Depakin - 40cpr Gastror 500mg
Dettagli:
Nome:Depakin - 40cpr Gastror 500mgCodice Ministeriale:022483251
Principio attivo:Sodio Valproato
Codice ATC:N03AG01
Fascia:A
Prezzo:7.89
Rimborso:7.17
Produttore:Sanofi Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse gastroresistenti
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non conservare al di sopra di +30 gradi centigradi
Scadenza:36 mesi
Denominazione
DEPAKIN COMPRESSE GASTRORESISTENTI
Formulazioni
Depakin - Os Fl 40ml 200mg/Ml
Depakin - 40cpr Gastror 200mg
Depakin - 40cpr Gastror 500mg
Categoria farmacoterapeutica
Antiepilettici derivati degli acidi grassi.
Principi attivi
Compresse gastroresistenti da 200 mg: sodio valproato 200 mg. Compresse gastroresistenti da 500 mg: sodio valproato 500 mg. Soluzione orale da 200 mg/ml: 100 ml di soluzione contengono 20,0 g di sodio valproato.
Eccipienti
Eccipienti per la compressa: polividone K90, calcio silicato, talco, magnesio stearato. Eccipienti per il rivestimento: polividone K30, macrogol 400, amido di mais, talco, titanio diossido, cellulosa acetoftalato, dietile ftalato. Inoltre solo per le compresse di 500 mg: ferro ossido giallo. soluzione urea, sodio idrossido, acqua depurata.
Indicazioni
Nel trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare in attacchi di tipo: assenza, mioclonico, tonico-clonico, atonico, misto, e nell'epilessia parziale: semplice o complessa, secondariamente generalizzata. Nel trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut).
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Epatite acuta. Epatite cronica. Anamnesi personale o familiare di grave epatopatia, soprattutto indotta da farmaci. Porfiria epatica. Emorragie in atto.
Posologia
Prima di iniziare la terapia tenere presente che in pazienti non trattati con altri farmaci antiepilettici, la posologia va preferibilmente aumentata per stadi successivi di 2-3 giorni, per raggiungere quella ottimale nel giro di una settimana circa. In pazienti gia' in trattamento con farmaci antiepilettici, la sostituzione con valproato deve essere graduale, raggiungendo la posologia ottimale in circa due settimane. I trattamenti concomitanti saranno progressivamente ridotti fino a essere interrotti. L'aggiunta di un altro agente antiepilettico, ove sia necessario, va fatta gradualmente. La posologia giornaliera deve essere stabilita in base all'eta' ed al peso corporeo; tuttavia deve anche essere presa in considerazione la sensibilita' individuale al valproato. La posologia ottimale deve essere determinata essenzialmente in base alla risposta clinica; la determinazione dei livelli plasmatici diacido valproico puo' essere presa in considerazione a complemento del monitoraggio clinico, quando non si arrivi ad ottenere un adeguato co ntrollo degli attacchi o quando vi sia il sospetto di effetti indesiderati. Le concentrazioni sieriche generalmente ritenute terapeutiche sono comprese tra 40 e 100 mg/l (300-700 mmol/litro) di acido valproico.Solitamente la posologia giornaliera iniziale e' di 10-15 mg/Kg, quin di le dosi vanno progressivamente aumentate fino a raggiungere la posologia ottimale che generalmente va dai 20 ai 30 mg/Kg. Tuttavia, quando non si ottiene un adeguato controllo degli attacchi con questa posologia, le dosi possono essere aumentate ancora; i pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo quando sono trattati con dosi giornaliere maggiori di 50 mg/Kg in particolare: nei bambini, la posologia usuale e' di circa 30 mg/Kg/die. Negli adulti, la posologia usuale va dai 20 ai 30 mg/Kg/die. Negli anziani, sebbene i parametri farmacocinetici del valproato siano modificati, tali modifiche sono di significato clinico limitato e la posologia deve essere determinata in funzione della risposta clinica (controllo delle crisi epilettiche). Somministrare preferibilmente durante i pasti: la soluzione deve essere assunta con acqua non gasata.
Conservazione
Compresse: conservare a temperatura non superiore a 30 gradi C. Tenereil contenitore ben chiuso. Soluzione: conservare a temperatura non su periore a 25 gradi C. Tenere il contenitore nell'imballaggio esterno.
Avvertenze
Avvertenze speciali: casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con farmaci antiepiletticinelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di trials clinici ra ndomizzati verso placebo ha, inoltre, evidenziato la presenza di un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario. Il meccanismo di tale rischio non e' stato stabilito e i dati disponibili non escludono la possibilita' di un incremento di rischio con il farmaco. Pertanto, i pazienti dovrebbero essere monitorati per eventuali segni di ideazione e comportamento suicidari ed in tal caso dovrebbeessere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) dovrebbero essere istruiti ad avvertire il proprio medico curante qualora emergano segni di ideazione o comportamento su icidari. >>Epatopatie. Condizioni di insorgenza: e' stato eccezionalmente riportato un grave danno epatico che talvolta si e' rivelato fatale. I pazienti piu' a rischio soprattutto in casi di terapia anticonvulsiva multipla sono i neonati ed i bambini sotto i 3 anni con gravi forme di epilessia, in particolare quelli con danno cerebrale, ritardo psichico e (o) con malattia metabolica o degenerativa congenita. Nel caso il Medico ritenesse indispensabile somministrare il farmaco a bambini al di sotto dei tre anni di eta' per il trattamento di un tipo di epilessia responsiva al valproato, nonostante il rischio di epatopatia, l'utilizzo del farmaco deve avvenire in monoterapia per ridurre tale rischio. Dopo il compimento dei 3 anni l'incidenza si riduce significativamente e diminuisce progressivamente con l'eta'. Nella maggior partedei casi il danno epatico si e' verificato durante i primi 6 mesi di terapia. Sintomatologia: i sintomi clinici sono essenziali per una diagnosi precoce. In particolare, soprattutto nei pazienti a rischio, devono essere prese in considerazione due tipi di manifestazioni che possono precedere l'ittero: ricomparsa degli attacchi epilettici; sintomi non specifici, generalmente a rapida insorgenza, quali astenia, anoressia, letargia, sonnolenza, a volte associati a vomito ripetuto e dolore addominale. I pazienti (o i loro genitori, se si tratta di bambini) devono essere avvertiti di informare immediatamente il proprio medico qualora si verifichi uno qualsiasi dei segni soprariportati. Oltre ai controlli clinici dovra' essere intrapreso il controllo ematochimico immediato della funzionalita' epatica. Rilevazione: la funzionalita' epatica deve essere controllata prima di iniziare la terapia e periodicamente durante i primi 6 mesi di terapia. Tra le analisi abituali, le piu' pertinenti sono quelle che riflettono la sintesi proteica, soprattutto il tempo di protrombina. La conferma di una percentuale di attivita' protrombinica particolarmente bassa, soprattutto se associata ad altri rilievi biologici anormali (significativa diminuzione del fibrinogeno e dei fattori della coagulazione; aumento dei livelli di bilirubina e aumento delle transaminasi) richiede l'interruzione della terapiacon valproato. Come precauzione e in caso essi siano assunti contempo raneamente, devono essere interrotti anche i salicilati, poiche' metabolizzati per la stessa via. >>Pancreatiti: sono state segnalate molto raramente pancreatiti gravi che possono avere esito fatale. I bambini piu' piccoli sono particolarmente a rischio. Il rischio diminuisce conl'aumentare dell'eta'. Attacchi epilettici gravi, disturbi neurologic i o politerapia anticonvulsivante possono essere fattori di rischio. La presenza di insufficienza epatica concomitante alla pancreatite aumenta il rischio di esito fatale. I pazienti che manifestano dolori addominali acuti devono essere immediatamente visitati da un medico. In caso di pancreatite, il valproato va sospeso. Donne in eta' fertile: la decisione di usare il farmaco in donne in eta' fertile deve essere presa solo dopo una valutazione molto attenta volta a stabilire se i benefici derivati dal suo utilizzo superino i rischi di anomalie congeniteal feto. Questa decisione deve essere presa prima che sia prescritto per la prima volta come pure prima che la paziente gia' trattata con valproato pianifichi una gravidanza. Precauzioni d'impiego: prima dell'inizio della terapia devono essere eseguiti test di funzionalita' epatica, che periodicamente devono essere ripetuti durante i primi 6 mesi,soprattutto nei pazienti a rischio. Si possono notare aumenti degli e nzimi epatici, particolarmente all'inizio della terapia; essi sono transitori e isolati, non accompagnati da segni clinici. In questi pazienti si raccomandano indagini di laboratorio piu' approfondite (compresoil tempo di protrombina), si puo' inoltre prendere in considerazione un aggiustamento della posologia e, se necessario, si devono ripetere le analisi. Nei bambini di eta' inferiore ai 3 anni la somministrazione deve avvenire in monoterapia anche se il suo beneficio potenziale deve essere valutato prima dell'inizio del trattamento, in confronto al rischio di danno epatico o di pancreatite in questi pazienti. L'uso concomitante di salicilati deve essere evitato nei bambini al di sotto dei 3 anni per il rischio di epatotossicita'. Si raccomanda di eseguirele analisi del sangue (emocromo completo con conta delle piastrine, t empo di sanguinamento e prove di coagulazione) prima dell'inizio dellaterapia o prima di un intervento chirurgico, e nel caso di ematomi o sanguinamenti spontanei. Nei pazienti con insufficienza renale e' necessario diminuire la posologia. Poiche' il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche puo' dare risultati non attendibili, la posologia deve essere adeguata in base ad un monitoraggio clinico. Sebbene siano state solo eccezionalmente riscontrate malattie immunitarie durante l'uso di valproato, e' bene considerare il potenziale beneficio del valproato rispetto al potenziale rischio in pazienti con lupus erythematosus sistemico. Poiche' sono stati riportati dei casi eccezionali di pancreatite, pazienti con dolore addominale acuto devono venire immediatamente sottoposti a esame medico. In caso di pancreatite si deve interrompere la terapia con valproato. Qualora si sospetti un ciclo dell'ureaalterato, prima del trattamento si deve valutare l'iperammoniemia poi che' con valproato e' possibile un peggioramento. Prima dell'inizio della terapia i pazienti devono essere avvertiti del rischio di aumento del peso e devono essere adottate le opportune misure per minimizzare tale rischio. Donne in eta' fertile: tutte le donne con epilessia e ineta' fertile devono essere informate in modo adeguato riguardo ai ris chi associati alla gravidanza.
Interazioni
Effetti del valproato su altri farmaci. Neurolettici, anti-MAO e antidepressivi e benzodiazepine: il valproato puo' potenziare l'effetto di altri farmaci psicotropi come i neurolettici, gli anti-MAO, gli antidepressivi e le benzodiazepine; quindi si consiglia di eseguire un monitoraggio clinico e, quando necessario, un aggiustamento del dosaggio. Fenobarbital: poiche' il valproato aumenta le concentrazioni plasmatiche di fenobarbital (per inibizione del catabolismo epatico) puo' verificarsi sedazione soprattutto nei bambini. Si raccomanda quindi un monitoraggio clinico per i primi 15 giorni del trattamento combinato, con immediata riduzione delle dosi di fenobarbital in caso di sedazione, e controllo eventuale dei livelli plasmatici di fenobarbital. Primidone:il valproato aumenta i livelli plasmatici di primidone con potenziame nto dei suoi effetti indesiderati (sedazione); questa interazione cessa con il trattamento a lungo termine. Si raccomanda il monitoraggio clinico specialmente all'inizio della terapia combinata con un aggiustamento del dosaggio del primidone quando necessario. Fenitoina: inizialmente il valproato diminuisce la concentrazione plasmatica totale dellafenitoina aumentandone pero' la frazione libera, con possibili sintom i di sovradosaggio (l'acido valproico sposta la fenitoina dai suoi siti di legame proteico e rallenta il suo catabolismo epatico). Si raccomanda pertanto il monitoraggio clinico; in caso di dosaggio plasmatico della fenitoina si deve tenere in considerazione soprattutto la frazione libera. Successivamente, in seguito a trattamento cronico, le concentrazioni di fenitoina tornano ai valori iniziali pre-valproato. Carbamazepina: e' stata riportata tossicita' a livello clinico in caso di somministrazione contemporanea di valproato e carbamazepina poiche' il valproato puo' potenziare la tossicita' della carbamazepina. E' quindiraccomandato un monitoraggio clinico soprattutto all'inizio del tratt amento con l'associazione dei due farmaci, con un aggiustamento della posologia, se necessario. Lamotrigina: il rischio di rash puo' essere aumentato dalla somministrazione contemporanea di lamotrigina e acido valproico, quando lamotrigina e' aggiunta all'acido valproico. Il valproato puo' ridurre il metabolismo della lamotrigina e aumentare la suaemivita media, quindi quando necessario e' opportuno diminuire il dos aggio di quest'ultima. Etosuccimide: il valproato puo' causare aumentodelle concentrazioni plasmatiche della etosuccimide. Zidovudina: il v alproato puo' aumentare la concentrazione plasmatica di zidovudina conil conseguente aumento di rischi di tossicita' di quest'ultima. Effet ti di altri farmaci sul valproato: gli antiepilettici con effetto di induzione enzimatica (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina) diminuiscono le concentrazioni sieriche del valproato. Nel casodi terapia combinata i dosaggi vanno aggiustati in base ai livelli em atici. In caso di associazione di felbamato e valproato, si puo' osservare un aumento della concentrazione sierica di valproato. E' necessario un monitoraggio dei tassi plasmatici del valproato. La meflochina aumenta il metabolismo dell'acido valproico ed ha effetto convulsivante; quindi nei casi di terapia combinata possono verificarsi attacchi epilettici. In caso di uso concomitante di valproato e di sostanze che si legano altamente alle proteine (acido acetilsalicilico), i livelli sierici liberi di valproato possono aumentare. Un attento monitoraggio del tempo di protrombina deve essere effettuato in caso di uso concomitante di fattori anticoagulanti vitamina K dipendenti. I livelli sierici di valproato possono aumentare (per effetto di un metabolismo epatico ridotto) in caso di uso concomitante di cimetidina o eritromicina. Carbapenem (panipenem, meropenem, imipenem?): si e' osservata una diminuzione dei livelli ematici di acido valproico, talvolta associata a convulsioni. Se si devono somministrare questi antibiotici si raccomanda un attento monitoraggio dei livelli ematici di acido valproico. La rifampicina puo' diminuire i livelli plasmatici del valproato portando all'interruzione dell'effetto terapeutico. Quindi puo' essere necessario, in caso di co-somministrazione con rifampicina, un aggiustamento del dosaggio del valproato. Altre interazioni: la somministrazione concomitante di valproato e topiramato e' stata associata all'insorgenza di encefalopatia e/o iperammoniemia. I pazienti trattati con questi duefarmaci devono essere monitorati con particolare attenzione per segni e sintomi di encefalopatia iperammoniemica. Il valproato generalmente non ha un effetto di induzione enzimatica; di conseguenza non riduce l'efficacia degli estroprogestinici in caso di contraccezione ormonale.
Effetti indesiderati
Patologie congenite, familiari e genetiche. Rischio teratogeno. Disturbi epatobiliari: rari casi di danno epatico. Disturbi gastrointestinali (nausea, dolori alla parte superiore dell'addome, diarrea) si verificano frequentemente in alcuni pazienti all'inizio del trattamento, ma generalmente scompaiono dopo qualche giorno senza interrompere il trattamento. Casi molto rari di pancreatite, talvolta letale. Alterazioni del metabolismo e della nutrizione: casi molto rari di iponatriemia. Sindrome da Inappropriata. Secrezione di ADH (SIADH). Disturbi neurologici: stati confusionali; pochi casi di stato stuporoso e letargia, chequalche volta hanno portato a coma transitorio (encefalopatia); erano casi isolati o associati ad un aumento dell'incidenza di attacchi epi lettici durante la terapia e sono regrediti con l'interruzione del trattamento o con la diminuzione del dosaggio. Questi casi sono stati riportati principalmente durante la terapia combinata (in particolare confenobarbital o topiramato) o dopo un brusco aumento delle dosi di val proato. Rarissimi casi di demenza reversibile associata ad atrofia cerebrale reversibile sono stati riportati. E' stato segnalato parkinsonismo isolato reversibile. Sono stati segnalati casi di atassia con frequenza non comune (>1/1.000 e < 1/100). Spesso sono stati riportati effetti indesiderati transitori e/o dose-dipendenti: fine tremore posturale e sonnolenza. Puo' frequentemente presentarsi una moderata iperammoniemia isolata, senza alterazione dei test di funzionalita' epatica e cio' non deve essere causa di interruzione del trattamento. Tuttavia in corso di monoterapia o di politerapia (fenobarbitale, carbamazepina,fenitoina, topiramato) si puo' avere una sindrome acuta di encefalopa tia iperammoniemica, con normale funzione epatica ed assenza di citolisi. La sindrome encefalopatica iperammoniemica indotta dal valproato si manifesta in forma acuta ed e' caratterizzata da perdita della coscienza, e segni neurologici focali e generali con incremento della frequenza degli attacchi epilettici. Puo' comparire dopo alcuni giorni o alcune settimane dall'inizio della terapia e regredisce con la sospensione del valproato. L'encefalopatia non e' dose-correlata, e i cambiamenti dell'EEG sono caratterizzati da comparsa di onde lente e incrementodelle scariche epilettiche. Irritabilita' (occasionalmente aggressivi ta', iperattivita' e disturbi comportamentali). Disturbi ematologici edel sistema linfatico: comparsa frequente di trombocitopenia, rari ca si di anemia, leucopenia o pancitopenia, ipoplasia dei globuli rossi. Insufficienza midollare inclusa aplasia midollare pura a carico dei globuli rossi. Agranulocitosi. Sono stati riportati casi isolati di riduzione del fibrinogeno e di allungamento del tempo di sanguinamento, generalmente senza segni clinici associati e in particolare con alte dosi (il valproato ha un effetto inibitore sulla seconda fase dell'aggregazione piastrinica). Disturbi cutanei e sottocutanei: rash exantematoso. Molto raramente necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme. E' stata spesso riportata alopecia transitoria e (o) dose-correlata. Disturbi del sistema riproduttivo: amenorrea e dismenorrea. Disturbi vascolari: e' stata riportata la comparsa divasculiti. Disturbi dell'udito: raramente e' stata riportata sordita' , sia reversibile che irreversibile. Disturbi renali e urologici: ci sono state segnalazioni isolate di sindrome di Fanconi reversibile, il meccanismo di azione non e' ancora chiaro. Sono stati segnalati casi molto rari di enuresi. Disturbi del sistema immunologico: angioedema, sindrome da Rush da Farmaci con Eosinofilia e Sintomi Sistemici (DRESS), reazioni allergiche. Disturbi generali: sono stati riportati casi molto rari di edema periferico non grave. Aumento di peso. Poiche' l'aumento di peso costituisce un fattore di rischio per la sindrome dell'ovaio policistico deve venire attentamente monitorato.
Gravidanza e allattamento
Donne in eta' fertile: le donne con epilessia di qualsiasi tipo e in eta' fertile devono ricevere un parere specialistico prima che sia loroprescritto il valproato. A causa dei rischi potenziali per il feto, v alutare i benefici dell'utilizzo di valproato rispetto ai rischi. Quando si ritiene necessario il trattamento con valproato, mettere in attoprecauzioni per minimizzare il potenziale rischio teratogeno. Gravida nza: l'esperienza nel trattamento di madri epilettiche permette di descrivere i rischi dell'utilizzo di valproato durante la gravidanza comedi seguito riportato. Rischio associato all'epilessia e agli antiepil ettici: nei figli di madri epilettiche trattate con antiepilettici durante la gravidanza, il tasso globale di malformazioni risulta 2-3 volte superiore rispetto al tasso normale. E' stato riportato un aumento del numero di bambini con malformazioni nel caso di terapie con piu' farmaci. Le malformazioni riscontrate piu' frequentemente sono cheiloschisi e malformazioni cardiovascolari. Molto raramente sono stati riportati ritardi nello sviluppo di bambini nati da madri epilettiche. Nonostante questi potenziali rischi, non si deve decidere l'interruzione improvvisa della terapia antiepilettica che puo' condurre ad un notevoleaumento degli attacchi epilettici con serie conseguenze sia per la ma dre che per il feto. Rischio associato a crisi epilettiche: durante lagravidanza, attacchi tonico-clonici e lo stato di male epilettico con ipossia nella madre sono associati ad un particolare rischio di morte per la madre e per il feto. Rischio associato al sodio valproato: il valproato e' l'antiepilettico di scelta in pazienti con alcuni tipi diepilessia come quella generalizzata con o senza mioclono o fotosensib ilita'. Per l'epilessia parziale il valproato dovrebbe essere usato solo in casi resistenti ad altri trattamenti. Nell'animale: nel topo, nel ratto e nel coniglio sono stati dimostrati effetti teratogeni. Nell'uomo: l'assunzione di valproato in gravidanza, in particolare nei primi 3 mesi, puo' causare un aumento del rischio di malformazioni al nascituro. Rispetto al trattamento con altri farmaci antiepilettici, nei figli nati da madri con epilessia e trattate con valproato i dati disponibili suggeriscono un aumento nell'incidenza di malformazioni minori o maggiori che comprendono difetti del tubo neurale, difetti craniofacciali, malformazioni agli arti, malformazioni cardiovascolari e anomalie multiple che coinvolgono diversi sistemi corporei (comprese ipospadia e dismorfia facciale). L'uso del valproato e' associato con difettidel tubo neurale con incidenza dall'1% al 2%. Alcuni dati suggeriscon o che una politerapia antiepilettica comprendente il farmaco e' associata ad un rischio di teratogenicita' maggiore rispetto a una monoterapia con il solo valproato. Alcuni dati suggeriscono un'associazione tral'esposizione al valproato in utero e il rischio di ritardo nello svi luppo, in particolare del QI verbale, nei bambini nati da madri con epilessia e trattate con valproato. Il ritardo dello sviluppo e' frequentemente associato a malformazioni e/o fisionomie dismorfiche. E' comunque difficile stabilire la relazione causale con possibili fattori confondenti come QI materno o paterno basso, altri fattori genetici, sociali, ambientali e scarso controllo delle crisi epilettiche materne durante la gravidanza. Sono stati segnalati disturbi dello spettro autistico in bambini esposti al valproato nell'utero. Il valproato durante la gravidanza dovrebbe essere prescritto come monoterapia alla piu' bassa dose efficace, in dosi frazionate e se possibile in forme a rilascio prolungato. Esiti anomali della gravidanza tendono ad essere associati con dosi giornaliere piu' alte e con elevate dosi per ogni somministrazione. E' stato dimostrato che valori elevati di picco plasmatico ed elevate quantita' per ciascuna somministrazione sono associate con difetti del tubo neurale. L'incidenza dei difetti del tubo neurale aumenta con l'incremento del dosaggio, specialmente al di sopra di 1000 mg/die. L'integrazione dietetica con acido folico prima della gravidanza, puo' ridurre l'incidenza dei difetti del tubo neurale nei neonati didonne ad alto rischio. Le pazienti dovrebbero prendere in considerazi one di assumere 5 mg di acido folico al giorno quando pianificano una gravidanza. Nelle donne che diventano gravide devono essere condotte indagini diagnostiche durante la gravidanza come ad esempio ecografie oaltre tecniche appropriate. In considerazione dei dati sopra riportat i: le donne in eta' fertile devono essere informate dei rischi e dei benefici derivanti dall'uso del farmaco durante la gravidanza. E' necessario un parere specialistico e i medici sono vivamente incoraggiati adiscutere gli aspetti relativi alla riproduzione con le loro pazienti prima di prescrivere il farmaco per la prima volta o con la paziente gia' trattata con il medicinale che sta pianificando una gravidanza. Se una donna pianifica una gravidanza, la terapia con il farmaco deve essere rivalutata per qualsiasi indicazione. Se dopo un'attenta valutazione dei rischi/benefici, si continua il trattamento con il farmaco durante la gravidanza, si raccomanda di ricorrere alla monoterapia alla dose giornaliera minima efficace. E' preferibile la somministrazione in diverse dosi durante la giornata. L'uso di una formulazione a rilascio prolungato puo' essere preferibile a ogni altra forma di trattamento. Il ricorso ad un supplemento di folato deve iniziare prima della gravidanza e a idonei dosaggi (5 mg/die) che possono minimizzare il rischio di malformazioni a livello di tubo neurale. Durante la gravidanza il trattamento antiepilettico con valproato non deve essere interrottosenza aver rivalutato il rischio/beneficio. Istituire un monitoraggio specialistico prenatale per rilevare l'eventuale presenza di anomalie nella chiusura del tubo neurale o di un'altra malformazione. Sono sta ti riportati casi molto rari di sindrome emorragica in neonati le cui madri hanno assunto valproato durante la gravidanza. Questa sindrome emorragica e' correlata alla ipofibrinogenemia Sono stati riportati anche casi di afibrinogenemia che possono essere fatali. Questi casi di ipofibrinogenemia sono probabilmente associati ad una diminuzione dei fattori della coagulazione. Tuttavia questa sindrome deve essere distinta da quella legata alla diminuzione dei fattori vitamina K dipendentiindotta dal fenobarbital e dagli induttori enzimatici. Pertanto nei n eonati devono essere controllati: conta piastrinica, livello plasmatico del fibrinogeno, test di coagulazione e fattori della coagulazione. Il valproato e' escreto nel latte materno. L'uso di valproato da partedella madre puo' causare effetti indesiderati nel lattante; pertanto e' necessario decidere se interrompere l'allattamento o il trattamentocon il medicinale.