Dervin - Crema 30g 0,3%

Dettagli:
Nome:Dervin - Crema 30g 0,3%
Codice Ministeriale:028270066
Principio attivo:Diflucortolone Valerato
Codice ATC:D07AC06
Fascia:A
Prezzo:6.98
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Crinos Spa
SSN:Concedibile esente per patologia
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Crema dermatologica
Contenitore:Tubetto
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi

Formulazioni

Dervin - Crema 30g 0,3%

Categoria farmacoterapeutica

Corticosteroide , non associato.

Indicazioni

Dermatosi croniche anche di elevato grado di gravita', tra cui psoriasi, neurodermite (eczema endogeno, dermatite atopica), lichen ruber planus e verrucosus, lupus eritematoso cronico (eritematoide cronico discoide) e eczema cronico.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' nota verso i componenti. Infezioni tubercolari e virali della cute da trattare (herpes, varicella ecc.). Acne rosacea. Ulcere cutanee. Il preparato non e' per uso oftalmico. La medicazione occlusiva e' controindicata nelle lesioni essudative e nelle infezioni cutanee.

Posologia

Salvo diversa prescrizione medica, iniziare il trattamento spalmando il preparato in strato sottile 2-3 volte al giorno. Non appena il quadro clinico sara' migliorato e' sufficiente una sola applicazione giornaliera. Lattanti e bambini di eta' inferiore a 4 anni dovrebbero essere trattati per periodi di tempo non superiori a 3 settimane, specie in caso di applicazione su regioni coperte da pannolini. Il DERVIN viene presentato in tre diverse forme farmaceutiche, da scegliersi in funzione dell'aspetto della lesione cutanea. Il DERVIN unguento, per la sua base completamente grassa, e' particolarmente indicato nelle forme secche e negli stadi cronici nei quali si richiede l'uso di preparazioni anidre. Il DERVIN unguento mantiene l'umidita' della cute e per tale ragione rammollisce lo strato corneo ispessito facilitando cosi' la penetrazione del principio attivo. La base dell'unguento esercita un effetto occlusivo e percio' non rende necessario, in linea di massima, il bendaggio occlusivo. In casi particolari, resistenti alla terapia, il medico puo' prescrivere un trattamento sotto il bendaggio occlusivo. La zona cutanea malata, trattata col preparato, verra' ricoperta da una pellicola di materiale impermeabile che va fissata alla cute sana circostante. La durata dell'applicazione del bendaggio occlusivo sara' stabilita dal medico, ma non dovra' essere superiore ai due giorni, onde evitare possibili disturbi dell'omeostasi. Il bendaggio occlusivo puo' essere eventualmente ripetuto piu' volte. Se nel corso del trattamento dovessero subentrare processi infettivi, sara' necessario non praticare bendaggi occlusivi per qualche tempo. In caso di lesioni estese e' comunque opportuno trattare successivamente aree parziali una alla volta. Il DERVIN pomata, per il suo particolare eccipiente (base grassa contenente una modica percentuale d'acqua), ha la possibilita' d'impiego molto ampie che vanno dalle affezioni cutanee non eccessivamente secernenti a quelle non particolarmente secche. Il preparato assicura alla cute un appropriato apporto lipidico, senza bloccare la traspirazione e gli scambi di calore. Il DERVIN crema, per il suo particolare eccipiente poco grasso (emulsione <<olio in acqua>>) e' particolarmente indicato nel trattamento di lesioni secernenti e di zone cutanee umide, come la regione anale ed il cavo ascellare, dove e' opportuno usare una base con elevato contenuto acquoso. Il DERVIN crema permette il fluire del secreto ed induce una rapida essudazione ed essiccamento della cute. Il preparato non lascia traccia di grasso sulla cute ed e' pertanto indicato anche per l'applicazione sulle regioni cutanee scoperte.

Avvertenze

Nelle malattie cutanee accompagnate da infezioni batteriche e' opportuno associare un trattamento con chemioterapici; in caso di micosi sono necessari antimicotici. Il DERVIN non e' indicato nel trattamento delle malattie oculari. L'applicazione percutanea di corticosteroidi nel trattamento di dermatosi estese e/o per lunghi periodi di tempo, puo' determinare fenomeni secondari di assorbimento sistemico (sindrome di Cushing, inibizione dell'asse ipotalamo-ipofisario).Tale evenienza e' piu' frequente nei bambini e in caso di bendaggio occlusivo. Nell'uso pediatrico le pieghe cutanee e il pannolino possono fungere da bendaggio occlusivo. Pertanto, nel trattamento di affezioni croniche che richiedano terapie prolungate, qualora sia stato raggiunto un favorevole effetto terapeutico, sara' opportuno ridurre il dosaggio e la frequenza delle applicazioni al minimo necessario per controllare i sintomi ed evitare le recidive, sospendendo l'uso del preparato appena possibile. Durante la terapia e' necessario sorvegliare le condizioni del paziente, onde evidenziare precocemente segni e sintomi da accesso di steroidi (astenia, ipertensione, turbe elettrolitiche ecc.). In tutti i casi e' opportuno limitare l'uso degli steroidi topici a brevi periodi di tempo. Tenere fuori dalla portata dei bambini.

Interazioni

Non sono note possibili interazioni medicamentose e incompatibilita'.

Effetti indesiderati

Localmente arrossamento, edema, desquamazione, prurito come segni di ipersensibilita' verso il prodotto. Altri effetti comprendono ipertricosi, eruzioni acneiformi, atrofia cutanea, teleangectasie, fragilita' vasale, porpora e dopo trattamenti prolungati (specie al volto) dermatiti pustolose di rimbalzo che, essendo sensibili agli steroidi, si rendono evidenti solo al momento della sospensione della terapia. L'uso prolungato e/o ad alte dosi puo' indurre una sindrome da eccesso con ipertensione arteriosa, astenia, adinamia, turbe del ritmo cardiaco, ipopotassiemia e alcalosi metabolica. Nei trattamenti occlusivi si tenga presente che le pellicole usate per il bendaggio possono essere esse stesse causa di fenomeni di sensibilizzazione.

Gravidanza e allattamento

L'applicazione locale di corticosteroidi ad animali di laboratorio gravidi puo' indurre la comparsa di malformazioni fetali. La trasferibilita' di questo reperto alla specie umana non e' dimostrata. Comunque, nei primi tre mesi di gravidanza non devono essere utilizzati preparati corticosteroidei topici in elevata quantita' o per lungo tempo e in genere nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il preparato deve essere usato soltanto in caso di effettiva necessita' e sotto il diretto controllo del medico.