Gemcitabina Acc - Inf Polv Fl200
Dettagli:
Nome:Gemcitabina Acc - Inf Polv Fl200Codice Ministeriale:039531013
Principio attivo:Gemcitabina Cloridrato
Codice ATC:L01BC05
Fascia:H
Prezzo:23.09
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Accord Healthcare Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi
Denominazione
GEMCITABINA ACCORD HEALTHCARE
Formulazioni
Gemcitabina Acc - Inf Polv Fl200
Gemcitabina Acc - Inf Polv Fl 1g
Categoria farmacoterapeutica
Analoghi della pirimidina.
Principi attivi
Gemcitabina cloridrato (gemcitabina).
Eccipienti
Mannitolo E421, acetato di sodio E262, acido cloridrico E507 (per l'aggiustamento del pH) e idrossido di sodio E524 (per l'aggiustamento delpH).
Indicazioni
Gemcitabina con cisplatino: trattamento del carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico. Gemcitabina: trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico. Gemcitabina con cisplatino: trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. L'uso di gemcitabina in monoterapia puo' essere considerato nei pazienti anziani o in quelli con Performance Status uguale 2. Gemcitabina con carboplatino: trattamento di pazienti con carcinoma dell'epitelio dell'ovaio localmente avanzato o metastatico, in pazienti con malattia recidivata seguendo un intervallo libero da recidiva di almeno 6 mesi dopo la terapia di prima linea a base di platino. Gemcitabina con paclitaxel: trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile, localmente ricorrente o metastatico recidivato dopochemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La chemioterapia precedente deve aver incluso un'antraciclina, eccetto nei casi in cui sia clinic amente controindicata.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento.
Posologia
Somministrare sotto la supervisione di un medico qualificato per l'usodella chemioterapia antitumorale. >>Carcinoma della vescica (uso in a ssociazione): la dose di gemcitabina consigliata e' di 1.000 mg/m^2, da somministrare mediante infusione della durata di 30 minuti. La dose deve essere somministrata nei Giorni 1, 8 e 15 di ciascun ciclo di 28 giorni in associazione con il cisplatino. La dose di cisplatino consigliata e' di 70 mg/m^2 al Giorno 1 dopo la somministrazione di gemcitabina o al Giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclodi terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. >>Carcinoma del pancreas: la dose di gemcitabina consigliata e' di 1.000 mg/m^2, da somministrare mediante infusione endovenosa della duratadi 30 minuti, ripetuta una volta alla settimana per un massimo di 7 s ettimane, facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi devono consistere di iniezioni somministrate una volta alla settimana per 3 settimane consecutive su ogni 4 settimane. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. >>Carcinoma polmonare non a piccole cellule in monoterapia: la dose di gemcitabina consigliata e' di 1.000 mg/m^2,da somministrare mediante infusione endovenosa della durata di 30 min uti, ripetuta una volta alla settimana per 3 settimane (Giorni 1, 8 e 15) seguite da un periodo di riposo di 1 settimana. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. Uso in associazione: la dose di gemcitabina consigliata e' di 1.250mg/m^2 area di superficie corporea da somministrare mediante infusion e endovenosa della durata di 30 minuti al Giorno 1 e al Giorno 8 del ciclo di trattamento (21 giorni). La riduzione del dosaggio con ciascunciclo di terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere app licata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. Il cisplatino e' stato utilizzato a dosi comprese tra 75 e 100 mg/m^2 una volta ogni 3 settimane. >>Carcinoma della mammella (uso in associazione): l'associazione gemcitabina-paclitaxel e' consigliata, somministrando paclitaxel (175 mg/m^2) al Giorno 1 mediante infusione endovenosa della durata di circa 3 ore, seguito da gemcitabina (1.250 mg/m^2) mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei Giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 10^6 /l) prima di iniziare la somministrazione dell'associazione gemcitabina-paclitaxel. >>Carcinoma dell'ovaio (uso inassociazione): la dose di gemcitabina consigliata in associazione con il carboplatino e' di 1.000 mg/m^2 da somministrare nei Giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Il carboplatino viene somministrato dopo la gemcitabina al Giorno 1 in modo da raggiungere un'area sotto la curva (AUC) obiettivo di 4,0 mg/ml al minuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell'ambito di un ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di tossicita' causata al paziente dalla terapia. >>Modifica della dose dovuta a tossicita' non ematologica: l'esamefisico periodico e i controlli della funzionalita' renale ed epatica devono essere effettuati per rilevare la tossicita' non ematologica. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell'ambito diun ciclo di terapia puo' essere applicata a seconda del grado di toss icita' causata al paziente dalla terapia. In genere, per la tossicita'non ematologica grave (di Grado 3 o 4), ad eccezione di nausea/vomito , la terapia con gemcitabina deve essere interrotta o ridotta secondo il parere del medico curante. Le dosi devono essere sospese fino a quando si e' risolta la tossicita'. >>Modifica della dose dovuta a tossicita' ematologica: per tutte le indicazioni, i pazienti devono essere sottoposti prima di ogni somministrazione ad un controllo delle conte delle piastrine e dei granulociti. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 10^6 /l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 10^6 /l) prima dell'inizio di un ciclo. >>Modo di somministrazione: e' tollerata bene durante l'infusione e puo' essere somministrata al paziente in regime ambulatoriale. Se si verifica lo stravaso, in genere l'infusione deve essere interrotta immediatamente e riavviata in un altro vaso sanguigno. Il paziente deve essere attentamente monitorato dopo la somministrazione. >>Popolazion particolari. Usare con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale perche' le informazioni fornite dagli studi clinici sono insufficienti per consentire chiare raccomandazioni per la posologia per queste popolazioni di pazienti. La gemcitabina e' stata ben tollerata nei pazientidi eta' superiore ai 65 anni; non c'e' evidenza che siano necessarie titolazioni della dose oltre a quelle gia' consigliate per tutti i pazienti. Non e' consigliato per l'uso nei bambini di eta' inferiore ai 18 anni d'eta'.
Conservazione
Non richiede particolari condizioni di conservazione.
Avvertenze
Il prolungamento del tempo di infusione e l'aumento della frequenza disomministrazione possono determinare un aumento della tossicita'. La gemcitabina puo' causare una riduzione della funzionalita' midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia. I pazienti in terapia con gemcitabina devono essere sottoposti, prima di ogni somministrazione, ad un controllo delle conte di piastrine, leucociti e granulociti. In caso di depressione midollare indotta dal farmaco, deve essere valutata la possibilita' di sospendere o modificare la terapia. Tuttavia, la mielosoppressione e' di breve durata e generalmente non richiede la riduzione del dosaggio e solo raramente comporta l'interruzione del trattamento. La conta degli elementi cellulari ematologici periferici puo' continuare a peggiorare anche dopo l'interruzione della somministrazione della gemcitabina. Nei pazienti con funzionalita' midollare compromessa, la terapia deve essere iniziata con cautela. Come per le altre terapie citotossiche, il rischio di attivita' mielosoppressiva cumulativa deve essere considerato quando la gemcitabina viene somministrata in associazione con altri chemioterapici. La somministrazione di gemcitabina in pazienti con metastasi epatiche concomitanti o anamnesi medica pre-esistente di epatite, alcolismo ocirrosi epatica puo' portare all'esacerbazione dell'insufficienza epa tica di base. La valutazione di laboratorio della funzionalita' renaleed epatica (inclusi i test virologici) deve essere effettuata periodi camente. Usare con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o con funzionalita' renale alterata, in quanto non sono disponibili informazioni sufficienti, fornite dalle sperimentazioni cliniche, per consentire una precisa raccomandazione della dose per questa popolazione di pazienti. Radioterapia concomitante (somministrata insieme o a distanza di <=7 giorni): e' stata riferita tossicita'. Il vaccino contro la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati non sono consigliati nei pazienti trattati con la gemcitabina. A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con la gemcitabina, e' necessario esercitare particolare attenzione nei pazienti con pregressi eventi cardiovascolari. Sono stati riferiti effetti polmonari, talvolta gravi (come edema polmonare, polmonite interstiziale o sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS)) sono state riscontrate durante la terapia con la gemcitabina. L'eziologia di questi effetti e' sconosciuta. Se questi effetti insorgono, e' necessario considerare l'interruzione della terapia con la gemcitabina. L'uso precoce di misure di supporto puo' contribuire a migliorare l quadro clinico. Risultati clinici coerenti con la sindrome uremica emolitica (HUS) sono stati riferiti raramente in pazienti trattati con gemcitabina. La somministrazione di gemcitabina deveessere interrotta ai primi segni di qualsiasi evidenza di anemia emol itica microangiopatica, come emoglobina in rapida riduzione con trombocitopenia concomitante, aumento della bilirubina nel siero, della creatinina nel siero, dell'azoto ureico nel sangue o della lattato deidrogenasi (LDH). L'insufficienza renale puo' non essere reversibile con l'interruzione della terapia e puo' essere necessario il ricorso alla dialisi. Negli studi della fertilita', la gemcitabina ha causato l'ipospermatogenesi nei topi di sesso maschile. Pertanto, si consiglia agli uomini trattati con la gemcitabina di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di richiedere ulteriori consigli relativi alla crioconservazione del liquido seminale prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita' causatadalla terapiacon la gemcitabina. I prodotti contengono 3,5 - 17,5 mg (< 1 mmol) di sodio per flaconcino. Questo deve essere tenuto in considerazione dai pazienti che seguono un'alimentazione con controllo dell'assunzione di sodio.
Interazioni
Non sono stati effettuati studi specifici sulle interazioni. Radioterapia concomitante (somministrata con o a distanza di <= 7 giorni): la tossicita' associata a questa terapia multimodale dipende da molti fattori diversi, comprendenti la dose della gemcitabina, la frequenza della somministrazione di gemcitabina, la dose delle radiazioni, la tecnica di pianificazione della radioterapia, il tipo e il volume di tessutoirradiato. Gli studi preclinici e clinici hanno dimostrato che la gem citabina ha un'attivita' radiosensibilizzante. In una sperimentazione clinica, in cui la gemcitabina e' stata somministrata ad una dose di 1.000 mg/m^2 per un massimo di 6 settimane consecutive contemporaneamente alla radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e' stata osservata una tossicita' significativa manifestatasi con grave mucosite in particolare esofagite e polmonite, potenzialmente a rischio di vita per i pazienti, particolarmente in pazienti trattati con radioterapia su campi estesi (volumi terapeutici medi 4.795 cm^3). Gli studi effettuati successivamente hanno rivelato chee' possibile somministrare la gemcitabina a dosi inferiori in concomi tanza con radioterapia con tossicita' prevedibile, come in uno studio di Fase II nel carcinoma polmonare non a piccole cellule, dove dosi diradiazioni toraciche di 66 Gy sono state applicate contemporaneamente alla somministrazione di gemcitabina (600 mg/m^2, quattro volte) e ci splatino (80 mg/m^2 due volte) durante 6 settimane. Il regime ottimaleper la somministrazione sicura di gemcitabina con dosi terapeutiche d i radiazioni non e' stato ancora determinato in tutti i tipi di tumore. Non concomitante (somministrata a distanza di >7 giorni): l'analisi dei dati non indica tossicita' maggiore nel caso in cui la gemcitabinavenga somministrata piu' di 7 giorni prima o dopo la radioterapia, ec cetto il fenomeno di recall da radiazioni. I dati suggeriscono che la gemcitabina puo' essere iniziata dopo la risoluzione degli effetti acuti della radioterapia o almeno una settimana dopo la radioterapia. Lesioni da radiazioni sono state riferite sui tessuti bersaglio (ad es. esofagite, colite e polmonite) in associazione con l'uso sia concomitante che non concomitante della gemcitabina. Altro: i vaccini contro la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati sono sconsigliati a causadel rischio di malattie sistemiche, eventualmente con esito fatale, p articolarmente nei pazienti immunosoppressi.
Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati associati al trattamento con gemcitabina riferite piu' comunemente comprendono: nausea con o senza vomito, valori elevati delle transaminasi epatiche (aspartato aminotransferasi/alaninaaminotransferasi, AST/ALT) e della fosfatasi alcalinica, riferite nel 60% circa dei pazienti; proteinuria ed ematuria riferite nel 50% circ a dei pazienti; dispnea riferita nel 10-40% dei pazienti (la piu' altaincidenza nei pazienti con il carcinoma polmonare); eruzioni cutanee allergiche si verificano nel 25% circa dei pazienti e sono associate aprurito nel 10% di pazienti. La frequenza e la gravita' delle reazion i avverse sono influenzate dalla dose, dalla velocita' di infusione e dagli intervalli tra le dosi. Le reazioni avverse dose-limitanti sono le riduzioni delle conte delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. >>Dati delle sperimentazioni cliniche. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune (>=1/10): leucopenia; l'attivita' mielosoppressiva varia in genere da lieve a moderata e interessa maggiormente la conta dei granulociti; trombocitopenia; anemia. Comune (>=1/100 <1/10): neutropenia febbrile. Molto raro (<1/10.000): trombocitosi. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: reazione anafilattoide. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; insonnia; sonnolenza. Patologie cardiache. Raro (>=1/10.000 <1/1.000): infarto miocardico. Patologie vascolari. Raro: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: dispnea, in genere lieve e di rapida risoluzionesenza trattamento. Comune: tosse, rinite. Non comune (>=1/1.000 <1/10 0): polmonite interstiziale; broncospasmo, in genere lieve e transitorio ma puo' richiedere il trattamento parenterale. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito; nausea. Comune: diarrea; stomatite e ulcerazione del cavo orale; stitichezza. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina. Comune: aumento della bilirubina. Raro: aumento della gamma-glutamil transferasi (GGT). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: eruzione cutanea allergica spesso associata a prurito; alopecia. Comune: prurito; sudorazione. Raro: ulcerazione; formazione di vescicole e ulcerazioni; desquamazione. Molto raro: reazioni cutanee gravi, incluse desquamazione e eruzioni cutanee bollose. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mal di schiena; mialgia. Patologie renali e urinarie. Molto comune:ematuria; proteinuria lieve. Patologie sistemiche e condizioni relati ve alla sede di somministrazione. Molto comune; sintomi simil-influenzali (i piu' comuni sono febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia); sono stati riferiti anche tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficolta' del sonno; edema/edema periferico comprendente l'edema facciale. In genere l'edema e' reversibile dopo l'interruzione del trattamento. Comune: febbre; astenia; brividi. Raro: reazioni nellasede di somministrazione dell'iniezione per lo piu' di natura lieve. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: tossicita' daradiazioni. >>Esperienza post-commercializzazione (segnalazioni spont anee con frequenza non nota). Patologie del sistema nervoso: ictus. Patologie cardiache: aritmie, essenzialmente di natura sopraventricolare; insufficienza cardiaca. Patologie vascolari: segni clinici di vasculite periferica e gangrena. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: edema polmonare; sindrome da distress respiratorio dell'adulto(ARDS). Patologie gastrointestinali: colite ischemica. Patologie epat obiliari: epatotossicita' grave, comprendenti insufficienza epatica e morte. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: reazioni cutanee gravi, inclusa la desquamazione e le eruzioni cutanee bollose, la sindrome di Lyell e la sindrome di Steven-Johnson. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale; sindrome uremica emolitica. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura: Recallda radiazioni.
Gravidanza e allattamento
Non sono disponibili dati adeguati forniti dall'uso della gemcitabina nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno dimostrato una tossicita' riproduttiva. In base ai risultati ottenuti dagli studi sugli animali e dal meccanismo d'azione della gemcitabina, questa sostanza non deve essere impiegata in gravidanza a meno che sia chiaramentenecessario. Non e' noto se la gemcitabina sia escreta nel latte mater no e non e' possibile escludere effetti avversi sul bambino allattato.L'allattamento al seno deve essere interrotto durante la terapia con la gemcitabina. Negli studi sulla fertilita', si e' rilevato che la gemcitabina ha causato la ipospermatogenesi nei maschi di topo. Di conseguenza, agli uomini trattati con gemcitabina e' necessario consigliaredi non concepire un figlio durante il trattamento e fino a 6 mesi dop o il trattamento e di richiedere ulteriori consigli relativi alla crioconservazione del liquido seminale prima del trattamento a causa dellapossibilita' di sterilita' dovuta alla terapia con la gemcitabina.