Decadron - Os Gtt Fl 10ml 2mg/Ml
Dettagli:
Nome:Decadron - Os Gtt Fl 10ml 2mg/MlCodice Ministeriale:014729141
Principio attivo:Desametasone Fosfato Sodico
Codice ATC:H02AB02
Fascia:A
Prezzo:4.11
Doping:Proibito solo in gara
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:I.B.N. Savio Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Gocce orali soluzione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:24 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Corticosteroidi sistemici, non associati.
Principi attivi
Desametasone sodio fosfato.
Eccipienti
Glicole propilenico.
Indicazioni
Corticoterapia antinfiammatoria ed antiallergica, artrosi degenerativae post-traumatica, poliartrite cronica evolutiva, spondilartrite anch ilosante, stati asmatici, dermatiti e dermatosi allergiche e in tutti quei casi in cui necessita una terapia corticosteroidea.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; infezioni micotiche sistemiche, tubercolosi, ulcera peptica, psicosi, herpes oculare simplex; generalmente controindicato in gravidanza e allattamento.
Posologia
1 ml di soluzione (= 2 mg) corrisponde a 30 gocce. Il dosaggio deve essere adattato in base alla patologia e alla risposta terapeutica del paziente. Indicativamente il trattamento puo' essere iniziato con la somministrazione da 2 mg a 5 mg in 3 dosi giornaliere (2 mg/die in tre dosi giornaliere corrispondono a 10 gocce 3 volte al giorno; 5 mg/die corrispondono a 25 gocce 3 volte al giorno) Non appena si verifica un miglioramento e' necessario diminuire gradualmente il dosaggio sino alla minima dose terapeuticamente attiva che puo' variare da 0,2 mg (paria 3 gocce) a 2 mg al giorno (pari a 30 gocce). Le gocce devono essere diluite in poca acqua; agitare la soluzione cosi' ottenuta prima dell a somministrazione.
Conservazione
Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C.
Avvertenze
Poiche' si sono avuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, il paziente deveessere sottoposto ad una anamnesi accurata prima della somministrazio ne del farmaco. L'uso del medicinale nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il corticosteroide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente ocon risposta positiva alla tubercolina, e' necessaria una stretta sor veglianza in quanto si puo' verificare una riattivazione della malattia. Nella corticoterapia prolungata questi soggetti devono ricevere unachemioprofilassi adeguata. I corticosteroidi devono essere somministr ati con cautela in caso di colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, insufficienza renale, ipertensione, miastenia grave. Devono essere adottate precauzioni nel corso del trattamento in pazienti con diabete, osteoporosi, infezioni acute e croniche. I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezionee durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorren ti. In questi casi va sempre valutata l'opportunita' di istituire una adeguata terapia antibiotica. Nella primissima infanzia il prodotto vasomministrato nei casi di effettiva necessita'. I bambini sottoposti a prolungata corticoterapia devono essere strettamente sorvegliati dalpunto di vista della crescita e dello sviluppo. Nei pazienti in terap ia corticosteroidea, sottoposti a particolare stress, e' consigliabileun adattamento della dose in rapporto all'entita' della condizione st ressante. Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dalcortisonico, puo' essere minimizzato con una riduzione graduale del d osaggio. Questo tipo di relativa insufficienza puo' persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi in qualsiasi situazione distress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale dov rebbe essere ripresa. In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, e' opportuno adeguare l'apporto di sodio e potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione di calcio. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica, la risposta ai corticosteroidi puo' essereaumentata. La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; la riduzione della posologia deve essere effettuata gradualmente.
Interazioni
La difenilidantoina, il fenobarbital, l'efedrina e la rifampicina possono aumentare la clearance dei corticosteroidi con conseguenti diminuiti livelli ematici e diminuita attivita' farmacologica di questi ultimi. L'interazione con questi farmaci puo' interferire con il test di soppressione al desametasone, il cui risultato deve essere valutato anche alla luce di questa evenienza. I corticosteroidi possono inibire l'attivita' degli anticoagulanti cumarinici; in alcuni casi, per contro, si e' verificato un potenziamento dell'attivita'. Il tempo di protrombina nei soggetti in terapia con anticoagulanti cumarinici che assumonocorticosteroidi deve, pertanto, essere controllato frequentemente. La somministrazione contemporanea di corticosteroidi con diuretici deple tori di potassio potrebbe instaurare ipokaliemia.
Effetti indesiderati
In corso di terapia cortisonica, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idro- elettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono arrivare all'ipertensione ed alla insufficienza cardiaca congestizia; alterazioni muscolo-scheletriche, quali osteoporosi, miopatie,fragilita' ossea; complicazioni a carico dell'apparato gastro-intestinale che possono arrivare fino alla comparsa o alla attivazione di ulcera peptica; alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilita' della cute; alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea ed aumento della pressioneendocranica; disendocrinie quali irregolarita' mestruali, aspetto sim il-cushingoide, disturbi della crescita nei bambini, interferenza con la funzionalita' dell'asse ipofisi-surrene, particolarmente in momentidi stress, diminuita tollerabilita' ai glucidi e possibile manifestaz ione di diabete mellito latente, nonche' aumentata necessita' di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici; complicazioni oftalmiche quali cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare; alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell'umore e della personalita', depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilita' emotiva o tendenze psicotichepossono essere aggravate dai corticosteroidi; negativizzazione del bi lancio dell'azoto.
Gravidanza e allattamento
Non sono disponibili studi adeguati sull'uso di corticosteroidi nelle donne in gravidanza; pertanto, il medicinale va somministrato in caso di effettiva necessita', solo quando i benefici prevedibili per la madre superano i possibili rischi per il feto. I bambini nati da madri sottoposte a trattamento con corticosteroidi durante la gravidanza dovrebbero essere controllati accuratamente per accertare eventuali segni di iposurrenalismo. I corticosteroidi sono escreti nel latte materno e possono interferire con la crescita del bambino, con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati. Pertanto, l'uso del medicinale durante l'allattamento e' controindicato.