Fludarabina Sand - 10fl 50mg 2ml

Dettagli:
Nome:Fludarabina Sand - 10fl 50mg 2ml
Codice Ministeriale:038746032
Principio attivo:Fludarabina Fosfato
Codice ATC:L01BB05
Fascia:H
Prezzo:1143.15
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Preparazione iniettabile
Contenitore:Scatola
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

FLUDARABINA SANDOZ

Formulazioni

Fludarabina Sand - Ev Fl 50mg2ml
Fludarabina Sand - 5fl 50mg 2ml
Fludarabina Sand - 10fl 50mg 2ml

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Fludarabina fosfato.

Eccipienti

Disodio fosfato diidrato, sodio idrossido, acqua per iniezioni.

Indicazioni

Trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) a cellule B in pazienti con sufficiente funzione midollare; la terapia di prima linea confludarabina deve essere iniziata solamente in pazienti con malattia a vanzata, stadio Rai III/IV (Stadio C di Binet) o stadio Rai I/II (stadio A/B di Binet) in cui il paziente manifesta sintomi legati alla malattia o evidenze di progressione della stessa.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; compromissione renale con clearance della creatinina <= 30 ml/min;anemia emolitica scompensata; allattamento.

Posologia

Assumere il medicinale unicamente sotto la supervisione di un medico specialista esperto nell'uso di terapia antineoplastica. Si raccomanda vivamente di somministrare il farmaco esclusivamente per via endovenosa. Dopo somministrazione paravenosa del medicinale non sono stati riportati casi di irritazione locale di grado severo. Tuttavia, la somministrazione paravenosa involontaria del farmaco va evitata. Adulti: 25 mg/m^2 di superficie corporea al giorno, somministrati per via endovenosa per 5 giorni consecutivi (= un ciclo) ogni 28 giorni. La dose necessaria (calcolata in base alla superficie corporea del paziente) viene preparata in una siringa. Per l'iniezione endovenosa in bolo, questa dose viene ulteriormente diluita in 10 ml di soluzione per iniezioni dicloruro di sodio da 9 mg/ml (0,9%). In alternativa, la dose necessari a puo' essere diluita in 100 ml di soluzione di cloruro di sodio da 9 mg/ml (0,9%) e somministrata per infusione endovenosa in circa 30 minuti. La durata ottimale del trattamento non e' stata chiaramente stabilita. Essa dipende dal successo del trattamento e dalla tollerabilita' del farmaco. Si raccomanda di somministrare il medicinale sino al raggiungimento della risposta (generalmente 6 cicli); successivamente il trattamento deve essere sospeso. Insufficienza epatica: non sono disponibili dati riguardo all'uso del medicinale in pazienti con compromissione epatica. In questo gruppo di pazienti, il farmaco va usato con cautela e somministrata soltanto se i benefici attesi sono superiori ai possibili rischi. Tali pazienti devono essere strettamente monitorati per la comparsa di una tossicita' eccessiva, modificando il dosaggio o sospendendo il farmaco se ritenuto opportuno in base alle circostanze.Insufficienza renale: la clearance corporea totale del principale met abolita plasmatico 2F-ara-A mostra una correlazione con la clearance della creatinina, indicando l'importanza dell'escrezione renale per l'eliminazione del composto. In pazienti con ridotta funzione renale, e' stata osservata un'aumentata esposizione totale (AUC di 2F-ara-A). Sono disponibili dati limitati per quanto riguarda i pazienti con funzione renale compromessa (clearance della creatinina <70 ml/min). Pertanto, in caso di sospetto clinico di una compromissione della funzione renale, o nei pazienti d'eta' superiore a 70 anni, va misurata la clearance della creatinina. Se questa e' compresa tra 30 e 70 ml/min, la dosedeve essere ridotta fino al 50% e il quadro ematologico accuratamente monitorato per valutare la tossicita'. Il trattamento con il medicina le e' controindicato se la clearance della creatinina e' <30 ml/min. Bambini e adolescenti: il prodotto non ha indicazione per l'uso nei bambini e negli adolescenti a causa della insufficienza di dati sulla sicurezza e/o efficacia. Anziani: poiche' i dati disponibili sull'impiegodella fludarabina fosfato negli anziani (>75 anni) sono limitati, qua ndo si usa il farmaco in questi pazienti deve essere esercitata particolare cautela.

Conservazione

Medicinale confezionato per la vendita : Conservare in frigorifero (2 - 8. C). Per le condizioni di conservazione del prodotto diluito, vedere paragrafo 6.3.

Avvertenze

Quando usata ad alte dosi in pazienti con leucemia acuta in studi clinici di determinazione della dose, fludarabina fosfato per via endovenosa e' stata associata a gravi effetti neurologici, tra cui cecita', coma e morte. I sintomi sono apparsi da 21 a 60 giorni dall'ultima dose.Questa grave tossicita' per il sistema nervoso centrale si e' verific ata nel 36% dei pazienti trattati per via endovenosa con dosi circa quattro volte superiori (96 mg/m^2/die per 5-7 giorni) alla dose raccomandata. Nei pazienti trattati con dosi nell'intervallo della dose raccomandata per la leucemia linfatica cronica, grave tossicita' per il sistema nervoso centrale si e' verificata raramente o non comunemente. L'effetto della somministrazione cronica di fludarabina fosfato sul sistema nervoso centrale non e' noto. Comunque, nell'ambito di alcuni studi clinici condotti per periodi di trattamento relativamente lunghi (fino a 26 cicli di terapia), i pazienti hanno tollerato la dose raccomandata. Nell'esperienza post-marketing e' stata riportata neurotossicita' che si verifica prima o dopo rispetto agli studi clinici. In pazienti in stato di salute compromesso, somministrare la fludarabina fosfatocon cautela. Cio' vale soprattutto per i pazienti con grave compromis sione della funzionalita' midollare, immunodeficienza o storia di infezioni opportunistiche. Nei pazienti con compromissione epatica, impiegare la fludarabina fosfato con cautela in quanto puo' causare tossicita' epatica. Monitorare tali pazienti per la comparsa di una tossicita'eccessiva, modificando il dosaggio o sospendendo il farmaco di conseg uenza. La clearance corporea totale del principale metabolita plasmatico 2-F-ara-A mostra una correlazione con la clearance della creatinina, indicando l'importanza dell'escrezione renale per l'eliminazione delcomposto. I pazienti con ridotta funzionalita' renale hanno dimostrat o un'aumentata esposizione corporea totale (AUC di 2F-ara-A). Somministrare fludarabina fosfato con cautela nei pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con moderata compromissione della funzionalita' renale (clearance della creatinina compresa tra 30 e 70 ml/min), ridurrela dose fino al 50%. Il trattamento con fludarabina fosfato e' contro indicato se la clearance della creatinina e' <30 ml/min. In pazienti trattati con fludarabina fosfato e' stata segnalata grave depressione midollare e in particolare anemia, trombocitopenia e neutropenia. La maggior parte dei pazienti presentava, compromissione del quadro ematologico al basale, quale risultato della malattia o di una precedente terapia immunosoppressiva. Si puo' osservare mielosoppressione cumulativa. Anche se la mielosoppressione indotta dalla chemioterapia e' spesso reversibile, la somministrazione di fludarabina fosfato richiede un attento monitoraggio ematologico. La fludarabina fosfato e' un potente agente antitumorale che puo' avere effetti indesiderati importanti. I pazienti sottoposti a questa terapia vanno osservati attentamente per quanto riguarda i segni di tossicita' ematologica e non- ematologica. Si raccomandano controlli periodici del quadro ematologico allo scopo di identificare l'insorgenza di anemia, neutropenia e trombocitopenia. Diversi casi di ipoplasia trilineare del midollo osseo o aplasia con conseguente pancitopenia, che talvolta ha portato alla morte, sono stati riportati in pazienti adulti. La durata della citopenia clinicamentesignificativa nei casi segnalati ha spaziato approssimativamente da 2 mesi a 1 anno. Questi episodi si sono verificati sia in pazienti prec edentemente trattati che non trattati. Usare cautela nell'impiego della fludarabina fosfato qualora si consideri la possibilita' di effettuare una successiva raccolta di cellule staminali ematopoietiche. Dopo trasfusione di sangue non irradiato in pazienti trattati con fludarabina fosfato e' stata osservata la comparsa di malattia da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione. Esito fatale come conseguenza di tale malattia e' stato riportato con alta frequenza. Pertanto, per ridurre al minimo il rischio di malattia da trapianto contro l'ospite-associata a trasfusione, i pazienti che richiedono trasfusioni di sangue e stanno ricevendo, o hanno ricevuto, il trattamento con fludarabina fosfato dovranno ricevere esclusivamente sangue irradiato. In alcuni pazienti e' stato riportato il peggioramento o la riacutizzazione di lesioni cancerose cutanee preesistenti cosi' come una nuova comparsa di tumore della pelle durante o dopo il trattamento con fludarabina fosfato. La sindrome da lisi tumorale e' stata osservata in pazienti con voluminose masse tumorali. Poiche' la fludarabina fosfato puo' indurre una risposta gia' entro la prima settimana di trattamento, occorre prendere precauzioni in quei pazienti che sono a rischio di sviluppo di questa complicanza. Indipendentemente dalla presenza nell'anamnesi del paziente di processi autoimmuni o della risposta al test di Coombs, durante o dopo il trattamento con fludarabina fosfato si sono verificati fenomeni di autoimmunita' che hanno posto il paziente in pericolo di vita e qualche volta si sono rivelati fatali. La maggioranza dei pazienti con anemia emolitica ha sviluppato una recidiva del processo emolitico dopo la risomministrazione della fludarabina fosfato. Pertanto, monitorare i pazienti per i segni di emolisi; e riguardo ai segni di anemia emolitica autoimmune. In caso di emolisi, si raccomanda l'interruzione della terapia. Le misure terapeutiche piu' comuni per l'anemia emolitica autoimmune sono le trasfusioni di sangue e la somministrazionedi steroidi surrenalici. Esercitare cautela nei pazienti anziani con la somministrazione di fludarabina fosfato. In pazienti di 65 anni o piu', la clearance della creatinina deve essere misurata prima dell'inizio del trattamento. Non ci sono dati sull'uso della fludarabina fosfato nei bambini e negli adolescenti; trattamento non raccomandato. Non usare il farmaco in gravidanza se non sia strettamente necessario. Essa puo' causare danni al feto. Le donne devono evitare di rimanere incinte, durante la terapia. Le donne in eta' fertile devono essere informate del rischio potenziale per il feto. Gli uomini o le donne in eta' fertile devono impiegare efficaci misure contraccettive durante e finoa 6 mesi dopo l'interruzione della terapia. Durante e dopo il trattam ento con fludarabina fosfato evitare la vaccinazione con vaccini vivi.Nei pazienti non responsivi alla fludarabina fosfato, evitare il pass aggio dal trattamento iniziale con fludarabina fosfato a clorambucile poiche' la maggioranza dei soggetti che ha mostrato resistenza alla fludarabina fosfato ha mostrato resistenza al clorambucile.

Interazioni

In uno studio clinico condotto con fludarabina fosfato per via endovenosa associata a pentostatina (desossicoformicina) per il trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) refrattaria si e' evidenziata un'inaccettabile alta incidenza di tossicita' polmonare con esito mortale. Dunque, l'uso di fludarabina fosfato associata alla pentostatina non e' raccomandato. Dipiridamolo e altri inibitori della captazione di adenosina possono diminuire l'efficacia terapeutica della fludarabina fosfato. E' stata osservata una interazione farmacocinetica in pazienti con LLC e LMA (leucemia mieloide acuta) durante il trattamento combinato con fludarabina fosfato e Ara-C. Studi clinici ed esperimenti in vitro hanno dimostrato che durante l'uso della fludarabina fosfato in combinazione con citarabina le concentrazioni massime intracellulari el'esposizione intracellulare di Ara-CTP (metabolita attivo della cita rabina) sono aumentate nelle cellule leucemiche. Le concentrazioni plasmatiche di Ara-C e la velocita' di eliminazione dell'Ara-CTP non risultavano influenzate.

Effetti indesiderati

Gravi infezioni opportunistiche si sono verificate in pazienti trattati con fludarabina. Sono stati segnalati casi di morte a seguito di gravi eventi avversi. Di seguito sono riportati gli eventi avversi per classi di sistemi e organi secondo MedDRA (MedDRA SOCs). Le frequenze sono basate su dati da studi clinici, indipendentemente dalla relazione causale con fludarabina. Le reazioni avverse rare sono state rilevate principalmente dalla esperienza post-marketing. Infezioni e infestazioni. Molto comune: infezioni/infezioni opportunistiche (come riattivazione virale latente, ad esempio, leucoencefalopatia multifocale progressiva, virus herpes zoster, virus Epstein-Barr), polmonite; raro: malattia linfoprolife rativa (associata, a EBV). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Comune: sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta (principalmente associata ad un trattamento precedente concomitante o successivo con agenti alchilanti, inibitori della topoisomerasi o irradiazione). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, anemia, trombocitopenia; comune: mielosoppressione. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: malattia autoimmune (comprese, anemia emolitica autoimmune, sindrome diEvans, porpora trombocitopenica, emofilia acquisita, pemfigo). Distur bi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia; non comune: sindrome da lisi tumorale (inclusi insufficienza renale, acidosi metabolica, iperpotassiemia, ipocalcemia, iperuricemia, ematuria, cristalluria, iperfosfatemia). Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica; non comune: confusione; raro: coma, convulsioni, agitazione; non nota: emorragia cerebrale. Patologie dell'occhio. Comune: alterazioni della vista; raro: cecita', neurite ottica, neuropatia ottica. Patologie cardiache. Raro: insufficienza cardiaca, aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: tosse; non comune: Tossicita' polmonare (inclusi fibrosi polmonare, polmonite, dispnea); non nota: emorragia polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, diarrea, nausea; comune: stomatite; non comune: emorragia gastrointestinale, alterazione dei livelli degli enzimi pancreatici. Patologie epatobiliari. Non comune: alterazione dei livelli deglienzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comu ne: eruzione cutanea; raro: tumore della pelle, necrolisi epidermica tossica (tipo sindrome di Lyell), sindrome di Stevens Johnson. Patologie renali e urinarie. Non nota: cistite emorragica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febbre, affaticamento, debolezza; comune: edema, mucosite, brividi, malessere.

Gravidanza e allattamento

Dati preclinici su ratti hanno dimostrato un trasferimento del farmacoe/o dei suoi metaboliti attraverso la placenta. I risultati di studi di embriotossicita' per via endovenosa in ratti e conigli hanno indicato un potenziale embrioletale e teratogeno alle dosi terapeutiche. Ci sono dati molto limitati riguardo l'uso del medicinale in donne al primo trimestre di gravidanza. Il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza se non sia strettamente necessario (ad esempio pericolo di vita, nessun trattamento alternativo disponibile piu' sicuro senza compromettere il beneficio terapeutico, il trattamento non puo' essere evitato). Il prodotto puo' causare danni al feto. Considerare, l'uso del medicinale solo se potenziali benefici giustificano i potenziali rischi per il feto. Le donne in eta' fertile devono essere informate delrischio potenziale per il feto. Sia gli uomini che le donne in eta' f ertile sessualmente attivi devono adottare efficaci misure contraccettive durante e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione della terapia. None' noto se il farmaco o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte u mano. Tuttavia, vi e' evidenza dai dati preclinici che la fludarabina fosfato e/o i suoi metaboliti si trasferiscono dal sangue materno al latte. A causa della possibilita' di gravi reazioni avverse al farmaco in neonati allattati al seno, il medicinale e' controindicato nelle madri che allattano.