Decadron - 10cpr 0,5mg

Dettagli:
Nome:Decadron - 10cpr 0,5mg
Codice Ministeriale:014729014
Principio attivo:Desametasone
Codice ATC:H02AB02
Fascia:C
Prezzo:1.9
Doping:Proibito solo in gara
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:I.B.N. Savio Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

DECADRON

Formulazioni

Decadron - 10cpr 0,5mg
Decadron - 10cpr 0,75mg

Categoria farmacoterapeutica

Corticosteroidi sistemici, non associati.

Principi attivi

Ogni compressa da 0,5 mg contiene: 0,5 mg di desametasone. Ogni compressa da 0,75 mg contiene: 0,75 mg di desametasone.

Eccipienti

Amido di mais; calcio fosfato dibasico diidrato; lattosio monoidrato; magnesio stearato; E142 verde acido brillante BS.

Indicazioni

Forme allergiche. Controllo delle allergie o degli stati allergici invalidanti che non rispondono ad adeguati tentativi con la terapia convenzionale: rinite allergica stagionale o perenne; asma bronchiale (incluso lo stato asmatico); dermatite da contatto; dermatite atopica; malattie da siero; edema angioneurotico; orticaria. Malattie reumatiche. Come terapia supplementare per un breve periodo di tempo durante un episodio acuto o nella riacutizzazione delle forme seguenti: artrite psoriasica; artrite reumatoide, inclusa l'artrite reumatoide giovanile (incasi particolari puo' essere necessaria una terapia di mantenimento a basse dosi); spondilite anchilosante; borsite acuta e subacuta; tenos inovite acuta aspecifica; artrite gottosa acuta. Malattie dermatologiche. Pemfigo; dermatite bollosa erpetiforme; eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson); dermatite esfoliativa; micosi fungoide; psoriasi grave. Oftalmologia. Gravi processi allergici e infiammatori acuti e cronici a carico dell'occhio e annessi, quali: congiuntivite allergica; cheratite; ulcera marginale corneale allergica; herpes zosteroftalmico; irite e iridociclite; corioretinite; infiammazione del seg mento anteriore; uveite posteriore diffusa e coroidite; neurite oftalmica; neurite retrobulbare; oftalmia simpatica. Malattie endocrine. Insufficienza corticosurrenale primaria o secondaria (i farmaci di prima scelta sono l'idrocortisone o il cortisone; farmaci analoghi di sintesi possono essere impiegati, quando sia possibile, in associazione a mineralcorticoidi; in pediatria l'apporto supplementare di mineralcorticoidi e' di particolare importanza). Iperplasia surrenalica congenita. Tiroidite non suppurativa. Malattie dell'apparato respiratorio. Sarcoidosi; sindrome di Loeffler non trattabile con altri mezzi; berilliosi;tubercolosi polmonare fulminante o disseminata, in associazione all'a ppropriata chemioterapia antitubercolare; enfisema polmonare, nei casiin cui il broncospasmo o l'edema bronchiale svolgano un ruolo signifi cativo; fibrosi polmonare interstiziale diffusa (sindrome di Hamman-Rich). Malattie ematologiche. Trombocitopenia idiopatica e secondaria negli adulti; anemia emolitica acquisita (autoimmune); eritroblastopenia; anemia ipoplastica congenita (eritroide). Malattie neoplastiche. Peril trattamento palliativo di leucemie e linfomi negli adulti; leucemi a acuta nei bambini. Stati edematosi. Per provocare la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrotica senza uremia, del tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso. In associazione ai diuretici, per indurre la diuresi; cirrosi epatica con ascite refrattaria; scompenso cardiaco congestizio refrattario. Edema cerebrale. Il medicinale puo' essere impiegato nel trattamento dei pazienti con edema cerebrale di varia eziologia. Nei pazienti con edema cerebrale dovuto a tumori cerebrali primari o metastatici la somministrazione orale puo' risultare utile. Il farmaco puo' inoltre essere impiegato per la preparazione all'intervento chirurgico nei pazienti con ipertensione endocranica secondaria a tumori cerebrali; come palliativo nei pazienti con neoplasie cerebrali inoperabili o recidive; nel trattamento dell'edema cerebrale conseguente a interventi di neurochirurgia. Anche certi pazienti con edema cerebrale dovuto a lesioni craniche o a pseudotumori cerebrali possono trarre vantaggio dalla terapia orale con il farmaco. L'impiego del farmaco nell'edema cerebrale non esclude la necessita' di un'attenta valutazione neurochirurgica e di trattamenti radicali, quali interventi neurochirurgici, o di altre terapie specifiche. Malattie gastrointestinali. Durante periodi critici come coadiuvante nella: colite ulcerosa; enterite regionale; sprue refrattaria. Varie. Meningite tubercolare con blocco subaracnoideo o ostruente in associazione all'appropriata terapia antitubercolare. Reazioni infiammatorie conseguentia interventi di chirurgia dentale. Nella riacutizzazione o per la ter apia di mantenimento in casi selezionati di lupus eritematoso sistemico; endocardite reumatica acuta. Per la diagnosi differenziale dell'iperfunzione corticosurrenale.

Controindicazioni / effetti secondari

Infezioni micotiche sistemiche. Ipersensibilita' a questo farmaco.

Posologia

Adattare la posologia ai singoli casi. Per i bambini le dosi consigliate devono essere in genere ridotte. Quando il farmaco e' stato somministrato per un periodo di tempo superiore a qualche giorno, la riduzione della posologia o la sospensione del trattamento devono essere attuate gradualmente. Controllare il paziente dopo la sospensione della terapia corticosteroidea. Nelle forme acute in cui sia necessario un effetto immediato, si possono somministrare dosi elevate, che per un breveperiodo di tempo possono essere indispensabili. Nelle forme croniche che richiedono una terapia a lunga scadenza, e' opportuno impiegare laposologia minima sufficiente per determinare un sollievo adeguato ma non necessariamente completo. Le malattie croniche sono soggette a periodi di remissione spontanea. Durante tali periodi la somministrazionedei corticosteroidi dovrebbe essere sospesa gradualmente. In corso di terapia prolungata e' opportuno effettuare a regolari intervalli gli abituali esami di laboratorio. Quando si impiegano posologie elevate e' inol3 consigliabile controllare periodicamente i livelli di potassioserico. Esami radiologici dell'apparato gastrointestinale superiore d ovrebbero essere praticati in corso di trattamenti prolungati nei pazienti con anamnesi di ulcera peptica o in presenza di disturbi gastrici. Regolando adeguatamente la posologia, si puo' passare dalla somministrazione di qualsiasi altro glicocorticoide alla somministrazione del farmaco. Nelle malattie croniche normalmente non letali: iniziare con basse dosi (da 0,5 a 1 mg al giorno), aumentando gradualmente la posologia fino a raggiungere la dose minima efficace sufficiente per indurre il grado desiderato di sollievo sintomatologico. La posologia puo' essere suddivisa in 2, 3 o quattro dosi giornaliere. Ottenuto un adeguato controllo dei sintomi la posologia di mantenimento dovrebbe comportare la dose minima necessaria per consentire un sufficiente sollievo senza eccessivi effetti ormonali. Una volta stabilita la posologia di mantenimento ottimale, indipendentemente dalla posologia giornaliera iniziale, si ottengono spesso risultati soddisfacenti con un regime di 2somministrazioni al giorno. Nell'iperplasia surrenalica congenita la posologia giornaliera e' in genere di 0,5-1,5 mg. Nelle malattie acutenon letali: la posologia varia da 2 a 3 mg al giorno; alcuni pazienti possono necessitare dosi piu' elevate; non e' in genere necessaria un a terapia di mantenimento prolungata. Terapia associata. Nelle allergie acute auto-limitantisi e nelle riacutizzazioni di malattie allergiche croniche si consiglia il seguente schema posologico di associazione della terapia parenterale ed orale. Giorno 1: una singola iniezione i.m. di 1 ml (4 mg) del medicinale fosfato iniettabile (desametasone fosfato sodico, MSD); giorno 2: 2 compresse da 0,5 mg 2 volte al giorno; giorno 3: 2 compresse da 0,5 mg 2 volte al giorno; giorno 4: 1 compressa da 0,5 mg 2 volte al giorno; giorno 5: 1 compressa da 0,5 mg 2 volte al giorno; giorno 6: 1 compressa da 0,5 mg una volta al giorno; giorno 7: 1 compressa da 0,5 mg una volta al giorno; giorno 8: visita di controllo. Schema posologico (in alternativa al precedente). Giorno 1: 1 ml (4 mg/ml) per via i.m.; giorno g: 2 compresse da 0,75 mg 2 volte al giorno; giorno 3: 2 compresse da 0,75 mg 2 volte al giorno; giorno 4: 1 compressa da 0,75 mg 2 volte al giorno; giorno 5: 1 compressa da 0,75 mg una volta al giorno; giorno 6: 1 compressa da 0,75 mg una volta al giorno; giorno 7: nessun trattamento; giorno 8: visita di controllo. In alcuni pazienti puo' essere necessario un ulteriore trattamento. Nelle malattie croniche potenzialmente letali quali il lupus eritematoso sistemico, il pemfigo, la sarcoidosi sintomatica, la posologia iniziale consigliata e' di 2-4,5 mg al giorno; in alcuni pazienti sono necessarie dosi piu' elevate. Non appena ottenuto un sollievo adeguato,la posologia dovrebbe essere gradualmente ridotta alla dose minima su fficiente per determinare l'effetto terapeutico desiderato. In caso dimalattie acute che mettano in pericolo la vita del paziente, la posol ogia iniziale varia da 4 a 10 mg al giorno da suddividersi come minimoin quattro dosi; per ottenere un controllo costante, in alcuni pazien ti puo' essere necessario aumentare la posologia. Non appena ottenuto il controllo, la posologia dovrebbe essere gradualmente ridotta alla dose minima sufficiente per mantenere costante il sollievo conseguito. Qualora fosse necessario un inizio d'azione es3mamente rapido, le prime 2 o 3 dosi del fosfato iniettabile potranno essere somministrate pervia intravenosa. Nelle reazioni allergiche gravi il farmaco di prima scelta e' l'adrenalina. Le compresse sono utili come farmaco di associazione o per la terapia di appoggio. Nell'edema cerebrale il fosfato iniettabile viene generalmente somministrato all'inizio alla dose di 10mg per via i.v. e successivamente alla dose di 4 mg per via i.m. ogni sei ore fino alla scomparsa dei sintomi dell'edema cerebrale. Si osse rva in genere una risposta entro 12-24 ore; il trattamento puo' essereridotto dopo 2-4 giorni e gradualmente eliminato nel corso di 5-7 gio rni. Per il trattamento palliativo dei pazienti con tumori ricorrenti o inoperabili, adattare la posologia di mantenimento ai singoli casi. Puo' essere adeguata una posologia di 2 mg 2 o 3 volte al giorno. E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo dell'edema cerebrale. Si devono seguire le abituali precauzioni associatealla terapia corticosteroidea. Considerare l'eventuale opportunita' d i prescrivere antiacidi, anticolinergici e misure dietetiche per prevenire la comparsa di ulcere gastrointestinali o di emorragie. Nella sindrome adrenogenitale dosi giornaliere di 0,5-1,5 mg possono essere sufficienti per il controllo della malattia e per prevenire la ricomparsadi un'anormale secrezione dei 17-chetosteroidi. Per la terapia massiv a di certe malattie quali la leucemia acuta, la sindrome nefrotica e il pemfigo, la posologia consigliata varia da 10 a 15 mg al giorno. I pazienti trattati con posologie cosi' elevate devono essere sottoposti a severi controlli, in modo da individuare tempestivamente la comparsadi reazioni gravi. Prova di soppressione con il desametasone: Prova p er l'accertamento della sindrome di Cushing. Per una maggiore accuratezza somministrare una compressa da 0,5 mg ogni sei ore per 48 ore. Determinare i 17-idrossicorticosteroidi in un campione di urina delle 24 ore. Somministrare 1,0 mg per via orale alle 11 di sera. Prelevare il sangue per la determinazione del cortisolo plasmatico alle 8 del mattino successivo. Prova diagnostica per differenziare i tumori surrenalici dall'iperpiasia surrenalica. 2 mg per via orale ogni 6 ore per 48 ore. Raccogliere le urine delle 24 ore per la determinazione dell'escrezione dei 17-idrossicorticosteroidi.

Conservazione

Non ci sono speciali precauzioni per la conservazione.

Avvertenze

E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllodella malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena questa sia possibile. Posologie medie o alte di idrocortisone o di co rtisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio. Tali effettihanno minori probabilita' di verificarsi con i derivati sintetici, a meno che questi vengano somministrati ad alte posologie. Possono rendersi necessari un regime povero di sale ed extra-apporti di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio. Quando vengono somministrati dosaggi elevati, e' consigliabile che i corticosteroidi siano presi ai pasti e gli antiacidi siano presi tra un pasto e l'altro per aiutare a prevenire l'ulcera peptica. Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress e' indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress. Un'insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potra' essere ridotta al minimo riducendo gradualmente la posologia. Questo tipo di insufficienza relativa puo' tuttaviapersistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia: in qua lsiasi situazione di stress che si verificasse durante questo periodo,e' quindi opportuno reistituire la terapia ormonale. Se il paziente e ' gia' sotto trattamento steroideo, puo' rendersi necessario un aumento della posologia. Dato che la secrezione dei mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, e' opportuna la contemporanea somministrazione di sali e/o di un mineralcorticoide. In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo. La somministrazione di vaccini virali vivi, compreso il vaiolo, e' controindicata in individui che ricevono dosi immunosoppressive di corticosteroidi. Se vengono somministrati vaccini inattivati virali o batterici a individui che ricevono dosi immunosoppressive di corticosteroidi, puo'accadere che la prevista risposta anticorpale serica non si verifichi . Tuttavia, si puo' procedere all'immunizzazione di pazienti che stanno prendendo corticosteroidi come terapia sostitutiva, ad esempio nel morbo di Addison. In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. L'impiego nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazionea un appropriato regime antitubercolare. Quando i corticosteroidi son o indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positivaalla tubercolina, e' necessario un rigoroso controllo, dato che puo' verificarsi una riattivazione della malattia. In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una chemioprofilassi. Gli steroidi dovrebbero essere impiegati con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione; ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera peptica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. Segni di irritazione peritoneale dopo perforazione intestinale in pazienti che ricevono dosi elevate di corticosteroidi possono essere minimi o assenti. Sono stati descritti casi di embolia causata da emboli di tessuto adiposo quale possibile complicanza di un ipercortisonismo. I corticosteroidi devono essere impiegati con cautela nei pazienti con herpes simplex oftalmico, dato il possibile rischio di perforazione corneale. Nei pazienti ipotiroidei e in quelli cirrotici gli effetti dei corticosteroidi risultano piu' marcati. I corticosteroidi possono mascherare i sintomi dell'infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi infezioni sovrapposte. In corso di terapia corticosteroidea si puo' osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi. Inoltre, i corticosteroidi possono influenzare il test al nitroblutetrazolio per le infezioni batteriche e produrre falsi risultati negativi. I corticosteroidi possono attivare un'amebiasi latente. Dunque, si raccomanda di escludere una amebiasi latente o attiva prima di iniziare una terapia cortisonica in qualsiasi paziente che sia stato ai tropici o in qualsiasi paziente con una diarrea inspiegabile. Durante il trattamento con corticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche che possono andare dall'euforia, insonnia, variazioni dell'umore, alterazioni della personalita', depressione grave, a manifestazioni psicotiche vere e proprie. Quando presenti, la instabilita' psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. L'impiego prolungato dei corticosteroidi puo' causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici, e puo' favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero esserecontrollati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo svilup po. In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la mobilita' e il numero degli spermatozoi.

Interazioni

La difenildantoina, il fenobarbitale, l'efedrina e la rifampicina possono aumentare la clearance dei corticosteroidi con diminuiti livelli ematici e diminuita attivita' fisiologica; cio' richiede un aggiustamento del dosaggio corticosteroideo. Queste interazioni possono interferire con i test di soppressione del Desametasone, che dovrebbero essere interpretati con cautela durante la somministrazione di questi farmaci. Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente nei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici nello stesso tempo, poiche' in alcuni casi i corticosteroidi hanno alterato la risposta a questi anticoagulanti. Alcuni studi hanno mostrato che l'effetto provocato di solito dall'aggiunta dei corticosteroidi e'l'inibizione della risposta ai composti cumarinici, sebbene ci siano stati alcuni rapporti contrastanti che indicavano un potenziamento. Quando i corticosteroidi vengono somministrati contemporaneamente a diuretici depletori di potassio, i pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di ipokaliemia.

Effetti indesiderati

Disturbi idrici ed elettrolitici: ritenzione sodica; ritenzione idrica; scompenso cardiaco congestizio nei soggetti predisposti; deplezione di potassio; alcalosi ipokaliemica; ipertensione. Muscoloscheletrici: astenia muscolare; miopatia da steroidi; riduzione della massa muscolare; osteoporosi; fratture vertebrali da compressione; necrosi asetticadella testa del femore e dell 'omero; fratture spontanee delle ossa l unghe; rotture tendinee. Gastrointestinali: ulcera peptica con possibile perforazione ed emorragia; perforazione dell'intestino tenue e crasso, particolarmente in pazienti con patologia intestinale di tipo infiammatorio; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerosa. Dermatologici: ritardata guarigione delle ferite; cute sottile e delicata; petecchie ed ecchimosi; eritema; aumento della traspirazione; puo' sopprimere le risposte ai test cutanei. Altri disturbi cutanei tipo dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico. Neurologici: convulsioni; aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumore cerebrale), generalmente dopo il trattamento; vertigini; cefalea. Endocrinologici: anomalie mestruali; insorgenza di stato cushingoide; arresto della crescita nei bambini; insufficienza corticosurrenale e ipofisaria secondaria, in particolare durante periodi di stress dovuti a traumi, interventi chirurgici o stati morbosi; ridotta tolleranza aicarboidrati; manifestazioni del diabete mellito latente; aumentato fa bbisogno di insulina o ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici. Oftalmologici: cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare; glaucoma; esoftalmo. Metabolici: catabolismo proteico con bilancio azotato negativo. Altri: ipersensibilita'; tromboembolia; incremento ponderale; aumento dell'appetito; nausea; malessere.

Gravidanza e allattamento

Non disponendo ancora di studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci nelle donne ingravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in eta' feconda r ichiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivanti dal farmaco per la madre e per l'embrione o il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo. I corticosteroidi sono stati ritrovati nel latte materno e possono arrestare la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni, o causare altri effetti indesiderati. Le madri in corso di terapia con corticosteroidi dovrebbero essere avvertite di non allattare.