Gemcitabina Kabi - Inf Fl 2g
Dettagli:
Nome:Gemcitabina Kabi - Inf Fl 2gCodice Ministeriale:039884034
Principio attivo:Gemcitabina Cloridrato
Codice ATC:L01BC05
Fascia:H
Prezzo:221.93
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Fresenius Kabi Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Preparazione iniettabile
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi, non congelare
Scadenza:24 mesi
Denominazione
GEMCITABINA KABI 38 MG/ML
Formulazioni
Gemcitabina Kabi - Inf Fl 200mg
Gemcitabina Kabi - Inf Fl 1g
Gemcitabina Kabi - Inf Fl 2g
Categoria farmacoterapeutica
Analoghi della pirimidina.
Principi attivi
Gemcitabina.
Eccipienti
Mannitolo (E 421), sodio acetato triidrato (E 262), acido cloridrico (E 507), sodio idrossido (E 524).
Indicazioni
La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina e' indicata nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina, in combinazione con cisplatino e' indicata nel trattamento diprima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monotera pia puo' essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2. La gemcitabina in combinazione con carboplatino e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesidopo terapia di prima linea con platino. La gemcitabina, in combinazi one con paclitaxel, e' indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. Laprecedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno ch e questa non fosse controindicata.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Posologia
Carcinoma della vescica: 1000 mg/m^2, per infusione in 30 minuti. In combinazione con cisplatino somministrare la dose nei giorni 1, 8 e 15 di ciascun ciclo di 28 giorni. La dose generalmente raccomandata e' di70 mg/m^2, da somministrare il giorno seguente la somministrazione di gemcitabina oppure il giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del dosaggio nell'ambito di un ciclo o durante cicli successivi di terapia puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Carcinoma del pancreas: 1.000 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 7 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi dovranno consistere di somministrazioni una volta a settimana per 3 settimane consecutive su 4 settimane. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. >>Carcinoma del polmone non a piccole cellule. Gemcitabina in monoterapia: 1.000 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, una volta a settimana per 3 settimane consecutive facendo poi seguire una settimana di riposo.Questo ciclo di 4 settimane puo' essere ripetuto. La riduzione del do saggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. Gemcitabina in combinazione: 1.250 mg/m^2, per via endovenosa in 30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21giorni. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al g rado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. La dose generalmente consigliata e' di 75-100 mg/m^2, da somministrare una volta ogni 3settimane. Carcinoma della mammella: gemcitabina in combinazione con paclitaxel e' raccomandata somministrando paclitaxel (175 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di circa 3 ore il giorno 1, seguita da gemcitabina (1.250 mg/m^2) per infusione endovenosa della durata di30 minuti nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzion e del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco nel paziente. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 10^6/l) prima di iniziare la somministrazione di gemcitabina associata a paclitaxel. Carcinoma dell'ovaio: la dose di gemcitabina consigliata in combinazione con carboplatino e' di 1.000 mg/m^2, da somministrare per infusione endovenosa in30 minuti, nei giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. Il carbopl atino verra' somministrato dopo la gemcitabina il giorno 1 in modo tale da raggiungere una AUC di 4,0 mg/ml per minuto. La riduzione del dosaggio puo' essere effettuata in base al grado di tossicita' causata dal farmaco sul paziente. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' non ematologica: effettuare una visita medica periodica e controlli della funzionalita' renale ed epatica per accertare una tossicita' non ematologica. In base al grado di tossicita' presentato dal paziente puo' essere attuata una riduzione del dosaggio ogni ciclo o nell'ambito di un solo ciclo. In generale, per una tossicita' non ematologica grave (grado 3 o 4), con eccezione per la nausea/vomito, la terapia con sospendere o ridurre gemcitabina. Sospendere le dosi fino a quando, la tossicita' non sia risolta. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica: in tutte le indicazioni, prima della somministrazione di ogni dose monitorare il paziente per quanto riguarda la conta dei granulociti e delle piastrine. I pazienti devono avere una conta dei granulociti in valore assoluto di almeno 1.500 (x 10^6/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 10^6/l) prima dell'inizio di un ciclo. Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas, somministrata in monoterapia o in associazione con cisplatino: valore assoluto della conta dei granulociti > 1.000 (x 10^6/1) e conta delle piastrine > 100.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 100%; valore assoluto della conta dei granulociti 500-1.000 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 50.000-100.000 ( x 10^6/1): percentuale del dosaggio 75%; valore assoluto della conta dei granulociti < 500 (x 10^6/1) o conta delle piastrine < 50.000 (x 10^6/1): omettere la dose, l'omissione non sar? riconsiderataprima che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga al meno 500 (x 10^6/l) e la conta delle piastrine torni a 50.000 (x 10^6/l). Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo peril carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclit axel: valore assoluto della conta dei granulociti >= 1.200 (x 10^6/1) e conta delle piastrine > 75.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 100%; valore assoluto della conta dei granulociti 1000- < 1.200 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 50.000-75.000 (x 10^6/1): percentuale deldosaggio 75%; valore assoluto della conta dei granulociti 700- < 1000 (x 10^6/1) e conta delle piastrine >= 50.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 50%; valore assoluto della conta dei granulociti < 700 (x10^6/1) o conta delle piastrine < 50.000 (x 10^6/1): omettere la dose , l'omissione non sar? rinconsiderata. Variazioni del dosaggio di gemcitabina nell'ambito di un ciclo per il carcinoma dell'ovaio, somministrata in associazione con carboplatino: valore assoluto della conta deigranulociti > 1.500 (x 10^6/1) e conta delle piastrine > 100.000 (x 1 0^6/1): percentuale della dose 100%; valore assoluto della conta dei granulociti 1.000-1.500 (x 10^6/1) o conta delle piastrine 75.000-100.000 (x 10^6/1): percentuale del dosaggio 50%; valore assoluto della conta dei granulociti < 1000 (x 10^6/1) o conta delle piastrine < 75.000:omettere la dose, l'omissione non sar? riconsiderata. Variazione del dosaggio dovuta a tossicita' ematologica in cicli successivi, in tuttele indicazioni: ridurre la dose al 75% della dose iniziale del primo ciclo, in presenza delle seguenti tossicita' ematologiche: valore assoluto della conta dei granulociti < 500 x 10^6/l per piu' di 5 giorni; valore assoluto della conta dei granulociti < 100 x 10^6/l per piu' di3 giorni; neutropenia febbrile; piastrine < 25.000 x 10^6 /l; ritardo del ciclo di oltre una settimana a causa della tossicita'. Gemcitabin a 38 mg/ml polvere per soluzione per infusione e' ben tollerata durante l'infusione. Se si verifica uno stravaso, interrompere immediatamente l'infusione e ricominciare in un altro vaso sanguigno. Monitorare attentamente il paziente dopo la somministrazione. Usare con cautela neipazienti con insufficienza epatica o renale. E' stata ben tollerata i n pazienti sopra i 65 anni di eta'. Non c'e' evidenza che indichi che nell'anziano siano necessari aggiustamenti della dose oltre a quelli gia' consigliati per tutti i pazienti. L'uso di gemcitabina nei pazienti sotto i 18 anni non e' raccomandato.
Conservazione
I flaconcini sigillati non richiedono condizioni particolari di conservazione.
Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione e un'aumentata frequenza di somministrazione possono determinare un aumento della tossicita' del farmaco. Tossicita' ematologica: la gemcitabina puo' determinare riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia. Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalita' midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, dovrebbe essere valutata la possibilita' di modificare o interrompere la terapia. La riduzione della funzionalita' midollare e' di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente puo' comportare interruzione del trattamento. La conta ematica periferica puo' continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa. Come per altri trattamenti con citotossici, quando la gemcitabina viene usata in combinazione con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilita' di una riduzione della funzionalita' midollare cumulativa. La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo o cirrosi epatica puo' condurre ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica di base. Controlli della funzionalita' epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente. La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa categoria di pazienti. E' stata riportata tossicita' in radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= a 7 giorni). Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono consigliati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccinivivi attenuati. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascol ari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari. Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS)), sonostate riscontrate durante terapia con gemcitabina. La causa di tali m anifestazioni non e' nota. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilita' di interrompere il trattamento con gemcitabina.L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puo' contribuire a migliorare il quadro clinico. Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche compatibilicon una sindrome uremica emolitica (HUS). Il trattamento con gemcitab ina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell'uremia o della LDH. Il danno renale potrebbe non essere reversibileanche dopo l'interruzione del trattamento ed in tali casi dovra' esse re preso in considerazione il ricorso alla dialisi. Studi preclinici sulla fertilita' hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio. Per questo motivo gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento. I flaconcini da 200/1000/2000 mg contengono sodio. Cio' deve essere tenuto in considerazione da pazienti che seguono una dieta sodio controllata.
Interazioni
Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo <= 7 giorni): la tossicita' associata con questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, inclusi dose e frequenza di somministrazione della gemcitabina, dose della radiazione, piano di trattamento radioterapico e tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. E' stato dimostrato un'attivita' radiosensibilizzante della gemcitabina. Durante una singola sperimentazione clinica in cui la gemcitabina e' stata somministrata alla dose di 1000 mg/m^2 per 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e'stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con gravi mucositi, in particolare esofagiti e polmoniti, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente quelli trattati con radioterapia su campi estesi. I risultati di studi effettuati successivamentehanno suggerito che e' realizzabile una somministrazione di gemcitabi na a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia in quanto presenta una tossicita' prevedibile, come e' risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, in cui sono state applicate dosi di radiazione toracica di 66Gy in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m^2,due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per una sommi nistrazione sicura di gemcitabina in concomitanza con dosi radianti terapeutiche, non e' stato ancora determinato in tutti i tipi tumorali. Radioterapia non concomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo superiore ai 7 giorni): l'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamento della tossicita' nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata fino a 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, ad eccezione del fenomeno di "recall" da radiazione. I dati indicano che la terapia con gemcitabina puo' essere iniziata dopo che glieffetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una se ttimana dalla sua effettuazione. Lesioni da radiazione sono state osservate su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, di gemcitabina. L'uso contemporaneo del vaccino per la febbre gialla e di vaccini vivi attenuati non e' consigliato a causa del rischio di malattia sistemica, eventualmente con esito fatale, particolarmente nei pazienti che sono gia' immunodepressi.
Effetti indesiderati
La frequenza e gravita' delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, velocita' di infusione e intervalli tra le dosi. Una riduzione della conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti. La frequenza e' definita come: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), rara (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto rara (< 1/10.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucopenia (Neutropenia digrado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%), la riduzione della funzionalit? midol lare varia da lieve a moderata ed ? pi? pronunciata per la conta dei granulociti, trombocitopenia, anemia; comune: neutropenia febbrile, molto raro: trombocitosi. Disturbi del sistema immunitario. Molto rara: reazione anafilattoide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, insonnia, sonnolenza. Patologie cardiache. Rara: infarto del miocardio. Patologie vascolari. Rara: ipotensione. Patologie respiratorie, toracichee mediastiniche. Molto comune: dispnea, di solito lieve e di rapida r isoluzione senza trattamento; comune: tosse, rinite; non comune: polmonite interstiziale, broncospasmo di solito lieve e transitorio, pu? richiedere trattamento parenterale. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, nausea, comune: diarrea, stomatite e ulcerazione della bocca stipsi. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina; comune: aumento della bilirubina; rara: aumento della gamma-glutamiltrasferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: eruzione cutanea allergica frequentemente associata a prurito Alopecia; comune: prurito, sudorazione; rara: ulcerazione, formazione di vescicole ed ulcere, desquamazione; molto rara: reazioni cutanee gravi, che includono desquamazione ed eruzioni bollose cutanee. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mal di schiena, mialgia. Patologie renali e urinarie. Molto comune: ematuria, lieve proteinuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: sintomi simil-influenzali, i sintomi pi? comuni sono febbre, cefalea, tremori, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati anche riportati tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficolt? ad addormentarsi. Edema/edema periferico, incluso edema facciale. L'edema ? di solito reversibile dopo interruzione del trattamento; comune: febbre, astenia, tremori; rara: reazioni nel sito d'iniezione - di natura tendenzialmente lieve. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Tossicit? da radiazioni. Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie,toraciche e mediastiniche: edema polmonare, sindrome da distress resp iratorio dell'adulto. Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epatobiliari: grave tossicita' epatica, comprendente insufficienza epatica e morte. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, sindrome di Lyell, sindrome di Stevens-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale, sindrome uremica emolitica. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: recall da radiazioni. Impiego in associazione nel tumore alla mammella: la frequenzadi tossicita' ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, a umenta quando la gemcitabina e' usata in associazione con paclitaxel. Tuttavia, l'aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell'incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L'affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L'affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia. >>Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel versus gemcitabina in associazione a paclitaxel. Relativi ad analisi dilaboratorio: anemia, trombocitopenia, neutropenia; non relativi ad an alisi di laboratorio: neutropenia febbrile, affaticamento, diarrea, neutropenia motoria, neutropenia sensoriale. >>Impiego in associazione ne carcinoma della vescica. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia,trombocitopenia; non relativi di analisi di laboratorio: nausea e vom ito, diarrea, infezione, stomatite.>> Impiego in associazione nel carcinoma dell'ovaio. Relativi ad analisi di laboratorio: anemia, neutropenia, trombocitopenia, leucopenia; non relativi ad analisi di laboratorio: emorragia, neutropenia febbrile, infezione senza neutropenia. La neuropatia sensoriale ? stata anche pi? frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino.
Gravidanza e allattamento
Non esistono dati sufficienti sull'uso della gemcitabina in donne in gravidanza. Studi sperimentali condotti negli animali hanno evidenziatouna tossicita' sull'attivita' riproduttiva. Sulla base dei risultati degli studi su animali e sul meccanismo di azione della gemcitabina, questa non deve essere usata durante la gravidanza se non in caso di assoluta necessita'. Donne in eta' fertile dovrebbero essere sconsigliate di iniziare una gravidanza durante la terapia con gemcitabina. Nel caso in cui la paziente rimanga incinta deve informare immediatamente il medico. Non e' noto se la gemcitabina viene eliminata nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con gemcitabina. Lagemcitabina causa nel topo maschio una ipospermatogenesi. Per questo motivo, gli uomini sessualmente maturi sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilita' che il trattamento con gemcitabina causi un'infertilita' irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalita' di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento.