Elaprase - Iv 1fl 3ml 2mg/Ml

Dettagli:
Nome:Elaprase - Iv 1fl 3ml 2mg/Ml
Codice Ministeriale:039403011
Principio attivo:Idursulfasi
Codice ATC:A16AB09
Fascia:H
Prezzo:4356.75
Produttore:Shire Italia Spa
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi, in frigorifero
Scadenza:24 mesi

Denominazione

ELAPRASE 2 MG/ML CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale).

Formulazioni

Elaprase - Iv 1fl 3ml 2mg/Ml

Categoria farmacoterapeutica

Farmaci dell'apparato gastrointestinali e del metabolismo.

Principi attivi

Idursulfasi.

Eccipienti

Polisorbato 20; sodio cloruro; sodio fosfato bibasico eptaidrato; sodio fosfato monobasico monoidrato; acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Trattamento a lungo termine dei pazienti con sindrome di Hunter (mucopolisaccaridosi II, MPS II); negli studi clinici non sono stati esaminati i soggetti eterozigoti di sesso femminile.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' severa o pericolosa per la vita al principio attivo oad uno qualsiasi degli eccipienti qualora non sia possibile tenere so tto controllo l'ipersensibilita'.

Posologia

Il trattamento con il medicinale deve essere supervisionato da un medico o da un operatore sanitario con esperienza nella gestione dei pazienti affetti da MPS II o altre malattie metaboliche ereditarie. Il farmaco si somministra alla dose di 0,5 mg/kg di peso corporeo ogni settimana, per infusione endovenosa nell'arco di 3 ore; la durata dell'infusione puo' essere gradualmente ridotta a 1 ora se non si osservano reazioni associate all'infusione. Nei pazienti sottoposti per diversi mesial trattamento in ospedale e che hanno ben tollerato le infusioni si puo' prendere in considerazione la somministrazione domiciliare di medicinale. Le infusioni domiciliari devono essere effettuate sotto la sorveglianza medica o di un altro operatore sanitario. Pazienti anziani:non c'e' esperienza clinica sull'uso in pazienti con piu' di 65 anni. Pazienti con compromissione renale o epatica: non c'e' esperienza cli nica sull'uso in pazienti con insufficienza renale o epatica. Pazientiin eta' pediatrica: il dosaggio per i bambini e gli adolescenti e' di 0,5 mg/kg di peso corporeo alla settimana.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C); non congelare.

Avvertenze

Reazioni da infusione: i pazienti trattati con idursulfasi potrebbero sviluppare reazioni correlate all'infusione. Tra le reazioni correlateall'infusione verificatesi con maggiore frequenza durante gli studi c linici si segnalano: reazioni cutanee (eruzione, prurito, orticaria), piressia, cefalea, ipertensione e vampate. Le reazioni correlate all'infusione sono state trattate o alleviate rallentando la velocita' di infusione, interrompendo l'infusione o somministrando medicinali come antistaminici, antipiretici, corticosteroidi a basso dosaggio (prednisone e metilprednisolone) o beta agonisti per nebulizzazione. Durante gli studi clinici nessun paziente ha interrotto il trattamento a causa di una reazione all'infusione. Occorre procedere con particolare cautela nel somministrare un'infusione in pazienti con una severa pneumopatia di base. Questi pazienti devono essere sottoposti a un attento monitoraggio e infusi in un contesto clinico adeguato. Fare attenzione allagestione e al trattamento di questi pazienti limitando o controllando con cura l'uso degli antistaminici e di altri medicinali ad azione se dativa. In qualche caso puo' essere necessario istituire una ventilazione a pressione positiva. Occorre valutare la possibilita' di posticipare l'infusione nei pazienti che presentano una malattia respiratoria acuta con febbre. I pazienti che fanno uso di una supplementazione di ossigeno devono poterne disporre prontamente durante l'infusione, nel caso di una reazione ad essa correlata. Reazioni anafilattoidi/anafilattiche: alcuni pazienti trattati con il medicinale hanno sviluppato reazioni anafilattoidi/anafilattiche potenzialmente rischiose per la vita fino a diversi anni dopo l'inizio del trattamento. Sintomi e segni di reazioni anafilattoidi/anafilattiche a insorgenza tardiva sono statiosservati fino a 24 ore dopo la reazione iniziale. In caso di reazion e anafilattoide/anafilattica, sospendere immediatamente la somministrazione del prodotto e avviare un trattamento e una osservazione adeguati. Attenersi agli standard medici in uso per il trattamento di emergenza. E' possibile che i pazienti con reazioni anafilattoidi/anafilattiche severe o di tipo refrattario necessitino di un monitoraggio clinicoprolungato. Usare cautela nel ri-somministrare il farmaco a pazienti che hanno sviluppato reazioni anafilattoidi/anafilattiche. Durante le infusioni devono essere presenti operatori adeguatamente preparati e l'occorrente per praticare la rianimazione d'emergenza (inclusa epinefrina). L'ipersensibilita' severa o potenzialmente pericolosa per la vita e' una controindicazione alla ri-somministrazione, se non e' possibile tenere sotto controllo l'ipersensibilita'. Pazienti con genotipo con delezione completa/ampio riarrangiamento: i pazienti pediatrici che presentano un genotipo con delezione completa/ampio riarrangiamento hanno una probabilita' elevata di sviluppare anticorpi, tra cui anticorpi neutralizzanti, in seguito all'esposizione al farmaco. I pazienti con questo genotipo hanno una probabilita' piu' alta di sviluppare eventi avversi correlati all'infusione e tendono a presentare una risposta ridotta, come evidenziato dalla minore escrezione urinaria di glicosaminoglicani e da una riduzione delle dimensioni del fegato e del volumedella milza rispetto ai pazienti con genotipo con mutazione mis-sense . La gestione di questi pazienti deve essere decisa su base individuale.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d'interazione formali con il farmaco. In base al suo metabolismo nei lisosomi cellulari, e' improbabile che idursulfasi sia soggetta a interazioni mediate dal citocromo P450.

Effetti indesiderati

Poiche' durante una singola infusione puo' essersi verificata piu' di una reazione correlata all'infusione, e' probabile che le cifre indicate sovrastimino la reale incidenza delle reazioni da infusione. Nel gruppo placebo le reazioni correlate sono risultate simili, per natura eseverita', a quelle riportate nel gruppo trattato. Tra le reazioni correlate all'infusione, le piu' comuni sono state reazioni cutanee (eruzione, prurito, orticaria), piressia, cefalea e ipertensione. Con la prosecuzione del trattamento la frequenza delle reazioni correlate all'infusione si e' ridotta nel tempo. Le informazioni sono presentate per classe sistemico-organica e per frequenza. La frequenza e' indicata come molto comune (>=1/10) o comune (>=1/100, <1/10). In considerazione del numero di pazienti trattati, un evento avverso verificatosi in un singolo paziente viene definito comune. L'elenco seguente presenta anche le reazioni avverse riportate solo nel periodo successivo all'immissione in commercio, definite con frequenza "non nota". Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazione anafilattoide/ anafilattica. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea; comune: capogiro, tremore. Patologie cardiache. Comune: cianosi, aritmia, tachicardia. Patologie vascolari. Molto comune: ipertensione, vampate; comune: ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto comune: respiro sibilante, dispnea; comune: ipossia, tachipnea, broncospasmo, tosse. Patologie gastrointestinali. Molto comune: dolore addominale,nausea, dispepsia, diarrea, vomito; comune: lingua tumefatta. Patolog ie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: orticaria, eruzione cutanea, prurito; comune: eritema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: piressia, dolore toracico, gonfiore in sede di infusione; comune:edema del viso, edema periferico. Traumatismo, avvelenamento e compli cazioni da procedura. Molto comune: reazione da infusione. Nei diversistudi sono state riportate reazioni avverse gravi in un totale di 5 p azienti trattati con 0,5 mg/kg alla settimana od ogni due settimane. Quattro pazienti hanno sviluppato un episodio di ipossia durante una o diverse infusioni; in tre di questi pazienti con una sottostante pneumopatia severa di tipo ostruttivo (2 con una preesistente tracheostomia) e' stata necessaria l'ossigenoterapia. L'episodio piu' severo verificatosi durante l'infusione in un paziente con malattia respiratoria febbrile, e' associato a ipossia durante l'infusione che ha indotto un breve attacco convulsivo. Nel quarto paziente, la cui malattia di fondoera meno severa, si e' avuta una risoluzione rapida a seguito dell'in terruzione dell'infusione. Questi eventi non si sono ripresentati durante le infusioni successive utilizzando una velocita' di infusione ridotta e somministrando, prima dell'infusione, medicinali come steroidi a basso dosaggio, antistaminici e beta agonisti per nebulizzazione. Alquinto paziente, con una cardiopatia preesistente, durante lo studio sono stati diagnosticati complessi ventricolari prematuri ed embolia polmonare. Dopo l'immissione in commercio sono state riferite reazioni anafilattoidi/anafilattiche. I pazienti che presentano genotipo con delezione completa/ampio ri-arrangiamento hanno una probabilita' maggiore di sviluppare eventi avversi correlati all'infusione. Immunogenicita': in 4 studi clinici (TKT008, TKT018, TKT024 e TKT024EXT), 53/107 pazienti (50%) hanno sviluppato anticorpi IgG anti-idursulfasi nel corso del trattamento. Complessivamente l'incidenza di anticorpi neutralizzanti e' stata del 24% (26/107 pazienti). Nell'analisi post-hoc dei datidi immunogenicita' degli studi TKT024/024EXT, il 51% (32/63) dei pazi enti trattati con il farmaco alla dose di 0,5 mg/kg alla settimana presentava almeno 1 campione di sangue positivo agli anticorpi anti- farmaco, e il 37% dei pazienti (23/63) e' risultato positivo agli anticorpi in almeno 3 visite di studio consecutive. Il 21% (13/63) dei pazienti e' risultato positivo agli anticorpi neutralizzanti almeno una voltae il 13% (8/63) e' risultato positivo agli anticorpi neutralizzanti i n almeno 3 visite di studio consecutive. Lo studio clinico HGT- ELA-038 ha valutato l'immunogenicita' in bambini di eta' compresa tra 16 mesi e 7,5 anni. Durante lo studio di 53 settimane, nel 67,9% (19/28) deipazienti sono stati trovati anticorpi anti-farmaco in almeno un campi one di sangue, mentre il 57,1% (16/28) dei pazienti ha presentato positivita' anticorpale in almeno tre visite di studio consecutive. Il 54%dei pazienti e' risultato positivo agli anticorpi neutralizzanti alme no una volta e la meta' dei pazienti ha presentato positivita' agli anticorpi neutralizzanti in almeno tre visite di studio consecutive. Tutti i pazienti che presentavano il genotipo con delezione completa/ampio riarrangiamento hanno sviluppato anticorpi, e la maggioranza di loro(7/8) e' anche risultata positiva agli anticorpi neutralizzanti in al meno 3 occasioni consecutive. Tutti i pazienti con genotipo con mutazioni frameshift/nei siti di splicing hanno sviluppato anticorpi e 4/6 sono anche risultati positivi agli anticorpi neutralizzanti in almeno 3visite di studio consecutive. I pazienti risultati negativi alla pres enza di anticorpi appartenevano esclusivamente al gruppo con genotipo con mutazioni di mis-sense. Popolazione pediatrica: le reazioni avverse osservate nella popolazione pediatrica sono risultate, in generale, simili a quelle riscontrate negli adulti. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

Gravidanza e allattamento

I dati relativi all'uso di idursulfasi in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicita' riproduttiva. A scopoprecauzionale, e' preferibile evitare l'uso del medicinale durante la gravidanza. Non e' noto se idursulfasi sia escreta nel latte materno. Dati disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di idursulfas i nel latte. Il rischio per i neonati/lattanti non puo' essere escluso. La decisione se interrompere l'allattamento con latte materno o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con il farmaco deve esserepresa tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Negli studi sulla riproduzione condotti su ratti maschi non sono stati osservati effettisulla fertilita' maschile.