Fludarabina Teva - Ev 1f50mg 2ml

Dettagli:
Nome:Fludarabina Teva - Ev 1f50mg 2ml
Codice Ministeriale:038033015
Principio attivo:Fludarabina Fosfato
Codice ATC:L01BB05
Fascia:H
Prezzo:133.34
Produttore:Teva Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

FLUDARABINA TEVA 25 MG/ML

Formulazioni

Fludarabina Teva - Ev 1f50mg 2ml

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Fludarabina fosfato.

Eccipienti

Mannitolo (E421); sodio idrossido (per la regolazione del pH); acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento di pazienti con leucemia linfatica cronica (LLC) a carico dei linfociti B, con sufficiente riserva midollare. Il trattamento di prima linea con fludarabina deve essere iniziato solo in pazienti che presentano una patologia avanzata, stadio Rai III/IV (stadio Binet C),oppure stadio Rai I/II (stadio Binet A/B) in cui il paziente presenti sintomi correlati alla malattia o segni di progressione della malatti a stessa.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; compromessa funzionalita' renale con una clearance della creatinina <30 ml/min; anemia emolitica scompensata; gravidanza e allattamento.

Posologia

La fludarabina deve essere somministrata sotto la supervisione di un medico qualificato ed esperto nell'uso di farmaci antitumorali. E' fortemente raccomandato somministrare fludarabina esclusivamente per via endovenosa. Non sono stati segnalati casi nei quali la somministrazioneparavenosa abbia determinato gravi reazioni avverse locali. Tuttavia la somministrazione accidentale al di fuori della vena deve essere evitata. Adulti: la dose raccomandata di fludarabina fosfato e' di 25 mg/m^2 di superficie corporea, somministrata giornalmente per via endovenosa per 5 giorni consecutivi, ogni 28 giorni. La dose richiesta (calcolata in base alla superficie corporea del paziente) viene aspirata conuna siringa. In caso di iniezione endovenosa in bolo, tale dose deve essere ulteriormente diluita in 10 ml di una soluzione di cloruro di sodio allo 0,9%. In alternativa, se somministrata per infusione, la dose richiesta puo' essere ulteriormente diluita in 100 ml di soluzione di cloruro di sodio allo 0,9% e infusa in un periodo di circa 30 minuti. La durata ottimale del trattamento non e' stata chiaramente stabilita. La durata del trattamento dipende dal suo successo e dalla tollerabilita' del farmaco. La somministrazione di fludarabina e' raccomandatasino al raggiungimento della risposta (generalmente 6 cicli). In segu ito il trattamento deve essere sospeso. Pazienti con compromissione della funzione epatica: non vi sono dati disponibili relativi all'uso difludarabina in pazienti che presentino compromissione della funzione epatica. In questo gruppo di pazienti, la fludarabina deve essere utilizzata con cautela e va somministrata solo se il beneficio atteso supera ogni potenziale rischio. Questi pazienti devono essere attentamentemonitorati per evidenziare eventuali segni di eccessiva tossicita', i n tal caso dovra' essere modificato il dosaggio o interrotto il trattamento. Pazienti con compromissione della funzione renale: la clearancetotale del principale metabolita plasmatico 2F-ara-A presenta una cor relazione con la clearance della creatinina, indicando l'importanza della via di escrezione renale per l'eliminazione del prodotto. Pazienticon ridotta funzionalita' renale hanno mostrato un'aumentata esposizi one corporea totale (AUC della 2F- ara-A). In pazienti con compromissione della funzionalita' renale e' disponibile un limitato numero di dati clinici (clearance della creatinina < 70 ml/min). Pertanto, se le condizioni cliniche facciano sospettare una compromissione renale, o nei pazienti di eta' superiore a 70 anni, dovra' essere determinata la clearance della creatinina. Se la clearance della creatinina fosse compresa tra 30 e 70 ml/min, la dose dovra' essere ridotta fino al 50% e il quadro ematologico dovra' essere mantenuto sotto controllo per potervalutare l'insorgenza di tossicita'. Il trattamento con fludarabina e ' controindicato se la clearance della creatinina fosse < 30 ml/min. Bambini: l'uso di fludarabina nei bambini e' sconsigliato, in quanto mancano dati di sicurezza ed efficacia in questo gruppo di pazienti.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 - 8 gradi C). Non congelare.

Avvertenze

Grave soppressione midollare, in particolare anemia, trombocitopenia eneutropenia, sono state riscontrate in pazienti trattati con Fludarab ina. Puo' essere osservata soppressione midollare cumulativa. Anche sela soppressione midollare indotta dalla chemioterapia e' spesso rever sibile, la somministrazione di fludarabina fosfato richiede un accurato monitoraggio ematologico. La fludarabina fosfato e' un potente farmaco antineoplastico con effetti collaterali tossici potenzialmente gravi. Controllare i pazienti in corso di terapia allo scopo di evidenziare segni di tossicita' ematologica o non ematologica. Si raccomandano controlli periodici del quadro ematologico allo scopo di identificare l'insorgenza di anemia, neutropenia e trombocitopenia. Sono stati osservati in pazienti adulti numerosi casi di ipoplasia o aplasia delle trelinee cellulari del midollo osseo, che hanno portato a pancitopenia e , talvolta, alla morte. Nei casi riportati la durata della citopenia clinicamente rilevante ha un intervallo che va da circa 2 mesi a circa 1 anno. Questi episodi si sono verificati sia in pazienti precedentemente trattati che in pazienti non trattati precedentemente. Utilizzare la fludarabina fosfato con cautela quando si prevede una successiva raccolta di cellule staminali ematopoietiche. Indipendentemente dalla presenza nell'anamnesi del paziente di processi autoimmuni o della risposta al test di Coombs, si sono verificati nel corso o successivamente al trattamento con fludarabina fenomeni autoimmuni che hanno posto il paziente in pericolo di vita e qualche volta si sono rivelati fatali. La maggior parte dei pazienti che hanno sofferto di anemia emolitica, hanno sviluppato una recidiva del processo emolitico quando trattati nuovamente con fludarabina. Pertanto, monitorare i pazienti in trattamento con fludarabina per i fenomeni emolitici. In caso di emolisi si raccomanda di sospendere la terapia con fludarabina. Emotrasfusione e somministrazione di preparazioni contenenti adrenocorticosteroidi rappresentano i trattamenti piu' comuni per l'anemia emolitica autoimmune. Non e' conosciuto l'effetto della somministrazione cronica di fludarabina sul sistema nervoso centrale. Sorvegliare i pazienti in relazione all'eventuale comparsa di sintomi da effetti secondari neurologici. Nelcorso di studi clinici di determinazione della dose nei quali la flud arabina fosfato e' stata somministrata endovena ad alte dosi in pazienti con leucemia acuta, sono stati osservati gravi effetti neurologici,comprendenti cecita', coma e morte. Questa grave tossicita' a livello del sistema nervoso centrale e' stata riscontrata nel 36% dei pazient i trattati per via endovenosa con dosi circa quattro volte maggiori (96 mg/m^2/die per 5-7 giorni) rispetto alle dosi raccomandate. In pazienti trattati con dosi nel range della dose raccomandata per il trattamento della leucemia linfatica cronica sono stati osservati raramente episodi di grave tossicita' del sistema nervoso centrale o non comuni. Nell'esperienza post-marketing casi di neurotossicita' si sono riscontrati sia piu' precocemente che piu' tardivamente rispetto agli studi clinici. La sindrome da lisi tumorale si e' manifestata in pazienti congrossa massa tumorale. Poiche' fludarabina puo' indurre una risposta fin dalla prima settimana di trattamento, prendere precauzioni in queipazienti che presentano il rischio di sviluppare questa complicazione . Dopo trasfusione di sangue non irradiato, in pazienti trattati con fludarabina e' stata osservata la comparsa di malattia da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione. L'esito fatale come conseguenza di tale malattia e' stato segnalato con una frequenza elevata. Pertanto, per minimizzare il rischio di malattia da trapianto contro l'ospiteassociata a trasfusione, i pazienti che richiedono emotrasfusioni e c he siano o siano stati in trattamento con fludarabina devono ricevere esclusivamente sangue irradiato. In alcuni pazienti e' stato osservatoun peggioramento o riacutizzazione di preesistenti lesioni tumorali d ella cute o comparsa di nuove lesioni tumorali durante o successivamente alla terapia con fludarabina. Nei pazienti con uno stato di salute compromesso, somministrare fludarabina con precauzione. Cio' riguarda in particolare i pazienti con grave danno della funzione midollare, immunodeficienza o anamnesi di infezioni opportunistiche. La clearance totale del principale metabolita plasmatico 2-F-ara-A mostra una correlazione con la clearance della creatinina, indicando l'importanza dell'escrezione renale per l'eliminazione del prodotto. Pazienti con ridotta funzionalita' renale hanno dimostrato un'aumentata esposizione corporea totale (AUC di 2-F-ara-A). Sono disponibili limitati dati clinici in pazienti con ridotta funzionalita' renale (clearance della creatinina inferiore a 70 ml/min). Somministrare fludarabina con cautela in pazienti con insufficienza renale. In pazienti con riduzione moderata della funzionalita' renale (clearance della creatinina compresa tra 30 e70 ml/min) ridurre la dose fino al 50%. Il trattamento con fludarabin a e' controindicato se la clearance della creatinina e' inferiore a 30ml/min. Utilizzare la fludarabina con cautela nei pazienti con compro missione della funzione epatica in quanto puo' causare tossicita' epatica. Somministrare la fludarabina solo qualora i benefici attesi sianomaggiori dei potenziali rischi. Monitorare eventuali segni di elevata tossicita' in questi pazienti; in tal caso dovra' essere modificato i l dosaggio o interrotto il trattamento. Poiche' i dati relativi all'uso della fludarabina in soggetti anziani (>75 anni) sono limitati, usare prudenza nella somministrazione di fludarabina in questi pazienti. Misurare nei pazienti di eta' superiore ai 65 anni di eta' la clearancedella creatinina prima dell'inizio del trattamento. Non sono disponib ili dati relativi all'uso della fludarabina nei bambini. Non somministrare la fludarabina durante una gravidanza se non in caso di effettivanecessita'. La fludarabina puo' causare danni al feto. Le donne in et a' fertile, cosi' come gli uomini fertili, devono adottare metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione dello stesso. Evitare durante e dopo trattamento vaccinazioni con vaccini vivi. Evitare il passaggio al trattamento con clorambucile di pazienti non rispondenti ad un iniziale trattamento con fludarabina, in quanto la maggior parte dei pazienti resistenti alla fludarabina e' risultata resistente anche al clorambucile. Ogni flaconcino contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg).

Interazioni

In uno studio clinico che ha utilizzato fludarabina associata a pentostatina (deossicoformicina), per il trattamento della leucemia linfatica cronica refrattaria (LLC), e' stata evidenziata un'elevata e inaccettabile incidenza di tossicita' polmonare con esito fatale. Pertanto l'uso di fludarabina associato a pentostatina non e' raccomandato. Dipiridamolo e altri inibitori dell'uptake dell'adenosina possono ridurre l'efficacia terapaeutica di fludarabina. Studi clinici ed esperimenti in vitro hanno dimostrato che, durante l'uso di fludararabina in combinazione con citarabina, il picco di concentrazione intracellulare di Ara-CTP (metabolita attivo della citarabina), cosi' come la sua esposizione intracellulare, aumentavano nelle cellule leucemiche. Le concentrazioni plasmatiche dell'Ara-C e la quota di eliminazione dell'Ara-CTP non sono state coinvolte.

Effetti indesiderati

Gravi infezioni opportunistiche sono comparse in pazienti trattati confludarabina. Sono stati riferiti anche esiti letali di gravi eventi a vversi. Di seguito sono riportate le reazioni avverse in accordo con la classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (MedDRA SOC). Lefrequenze sono basate sui dati ottenuti negli studi clinici senza rif erimento alla relazione causale con fludarabina. Le reazioni avverse rare sono state rilevate principalmente dall'esperienza successiva all'immissione in commercio. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezioni/ infezioni opportunistiche (come riattivazione virale latente, es. leucoencefalopatia progressiva multifocale, Herpes zoster virus, Epstein-Barr-virus), infezione polmonare; raro: disturbo linfoproliferativo (EBV-associato). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Comune: sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta (principalmente associata a trattamento precedente, concomitante o seguente con agente alchilante, inibitori della topoisomerasi oirradiazione). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, anemia, trombocitopenia; comune: mielosoppressione. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: disturbi autoimmuni (compresianemia emolitica autoimmune, sindrome di Evans, porpora trombocitopen ica, emofilia acquisita, pemfigo). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia; non comune: sindrome da lisi tumorale (inclusi insufficienza renale, acidosi metabolica, iperkaliemia, ipocalcemia, iperuricemia, ematuria, cristalluria di acido urico, iperfosfatemia). Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica; noncomune: confusione; raro: coma, crisi convulsive, agitazione; non not a: emorragia cerebrale. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi visivi; raro: cecita', neurite ottica, neuropatia ottica. Patologie cardiache. Raro: insufficienza cardiaca, aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: tosse; non comune: tossicita' polmonare (incluse fibrosi polmonare, polmonite, dispnea); non nota: emorragia polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, diarrea, nausea; comune: stomatiti; non comune: emorragie gastrointestinali, alterazione degli enzimi pancreatici. Patologie epatobiliari. Noncomune: alterazione degli enzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash; raro: tumore della pelle, necrolisi epidermica tossica (tipo di Lyell), sindrome di Stevens- Johnson. Patologie renali ed urinarie. Non nota: cistite emorragica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febbre, fatica, debolezza; comune: edema, mucositi, brividi, malessere generale.

Gravidanza e allattamento

Dati preclinici nei ratti dimostrano un trasferimento di fludarabina e/o dei suoi metaboliti attraverso la placenta. I risultati di studi diembriotossicita' con somministrazione endovenosa effettuati su ratti e conigli indicano un potenziale teratogeno e letale per l'embrione a dosi terapeutiche. I dati relativi all'uso di fludarabina in donne neiprimi tre mesi di gravidanza sono molto limitati. La fludarabina non deve essere somministrata durante una gravidanza se non in caso di effettiva necessita' (es. se il paziente e' in pericolo di vita, mancanzadi un trattamento alternativo piu' sicuro senza compromettere il bene ficio terapeutico, o casi in cui il trattamento non puo' essere evitato). La fludarabina puo' causare potenziali danni al feto. Si puo' considerare di prescrivere fludarabina solo se il beneficio potenziale giustifica il rischio potenziale per il feto. Le donne in eta' fertile devono essere informate del rischio potenziale per il feto. Sia le donneche gli uomini sessualmente attivi in eta' fertile devono adottare ef ficaci metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione dello stesso. Non e' noto se il farmaco o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Vi e' comunque evidenza dai dati preclinici che la fludarabina fosfato e/o i suoi metaboliti passano dal sangue materno al latte. A causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi alla fludarabina nei lattanti, fludarabina e' controindicata per le madri che allattano. Non esistono dati sugli effetti della fludarabina sulla fertilita' umana. Negli animali e' stato dimostrato che la fludarabina causa eventi avversi sul sistema riproduttivo maschile.