride in modo non prevedibile. La glimepiride puo' sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici.

Effetti indesiderati

Non comuni (>1/1000 <1/100), rari (>1/10.000 <1/1000) e molto rari (<1/10.000, inclusi rapporti isolati). Patologie del sistema emolinfopoietico. Rari: trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi, eritrocitopenia, anemia emolitica e pancitopenia, che in genere sono reversibili dopo la sospensione del trattamento. Disturbi del sistema immunitario. Molto rari: vasculite leucocitoclastica. Lievi reazioni da ipersensibilita' che possono evolversi in reazioni serie con dispnea, diminuzione della pressione sanguigna ed a volte shock. E' possibile allergia crociata con le sulfaniluree, sulfonamidi o sostanze correlate. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Rari: reazioni ipoglicemiche. Patologie dell'occhio. Non comuni: disturbi visivi, transitori, possono comparire specialmente all'inizio del trattamento a causa di variazioni dei livelli ematici di glucosio. Patologie gastrointestinali. Molto rari: nausea, vomito, diarrea, distensione addominale, disturbi addominali e dolore addominale che raramente conducono all'interruzione del trattamento. Patologie epatobiliari. Non comuni: aumento degli enzimi epatici. Molto rari: funzionalita' epatica anormale (ades. con colestasi ed ittero), epatite ed insufficienza epatica. Patol ogie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: possono manifestarsi reazioni di ipersensibilita' cutanea come prurito, eruzione cutanea, orticaria. Molto rari: fotosensibilita'. Esami diagnostici. Molto rari: riduzione del sodio nel sangue.

Gravidanza e allattamento

In corso di gravidanza concentrazioni anormali di glucosio ematico sono associate ad una maggiore incidenza di anomalie congenite e mortalita' perinatale. Pertanto la glicemia deve essere attentamente controllata durante la gravidanza per evitare il rischio di teratogenesi. In tali circostanze e' richiesto l'uso di insulina. Non vi sono sufficientidati derivanti dall'uso di glimepiride in donne in stato di gravidanz a. Studi su animali hanno dimostrato tossicita' riproduttiva probabilmente correlata all'effetto farmacologico (ipoglicemia) della glimepiride. Pertanto, glimepiride non deve essere utilizzata durante l'intero periodo della gravidanza. Se la paziente in terapia con glimepiride intende iniziare una gravidanza o nel caso in cui venga accertata una gravidanza, il trattamento deve essere immediatamente cambiato con una terapia con insulina. Non e' noto se avvenga escrezione nel latte umano. La glimepiride e' escreta nel latte di ratto. Poiche' altre sulfaniluree passano nel latte materno e vi e' il rischio di ipoglicemia nel lattante, l'allattamento non e' consigliato durante la terapia.