Erbitux - Infus 1fl 20ml 5mg/Ml

Dettagli:
Nome:Erbitux - Infus 1fl 20ml 5mg/Ml
Codice Ministeriale:036584035
Principio attivo:Cetuximab
Codice ATC:L01XC06
Fascia:H
Prezzo:296.41
Produttore:Merck Serono Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:48 mesi

Denominazione

ERBITUX 5 MG/ML SOLUZIONE PER INFUSIONE

Formulazioni

Erbitux - Infus 1fl 20ml 5mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Antineoplastici.

Principi attivi

Cetuximab.

Eccipienti

Sodio cloruro, glicina, polisorbato 80, acido citrico monoidrato, sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento di pazienti affetti da carcinoma metastatico del colon-retto con espressione del recettore per il fattore di crescita epidermico(EGFR) e con gene KRAS non mutato (wild-type): in combinazione con ch emioterapia a base di irinotecan, in prima linea in combinazione con FOLFOX, in monoterapia nei pazienti nei quali sia fallita la terapia a base di oxaliplatino e irinotecan e che siano intolleranti a irinotecan. Trattamento di pazienti affetti da carcinoma a cellule squamose di testa e collo: in combinazione con radioterapia per la malattia localmente avanzata; in combinazione con chemioterapia a base di platino nella malattia ricorrente e/o metastatica.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' grave (grado 3 o 4) a cetuximab. La combinazione del medicinale con chemioterapia a base di oxaliplatino e' controindicata nei pazienti affetti da carcinoma metastatico del colon-retto (mCRC - metastatic colorectal cancer) con KRAS mutato o nei pazienti di cui non e' noto lo stato del gene KRAS dell'mCRC. Prima di iniziare il trattamento combinato, si devono esaminare le controindicazioni relative agli agenti chemioterapici usati in combinazione o quelle relative alla radioterapia.

Posologia

Il medicinale deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nell'uso di medicinali antineoplastici. E' richiesto uno stretto controllo durante l'infusione e per almeno un'ora dopo la finedell'infusione. Deve essere assicurata la disponibilita' di attrezzat ure per la rianimazione. Prima della prima infusione, i pazienti devono ricevere una premedicazione con un antistaminico e un corticosteroide. Questa premedicazione e' raccomandata prima di tutte le infusioni successive. Il farmaco viene somministrato una volta alla settimana in tutte le indicazioni. La dose iniziale e' di 400 mg di cetuximab per m^2 di superficie corporea. Tutte le successive dosi settimanali sono di 250 mg di cetuximab per m^2 ciascuna. Carcinoma del colon-retto: neipazienti con carcinoma metastatico del colon-retto, cetuximab e' util izzato in combinazione con chemioterapia o in monoterapia. Lo stato del gene KRAS non mutato (wild-type) del tumore deve essere verificato prima della prima infusione di cetuximab. E' importante che venga utilizzato un metodo di analisi validato in un laboratorio competente. Per il dosaggio o le modifiche posologiche raccomandate degli agenti chemioterapici usati in combinazione, fare riferimento alle informazioni sul prodotto relative a questi medicinali. Tali medicinali non devono essere somministrati prima che sia trascorsa un'ora dalla fine dell'infusione di cetuximab. Si raccomanda di continuare il trattamento con cetuximab fino a che non vi sia progressione della malattia. Carcinoma a cellule squamose di testa e collo: nei pazienti con carcinoma a cellule squamose di testa e collo localmente avanzato, cetuximab e' utilizzato in concomitanza con radioterapia. Si raccomanda di iniziare la terapia con cetuximab una settimana prima della radioterapia, proseguendo la terapia fino al termine del periodo previsto per la radioterapia. Nei pazienti con carcinoma a cellule squamose di testa e collo ricorrente e/o metastatico, cetuximab e' utilizzato in combinazione con chemioterapia a base di platino, seguita da cetuximab come terapia di mantenimento fino a progressione della malattia. La chemioterapia non deve essere somministrata prima che sia trascorsa un'ora dalla fine dell'infusione di cetuximab. Ad oggi sono stati studiati solo pazienti con adeguata funzionalita' renale ed epatica. Cetuximab non e' stato studiatoin pazienti con alterazioni ematologiche preesistenti. Negli anziani non sono richiesti aggiustamenti della dose, tuttavia l'esperienza neipazienti di eta' pari a 75 anni o superiore e' limitata. L'efficacia di cetuximab nei pazienti pediatrici al di sotto dei 18 anni non e' stata stabilita. Sulla base di uno studio di fase I non sono stati individuati nuovi segnali relativi alla sicurezza nei pazienti pediatrici. Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di cetuximab nella popolazione pediatrica nelle indicazioni autorizzate. Modo di somministrazione: il medicinale viene somministrato per via endovenosa mediante una pompa per infusione, fleboclisi a goccia o una pompa a siringa. Per la dose iniziale, il tempo di infusione raccomandato e' di 120 minuti. Per le dosi settimanali successive, il tempo di infusione raccomandato e' di 60 minuti. La velocita' massima di infusione non deve superare i 10 mg/min.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).

Avvertenze

Reazioni correlate all'infusione: se si verifica una reazione correlata all'infusione da lieve a moderata, la velocita' di infusione puo' essere diminuita. Si raccomanda che la velocita' di infusione rimanga alvalore ridotto anche per tutte le infusioni successive. Sono state ri portate reazioni gravi correlate all'infusione in pazienti trattati con cetuximab. I sintomi di solito si sono verificati durante la prima infusione e fino ad un'ora dopo il termine dell'infusione, ma possono verificarsi anche dopo diverse ore o con le infusioni successive. Si raccomanda di avvertire i pazienti della possibilita' di insorgenza tardiva dei sintomi, e di istruirli a contattare il medico nel caso si verifichino sintomi di reazione correlata all'infusione. Il verificarsi di una reazione grave correlata all'infusione richiede l'interruzione immediata e permanente del trattamento. Un'attenzione particolare e' raccomandata nei pazienti con performance status ridotto e malattie cardiopolmonari preesistenti. Alterazioni dell'apparato respiratorio: sonostati riportati casi di malattia polmonare interstiziale, specialment e in pazienti giapponesi. Se si diagnostica una malattia polmonare interstiziale, la somministrazione di cetuximab deve essere interrotta e il paziente deve essere trattato in maniera appropriata. Reazioni cutanee: sono molto comuni e puo' rendersi necessario interrompere o terminare il trattamento. In conformita' alle linee guida di pratica clinica, si consideri l'uso profilattico di tetracicline orali (6 - 8 settimane) e l'applicazione topica di una crema idratante a base di idrocortisone all'1%. I corticosteroidi topici di media-alta potenza o le tetracicline orali sono stati utilizzati per il trattamento delle reazionicutanee. Se si verifica una reazione cutanea grave (>= grado 3), la t erapia con cetuximab deve essere sospesa. Il trattamento puo' essere ripreso solo se la reazione si e' ridotta al grado 2. Se la reazione cutanea grave si e' verificata per la prima volta, il trattamento puo' essere ripreso senza cambiamenti di dosaggio. Se si verificano reazionicutanee gravi una seconda o terza volta, la terapia con cetuximab dev e essere nuovamente sospesa. Il trattamento puo' essere ripreso solo aun dosaggio piu' basso (200 mg/m^2 dopo la seconda volta e 150 mg/m^2 dopo la terza), se la reazione si e' ridotta al grado 2. Se reazioni cutanee gravi si verificano una quarta volta o non si riducono al grado 2 durante la sospensione del trattamento, e' necessaria l'interruzione permanente della terapia con cetuximab. Alterazioni elettrolitiche:si verificano frequentemente riduzioni progressive dei livelli di mag nesio nel siero che possono portare fino a ipomagnesiemia grave. L'ipomagnesiemia e' reversibile dopo l'interruzione del trattamento con cetuximab. Inoltre, come conseguenza della diarrea puo' insorgere ipokaliemia. E' anche possibile che insorga ipocalcemia; in particolare, in combinazione con chemioterapia a base di platino, e' possibile un aumento della frequenza di ipocalcemia grave. Si raccomanda di controllare il livello degli elettroliti nel siero prima e, periodicamente, durante il trattamento con cetuximab. Si consiglia una terapia di ripristinodegli elettroliti, a seconda della necessita'. Neutropenia e complica zioni infettive associate: pazienti che ricevono cetuximab in combinazione con chemioterapia a base di platino presentano un rischio maggiore di insorgenza di neutropenia grave, che puo' portare a successive complicazioni infettive quali neutropenia febbrile, polmonite o sepsi. Si raccomanda di monitorare attentamente questi pazienti, in particolare quelli che mostrano lesioni cutanee, mucosite o diarrea, che possonofacilitare l'insorgenza di infezioni. Patologie cardiovascolari: nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, del carcinoma a cellule squamose di testa e collo e nel carcinoma del colon rettoe' stato osservato un aumento della frequenza degli eventi cardiovasc olari gravi e talvolta fatali e dei decessi correlati al trattamento. In alcuni studi e' stata osservata un'associazione con un'eta' >= 65 anni o con il performance status . Nel prescrivere cetuximab devono essere tenuti in considerazione lo stato cardiovascolare e il performancestatus del paziente e la somministrazione concomitante di sostanze ca rdiotossiche, come le fluoropirimidine. Patologie dell'occhio: i pazienti che presentano segni e sintomi acuti o in peggioramento che potrebbero suggerire una cheratite quali infiammazione oculare, lacrimazione, sensibilita' alla luce, annebbiamento della vista, dolore oculare e/o arrossamento degli occhi devono essere inviati immediatamente da unospecialista in oftalmologia. Se e' confermata la diagnosi di cheratit e ulcerativa, il trattamento con cetuximab deve essere sospeso o interrotto. Se e' diagnosticata la cheratite, devono essere attentamente considerati i benefici ed i rischi per poter continuare la terapia. Cetuximab deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi di cheratite, cheratite ulcerativa o secchezza oculare grave. Anche l'uso di lenti a contatto rappresenta un fattore di rischio per cheratiti ed ulcerazioni. Pazienti con carcinoma del colon-retto con mutazione del gene KRAS nel tumore: cetuximab non deve essere utilizzato nel trattamento dei pazienti affetti da carcinoma del colon-retto con mutazioni del gene KRAS nel tumore o con stato di KRAS del tumore non noto. I risultati degli studi clinici evidenziano un bilancio rischio-beneficio negativo nei tumori con mutazioni del gene KRAS. In particolare, in questipazienti sono stati osservati effetti negativi sul tempo di sopravviv enza libero da progressione (PFS) e sul tempo di sopravvivenza globale(OS) quando cetuximab veniva somministrato in aggiunta a FOLFOX4. Ris ultati simili sono stati segnalati anche aggiungendo cetuximab a XELOXin combinazione con bevacizumab (CAIRO2). Tuttavia, in questo studio non sono neanche stati dimostrati effetti positivi su PFS o OS nei pazienti affetti da tumori con gene KRAS non mutato. Popolazioni speciali: ad oggi sono stati studiati solo pazienti con adeguata funzionalita'renale ed epatica (creatinina sierica <= 1,5 volte il limite superior e di normalita', transaminasi <= 5 volte il limite superiore di normalita' e bilirubina <= 1,5 volte il limite superiore di normalita'). Cetuximab non e' stato studiato in pazienti con uno o piu' dei seguenti valori di laboratorio: emoglobina < 9 g/dl; leucociti < 3.000/mm^3; neutrofili < 1.500/mm^3; piastrine < 100.000/mm^3. Vi e' un'esperienza limitata nell'uso di cetuximab in combinazione con radioterapia nel carcinoma del colon-retto. L'efficacia di cetuximab nei pazienti pediatrici al di sotto dei 18 anni non e' stata stabilita. Non sono stati individuati nuovi segnali relativi alla sicurezza nei pazienti pediatrici.

Interazioni

In combinazione con chemioterapia a base di platino, puo' aumentare lafrequenza di leucopenia grave o di neutropenia grave; rispetto alla s ola chemioterapia a base di platino, questo puo' provocare un aumento della frequenza di complicazioni infettive, quali neutropenia febbrile, polmonite e sepsi. In combinazione con fluoropirimidine, la frequenza di ischemia cardiaca, ivi incluso infarto miocardico e insufficienzacardiaca congestizia, e la frequenza della sindrome mano-piede (eritr odisestesia palmo-plantare) sono risultate aumentate rispetto a quelleosservate con fluoropirimidine. In combinazione con capecitabina e ox aliplatino (XELOX) puo' aumentare la frequenza di diarrea grave. Uno studio specifico di interazione ha mostrato che le caratteristiche farmacocinetiche di cetuximab rimangono inalterate dopo cosomministrazionedi una singola dose di irinotecan (350 mg/m^2 di superficie corporea) . Analogamente, la farmacocinetica di irinotecan non si modificava dopo cosomministrazione di cetuximab. Non sono stati eseguiti altri studispecifici di interazione con cetuximab nell'uomo.

Effetti indesiderati

Le seguenti definizioni si applicano alla terminologia relativa alla frequenza utilizzata qui di seguito: molto comune (>= 1/10); comune (>=1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); frequenza non nota. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: ipomagnesiemia; comune: disidratazione, in particolare come conseguenza di diarrea o di mucosite; ipocalcemia; anoressia, che puo' causare riduzione del peso corporeo. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea; frequenza non nota: meningite asettica. Patologie dell'occhio. Comune: congiuntivite; non comune: blefarite, cheratite. Patologie vascolari. Non comune: trombosi venosa profonda. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: embolia polmonare, malattia polmonare interstiziale. Patologie gastrointestinali. Comune: diarrea, nausea, vomito. Patologie epatobiliari. Molto comune: incremento dei livelli degli enzimi epatici(AST, ALT, AP). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molt o comune: reazioni cutanee; molto raro: sindrome di Stevens- Johnson/necrolisi epidermica tossica; frequenza non nota: superinfezione delle lesioni cutanee. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: reazioni lievi o moderate correlateall'infusione; mucosite da lieve a moderata, che puo' condurre fino a ll'epistassi; comune: reazioni gravi correlate all'infusione, affaticamento. Complessivamente, non sono state osservate differenze clinicamente rilevanti tra i sessi. Reazioni correlate all'infusione: sono molto comuni le reazioni lievi o moderate correlate all'infusione, comprendenti sintomi quali febbre, brividi, capogiro o dispnea, che si manifestano prevalentemente in stretta relazione temporale alla prima infusione di cetuximab. Reazioni gravi correlate all'infusione possono verificarsi comunemente e in rari casi con esito letale. In genere si manifestano durante o entro un'ora dall'infusione iniziale di cetuximab, mapossono anche verificarsi dopo diverse ore o in occasione di infusion i successive. Sebbene il meccanismo sottostante non sia stato identificato, alcune di queste reazioni possono essere di natura anafilattoide/anafilattica e includere sintomi quali broncospasmo, orticaria, aumento o riduzione della pressione arteriosa, perdita di coscienza o shock. In casi rari sono stati osservati angina pectoris, infarto miocardico o arresto cardiaco. Reazioni cutanee: si possono verificare reazionicutanee in piu' dell'80% dei pazienti; si manifestano principalmente come rash acneiforme e/o, meno di frequente, come prurito, pelle secca, desquamazione, ipertricosi o alterazioni a carico delle unghie (per es. paronichia). Circa il 15% delle reazioni cutanee sono gravi, inclusi singoli casi di necrosi cutanea. La maggior parte delle reazioni cutanee si sviluppano entro le prime tre settimane di terapia. Se si eseguono gli aggiustamenti della dose raccomandati, generalmente esse si risolvono senza sequele nel periodo successivo alla sospensione del trattamento. Le lesioni cutanee indotte da cetuximab possono predisporrei pazienti a superinfezioni (ad es. da S. aureus), che possono portar e a complicazioni, ad es. cellulite, erisipela oppure, con possibile esito letale, sindrome stafilococcica della cute ustionata o sepsi. Trattamento combinato: quando cetuximab viene usato in combinazione con agenti chemioterapici, fare riferimento anche alle informazioni relative al rispettivo prodotto. In combinazione con chemioterapia a base di platino, puo' aumentare la frequenza di leucopenia grave o di neutropenia grave; rispetto alla sola chemioterapia a base di platino, questo puo' provocare un aumento della frequenza di complicazioni infettive, quali neutropenia febbrile, polmonite e sepsi. In combinazione con fluoropirimidine, la frequenza di ischemia cardiaca, ivi incluso infarto miocardico e insufficienza cardiaca congestizia, e la frequenza della sindrome mano-piede (eritrodisestesia palmo-plantare) sono risultate aumentate rispetto a quelle osservate con fluoropirimidine. In combinazione con radioterapia locale dell'area della testa e del collo, sono stati osservati ulteriori effetti indesiderati tipici della radioterapia (ad es. mucosite, dermatite da radiazioni, disfagia o leucopenia, che si manifesta prevalentemente come linfocitopenia). I tassi osservatidi grave dermatite acuta da radiazione e mucosite nonche' di eventi t ardivi correlati a radioterapia sono risultati leggermente superiori nei pazienti sottoposti a radioterapia in combinazione con cetuximab rispetto a quelli sottoposti a sola radioterapia.

Gravidanza e allattamento

L'EGFR e' coinvolto nello sviluppo fetale. Un numero limitato di osservazioni negli animali indicano un passaggio placentare di cetuximab, ed e' stato riscontrato che altri anticorpi IgG1 attraversano la barriera placentare. Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti teratogeni. Tuttavia, dipendentemente dalla dose, e' stato osservato un aumento dell'incidenza di aborti. Non sono disponibili dati sufficienti su donne in gravidanza o durante l'allattamento. In caso di gravidanza, o nelle donne che non impiegano metodi contraccettivi adeguati, si raccomanda vivamente la somministrazione del medicinale solo se il beneficio atteso per la madre giustifica un potenziale rischio per il feto. Si raccomanda che le donne non allattino durante il trattamento con il farmaco e per due mesi dopo l'ultima dose, poiche' non e' noto se cetuximab viene escreto nel latte materno. Non esistono dati sull'effetto di cetuximab sulla fertilita' umana. Gli effetti sulla fertilita' maschile e femminile non sono stati valutati in studi formali sugli animali.