Fludara - 20cpr Riv 10mg

Dettagli:
Nome:Fludara - 20cpr Riv 10mg
Codice Ministeriale:029552039
Principio attivo:Fludarabina Fosfato
Codice ATC:L01BB05
Fascia:A
Prezzo:639.17
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Genzyme Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:36 mesi

Denominazione

FLUDARA 10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM

Formulazioni

Fludara - 20cpr Riv 10mg

Categoria farmacoterapeutica

Agenti antineoplastici e immunomodulatori, analoghi della purina.

Principi attivi

Ciascuna compressa rivestita con film contiene 10 mg di fludarabina fosfato.

Eccipienti

Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, silice colloidale anidra, croscarmellosa sodica, magnesio stearato.Rivestimento: ipromellosa, talco, titanio diossido (E 171), ferro oss ido giallo (E172), ferro ossido rosso (E172).

Indicazioni

Trattamento della leucemia linfatica cronica (LLC) della linea B in pazienti con sufficiente riserva midollare. Il trattamento di prima linea deve essere iniziato solo in pazienti con patologia avanzata, stadioRai III/IV (stadio Binet C), o RAI I/II (stadio Binet A/B), dove il p aziente mostra i sintomi relativi alla malattia o e' evidente la progressione della malattia.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' alla fludarabina fosfato o ad uno qualsiasi degli eccipienti, funzionalita' renale ridotta con clearance della creatinina <30 ml/min, anemia emolitica scompensata, allattamento.

Posologia

Adulti: 40 mg di fludarabina fosfato/m^2 di superficie corporea (SC) da somministrare quotidianamente per via orale per 5 giorni consecutiviogni 28 giorni. Tale dose corrisponde a 1,6 volte la dose di fludarab ina fosfato raccomandata per via endovenosa (25 mg/m^2 di superficie corporea al giorno). SC 0,75-0,88 m^2: 30-353 mg/die, 3 compresse/die; SC 0,89-1,13 m^2: 36-45 mg/die, 4 compresse/die; SC 1,14-1,38 m^2: 46-55 mg/die, 5 comprese/die; SC 1,39- 1,63 m^2: 56-65 mg/die, 6 compresse/die; SC 1,64-1,88 m^2: 66-75 mg/die, 7 compresse; SC 1,89- 2,13 m^2:76-85 mg/die, 8 compresse/die; SC 2,14-2,38 m^2: 86-95 mg/die, 9 comp resse/die; SC 2,39-2,50 ^2: 96-100 mg/die, 10 compresse/die. La duratadel trattamento dipende dal successo del trattamento stesso e dalla t ollerabilita' del farmaco. Viene raccomandata la somministrazione finoal raggiungimento della migliore risposta, dopodiche' la somministraz ione deve essere sospesa. Ad eccezione dei pazienti con funzionalita' renale ridotta per il primo ciclo di trattamento non sono raccomandabili adattamenti del dosaggio. I pazienti sottoposti al trattamento devono essere attentamente seguiti per valutare la risposta e la tossicita' del trattamento. Il dosaggio individuale deve essere adattato con cautela in base alla tossicita' ematologica riscontrata. Nel caso in cuiall'inizio del ciclo successivo la quantita' di cellule fosse troppo bassa per consentire di somministrare la dose raccomandata e si evidenziasse una mielosoppressione correlata al trattamento, il ciclo programmato deve essere rimandato fino a quando la conta dei granulociti nonsia superiore a 1,0 x 10^9/L e quella delle piastrine a 100 x 10^9/L. Il trattamento deve essere posticipato al massimo di due settimane. Q ualora la conta dei granulociti e delle piastrine non recuperasse entro le due settimane, la dose deve essere ridotta. Granulociti e/o Piastrine 0,5-1,0/50-100 (10^9/L): 30 mg/m^2/die di fludarabina; granulociti e/o piastrine < 0,5/< 50 (10^9/L): 20 mg/m^2/die di fludarabina fosfato. La dose non va ridotta se la trombocitopenia e' correlata alla malattia. Qualora il paziente non rispondesse al trattamento dopo due cicli e non manifestasse tossicita' ematologica o ne manifestasse in misura trascurabile, puo' esser preso in considerazione un cauto incremento delle dosi di fludarabina fosfato nei successivi cicli di trattamento. Nei pazienti che presentano una ridotta funzionalita' renale le dosi devono essere adattate. Se la clearance della creatinina e' compresa tra 30 e 70 ml/min, la dose deve essere ridotta fino al 50% e il quadro ematologico deve essere accuratamente monitorato per valutare la tossicita'. Il trattamento e' controindicato in caso di clearance dellacreatinina inferiore a 30 ml/min. Non ci sono dati sull'impiego del f armaco in pazienti con funzionalita' epatica ridotta. In tale gruppo di pazienti il prodotto deve essere usato con cautela. L'efficacia e lasicurezza del farmaco nei bambini non sono state stabilite. Percio' l 'uso del medicinale non e' raccomandato nei bambini. Poiche' i dati sull'uso del prodotto negli anziani (> 75 anni) sono limitati, occorre cautela nella somministrazione in questi pazienti. Nei pazienti di eta'superiore a 65 anni deve essere valutata la clearance della creatinin a. Il farmaco deve essere prescritto da un medico qualificato con esperienza nell'uso di terapie antineoplastiche. Il medicinale puo' essereassunto sia a stomaco vuoto che insieme agli alimenti. Le compresse d evono essere inghiottite intere con acqua, non devono essere masticateo spezzate.

Conservazione

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidita'. Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.

Avvertenze

Sono state riscontrate mielosoppressione grave soppressione midollare,in particolare anemia, trombocitopenia e neutropenia. Puo' essere oss ervata soppressione midollare cumulativa. La somministrazione di fludarabina fosfato richiede un accurato monitoraggio ematologico. La fludarabina fosfato e' un potente farmaco antineoplastico con effetti collaterali tossici potenzialmente gravi. I pazienti in corso di terapia devono essere attentamente controllati allo scopo di evidenziare segni di tossicita' ematologica o non ematologica. Si raccomandano controlli periodici del quadro ematologico allo scopo di identificare l'insorgenza di anemia, neutropenia e trombocitopenia. Sono stati osservati in pazienti adulti numerosi casi di ipoplasia o aplasia delle tre linee cellulari del midollo osseo, che hanno portato a pancitopenia e, talvolta, alla morte. Deve essere esercitata cautela con fludarabina fosfato quando si prende in considerazione una successiva raccolta di cellule staminali ematopoietiche. Si sono verificati nel corso o successivamente al trattamento fenomeni di autoimmunita' che hanno posto il paziente in pericolo di vita e qualche volta si sono rivelati fatali. La maggior parte dei pazienti in cui si e' verificata anemia emolitica, hannosviluppato una recidiva del processo emolitico quando trattati nuovam ente con il farmaco: i pazienti devono essere attentamente monitorati per i segni di emolisi. In caso di emolisi si raccomanda di sospenderela terapia. Emotrasfusione e somministrazione di preparazioni contene nti adrenocorticosteroidi rappresentano i trattamenti piu' comuni per l'anemia emolitica autoimmune. Non e' conosciuto l'effetto della somministrazione cronica del farmaco sul sistema nervoso centrale. Comunque, nell'ambito di alcuni studi clinici condotti per periodi di trattamento relativamente lunghi, i pazienti hanno tollerato la dose raccomandata anche quando sono stati somministrati fino a 26 cicli di terapia. I pazienti devono essere attentamente sorvegliati in relazione all'eventuale comparsa di sintomi da effetti secondari neurologici. Nel corsodi studi di determinazione della dose nei quali il farmaco e' stato s omministrato endovena ad alte dosi in pazienti con leucemia acuta, sono stati osservati gravi effetti neurologici, comprendenti cecita', coma e morte. I sintomi si manifestavano tra il ventunesimo e il sessantesimo giorno dopo l'ultima somministrazione. In pazienti trattati alle dosi raccomandate per il trattamento della LLC si e' verificata grave tossicita' a livello del sistema nervoso centrale raramente (coma, convulsioni e agitazione) o non comunemente (confusione). Nell'esperienzasuccessiva alla commercializzazione casi di neurotossicita' si sono r iscontrati sia piu' precocemente che piu' tardivamente rispetto agli studi clinici. La sindrome da lisi tumorale associata al trattamento sie' manifestata in pazienti con grossa massa tumorale: si devono prend ere precauzioni in quei pazienti che presentino il rischio di sviluppare questa complicazione e si raccomanda la loro ospedalizzazione durante il primo ciclo di trattamento. Dopo trasfusione di sangue non irradiato e' stata osservata la comparsa di malattia da trapianto contro l'ospite associata a trasfusione: a volte fatale. Pertanto, i pazienti che richiedono trasfusioni e che siano o siano stati in trattamento dovranno ricevere esclusivamente sangue irradiato. In alcuni pazienti e' stato osservato un peggioramento o riacutizzazione di preesistenti lesioni tumorali della cute nonche' nuova insorgenza di tumore cutaneo durante o successivamente alla terapia. Nei pazienti con un deteriorato stato di salute, il medicinale deve essere somministrato con precauzione e dopo un'attenta valutazione del rischio/beneficio. I pazienti conridotta funzionalita' renale hanno evidenziato un'aumentata esposizio ne corporea totale. Sono disponibili limitati dati clinici in pazienticon alterata funzionalita' renale. Il prodotto deve essere somministr ato con cautela in pazienti con insufficienza renale. In pazienti con riduzione moderata della funzionalita' renale la dose deve essere ridotta fino al 50% e il paziente deve essere attentamente monitorato. Il trattamento e' controindicato se la clearance della creatinina e' < 30ml/min. Pazienti anziani: deve essere usata prudenza in questi pazien ti. Nei pazienti di eta' uguale o superiore ai 65 anni, la clearance della creatinina deve essere misurata prima dell'inizio del trattamento. Il farmaco non deve essere somministrato durante una gravidanza se non in caso di effettiva necessita'. Il prodotto puo' causare danni al feto. Considerare di usare il medicinale solo se i benefici potenzialigiustificano i rischi potenziali per il feto. Le donne devono evitare la gravidanza durante il trattamento e devono essere informate del ri schio potenziale per il feto. Le donne in eta' fertile, cosi' come gliuomini, devono adottare efficaci metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione dello stesso. Durante e dopo il trattamento, devono essere evitate vaccinazioni con vaccini vivi. Il passaggio al clorambucile di pazienti che non rispondono ad un iniziale trattamento con il farmaco deve essere evitato, in quanto la maggior parte dei pazienti resistenti al medicinale e' risultataresistente anche al clorambucile. L'incidenza di nausea/vomito riport ata e' risultata piu' elevata con l'impiego della formulazione orale che con quella endovenosa. Se cio' dovesse rappresentare un problema clinico persistente, va considerato il passaggio alla formulazione endovenosa. Contiene lattosio monoidrato.

Interazioni

In uno studio condotto con il farmaco per somministrazione endovenosa associato a pentostatina (deossicoformicina) per il trattamento della leucemia linfatica cronica refrattaria (LLC) si e' evidenziata una inaccettabile alta incidenza di tossicita' polmonare con esito mortale. Si sconsiglia quindi l'uso del medicinale associato a pentostatina. L'efficacia terapeutica del prodotto puo' essere ridotta dall'uso contemporaneo di dipiridamolo e altri inibitori dell'uptake dell'adenosina. Studi clinici ed esperimenti in vitro hanno dimostrato che, durante l'uso del farmaco in combinazione con citarabina, il picco di concentrazione di Ara-CTP, cosi' come la sua esposizione intracellulare (AUC), aumentavano nelle cellule leucemiche. Le concentrazioni plasmatiche dell'Ara-C e la quota di eliminazione dell'Ara-CTP non sono state coinvolte. In una ricerca clinica, i parametri farmacocinetici dopo la somministrazione orale non sono risultati influenzati in maniera significativa dalla contemporanea assunzione di cibo.

Effetti indesiderati

Infezioni ed infestazioni. Molto comune >= 1/10: infezioni/infezioni opportunistiche, polmonite; raro >= 1/10000 a < 1/1000: disturbo linfoproliferativo (EBV-associato). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi). Comune >= 1/100 a < 1/10: sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: neutropenia, anemia, trombocitopenia; comune: mielosoppressione. Disturbi del sistema immunitario. Non comune >= 1/1000 a < 1/100: disturbi autoimmuni (compresi anemia emolitica autoimmune, sindrome di Evan, porpora trombocitopenica, emofilia acquisita, pemfigo). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: anoressia; non comune: sindrome da lisi tumorale (inclusi insufficienza renale, acidosi metabolica, iperkaliemia, ipocalcemia, iperuricemia, ematuria, cristalluria di acido urico, iperfosfatemia). Patologie del sistema nervoso. Comune: neuropatia periferica; non comune: confusione; raro: coma, convulsioni, agitazione; non noto: emorragia cerebrale. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi visivi; raro: cecita', neurite ottica, neuropatia ottica. Patologie cardiache. Raro: insufficienza cardiaca, aritmia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: tosse; non comune: tossicita' polmonare (incluse fibrosi polmonare,polmonite, dispnea); non noto: emorragia del polmone. Patologie gastr ointestinali. Molto comune: vomito, diarrea, nausea; comune: stomatiti; non comune: emorragie gastrointestinali, alterazione degli enzimi pancreatici. Patologie epatobiliari. Non comune: alterazione degli enzimi epatici. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash; raro: tumore della pelle, necrolisi epidermica tossica (tipo di Lyell), sindrome di Stevens-Johnson. Patologie renali e urinarie. Non noto: cistite emorragica. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febbre, fatica, debolezza; comune: edema, mucositi, brividi, malessere generale.

Gravidanza e allattamento

Le donne in eta' fertile devono essere avvertite del potenziale rischio per il feto. Sia gli uomini che le donne in eta' fertile sessualmente attivi devono adottare efficaci metodiche contraccettive durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l'interruzione dello stesso. I dati relativi all'uso delo farmaco in donne nei primi tre mesi di gravidanza sono molto limitati: il prodotto non deve essere somministrato durante una gravidanza se non in caso di effettiva necessita'. Il farmaco puo' causare danni al feto: considerare di l'uso del farmaco solo sei benefici potenziali giustificano i rischi potenziali per il feto. N on e' noto se questo farmaco o i suoi metaboliti sono escreti nel latte umano. Vi e' comunque evidenza dai dati preclinici che la fludarabina fosfato e/o i metaboliti passano dal sangue materno al latte. A causa del potenziale rischio di reazioni avverse gravi nei lattanti, il prodotto e' controindicato per le madri che allattano.