Fludara - Ev 5fl 50mg

Dettagli:
Nome:Fludara - Ev 5fl 50mg
Codice Ministeriale:029552015
Principio attivo:Fludarabina Fosfato
Codice ATC:L01BB05
Fascia:H
Prezzo:1269.65
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Genzyme Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Denominazione

FLUDARA 50 MG POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE O PER INFUSIONE

Formulazioni

Fludara - Ev 5fl 50mg

Categoria farmacoterapeutica

Antimetaboliti.

Principi attivi

Fludarabina fosfato.

Eccipienti

Mannitolo, sodio idrossido (per portare il pH a 7,7).

Indicazioni

Trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) della linea B in pazienti con sufficiente riserva midollare; il trattamento di prima linea con il medicinale deve essere iniziato solo in pazienti con patologia avanzata, stadio Rai III/IV (stadio Binet C), o stadio RAI I/II (stadio Binet A/B), dove il paziente mostra i sintomi relativi alla malattia o e' evidente la progressione della malattia.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; compromessa funzionalita' renale con una clearance della creatinina < 30 ml/min; anemia emolitica scompensata; allattamento.

Posologia

Adulti: 25 mg di fludarabina fosfato per m^2 di superficie corporea somministrata quotidianamente per via endovenosa per 5 giorni consecutivi ogni 28 giorni. Ogni flaconcino deve essere ricostituito con 2 ml diacqua per preparazioni iniettabili. Ogni ml della soluzione preparata conterra' 25 mg di fludarabina fosfato. La dose richiesta (calcolata in base alla superficie corporea del paziente) di soluzione ricostituita viene raccolta con una siringa. In caso di iniezione endovenosa in bolo, la suddetta dose deve essere ulteriormente diluita in 10 ml di soluzione a base di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9%). In alternativa, ladose richiesta, raccolta nella siringa, puo' essere diluita in 100 ml di soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) e infusa in circa 30 min uti. La durata del trattamento dipende dal suo successo e dalla tollerabilita' del farmaco. Nei pazienti con LLC il medicinale deve essere somministrato sino al raggiungimento della risposta migliore (remissione completa o parziale, generalmente 6 cicli) e poi il trattamento deveessere sospeso. Pazienti con funzionalita' renale ridotta: il dosaggi o deve essere adattato per pazienti con riduzione della funzionalita' renale. Qualora la clearance della creatinina sia compresa tra 30 e 70ml/min., la dose deve essere ridotta fino al 50% e il quadro ematolog ico deve essere accuratamente monitorato per valutare la tossicita'. Il trattamento con il medicinale e' controindicato se la clearance della creatinina e' < 30 ml/min. Pazienti con riduzione della funzionalita' epatica: non ci sono dati disponibili sull'uso del medicinale in pazienti con insufficienza epatica. In tale gruppo di pazienti il medicinale deve essere usato con cautela. Popolazione pediatrica: l'efficaciae la sicurezza del medicinale nei bambini non sono state stabilite. P ercio' l'uso del prodotto non e' raccomandato nei bambini. Pazienti anziani: poiche' i dati sull'uso del farmaco in pazienti anziani (> 75 anni) sono limitati, si deve usare cautela nella somministrazione a questi pazienti. In pazienti con eta' superiore ai 65 anni, la clearance della creatinina deve essere misurata. Il medicinale deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico qualificato con esperienzanell'uso di terapie antineoplastiche. E' fortemente raccomandato che il medicinale sia somministrato esclusivamente per via endovenosa. Nonsono stati riportati casi in cui la somministrazione paravenosa del f armaco ha determinato reazioni avverse locali gravi. Tuttavia la somministrazione paravenosa accidentale deve essere evitata.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

Avvertenze

Mielosoppressione: grave soppressione midollare, in particolare anemia, trombocitopenia e neutropenia, sono state riscontrate in pazienti trattati con il farmaco. In uno studio di fase I con somministrazione intravenosa condotto su pazienti adulti con tumori solidi, il tempo mediano per il raggiungimento del nadir e' stato di 13 giorni (intervallo 3-25 giorni) per i granulociti e 16 giorni (intervallo 2-32) per le piastrine. La maggior parte dei pazienti presentava compromissione del quadro ematologico al basale a causa della malattia o come conseguenza di precedenti terapie mielosoppressive. Puo' essere osservata soppressione midollare cumulativa. Anche se la soppressione midollare indotta dalla chemioterapia e' spesso reversibile, la somministrazione di fludarabina fosfato richiede un accurato monitoraggio ematologico. La fludarabina fosfato e' un potente farmaco antineoplastico con effetti collaterali tossici potenzialmente gravi. I pazienti in corso di terapia devono essere attentamente controllati allo scopo di evidenziare segni di tossicita' ematologica o non ematologica. Si raccomandano controlliperiodici del quadro ematologico allo scopo di identificare l'insorge nza di anemia, neutropenia e trombocitopenia. Sono stati osservati in pazienti adulti numerosi casi di ipoplasia o aplasia delle tre linee cellulari del midollo osseo, che hanno portato a pancitopenia e, talvolta, alla morte. Nei casi riportati la durata della citopenia clinicamente rilevante ha avuto un intervallo che andava da circa 2 mesi a circa 1 anno. Questi episodi si sono verificati sia in pazienti precedentemente trattati che in pazienti non trattati precedentemente. Esercitare cautela con fludarabina fosfato quando si prende in considerazione una successiva raccolta di cellule staminali ematopoietiche. Disturbi autoimmuni: si sono verificati nel corso o successivamente al trattamento fenomeni di autoimmunita' che hanno posto il paziente in pericolo di vita e qualche volta si sono rivelati fatali. La maggior parte dei pazienti in cui si e' verificata anemia emolitica, hanno sviluppato unarecidiva del processo emolitico quando trattati nuovamente con il far maco. Pertanto, i pazienti devono essere attentamente monitorati per isegni di emolisi. In caso di emolisi si raccomanda di sospendere la t erapia. Emotrasfusione e somministrazione di preparazioni contenenti adrenocorticosteroidi rappresentano i trattamenti piu' comuni per l'anemia emolitica autoimmune. Neurotossicita': non e' conosciuto l'effettodella somministrazione cronica del medicinale sul sistema nervoso cen trale. Comunque, nell'ambito di alcuni studi clinici condotti per periodi di trattamento relativamente lunghi, i pazienti hanno tollerato ladose raccomandata anche quando sono stati somministrati fino a 26 cic li di terapia. I pazienti devono essere attentamente sorvegliati in relazione all'eventuale comparsa di sintomi da effetti secondari neurologici. Nel corso di studi clinici di determinazione della dose nei quali il medicinale e' stato somministrato ad alte dosi in pazienti con leucemia acuta, sono stati osservati gravi effetti neurologici, comprendenti cecita', coma e morte. Questa grave tossicita' a livello del sistema nervoso centrale e' stata riscontrata nel 36% dei pazienti trattati per via endovenosa con dosi circa quattro volte maggiori a quella consigliata. In pazienti trattati alle dosi raccomandate per il trattamento della LLC si e' verificata grave tossicita' a livello del sistema nervoso centrale raramente o non comunemente. Nell'esperienza post-marketing casi di neurotossicita' si sono riscontrati sia piu' precocemente che piu' tardivamente rispetto agli studi clinici. Sindrome da lisitumorale: si e' manifestata in pazienti con LLC con grossa massa tumo rale. Poiche' il farmaco puo' indurre una risposta fin dalla prima settimana di trattamento, si devono prendere precauzioni in quei pazientiche presentano il rischio di sviluppare questa complicazione. Malatti a da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione: dopo trasfusione di sangue non irradiato, in pazienti trattati con il medicinale e' stata osservata la comparsa di malattia da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione. L'esito di tale malattia e' stato fatale in molti casi. Pertanto, per minimizzare il rischio di malattia da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione, i pazienti che richiedono trasfusioni e che siano o siano stati in trattamento con il farmaco dovranno ricevere esclusivamente sangue irradiato. Tumore della cute: in alcuni pazienti e' stato osservato un peggioramento o riacutizzazione di preesistenti lesioni tumorali della cute nonche' nuova insorgenza di tumore cutaneo durante o successivamente alla terapia. Stato di salute deteriorato: nei pazienti con un deteriorato stato di salute, somministrare il farmaco con precauzione e dopo un attenta valutazione del rischio/beneficio. Cio' riguarda in particolare i pazienti con grave danno della funzione midollare, immunodeficienza o anamnesi di infezioni opportunistiche. Riduzione della funzionalita' renale: la clearance totale del principale metabolita plasmatico 2-F-ara-A mostra una correlazione con la clearance della creatinina, indicando l'importanza dell'escrezione renale per l'eliminazione del prodotto. Pazienti con ridotta funzionalita' renale hanno dimostrato un'aumentata esposizione corporea totale (AUC di 2-F-ara-A). Sono disponibili limitati dati cliniciin pazienti con ridotta funzionalita' renale (clearance della creatin ina inferiore a 70 ml/min). Somministrare il farmaco con cautela in pazienti con insufficienza renale. In pazienti con riduzione moderata della funzionalita' renale (clearance della creatinina compresa tra 30 e70 ml/min.) ridurre la dose fino al 50% e monitorare il paziente accu ratamente. Il trattamento e' controindicato se la clearance della creatinina e' < 30 ml/min. Pazienti anziani: usare prudenza nella somministrazione del farmaco in questi pazienti. Nei pazienti di eta' uguale osuperiore ai 65 anni, misurare la clearance della creatinina prima de ll'inizio del trattamento. Gravidanza: non somministrare il medicinalese non in caso di effettiva necessita'. Il medicnale puo' causare dan ni al feto. Le donne devono evitare la gravidanza durante il trattamento. Le donne in eta' fertile devono essere informate del rischio potenziale per il feto. Contraccezione: adottare efficaci metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzionedello stesso Vaccinazione: durante e dopo trattamento devono essere e vitate vaccinazioni con vaccini vivi. Il passaggio al trattamento con clorambucile di pazienti non rispondenti ad un iniziale trattamento con il farmaco evitare, in quanto la maggior parte dei pazienti resistenti al farmaco e' risultata resistente al clorambucile. Ciascun flaconcino contiene sodio.

Interazioni

In uno studio clinico condotto con il medicinale per somministrazione intravenosa, associato a pentostatina (deossicoformicina) per il trattamento di leucemie linfatiche croniche refrattarie (LLC) si e' evidenziata un'inaccettabile alta incidenza di tossicita' polmonare con esitomortale. Si sconsiglia quindi l'uso del farmaco associato a pentostat ina. L'efficacia terapeutica del medicinale puo' essere ridotta dall'uso di dipiridamolo e altri inibitori dell'uptake dell'adenosina. Studiclinici ed esperimenti in vitro hanno dimostrato che, durante l'uso d el farmaco in combinazione con citarabina, il picco di concentrazione intracellulare di Ara-CTP (metabolita attivo della citarabina), cosi' come la sua esposizione intracellulare (AUC), aumentavano nelle cellule leucemiche. Le concentrazioni plasmatiche dell'Ara-C e la quota di eliminazione dell'Ara-CTP non sono state coinvolte.

Effetti indesiderati

Le frequenze sono basate sui dati ottenuti negli studi clinici senza riferimento alla relazione causale con il medicinale. Le reazioni avverse rare sono state rilevate principalmente dall'esperienza successiva all'immissione in commercio. Infezioni ed infestazioni. Molto comune: infezioni/ infezioni opportunistiche (come riattivazione virale latente, es. leucoencefalopatia progressiva multifocale, herpes zoster virus, epstein-Barr-virus), polmonite; raro: disturbo linfoproliferativo (EBV-associato). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Comune: sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta (principalmente associata a trattamento precedente, concomitante oseguente con agenti alchilanti, inibitori della topoisomerasi o irrad iazione). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, anemia, trombocitopenia; comune: mielosoppressione. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: disturbi autoimmuni (compresi anemia emolitica autoimmune, sindrome di Evan, porpora trombocitopenica, emofilia acquisita, pemfigo). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia; non comune: sindrome da lisi tumorale (inclusi insufficienza renale, acidosi metabolica, iperkaliemia, ipocalcemia, iperuricemia, ematuria, cristalluria di acido urico, iperfosfatemia). Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica; non comune: confusione; raro: coma, convulsioni, agitazione; non noto: emorragiacerebrale. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi visivi; raro: ceci ta', neurite ottica, neuropatia ottica. Patologie cardiache. Raro: insufficienza cardiaca, aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: tosse; non comune: tossicita' polmonare (incluse fibrosi polmonare, polmonite, dispnea); non noto: emorragia del polmone. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, diarrea, nausea; comune: stomatiti; non comune: emorragie gastrointestinali, alterazione degli enzimi pancreatici. Patologie epatobiliari. Non comune: alterazione degli enzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash; raro: tumore della pelle, necrolisi epidermica tossica (tipo di Lyell), sindrome di Stevens- Johnson. Patologie renali ed urinarie. Non noto: cistite emorragica. Patologie sistemiche econdizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febb re, fatica, debolezza; comune: edema, mucositi, brividi, malessere generale.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono essere avvertite del potenziale rischio per il feto. Sia gli uomini che le donne in eta' fertile sessualmente attivi devono adottare efficaci metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione dello stesso. Datipreclinici nei ratti hanno dimostrato un trasferimento del medicinale e/o dei suoi metaboliti attraverso la placenta. I risultati di studi di embriotossicita' con somministrazione intravenosa effettuati su ratti e conigli hanno indicato un potenziale teratogeno e letale per l'embrione a dosi terapeutiche. I dati relativi all'uso del farmaco in donne nei primi tre mesi di gravidanza sono molto limitati. Il medicinalenon deve essere somministrato durante una gravidanza se non in caso d i effettiva necessita'. Il medicinale puo' causare danni al feto. Il medico puo' considerare l'uso del farmaco solo se i benefici potenzialigiustificano i rischi potenziali per il feto. Non e' noto se questo f armaco o i suoi metaboliti sono escreti nel latte umano. Vi e' comunque evidenza dai dati preclinici che la fludarabina fosfato e i suoi metaboliti passano dal sangue materno al latte. A causa del potenziale rischio di reazioni avverse gravi al farmaco nei lattanti, il medicinalee' controindicato per le madri che allattano.