Doxorubicina Sand - 10fl 10mg5ml
Dettagli:
Nome:Doxorubicina Sand - 10fl 10mg5mlCodice Ministeriale:034879066
Principio attivo:Doxorubicina Cloridrato
Codice ATC:L01DB01
Fascia:H
Prezzo:148.91
Produttore:Sandoz Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 e al riparo dalla luce
Scadenza:24 mesi
Denominazione
DOXORUBICINA SANDOZ 2 MG/ML
Formulazioni
Doxorubicina Sand - Fl 50mg 25ml
Doxorubicina Sand - Fl100mg 50ml
Doxorubicina Sand - Fl200mg100ml
Doxorubicina Sand - 5fl 10mg 5ml
Doxorubicina Sand - 10fl 10mg5ml
Categoria farmacoterapeutica
Antibiotici citotossici e sostanze correlate.
Principi attivi
Doxorubicina cloridrato.
Eccipienti
Acido cloridrico (per l'aggiustamento del pH), sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.
Indicazioni
La doxorubicina e' utilizzata nelle seguenti indicazioni: sarcoma dei tessuti molli e osteosarcoma, linfoma di Hodgkin e non-Hodgkin, leucemia linfoblastica acuta, leucemia mieloblastica acuta, carcinoma della tiroide, della mammella, dell'ovaio, della vescica, carcinoma broncogeno a piccole cellule e neuroblastoma. La doxorubicina e' utilizzata per via endovescicale per il trattamento del carcinoma a cellule transizionali, tumori della vescica papillare e carcinoma in situ. Non deve essere usato per i tumori invasivi della vescica che hanno penetrato laparete vescicale, in pazienti con infezioni del tratto urinario o con dizioni infiammatorie della vescica.
Controindicazioni / effetti secondari
La doxorubicina e' controindicata nei pazienti con spiccata mielosoppressione (es. indotta da precedenti trattamenti antitumorali), in pazienti con insufficienza cardiaca acuta o preesistente o in pazienti gia'trattati con la dose cumulativa massima di doxorubicina o daunorubici na; in presenza di ulcera del cavo orale; questa puo' essere precedutada sintomi premonitori quali bruciori del cavo orale e non e' raccoma ndata una ripetizione del trattamento in presenza di questo sintomo; durante la gravidanza e l'allattamento; ipersensibilita' alla doxorubicina, prodotti chimicamente correlati, o qualsiasi altro eccipiente.
Posologia
La doxorubicina puo' essere somministrata: per iniezione endovenosa (in bolo) in 2-5 minuti oppure come infusione endovenosa continua in unainfusione di sodio cloruro allo 0.9% p./v. o in una iniezione endoven osa di destrosio al 5% p./v., oppure in una iniezione endovenosa di cloruro di sodio e destrosio. La somministrazione in bolo provoca picchipiu' elevati di concentrazioni plasmatiche e pertanto e' probabilment e piu' cardiotossica. >>Adulti. Monoterapia: il dosaggio dipende dal tipo di tumore, dalla funzione cardiaca o epatica e dalla chemioterapiacombinata. Dose raccomandata in monoterapia: 60-75 mg/m^2 somministra ta in una unica iniezione endovenosa ogni 3 settimane. Un dosaggio alternativo e' di 20 mg/m^2 per via endovenosa, per tre giorni consecutivi, una volta ogni 3 settimane. La dose cumulativa massima non deve superare i 550 mg/m^2. La somministrazione della doxorubicina in un regime settimanale e' risultata efficace quanto il regime di 3 settimane riducendo la tossicita' cardiaca. Il dosaggio raccomandato e' 20 mg/m^2 settimanale, sebbene risposte efficaci siano state osservate a dosi comprese fra 6 e 12 mg/m^2. Terapia combinata: il dosaggio deve essere diminuito se il prodotto e' utilizzato in associazione con altri farmaci citostatici con simili effetti tossici. La dose cumulativa massima deve essere ridotta da 450 mg/m^2 a 400 mg/m^2 se il paziente e' sottoposto a irradiazione mediastinica, ha una patologia cardiaca concomitante, o e' curato con altri composti cardiotossici, oncolitici non antraciclinici. >>Regolazione dei dosaggi in gruppi di pazienti specifici. Pazienti con disfunzione epatica: il dosaggio deve essere ridotto nei pazienti che presentano una funzione epatica compromessa. Si deve ridurre il dosaggio di doxorubicina in caso di elevati livelli di bilirubina come indicato: bilirubina sierica da 12 a 30 mg somministrare mezzadella dose normale, bilirubina > di 30 mg somministrare un quarto del la dose normale. Pazienti con disfunzione renale: in generale, una compromissione della funzione renale non richiede una riduzione della dose. Pazienti con rischio cardiaco: pazienti ad aumentato rischio di cardiotossicita' devono essere trattati con una infusione continua della durata di 24 ore, piuttosto che con una iniezione in bolo. In questo modo, la cardiotossicita' puo' essere meno frequente, senza ridurre l'efficacia terapeutica. In questi pazienti si deve misurare la frazione di eiezione prima di ogni trattamento. Il rischio di sviluppare cardiomiopatia aumenta gradualmente con il dosaggio. Non deve essere superata una dose cumulativa di 450-550 mg/m^2. In caso di preesistente cardiopatia, o di precedente irradiazione mediastinica o cardiaca devono essere evitate dosi cumulative superiori a 400 mg/m^2 (monitoraggio della funzione cardiaca). Nella terapia in associazione con altri oncolitici vengono somministrate dosi di 50-75 mg/m^2. Puo' verificarsi mielosoppressione piu' pronunciata a causa degli effetti additivi dei farmaci. Dosaggio nei bambini: il dosaggio nei bambini deve essere ridotto acausa dell'alto rischio di insorgenza di cardiotossicita' che puo' ma nifestarsi a distanza di tempo pertanto si raccomanda un attento follow-up cardiaco. La mielotossicita' deve essere prevista, con nadirs da 10 a 14 giorni dopo l'inizio del trattamento, ma e' generalmente seguita da una rapida guarigione a causa dell'ampia riserva di midollo osseo dei bambini rispetto agli adulti. Carcinoma della vescica superficiale e carcinoma della vescica in situ: il dosaggio raccomandato e' 50 mg in 50 ml di soluzione salina normale, somministrata tramite un catetere sterile. Inizialmente, questa dose e' somministrata settimanalmente, successivamente mensilmente. La durata ottimale del trattamento none' stata ancora determinata; varia tra i 6-12 mesi. Le limitazioni ci rca la dose massima cumulativa, come per la somministrazione endovenosa, non si applicano alla somministrazione intravescicale, perche' l'assorbimento sistemico della doxorubicina e' irrilevante. Si deve prestare attenzione durante la somministrazione per evitare l'infiltrazione perivenosa che puo' indurre necrosi locale e tromboflebiti. La doxorubicina non deve essere somministrata per via intratecale o intramuscolare o sottocutaneo o infusioni a lungo termine. (E' stato dimostrato che l'associazione di doxorubicina con eparina e 5- fluorouracile forma precipitati, di conseguenza non deve essere mescolata con nessun altrofarmaco).
Conservazione
Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C); la conservazione del medicinale in condizioni refrigerate puo' causare la formazione di un prodotto gelificato; questo prodotto gelificato ritornera' in uno stato da leggermente viscoso fino a una soluzione liquida dopo due o massimo 4 ore di esposizione a temperatura ambiente (15 - 25 gradi C); tenere il flaconcino nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Avvertenze
Somministrare la doxorubicina solo sotto il controllo dello specialista con esperienza nell'uso di agenti chemioterapici. Si raccomanda il ricovero dei pazienti almeno durante la prima fase del trattamento poiche' e' necessaria una attenta sorveglianza e analisi di laboratorio. Prima del trattamento con la doxorubicina, occorre effettuare dei test clinici iniziali sulla funzionalita' cardiaca, epatica ed ematologica.La nausea, il vomito e l'infiammazione delle mucose sono spesso estre mamente gravi e devono essere curati adeguatamente. Non somministrare la doxorubicina per via intramuscolare o sottocutanea. Lo stravaso provoca una necrosi grave e progressiva del tessuto. Lo stravaso produce dolore e/o una sensazione di bruciore sulla zona dove si e' effettuatala somministrazione endovenosa. In caso di stravaso sospendere immedi atamente l'iniezione e ricominciare in un'altra vena. Applicare ghiaccio sulla zona colpita; il lavaggio con una soluzione salina normale, infiltrazioni locali con corticosteroidi oppure con una soluzione di sodio idrogeno carbonato (8-4%) e l'applicazione di dimetilsulfossido hanno riportato risultati piu' o meno soddisfacenti. L'applicazione locale di creme all'idrocortisone 1% puo' procurare beneficio. Si consiglia di interpellare un chirurgo plastico, e considerare una ampia asportazione della zona interessata. Esiste un rischio accertato di sviluppodi cardiomiopatia indotta dalle antracicline e dipendente dalla dose cumulativa, e pertanto non superare tale dose i 450-550 mg/m^2. A dosisuperiori a queste, il rischio di sviluppo di insufficienza cardiaca aumenta notevolmente. La riduzione della dose cumulativa rappresenta la misura piu' importante per evitare la cardiotossicita' della doxorubicina. Questa puo' manifestarsi con tachicardia, alterazioni del tracciato ECG o insufficienza cardiaca, che puo' insorgere improvvisamente anche alcuni mesi/anni dopo il trattamento, senza essere preceduta da modificazioni dell'ECG. Il rischio di sviluppo di insufficienza cardiaca nei pazienti neoplastici trattati con doxorubicina persiste per tutta la vita. L'insufficienza cardiaca dovuta alla doxorubicina puo' essere non responsiva al trattamento convenzionale. Il rischio di cardiotossicita' aumenta nei pazienti precedentemente trattati con irradiazione mediastinica o pericardica, in quelli trattati con altre o precedenti antracicline e/o antracenedioni, nei pazienti con anamnesi positivaper cardiopatia, in quelli anziani (>= 70 anni), nonche' nei bambini di eta' <15 anni. La cardiotossicita' puo' verificarsi per dosi inferiori a quelle cumulative limite raccomandate. La dose cumulativa totaledi doxorubicina per un singolo paziente deve pertanto tener conto di ogni trattamento precedente o concomitante con altri farmaci potenzialmente cardiotossici, di terapie quali ciclofosfamide, mitomicina C o dacarbazina e.v. ad alte dosi, di altre antracicline come la daunorubicina, o della irradiazione mediastinica o pericardica. Gravi aritmie acute sono state descritte durante o poche ore dopo la somministrazione della doxorubicina. Possono verificarsi modificazioni del tracciato ECG. Prestare attenzione ai pazienti con cardiopatie in atto, quali infarto del miocardio recente, insufficienza cardiaca, cardiomiopatia, pericarditi o disritmie, o a quelli che sono stati trattati con altri composti cardiotossici, come ad es. la ciclofosfamide. Valutare la funzione cardiaca prima dell'inizio del trattamento, accuratamente monitorata durante l'intera durata di questo, e valutata nuovamente dopo la fine della terapia. Prima e dopo ogni trattamento si consiglia di eseguire un ECG. Alterazioni del tracciato, quali depressione o negativizzazione dell'onda T, riduzione del tratto ST o aritmie sono di solito segni di effetto tossico acuto ma transitorio (reversibile), e non vengonoconsiderate indicazioni alla sospensione della terapia con doxorubici na. Tuttavia, una persistente diminuzione di ampiezza del complesso QRS e un prolungamento dell'intervallo sistolico sono maggiormente indicativi di cardiotossicita' indotta dalle antracicline. Quando il voltaggio del complesso QRS diminuisce del 30% o vi e' un accorciamento frazionale del 5%, interrompere il trattamento. Il metodo ottimale per predire la cardiomiopatia e' costituito dalla identificazione di una riduzione della frazione di eiezione del ventricolo sinistro (FEVS), determinata ecograficamente o mediante cardioscintigrafia. Eseguire la valutazione della FEVS prima dell'inizio del trattamento e ripetuta dopo ciascuna dose cumulativa di 100 mg/m^2 e in caso di comparsa di segni di insufficienza cardiaca. Di regola, una riduzione assoluta >10% o al di sotto del 50% nei pazienti in cui essa era inizialmente normale rappresenta un segno di compromissione della funzione cardiaca; valutare la continuazione del trattamento. Effettuare attenti controlli ematicia causa dell'alta incidenza di depressione midollare. Esiste un alto rischio di neutropenia; trombocitopenia e anemia si verificano meno frequentemente. Il nadir si verifica dopo 10-14 giorni dalla somministrazione. I livelli ematici raggiungono i valori normali entro i 21 giorni dopo somministrazione. Non iniziare la terapia o continuarla quando la conta dei granulociti polinucleati e' al di sotto dei 2000/mm^3. Nel trattamento delle leucemie acute, questo limite puo' essere ridotto,a seconda delle circostanze. Una mielosoppressione grave puo' provoca re insorgenza di emorragia e superinfezioni, e costituisce una indicazione alla riduzione o la sospensione della doxorubicina. Poiche' il farmaco puo' causare immunosoppressione, prendere adeguate misure per prevenire una infezione secondaria. Con regimi posologici che contengonodoxorubicina esiste il rischio di iperuricemia che puo' risultare in gotta acuta o nefropatia da urati a seguito di lisi tumorale. Poiche' la doxorubicina e' escreta principalmente attraverso il fegato, la riduzione della funzione o l'insufficienza epatica puo' ritardare l'eliminazione e aumentarne la tossicita' complessiva. Pertanto si raccomandadi eseguire i tests di funzionalita' epatica prima e durante il tratt amento. Monitorare i livelli ematici di acido urico; assicurarsi un sufficiente apporto di liquidi (al minimo 3 l/m^2/die). Se necessario, si puo' somministrare un inibitore della xantino-ossidasi (allopurinolo). Uomini e donne devono assumere misure contraccettive durante e per almeno 3 mesi dopo la terapia con doxorubicina. Avvertire i pazienti che la doxorubicina puo' causare una colorazione rossa delle urine, in particolar modo nel primo prelievo dopo la somministrazione, ma cio' non deve provocare allarmismo. Non effettuare la somministrazione per via intravescicale in quei pazienti affetti da tumori invasivi che hanno penetrato la parete vescicale, infezioni del tratto urinario oppure in condizioni infiammatorie della vescica.
Interazioni
Si deve prestare cautela quando la doxorubicina e' somministrata dopo o in associazione con altri composti cardiotossici o anti-tumorali (specialmente mielotossici) in quanto la cardiotossicita' e' aumentata. Ipicchi massimi di doxorubicina, l'emivita e il volume di distribuzion e finali possono essere incrementati dalla somministrazione contemporanea di verapamil. La doxorubicina puo' causare esacerbazione delle cistiti emorragiche indotte da precedenti terapie con ciclofosfamide. Poiche' la doxorubicina viene rapidamente metabolizzata ed eliminata prevalentemente per via biliare, la contemporanea somministrazione di notesostanze chemioterapiche epatotossiche (es. metotressato) puo' potenz ialmente aumentarne la tossicita' come risultato di una riduzione della clearance epatica del farmaco. Elevate dosi di ciclosporina e doxorubicina aumentano i livelli ematici di entrambe. Questo puo' causare unaumento della mielotossicita' e un'eccessiva immunosoppressione. Gli inibitori del citocromo P-450 (es. cimetidina e ranitidina) possono diminuire il metabolismo della doxorubicina e conseguentemente aumentarne gli effetti tossici. Gli induttori dell'enzima citocromo P-450 (es. rifampicina e barbiturici) possono aumentare il metabolismo della doxorubicina con una possibile diminuzione dell'efficacia. La doxorubicinapotenzia l'effetto della radioterapia e puo' causare gravi sintomi ne ll'area coinvolta, anche se somministrata molto tempo dopo la sospensione della terapia.
Effetti indesiderati
Le frequenze sono definite utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, <1/10); non comune (>= 1/1.000, <1/100), raro (>= 1/10.000 <= 1/1.000), molto raro (<= 1/10.000), non nota. Le reazioni avverse sono molto comuni. Tossicita' dose-limitanti della terapia sono la mielodepressione e la cardiotossicita', che si verificano, rispettivamente, in >10% e nell'1-10% dei pazienti. La doxorubicina puo' potenziare la tossicita' della radioterapia e di altre terapie anti-neoplastiche (streptozotocina, metotrexato, ciclofosfamide). Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi).Non comune: pazienti pediatrici possono essere ad aumentato rischio d i malattia neoplastica tardiva, in particolare leucemia mieloide acuta(LMA); raro: il verificarsi di una leucemia mieloide acuta secondaria , con o senza fase preleucemica, e' stato segnalato raramente in pazienti trattati con doxorubicina in associazione con farmaci anti-neoplastici che danneggiano il DNA. Tali casi possono anche avere un breve periodo di latenza (1-3 anni). Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: la mielodepressione include una leucopenia transitoria, anemia e trombocitopenia, che raggiungono il proprio nadir 10-14 giornidopo il trattamento. Patologie endocrine. Non nota: pazienti pediatri ci In generale, i regimi chemioterapici intensivi possono provocare disturbi della crescita pre-puberale e disfunzione endocrina. La doxorubicina puo' contribuire alla mancata crescita pre-puberale. La doxorubicina non ha provocato alcun effetto endocrino tardivo apparente. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune/molto comune: iperuricemia. Patologie dell'occhio. Raro: congiuntivite, lacrimazione. Patologie cardiache. Comune/molto comune: la cardiotossicita' puo' manifestarsi come aritmia direttamente dopo la somministrazione; alterazioni deltracciato ECG, tra cui appiattimento dell'onda T e depressione del tr atto S-T, possono durare fino a 2 settimane dopo la somministrazione. Possono verificarsi pericardite e miocardite. Il rischio di sviluppo di cardiomiopatia aumenta gradualmente con l'aumento del dosaggio. Non deve essere superata una dose cumulativa di 450-550 mg/m^2, ma una insufficienza cardiaca congestizia irreversibile puo' verificarsi perfinocon una dose di 240 mg/m^2. Un'eta' >70 o <15 anni deve essere consid erata un fattore di rischio. E' stato riportato che anche un trattamento concomitante o pregresso con mitomicina C, ciclofosfamide o dacarbazina potenzia la cardiomiopatia indotta dalla doxorubicina. La cardiotossicita' puo' manifestarsi molte settimane, mesi o perfino anni dopo la sospensione della terapia con doxorubicina. Il rischio di sviluppo di insufficienza cardiaca nei pazienti neoplastici trattati con doxorubicina persiste per tutta la vita. Patologie vascolari. Molto raro: e'stata segnalata tromboflebite. Patologie respiratorie, toraciche e me diastiniche. Molto raro: sono stati segnalati alcuni casi singolari ditossicita' polmonare (tachipnea, dispnea/versamento pleurico, bronchi olite obliterante con polmonite organizzata, granulomatosi broncocentrica/depressione respiratoria pericolosa per la vita, sindrome simil post-pneumonectomia, polmonite interstiziale, polmonite da radiazioni, embolia polmonare). In caso di trattamento combinato citostatico (specialmente gemcitabina, bleomicina, combinazioni con taxani o rituximab) con o senza radioterapia mediastinica cosi' come in pazienti predisposti deve essere considerata la possibilita' di insorgenza di tossicita'polmonare. Patologie gastrointestinali. Molto comune: la nausea, il v omito, l'infiammazione della mucosa (come stomatiti e infiammazione del retto) e diarrea possono verificarsi 5-10 giorni dopo la somministrazione. Il danno del tratto gastrointestinale puo' indurre ulcera, emorragia e perforazione. Le mucositi iniziano di solito, 5-10 giorni dopoil trattamento, con una sensazione di bruciore alla bocca e alla gola e possono evolvere in ulcerazioni, con il rischio associato di infezi oni secondarie. Mucositi possono colpire anche la vagina, il retto e l'esofago. Patologie epatobiliari. Comune: sono stati descritti lievi etransitori aumenti degli enzimi epatici. La concomitante irradiazione del fegato puo' causare grave epatotossicita', che a volte evolve in cirrosi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: alopecia reversibile nella maggior parte dei pazienti, iperpigmentazione della matrice dell'unghia, pieghe della pelle, onicolisi. La doxorubicina e' altamente irritante e lo stravaso nella sede dell'infusione puo' provocare dolore locale, irritazione, infiammazione, tromboflebiti, che possono causare un'ulcera grave e necrosi della cute. Occasionalmente sono state riportate reazioni di ipersensibilita' come reazioni cutanee (eruzione cutanea, prurito, orticaria, angioedema, febbre eanafilassi). La doxorubicina influenza e potenzia le reazioni dei tes suti normali alle radiazioni. Quando la doxorubicina viene somministrata qualche tempo dopo l'irradiazione, possono aversi anche reazioni ritardate ("richiamo"); non nota: eritrodisestesia palmo-plantare. Patologie renali e urinarie. Comune: la somministrazione intravescicale puo' causare le seguenti reazioni avverse: ematuria, irritazione vescicale e uretrale, stranguria e poliuria. Queste reazioni sono in genere dimoderata gravita' e di breve durata. La somministrazione intravescica le di doxorubicina puo' a volte causare cistiti emorragiche; cio' puo'provocare una riduzione della capacita' della vescica. La doxorubicin a causa modificazioni verso il rosso del colorito delle urine. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Raro: congiuntivite, lacrimazione. Se l'iniezione viene praticata troppo rapidamente, possono aversi vampate di calore al volto. Sono state descritte tromboflebiti e congiuntiviti. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinalee' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rappor to beneficio/rischio del medicinale.
Gravidanza e allattamento
Studi riproduttivi condotti sugli animali hanno dimostrato che la doxorubicina e' teratogenica e embriotossica. La doxorubicina e' escreta nel latte materno. La doxorubicina non deve essere usata nelle donne instato di gravidanza e allattamento. La doxorubicina e' escreta nel la tte materno. Si sconsiglia l'uso del farmaco durante l'allattamento.